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CHIMICA ORGANICA

Chimica del carbonio → la maggior parte dei composti del carbonio sono infatti composti organici (migliaia e migliaia),
pochissimi sono invece composti inorganici (es: anidride carbonica CO2, monossido di carbonio CO)
La differenza tra composti organici e composti inorganici si trova:
● nel numero di legami che il carbonio riesce a formare
● nel tipo di orbitali

Atomo di carbonio (i suoi elettroni e la loro sistemazione negli orbitali)


6 elettroni → sia carbonio-12 che carbonio-14

➢ Ogni casella rappresenta un orbitale


➢ Il riempimento degli orbitali comincia dall’orbitale più vicino al nucleo (quello con il minor livello energetico)
➢ Completiamo inserendo un elettrone per orbitale, in quanto quando si hanno più orbitali liberi, gli elettroni vanno a
occuparli tutti in modo da non “interferire” tra loro (quando sono tutti occupati con almeno un elettrone, gli orbitali
verranno occupati da massimo due elettroni, con spin opposto)

In questa situazione il numero massimo di legami (che si possono formare grazie agli orbitali non
completi di due elettroni ma occupati da un singolo elettrone (non pieni) → un atomo si lega
infatti ad un altro per riempire i suoi orbitali → la situazione di stabilità si raggiunge infatti
quando gli orbitali sono pieni) che il carbonio potrebbe creare sono solamente 2: gli elettroni
disponibili alla formazione di un legame sono quelli presenti nell’orbitale p

Migliaia e migliaia di molecole contenenti carbonio hanno il carbonio che forma 4 legami: ciò si spiega in quanto esistono degli
orbitali ibridi

Ibridazione degli orbitali


L’orbitale 1s non si sposta (quello più interno)
L’orbitale 2s e gli orbitali 2p si modificano leggermente e raggiungono lo stesso livello
energetico → l’orbitale 2s sale leggermente di energia, gli orbitali 2p scendono
leggermente
→ formazione di 4 orbitali ibridi sp → stesso livello energetico → isoenergetici
A questo punto gli elettroni si dispongono singolarmente nei 4 orbitali sp
➢ il carbonio può ora formare 4 legami

Ibridazione sp3
Metano (esempio classico) → CH4
1 atomo di carbonio C + 4 atomi di idrogeno H
● idrogeno 1 elettrone disponibile al legame
● carbonio 4 elettroni disponibili al legame

Orbitale carbonio a lobo


Orbitale idrogeno sferico
➢ sovrapposizione degli orbitali e quindi formazione dei quattro legami covalenti
Carbonio si lega così a quattro atomi di idrogeno → formazione molecola CH4

Orbitali tra loro simmetrici ( → gli atomi di idrogeno sono infatti tra loro tutti uguali e i legami formati sono tutti uguali
→ andranno quindi immettersi in modo simmetrico nello spazio)
➢ formazione di una molecola con quattro vertici equidistanti →
disposta a tetraedro (angolo di legame 109,5°)

Ibridazione sp3 in quanto sono impegnati tutti e 4 gli orbitali, 1 orbitale s e3


orbitali p, con 4 atomi diversi (dello stesso elemento ma comunque diversi tra loro)
Ibridazione sp2
2 atomi di carbonio C a contatto + 4 atomi di idrogeno H

➢ sovrapposizione di uno dei quattro orbitali dell’atomo di carbonio con uno dei quattro orbitali
dell’altro atomo di carbonio → formazione legame sigma (più forte di pigreco)
➢ per entrambi gli atomi di carbonio si ha la sovrapposizione di due dei quattro orbitali con orbitali
idrogeno
➢ l’orbitale p libero rimanente (uno per ogni atomo di carbonio) tende ad avvicinarsi all’orbitale p rimasto libero dell’altro
carbonio → avvicinandosi si ha una sovrapposizione parziale → formazione legame pigreco (più debole di sigma → la
sovrapposizione tra orbitali non è completa)
Tra i due atomi di carbonio avremo dunque due legami: un legame sigma forte e un legame pigreco debole → questo rende
la molecola più rigida

Il legame pigreco è unico → dalla rappresentazione sembra si venga a formare un doppio legame
pigreco: la sovrapposizione avviene però tra i due lobi di uno stesso orbitale libero di un atomo
carbonio con i lobi di uno stesso orbitale libero dell’altro atomo di carbonio adiacente → il
legame è quindi in realtà unico

→ Ogni atomo di carbonio forma 4 legami ma con 3 atomi diversi (un atomo di carbonio si lega con un carbonio e due
idrogeni)
➢ formazione di una molecola bidimensionale → planare (angolo di legame 120°)

Ibridazione sp2 in quanto l’atomo di carbonio si lega con 3 atomi attraverso 1 orbitale s e 2 orbitali p, poi rimarrebbe
orbitale p libero che si va a sovrapporre con l’orbitale p libero dell’altro atomo di carbonio, andando a formare il doppio
legame

Ibridazione sp1
2 atomi di carbonio C a contatto + 2 atomi di idrogeno H
Tra carbonio e carbonio si verranno a formare 3 legami, mentre ogni atomo di carbonio si legherà a 1
atomo di idrogeno

➢ sovrapposizione di uno dei quattro orbitali dell’atomo di carbonio con uno dei quattro orbitali
dell’altro atomo di carbonio → formazione legame sigma (più forte di pigreco)
➢ per entrambi gli atomi di carbonio si ha la sovrapposizione di un orbitale con l’orbitale dell’atomo di idrogeno
➢ i due orbitali p rimanenti (due per ogni atomo di carbonio) creano due legami pigreco attraverso una sovrapposizione
parziale con i due orbitali p restanti dell’altro atomo di carbonio

→ ogni atomo di carbonio forma 4 legami ma con 2 atomi diversi (un atomo di carbonio si lega con un carbonio e un
idrogeno)

➢ formazione molecola lineare (angolo di legame 180°)


Ibridazione sp1 in quanto ogni atomo di carbonio forma 4
legami ma con 2 atomi diversi (3 con un atomo di carbonio
e 1 con l’atomo di idrogeno)

In corrispondenza del doppio legame (sp2) e triplo legame (sp1) tra i due atomi di carbonio si ha un addensamento di
elettroni → queste molecole attireranno sostanze in cerca di elettroni
Categorie composti organici
● idrocarburi (C, H)
❖ alcani
❖ alcheni
❖ alchini
● Alogeno derivati ( → nella molecola sono contenuti gli alogeni (fluoro, cloro, bromo, iodio, astato)(C, H)
● Alcoli (C, H, O)
● Aldeidi (C, H, O)
● Chetoni (C, H, O)
● Acidi carbossilici
● Eteri
● Esteri
● Ammine
● Ammidi

Idrocarburi
Alcani
Tutti composti che hanno il carbonio con ibridazione sp3 → quindi struttura tetraedrica
Formula bruta tipica: CnH2n+2
CH4 → metano
C2H6 → etano
C3H8 → propano (GPL: gas propano liquido)
C4H10 → butano
C5H12 → pentano
C6H14 → esano
C7H16 → eptano
C8H18 → ottano (benzina → miscela di ottani)

Formule brute e di struttura


Per le formule di struttura:
● Si utilizza la forma a croce (forma più comune)
● Si può evitare di scrivere H → vengono indicati l’atomo di carbonio e i legami
● Si procede scrivendo prima gli atomi di carbonio, essendo importante il loro numero per la base della struttura
→ la disposizione dei legami e quindi degli atomi di idrogeno sono una conseguenza della disposizione degli atomi
di carbonio

Metano Etano Propano

Anche disponendo gli atomi di carbonio ad L avremo una molecola identica alla prima → i legami sono infatti gli stessi
rispetto alla molecola con struttura lineare: ruotandola (rotazione possibile in quanto siamo in presenza di legami semplici
e non di doppi legami → in questo caso, con la rotazione, il legame si spezzerebbe, cosa che quindi non accade con il legame
singolo) torneremo alla forma lineare iniziale
➢ il propano avrà quindi una singola forma di struttura (no isomeri)

Butano 2 - metilpropano
Stesso numero di atomi di idrogeno e di carbonio, ma disposti in maniera
diversa: la prima è una forma lineare, la seconda è una forma
ramificata → la sostanza è comunque la stessa → le due molecole sono due isomeri
Isomeria di catena (o di posizione) → cambia la posizione del sostituente sulla catena: a seconda dell’atomo a cui è
attaccato il gruppo sostituente, cambia il nome

Isomeri → molecole della stessa sostanza i cui atomi sono però disposti in maniera diversa
➢ stessa formula bruta
➢ diversa formula di struttura

Pentano n - pentano 2,2 dimetilpropano

2 - metilbutano
Nomenclatura
Per essere distinti tra loro, gli isomeri devono essere nominati in maniera diversa
l’uno dall’altro
● Per isomeri con forma lineare:
1. normal-x (es. n-pentano, n-butano)
● Per isomeri con forma ramificata:
1. numerare gli atomi di carbonio nella catena lineare più lunga della
molecola → partire dalla estremità più vicina al gruppo che
sostituisce (se le due estremità sono equidistanti dal gruppo
sostituente, la numerazione può essere effettuata da destra a sinistra o
da sinistra a destra indifferentemente)

2. il/i numero/i all’inizio del nome deriva dal numero del carbonio a cui si
attaccano i gruppi sostituenti

3. nominare il gruppo sostituente → il gruppo prende il nome dal corrispondente alcano


(ovvero da quanti atomi di carbonio ha) sostituendo il suffisso -ano con il suffisso -ile → in
questo caso metile (avendo un solo atomo di carbonio)

➔ se i metili legati alla catena lineare più lunga sono più di uno, al nome metil-, verrà aggiunto il suffisso di-, tri-,...

