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La scapigliatura un movimento letterario della seconda met dell800, che ebbe i suoi centri a Milano e Torino.

. Il termine, che deriva dal titolo del romanzo di Carlo Righetti, con lo pseudonimo di Cletto Arrighi, "La scapigliatura e il 6 Febbraio" (1862). I suoi rappresentanti, oltre Arrighi, furono Praga, Tarchetti, Pisani, Dossi, Camillo e Arrigo Boito, Camerana e il pittore Cremona. Lambiente sociale in cui si colloca quello della nascente societ industriale, della frenetica vita cittadina, in cui presente la contrapposizione tra una borghesia avida di denaro e potere e la nascente classe operaia. In tale contesto lintellettuale avverte la necessit di allargare il raggio delle sue esperienze ed altrettanto consapevole d'avere perso il suo tipico ruolo di guida o d'interprete del movimento sociale, che gli appare sempre meno razionale e omogeneo e sempre pi complicato e caotico. I suoi temi e gli atteggiamenti di contestazione tradiscono il disagio di un ceto intellettuale che non si riconosce pi nei valori della cultura positivista, fiduciosa nelle conquiste della scienza e del progresso. La societ moderna, industriale e di massa, appare in tutto il suo carattere alienante, vincolate alla legge del successo e del profitto, ridotta ad una vita dabitudine conformistica e di ottusit. Per questo il movimento polemizza contro la classe politica, ritenuta indegna moralmente per la corruzione ed infedele ai grandi valori di libert e giustizia del Risorgimento, ma anche contro la letteratura e larte, considerate lontane dalla realt della vita e bisognose di una totale rifondazione nei principi e nei metodi. Si preferirono le tematiche della vita bruciata dal vizio e del rifiuto della normalit borghese, rifugiandosi nei drammi quotidiani della esistenza emarginata dei barboni e degli artistoidi delle periferie delle nuove metropoli industriali. Non a caso gli atteggiamenti tipici furono lantiaccademismo, la ribellione alle convenzioni borghesi, lostentato anticonformismo, il gusto della trasgressione e della provocazione. Questi atteggiamenti ribelli comunque influivano pi sui comportamenti esistenziali e sociali degli artisti che sulla portata innovativa delle loro opere, che finirono solo col tradurre in termini sentimentalistici e leziosi i temi del romanticismo francese, del quale vengono assorbiti gli aspetti pi superficiali. Gli scapigliati sono giovani ribelli e anticonformisti, che hanno come modello lartista "bohmien", povero e ignoto, che vive alla giornata. La volont di scandalizzare all'origine dei loro atteggiamenti sregolati (spesso sono drogati o alcoolizzati) condivisi con i francesi Baudelaire, Rimbaud e Verlaine. Quindi il gusto per la polemica non rimane confinato nella teoria dei libri, ma diventa vera e propria esperienza esistenziale, che ostenta atteggiamenti di provocazione e sregolatezza. Tra i bersagli della polemica degli scapigliati c il Romanticismo e soprattutto quella produzione modesta che il De Sanctis definisce "Arcadia romantica" e che l'ultimo tentativo di riproporre i valori romantici declassandoli, stemperandoli; il sentimento d luogo al sentimentalismo e a una letteratura patetica (Prati e Aleardi). La Scapigliatura proprio la reazione all'Arcadia romantica e al romanticismo, e testimonia il disagio degli intellettuali di fronte alla delusione storica e di fronte al processo di industrializzazione portatore solo di valori economici. Un altro degli obiettivi polemici Manzoni che si trasforma in una sorta di simbolo di tutto ci che gli scapigliati rifiutano (cfr. Praga, Preludio). Manzoni rappresenta anche il modello di "intellettuale organico", che diede omogeneit e consapevolezza della propria funzione elaborando un proprio progetto culturale, aderendo alla realt politica e sociale, collintento di trasformarla secondo gli ideali, liberali, di dignit e indipendenza nazionale, attraverso una militanza morale insieme meditativa e operativa. Tutto questo

viene rifiutato dagli scapigliati che si sentono inadeguati ad un ruolo di guida in un mondo che rifiutano e contestano. Da questo rifiuto generale per il loro contesto storico sociale, deriva la necessit e il bisogno di apertura a nuovi temi fino ad allora inesistenti nella letteratura italiana, e da qui lapertura alla produzione francese. Gli scapigliati intuiscono il valore del naturalismo francese e della sua descrizione oggettiva ed impersonale dei fenomeni individuali e collettivi; per lo stesso motivo riprendono quegli aspetti irrazionali, fantastici, macabri del Romanticismo europeo rimasti esclusi dalla tradizione italiana. Hanno allargato il canone romantico del vero, rappresentando vicende comuni, non mediate dallinterpretazione dello scrittore (come accade in Manzoni), spesso passionali e torbide (cfr. Tarchetti, Fosca, la storia di una donna brutta e malata che attrae irresistibilmente un giovane ufficiale), descritte con spietato realismo, anche nello stile. In poesia riprendono i temi del francese Baudelaire, da cui derivano il modello esistenziale del poeta "maledetto" e il linguaggio simbolico e provocatorio; riprendono una concezione della poesia fondata non sulla ragione, ma sullintuizione dei misteriosi legami della realt. Poesia, quindi, come attivit creatrice che detesta le regole. Il linguaggio poetico perde la sua oggettivit e razionalit, per diventare allusivo, evocativo di quel mondo enigmatico che suscita in ogni uomo un insieme indistinto di pensieri ed emozioni. Cos collegandosi alla pi avanzata cultura europea, introducono in Italia una letteratura non aulica, apertamente antiborghese, di un linguaggio vicinissimo al parlato popolare, di forme poetiche vicine a quelle del Simbolismo aprendo cos la via sia al romanzo verista (Verga rimase per anni a Milano e scrisse romanzi di gusto scapigliato) sia alla cultura decadente.

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