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LA PITTURA IN EPOCA MING: SCUOLA ZHE E DAI JIN

Studente:
Serena Barbato
MAT: MAA/00537

ANNO ACCADEMICO 2023-2024

LA DINASTIA MING

La dinastia Ming 明, che governò la Cina dal 1368 al 1644, si caratterizzò per un periodo
di notevole complessità politica, prosperità economica, trasformazioni sociali e fioritura
culturale. A causa della presenza di imperatori con leadership dispotica e debole, la corte
Ming fu teatro di lotte politiche interne e intrighi di palazzo (Capon, 1981: 14-15). Per
questo motivo il controllo sull’ideologia fu gradualmente allentato e alle arti fu dato
sempre più spazio per crescere. L’oscurità del governo imperiale fece sì che molti studiosi
diventassero politicamente disillusi e scoraggiati, così uno stile di vita indulgente
cominciò a diffondersi tra i letterati, molti dei quali decisero di ritirarsi dalla sfera politica,
rifugiandosi nel mondo dell'arte e della cultura (Feng-Li, 2022: 4). Gli artisti Ming, eredi
di un ricco patrimonio di forme e stili artistici, selezionarono le proprie espressioni
artistiche. La padronanza delle tecniche di rappresentazione della natura, già perfezionata
dall'Accademia di corte della dinastia Song 宋, e gli stili di autoespressione sviluppati
durante la dinastia Yuan 元, fecero sì che gli artisti Ming non sentissero la necessità di
esplorare direttamente la natura. Invece della contemplazione diretta della natura, gli
artisti Ming si dedicarono alla riflessione sull'arte del passato. Lo "stile" e l'evoluzione
degli stili divennero il fulcro della pittura cinese del periodo Ming (Capon, 1981: 14-15).
Con la fondazione della dinastia, fu reintrodotto il mecenatismo imperiale delle arti,
precedentemente trascurato dai dominatori mongoli stranieri, dove il principale mecenate
degli artisti professionisti era la corte (Hearn-Fong, 1999: 131). I pittori di talento
venivano convocati alla corte imperiale, ricevevano titoli ufficiali e venivano incaricati
personalmente dall'imperatore di creare opere d'arte. Nel contesto della corte Ming, gli
stili di pittura di corte, provenienti dall'Accademia dei Song Meridionali 南宋 a Hangzhou
杭州, conobbero una rinascita.

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Si praticavano dipinti decorativi di uccelli e fiori, figure basate su eventi storici o
leggende, e paesaggi influenzati dalla scuola di Ma Yuan 馬遠 e Xia Gui 夏珪, i principali
paesaggisti dell'Accademia Imperiale nei secoli XII e XIII (Capon, 1981: 14-15).

LA SCUOLA ZHE

Dai Jin 戴进 (1388-1462), che diede nuova vita a questa corrente di pittura conservatrice,
fu il fondatore della Scuola Zhe di pittura. Il nome della scuola derivava dalla provincia
di Zhejiang 浙江, luogo di nascita di Dai Jin. La Scuola Zhe (Zhejiang hua pai 浙江畫派
) divenne un termine ampio utilizzato per identificare gli artisti che adottavano lo stile
distintivo di Dai Jin. Questo gruppo includeva sia pittori di corte a Pechino che artisti
professionisti operanti a Nanchino, i quali, seguendo una formazione formale nelle arti
visive, si specializzavano spesso in commissioni d'arte per istituzioni, famiglie benestanti
o la corte imperiale. Il loro sostentamento dipendeva in gran parte dalla capacità di
produrre opere in risposta alle richieste del mercato. Va notato che, nonostante l'origine
geografica nel Zhejiang, gli artisti della Scuola Zhe provenivano anche da regioni come
il Fujian 福建, il Guangdong 广东 e altre province. Dopo l'instaurazione della dinastia
Ming, la crescente domanda di pittori per decorare palazzi, sale, templi e santuari li
mantenne attivi sia a livello locale che al servizio del governo centrale. I paesaggi dipinti
dalla Scuola Zhe erano caratterizzati da una ricca energia espressiva. I temi figurativi di
uccelli e fiori affrontavano principalmente soggetti facilmente comprensibili o portatori
di buon auspicio, spesso permeati da uno stile popolare vivace e vigoroso. Gli artisti della
Scuola Zhe, si distinguevano per la loro capacità di coniugare temi tradizionali con uno
stile visivamente enfatico. Nell'evoluzione della Scuola Zhe, alcuni artisti, negli ultimi
anni, abbracciarono forme di pennellate sempre più libere e disinvolte, perseguendo
effetti visivi estroversi e drammatici. Ciò costituì un contrasto marcato con gli stili più
accurati di pennello e inchiostro apprezzati dai letterati (Capon, 1981: 14-15).

