La disfagia postchirurgica è data da tutte quelle condizioni che determinano alterazioni della
deglutizione conseguenti a trattamenti chirurgici.
V-TRIGEMINO nc misto (fronte – mm masticatori – 2/3 ant linguali – tensore velo palatino)
VII-FACCIALE nc misto (mm mimici – 2/3 ant linguali – ghiandole lacrimali e salivari )
IX-GLOSSOFARINGEO nc misto (stilofaringeo – costrittore faringe – istmo delle fauci- terzo post
linguale – tuba faringo palatina)
X-VAGO nc misto (mm laringe – mm faringe – porz superiore esofago – mucosa tra epiglottide e
orofaringe – mm palatoglosso, l’unico linguale ad innervazione vagale)
FATTORI FAVORENTI:
L’associazione fumo e alcol aumenta la probabilità di insorgenza del tumore in modo
esponenziale (il rischio non è dato dalla semplice somma dei due fattori di rischio). Altri fattori
di rischio importanti sono l’inalazione di sostanze tossiche professionali e inquinanti ambientali;
tutti gli altri fattori di rischio favoriscono il tumore in associazione ad altre condizioni.
▪ Fumo di sigaretta ed alcol
▪ Tossici professionali
▪ Inquinanti ambientali
▪ Fattori genetici
▪ Fattori ormonali
▪ Reflusso gastro-esofageo
▪ Carenze vitaminiche (alterano il trofismo delle mucose)
▪ Infezione virale (es HPV ) papilloma virus
▪ Trauma vocale cronico (associato ad altri fattori)
▪ Radiazione della regione cervicale anteriore
▪ Displasia (Lesione precancerosa): alcune cellule si moltiplicano più velocemente del normale
e diventano indifferenziate, con un nucleo voluminoso a discapito del citoplasma. Può
essere di vari gradi: lieve, moderata, grave. Le forme displasiche a seconda della loro gravità
devono essere asportate prima che si trasformino in tumore.
▪ Carcinoma in situ. Localizzato. Il tumore maligno nel 97% dei casi è epidermoidale, cioè
origina dall’epitelio che riveste la mucosa della laringe. Coinvolgendo le altre strutture della
laringe che verranno classificate a seconda della sede in: sovraglottica (sopra le corde
vocali), glottica (interessa le corde vocali), sottoglottica (sotto le corde vocali).
▪ Carcinoma infiltrante può interessare le strutture del distretto cervico cefalico, con
interessamento dei linfonodi laterocervicali o in caso di metastasi a distanza può riguardare
zone come polmoni, fegato e ossa.
APPROCCIO CLINICO:
1. ANAMNESI: generale (epidemiologica, fattori favorenti) e sintomatologia (modalità di
esordio, durata e decorso, sintomi locali, regionali e generali)
Sintomatologia: disfonia (alterazione del segnale vocale con esordio graduale e decorso
ingravescente nell’arco di mesi), disfagia, dispnea (quando è ostruito a tal punto il passaggio
dell’aria da non permettere la corretta respirazione), odinofagia (dolore durante l’atto
deglutitorio).
2. ESAME OBIETTIVO: Nell’esame obiettivo non bisogna analizzare non solo la lar inge ma
occorre ispezionare con la palpazione anche il collo per valutare eventuali ingrossamenti dei
linfonodi del collo.
▪ LOCALE: fibrolaringoscopia o laringoscopia tradizionale indiretta
▪ REGIONALE: collo
▪ ESAMI STRUMENTALI per stadiare il tumore
IMAGING:
▪ ECOGRAFIA COLLO: Dà informazioni solo sullo stato dei linfonodi del collo,
ma non riguardo il tumore primitivo
▪ TAC: Per valutare radiologicamente il tumore laringeo si fa la TAC che
permette di definire: Sede, Dimensioni, Infiltrazione delle cartilagini (come la
tiroide)
La diagnosi di certezza viene fatta con la biopsia. Per effettuare il prelievo bioptico si usa la
Microlaringoscopia in sospensione. A paziente supino in anestesia generale viene posizionato un
tubo di metallo nella bocca detto laringoscopio (varie misure a seconda del collo del pz) che
arriva fino al livello delle corde vocali. Viene poi avvicinato un microscopio per ingrandire
l’immagine. In questo modo con la strumentazione chirurgica si può asportare una porzione di
tessuto affinché venga analizzata dall’anatomopatologo.
