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Demetrio NERI

FILOSOFIA MORALE

Schema sintetico del libro

TEORIA
1. ETICA E IL SUO OGGETTO
Morale = contenuto, norme pratiche dell’agire
Etico = teoria, aspetto formale della disciplina
3 livelli dell’Etica (da Hare):
1) Intuitivo = comportamento morale concreto  (Morale)
2) Normativo = riflessione filosofica sull’agire morale (che risolve dubbi del 1° livello)  Etica
3) Metaetico = indaga sensatezza logica delle affermazioni morali
Capacità morale (distinguere bene/male). Da cosa deriva?
1) dall’esterno: imposta dall’istituzione sociale (Hobbes)
2) dall’interno: ragione che conosce verità universali
3) dall’interno: sentimento (Hume, simpatia) (Darwin: evoluzione del sentimento)

2. ETICA DESCRITTIVA
È solo un primo livello (insufficiente): studia moralità nelle sue forme concrete. Ma allora altre scienze possono
contribuire a comprendere la moralità: psicologia, antropologia…
1) Psicologia: studia sviluppo del comportamento morale:
a) Jean Piaget = 2 fasi: 1) rispetto per l’adulto (bene = eseguire i comandi); 2) responsabilità, indipendenza
del giudizio morale.
b) Lawrence Kohlberg = 3 livelli (6 fasi): ultimo livello è il comportamento morale autonomo: V = morale
utilitaristica; VI = morale dei doveri. Parallelo tra sviluppo cognitivo e sviluppo morale  deficit cognitivo
per chi non raggiunge l’ultimo stadio.
2) Neuroetica: no libertà: i giudizi morali sono razionalizzazioni di risposte emotive automatiche (Damasio: ruolo
dell’empatia).

3. METAETICA
Termine coniato da Ayer ma comincia con Moore (Principia Ethica, 1903). Dalla “filosofia analitica”  analizzare la
sensatezza del linguaggio etico.
Termini morali
Termini assiologici = esprimono valutazioni (descrittivi)  Buono
Termini deontici = esprimono prescrizioni  Giusto
Significato dei termini morali?
a) Teoria referenziale del linguaggio (parole si riferiscono a oggetti)  Moore = linguaggio morale ha senso
perché si riferisce a oggetti reali ma non naturali (intuiti).
b) Teoria raffigurativa del linguaggio (proposizioni raffigurano fatti)  Wittgenstein (1°) = linguaggio
morale è insensato perché riguarda ciò che deve essere e non ciò che è.
c) Teoria verificazionista (devo sapere come si verifica la proposizione)  Circolo di Vienna = linguaggio
morale insensato.
d) Ayer  linguaggio morale non descrive ma esprime emozioni.
e) Emotivismo  Stevenson = linguaggio morale esprime emozioni e influenza gli altri.
f) Wittgenstein (2°) = teoria dei “giochi linguistici”: il significato delle parole dipende dal contesto.

4. ETICA NORMATIVA
1) Etiche Teleologiche o Consequenzialistiche (importanza conseguenze)  BENE
Valore morale dato dal valore dei risultati: responsabilità, rispetto
OBIEZIONI: • solo giudizio a posteriori (non una guida)
• richiede azioni ‘supererogatorie’
• scarsa prevedibilità sociale
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2) Etiche Deontologiche (importanza azione)  DOVERE
Valore morale dato dalla conformità al dovere, ma fino a che punto mi conformo?
• Gerarchia di doveri: salvare i principi qualsiasi cosa avvenga
• Ross: no gerarchia ma doveri sentiti prima facie (non uccidere, ecc.)
• Se si viola lo stesso dovere: contiguità ambigua con consequenzialismo. Allora:

DOTTRINA DEL DOPPIO EFFETTO (S. Tommaso) (azione + intenzione)


a) Atto in sé deve essere lecito o neutro
b) Effetto buono deve essere quello inteso direttamente
c) Effetto cattivo non mezzo per produrre quello buono
d) Effetto buono maggiore di quello cattivo (interpretazione proporzionalista)
3) Etiche della Virtù (importanza agente)  VIRTÙ
Che persona voglio essere? (valore morale del soggetto e non del progetto)
• Anscombe: per superare concezione legalistica dell’etica cristiana
• MacIntyre: ritorno ad Aristotele dopo l’opera distruttiva dell’Illuminismo
• Altre: 1) Hume; 2) Nietzsche