➔ due metili non possono essere legati “sullo stesso piano” a due atomi di carbonio
adiacenti → ingombro sterico (eccessivo avvicinamento tra i due metili)

4. l’isomero prenderà il nome in base al numero di atomi di


carbonio della catena lineare più lunga (es. anche se stiamo
nominando un isomero del pentano, se la catena lineare più lunga
avrà 4 atomi di carbonio, l’isomero avrà come ultima parte del nome
“butano” → l’isomero sarà infatti un derivato del butano con un
carbonio in più)

Esano

n- esano
2,3 - dimetilbutano
2,2 - dimetilbutano
2 - metilpentano
3 - metilpentano
(2 - etilbutano non esiste)

Ottani (componenti della benzina → di cui è indicata la presenza in percentuale)


n - ottano, 2 - metilettano, 3 - metilettano, 4 - metilettano, 2,2 - dimetilesano, 3,3 -
dimetilesano,
2,3 - dimetilesano, 3 - etilesano, 2,3,4 - trimetilpentano, 2,4 - dimetilesano

Si deve considerare la catena di atomi di carbonio più lunga → se posiziono l’etile sul
carbonio 2, la catena più lunga non sarà più quella lineare da 6 atomi di carbonio, ma sarà
quella piegata da 7 atomi di carbonio: occorre considerare la catena più lunga a prescindere
dalla linearità, non ha importanza che sia dritta o piegata (3 - metileptano)

Di ogni categoria di composti organici andremo a studiare le proprietà fisiche e le proprietà


chimiche
In generale per le proprietà fisiche si parla di:
● Polarità: per comprendere se una molecola, una sostanza è polare dobbiamo studiare:
→ legami presenti nella molecola → può essere polare se presenta legami polari
→ forma, simmetria della molecola → può essere polare se asimmetrica (in caso di simmetria e di legami polari, le
polarità verrebbero comunque annullate)
La polarità determinerà:
● Stato fisico: occorre studiare se a temperatura ambiente, la sostanza è:
→ solida
→ liquida
→ aeriforme/gassosa
● Punti di fusione ed ebollizione

In generale per le proprietà chimiche si parla di:


● Reattività: capacità della sostanza di dare reazioni chimiche → dipende dalla stabilità delle molecole
● Solubilità: occorre studiare se la sostanza si scioglie in solventi polari o apolari
Proprietà fisiche alcani
● Apolari → a causa di ibridazione sp3 con conseguente struttura tetraedrica, quindi simmetrica
Essendo apolari, lo stato fisico degli alcani dipende dai legami intramolecolari (legami possibili: legame a idrogeno,
dipolo-dipolo, ione-dipolo, dipolo-dipolo indotto, dipolo indotto-dipolo indotto, forze di London → questi ultimi sono i
legami più deboli che si vengono a formare tra molecole apolari) → i legami presenti saranno:
➔ forze di London o dipolo indotto-dipolo indotto → legami estremamente deboli → ciò determina lo stato fisico
degli alcani:
● Gassosi a temperatura ambiente (R.T. room temperature) per la maggior parte: gli alcani possono essere
comunque trovati anche sotto forma di liquidi e solidi → il limite è costituito dal numero di atomi di carbonio:
➔ n < = 5 → gassosi
➔ 5 < n < = 16 → liquidi (comunque volatili in quanto legami intermolecolari molto deboli)
➔ n > 16 → solidi
All’aumentare degli atomi di carbonio si incontrano quindi le forme liquide e le
forme solide: infatti più atomi di carbonio ci sono, più aumenta la possibilità di
formazione di legami (seppur deboli) e di interazioni

Lo stato fisico dipenderà però anche dalla forma, dalla struttura


➔ molecole ramificate = molecole più distanziate → meno interazioni
intermolecolari
➔ molecole non ramificate = molecole più ravvicinate (“impacchettate”)
● punti di fusione ed ebollizione
➔ più bassi quando le molecole formano pochi legami, quindi per gli alcani composti da
pochi atomi di carbonio: occorre infatti poca energia per spezzarli → basse temperature di fusione ed
ebollizione
➔ più alti quando le molecole formano molti legami, quindi per gli alcani composti da molti atomi di
carbonio → temperature di fusione ed ebollizione più alte
(densità minore dell’acqua = galleggiano)

Proprietà chimiche alcani


Gli alcani vengono anche chiamati paraffine, dal latino parum affinis ( = poco affine), in quanto poco reattivi:
● Scarsa reattività → gli alcani, avendo ibridazione sp3 ed essendo quindi composti da molecole simmetriche e apolari,
sono composti stabili che non tendono facilmente a reagire → in generale danno solamente due tipi di reazioni
chimiche:

➔ combustione (reazione esotermica)

➔ sostituzione di H → uno/due atomi di idrogeno della molecola si staccano e vengono sostituiti da un alogeno (fluoro,
cloro, bromo, iodio) (reazione di doppio scambio)
➢ Dalla sostituzione di un idrogeno dal metano con un atomo di cloro
otterrò clorometano/cloruro di metile

➢ Dalla sostituzione di 3 idrogeni dal metano con 3 atomi di cloro otterrò triclorometano/cloroformio →
parzialmente polare: gli atomi di cloro sono infatti fortemente elettronegativi (attirano a sé gli elettroni di
legame) e la molecola presenta un solo atomo di idrogeno, quindi non è perfettamente simmetrica

➢ dalla sostituzione di tutti e 4 gli atomi di idrogeni del metano con 4 atomi di cloro otterrò tetracloruro di carbonio
→ completamente apolare: avendo 4 atomi di cloro sarebbe infatti perfettamente simmetrica

Alcheni
Tutti composti che hanno il carbonio con ibridazione sp2 → tra due atomi di carbonio della catena si forma un doppio legame
(sigma + pigreco) → angolo di legame 120°
Formula bruta tipica: CnH2n
Suffisso - ene
Dagli alcheni possiamo avere anche i polieni, ovvero composti con più di un doppio legame:
● bieni → 2 doppi legami
● trieni → 3 doppi legami

Nomenclatura
Numerare gli atomi di carbonio nella catena più lunga della molecola → numerare in modo tale che i carboni con doppi
legami abbiano i numeri più bassi
In base al numero di gruppi sostituenti
● Nessun sostituente → sequenza nome:
Numero (n°) carbonio (C) con doppio legame - catena di carbonio più lunga
● 1 sostituente → sequenza nome:
n° C con sostituente - sostituente - n° C con doppio legame - catena di C più lunga
● 2 sostituenti → sequenza nome:
n° C con sostituente - sostituente - n° C con sostituente - sostituente - n° C con doppio legame - catena di C più lunga
I sostituenti verranno scritti nel nome seguendo l’ordine alfabetico

Per formare un doppio legame servono almeno due atomi di carbonio: non può esistere un alchene con un singolo atomo di
carbonio

C2H4 → etene/etilene

C3H6 → propene

C4H8 → butene

Cis - 2 - butene
Trans - 2 - butene
2 - metil - 1 - propene
1 - butene

Isomeria geometrica
Isomeria di posizione: occorre indicare la posizione del doppio legame
+
Isomeria cis o trans
● se due gruppi sostituenti si trovano legati ai due carboni del doppio legame dalla stessa parte rispetto al piano della
molecola avremo l’isomeria geometrica del doppio legame cis
● se due gruppi sostituenti si trovano legati ai due carboni del doppio legame da parti opposte rispetto al piano della
molecola avremo l’isomeria geometrica del doppio legame trans

Avendo il doppio legame tra due atomi di carbonio, nessuna parte della molecola può
essere fatta ruotare come nel caso delle molecole con ibridazione del carbonio sp3 (il
doppio legame verrebbe infatti spezzato), quindi:

Proprietà fisiche alcheni


● apolari → i legami tra carbonio e idrogeno non sono infatti polari e la molecola presenta simmetria
● lo stato fisico deriva dalle stesse condizioni studiate per gli alcani (numero di atomi del carbonio nella molecola),
considerando però che, mentre gli alcani presentano strutturate tetraedrica e nel caso delle molecole lineari possono stare
anche “impacchettati” tra loro, negli alcheni la presenza del doppio legame, e quindi la geometria della molecola
influenzano lo stato fisico: le molecole tenderanno a stare più distanziate tra loro → si ha infatti più facilmente lo stato
gassoso (liquidi e solidi si hanno con un numero di atomi di carbonio più alto rispetto a quello degli alcani)
● punti di fusione ed ebollizione bassi
Proprietà chimiche
Molto diverse rispetto a quelle degli alcani: gli alcheni hanno infatti un doppietto elettronico (in rosso, due
elettroni dei due orbitali p che si sovrappongono parzialmente e formano il legame pigreco) che genera un
legame molto debole, che si spezza facilmente (mentre il legame covalente sigma, essendo un legame
molto forte, non si spezza facilmente → gli alcani non reagiscono infatti facilmente) = maggiore reattività
chimica negli alcheni
→ stabilità o reattività di un composto dipendono dal tipo di legami della molecola:
➢ legami forti → composto poco reattivo
➢ legami deboli → composto più reattivo
Oltre ad essere debole, il legame pigreco è anche fonte di elettroni → in corrispondenza del legame verranno attirate
molecole in cerca di elettroni, ovvero elettrofile: tra i composti che reagiscono si hanno infatti due categorie:
➔ elettrofili: composti che hanno affinità con elettroni, ad esempio gli alogeni che cercano di completare l'ottetto
elettronico
➔ nucleofili: composti con elettroni “in abbondanza” che cercano nuclei con cariche positive

I composti elettrofili romperanno quindi il doppio legame e si attaccheranno ai


due carboni del doppio legame

Reazioni alcheni:
● Addizione al doppio legame
➢ Idrogenazione (addizione di idrogeno)

Uno degli elettrofili più comuni è l’idrogeno:


L’idrogeno si spezza in due atomi, ognuno con il suo elettrone, andando a legarsi
con i due carboni del doppio legame: essendo infatti elettrofili (avendo un solo elettrone) andranno alla ricerca di altri
elettroni, che troverà nel legame debole pigreco → i due atomi di carbonio non avranno quindi più il doppio legame: in
questo caso si andrà a formare l’etano
In generale dall’alchene si otterrà per idrogenazione l’alcano corrispondente (dall’etene otterrò l’etano, dal propene il
propano, dal butene il butano,…)
(grassi idrogenati: nei grassi liquidi ci sono doppi legami, in quelli solidi non si hanno doppi legami → se ad esempio da un
olio voglio ottenere la forma solida, procedo con
idrogenazione facendo spezzare il doppio legame e ottenendo un grasso saturo

➢ Alogenazione (addizione di alogeno)

➢ Idratazione (addizione di acqua)


Alcoli = tutti i composti con un gruppo OH

● Combustione → reazione identica a quella degli alcani ma con diverso numero di molecole d’acqua
● Sostituzione → posso averla in un punto della catena che non sia doppio legame (anche se generalmente negli alcheni
la reazione più comune è quella di addizione)

Quando si parla di addizione:


➢ Rottura omolitica ed eterolitica
➢ Regola di Markovnikov
Bromo AUDIO 28 1-6 MINUTI CIRCA
Rottura omolitica ed eterolitica
Quando si ha una reazione di addizione, bisogna vedere cosa succede nella molecola da addizionare:
● Rottura omolitica → durante la reazione di addizione, il composto da addizionare forma radicali
tra loro uguali

Es. idrogenazione
Il legame nell’idrogeno molecolare è covalente puro, in quanto, essendo atomi uguali, non si ha
differenza di elettronegatività tra un atomo e l’altro → quando questo legame si spezza, l’idrogeno
mantiene un elettrone → formazione di due radicali (ovvero atomi o gruppi di atomi con elettrone
spaiato)
Avendo un elettrone spaiato, i radicali sono molto reattivi, tendono quindi a cercare o condividere un
altro elettrone
- L'idrogeno andrà a questo punto a legarsi con uno dei due carboni dove si è spezzato il legame debole pigreco
I due elettroni del legame pigreco che si è spezzato saranno: uno impegnato nel nuovo legame carbonio-idrogeno, l’altro ancora
spaiato → formazione di un altro radicale molto reattivo
Il restante idrogeno derivato dalla rottura del legame dell’idrogeno molecolare, andrà quindi a legarsi con il nuovo radicale →
formazione di un altro legame carbonio-idrogeno

Es.
La molecola C2H4 reagisce con l’acido bromidrico
→ rottura eterolitica
Formazione bromuro di etile
DeltaH < 0 → reazione esotermica (che avviene più facilmente delle reazioni endotermiche)

● Rottura eterolitica → durante la reazione di addizione, il composto da addizionare


forma ioni tra loro diversi (gli elettroni di legame non si dividono infatti in parti uguali
dall’una e l’altra parte della molecola)

Es. idratazione
Uno dei legami che l’ossigeno ha con l’acqua può spezzarsi, in quanto l’ossigeno è molto
elettronegativo → entrambi gli elettroni di legame vengono attratti dall’ossigeno, l’idrogeno
rimane privo di elettroni
➢ idrogeno = catione → elettrofilo
➢ ossigeno-idrogeno (gruppo ossidrile OH) = anione

Il catione idrogeno si lega al carbonio, impiegando nel legame entrambi gli elettroni del legame pigreco spezzato → il carbonio
rimane quindi sprovvisto di elettroni e acquista carica positiva (carbocatione)
L’anione OH si lega quindi al carbocatione
→ Formazione di un alcool

Molecola di etano si rompe → rottura omolitica


Formazione di due radicali
DeltaH > 0 → reazione endotermica (avviene solamente dando energia al sistema)

Nel caso di reazione di alogenazione:


● rottura omolitica con formazione di radicali se il composto da addizionare è un alogeno
puro
● rottura eterolitica con formazione di carbocatione se il composto da addizionare è un alogeno sotto forma di acido

Quando ho la formazione di un carbocatione:


Regola di Markovnikov
Da applicare nel caso in cui si debba fare un'addizione e si abbia un alchene asimmetrico (doppio legame non centrale rispetto
alla molecola) → quando infatti una molecola è asimmetrica l’idrogeno e il cloro potrebbero legarsi a entrambi i carboni, ma
secondo la regola di Markovnikov:
● l’elettrofilo (idrogeno) si legherà al carbonio meno sostituito (quindi al carbonio al quale sono
legati solamente idrogeni)
→ l’idrogeno si lega sempre al carbonio con più idrogeni
● il nucleofilo (alogeno) si legherà al carbonio più sostituito (quindi al carbonio al quale sono legati
idrogeno e gruppo sostituente, ovvero quello con meno idrogeni)

Nel caso di addizione di acidi alogenidrici (H - Br, H - Cl):


● elettrofilo: idrogeno
● nucleofilo: alogeno
Addizione di H - Cl
● elettrofilo → idrogeno
● cloro → nucleofilo
Negli acidi alogenidrici, l'alogeno è molto più elettronegativo dell’idrogeno → Il cloro da solo sarebbe elettrofilo, ma legato
all’idrogeno, essendoci differenza di elettronegatività, prende gli elettroni del legame e quindi acquista una parziale carica
negativa
L’idrogeno che è invece poco elettronegativo cede i suoi elettroni al cloro e acquista quindi una parziale carica positiva

Carbocatione → carbonio con carica positiva in quanto si trova con un elettrone in meno, acquistando una parziale carica
positiva
● Carbone primario → carbonio che è legato a un gruppo sostituente (R), quindi a un solo atomo di carbonio
● Carbone secondario → carbonio legato a due gruppi (R), quindi a due atomi di carbonio
● Carbone terziario → carbonio legato a tre gruppi (R), quindi a tre atomi di carbonio
● Carbone quaternario → carbonio legato a quattro gruppi (R), quindi a quattro atomi di carbonio
Un carbonio può essere al massimo quaternario in quanto può formare un massimo di 4 legami

I carbocationi possono invece arrivare ad essere al massimo terziari, in quanto si vengono a formare un massimo di tre legami
attorno al carbonio (infatti catione)
Terziari più stabili dei secondari, a loro volta più stabili dei primari, a loro volta più stabili sei primari, a loro volta più stabili dei
metilici → il carbonio primario ha più legami con l’idrogeno, i quali non riescono a smorzare la carica positiva del carbone del
carbocatione: la carica positiva diminuisce invece (viene quindi condivisa), solo se ci sono altri atomi di carbonio, quindi più
atomi di carbonio ci sono intorno al carbone del carbocatione, più questa carica positiva viene diluita con gli altri atomi, e quindi
più stabile è il carbocatione
Un carbocatione che è invece legato a molti idrogeni, non riesce a diluire questa carica ed è quindi meno stabile

● Esempio con alchene simmetrico (etene)


Faccio reagire l’etene con addizione di acido alogenidrico, in questo caso H -Cl

Il legame (in rosso) nell’acido alogenidrico è composto da due elettroni → il cloro (Cl) è molto più
elettronegativo dell’idrogeno (H) quindi tende ad attrarre verso di sé questi due elettroni di legame, di
conseguenza il cloro diventa parzialmente nucleofilo (per parziale carica negativa), mentre l’idrogeno
diventa parzialmente elettrofilo (per parziale carica positiva)

Quindi si avrà:

Gli elettroni del doppio legame vanno a legare l’elettrofilo, ovvero l’idrogeno

L’idrogeno cede ora i suoi elettroni al cloro, non potendo fare due legami
L’idrogeno andrà quindi a legarsi a uno dei due carboni, quale dei due è in questo caso indifferente in quanto sono entrambi
CH2. Avrò quindi:

Il carbonio al quale non si è legato l’idrogeno non ha più i due elettroni che condivideva con l’altro
carbonio, di conseguenza diventa carico positivamente, diventando quindi carbocatione

Il cloro si trova sottoforma di anione →

Da una parte si avrà quindi un fortissimo elettrofilo (ovvero il carbonio del carbocatione), dall’altra un
composto che si comporta da nucleofilo (ovvero l’anione cloro)

Il cloro andrà quindi a condividere gli elettroni con il carbonio, andando a formare il legame. Otterrò così:

In questo caso la regola di Markovnikov non è quindi servita in quanto si tratta di un alchene simmetrico

● Esempio con alchene asimmetrico (propene) → applicazione Markovnikov


Il carbonio a destra del doppio legame è legato a un sostituente (ovvero al gruppo metilico CH3) → alchene asimmetrico

Gli elettroni del doppio legame si legano all’idrogeno H dell’acido alogenidrico

L’idrogeno non può fare due legami e cede quindi gli elettroni al cloro

L’idrogeno si legherà al carbonio meno sostituito (ovvero quello con più idrogeni). Il carbonio
legato al sostituente non ha più i due elettroni che condivideva con l’altro carbonio, di conseguenza diventa carico
positivamente (diventando carbocatione). Avrò quindi:

In questo caso la regola di Markovnikov può essere spiegata attraverso la seguente relazione, che rappresenta la stabilità dei
carbocationi:
Carbocationi terziari > C. secondari > C. primari > C. metilici
Ciò significa che devo vedere il carbonio carico positivamente a
quanti carboni è legato direttamente: in questo caso è legato
direttamente a 2 carboni → si tratta quindi di un carbocatione
secondario

→ Legato a 2 carboni →

Se avessi legato l’idrogeno H al carbonio C più sostituito, la carica positiva sarebbe stata nel carbonio
meno sostituito
In questo caso avrei ottenuto un semplice carbocatione primario (anziché secondario), essendo il carbonio meno sostituito
legato solamente a un altro carbonio → avrei quindi ottenuto un carbocatione meno stabile, essendo:

Il cloro andrà a condividere i suoi elettroni con il carbonio del carbocatione

Avremo quindi il prodotto finale:

L’idrogeno si è quindi legato al carbonio meno sostituito (ovvero quello con più idrogeni) mentre il cloro
nucleofilo si è legato al carbonio più sostituito

La stabilità dei carbocationi è influenzata dall’effetto induttivo:


Piccolo spostamento di elettroni da un atomo all’altro che tende a equilibrare la molecola: verso il carbone con
carica positiva si spostano leggermente gli elettroni dei carboni a cui è legato = leggero spostamento di
elettroni per smorzare la carica elettrica del carbonio
Nel caso del carbocatione primario, l’atomo di carbonio che può smorzare la carica elettrica del carbone
positivo è solamente uno
Nel caso del carbocatione secondario, gli atomi di carbonio che possono smorzare la carica elettrica del
carbone positivo sono due: effetto induttivo più forte
Nel caso del carbocatione terziario, gli atomi di carbonio che possono smorzare la carica elettrica del carbone
positivo sono tre: effetto induttivo ancora più forte
Più la carica positiva verrà equilibrata, più la molecola risulterà stabile

Isomeria conformazionale:
Negli alcani può avvenire rotazione attorno ai legami semplici (cosa che non è possibile fare attorno al
doppio legame degli alcheni e al triplo legame degli alchini) → si può quindi avere un’isomeria (oltre a quella di struttura e
di gruppo funzionale) di conformazione = stereoisomeria (isomeria nello spazio)
La stessa sostanza, ruotando, può assumere più conformazioni diverse = stessa sostanza con diversa rotazione di parti della
molecole
Due tipologie di conformazioni:
Sfalsata → eclissata → ● negli alcani: eclissata o sfalsata
● nei cicloalcani: a sedia o a barca

Cicloalcani
Molecola chiusa → ciò comporterà un minor numero di atomi di idrogeno rispetto alla molecola aperta, quindi:
CnH2n (solitamente formula bruta degli alcheni)
Il minor numero di atomi di carbonio per avere una molecola ciclica è 3 (propano)

Ciclopropano → molecola non stabile, troppa tensione negli angoli di legame di 60° fra carboni

Ciclobutano → molecola non stabile, angoli 90° (molecola non comune)

Ciclopentano → molecola più stabile, molecola comunque ancora rigida


Cicloesano → molecola stabile, angoli larghi = maggiore flessibilità della
molecola → è possibile che la molecola, piegandosi, assuma due conformazioni

(isomeria conformazionale):
● conformazione a sedia → tra le due, conformazione più stabile
per angoli più ampi, minore ingombro sterico, forma trans (a
differenza della cis che si trova nella conformazione a barca)
● conformazione a barca

Isomeria conformazionale:
● negli alcani: eclissata o sfalsata
● nei cicloalcani: a sedia o a barca

Isomeria configurazionale
Isomeri che non ottengo dalla semplice rotazione di parte della molecola → isomeri geometrici cis e trans (alcheni)

Polimerizzazione (polimero formato da molteplici molecole tutte uguali che si susseguono) → es. polietilene

Alchini
Idrocarburi con ibridazione sp1 (triplo legame, angoli 180°)
Minor numero di atomi di idrogeno
CnH2n-2
Suffisso -ino

Acetilene (o etino)
Propino
Butino
Pentino
Esino
Ettino
Ottino

Nella nomenclatura andremo ad indicare la posizione del triplo legame (2 legami pigreco e 1 legame sigma)
In corrispondenza del triplo legame si ha un forte addensamento di elettroni

Le isomerie possibili sono:


● Isomeria di posizione
● Isomeria conformazionale

Proprietà fisiche alchini


● Apolari (insolubili in acqua)
● Stato fisico: gassosi i primi 3 (negli alcani i primi 5, negli alcheni i primi 4)

Acetilene → combustione, reazione molto esoergonica → bruciando crea luce e calore

Reazioni:
● addizione al triplo legame → dall’alchino si ottiene alchene, dal quale a sua volta si può ottenere un alcano

Funzionano da acidi in quanto il triplo legame degli alchini è ricco di elettroni → dato che si ha un forte addensamento di
elettroni, il legame tra carbonio e idrogeno è abbastanza debole → il carbonio avrà quindi una parziale carica negativa (a
causa dei numerosi elettroni del triplo legame), l’idrogeno una parziale carica positiva
Il legame carbonio-idrogeno si spezza facilmente, andando a cedere un idrogeno
Formazione di un carbanione (che andrà a legarsi con qualche composto negativo) e di un catione
Comportamento leggermente acido (acido debole, si ionizza poco)
Benzene
Capostipite composti aromatici: composto aromatico (gran parte delle sostanze che emanano aroma hanno un anello
benzenico, nonostante non sia questa la spiegazione)

Formula chimica: C6H6 (stesso numero di atomi di idrogeno e carbonio) → aveva caratteristiche particolari per cui non
poteva essere, ad esempio, un alchino e non si riusciva a capire come potesse essere la formula di struttura, ovvero come la
molecola potesse essere organizzata nello spazio: ogni carbonio forma quattro legami ma il numero di atomi di idrogeno e di
carbonio coincidono

Lo studioso Kekulè che stava studiando la possibile formula della molecola, era talmente preso dallo studio che una notte
sognò un serpente che si mordeva la coda (quindi una forma circolare) dal quale ebbe l’illuminazione sulla formula di
struttura del benzene

Il benzene ha una forma circolare: gli atomi di carbonio sono posti ai vertici di un esagono e legati a un atomo di idrogeno
Se ogni atomo di carbonio legato a tre atomi (a due carboni e a un idrogeno) vuol dire che si hanno dei doppi legami alternati
tra i carboni (se non fossero alternati ogni atomo di carbonio avrebbe 5 legami)

L’intuizione di Kekulé fu che i doppi legami non sono fissi ma che possono scambiarsi tra loro → si potrà quindi avere
anche una seconda formula di struttura:

Ibridi di Risonanza
(ovvero equivalenti) → non sono isomeri, sono la stessa molecola (la doppia freccia ne indica l’equivalenza)

Esagono planare → ibridazione sp2 → angoli 120°

Gli orbitali formano legami sigma tra carbonio e carbonio e tra carbonio e idrogeno
Avendo ibridazione sp2, i 6 orbitali p non ibridi del carbonio sono tutti paralleli tra loro e disposti perpendicolarmente al
piano della molecola: questi non si sovrappongono a due a due per formare legami pigreco ma si sovrappongono
lateralmente formando un’unica nube elettronica disposta sopra e sotto il piano della molecola (rappresentata con un anello
interno alla molecola)

Le formule limite di risonanza non si trovano allo stesso livello energetico dell’ibrido di risonanza → il benzene, avendo un
basso contenuto energetico, è una molecola molto stabile
Proprietà fisiche del benzene:
● apolare (insolubile in acqua: il benzene è utilizzato come solvente apolare, organico, ma cancerogeno): tra carbonio e
idrogeno c’è poca differenza di elettronegatività e la molecola è perfettamente simmetrica
● liquido a temperatura ambiente (estremamente volatile → facilmente inalato se utilizzato in laboratorio)
● bassi punti di ebollizione (essendo apolare forma pochi legami intermolecolari)

