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Pier Paolo Pasolini fu un poeta, narratore, saggista, giornalista e soprattutto regista

cimentato grafico; la alle sue scelte poetiche sono quindi è influenzata e caratterizzate da
questa complessa variegata attività. La sua carriera politica e poetica di attraversa fasi molto
diverse, per esempio passa da un simbolismo decadente all’impegno civile e ideologico
della seconda metà degli anni 50. Durante questa seconda fase Pasolini compone poemetti
narrativi in terzine, in cui affronta i problemi della società contemporanea. Sia nel piano
sociale che quello personale. Sul piano formale egli attua uno sperimentalismo, che consiste
nel rinunciare alle lirismo puro per fondere elementi di narrativa, di riflessioni saggistica di
analisi di sé. L’autore mette in discussione la letteratura stessa. Successivamente utilizza
una poesia che rompe i ponti con la propria funzione con i modi tradizionali: Pasolini rinuncia
alle forme e alla metrica del passato per lasciare spazio a riflessione alla polemica
attraverso lo stile sempre più vicino alla prosa, rendendo così componimenti quasi
indistinguibili da un articolo di giornale. La poesia sopravvive rinunciando la bellezza e alla
purezza lirica tradizionali.

Pasolini sperimenta tutti i linguaggi e le forme espressive poiché passa dalla poesia al
cinema, della narrativa la saggistica, quindi passa dalle forme chiuse della tradizione a
quella parte della modernità. Egli modifica dell’interno la sua produzione artistica spinto dalla
consapevolezza del mutamento storico e culturale che ha trasformato radicalmente l’Italia il
mondo ci dentale nel corso del 900. Egli costituisce una struttura una frattura storico
antropologica: vi è una consapevolezza maturata a partire dalla metà degli anni 60, dove
l’intellettuale diventa il testimone della fine e vi è la ricerca nel terzo mondo di un’umanità
preindustriale povera ma ancora vitale. Di conseguenza scompare il popolo italiano di
contadini e di popolani e, con la conseguente perdita di vitalità, tradizioni contadine cristiane,
e perdita di memoria arcaica; subentra così un umanità omologata corrotta dal nuovo
sistema capitalistico. Per quanto riguarda il mutamento storico scompare il mondo
umanistico tradizionale, si instaura una nuova realtà disumana e antiumanistica; a Biella
viene rappresentata la fine della storia così come era stata fino a quel momento:
scompaiono le distinzioni di classe, le istituzioni e i poteri che fino a quel momento abbiano
fatto la storia; inoltre è scompare la continuità tra la tradizione la modernità.

Per quanto riguarda il mutamento delle forme letterarie dopo la frattura, Pasolini rinuncia la
tradizione letteraria e che rappresenta un’impossibilità della cultura umanistica nel mondo
contemporaneo: sviluppo così un progressivo disinteresse per i generi, la compiutezza della
formula è la cura linguistico espressiva. La poesia negli anni 40 e 60 è costituita da uno stile
è 1 m tradizionale, e deluso della rima; successivamente dalla metà degli anni 60 i testi sono
frammentari, improvvisati e approssimativi. Per quanto riguarda la narrativa nei primi anni le
storie sono compiute e hanno una trama e personaggi definiti, successivamente le strutture
narrative sono aperte ed incompiute. Per quanto riguarda invece la saggistica e la scrittura
inizialmente era argomentate documentata, ma successivamente diventa immediata,
militante è legata all’attualità.

anche il linguaggio subisce un’evoluzione: inizialmente si parte da un dialetto freudiano che


comprende un linguaggio successivo che testimonia l’adesione al mondo rurale; si passa ad
un gergo romanesco parlato nelle borgate, e questo linguaggio rappresenta la realtà del
sottoproletario, un’umanità che vive margini della società e della storia, piena di vitalità.infine
si passa ad un linguaggio del cinema a partire dagli anni 60, dove la realtà parla per
immagini. Possiamo affermare che nel neocapitalismo la lingua cambia, perde il tradizionale
legame con la realtà e diventa una lingua tutta funzionale senza espressività.

la poesia la poetica di Pasolini muta forma e funzione in parallelamente alla presa di


coscienza da parte dell’autore della perdita di prestigio della poesia: si parte da uno stile
raffinato un dialetto Floriano, si raggiunge un tono alto e una vocazione civile anno 50,
successivamente un tono polemico negli anni 60, infine gli ultimi anni sono caratterizzati da
una poesia con testi impoetici.
la lingua viene considerata pura perché non è mai scritta, o mediata dalla tradizione; di
conseguenza è una lingua poetica primitiva poiché è più aderente alle cose, e sembra a
nominarle per la prima volta. In questa lingua crea un nuovo tipo di poesia dialettale definita
una poesia intima ed essenziale.

nella periferia romana Pasolini scopre il mondo popolare del sottoproletario: esso è diverso
da quello dei contadini e dei cristiani di Fruit o dal proletariato popolare marxista, perché i
ragazzi della borgata sono abbandonati alle loro vicende e il loro Pasolini ritrova una nuova
bellezza fatta di vitalità elementare e cinica violenza.si tratta di una realtà pre culturale, che
non conosce gli elementi fondativi della società. L’autore per poter rappresentare questo
mondo si immedesima nel parlante popolare, difatti riproduce il gergo romanesco e opera
una regressione per restituire la psicologia il modo di vedere del mondo (influenze verista);
inoltre lo scrittore vive drammaticamente la distanza tra se stesso è questo mondo popolare:
si tratta di un intellettuale borghese che non potrà mai vivere l’immediatezza dei popolano di
borgata.

ragazzi di vita
ragazzi di vita è stato scritto nel 1955, ed è un romanzo Che ha una struttura composta da
una serie di episodi ambientati tra il 1943 e il 1945, vissuti da personaggi diversi. La
tematica principale è il degrado sociale delle borgate, narrato con l’entusiasmo di una nuova
scoperta.

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