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KANT

Vita

-Immanuel Kant fu il più importante esponente dell’Illuminismo tedesco.

- A lui si deve il famoso motto sapere aude, ovvero: abbi il coraggio di sapere.

-Kant era molto affascinato dal metodo di ricerca di Newton, non a caso viene considerato come
un uomo molto preciso e metodico.

-Da illuminista, il suo obiettivo era quello di eliminare tutte le false credenze con il lume della
ragione.

-Egli passò alla storia come un “criticista” perché rifiutava le correnti filosofiche della sua epoca
ossia l’empirismo e il razionalismo.

- La parola criticismo deriva dal greco “seperare”:

● Kant da un lato analizza la filosofia, dall’altro lato la giudica, sottoponendo al tribunale


della ragione, la ragione stessa.

-La sua filosofia parte dall’analisi delle filosofie precedenti, è un’attività di continua ricerca che
ruota attorno a 3 domande:

● Cosa posso conoscere?


● Cosa posso fare?
● Cosa mi è lecito sperare?

-Egli risponde a queste domande scrivendo 3 critiche:

● La critica della ragione pura.


● La critica della ragione pratica.
● La critica del giudizio estetico.
1. CRITICA DELLA RAGIONE PURA

- Attraverso la critica della ragione pure, Kant vuole dare una risposta alla domanda:
● Cosa posso conoscere?

- Per poter rispondere a questa domanda Kant, parte dall’analisi delle filosofie precedenti che
avevano risposto già a questa tipologia di domanda.

- In particolare egli analizza: il razionalismo di Cartesio e l’empirismo di Locke.

- Analizzando, le risposte date dai 2 filosofi non lo soddisfacevano abbastanza, poiché:

● Il razionalismo: pur fornendo delle risposte universali e necessarie era fin


troppo dogmatico, dunque mancava di esperienza.

● L’empirismo: forniva risposte basate sull'esperienza, ma mancava dell'aspetto


universale. (Ciò significava che basandosi solo sull’esperienza si rischiava di
arrivare a conclusioni soggettive e non universali).

- L'obiettivo di Kant era dunque, quello di trovare una filosofia universale e necessaria fondata
sull'equilibrio dato tra l'empirismo e il razionalismo.

- Tutto ciò era possibile solamente attraverso la ricerca dell’aspetto migliore di entrambe, per
evitare da un lato di sostenere il dogmatismo e dall’altro il soggettivismo.

- Durante la sua ricerca egli fa un famosissimo esempio, quello della colomba:

● La colomba si alza in volo e avverte che l'aria è un limite e si illude che


senza di essa potrebbe volare meglio. Ma se togliesse l'aria, la colomba
non potrebbe volare, perché cadrebbe nel vuoto.

● La colomba non è altro che metafora della conoscenza, che allontanandosi


dal mondo sensibile, si, potrebbe spaziare e andare lontano, ma in realtà
sarebbe solamente una conoscenza di tipo razionale e dogmatica, priva di
esperienza.

- In realtà Platone, aveva inventato il mondo delle idee, per uscire dai limiti dati dall’esperienza.
All'interno di questo mondo tutto era perfetto, ma effettivamente questo aveva un problema,
ovvero il fatto che non era basato sull’esperienza.

-Dunque, si arriva alla conclusione che la ragione non può mancare di esperienza e deve essere
universale e necessaria.

-Ed è qui che entra in gioco la rivoluzione copernicana di Kant.


La rivoluzione copernicana di Kant

- La rivoluzione copernicana di Kant, consiste nel cambiare il punto di vista.

- Kant, prende spunto dalla rivoluzione di Copernico:


prima si riteneva che la terra si trovasse al centro dell’universo con il sole che le girava
intorno ad essa e dal momento in cui Copernico porta avanti la sua rivoluzione, cambia il punto di
vista: passando dal sistema geocentrico al sistema eliocentrico.

-Allo stesso modo, Kant farà in filosofia una rivoluzione, cambiando il punto di vista fino a quel
momento adottato dai filosofi precedenti.

Fino a quel momento: la filosofia sosteneva che il mondo fosse una realtà già data, oggettiva, uguale
per tutti e che la conoscenza arrivasse al soggetto così com’è. Un rapporto: oggetto-soggetto.

Kant: cambia il rapporto a soggetto-oggetto, affermando che ciò che noi possiamo conoscere
dipende dal soggetto che conosce, non dalla realtà già data, come si credeva in passato.

Esempio:
● È come se il soggetto si comportasse come chi indossa un paio di occhiali rossi:
Se io indossassi un paio di lenti rosse, vedrei tutto il mondo colorato di rosso, ma ciò non
significa che il mondo è rosso, ma solo IO lo vedo rosso.
Inoltre, se io non sapessi di stare indossando gli occhiali rossi, crederei che quello che vedo
è l’unica realtà esistente.