Il benzene è un intermedio nella combustione della benzina: i vecchi motori senza marmitta catalitica liberano benzene
nell’ambiente, che dovrebbe invece essere demolito dalla marmitta catalitica in anidride carbonica e acqua

Reazioni chimiche:
● combustione
● sostituzione
(molecola estremamente stabile che quindi non da addizione)

La reazione di addizione avviene con numerose molecole:

Derivati monosostituiti:
➢ alogeni (elettrofili): si addizionano facilmente a causa della nuvola elettronica sopra e sotto al piano della molecola
L’alogeno si va a sostituire all’idrogeno andando a formare:
➔ clorobenzene
➔ bromobenzene
➔ iodobenzene
➔ fluorobenzene
➢ Gruppo NO2: l’azoto e l’ossigeno sono elettrofili e molto elettronegativi
➔ nitrobenzene

➢ Gruppo etilico CH2CH3


➔ etilbenzene

➢ Gruppo metilico CH3


➔ toluene (metilbenzene)

➢ Gruppo OH
➔ fenolo (idrossibenzene)

➢ Gruppo NH2 (deriva dall’ammoniaca)


➔ anilina (amminobenzene) (esistono i colori all’anilina)

toluene (metilbenzene) cumene (isopropilbenzene) stirene (vinilbenzene)

fenolo (idrossibenzene) anilina (amminobenzene)


Derivati bisostituti:
Esempio con fenolo (idrossibenzene) → oltre al gruppo OH, al benzene possono teoricamente legarsi altri cinque composti
(molto difficile avere 6 sostituenti) ma solitamente se ne aggiungono due o tre
Numeriamo a partire dal gruppo OH:
le posizione 6-2 e 5-3 sono equivalenti
● la posizione 2 può essere chiamata Orto-
● la posizione 3 può essere chiamata Meta-
● la posizione 4 può essere chiamata Para-

Il nome comune del benzene sostituito con 2 gruppi metilici è Xilene

Attaccando un metile al carbonio 2 o 6 potrò chiamare la molecola:


➔ 2 - metilfenolo
➔ o - metilfenolo (ovvero ortometilfenolo)

Attaccandolo in posizione 3 o 5:
➔ 3 - metilfenolo
➔ m - metilfenolo (ovvero metametilfenolo)

Attaccandolo in posizione 4:
➔ 4 - metilfenolo
➔ p - metilfenolo (parametilfenolo)

Gruppi sostituenti che contengono il benzene:


● benzene
● Toluene: se c’è un gruppo metilico
● Fenile: se il sostituente è un anello aromatico
● Benzile: quando c’è un CH2 in mezzo

Sostituenti (attivanti o disattivanti a seconda che aumentino o diminuiscano la velocità della reazione)

Se al benzene è già legato un sostituente, questo può o aiutare un altro sostituente a legarsi con la molecola oppure inibire la
seconda sostituzione
● attivanti (come se rendessero la molecola più reattiva)
NH2 → gruppo amminico, OH, OCH3, CH3 → metile, CH2CH3 → etile
● disattivanti
NO2, CHO, COOH, SO3H, alogeni

Molte molecole presentano più anelli benzenici, esempi tipici:


● difenile → i due anelli benzenici sono concatenati: esiste un legame tra il carbonio di un
benzene e il carbonio di un altro benzene
Viene utilizzato per trattare gli agrumi, in modo tale da renderli resistenti agli attacchi delle muffe e di
parassiti in generale (odore particolare)
● Naftalene → i due anelli benzenici sono condensati (attaccati): hanno in comune due atomi di
carbonio
Naftalina, utilizzata come antitarmico, sublima (passaggio diretto da stato solido a stato aeriforme)

La differenza è quindi che nella prima molecola si ha un legame tra il carbonio di un anello e il carbonio dell’altro anello,
mentre nella seconda molecola i due anelli condividono due atomi di carbonio
Gli ormoni (testosterone, progesterone, cortisone) sono sostanze contenenti più anelli benzenici

Isomeria Ottica
Gli isomeri ottici sono molecole con stessa formula bruta ma non sovrapponibili, una è
l’immagine speculare dell’altra: diversa formula di struttura, disposti in maniera diversa nello spazio.
Gli isomeri ottici differiscono tra loro per le proprietà chimico-fisiche, e per la diversa attività ottica,
perché sono composti otticamente attivi.
Una molecola avrà isomeria ottica (e quindi avrà un comportamento ottico) nel caso in cui abbia un carbonio
asimmetrico (carbonio chirale), ovvero legato a quattro sostituenti differenti tra loro, in questo caso:
● l’atomo di carbonio prende il nome di stereocentro
● La molecola è chirale: ciò significa che posso avere due isomeri, uno l’immagine speculare dell’altro

Isomeria “ottica” in quanto i due isomeri, detti enantiomeri (o chirali), ruotano in maniera diversa il piano della luce
polarizzata:
La luce che si propaga in tutte le direzioni, se fatta passare attraverso un polarizzatore costituito da una fessura, essa uscirà in
un piano → se la fessura è posta in verticale allora uscirà un fascio di luce verticale, se la fessura è obliqua allora uscirà un
fascio di luce obliquo

I due enantiomeri (ovvero i due isomeri ottici) ruotano uno verso destra e uno verso sinistra il piano della luce polarizzata,
quindi:
● facendo passare un fascio di luce attraverso un polarizzatore con fessura verticale davanti alla quale è posto un
contenitore con un composto levogiro (quindi contenente uno dei due enantiomeri), il fascio di luce uscente sarà
deviato verso sinistra
● facendo passare un fascio di luce attraverso un polarizzatore con fessura verticale davanti alla quale è posto un
contenitore con un composto destrogiro (quindi contenente uno dei due enantiomeri), il fascio di luce uscente sarà
deviato verso destra

Questa proprietà degli enantiomeri è fondamentale per quanto riguarda la biochimica: nelle cellule, per quanto riguarda
alcune sostanze, gli enzimi lavorano solo con l’enantiomero destrogiro e non con il levogiro o viceversa (ex. gli amminoacidi
che costituiscono le proteine, sono tutti levogiri)

Due sostanze diverse entrambe levogire (o entrambe destrogire) possono essere distinte tra di loro in quanto ognuna devia il
fascio di luce di un angolo preciso
In caso di miscuglio di due enantiomeri della stessa sostanza:
● l’angolo di rotazione si annullerà (quindi il fascio di luce non verrà deviato), se i due enantiomeri si trovano in stessa
quantità

Enantiomero destrogiro → si può indicare con +, d (destrogiro), R (dal latino rectus)


Enantiomero levogiro → si può indicare con -, l (levogiro), S (dal latino sinistra)

Alcoli
Gruppo funzionale -OH → gruppo ossidrilico
Formula generale tipica R - OH (dove R è un qualsiasi radicale alchilico) → metile, etile...
Suffisso -olo
Gli alcoli possono essere distinti a seconda che l’atomo di carbonio a cui è legato l’ossidrile OH sia legato a 1,2 o 3 altri atomi
di carbonio:
alcoli primari alcoli secondari alcoli terziari

(alcoli primari più polari degli alcoli secondari a loro volta più polari degli alcoli terziari)

Nomenclatura
Numerare la catena carboniosa più lunga contenente -OH in modo tale che il carbonio legato all’ossidrile abbia il numero più
basso possibile
Il numero andrà messo:
● o davanti al nome dell’alcol → es. 2-propanolo
● o inserito tra la radice e la desinenza (-olo) → es. propan-2-olo

Quest’ultima regola di nomenclatura è obbligatoria nel caso in cui sia presente un legame multiplo: in
questo caso la posizione del legame multiplo andrà posta davanti al nome dell’alcol → es. 3-buten-2-olo

Per nominare gli alcoli è anche possibile accostare al nome alcol il nome del radicale alchilico (quindi del gruppo al quale è
legato -OH)

Gli alcoli possono contenere anche più di un gruppo ossidrile, in tal caso si parla di:
● dioli (alcoli bivalenti)
● trioli (alcoli trivalenti)
● polioli (alcoli polivalenti)

Es. 1,2,3-propantriolo

Metanolo / alcol metilico

Etanolo / alcol etilico

Propanolo / alcol propilico


2-propanolo / propan-2-olo

Butanolo/alcol butilico

Possibile l’isomeria di posizione del gruppo funzionale

Alcoli principali
Metanolo o alcol metilico
CH3OH
● Liquido incolore con odore caratteristico e gradevole
● Impiegato come solvente e carburante
● Molto velenoso (15ml → cecità, 100ml → morte)
Etanolo o alcol etilico
CH3-CH2OH
● Liquido incolore con odore caratteristico e gradevole
● Bolle a 78,3°C
● Grande importanza alimentare
Glicerina o glicerolo (poliolo)
1,2,3-propantriolo
CH2OH-CHOH-CH2OH
● Liquido incolore molto viscoso
● Sostanza completamente solubile in acqua (tre gruppi -OH)
● Sostanza non tossica (presente in molti alimenti)
● Utilizzato per la pelle nei disinfettanti e nelle creme per contrastare la secchezza (es. l’alcol nei disinfettanti tende a
seccare molto, rimuovendo il film lipidico che riveste la pelle)