CAUSE DEL DECLINO DELLA SCUOLA ZHE

L'arte dei pittori della Scuola Zhe suscitò critiche severe da parte dei pittori letterati, i

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quali giudicavano le loro opere carenti di originalità ed eccessivamente trascurate, prive
di dettagli precisi. La scelta di ritrarre persone comuni come protagonisti entrava in netto
contrasto con l'eleganza e la raffinatezza della pittura dei letterati. Inoltre, mentre questi
ultimi potevano vantare una buona educazione e uno status sociale elevato, i pittori
professionisti della scuola Zhe, provenivano per lo più da origini umili e dipendevano dal
loro lavoro per guadagnarsi da vivere. Sotto l'assalto di tali critiche, i pittori professionisti
persero gradualmente il loro mercato e rimasero senza mezzi per guadagnarsi da vivere.
Per sopravvivere, alcuni, cambiarono il loro stile pittorico, avvicinandosi allo stile dei
pittori letterati. Questi fattori contribuirono al declino della scuola Zhe, che alla fine venne
oscurata completamente con l'emergere progressivo della scuola Wu (Wumen hua pai 吳
门畫派) a metà del XVI secolo (Barnhart,1997: 215).

DAI JIN

Dai Jin 戴进 è considerato il fondatore della Scuola Zhe, e la sua eredità artistica ha
contribuito a definire lo stile della scuola. Nel corso di una carriera durata più di mezzo
secolo, Dai deve aver prodotto un numero enorme di dipinti. Tuttavia, solo un numero
relativamente scarso sopravvive oggi sotto il suo nome (Barnhart,1993:127). Si dice che
da giovane si dedicava all'artigianato della forgiatura di gioielli in oro e argento, ma il
corso della sua vita lo portò a intraprendere un viaggio nella pittura, in particolar modo,
si specializzò e raggiunse la fama in campo dei paesaggi e delle figure. Nei primi anni di
Yongle 永乐, quando aveva appena 16 o 17 anni, accompagnò suo padre a Nanchino, la
capitale dell'epoca. Sebbene Dai fosse già un pittore di insolita abilità, non riuscì a farsi
un nome, nemmeno con il sostegno di suo padre, pertanto dedicò gli anni successivi al
perfezionamento della sua abilità (Cahill,1978: 46).

Figura 1. Dai Jin (1388–1462), Ritorno al campo e augurio di longevità (1407), inchiostro e colori su carta,40cm x 50,3cm,
Palace Museum, Pechino.

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Nel quinto anno di Yongle (1407), all'età di 20 anni, su richiesta di un funzionario
imperiale, creò un dipinto intitolato "Ritorno al campo e augurio di longevità" (Fig.1) per
celebrare il 60° compleanno di un funzionario del Ministero degli Affari Militari, che
ritornò nella sua città natale. Questa opera contribuì a costruire la reputazione di Dai Jin,
tanto che alla fine dell'era Yongle, all'età di 36 o 37 anni, era già famoso in tutto il mondo.
Intorno al quinto o sesto anno dell'era
Xuande 宣 德 (1430-1431), Dai Jin fu
chiamato a palazzo e accolto
nell'accademia di pittura in attesa
dell'editto della Sala della Benevolenza e
della Saggezza (Li, 2022: 190).
Nonostante le sue abilità pittoriche
Figura 2. Dai Jin (1388–1462), Pesca nel fiume d'autunno (XV
secolo), inchiostro e colori su carta, Smithsonian's National eccezionali, tra i suoi colleghi, crebbero
Museum of Asian Art Washington, DC, Stati Uniti.
sentimenti di gelosia (Barnhart,1997:
209). Durante una presentazione nella
Sala della Benevolenza e della Saggezza, Dai Jin offrì il dipinto "Pesca nel fiume
d'autunno" (Fig. 2) con la sua miglior pennellata, ma fu diffamato da Xie Huan 谢环,
determinando il suo rifiuto. Dopo aver lasciato l’Accademia, visse a Pechino,
abbracciando la solitudine, purificandosi nella povertà e disprezzando fama e fortuna.
Approfondì il suo temperamento attraverso la poesia, la calligrafia, cercando affinità
spirituali ed eleganza, e socializzò con pittori e celebrità sfruttando le sue squisite capacità
pittoriche. Intorno al 1442, all'età di circa 55 anni, Dai Jin lasciò Pechino e ritornò a
Hangzhou 杭州, dove si stabilì insegnando pittura ai suoi studenti. Durante questo
periodo, fece molti amici e creò numerose opere. Dopo una vita di contributi artistici
significativi, Dai Jin morì nell'autunno 1462 all'età di 75 anni e fu sepolto a Hengchun 恆
春, vicino al Ponte sul Lago Ovest (Feng-Li, 2022: 190). L'eredità artistica di Dai Jin fu
tramandata attraverso i suoi figli, e suo genero, che preservarono il suo stile tramite le
loro famiglie. L'influenza unica sulla sua arte fu dovuta alla sua personalità "libera", che
lo liberò da vincoli e formalità, permettendogli di creare nuove idee. Dai era
particolarmente rinomato per i suoi dipinti di genere raffiguranti scene di vita quotidiana
con colori decorativi. Inoltre, dipingeva paesaggi così nello stile di Ma Yuan, ma i suoi
paesaggi erano eseguiti in un modo più espressivo (Cheng-Tang: 2018, 126). Infatti,