5. – 6. FONDAZIONE
Problema Eutifrone: giusto → gradito agli Dei? O viceversa?
Proprietà morali esistono? (problema ontologico) Sono conoscibili? (problema gnoseologico).
4 fondazioni realiste (livello ontologico) e cognitiviste (livello gnoseologico)
1) Soprannaturalismo
a) religioso (Dio fonte del Bene) / b) metafisico (Idea del Bene conosciuta per intuizione)
2) Naturalismo
a) Naturalismo di Aristotele: il Bene è una felicità raggiungibile, è il fine naturale.
Problema: cos’è conforme a Natura? Mill: seguire la Natura è immorale. Introduciamo nella Natura ciò che
consideriamo buono.
b) Naturalismo psicologico: Edonismo: il Bene è il piacere. Ma perché bisogna prescriverlo (se è naturale)?
c) Naturalismo psicologico: Egoismo: il Bene è il proprio interesse. Ma nega l’etica (se non si ipotizza “mano
invisibile”)
d) Naturalismo biologico: Darwin: Bene è ciò che giova all’evoluzione della specie.
e) Naturalismo sociologico: Bene è progresso della società
Difetto di 1) e 2): riduzionismo o fallacia naturalistica (Moore riprende la “legge di Hume”): i termini morali sono
ridotti ad altre proprietà: Bene identificato con un qualche oggetto. Sono tutte etiche eteronome (Kant)
3) Non naturalismo
Moore (Principia Ethica): Bene non è definibile, è oggetto semplice del pensiero, non naturale (quasi Platone)
4) Intuizionismo
Sidgwick: Bene è oggetto intuito (come Moore) ma sono intuite anche regole pratiche (no Moore).

7. GIUSTIFICAZIONE
Filosofia analitica → non più fondazione ma giustificazione (ricerca di ragioni condivise):
5) Non cognitivismo
(etica non realista e non cognitivista) “Grande Divisione” tra enunciati descrittivi (asserzioni) e prescrittivi
(valutazioni). Etica riguarda i prescrittivi: non veri o falsi ma hanno comunque senso.
Legge di Hume
Non è ammissibile derivare dall’essere (descrizione) il dover essere (prescrizione).
Oggettivismo e Soggettivismo
Oggettivismo = esistono oggetti indipendenti su cui si può dire vero/falso
Soggettivismo = non possiamo conoscere una verità oggettiva
Etiche oggettiviste = siccome le proprietà morali esistono veramente, le proposizioni morali sono vere o false = 1)
Soprannaturalismo, 2) Naturalismo (ma non psicologico), 3) Non-naturalismo, 4) Intuizionismo.
Etiche soggettiviste = le proposizioni morali non possono essere vere o false ma dipendono dal soggetto = 5) Non-
cognitivismo, 2) Naturalismo psicologico.
6) Relativismo
Le proprietà etiche variano in base a altri fattori.
a) Relativismo soggettivista = giudizio morale solo relativo al soggetto, che è moralmente infallibile.
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b) Relativismo convenzionalistico = credenze morali variano nelle società  indifferentismo etico.