Proprietà fisiche alcoli


● polari → polarità deriva dalla forte elettronegatività dell’ossigeno: l'atomo di ossigeno attira a sé gli elettroni di
legami, acquistando una parziale carica negativa
Solubili in acqua grazie alla presenza del gruppo ossidrile -OH
➢ Massima solubilità per alcoli a catena corta: solubilità tende a diminuire all’aumentare del numero degli atomi di
carbonio
La polarità è presente negli alcoli a catena corta in quanto hanno pochi atomi di carbonio: in questo caso il gruppo
-OH va a costituire una parte importante della molecola, mentre perde di importanza in una catena molto lunga
(Negli alcoli a catena lunga si ha invece una prevalenza di atomi di carbonio e idrogeno: il gruppo -OH rappresenta una
piccola parte della molecola → la molecola risulta quindi poco polare in quanto la polarità viene smorzata per effetto
induttivo)

● Stato fisico:
➢ Gli alcoli a catena corta sono liquidi
➢ Gli alcoli a catena lunga sono solidi
● Punti di ebollizione più elevati rispetto ai corrispondenti idrocarburi

Proprietà chimiche alcoli


Alcoli più reattivi rispetto ai corrispondenti alcani a causa della presenza del gruppo funzionale -OH e quindi maggiore
elettronegatività

Reazioni alcoli
● ossidazione
➢ Alcol primario → può essere ossidato ad aldeide o ad acido carbossilico:
→ da una prima ossidazione con perdita di idrogeno si avrà l’aldeide
→ da una seconda ossidazione con aggiunta di ossigeno si avrà l’acido carbossilico
➢ Alcol secondario → può essere ossidato a chetone
Nel vino si hanno ad esempio delle sostanze (solfiti) che si ossidano al posto dell’alcol: il vino naturale non trattato, se
esposto all’aria, diventa aceto in quanto l’alcol etilico si ossida (trasformandosi quindi in acido acetico)
● deidratazione (eliminazione di acqua)
Sottraendo idrogeno da un carbonio e -OH da un altro carbonio ottengo alchene + acqua

● alogenazione (sostituzione sul carbonio)


Sostituendo un alogeno a uno o più idrogeni

● esterificazione → per formare i grassi gli alcoli si legano con gli acidi carbossilici → formazione di composti che
prendono il nome di esteri (es. trigliceridi)

● con metalli (non spiegato)

Debole comportamento acido


considerando che l’ossigeno tende ad avere una maggiore elettronegatività e quindi ad attirare a sé gli elettroni di legame,
questi si concentrano sull’ossigeno:
● idrogeno con parziale carica positiva
● ossigeno con parziale carica negativa

L'idrogeno rompe il legame con l’ossigeno e si stacca, ottenendo:


Reazione acida in quanto si definiscono acide quelle sostanze che cedono ioni H+

Aldeidi
Gruppo funzionale -CHO → gruppo aldeidico
Scritto per facilità R-CHO ma in realtà

Derivano da deidrogenazione degli alcoli:


Avendo un alcol e sottraendo idrogeni otterremo un’aldeide

Gruppo aldeidico
Suffisso -ale

Nomenclatura
Per le aldeidi il gruppo carbonilico è sempre terminale e quindi la numerazione partirà sempre da questo.
Quando il gruppo aldeidico è legato a un anello, al nome del composto ciclico va addizionato il termine “carbaldeide”, per
esempio cicloesancarbaldeide.
Per nominare le aldeidi è anche possibile accostare al nome Aldeide il nome del radicale alchilico (quindi del gruppo al quale
è legato -CHO)

Metanale / formaldeide / aldeide metilica → HCHO


Metanale, detto anche aldeide fòrmica (l’acido che ne deriva prende il nome di acido formico)

● sostanza che le formiche specializzate nell’esplorazione del territorio producono per lasciare la traccia
● odore molto pungente

Formalina
● soluzione acquosa di formaldeide
● sostanza estremamente tossica
● impiegata nella conservazione dei tessuti → la formalina previene la decomposizione dei tessuti (decomposizione data
da agenti esterni come muffe, batteri, insetti,…)

Etanale / acetaldeide / aldeide etanalica → CH3-CHO

Propanale / Propionaldeide → CH3-CH2-CHO

Butanale → CH3-CH2-CH2-CHO

Proprietà fisiche aldeidi


● polari → solubili in acqua: solubilità data dalla presenza di -CO, ovvero del carbonile (gruppo
carbonilico)
Essendo l’ossigeno molto elettronegativo, acquisterà una parziale carica negativa, mentre il carbonio
acquisterà una parziale carica positiva.
In generale:
Aldeidi a catena corta → solubili
Aldeidi a catena lunga → poco solubili: mano a mano che la catena carboniosa si allunga, la molecola perde infatti di
polarità → le cariche elettriche vengono smorzate per effetto induttivo dagli altri atomi di carbonio

● punti di ebollizioni e di fusioni:


➢ elevato per aldeidi piccole → le aldeidi piccole hanno infatti una prevalenza del gruppo aldeidico -CO polare:
formano quindi legami intermolecolari più forti
➢ più basso per le aldeidi grandi → tra le aldeidi con catene carboniose più lunghe aumentano le forze di London ma
diminuiscono le forze dipolo-dipolo più forti
● odore particolare (che va da molto piacevole, piacevole, spiacevole, irritante)
➢ molte sostanze impiegate nei profumi e che si trovano nei fiori sono aldeidi
➢ molti ormoni sessuali negli animali sono a base di aldeidi (odori per attirare i partner)
➢ In generale:
Aldeidi a catena corta → odore sgradevole e pungente
Aldeidi a catena lunga → odore piacevole (ricorda quello dei fiori e della frutta)

Reazioni aldeidi
● idrogenazione
tra i due idrogeni il legame è covalente puro → quando si spezza si
formano due radicali identici: un idrogeno tenderà a legarsi con l’ossigeno
→ formazione del gruppo -COH
Sull’atomo di carbonio rimarrà un elettrone spaiato → formazione di un
nuovo radicale
A questo punto l’altro idrogeno si legherà all’atomo di carbonio →
formazione di un alcol

● Ossidazione
Formazione acido carbossilico

Aldeidi presenti in biochimica:


➢ gli zuccheri possono essere aldeidici o chetonici (es. glucosio è aldeidico, il fruttosio è chetonico)
➢ glicolisi, ciclo di Krebs, catena respiratoria

Chetoni
Derivano per deidrogenazione da un alcol secondario (ossidrile legato
a un carbonio secondario):
Quando gli idrogeni si slegano, si ha la formazione di un doppio legame
tra carbonio e ossigeno

Gruppo funzionale -C=O → gruppo carbonilico (legato a due carboni,


mentre nelle aldeidi il gruppo carbonilico era legato a un idrogeno e a un altro atomo di carbonio
Il più piccolo chetone deve avere per forza 3 atomi di carbonio

Suffisso -one

Nomenclatura
Numerare la catena carboniosa partendo dall’estremità più vicina al gruppo carbonilico.
Il numero del carbonio andrà posto:
● davanti al nome del chetone se non si hanno legami multipli → es.
CH3-CH2-CH2-CO-CH3 → 2-pentanone

● Inserito tra la radice e la desinenza (-one) nel caso in cui sia presente un legame multiplo: in
questo caso la posizione del legame multiplo andrà posta davanti al nome del chetone → es.
CH2=CH-CH2-CO-CH3 → 4-penten-2-one
CH3-CO-CH3 → Dimetilchetone / acetone / propanone

Febbre molto alta (soprattutto nei bambini) e stato di digiuno → attivazione di meccanismi alternativi di metabolismo per
produzione energia → acetone, formazione di corpi chetonici dannosi per il cervello

CH3-CH2-CO-CH3 → Etilmetilchetone / butanone


Proprietà fisiche chetoni
● polari (ma meno degli aldeidi in quanto più atomi di carbonio che per effetto induttivo vanno a smorzare le parziali
cariche negativa e positiva del carbonio e dell’ossigeno del carbonile) → bassa solubilità in acqua
In generale:
- Chetoni inferiori (fino a 5 atomi di carbonio) → solubili (odore piacevole e rinfrescante)
- Chetoni intermedi (da 5 a 12 atomi di carbonio) → poco solubili (da odore piacevole a odore di rancido)
- Chetoni superiori → solidi (inodori)

● punti di ebollizione e fusioni non alti → chetoni tendono ad essere molto volatili

Reazioni chetoni
● Idrogenazione
formazione di un alcol secondario

Acidi carbossilici
derivano dall’ossidazione di un alcol → da una seconda ossidazione con aggiunta di ossigeno si avrà
l’acido carbossilico

Possiedono un gruppo funzionale complesso, il gruppo carbossilico, che comprende un carbonile e un ossidrile.

