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FILOSOFIA MORALE
TEORIA
1. ETICA E IL SUO OGGETTO
Morale = contenuto, norme pratiche dell’agire
Etico = teoria, aspetto formale della disciplina
3 livelli dell’Etica (da Hare):
1) Intuitivo = comportamento morale concreto (Morale)
2) Normativo = riflessione filosofica sull’agire morale (che risolve dubbi del 1° livello) Etica
3) Metaetico = indaga sensatezza logica delle affermazioni morali
Capacità morale (distinguere bene/male). Da cosa deriva?
1) dall’esterno: imposta dall’istituzione sociale (Hobbes)
2) dall’interno: ragione che conosce verità universali
3) dall’interno: sentimento (Hume, simpatia) (Darwin: evoluzione del sentimento)
2. ETICA DESCRITTIVA
È solo un primo livello (insufficiente): studia moralità nelle sue forme concrete. Ma allora altre scienze possono
contribuire a comprendere la moralità: psicologia, antropologia…
1) Psicologia: studia sviluppo del comportamento morale:
a) Jean Piaget = 2 fasi: 1) rispetto per l’adulto (bene = eseguire i comandi); 2) responsabilità, indipendenza
del giudizio morale.
b) Lawrence Kohlberg = 3 livelli (6 fasi): ultimo livello è il comportamento morale autonomo: V = morale
utilitaristica; VI = morale dei doveri. Parallelo tra sviluppo cognitivo e sviluppo morale deficit cognitivo
per chi non raggiunge l’ultimo stadio.
2) Neuroetica: no libertà: i giudizi morali sono razionalizzazioni di risposte emotive automatiche (Damasio: ruolo
dell’empatia).
3. METAETICA
Termine coniato da Ayer ma comincia con Moore (Principia Ethica, 1903). Dalla “filosofia analitica” analizzare la
sensatezza del linguaggio etico.
Termini morali
Termini assiologici = esprimono valutazioni (descrittivi) Buono
Termini deontici = esprimono prescrizioni Giusto
Significato dei termini morali?
a) Teoria referenziale del linguaggio (parole si riferiscono a oggetti) Moore = linguaggio morale ha senso
perché si riferisce a oggetti reali ma non naturali (intuiti).
b) Teoria raffigurativa del linguaggio (proposizioni raffigurano fatti) Wittgenstein (1°) = linguaggio
morale è insensato perché riguarda ciò che deve essere e non ciò che è.
c) Teoria verificazionista (devo sapere come si verifica la proposizione) Circolo di Vienna = linguaggio
morale insensato.
d) Ayer linguaggio morale non descrive ma esprime emozioni.
e) Emotivismo Stevenson = linguaggio morale esprime emozioni e influenza gli altri.
f) Wittgenstein (2°) = teoria dei “giochi linguistici”: il significato delle parole dipende dal contesto.
4. ETICA NORMATIVA
1) Etiche Teleologiche o Consequenzialistiche (importanza conseguenze) BENE
Valore morale dato dal valore dei risultati: responsabilità, rispetto
OBIEZIONI: • solo giudizio a posteriori (non una guida)
• richiede azioni ‘supererogatorie’
• scarsa prevedibilità sociale
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2) Etiche Deontologiche (importanza azione) DOVERE
Valore morale dato dalla conformità al dovere, ma fino a che punto mi conformo?
• Gerarchia di doveri: salvare i principi qualsiasi cosa avvenga
• Ross: no gerarchia ma doveri sentiti prima facie (non uccidere, ecc.)
• Se si viola lo stesso dovere: contiguità ambigua con consequenzialismo. Allora:
5. – 6. FONDAZIONE
Problema Eutifrone: giusto → gradito agli Dei? O viceversa?
Proprietà morali esistono? (problema ontologico) Sono conoscibili? (problema gnoseologico).