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influenzato dallo stile accademico dei Song Meridionali 南宋 fin dalla giovane età,
quando entrò a Pechino, abbandonò tale modello, o meglio, lo rielaborò in modo molto
originale, sviluppando un nuovo stile che si distingueva nettamente da quello dei Song
Meridionali. La sua esperienza e personalità uniche contribuirono notevolmente alla
creazione di un nuovo linguaggio pittorico.

RIENTRO TARDIVO DA UNA GITA PRIMAVERILE. Solo alcune delle


opere sopravvissute di Dai Jin sono datate, e qualunque sviluppo possiamo rintracciare in
esse deve di conseguenza essere basato sul loro stile.
È naturale iniziare con dipinti che preservano più
fedelmente lo stile Ma-Xia, partendo dal presupposto
che questo era ciò che egli imparò da giovane e
praticò nei suoi primi anni (Cahill,1978: 47).
Nell'angolo in basso a destra del dipinto ‘’Rientro
tardivo da una gita primaverile’’ (Fig.3) c'è un muro
che circonda una residenza bloccata alla nostra vista.
Il verde e i fiori di pesco nella scena indicano la
stagione primaverile. A giudicare dall'oscurità,
sembra che sia tardi. Viene mostrato uno studioso che
bussa alla porta mentre un servitore si avvicina
dall'interno con una luce, illustrando l'idea poetica di
un maestro che torna tardi da una gita primaverile. È
Figura 3. Dai Jin (1388–1462), Rientro tardivo
da una gita primaverile, Dinastia Ming, 167,9 x
raffigurata anche una distesa d'acqua con un piccolo
83,1 cm, rotolo verticale, inchiostro e colori su
seta, National Palace Museum, Taipei.
sentiero sul quale i contadini locali imbracciano le
zappe e tornano a casa. In lontananza, le donne danno
da mangiare agli uccelli. Sebbene le figure siano piccole, i dettagli della vita locale
rivelano l’abilità dell’artista nell’osservazione e nella rappresentazione. Nonostante Dai
Jin abbia basato lo stile qui su quelli di Ma Yuan 馬遠 e Xia Gui 夏珪 dei Song
Meridionali (1127–1279), la sua audace pennellata enfatizza l'espressività per uno stile
impressionante, vivace e vario. Anche la formula compositiva di lasciare buona parte
della superficie vuota deriva dalla modalità accademica dei Song Meridionali.

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Tuttavia, la superficie è più piatta e le distanze appaiono sullo stesso piano. Questa enfasi
sulla superficie piuttosto che sullo spazio è una caratteristica distintiva della pittura della
Scuola Zhe. Pur non recando alcuna firma o sigillo dell'artista, lo stile appartiene a quello
di Dai Jin e probabilmente fu dipinto da lui quando si trovava a Pechino. Dunque,
nonostante lo stile di Dai Jin sia stato influenzato da vari maestri Song e Yuan, sembra
derivare più chiaramente dallo stile di corte dei Song Meridionali. Tuttavia, come detto
in precedenza, non fu vincolato da nessuno stile particolare poiché sviluppò il proprio
modo di dipingere. La sua pennellata audace ma matura ha prodotto una varietà di effetti
di inchiostro. Vivace e libero, ma non incontrollato, questo è un classico esempio dello
stile di Dai Jin.