8. PREGIUDIZI TEORETICI
Antiteoria = l’etica tradizionale è accusata di pregiudizi. Le teorie sono costruzioni intellettuali inutili.
Bernard Williams: L’amoralista = nessuna fondazione possibile ma anche la giustificazione non costringe
all’azione: a questa costringerebbe il dovere ma lui rifiuta il dovere.
Obiezioni: - ma lui è amorale (egoista) in un contesto morale (è parassita).
- Anche lui ha simpatia almeno per una persona e questo può essere ampliato a tutti.
- Relativismo: giusto in senso funzionalista: è sbagliato giudicare le altre società. Ma questo contraddice il
relativismo totale (è un giudizio assoluto).
Pregiudizio antropocentrico = solo l’uomo (persona razionale) è soggetto della moralità e la Natura ha valore
strumentale.
Ma il concetto di “persona” esclude gli umani marginali.
a) Etica animalista = “Specismo”. Ci sono altri pazienti morali.
b) Etica ambientalista = critica il dominio sulla natura: l’uomo è parte della Natura, che ha valore intrinseco.
Pregiudizio di generazione = solo la nostra generazione conta.
Etica ambientalista = bisogna estendere la rilevanza morale delle nostre azioni ad altri pazienti morali: dagli umani
viventi (etica della prossimità) alle generazioni future (etica del futuro) e alla natura-ambiente (etica non-
antropocentrica). L’etica deontologica è meno adatta. L’etica consequenzialista è più attenta al futuro.
Jonas: Il Principio responsabilità (1979): riformulare concetto di responsabilità  auto-restrizione della tecnologia
per non essere nociva. Elaborare decisioni partendo dallo scenario futuro peggiore. In confronto a imperativo di
Kant, quello di Jonas è più rivolto al collettivo: “Agisci in modo che le conseguenze delle tue azioni siano compatibili
con la permanenza di un’autentica vita umana sulla terra”.
Pregiudizio sessista = discriminazione della donna
C. Gilligan: giudizi morali delle donne sono più di compassione e empatia  sviluppare un’etica della cura e della
partecipazione emotiva.

Aggiunta: rapporto ETICA – NATURA


a) Natura come guida dell’azione morale (per Aristotele è un bene, per gli Stoici un dovere)  problema della fallacia
naturalistica.
b) Natura come paziente morale  Etica ambientale.
c) Kant distingue il fenomenico-sensibile della Natura = Necessità / dal noumenico-sovrasensibile della legge morale
= libertà.
d) Hume = naturalità del sentimento di simpatia
e) Darwin = fondazione della morale sulla Natura, spinta evolutiva alla socievolezza.

STORIA

10. ETICA GRECA


Etica greca = non doveri ma “vita buona” = felicità (eudaimonia) tramite virtù (areté).
Sofisti = etica relativistica, Protagora = uomo misura. Leggi convenzionali e mutevoli ma Natura immutabile. Per
Natura tutti uguali.
Socrate = contro relativismo. Conoscenza di sé, auto-dominio. Intellettualismo etico.
Platone = Bene come Idea suprema, etica elitaria, governo dei filosofi.
Aristotele = etica è scienza pratica. No intellettualismo. Bene sommo = fine naturale, felicità, che consiste in
un’attività razionale. Virtù = disposizione abituale all’agire razionale (hexis). Virtù etiche = giusto mezzo. Virtù
dianoetiche = saggezza e sapienza. Felicità = vita teoretica (per pochi).
Stoicismo = Ragione universale (Logos) è legge. Dovere (prima volta): vivere in armonia con la Natura/Ragione e le
sue leggi ( premessa al “diritto naturale”). Virtù (unico bene) dà Felicità. No emozioni: apatia. Legge universale,
cosmopolitismo.
Epicureismo = Bene è piacere fisico (catastematico). Calcolo dei piaceri (bisogni naturali e necessari). Felicità dà
Virtù. Aponia e atarassia.

