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Settima lezione: guida alla lettura

La stagione “individualista”, frutto della ribellione alla cultura patriarcale confuciana avviata dal
Movimento per la Nuova Cultura, non dura a lungo: dominante a cavallo fra gli anni Dieci e gli
anni Venti, l’individualismo romantico viene in larga parte contestato e abiurato meno di dieci anni
dopo. Perché?
Per osservare le alterne fortune di questo atteggiamento culturale solo all’apparenza
“occidentalizzato”, occorre da un lato capire le trasformazioni storiche degli anni Venti, in cui
assistiamo a una crescente politicizzazione della cultura, con un crescente richiamo degli
intellettuali e agli intellettuali per assumere atteggiamenti più militanti. Ciò avviene, in particolare,
con l’affermazione dell’ideologia marxista e di visioni della letteratura legate alla necessità di
portare avanti una rivoluzione sociale.
In questo contesto, è importante notare lo sforzo di alcuni scrittori e teorici letterari vicini al partito
comunista che dichiarano “superata” la rivoluzione letteraria (con il suo baihua occidentalizzato e i
suoi valori “piccolo-borghesi) e invocano i principi della “letteratura rivoluzionaria”, il cui scopo è
scrivere delle “masse” per rivolgersi alle masse al fine di rappresentarne le sofferenze e, soprattutto,
per guidarne la ribellione contro i loro oppressori, esterni (gli imperialisti) e interni (gli sfruttatori
delle classi dominanti). La letteratura, dicono i teorici della letteratura rivoluzionaria, deve essere
propaganda. Molte delle idee sulla letteratura rivoluzionaria, inizialmente abbastanza confuse,
confluiranno alle visioni letterarie che si imporranno (o meglio, verranno imposte) durante l’epoca
maoista.

Shanghai Spring 1930.


Questo racconto mostra la trasformazione di Ding Ling da scrittrice “piccolo-borghese (vedi il
Diario della Signorina Sofia) a scrittrice rivoluzionaria. La storia presenta tre personaggi, che
incarnano tre posizioni, sociali e letterarie diverse. Zibin è lo scrittore individualista e piccolo-
borghese del Quattro Maggio, che però è profondamente in crisi perché è stato superato dai tempi.
Ruoquan invece è un ex scrittore che si è dedicato alla rivoluzione. Meilin, fidanzata di Zibin, sta
nel mezzo, ed è una sorta di Nora a metà del guado: semi-emancipata, non sa cosa fare della propria
vita ed è alla ricerca di un senso. Non potendo ricevere un senso positivo grazie all’influenza di
Zibin, trova questo senso grazie all’aiuto di Ruoquan, che la porta in fabbrica dove quest’ultima
solidarizza con gli operai. Il racconto è un monito agli intellettuali, a cui dice che il modo risolvere
la propria crisi personale è avvicinarsi alle masse: l’incontro con gli operai, perciò, è mutuamente
edificante; visto che da un lato Meilin impara dalla coscienza politica degli operai, mentre gli operai
vogliono imparare dalle competenze letterarie di Meilin.
In che modo l’autrice impartisce la propria educazione ideologica? Come sono caratterizzati i
personaggi? In che modo la loro caratterizzazione serve a esplicitarne l’atteggiamento ideologico?

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