PAESAGGIO INNEVATO. Dai Jin ha prodotto molti paesaggi ma apprezzava


particolarmente l'alpinismo come tema, forse motivato dal suo persistente desiderio di
trovare realizzazione religiosa, o "la via", nel profondo
delle montagne. Nel dipinto ‘’Paesaggio
innevato’’(Fig.4), un'alta montagna innevata, che si erge in
forme fantastiche al centro, è stabilizzata da un gruppo di
pini in primo piano. Gli edifici si trovano nelle gole
nebbiose tra la montagna centrale e le scogliere scoscese
sulla sinistra. Sulla destra c'è una distesa d'acqua calma che
conduce a colline lontane. (Capon, 1981: 22) Nove
viaggiatori, sette a cavallo e due servi a piedi,
intraprendono un lungo viaggio verso i templi elevati sulle
scogliere di alte montagne. I vertiginosi sentieri di
montagna hanno separato i viaggiatori. Un gruppo
avanzato ha raggiunto il cancello della montagna,
lasciando indietro gli altri, che stanno attraversando Figura 4. Dai Jin (1388–1462), Paesaggio
innevato (1426-1462), rotolo verticale,
faticosamente uno stretto ponte di legno costruito su inchiostro e colori su seta, 144,2 x 78,1
cm, Palace Museum, Pechino.
palafitte (He-Knight, 2008: 213). Da Jin ha dipinto un
paesaggio monumentale, forse nello stile di Guo Xi 郭熙 (inizio XI secolo), un artista
dell'accademia di corte dei Song Settentrionali 北宋 (960-1127).

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Ma lo ha rielaborato in modo creativo. Invece di essere delineata nel modo consueto di
contorni accurati e tratti strutturati come in un paesaggio Song, la montagna centrale, ad
esempio, è delineata con linee spezzate e irregolari, creando un'impressione
approssimativa di neve soffice e cadente e del suo movimento spazzato dal vento. Questo
squilibrio conferisce un'atmosfera particolarmente pericolosa alla scena montana. La
montagna viene attivata in una spinta e controspinta dinamica dal movimento rapido e
continuo del pennello, che ricorda nell'idioma del pennello la scrittura corsiva della
calligrafia. Con il cielo e l'acqua oscurati da un leggero inchiostro, il paesaggio innevato
è effettivamente disegnato con tratti calligrafici, anziché dipinti. Dai Jin aveva
sperimentato il modo di dipingere xieyi 写意 (scrivere l’idea), popolare tra i pittori
letterati, e lo aveva utilizzato in un paesaggio dei Song Settentrionali dello stile
dell'accademia di corte (Capon, 1981: 22). Lo stile xieyi 写意, chiamato anche ‘’pittura
a mano libera’’, è una tecnica pittorica piuttosto libera e stilizzata che richiama l’estetica
e la semplicità della calligrafia per catturare le caratteristiche essenziali dell'oggetto
raffigurato (Dervin-Machart, 2017: 83). Nonostante i passaggi scomodi di ambiguità
spaziale nel paesaggio, è una performance abbagliante di virtuosismo tecnico nella
maestria del pennello. La successiva esperienza di Dai nella vendita di dipinti per
guadagnarsi da vivere nella sua città natale gli ha permesso di muoversi verso modalità
artistiche più varie. I suoi successi successivi confermarono una crescente determinazione
a trovare la sua identità artistica al di fuori dello stile accademico Ming come testimoniato
in questo lavoro di transizione (Capon, 1981: 22).

IL TOUR NOTTURNO DI ZHONG KUI. I dipinti di figure di Dai Jin sono per
lo più ritratti di preti taoisti e buddisti e delle vite appartate dei primi saggi e uomini di
virtù. Il dipinto ‘’ Il tour notturno di Zhong Kui’’ (Fig.5) mostra la parata di Zhong Kui
in una notte nevosa circondata da fantasmi. Zhong Kui 钟馗 è una figura mitologica
cinese associata all'esorcismo e alla protezione dalla malattia. Secondo la leggenda,
Zhong Kui, un giovane studioso dalla brutta apparenza durante la dinastia Tang, il quale,
diventa un esperto cacciatore di demoni. Dopo essere stato ingiustamente escluso da un
concorso imperiale, si suicida ma riceve l'incarico divino di cacciare demoni e proteggere
dalla malattia.

