Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Il carbonio è l’unico elemento che, dopo l’idrogeno, forma il maggior numero di composti. Nella
descrizione delle molecole si possono distinguere due branche della chimica:
- la chimica organica: si occupa di tutti i composti del carbonio (esclusi quelli in cui il carbonio è
legato esclusivamente all’ossigeno oppure all’azoto o agli ioni metallici, tali ossidi, carbonati,
canuri e carburi)
- la chimica inorganica: studia tutti gli altri elementi del sistema periodico e i loro composti che
non contengono carbonio
Il termine organico ha un’origine storica, infatti i primi composti organici ad essere stati scoperti
erano presenti all’interno di organismi viventi. Il chimico tedesco Wöhler riuscì ad ottenere in
laboratorio una sostanza organica, l’urea, prodotta nei viventi dal metabolismo delle proteine a
partire da un composto inorganico, il cianato di ammonio.
I legami che uniscono gli atomi nei composti organici sono chiamati legami covalenti
(=condivisone equa di elettroni), quest’ultimi si scindono e si riformano nel corso delle reazioni.
Il carbonio è l’elemento caratteristico di tutti i composti organici. Il carbonio è un non metallo che
occupa il primo posto del 14° gruppo del sistema periodico.
Il carbonio ha la capacità di formare legami covalenti con altri atomi di carbonio, per questa
caratteristica riesce a formare sostanze diverse. Grazie a questi legami, gli atomi di carbonio
incatenandosi formano catene di varie lunghezze, che costituiscono lo scheletro carbonioso delle
molecole organiche.
In ogni molecola, ciascun atomo di carbonio instaura quattro legami covalenti con altri atomi.
Affinché il carbonio formi 4 legami, (anche se nella sua configurazione sembra formarne solamente
2) deve avere luogo la cosiddetta ibridazione. Essa afferma che, prima di instaurare il legame, gli
orbitali atomici puri, ossia quelli dell’atomo isolato, si trasformano in orbitali ibridi.
In accordo con la teoria dell’ibridazione, gli orbitali esterni del carbonio (=1 orbitale s e 3 orbitali
p), prima di formare il legame si ibridizzano, divenendo quattro orbitali con uguale forma e
uguale energia, disposti lungo gli assi di un tetraedro. Ciascuno di essi è chiamato orbitale ibrido
sp .
3
Forma tetraedrica: dovuta alla repulsione delle quattro nubi elettroniche dei legami: la repulsione
è minimizzata grazie alla reciproca distanza fra gli elettroni di legame. Gli angoli tra gli orbitali
ibridi sp3 sono quelli tra gli assi del tetraedro (109,5°).
Legame doppio: consiste in 1 legame di tipo sigma e 1 di tipo pi greco. Il carbonio forma 3 legami
sigma e 1 pi greco. Gli orbitali p coinvolti nei legami pi greco non si ibridizzano, perciò potranno
farlo solo i restanti 3 esterni. Il risultato è che il carbonio ibridizza 1 orbitale s e 2 orbitali p (resta
non ibrido l’orbitale p coinvolto nella formazione del legame pi greco).
Gli orbitali ibridi hanno uguale forma, uguale energia e sono diretti lungo le assi di un triangolo
equilatero. Prendono il nome di orbitali ibridi sp2.
Geometria trigonale: minimizza l’energia repulsiva tra le cariche negative degli elettroni dei
legami sigma; gli angoli tra gli orbitali ibridi sono di 120°.
Triplo legame: costituito da 2 legami pi greco e 1 legame sigma. L’ibridazione riguarda solo due
orbitale: 1 s e 1 p. Il carbonio forma 2 legami sigma e 2 legami pi greco.
Gli ibridi prendono il nome di orbitali sp e possiedono uguale forma, uguale energia e sono diretti
lungo lo stesso asse (gli angoli tra gli orbitali ibridi sono di 180°).
Es. C 2 H 2 (l’etino o acetilene)= 2 atomi di carbonio sono uniti da un triplo legame.