TECNICHE CHIRURGICHE
CORDECTOMIA
Quando il tumore interessa il piano glottico (solo corde vocali) in quel caso si può asportare la
corda vocale attraverso il cavo orale del paziente con una procedura simile a quella della biopsia
senza approccio chirurgico esterno. Questo tipo di intervento si basa su una visione
endoscopica e un taglio che non utilizza il bisturi, ma il laser a CO2 che permette il taglio e la
coagulazione in contemporanea. Al microscopio viene attaccato un braccio che emette un
raggio laser. Il chirurgo ha a disposizione un joystick con un puntatore che individua la sede di
arrivo del raggio laser che a sua volta viene attivato da un pedale. Vengono poi utilizzati degli
strumenti per prelevare il tessuto reciso.
Questo intervento prende il nome di cordectomia. Esistono vari tipi di cordectomia a seconda
che il tumore sia più o meno superficiale; esiste una classificazione delle cordectomie che
permette di uniformare l’azione dei chirurghi a seconda degli strati di corda vocale infiltrati dal
tumore.
▪ Vantaggi:
No cicatrici
Breve tempo dell’intervento e della degenza
▪ Conseguenze:
Disfonia post-chirurgica che può essere riabilitata
Disfagia transitoria. È transitoria perché durante la fase faringea della deglutizione, la
laringe interviene non solo con la chiusura delle corde vocali ma anche dell’epiglottide,
quindi, se l’epiglottide non viene interessata dall’intervento ci può essere il recupero
della normale deglutizione nell’arco di qualche giorno.
Disfonia permanente (complicanza che può esserci con laser chirurgia piano glottico)
può essere riabilitata e dipende da vari fattori tra cui i meccanismi di compenso: per
questo motivo è importante avviare un ciclo di riabilitazione che permetta alla corda
controlaterale di compensare i deficit di quella asportata in modo da ottenere il
massimo recupero funzionale possibile
La laringe è composta da: epiglottide che si ancora alla cartilagine tiroidea al cui interno c’è la corda
vocale che collega la faccia interna della cartilagine tiroide a un’altra cartilagine situata
posteriormente che è l’aritenoide; più in basso la laringe è costituita da un altro anello, detto
cricoide, che si continua con gli anelli della trachea.
In particolare:
- Epiglottide: si ribalta andando a chiudere la laringe
- Corde vocali: si chiudono impedendo il passaggio nella laringe.
Quando si fa un intervento chirurgico bisogna considerare che le strutture residue devono
mantenere le funzioni a cui sono deputate. L’intervento deve:
- Preservare la forma di cilindro della laringe per far passare l’aria in trachea
- Fare in modo che questo cilindro conservi almeno qualche cartilagine funzionale alla
deglutizione: se per. Es vengono asportate l’epiglottide e le corde vocali si può sfruttare
l’anello cricoideo e le cartilagini aritenoidi. Le aritenoidi, infatti, sono in grado di compiere
dei movimenti che insieme al tessuto edematoso circostante possono chiudere a tappo la
laringe. Quindi anche se viene preservata solo l’articolazione crico-aritenoidea è possibile
recuperare la deglutizione.
Questo intervento in cui viene preservato solo l’anello cricoideo e anche 1 sola aritenoide permette
anche di recuperare la fonazione: l’aritenoide è rivestita da mucosa che con l’intervento sarà
edematoso. Nella normale fonazione le corde vocali vibrano al passaggio dell’aria producendo il
suono. Lo stesso avviene con l’utilizzo di 1 sola aritenoide.