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La sua immagine è spesso raffigurata in opere d'arte mentre caccia demoni,
simboleggiando la lotta contro il male. In questo dipinto, Zhong Kui sedeva su una sedia
trasportata da quattro piccoli fantasmi, e gli altri due fantasmi tenevano gli ombrelli e
raccoglievano i bagagli. Nella nebbiosa luce della
luna, sembrano avere fretta. Forse Zhong Kui è
fuori in ispezione, alla ricerca di altri diavoli
nascosti tra gli uomini. Dalle figure e dalla
pennellata si può dire che l'artista aveva
assimilato alcune tradizioni della pittura
professionale locale e murale. Le montagne e le
rocce sono coperte di neve e la vegetazione è
desolante, questo rivela uno scenario freddo.
Immortali e fantasmi sono un soggetto
indipendente nella pittura tradizionale cinese.
Questo dipinto di Dai Jin è un esempio distintivo

Figura 5. Dai Jin (1388-1462), Il tour notturno di Zhong


della pittura della "Scuola Zhe". La Scuola Zhe è
Kui, (XV sec), rotolo verticale, pittura ad inchiostro e
colore, 190 × 120.4 cm, Palace Museum, Pechino.
nota per la sua tendenza a dipingere personaggi
molto grandi e pieni di immagini. Qui l'immagine
di Zhong Kui riempie quasi l'intera larghezza
dell'inquadratura e particolare risalto viene dato ai suoi occhi (Barnhart,1997: 211). La
grande abilità di Dai nella pittura di figure si manifesta nella potenza e nella sensibilità
con cui ha reso le figure, trasmettendo non solo i lineamenti e le espressioni del viso ma
anche gli stati d'animo con la sua pennellata flessibile e inchiostro e colori sfumati
(Barnhart,1993: 143). La rappresentazione di Zhong Kui seduto su una sedia trasportata
da fantasmi e circondato da creature sovrannaturali evidenzia l'aspetto fantastico e
mitologico. Gli elementi sovrannaturali aggiungono un tocco di mistero e magia al
dipinto. A differenza dei personaggi vividi e realistici, uccelli e bestie, le immagini di dei
e fantasmi provengono dall'immaginazione delle persone, e il pittore dà cose così
inesistenti con una grafica credibile. Inoltre, la Scuola Zhe è spesso associata a uno stile
pittorico noto come "testa di unghia e coda di topo". Questo si riferisce alla tecnica di
pennellata, in cui le linee sono accidentate, e vigorose, proprio come quelle utilizzate
all’interno del dipinto. In sintesi, il dipinto di Dai Jin riflette non solo l'influenza della

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Scuola Zhe, ma anche la sua interpretazione creativa dei temi mitologici e sovrannaturali,
caratterizzando così, la pittura della dinastia Ming.

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Bibliografia

- Barnhart, Richard M. (1993), Painters of the great Ming: The Imperial Court and the
Zhe School, Dallas: Dallas Museum of Art.

- Barnhart, Richard M. (1997). Three thousand years of Chinese painting (The Culture &
Civilization of China), New Haven: Yale University Press

- Cahill, J. (1978). Parting at the Shore: Chinese Painting of the Early and Middle Ming
Dynasty, 1368-1580, Volume 2, New York: Weatherhill

- Capon, E. & Pang, Mae Anna. (1981). Chinese paintings of the Ming and Qing
Dynasties, 14th-20th century, Melbourne: International Cultural of Australia.

- Cheng, Maria & Wai Hung Tang (2018). Essential Terms of Chinese Painting, Hong
Kong: City University of Hong Kong Press.

- Dervin, F. & Machart R. (2017). Intercultural Communication with China, Singapore:


Springer Nature Singapor.

- Feng, Hejun, Li, Xifan (2022). A General History of Chinese Art: Ming Dynasty,
Volume 5, Boston: De Gruyter.

- Hearn, M. K. & Wen Fong (1999), Along the Riverbank, New York: Metropolitan
Museum of Art.

- He Li & Knight M. (2008), Power and glory: court arts of China's Ming dynasty, San
Francisco: Asian Art Museum of San Francisco.

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Sitografia

-China Online Museum https://www.comuseum.com (consultato il 26/12/2023)

-Facts and Details https://factsanddetails.com (consultato il 27/12/2023)

-National Museum of Asian Art https://asia.si.edu (consultato il 02/01/2024)

-National Palace Museum https://www.npm.gov.tw/?l=2 (consultato il 27/12/2023)

-The Palace Museum https://intl.dpm.org.cn/index.html?l=en (consultato il 23/12/2023)

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