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11. ETICA CRISTIANA
Padri della Chiesa utilizzano filosofia greca per: 1) difendersi da accuse pagane, 2) continuità coi pagani che avevano
“lume della ragione naturale”  sinderesi = capacità di distinguere bene / male.
S. Agostino (V sec.)
Etica eudemonistica e teleologica: sommo bene = felicità = beatitudine nella vita ultraterrena.
Da giovane  illuminazione ci fa conoscere legge morale = legge di Dio, che è legge naturale (anche ai pagani).
Vecchio Testamento  legge mosaica = etica del dovere. Nuovo Testamento  Cristo = etica dell’amore (conta
intenzione).
Da vecchio  contro Pelagio: peccato originale ha corrotto l’uomo che non può più fare il bene. Solo grazia divina
salva. Contrad. : prima della redenzione di Cristo nessuna salvezza con “ragione naturale”.
Da S. Agostino a S. Tommaso
IX sec. nasce Scolastica.
Abelardo (XI sec.) = etica intenzionalistica e soggettivistica: conta intenzione: ciò che è buono dipende da
volontà (consenso) che precede azione. Crocifissori di Cristo non colpevoli. Peccato originale non trasmesso
(non colpa) solo pena.
Dibattito Volontaristi (Francescani) / Razionalisti (Domenicani): leggi naturali dipendono da volontà o ragione
divina?
Volontarismo (Duns Scoto, Occam) = assoluta libertà di Dio, Legge può cambiare, affidarsi a fede nella bontà
divina.
Razionalismo (Domenicani) = Legge immutabile che vincola Dio, collegamento con greci (Logos).
S. Tommaso d’Aquino (XIII sec.)
Razionalista (Domenicano). Naturalismo aristotelico + cristianesimo. Peccato originale non ci ha del tutto corrotto:
alcune verità (leggi naturali) si colgono con facoltà naturali.
Libertà precondizione della moralità. L’azione è guidata da: a) principi intrinseci: 4 virtù cardinali + 3 teologali; b)
principi estrinseci: le leggi (stabilite dalla ragione divina). 3 forme di legge naturale (conoscibile dall’uomo):
1. LEX AETERNA = tutto ha un ordine e scopo nell’universo (non riguarda la morale).
2. LEX NATURALIS = parte della 1. che si conosce con la ragione (sinderesi): “fai il bene, evita il male”.
3. LEX HUMANA = leggi positive che specificano 1. e 2. e valgono solo se non le contraddicono.
Legge naturale è in accordo alle inclinazioni: autoconservazione, sessualità (procreare), socialità.
Si coglie la legge naturale con la ragione e la coscienza la applica (autonomia morale). Importante non solo
conformità alla legge divina ma conseguenze e intenzione.
Sviluppi successivi
Francisco Suarez (Scolastica spagnola XVI sec.) = per risolvere dubbi etici: 1) assumere tutte le informazioni,
2) tuziorismo = scegliere il più sicuro secondo la legge, 3) probabilismo = scegliere l’autorevole.
Casuistica = analogia tra il caso e altri simili.
Riforma protestante (Lutero, Calvino) (1517) = volontarismo radicale, uomo corrotto, solo la fede (Grazia)
salva, non le opere. Calvino  predestinazione, cercare i “segni” della benevolenza divina, come
comportamento virtuoso nella comunità e produttività  etica del lavoro (Weber  capitalismo).
Spirito di libertà.