4 fondazioni realiste (livello ontologico) e cognitiviste (livello gnoseologico)
1) Soprannaturalismo
a) religioso (Dio fonte del Bene) / b) metafisico (Idea del Bene conosciuta per intuizione)
2) Naturalismo
a) Naturalismo di Aristotele: il Bene è una felicità raggiungibile, è il fine naturale.
Problema: cos’è conforme a Natura? Mill: seguire la Natura è immorale. Introduciamo nella Natura ciò che
consideriamo buono.
b) Naturalismo psicologico: Edonismo: il Bene è il piacere. Ma perché bisogna prescriverlo (se è naturale)?
c) Naturalismo psicologico: Egoismo: il Bene è il proprio interesse. Ma nega l’etica (se non si ipotizza “mano
invisibile”)
d) Naturalismo biologico: Darwin: Bene è ciò che giova all’evoluzione della specie.
e) Naturalismo sociologico: Bene è progresso della società
Difetto di 1) e 2): riduzionismo o fallacia naturalistica (Moore riprende la “legge di Hume”): i termini morali sono
ridotti ad altre proprietà: Bene identificato con un qualche oggetto. Sono tutte etiche eteronome (Kant)
3) Non naturalismo
Moore (Principia Ethica): Bene non è definibile, è oggetto semplice del pensiero, non naturale (quasi Platone)
4) Intuizionismo
Sidgwick: Bene è oggetto intuito (come Moore) ma sono intuite anche regole pratiche (no Moore).
7. GIUSTIFICAZIONE
Filosofia analitica → non più fondazione ma giustificazione (ricerca di ragioni condivise):
5) Non cognitivismo
(etica non realista e non cognitivista) “Grande Divisione” tra enunciati descrittivi (asserzioni) e prescrittivi
(valutazioni). Etica riguarda i prescrittivi: non veri o falsi ma hanno comunque senso.
Legge di Hume
Non è ammissibile derivare dall’essere (descrizione) il dover essere (prescrizione).
Oggettivismo e Soggettivismo
Oggettivismo = esistono oggetti indipendenti su cui si può dire vero/falso
Soggettivismo = non possiamo conoscere una verità oggettiva
Etiche oggettiviste = siccome le proprietà morali esistono veramente, le proposizioni morali sono vere o false = 1)
Soprannaturalismo, 2) Naturalismo (ma non psicologico), 3) Non-naturalismo, 4) Intuizionismo.
Etiche soggettiviste = le proposizioni morali non possono essere vere o false ma dipendono dal soggetto = 5) Non-
cognitivismo, 2) Naturalismo psicologico.
6) Relativismo
Le proprietà etiche variano in base a altri fattori.
a) Relativismo soggettivista = giudizio morale solo relativo al soggetto, che è moralmente infallibile.
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b) Relativismo convenzionalistico = credenze morali variano nelle società indifferentismo etico.
8. PREGIUDIZI TEORETICI
Antiteoria = l’etica tradizionale è accusata di pregiudizi. Le teorie sono costruzioni intellettuali inutili.
Bernard Williams: L’amoralista = nessuna fondazione possibile ma anche la giustificazione non costringe
all’azione: a questa costringerebbe il dovere ma lui rifiuta il dovere.
Obiezioni: - ma lui è amorale (egoista) in un contesto morale (è parassita).
- Anche lui ha simpatia almeno per una persona e questo può essere ampliato a tutti.
- Relativismo: giusto in senso funzionalista: è sbagliato giudicare le altre società. Ma questo contraddice il
relativismo totale (è un giudizio assoluto).
Pregiudizio antropocentrico = solo l’uomo (persona razionale) è soggetto della moralità e la Natura ha valore
strumentale.
Ma il concetto di “persona” esclude gli umani marginali.
a) Etica animalista = “Specismo”. Ci sono altri pazienti morali.
b) Etica ambientalista = critica il dominio sulla natura: l’uomo è parte della Natura, che ha valore intrinseco.
