REVISIONE COSTITUZIONALE
Nonostante sia unico ci sono due tipologie di atti, diversi solo per lo scopo che si prefiggono. Legge di
revisione perché si passa da una disposizione ad un'altra, c’è una modifica formale.
Per le leggi costituzionali, invece, stabiliscono quello che richiede la stessa cost. (art. 137).
IL PROCEDIMENTO PER ENTRAMBE: è lo stesso (138). Due fasi, parlamentare e extra parlamentare. Il
procedimento parte da uno o l’altra camera:
Prima deliberazione avviene a maggioranza semplice. In questa fase si verifica quello che abbiamo definito
la cosiddetta navette, quello che le due camere si rispediscono l’articolo anche all’infinito. Ma nel caso in cui
venga approvato si passa alla seconda fase. Ma cosa cambia? Cambia che le due camere devono approvare a
maggioranza assoluta e non sono più ammesse emendamenti (navette), non possono più rimpallarsi il testo: o
lo approvano o lo ritirano. Nel momento in cui la camera rinvia al senato, approva il testo, se rifiuta, cade! Il
procedimento si arresta e non si arriva alla legge di revisione.
Mettiamo caso che il testo arrivi, e passa con maggioranza assoluta, che non supera i 2/3 dei componenti in
entrambe le camere, entro la quale c’è la possibilità di chiedere referendum, nel caso in cui superasse tale
soglia avviene la promulgazione. Attenzione, il referendum è possibile, ma non è automatico che venga
chiesto. Però nell’eventualità in cui si chieda il referendum costituzionale (sospensivo diverso
dall’abrogativo) si passa alla fase extraparlamentare. Rispetto all’abrogativo c’è una particolarità: verificate
le firme (questo per entrambi) + una verifica sostanziale (ammissibilità del referendum). Nel caso in cui tutto
ciò sia garantito, la promulgazione della legge avviene nel caso in cui si ottenga la maggioranza dei volti
validi: qualunque si l’affluenza alle urne il referendum sarà valido ed entrerà in vigore.
Si può modificare tutta la cost con il procedimento di revisione costituzionale? NO, CI SONO DEI LIMITI:
1- Il limite della forma repubblicana (espressione del referendum del 1946), che è un limite espresso. È
facile intuire che non si possa modificare tutta la costituzione (es. i cittadini sono uguali di fronte alla
legge, art.3, non può essere modificato) proprio per questa ragione è stato stabilito che esistano dei
limiti impliciti (elencati dal punto due) che fanno sì che neppure con revisione costituzionale si
possano toccare. Ciò implica che se esistono dei limiti, deve esserci la possibilità di qualcuno di
controllare, e chi meglio della corte costituzionale? Che si è attribuita tale potere (anche
giustamente).
2- Principio di unità nazionale, eguaglianza, sovranità popolare
ATTENZIONE: questo non significa che una legge che incide su un principio fondamentale, allora è
necessariamente incostituzionale. Dipende da come incide su tale principio. Ad esempio le immunità: se
previste per la durata della carica, ok. Se a vita, no!! (Che merda).
LEGGI E ATTI AVENTI FORZA DI LEGGE:
Legge, decreto legge, decreto legislativo stanno sulla stessa scala gerarchica, in quanto hanno la stessa forza:
attiva e passiva. La prima è la possibilità di abrogare, la seconda è quella di resistere all’abrogazione da parte
di fonti subordinate (ciò che sta sotto non può abrogare nessuna di queste tre fonti). Ma cosa distingue questi
tre atti?
a) Legge ordinaria deriva dal parlamento e dal procedimento legislativo
b) Le altre due dal governo (decreto legge) e da una delega al governo da parte del parlamento (decreto
legislativo)
Cambiano i procedimenti e le origini. Noi diciamo che decreto legge e legislativo sono atti con forza di legge
proprio perché provengono da diversi organi, ma hanno la stessa forza. Quando parliamo di legge parliamo
di una fonte tipica: solo quella che legge dal parlamento e NIENTE ALTRO!!!!!!! (SOLO LEGGI
ORDINARIE, DI REVISIONE E PROCEDIMENTO). Il resto sono atti con forze di legge.