12. ETICA NELL’EPOCA DELLA SECOLARIZZAZIONE


XVI sec.  abbandono di credenze religiose, ascesa della borghesia, Riforma protestante, rivoluzione scientifica.
Cultura umanistico-rinascimentale  antropocentrismo (uomo autonomo). Religione diventa privata. Moralità
fondata sull’uomo e non su Dio.
Giusnaturalismo
XVII-XVIII sec. Dottrina dei diritti naturali  Ugo Grozio (cerca un diritto internazionale). Validi anche senza Dio.
Legge = insieme di diritti della persona. Se ci sono doveri devono esserci diritti  della persona, che è autonoma 
società come libero patto tra individui per proteggere diritti naturali (Hobbes, Locke).
Cartesio
3 regole della “morale provvisoria” (mai “definitiva”):
a) Obbedire a leggi e costumi del proprio paese.
b) Essere fermi nell’azione (anche se non siamo sicuri).
c) Meglio cambiare i propri desideri che il mondo.
Le passioni dell’anima  la ragione può controllare le passioni, coltivando le positive.
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Spinoza
Etica dimostrata secondo l’ordine geometrico  Etica senza dogmatismo e superstizioni religiose:
a) Critica teleologismo: no causa finale, solo efficiente. Bene = ciò che è utile  non cerchiamo una cosa perché è
buona in sé, ma la giudichiamo buona perché la cerchiamo (é utile).
b) Geometria delle passioni: dal conatus (pulsione di autoconservazione): 2 passioni fondamentali: 1) Letizia (conatus
favorito), 2) Tristezza (conatus sfavorito). Passione diventa azione (non è più subìta) se ne conosciamo il meccanismo
 autocontrollo razionale  vita beata: Amore intellettuale di Dio (con conoscenza intuitiva). Dio = Natura.
Illuminismo (XVIII sec) e Jean-Jacques Rousseau
Emancipazione attraverso la Ragione  Felicità. Cesare Beccaria (Dei delitti e delle pene, 1764): inutilità tortura e
pena di morte. Rivoluzione francese (1798): Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino  giusnaturalismo
moderno.
Rousseau = (precursore Romanticismo): Discorso sull’origine della disuguaglianza – Contratto sociale:
Naturalismo. Ottimista sulla bontà dell’uomo nello stato di Natura, corrotto dal progresso (disuguaglianza
originata dalla proprietà privata). Due principi della natura umana: 1) Amore di sé (autoconservazione), 2)
Compassione (ripugnanza della sofferenza).
Contratto sociale  unendosi con tutti si rimane liberi: Legge è espressione della “volontà generale”.
Democrazia.
Kant
Etica deontologica senza leggi: non c’è lista di doveri. Il bene non è determinato prima della legge morale.  Etica
intenzionalistica pura.
Imperativi: a) ipotetico (condizionato), b) categorico (incondizionato): “devi”  “Agisci in modo che la tua massima
possa valere da legge universale”  test di universalizzazione. “Agisci in modo da trattare l’umanità anche come fine
e mai solo come mezzo”  rispetto.
Autonomia etica (volontà determinata solo dalla nostra ragione) (critica alle etiche eteronome).
Libertà è condizione dell’etica. Felicità non è obiettivo.
Tre postulati: 1) Libertà, 2) Immortalità dell’anima (per santità), 3) Esistenza di Dio (per felicità che ci spetta).
Primato della Ragione Pratica su quella Teoretica.

13. ETICA INGLESE NEI SEC. XVII E XVIII


Etica classica: dovere per raggiungere sommo Bene prefissato come fine.
Etica inglese: bene = piacere, è il movente non il fine.
Thomas Hobbes (XVII sec.)
Leviatano. Non esiste il sommo Bene/fine ultimo. Bene è ciò che desideriamo, soggettivamente. L’unico sommo
Bene è l’autoconservazione mia ma da qui  nessun criterio etico universale.
Stato di Natura  guerra di tutti contro tutti per autoconservazione, ciascuno ha diritto su tutto. Leggi naturali
(ragione) non sono “morali” ma servono a uscire dalla guerra continua  per paura della morte nasce Stato Civile
con un patto che cede al sovrano il diritto su tutto. Stato Assoluto  volontarismo = la legge è comando del sovrano.
John Locke (XVII sec.)
Ottimismo: Stato di Natura  pacifico, ognuno ha diritti di libertà e proprietà (basata sul lavoro)  dal contratto
nasce lo Stato Civile, cha garantisce i diritti (non li fa perdere come Hobbes) = Liberalismo.
Etica fondata sulle leggi dell’Essere Supremo, conosciute dalla ragione naturale  Deismo.
Teorie del “senso morale” (XVII – XVIII sec)
Lord Shaftesbury = sentimento morale nell’uomo che fa accedere naturalmente alle verità morali della legge
divina (approvare ciò che è onesto)  virtù = armonizzare interesse personale col bene pubblico (no
egoismo).
Bernard Mandeville = La favola delle api: sono vizi privati (e non virtù) a contribuire al bene pubblico: ricerca
del lusso eleva la ricchezza collettiva.
Francis Hutcheson = sistematizza Shaftesbury: aritmetica del senso morale = azione migliore è quella che
procura maggior felicità per il maggior numero di persone  base dell’utilitarismo.
David Hume (XVIII sec)
Trattato sulla natura umana. Fondamenti della morale non nella ragione ma nei sentimenti. La ragione non influenza
la volontà ma ci dice come stanno le cose; sono i sentimenti/passioni di piacere e dolore che ci fanno agire. Non
conflitto tra ragione e passioni: la ragione obbedisce alle passioni.

