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Dalla crisi della repubblica all’Impero

 Trasformazione e crisi della classe dirigente


romana
 Roma vide affluire ricchezze: bottino, risarcimenti (Scipioni a processe a causa
di Marco Porcio Catone).
 Lucio Cornelio Scipione l’Africano e il fratello Lucio Cornelio Scipione Asiatico
furono sottoposti, su iniziativa di Marco Porcio Catone, ai celebri processi degli
Scipioni per aver disposto la distribuzione di 500 talenti alle truppe e aver fatto
concessioni personali ad Antioco III senza il permesso del senato.
 Oltre al bottino di guerra c’erano anche i risarcimenti che venivano imposti ai
nemici vinti e andavano a rimpinguare il tesoro pubblico.
 Divisione delle terre conquistate in province, governate per un periodo da uno
a tre anni , da consoli o pretori usciti di carica, che prendevano il titolo di
proconsole o propretore. Potevano vessare a piacimento le popolazioni locali.
 Per porre freno agli abusi, nel 149 a.C., il senato promosse l’istituzione di un
tribunale permanente de repetundis (dei risarcimenti), che doveva esaminare le
denunce contro i governatori, con un limite grave però: il tribunale era composto
da senatori.
 Nelle province, più odiati dei governatori, erano i publicani: addetti alla
riscossione dei tributi dovuti dalle province, la Sicilia era tenuta a versare una
percentuale prestabilita dei propri raccolti, in particolare di frumento.
 I publicani potevano appartenere a famiglie di rango senatorio ma non erano
senatori, dal 218 a.C., infatti, nacque la Legge Claudia, divieto per i senatori di
possedere grandi navi da carico ed esercitare attività economiche (l’unica attività
economica giudicata degna di un gentiluomo era l’agricoltura).
 Chi si occupava delle altre attività non agricole? Venivano esercitate da un
nuovo gruppo, l’ordine equestre: vi potevano essere iscritti i cittadini più ricchi
che nel sistema centuriato militavano nella cavalleria, ma non senatori. Forti
rivalità tra senatori e cavalieri.
 I terreni delle popolazioni ribelli erano nell’agro pubblico romano, l’agro
pubblico ora a disposizione di Roma era enorme, fondazione di nuove colonie.
 Limiti di terreno da possedere, ma non c’erano controlli, così i grandi
proprietari terrieri approfittano di ciò per aggiungere abusivamente vastissime
aree di agro pubblico ai propri possedimenti.
 Nacquero così i grandi latifondi (vasto podere): anche sul versante della
proprietà agraria, i ricchi diventavano più ricchi e i poveri diventavano più poveri.
 I piccoli proprietari terrieri, ovvero i contadini-soldato che rappresentavano la
base della cittadinanza e dell’esercito romani, non vogliono o (non possono)
ritornare alle loro terre dopo le guerre.