Pregiudizio di generazione = solo la nostra generazione conta.
Etica ambientalista = bisogna estendere la rilevanza morale delle nostre azioni ad altri pazienti morali: dagli umani
viventi (etica della prossimità) alle generazioni future (etica del futuro) e alla natura-ambiente (etica non-
antropocentrica). L’etica deontologica è meno adatta. L’etica consequenzialista è più attenta al futuro.
Jonas: Il Principio responsabilità (1979): riformulare concetto di responsabilità auto-restrizione della tecnologia
per non essere nociva. Elaborare decisioni partendo dallo scenario futuro peggiore. In confronto a imperativo di
Kant, quello di Jonas è più rivolto al collettivo: “Agisci in modo che le conseguenze delle tue azioni siano compatibili
con la permanenza di un’autentica vita umana sulla terra”.
Pregiudizio sessista = discriminazione della donna
C. Gilligan: giudizi morali delle donne sono più di compassione e empatia sviluppare un’etica della cura e della
partecipazione emotiva.
STORIA
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11. ETICA CRISTIANA
Padri della Chiesa utilizzano filosofia greca per: 1) difendersi da accuse pagane, 2) continuità coi pagani che avevano
“lume della ragione naturale” sinderesi = capacità di distinguere bene / male.
S. Agostino (V sec.)
Etica eudemonistica e teleologica: sommo bene = felicità = beatitudine nella vita ultraterrena.
Da giovane illuminazione ci fa conoscere legge morale = legge di Dio, che è legge naturale (anche ai pagani).
Vecchio Testamento legge mosaica = etica del dovere. Nuovo Testamento Cristo = etica dell’amore (conta
intenzione).
Da vecchio contro Pelagio: peccato originale ha corrotto l’uomo che non può più fare il bene. Solo grazia divina
salva. Contrad. : prima della redenzione di Cristo nessuna salvezza con “ragione naturale”.
Da S. Agostino a S. Tommaso
IX sec. nasce Scolastica.
Abelardo (XI sec.) = etica intenzionalistica e soggettivistica: conta intenzione: ciò che è buono dipende da
volontà (consenso) che precede azione. Crocifissori di Cristo non colpevoli. Peccato originale non trasmesso
(non colpa) solo pena.
Dibattito Volontaristi (Francescani) / Razionalisti (Domenicani): leggi naturali dipendono da volontà o ragione
divina?
Volontarismo (Duns Scoto, Occam) = assoluta libertà di Dio, Legge può cambiare, affidarsi a fede nella bontà
divina.
Razionalismo (Domenicani) = Legge immutabile che vincola Dio, collegamento con greci (Logos).
S. Tommaso d’Aquino (XIII sec.)
Razionalista (Domenicano). Naturalismo aristotelico + cristianesimo. Peccato originale non ci ha del tutto corrotto:
alcune verità (leggi naturali) si colgono con facoltà naturali.
Libertà precondizione della moralità. L’azione è guidata da: a) principi intrinseci: 4 virtù cardinali + 3 teologali; b)
principi estrinseci: le leggi (stabilite dalla ragione divina). 3 forme di legge naturale (conoscibile dall’uomo):
1. LEX AETERNA = tutto ha un ordine e scopo nell’universo (non riguarda la morale).
2. LEX NATURALIS = parte della 1. che si conosce con la ragione (sinderesi): “fai il bene, evita il male”.
3. LEX HUMANA = leggi positive che specificano 1. e 2. e valgono solo se non le contraddicono.
Legge naturale è in accordo alle inclinazioni: autoconservazione, sessualità (procreare), socialità.
Si coglie la legge naturale con la ragione e la coscienza la applica (autonomia morale). Importante non solo
conformità alla legge divina ma conseguenze e intenzione.