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Sentimenti morali istintivi = benevolenza e simpatia (= nessuno è indifferente alla condizione altrui). Sentimenti nati
successivamente (artificiali) = giustizia.
Azione è giudicata virtuosa perché suscita in noi sentimento di approvazione che nasce dal piacere nel contemplarla
(ma non è spiegata l’universalità dei giudizi morali).
Adam Smith (XVIII sec)
Norme della morale di senso comune derivano da ripetuta esperienza delle nostre reazioni spontanee di fronte a
virtù o vizio, basate su simpatia che permette universalità dei giudizi morali = ci giudichiamo dal punto di vista di uno
spettatore imparziale simpatetico (= versione sentimentalista della coscienza morale, no fondamento religioso).
“Mano invisibile” in economia.
Utilitarismo di Jeremy Bentham (tra XVIII e XIX sec)
Introduzione ai principi della morale e della legislazione.
Parte da naturalismo edonistico  piacere/dolore ci indicano ciò che dovremmo fare. Da qui: UTILITÀ = proprietà di
un oggetto per cui tende a produrre vantaggio, piacere, felicità. Etica = “arte di dirigere le azioni verso la produzione
della maggior quantità possibile di felicità”.
Non è egoismo: non riguarda il singolo ma la massima utilità generale (supera egoismo di specie  anche animali). È
etica teleologica (stabilisce il bene e giudica giuste le azioni che lo perseguono).
OBIEZIONI:
1. Si riduce a “calcolo felicifico” solo quantitativo. John Stuart Mill: vuole introdurre fattore qualitativo.
2. Manzoni: in casi-limite dà “conseguenze ripugnanti” (es. “uccidere è solo probabilmente contrario alla
moralità”).
3. Non tiene conto dei diritti naturali (tutti gli inglesi criticano astrattezza del giusnaturalismo). Robert Nozick
(fine XIX sec) pensa di poterli includere in un’etica utilitaristica.
4. Manzoni: piacere/dolore sono soggettivi (non vanno soddisfatte preferenze antisociali).
5. Si può solo giudicare a posteriori, dopo l’atto. Soluzione: conta l’utilitarismo della norma non dell’atto in sé.
6. Richiede azioni supererogatorie.

14.- 15. ETICA NEL SEC. XIX


Idealismo tedesco
Fichte = dal “primato della Ragion Pratica” di Kant  è fondamentale lo sforzo (streben) di realizzare la libertà.
Etica della perpetua autorealizzazione = scopo etico dell’uomo (Io empirico) è di tendere all’Assoluto (Io
trascendentale) dal quale proviene, in uno sforzo infinito di farsi sempre più libero.
Hegel = Spirito Oggettivo (istituzioni) si compone di: a. Diritto (comanda dall’esterno) – b. Moralità (comanda
dall’interno, è la morale kantiana astratta, dell’intenzione) – c. Eticità (morale concreta, bene realizzato,
unione di esterno + interno). Critica Kant perché astratto: il Bene a cui la moralità tende si realizza
concretamente nell’Eticità: a. Famiglia – b. Società civile – c. Stato (obbedisco alle leggi per amore di Patria).
Etica deontologica = doveri che si realizzano nelle istituzioni (Famiglia, Stato): armonia tra interesse soggettivo
e interesse generale.
Schopenhauer
Volontà di vivere è forza cosmica irrazionale che governa il mondo  sofferenza universale. Critica Kant: la morale
non si fonda sulla ragione ma sull’istinto di compassione o pietà, che allevia la sofferenza (seconda via di
liberazione).
Nietzsche
1) Nichilismo passivo = Morte di Dio = fine della metafisica e dell’etica. Annunciata al mercato da “uomo folle” =
Diogene (Socrate pazzo)  non ci sono più valori (“mercato” è luogo dei valori), perso ogni fondamento 
smarrimento, spaesamento  Socrate è “privo di luogo”, inquietante  questo terreno instabile è tipico della
morale (problema della mancanza di fondazione morale). Come Socrate indaga la vera natura dell’uomo (per lui è
ragione) anche il naturalismo di Nietzsche ma per lui: vera natura dell’uomo è “volontà di potenza” (superuomo).
2) Nichilismo attivo = Zarathustra è profeta del superuomo che impone i nuovi valori vitali con la sua “volontà di
potenza”.
Da qui  Genealogia della morale (come è nata l’idea di Dio? È un modo per togliere il fondamento) 
Contrapposizione tra: 1) valori vitali = morale dei signori (fierezza, bellezza…) a cui si è sostituita (per invidia della
casta sacerdotale) la 2) morale degli schiavi = valori antivitali (umiltà, uguaglianza) (da Socrate e tradizione giudaico-
cristiana). Operare la trasvalutazione dei valori.

