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La Rivoluzione Culturale porta al culmine certi aspetti del radicalismo maoista fondato sulla lotta di
classe. Se il tentativo di Mao di epurare i quadri che hanno intrapreso la “via del capitalismo” e di
combattere la “cultura borghese” nella società cinese porta a mobilitazioni di massa (vedi le guardie
rosse) che seminano violenza e caos nella società, anche in ambito artistico-letterario troviamo una
radicalizzazione ideologica che porta alla critica di quanto prodotto nella RPC nei 17 anni (1949-
1966) antecedenti alla Rivoluzione Culturale e all’affermazione che l’unico ruolo della letteratura (e
delle arti) è quello di difendere la linea corretta (maoista) del partito contrastando i nemici che la
attaccherebbero. L’esempio più emblematico dell’espressione artistico-letteraria di questo periodo
sono le opere rivoluzionario modello, che dal punto di vista formale rappresentano un’innovazione
stilistica basata su forme di teatro tradizionali (con l’apporto di elementi occidentali) e dal punto di
vista dei contenuti portano al parossismo le indicazioni ideologiche del romanticismo
rivoluzionario. Scopo delle opere rivoluzionarie modello è rappresentare gli “eroi del proletariato”,
evidenziandone al massimo la volontà e le virtù rivoluzionarie e l’odio per i nemici.