LARINGECTOMIA TOTALE
In caso di laringectomia totale la trachea non potrà essere abboccata nel cavo orale, ma prenderà
aria direttamente dall’esterno grazie a un orifizio chiamato tracheostoma.
Dal punto di vista della deglutizione l’intervento di laringectomia totale separa definitivamente la
via respiratoria da quella deglutitoria quindi il pz non avrà mai un rischio di ab ingestis. Si può avere
una maggiore difficoltà alla discesa del bolo per la presenza della cicatrice che può fungere da
sfintere; ci possono essere difficoltà a deglutire i cibi un po’ più solidi. Se la cicatrice è
particolarmente esuberante è come se si creasse una glottide e si crea una tasca in cui si può
accumulare del cibo che viene poi riversato in esofago.
L’unica funzione completamente inficiata è la fonazione.
RECUPERO FUNZIONE VOCALE:
- VOCE ERIGMOFONICA
Voce erigmofonica: metodo naturale per il recupero della fonazione. Il pz prende aria dalla
bocca, l’aria giunge all’esofago e viene riemessa mettendo in vibrazione la mucosa tra esofago e
faringe. Il suono è prodotto la messa in vibrazione della mucosa faringo-esofagea. Il
meccanismo è quello dell’eruttazione.
Al pz si insegna ad articolare questo suono per farlo diventare comprensibile.
- LARINGOFONO: Quello del laringofono è un altro sistema che non viene più utilizzato poiché
non è naturale. Si amplifica con un microfono per via transcutanea la vibrazione prodotta dalla
mucosa del faringe. Questo metodo non ha necessità di esercizio, basta accendere il
laringofono, ma il suono è completamente metallico.
- PROTESI FONATORIA: Le protesi fonatorie rappresentano la soluzione più recente. Un piccolo
cilindretto viene posto a ponte tra la parete della trachea e la parete dell’esofago. Permette di
far entrare l’aria in trachea e (una volta chiuso) riemetterla dall’esofago. Il timbro e la qualità
della voce sono migliori che con la voce erigmofonica. La protesi può essere posizionata
direttamente durante l’intervento chirurgico o essere messa dopo la cicatrizzazione. Necessita
comunque di una igiene accurata per evitare incrostazioni che possono comportare infezioni e
va periodicamente sostituita.
In alcune situazioni ci sono delle retrazioni cicatriziali tali da richiedere l’intervento chirurgico.
Es. quando c’è una dilatazione del lume della laringe e l’aritenoide non è sufficientemente grande
da chiuderla a tappo quindi si fanno delle infiltrazioni che «gonfiano» l’aritenoide.
QUANDO?
▪ Valutazione preoperatoria:
Informazione del paziente sulle conseguenze del trattamento chirurgico e dell’iter
riabilitativo con necessità di collaborazione.
▪ Inizio della riabilitazione della disfagia alla completa cicatrizzazione della ferita
chirurgica
▪ Terapia riabilitativa anche durante i trattamenti complementari radio-chemioterapici
(per gli effetti collaterali di queste terapie)
TRATTAMENTO TERAPEUTICO
• Aumentare la sensibilità predeglutitoria (gusto, olfatto e tatto)
• Aumentare la motilità delle strutture oro-faringee
• Sviluppare il controllo e la coordinazione dei movimenti durante l’atto deglutitorio
• Sviluppare posture e manovre compensatorie (prevedono modificazioni della respirazione e
posture di rotazione e flessione del capo per convogliare il bolo correttamente senza
prendere la via respiratoria)
DIRETTO: mediante somministrazione di cibo
INDIRETTO: mediante esercizi atti a stimolare l’automatismo dell’atto (dry swallowing) o mediante
la deglutizione della saliva.