L’ibridazione sp determina una geometria lineare della molecola: i legami si trovano da parti
opposte rispetto all’atomo centrale (minima repulsione).
- Legame saturo= quando i legami di una catena carboniosa sono tutti semplici. A questa catena vi
è legato il massimo numero possibile di atomi.
- Legame insaturo= quando sono presenti legami doppi o tripli nella catena carboniosa. A questa
catena si possono aggiungere agli atomi, rompendo i legami pi greco.
LE MOLECOLE ORGANICHE
Per questa ragione, una molecola che possiede solo atomi di carbonio e idrogeno (un idrocarburo) è
apolare e può stabilire forze attrattive intermolecolari solo con altre molecole apolari, la cui
intensità aumenta quanto maggiore è il numero di atomi di carbonio della molecola. Se, invece, uno
o più atomi di carbonio della catena sono legati a gruppi di atomi con elevata polarità (come -OH, -
NH2), la molecola diventa polare e può instaurare forze intermolecolari più forti come i legami a
idrogeno.
È molto importante, specialmente in biochimica, sapere se una molecola può o non può stabilire
interazioni intermolecolari con l'acqua. L'acqua, infatti, è il solvente più comune in natura e il
componente primario di tutti i viventi. In base alla loro affinità per l'acqua, si distinguono due tipi di
molecole:
- molecole idrofile, che possono instaurare forze attrattive con l'acqua in quanto possiedono gruppi
polari come -OH oppure -NH;
- molecole idrofobiche, che non presentano interazioni con l'acqua in quanto non possiedono gruppi
polari.
Il loro comportamento nei confronti dell'acqua è diverso nelle due regioni della molecola.
L'ISOMERIA
Si definiscono isomeri (dal greco isos = uguale e meros = parte) due o più composti che hanno la
stessa formula grezza, ma diversa formula di struttura.
Gli isomeri sono costituiti dagli stessi atomi, hanno uguale massa molare, ma le molecole sono
diverse: quindi, differiscono per le proprietà fisiche e chimiche come: i punti di fusione e di
ebollizione, la solubilità in acqua, l'acidità e la reattività. Si tratta a tutti gli effetti di sostanze
diverse tra loro, che si possono separare proprio grazie alle loro proprietà. Una molecola di un
composto si può trasformare in quella di un suo isomero solo se riceve l'energia sufficiente alla
scissione di un legame o almeno l'energia necessaria per deformare i propri legami a tal punto da
riorganizzare gli atomi in una disposizione diversa.
Isomeria di struttura
Negli isomeri di struttura, gli atomi sono concatenati in modo diverso; ciò significa che certi atomi
o gruppi di atomi si trovano spostati gli uni rispetto agli altri. L'isomeria di struttura può essere:
- isomeria di catena, quando è la catena carboniosa a essere disposta diversamente nei due isomeri.
Per esempio, in un isomero la catena è lineare e nell'al tro è ramificata;
- isomeria di posizione, quando un gruppo funzionale o un legame multiplo sono posizionati
diversamente nella catena;
- isomeria di gruppo funzionale, se a essere diverso nei due isomeri è il gruppo funzionale legato
alla catena carboniosa, anche se gli atomi che complessivamente compongono la molecola sono gli
stessi.
Due isomeri strutturali si riconoscono perché, pur avendo uguale formula grezza, hanno diverse
formule di struttura, formule razionali e condensate.
Stereoisomeria
Negli stereoisomeri (dal greco stereòs = solido), gli atomi sono uniti tra loro nello stesso modo sia
nella catena carboniosa sia nei gruppi funzionali. In questo caso, la differenza tra gli isomeri è
dovuta alla disposizione spaziale dei vari atomi legati tra loro. Di conseguenza, non soltanto sono
uguali le formule grezze, ma lo sono anche le formule razionali e condensate.
Per distinguere gli stereoisomeri occorre disegnare la loro formula di struttura e, nel caso
dell'isomeria ottica, si ricorre ai modelli molecolari che evidenziano la struttura tridimensionale
della molecola.
Si distinguono tre tipi di stereoisomeria:
- isomeria geometrica;
- enantiomeria, chiamata anche isomeria ottica;
- isomeria conformazionale.