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Positivismo  Spencer
Applica Darwin alla società: il comportamento morale (cooperativo) è quello più efficace per l’evoluzione.
Evoluzionismo  Darwin
Due principi dell’evoluzione: 1) variazione casuale, trasmessa ereditariamente; 2) selezione naturale del più adatto.
Anche gli animali hanno impulsi sociali che evolvono nella coscienza morale degli uomini. Le future generazioni
saranno sempre più virtuose.
Interpretazioni successive
Critica al darwinismo sociale: il più “adatto” non è per forza il “migliore” eticamente.
Che continuità c’è tra comportamenti animali e moralità umana?
a) Tesi discontinuiste = c’è un salto: etica richiede di contrastare i comportamenti animali. Teoria della patina = la
moralità è un rivestimento che limita la brutalità egoistica umana.
b) Tesi continuiste = Wilson: paradosso dell’altruismo  il comportamento altruistico non avvantaggia l’individuo ma
la specie eppure la selezione naturale non lo ha fatto scomparire. Ayala: la moralità è un prodotto indiretto di altri
adattamenti (prevedere, giudicare, scegliere); per questo non è scomparsa.

16. ETICA NEL SEC. XX


Neoidealismo  Croce: utile rientra nella sfera dell’economia, bene in quella dell’etica.
Pragmatismo  Dewey: etica ha senso solo come strumento per risolvere conflitti pratici.
Esistenzialismo  Kiekegaard: la religione rompe gli schemi dell’etica.  Sartre: siamo condannati a essere liberi;
non ci sono regole razionali per le decisioni morali.
Psicoanalisi  Freud: la morale nasce dal Super-Io, creato dal processo di civilizzazione per reprimere le pulsioni.
L’azione immorale è il risultato di motivazioni inconsce: l’etica va sostituita dalla psicoanalisi.
Habermas
Etica del discorso  la comunicazione è portatrice di valori etici  gli individui si impegnano nell’atto del parlare:
riconoscono l’altro come persona e assumono la responsabilità di fornire ragioni sensate a sostegno delle proprie
argomentazioni.
Neo-contrattualismo  moralità come insieme di norme il cui valore dipende dall’accordo degli individui.
John Rawls  Società giusta
La moralità nasce in una società bene ordinata (pluralista)= società giusta = accordo di individui liberi, interessati al
proprio benessere ma consapevoli dei vantaggi della cooperazione, che essi stipularono in una “posizione originaria”
sotto un “velo di ignoranza” = non sanno quale posizione occuperanno nella società così non sono influenzati dai
loro interessi. Accordo in base a 2 principi: 1) ognuno ha uguale diritto alla libertà; 2) Le ineguaglianze devono essere
per il beneficio dei meno avvantaggiati.
Richard Hare  Prescrittivismo universale
È metaetica non cognitivista. Etica è costituita da prescrizioni universalizzabili soverchianti.
1) Prescrizioni = linguaggio morale non descrittivo, non dice ciò che è ma ciò che deve essere.
2) Universalizzabili = (come Kant) la prescrizione deve valere per tutti.
3) Soverchianti = prescrizioni più alte delle altre.
Pensiero morale ha due livelli:
1) intuitivo = regole morali della società che abbiamo interiorizzato ma certi problemi sono insolubili.
2) normativo (o critico = Kantiano) = necessario per chiarire ciò che non si risolve intuitivamente  conduce alle
prescrizioni universalizzabili soverchianti.
Si può aggiungere un terzo livello: 3) metaetico = indaga la sensatezza logica delle affermazioni morali
Etiche dei diritti  sono etiche deontologiche.

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