Avendo tutti questi atomi di ossigeno, fortemente elettronegativi, il gruppo carbossilico risulta essere fortemente polare → i
due ossigeni legati al carbonio (attraverso un doppio legame) e all’idrogeno (mediante un legame semplice), essendo molto
più elettronegativi dei rispettivi atomi ai quali sono legati, attirano verso di loro gli elettroni di legame acquistando una
parziale carica negativa.
● l’idrogeno del gruppo ossidrile acquisterà una parziale carica positiva
● il carbonio del carbonile acquisterà una parziale carica positiva solo nel momento in cui si romperà qualche
legame
Gli acidi carbossilici saranno per questo più polari degli alcoli, delle aldeidi, dei chetoni e di tutti gli idrocarburi in generale
➔ Massimo grado di polarità (molecole più polari in assoluto)

Proprietà fisiche acidi carbossilici


● Elevata polarità → elevata solubilità in acqua
● Punti di ebollizione e fusione elevati → a temperatura ambiente tendono ad essere liquidi o solidi
➔ essendo così polari a causa del gruppo carbossilico, formano numerosi legami intermolecolari

Nomenclatura
HCOOH → Acido metanoico / acido formico
● 1 solo atomo di carbonio (metanoico)
● nome comune acido formico in quanto depositato dalle formiche lungo il loro percorso:
attraverso l’odore molto pungente, guida il resto delle formiche in esplorazione)

CH3COOH → Acido etanoico / acido acetico


● 2 atomi di carbonio (etanoico)
● nome comune acido acetico: presente nell’aceto, che deriva dall’ossidazione degli alcoli
CH3CH2COOH → acido propanoico (o propionico)
CH3CH2CH2COOH → acido butanoico (o butirrico)

CH3(CH2)3COOH → acido pentanoico (o valerico o valerianico)

Nel caso in cui nella catena siano presenti dei gruppi sostituenti o legami multipli (nomenclatura importante per quanto
riguarda la biochimica: es. acidi grassi come trigliceridi e fosfolipidi sono acidi carbossilici con catena lunga (da 12 a 20 atomi
di carbonio)) si ha una differenza nella nomenclatura in base al fatto che si voglia nominare l’acido con la nomenclatura iupac
o tradizionale:
● iupac → Numerare la catena carboniosa partendo dal carbonio del gruppo funzionale
esempio:
➢ Acido 3-idrossipentanoico

● tradizionale → Numerare la catena carboniosa utilizzando l’alfabeto greco e partendo dal carbonio vicino a quello del
gruppo funzionale (che non viene quindi “numerato”): il carbonio vicino al carbonio del gruppo carbossilico sarà il
carbonio alfa
esempi:
➢ Acido ∝-chetobutirrico: sul carbonio accanto al carbonio del gruppo funzionale è presente un gruppo
chetonico
➢ Acido β-idrossipentanoico: sul carbonio beta è presente un gruppo ossidrile (in questo caso la molecola non
può essere considerata un alcol: il gruppo -OH è il gruppo sostituente e non il gruppo funzionale mentre il
gruppo carbossilico -COOH che comanda è il gruppo funzionale e non il gruppo sostituente)

In presenza di legami multipli, questi vengono indicati con la virgola e il numero del carbonio del legame multiplo:

Particolarità della molecola è la sua struttura: essa non è lineare (può assumere posizione
cis- o trans-), occupa più spazio rispetto a un acido eptanoico lineare:
● un acido saturo senza doppi legami ha punti di fusione e ebollizione più alti: a
temperatura ambiente potrebbero essere solidi
● un acido insaturo con doppi legami, le molecole formano meno legami intermolecolari e
si trovano più distanziate tra loro: punti di fusione ed ebollizione più bassi → a
temperatura ambiente potrebbero essere liquidi

Esempi
➢ olio di oliva che contiene acido linoleico e oleico (acidi grassi salutari)

(formula topologica → si rappresentano le molecole con una linea spezzata


in cui ogni vertice rappresenta un atomo di carbonio)
● Acido grasso
● 18 atomi di carbonio
● monoinsaturo (ha un solo doppio legame nel carbonio 9, omega-9)
Acidi grassi insaturi molto salutari, soprattutto l’acido oleico
Più la molecola è lunga, minore sarà l’effetto acido con prevalenza della catena apolare e più grasso sarà l’acido → gli
acidi grassi sono infatti quelli tra i 12 e i 20 atomi di carbonio

➢ Acido capronico (nel latte di capra)


● 6 atomi di carbonio
Salutare: più grasso rispetto al latte vaccino normalmente consumato ma con meno proteine allergizzanti e con meno
lattosio → chi ha problemi di intolleranza al latte di mucca può assumere latte di capra
Il nome dell’acido non sarà ad esempio acido etanoico ma acido etenoico (da alchene) o acido propenoico o acido
butenoico
Acido benzoico → quando un idrogeno del benzene è sostituito con l’acido carbossilico

Proprietà chimiche (reazioni) acidi carbossilici


Essendo molto polari sono solubili in acqua se a catena corta: nelle molecole a catena lunga infatti, per effetto induttivo, la
polarità viene smorzata
● Riduzione (sottrazione di ossigeno): -O2 → aldeide
● reazioni acido-base
➢ acidi deboli: a differenza degli atomi forti che hanno la costante acida piuttosto alta (>1, dove 1 è il valore limite
della costante di equilibrio, equilibrio di un acido che cede H+ a una base → l’acido diventa la sua base coniugata
mentre la base diventa il suo acido coniugato: è un equilibrio tranne che per gli acidi forti), hanno una costante
acida bassa
➔ la costante di equilibrio è il rapporto tra la concentrazione molare dei prodotti e la concentrazione molare dei
reagenti
● se i prodotti sono abbondanti ( → acido forte), e quindi l’equilibrio è spostato verso destra, la
costante sarà maggiore di 1

● se i prodotti non sono abbondanti ( → acido debole), e quindi l’equilibrio è spostato verso sinistra,
la costante sarà minore di 1 (in quanto prevale l’acido non dissociato)
➔ l’acido acetico o l’acido citrico sono ad esempio commestibili in quanto acidi deboli: non
corrodono le pareti del tratto digerente
Gli acidi organici sono tendenzialmente acidi deboli
➢ rezione non molto forte (equilibrio abbastanza spostato verso
sinistra)

Ione carbossilato
L’olio d’oliva può risultare più o meno acido in base alla presenza più
o meno abbondante di acido oleico sotto forma di acidi grassi liberi (FFA)

● esterificazione (importante anche in biochimica) → reazione tra un acido e un alcol


Viene eliminata una molecola d’acqua:
➔ nonostante si possa pensare che l’acido, in quanto tale, ceda H+ mentre l’alcol il gruppo -OH, avviene invece il
contrario → nel meccanismo di reazione è infatti l’ossidrile dell’acido ad essere eliminato insieme all’idrogeno
dell’alcol
➔ il prodotto sarà un estere (biochimica: i fosfolipidi, i trigliceridi e in generale moltissime molecole legate al
metabolismo cellulare sono esteri): legato a due gruppi costituiti da uno o più atomi di carbonio
➢ al posto dell’atomo di carbonio legato all’ossigeno potrebbe essere presente un atomo di fosforo → dove
c’è il gruppo -OH, potrebbe esserci uno ione fosfato o un acido fosforico → in questo caso si avrà la
formazione di fosfolipidi o esteri fosforici o alcuni precursori dei fosfolipidi come fosfatidilcolina,
fosfatidiletanolamina

Gruppo funzionale esteri

Eteri
Presentano un ossigeno in mezzo a due atomi di carbonio
Si possono avere:
● etere metilico
● etere etilico
● etere metiletilico
In base a quello che sono R e R1
E’ possibile avere anche un anello benzenico

Impieghi degli eteri:


➢ il dietil etere era impiegato come anestetico durante gli interventi chirurgici
➢ l’etere di petrolio, che deriva dalla distillazione del petrolio, viene utilizzato come solvente
➢ etere per la benzina senza piombo
➔ Una volta la benzina aveva come antidetonante il piombo tetraetile (ovvero un atomo di
piombo legato a quattro etili → nell’ambiente veniva rilasciato piombo, metallo pesante che
veniva poi consumato nell’alimentazione)
● al posto del piombo tetraetile viene oggi utilizzato come antidetonante un etere:
Metil terz-butil etere (MTBE)
Ossigeno in mezzo a un metile e altri quattro atomi di carbonio

Ossidazione:
● aggiunta di ossigeno
● sottrazione di idrogeno (deidrogenazione)
● aumento numero di ossidazione
● scambio di elettroni: nell’ossidazione gli elettroni si perdono

Esteri

Gli esteri si ottengono per reazione tra un acido e un alcol


● Dall’acido si slega il gruppo -OH (in generale nelle reazioni, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, tendono a
sostituire tutto il gruppo -OH) e rimane il gruppo acilico -RCO
● Dall’alcol si slega l’idrogeno del gruppo -OH
➔ formazione di un estere con eliminazione di una molecola d’acqua
➢ -RCO deriva dall’acido
➢ -OR’ deriva dall’alcol