- Isomeria geometrica (o cis-trans). si presenta nelle molecole in cui risulta bloccata la rotazione
intorno a un legame, o a causa della presenza di un legame π o perché che la catena carboniosa è
chiusa ad anello.
- Enantiomeria (o isomeria ottica). L'enantiomeria si verifica quando almeno un atomo di carbonio
con ibridazione sp3 forma legami di tipo sigma con quattro atomi o gruppi di atomi diversi tra loro,
posizionati ai vertici di un tetraedro.
Una disposizione non può essere trasformata nell'altra ruotando semole mente la molecola, ma
affinché un atomo prenda il posto dell'altro si devono scindere due legami. Abbiamo quindi due
molecole distinte, cioè due isomeri che prendono il nome di enantiomeri (dal greco enantios =
opposto).
Il carbonio centrale è chiamato stereocentro; ciascuno dei due tetraedri appare come l’immagine
speculare dell’altro. Questo fenomeno è detto anche chiralità (dal greco chèir = mano), in quanto la
specularità degli isomeri ricorda quella delle due mani, destra e sinistra, che sono l'immagine
speculare l'una dell'altra.
Una particolarità che distingue i due enantiomeri è la diversa risposta all'azione della luce
polarizzata, da qui il nome isomeria ottica. Un'altra caratteristica degli enantiomeri, fondamentale
per le biomolecole, è il diverso comportamento negli organismi viventi.
- Isomeria conformazionale. In generale, gli atomi di carbonio uniti da legami semplici possono
ruotare liberamente l'uno rispetto all'altro quando la sostanza è allo stato liquido o gassoso. In certe
molecole, tuttavia, tale rotazione è impedita e può avvenire soltanto se la molecola riceve energia
dall'esterno. In questi casi, l'energia ricevuta può provocare lo «stiramento» e la rotazione di uno o
più legami senza rottura; di conseguenza la molecola si deforma e gli atomi si posizionano in modo
diverso. Le due strutture alternative si chiamano isomeri di conformazione. Un esempio di isomeria
conformazionale è offerto da un idrocarburo ciclico, il cicloesano, C 6 H 12, che ha 6 atomi di
carbonio uniti ad anello da legami semplici. L'ibridazione sp3 è responsabile di una struttura a zig
zag dell'anello, che può disporsi in due conformazioni alternative: una è detta a «sedia» e l'altra «a
barca».
Queste biomolecole sono costituite da lunghissime catene di molecole più piccole, gli amminoacidi;
le catene amminoacidiche possono assumere diverse conformazioni, che modellano la molecola in
modo specifico. Dalla conformazione della molecola dipendono la sua reattività e la sua capacità di
unirsi ad altre molecole, cioè la sua funzione biologica.
LA REATTIVITÀ CHIMICA
Una molecola organica comprende, in genere, una catena idrocarburica (lo scheletro carbonioso) e
uno o più gruppi funzionali. Nella catena idrocarburica, i legami carbonio-carbonio sono apolari e
uniscono atomi con un piccolo raggio atomico; per questo sono forti e difficili da rompere. Lo
stesso accade per i legami carbonio-idrogeno, che hanno una debole polarità. Le catene carboniose
sature, costituite da legami semplici C-C e C- H, sono molto poco reattive. La reattività aumenta in
presenza di un legame doppio, cioè nelle molecole insature, in quanto il legame π si può rompere
pur mantenendo integro il legame sigma. Tuttavia, sono soprattutto i gruppi funzionali a
determinare la reattività delle molecole organiche.
In particolare, nei processi biologici, affinché la reazione avvenga, sono necessari opportuni
catalizzatori, cioè molecole che aumentano la velocità della reazione.
Le specie chimiche che si ottengono dalla scissione omolitica di un legame prendono il nome di
radicali. Sono molecole neutre con un elettrone che occupa da solo un orbitale (perciò, spaiato);
sono quindi molto reattive perché hanno una forte tendenza ad appaiare nuovamente l'elettrone
spaiato.