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I raggi X furono scoperti casualmente da Röntgen nel 1895 mentre stava effettuando degli esperimenti per la
produzione dei raggi catodici in tubi sigillati. Il flusso di elettroni nel tubo urtando contro il vetro del tubo stesso
produsse radiazione X di bassa intensità, che provocò la luminescenza del materiale fluorescente messo in vicinanza. Il
fisico deduce che la fluorescenza è causata dall’emissione dei raggi invisibili che fuoriescono dal tubo. Dopo aver preso
altri oggetti ed averli posti tra la traiettoria dei raggi emessi ed una lastra fotografica, nota che un’immagine di essi resta
impressa sulla lastra: l’immagine del contenuto degli oggetti e della loro struttura interna. Röntgen capì correttamente
che un nuovo tipo misterioso di radiazione era stato generato, e spiritosamente la battezzò "radiazione X".
I raggi X devono essere usati con le giuste precauzioni, come protezioni per il paziente, sistemi di collimazione del
fascio del macchinario radiografico per non dirigere i raggi nelle zone limitrofe rispetto all’ area che vogliamo
analizzare, tempi di esposizione ridotti ecc..; i raggi X infatti danneggiano il DNA soprattutto in quei comportimenti
anatomici ad alta replicazione cellulare come timo e tiroide.
Le radiografie endorali sono ausili indispensabili al clinico sia per una corretta diagnosi che per una
soddisfacente terapia.
L’utilizzo delle stesse è diventato quasi imprescindibile nella pratica clinica nella maggior parte delle
situazioni. Esistono sostanzialmente 3 tipi di radiografie:
Le radiografie PERIAPICALI: prendono uno o più denti nella loro interezza. Utilizzate ad esempio in
endodonzia. Possono essere fatte con la tecnica della parallela o con quella della bisettrice ( quest’
ultima eseguita nei casi in cui la lastrina non possa essere mantenuta parallela all’ asse lungo del
dente, per motivi anatomici ad esempio ).
Le sproiezioni servono invece a far si che alcuni elementi di interesse radiografico non vengano
sovrapposti: ad esempio le radici di un dente pluriradicolato; i raggi saranno pertanto obliqui rispetto
alla linea immaginaria che unisce due radici, in modo che queste appaiono “sproiettate” sulla lastrina,
e non sovrapposte.
Le radiografie BITE-WING: con una sola radiografie si riesce a vedere la corona sia dei denti
superiori che inferiori. Spesso utilizzate in prima visita per individuare carie “tra un dente e l’altro”,
altrimenti invisibili
TAC: In radiologia la tomografia computerizzata, indicata con l'acronimo TC o CT o TAC è una metodica
diagnostica per immagini su tessuti duri, che consente di riprodurre sezioni o strati (tomografia) corporei del
paziente ed effettuare elaborazioni tridimensionali. È in genere un esame di seconda scelta quando le tecniche
tradizionali sono insufficienti all’ esame diagnostico.
RMN: la Risonanza Magnetica Nucleare è un fenomeno fisico caratteristico dei nuclei esposti ad un campo
magnetico. È un esame indicato per i tessuti molli ( a bassa densità ).
VIDEORADIOGRAFIA DIGITALE: Può essere diretta, con abolizione dell’ uso della lastrina e una riduzione
dell’ esposizione ai raggi X dell’ 80%, non si hanno tempi di attesa in quanto è possibile visualizzare le
radiografie digitali quasi in tempi reali su di un monitor installato accanto alla poltrona, permettendo rapide
spiegazioni del trattamento. Possiamo eseguire endorali, opt, telerx senza usare sostanze chimiche, eliminando
così lo smaltimento dei rifiuti. Quella indiretta vede l’ uso comunque di una lastrina in fosfori che viene
analizzata e impressionata da un’ apposito scanner che invia i dati ad un computer.