Ciò significa che:


● Il modo in cui vedo la realtà dipende da ME.
● La realtà esterna non cambia.
● Ciò che io posso conoscere dipende dal mio sistema di conoscenza.
● Il soggetto diventa più importante poiché è ciò che determina cosa si può conoscere.

- In teoria, però, ci potrebbe essere un’altra realtà che io non riesco a conoscere, per esempio il
paranormale, che io non posso conoscere poiché il mio sistema di conoscenza non mi
permette di verificare l’esistenza di un fantasma.

- Kant allora si domanda cosa il soggetto può conoscere: valutando le facoltà della ragione,
bisogna capire quali sono i limiti della nostra ragione, quindi quando è legittimo utilizzare la
nostra ragione e quando no (sia in senso positivo che in senso negativo).
I giudizi

- Kant analizzando il nostro modo di conoscere, afferma che è possibile conoscere attraverso i
giudizi, ovvero: mettendo insieme un soggetto e un predicato. Esempio: Giulio gioca.

I giudizi, secondo Kant, possono essere di 3 tipi:

● Giudizi analitici a priori: sono universali, non dipendono dall’esperienza e non aggiungono
nessuna informazione nuova al soggetto in quanto sono conoscenze
a priori (prima dell’esperienza).

Esempio:
Il triangolo ha 3 angoli: non sto dando un’informazione nuova perché
è già inclusa nella parola triangolo il fatto che
deve possedere 3 angoli, altrimenti non
sarebbe un triangolo.

● Giudizi sintetici a posteriori: non sono universali, in quanto dipendono dall’esperienza.


Qui il predicato offre al soggetto una nuova informazione che
prima non c’era.
Offrono una sintesi che dipende dall’esperienza che faccio.

Esempio:
La pentola è calda: aggiungo un’informazione nuova al soggetto,
non universale, poiché dipende
dall’esperienza che ho fatto attraverso i miei
sensi.

● Giudizi sintetici a priori: sono la via di mezzo dei primi due giudizi, in quanto essi sono
universali (a priori) e aggiungono nuove informazioni (sintetici).

Esempio:
La matematica e la scienza: sono universali e ci forniscono nuove
informazioni.

- Kant si chiede quale sia il modo per conoscere i giudizi sensibili a priori e trova la soluzione
attraverso il concetto trascendentale, ovvero: un’attenta analisi delle condizioni a priori delle
conoscenze.

- L'obiettivo del filosofo era quello di rimanere entro i limiti dell’esperienza (come Platone o la
religione) cercando le conoscenze che ci permettono di conoscere.

-Egli dunque, analizza le nostre capacità conoscitive: la sensibilità e l’intelletto.


Sensibilità e intelletto

SENSIBILITA’

- La sensibilità viene spiegata attraverso l'estetica trascendentale.

- L’estetica trascendentale ha come obiettivo trovare le nostre possibilità di conoscenza


attraverso l’esperienza.

- Kant afferma che l’individuo possiede 2 condizioni a priori della conoscenza: spazio e tempo.

● Lo spazio: è la rappresentazione necessaria a priori a fondamento di tutte


le intenzioni esterne a me.
Lo spazio è il fondamento della geometria

● Il tempo: è la rappresentazione necessaria a priori dell’intuizione delle


cose esterne a me.
Il tempo è il fondamento dell'aritmetica.

- Kant fa anche un’altra distinzione fra il fenomeno e il noumeno.

● Il fenomeno: è ciò che ci appare dentro le forme a priori di spazio e tempo,


dunque tutto ciò che riesco a conoscere.
E’ reale e appare ai nostri sensi.

● Il noumeno: è “la cosa in sé”, io la posso pensare ma non conoscere in


quanto si trova fuori dal concetto a priori di spazio e tempo.

Lo stesso Gorgia afferma che “la cosa in sé" non esisteva


poiché non era come l’idea.
L’INTELLETTO

- L’intelletto viene spiegato attraverso l’analitica trascendentale.

- L’intelletto sintetizza tutte le informazioni sensoriali.

- Non è in contatto con la realtà ma con la sensibilità.

- Intelletto e sensibilità formano una coppia fondamentale, poiché:

● La sensibilità senza l’intelletto: darebbe delle informazioni prive di


significato.

● L'intelletto senza la sensibilità: non avrebbe nessun argomento.

-Kant ci dice che l’intelletto riesce a costituire i concetti puri tramite le categorie.

-Kant, non accetta le 10 categorie di Aristotele poiché non sono parte della sensibilità.

-Le 12 categorie di Kant sono raggruppate in 4 classi che sono:

1. Quantità.
2. Qualità.
3. Relazione.
4. Modalità.

- Attraverso le 4 classi è possibile istituire un giudizio.