Sviluppi successivi
Francisco Suarez (Scolastica spagnola XVI sec.) = per risolvere dubbi etici: 1) assumere tutte le informazioni,
2) tuziorismo = scegliere il più sicuro secondo la legge, 3) probabilismo = scegliere l’autorevole.
Casuistica = analogia tra il caso e altri simili.
Riforma protestante (Lutero, Calvino) (1517) = volontarismo radicale, uomo corrotto, solo la fede (Grazia)
salva, non le opere. Calvino predestinazione, cercare i “segni” della benevolenza divina, come
comportamento virtuoso nella comunità e produttività etica del lavoro (Weber capitalismo).
Spirito di libertà.
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Sentimenti morali istintivi = benevolenza e simpatia (= nessuno è indifferente alla condizione altrui). Sentimenti nati
successivamente (artificiali) = giustizia.
Azione è giudicata virtuosa perché suscita in noi sentimento di approvazione che nasce dal piacere nel contemplarla
(ma non è spiegata l’universalità dei giudizi morali).
Adam Smith (XVIII sec)
Norme della morale di senso comune derivano da ripetuta esperienza delle nostre reazioni spontanee di fronte a
virtù o vizio, basate su simpatia che permette universalità dei giudizi morali = ci giudichiamo dal punto di vista di uno
spettatore imparziale simpatetico (= versione sentimentalista della coscienza morale, no fondamento religioso).
“Mano invisibile” in economia.
Utilitarismo di Jeremy Bentham (tra XVIII e XIX sec)
Introduzione ai principi della morale e della legislazione.
Parte da naturalismo edonistico piacere/dolore ci indicano ciò che dovremmo fare. Da qui: UTILITÀ = proprietà di
un oggetto per cui tende a produrre vantaggio, piacere, felicità. Etica = “arte di dirigere le azioni verso la produzione
della maggior quantità possibile di felicità”.
Non è egoismo: non riguarda il singolo ma la massima utilità generale (supera egoismo di specie anche animali). È
etica teleologica (stabilisce il bene e giudica giuste le azioni che lo perseguono).
OBIEZIONI:
1. Si riduce a “calcolo felicifico” solo quantitativo. John Stuart Mill: vuole introdurre fattore qualitativo.
2. Manzoni: in casi-limite dà “conseguenze ripugnanti” (es. “uccidere è solo probabilmente contrario alla
moralità”).
3. Non tiene conto dei diritti naturali (tutti gli inglesi criticano astrattezza del giusnaturalismo). Robert Nozick
(fine XIX sec) pensa di poterli includere in un’etica utilitaristica.
4. Manzoni: piacere/dolore sono soggettivi (non vanno soddisfatte preferenze antisociali).
5. Si può solo giudicare a posteriori, dopo l’atto. Soluzione: conta l’utilitarismo della norma non dell’atto in sé.
6. Richiede azioni supererogatorie.
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Positivismo Spencer
Applica Darwin alla società: il comportamento morale (cooperativo) è quello più efficace per l’evoluzione.
Evoluzionismo Darwin
Due principi dell’evoluzione: 1) variazione casuale, trasmessa ereditariamente; 2) selezione naturale del più adatto.
Anche gli animali hanno impulsi sociali che evolvono nella coscienza morale degli uomini. Le future generazioni
saranno sempre più virtuose.
Interpretazioni successive
Critica al darwinismo sociale: il più “adatto” non è per forza il “migliore” eticamente.
Che continuità c’è tra comportamenti animali e moralità umana?
a) Tesi discontinuiste = c’è un salto: etica richiede di contrastare i comportamenti animali. Teoria della patina = la
moralità è un rivestimento che limita la brutalità egoistica umana.
b) Tesi continuiste = Wilson: paradosso dell’altruismo il comportamento altruistico non avvantaggia l’individuo ma
la specie eppure la selezione naturale non lo ha fatto scomparire. Ayala: la moralità è un prodotto indiretto di altri
adattamenti (prevedere, giudicare, scegliere); per questo non è scomparsa.