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Recensione CD

Titolo: “Requiem. Officium Defunctorum”

Compositore: Tomàs Luis De Victoria

Esecutore: Kammerchor Saarbrücken, direttore: Georg Grün

Registrazione: Rondeau Production GmbH, anno 2011

Requiem del Kammerchor Saarbrücken - di Anna Paola Caroni

L’ Officium Defunctorum è un’elaborazione musicale dell'Ufficio dei Morti composta


dal grande Tomás Luis de Victoria, compositore rinascimentale spagnolo, nel 1603.

Dal 1580 Victoria lavorò in un convento a Madrid dove prestò servizio come
cappellano dell'imperatrice vedova Maria d’Austria, sorella di Filippo II di Spagna,
figlia di Carlo V, moglie di Massimiliano II e madre di due imperatori. L’ Officium
Defunctorum è stato composto per i funerali dell'Imperatrice Maria, che morì il 26
febbraio 1603, le cui maestose esequie furono eseguite il 22 e 23 aprile.

De Victoria ha pubblicato undici volumi della sua musica durante la sua vita, che
rappresentano la maggior parte della sua produzione compositiva e l’Officium
Defunctorum , l'unica opera pubblicata da sola, fu l'undicesimo volume e l'ultima
opera da lui pubblicata. La data di pubblicazione, 1605, è spesso inclusa nel titolo
per differenziare l' Officium Defunctorum dall’altra opera di Victoria (la Messa da
Requiem).
Secondo le fonti storiche l’organico previsto da De Victoria sarebbe stato un
dodicetto di voci adulte, un sestetto di voci bianche e uno strumento a corda per
rinforzare le voci gravi. Il risultato del CD che stiamo prendendo in considerazione
ci restituisce invece una sonorità diversa. Il coro protagonista è il Kammerchor
Saarbrücken di Georg Grün, formato da 40 voci adulte senza raddoppio
strumentale, che propone all’ascoltatore una versione allo stesso tempo differente e
simile a quella che ci suggeriscono le fonti: differente per la massa sonora e
l’organico utilizzato e simile per lo studio della prassi.
Ritroviamo nell’esibizione di questo coro un ottimo fraseggio all’interno delle singole
voci che però non si percepisce allo stesso modo nella complessità dell’opera.
Il coro nonostante sia di lingua tedesca offre un’ottima intelligibilità del testo latino,
anche se, a mio parere, in alcuni passaggi può essere ancora più accentuato,
soprattuto nel piano e nel pianissimo.
L’inizio dell’opera risulta essere maestoso, così come maestose sono state le
esequie dell’imperatrice. Anche proseguendo con il resto dei brani il coro dimostra
di avere ottime capacità di interpretazione sia nelle parti più meditative dell’ Kyrie e

dell’Agnus Dei, sia in quelle più celebrative del Sanctus e del mottetto “Surrexit
pastor bonus”.
L’intonazione generale è ben controllata anche se ritroviamo in alcuni punti le voci
più acute leggermente crescenti, soprattuto in presenza di note lunghe.
Invece l’amalgama dei timbri e delle voci è ottima ed estremamente curata nelle
citazioni gregoriane delle voci femminili.
In generale troviamo un ottimo studio dietro all’esecuzione di questa opera, studio
del fraseggio, del gregoriano, della trama contrappuntista e del significato del testo.
Nonostante sia un coro semi-amatoriale consiglierei l’ascolto di questa esecuzione
anche per lo studio della prassi esecutiva cinquecentesca, consapevoli del fatto
che non può esistere un coro in grado di restiruirci un’esecuzione completamente
fedele al passato.

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