La legge ordinaria è il prodotto della funzione tipica, legislativa del parlamento. Nota che ciò è dovuto alla
divisione dei poteri, ma ciò non toglie che i poteri non siano leggermente alterabili (governo attualmente fa
più decreti che il parlamento leggi). La corte in passato è intervenuta su questo, nel 1996 ha stabilito che la
reiterazione sia abolita in quanto altera i poteri del parlamento.
Tutto ciò è disciplinato nella sezione II del titolo I parte II della costituzione (art. 70,71 – 76), che porta il
titolo “la formazione delle leggi”. L’iter, in breve: iniziativa, deliberazione, promulgazione e pubblicazione.
Ciò è un’esemplificazione perché dentro le fase c’è un’articolazione del procedimento (es. navette).
L’iniziativa:
- Governo
- Ogni parlamentare
- 50000 elettori
- Ogni consiglio regionale
- CNEL
La deliberazione: all’interno delle camere (navette) attraverso le commissioni, una volta accettato si va alla
promulga del presidente della repubblica.
Le commissioni agiscono in: sede referente, deliberante, redigente (libro). La fase finale (promulgazione
art.73-74) danno al presidente della repubblica un mese per promulgare la legge in questione, a meno che
non venga dichiarata l’urgenza a maggioranza assoluta e secondo la data che danno loro. Il presidente della
repubblica può con messaggio motivato chiedere una nuova deliberazione. Se torna tale e quale a prima e lo
deve approvare. NOTA: SE TORNA ALLA CAMERA E VIENE APPROVATA CON UNA
MAGGIORANZA DIVERSA? CIO’ PONE DELLE RIFLESSIONI.
Il PDR è in realtà un primo filtro sulla legittimità della costituzionalità di una legge. In passato i PDR non
utilizzavano molto spesso questo potere, in tempi recenti invece si espongono molto. Resta il fatto che è un
filtro a maglie grosse: non può esercitare un controllo vero e proprio, ma astratto e in secondo luogo è un
controllo che può essere superato dal parlamento (anche con maggioranza semplice). Ci si chiede se possa
rifiutare di promulgare e l’unico caso possibile (detto ipotesi di scuola) che il parlamento approvi un atto
talmente lesivo che il PDR rischierebbe di compiere un attentato alla costituzione, ma è un’ipotesi di Fanta
diritto.
GLI ATTI CON FORZA DI LEGGE: atto con necessità di urgenza, entro 60 giorni, altrimenti decade. Viene
approvato se ci sono due presupposti (condizioni di legittimità): necessità e urgenza. Chi le stabilisce? Il
governo! C’è per il problema che è il governo e se stabilisse un urgenza che non esiste? Ebbene, è stato
stabilito che le condizioni di legittimità siano così importanti che se mancassero non farebbero passare il
decreto, con un’illegittimità talmente grave che si riflette nella legge di conversione. Tant’è che poi è
previsto il controllo del parlamento (naturale titolare della funzione legislativa). È talmente eccezionale, tale
fatto, che le camere devono riunirsi anche se sciolte e hanno 60 giorni per farlo. Se non viene convertito in
legge esso decade. Se viene approvato un decreto legge e nei 60 gg non viene convertito in legge esso
decade. (se passa ha validità, ma finché il parlamento non lo converte e cade, perde efficacia e nessuno può
risarcire. Gli effetti prodotti non sempre possono essere sanati.) tutto questo è importante per spiegare che il
parlamento è l’unico titolare della funzione legislativa.
Ci sono dei limiti del decreto legge:
1. Conferire deleghe legislative
2. Disciplinare le materie elencate all’art 72 ultimo comma (che il procedimento normale deve essere
utilizzato per una serie di materie)
3. Rinnovare disposizioni di decreti non convertiti
4. Regolare rapporti giuridici sorti in base a decreti non convertiti
5. Ripristinare l’efficacia di disposizioni per le quali la corte cost abbia dichiarato incostituzionalità
NOTA: viene approvato immediatamente, poi nei 60 il parlamento può approvare o far decadere,
modificando anche il decreto legislativo.