La reazione inversa (esiste infatti un equilibrio nella reazione, è una reazione reversibile) è detta idrolisi → reazione che
avviene nei polimeri:
➔ Volendo spezzare una molecola grande, occorre mano a mano aggiungere acqua → nella maggior parte dei casi,
quando tra due molecole piccole organiche se ne forma una grande, viene infatti eliminata acqua: al contrario, per
spezzarla, bisogna quindi aggiungere acqua

Gli esteri si suddividono in:


● cere
Formate da un acido carbossilico e un alcol entrambi a lunga catena
es.
CH3(CH2)14-COO-(CH2)29CH3 → cera d’api o palmitato di miricile
➢ acido carbossilico: 16 atomi di carbonio → acido palmitico: la
cera derivante è infatti un palmitato
➢ alcol: 30 atomi di carbonio
● grassi
● oli
Molto importanti in biochimica
Grassi e oli sono esteri del glicerolo (1,2,3-propantriolo), ovvero trigliceridi
→ il glicerolo o glicerina possiede 3 gruppi ossidrili -OH e può quindi legarsi attraverso legami estere con 3 acidi
carbossilici a lunga catena, ovvero acidi grassi (da 12 a 20 atomi di carbonio) sia saturi che insaturi
I trigliceridi possono essere quindi:
➢ saturi → acidi grassi senza doppi legami
➔ minore distanziamento tra le molecole (più impacchettate)
→ più legami intermolecolari
● solidi a temperatura ambiente → grassi
➢ insaturi → acidi grassi con legami doppi
➔ maggiore distanziamento tra le molecole (meno impacchettate) → meno legami
intermolecolari
● liquidi a temperatura ambiente → oli
Es. → I trigliceridi che che formano l’olio di oliva sono esteri tra glicerolo e alcuni acidi grassi tra cui l’acido oleico e l’acido
linoleico

Nomenclatura esteri
Prende il nome dall’acido corrispondente
Acido propanoico + alcol etilico → propanoato di etile
Acido butanoico + alcol propilico → butirrato di propile

Saponi
Si hanno quando un trigliceride viene trattato a caldo con
acqua e:
● Idrossido di sodio (soda caustica, estremamente
pericolosa, basica: con acqua reazione fortemente
esotermica), NaOH, oppure

● Idrossido di potassio (potassa), KOH


➔ saponificazione, processo abbastanza lungo

Sapone = sale di sodio o di potassio di un acido grasso

Proprietà saponi
Riesce a rimuovere lo sporco grasso:
● R è una catena lunga detta coda che è apolare, idrofobica, come il grasso
● COO-Na+ è la piccola porzione polare detta testa, idrofila
Il grasso non può essere rimosso solo con acqua
Il sapone invece, sotto forma di micelle:
➢ con la sua porzione lunga apolare (code idrofobiche) si lega al grasso
➢ con la sua porzione piccola polare (testa idrofila) sta a contatto con
l’acqua
➔ lo sporco grasso viene quindi sciolto in acqua tramite il sapone, che
con le sue micelle riesce a catturarlo (solitamente le micelle
biologiche sono formate da fosfolipidi)

Ammidi
Presenti nelle proteine
Derivano dalla reazione tra acido carbossilico e ammoniaca
(reazione acido-base) → l’ammide derivante è quindi costituita da un
gruppo acilico -RCO e un gruppo amminico -NH2

Nella reazione viene eliminata una molecola d’acqua (eliminazione di


un ossidrile dall’acido e di un idrogeno dall’ammoniaca)
Gruppo ammidico → importante in quanto presente nelle proteine (polimeri)

Vengono classificate in
● ammidi primarie → gli idrogeni del gruppo ammidico non sono sostituiti
➢ R-CO-NH2

● ammidi secondarie → un idrogeno del gruppo ammidico è sostituito da un gruppo alchilico


➢ R-CO-NHR’

● ammidi terziarie → entrambi gli idrogeni del gruppo ammidico sono sostituiti da un gruppo alchilico
➢ R-CO-NR’R’’

Nomenclatura ammidi
Suffisso -ammide al nome dell’acido carbossilico corrispondente
H-CO-NH2 → metanammide (da acido metanoico) / formammide (da acido formico)
CH3-CO-NH2 → etanammide (da acido etanoico) / acetammide (da acido acetico)
CH3-CH2-CO-NH2 → propanammide (da acido propanoico) / propionammide (da acido propionico)

A differenza delle ammine, nelle ammidi è presente il gruppo carbonile

Ammine
Derivano dall’ammoniaca (NH3) per sostituzione di uno, due o tutti gli atomi di idrogeno con altrettanti gruppi alchilici
Gruppo funzionale → gruppo amminico -NH2

Vengono classificate in:


● ammine primarie → un idrogeno dell’azoto è sostituito da un gruppo alchilico
➢ si possono legare agli acidi per formare le ammidi

● ammine secondarie → 2 idrogeni dell'azoto sono sostituiti da 2 gruppi alchilici


➢ si possono legare agli acidi per formare le ammidi

● ammine terziarie → tutti e 3 gli idrogeni dell’azoto sono sostituiti da 3 gruppi alchilici
➢ non si possono legare agli acidi per formare le ammidi

Proprietà fisiche ammine


● Polari
L’atomo di azoto delle ammine ha un doppietto elettronico che rende le molecole polari
→ solubili in acqua (se con pochi atomi di carbonio)
→ sostanza basica in quanto hanno doppietto elettronico libero che attira ione H+ (più basica la primaria → quella che ha il
doppietto elettronico più disponibile: per effetto induttivo il doppietto elettronico è più disponibile negli atomi di azoto
con più idrogeni e meno atomi di carbonio)
● Punti di ebollizione molto vari, a seconda dei gruppi alchilici ai quali sono legati

Nomenclatura ammine
Si nominano i gruppi alchilici legati all'azoto con la desinenza -ammina

Metilammina Dietilammina Etildimetilammina

Ammine aromatiche

Anilina (colori all’anilina si sciolgono in acqua: il benzene è apolare ma il gruppo amminico è polare e forma
legami a idrogeno con l’acqua)
o-toluidina

Polimeri
Polimeri presenti in grandi quantità nella vita quotidiana, ad esempio:
● carta → cellulosa → polimeri,
● pasta → amido → polimeri,
● carne → proteine → polimeri,
● plastica → polietilene → polimeri
● gomma → polimeri i cui monomeri costituenti sono l’isoprene
● DNA (acido desossiribonucleico) e RNA (acido ribonucleico) → polimeri i cui monomeri sono i nucleotidi
Polimeri → Molecole ad alta massa molecolare formate da lunghe catene di monomeri
Derivano dagli alcheni → in presenza di opportuni catalizzatori si uniscono tramite reazioni che coinvolgono i doppi legami
Es.
Polietilene → quando il monomero (etilene/etene) è riscaldato a una pressione di 1000 atm, in presenza di un opportuno
iniziatore comincia a polimerizzare
➔ occorre una specie chimica che possa dare l’avvio alla reazione → come nella sintesi proteica che avviene nei ribosomi,
in cui la sintesi può avere avvio grazie al primo aminoacido che inizia la catena, metionina (codificato dal codone di
inizio AUG)

Polimerizzazione per addizione


Il polimero si forma per addizione tra radicali
1. Inizio della catena → l’iniziatore si lega a un monomero, separando una coppietta elettronica del legame pigreco e la
formazione di un radicale carbonio con un elettrone spaiato

2. Propagazione della catena → il radicale si addiziona a un'altra unità monomerica: processo che può ripetersi migliaia di
volte

3. Terminazione della catena → la catena si chiude per esempio per accoppiamento di due radicali

Catene
● Lineari → lunghe catene di monomeri prive di ramificazione
➔ polimeri molto resistenti
➔ con opportuni catalizzatori è possibile ottenere quasi solo catene lineari (metodo introdotto dai chimici Ziegler e
Natta)
● Ramificate → nelle catene (trattandosi di alcheni) si possono formare delle piccole ramificazioni alle quali si andranno
ad addizionare altri monomeri, con conseguente formazione di una lunga catena ramificata
➔ scarse capacità meccaniche
es.
Nell’amido si hanno due tipologie di polimeri, uno ramificato e uno lineare. a seconda del fatto che si formino o meno queste
ramificazioni

Polimerizzazione per condensazione


Il polimero si forma per eliminazione di una piccola molecola (H2O, H2 o HCl) soprattutto di una molecola d’acqua →
l’eliminazione di una molecola di acqua permette infatti in generale il legame tra due molecole
Es.
PET (polietilentereftalato) → polimero per condensazione molto diffuso (per bottiglie di plastica)
● poli-
● -etilen- → deriva dall’etilene
● -tereftalato → si ottiene infatti dalla reazione dell’acido tereftalico (ha un anello benzenico e due gruppi carbossilici
-COOH in posizione para uno rispetto all’altro) con il glicole etilenico (ovvero l’etilene a cui sono stati aggiunti due
ossidrili, ovvero un alcol bivalente)
L’acido tereftalico e il glicole etilenico reagiscono, eliminano una molecola d’acqua e formano un legame estere (essendo una
reazione tra acido e alcol) → il processo si ripete fino alla formazione del polimero finale

Poliestere → alla base di molti tessuti

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