- Per Kant, dunque la suprema unificazione del sapere (l’io penso) è data dall’unione tra
i dati sensibili e dei dati dell’intelletto.

-L’ “io penso” è paragonabile alla nostra mente che ci permette l’autocoscienza, è universale ed
è anche garanzia suprema della scienza.

-Kant attraverso il concetto di analitica trascendentale spiega anche che ciò che possiamo
conoscere della natura è solo il fenomeno, poiché il noumeno continua ad essere ciò che posso
pensare ma che non è dimostrabile, come ad esempio l’anima.

-L’anima è la totalità dei lati interiori e inconoscibili.


-Il mondo è la totalità dei beni esteriori.

-L’unione tra anima e mondo da vita ad un totalità assoluta: Dio (che è un noumeno, pensabile ma
non dimostrabile).
- Kant critica in oltre:

● L’idea di anima: poiché è composta da beni interiori in forma di sostanza.


● L’idea di mondo:
● L’idea di Dio: poiché afferma che l’errore sta nelle prove ontologiche tradizionali.

- Kant trova l’errore sulla dimostrazione dell’esistenza di Dio in S. Anzelmo:

● Kant dice che l’errore sta nel momento in cui S. Anzelmo passa dall’idea
all’esistenza.
● Afferma che pur ammettendo che Dio non esiste il suo valore non cambia.

Esempio: se io ho possiedo o no 100 talleri in tasca, il loro valore non


cambia.

-Dio, anima e mondo sono oggetti della ragione.


2. CRITICA DELLA RAGIONE PRATICA

- Nella critica della ragione pratica Kant cerca di rispondere alla domanda: Cosa devo fare?

-Qui si affronta il problema dell’etica.

-Kant ci dice che se entrassimo dentro noi stessi, troveremo una legge morale (proveniente dalla
ragione) che si fonda su 2 tipologie di imperativi:

1. L’ imperativo categorico: che è universale e non può essere messo in


discussione, quindi è valido per tutti e per sempre.
Esempio: NON RUBARE!

2. L’imperativo ipotetico: che è soggettivo e mette in dubbio in quanto vale


solamente per certi aspetti.
Esempio: IO NON VADO A RUBARE PERCHE’ HO PAURA.
(Dunque non è perché c’è una legge morale che me lo impone, ma solo perché ho paura).

- La legge morale, è autonoma e rappresenta la forma del dovere.


- L’ adesione dell’uomo alla legge morale non deve essere condizionata, ma bensì libera.

Lo stesso Kant disse: “Abbi il coraggio di essere libero e rispetta la libertà altrui”.

-Secondo Kant un’azione buona compiuta non per il dovere ma per il piacere o per uno scopo,
non ha alcun valore come azione morale.

-Questo perché la legge morale è il dovere per il dovere, ovvero: imperativo categorico.

Mentre per:

Platone: l’etica ha come fine il bene.


Aristotele: l’etica ha come fine il raggiungimento della felicità individuale.
Hobbes: l’etica ha come fine il raggiungimento del calcolo combinatorio.

- Per Kant è sbagliato dire che l’etica ha come fine la felicità, il bene o il calcolo combinatorio,
poiché deve essere universale e non è detto che l’uomo più segue la morale più è felice.

-La felicità per Kant non è garantita dall’azione morale.

● Dunque a cosa serve la legge morale se non mi garantisce la felicità?

● Kant afferma che la legge morale postula solamente l’esistenza di Dio.


Dio, infatti, pur essendo un noumeno rientra nella ragione pratica, poiché per dare senso
alla legge morale non può mancare della sua esistenza.

Quindi per essere felice: deve esistere Dio, una vita ultraterrena e l’anima dopo la morte deve vivere.
3. CRITICA DEL GIUDIZIO ESTETICO

- Nella critica del giudizio estetico, Kant parte dall’analisi del bello e del sublime.

● Bello: è un giudizio estetico e dunque di tipo disinteressato e contemplativo,


poiché riflette le caratteristiche già presenti nell’oggetto e dunque non sono io a
determinarlo.
Esso, inoltre, mi procura un sentimento di piacere che è in qualche modo
universale.

● Sublime: è il sentimento dell illimitato, non è solamente piacere ma offre ansia e


paura, questo perché noi essere umani siamo piccolissimi rispetto alla
maestosità.

- Il sublime secondo Kant, può essere:

● matematico: con il quale intendiamo la maestosità della natura.

● dinamico: con il quale si intende la potenza della natura, che provoca in noi un
sentimento quasi di piacevole orrore.

- Kant ci dice che noi esseri umani facciamo parte di questa natura e sentiamo:

“cielo stellato sopra di noi e legge morale dentro di noi”.

- Di conseguenza, guardando l’immensità del cielo stellato deve esistere per forza Dio; dunque
Dio si trova dentro di noi.

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