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 La manodopera schiavile impedisce ai cittadini impoveriti di essere assoldati
come braccianti nelle terre altrui, si formò quindi una massa turbolenta di
nullatenenti, avida di distribuzioni alimentari gratuite e pronta a vendere il
proprio voto nella elezione dei magistrati.
 Vane furono le leggi di ambitu che punivano l’andare in giro dei candidati per
comprare il consenso dei votanti.
 Al deterioramento del tessuto sociale e politico seguì il problema del
reclutamento militare: il servizio militare era strettamente connesso con la
proprietà terriera, e i nullatenenti non venivano arruolati, l’impoverimento dei
contadini ebbe ripercussioni sull’arruolamento.
 Ancor più critico il quadro della situazione degli alleati Italici.
 L’impoverimento di vaste fasce di popolazione rese problematico il
reclutamento militare. Questo causò una progressiva disaffezione degli alleati
Italici verso Roma.
 Tiberio Gracco
 Un piccolo gruppo di nobili sensibili ai problemi delle masse popolari cercò di
dare risposta alla gravissima crisi sociale e politica che affiggeva la repubblica.
 All’interno di questo gruppo c’erano i fratelli Tiberio e Gaio Gracco, nipoti di
Scipione l’Africano.
 Problema della questione agraria.
 133 a.C., Tiberio fu eletto tribuno della plebe: la sua legge agraria poneva
all’occupazione privata dell’agro pubblico un limite di 500 iugeri, più 250 iugeri a
figlio, fino a un massimo di 1000 iugeri. Il resto andava distribuito ai nullatenenti,
fino a 30 iugeri a testa non rivendibili.
 Appoggio di Publio Muzio Scevola, il console in carica.
 Contrari erano gli aristocratici e i proprietari terrieri che spinsero l’altro
tribuno della plebe, Marco Ottavio, a porre il veto sulla legge, ma Tiberio lo fece
deporre.
 Tiberio propose, poi, di usare i soldi lasciati in eredità da Attalo III a Roma per
avviare le colture dei nullatenenti, accese le proteste dei conservatori, che
calunniano Tiberio dicendo che aspirava alla tirannide.
 Nel luglio del 133 a.C., mentre i concili della plebe erano riuniti per eleggere i
tribuni dell’anno seguente, la rielezione di Tiberio appariva scontata, Tiberio viene
ucciso con circa 300 dei suoi uomini durante uno dei tumulti fatto scoppiare dai
senatori.
 Gaio Gracco
 123 a.C., eletto tribuno della plebe.
 Animato dalle stesse convinzioni del fratello Tiberio, nuova legge agraria, la
legge frumentaria: prevedeva la distribuzione di frumento a prezzo ridotto per i
nullatenenti; promosse la fondazione di tre nuove colonie, con relative
assegnazioni di terre, a Taranto, a Squillace e a Cartagine, possibilità di arruolarsi
anche a chi non aveva il censo (armi fornite dallo stato).
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 Cercò l’appoggio dei cavalieri: legge giudiziaria: i cavalieri compongono le
giurie dei tribunali, anche quelle de repetundis.
 Voto delle diverse centurie nei comizi centuriati per sorteggio.
 Infine la legge sulla cittadinanza: propose l’estensione della cittadinanza
romana ai Latini, e quella latina agli Italici. Intenzione di riaquistare il faore degli
alleati.
 No consenso, gli ottimati spinsero il collega Livio Druso a togliergli la fiducia
con proposte più demagogiche e si coalizzarono con i cavalieri e la plebe, contrari
all’estensione della cittadinanza.
 Gaio fu proclamato nemico pubblico dal senato.
 Nel 122 a.C., si fece uccidere da uno schiavo sull’Aventino per non cadere vivo
nelle mani dei nemici. Tremila dei suoi sostenitori furono arrestati e massacrati.
 Gaio mario, L’omo novus
 Ottimati e popolari: Optimates, “uomini eccellenti”, così si autodefinivano
quei nobili che proclamavano di ispirare la loro azione politica al rispetto della
tradizione.
 Populares: “amici del popolo”, quei nobili che, come i Gracchi, si facevano
interpreti delle esigenze dei cittadini impoveriti, del potere economico dei
cavalieri, delle rivendicazioni degli alleati Italici.
 Nel 113 a.C., i Cimbri e i Teutoni invadono la Gallia Transalpina (al di là delle
Alpi).
 Guerra contro Giugurta, re della Numidia (Algeria), nipote adottivo di
Micipsa, alleato dei romani. Alla morte dello zio, venne estromesso dal regno, che
venne lasciato solo ai cugini, Aderbale e Iempsale. Giugurta uccise Iempsale, poi
attaccò Aderbale a Cirta, dove sterminò gli abitanti, tra cui molti mercanti italici e
romani.
 I cavalieri volevano la guerra; i senatori no. I popolari forzarono la situazione e
fecero eleggere console e comandante delle operazioni Gaio Mario, di ceto
equestre, ma non nobile, eletto senza aver completato il cursus honorum.
 Mario era un homo novus, cittadino asceso alle magistrature, fino al
consolato, senza essere nobile.
 A lui si deve la riforma del reclutamento militare: offre anche ai nullatenenti e
ai Latini la possibilità di arruolarsi ricevendo paga e armamenti dallo Stato:
militari di professione (fedeltà ai comandanti piuttosto che alla Repubblica).
 Con Mario si arrivò a un esercito composto solo da professionisti della guerra.
 Mario sgominò Giugurta in tre anni e lo portò al trionfo a Roma.
 Sconfisse i Teutoni ad Aquae Sextiae e i Cimbri ai Campi Raudi.
 Eletto console per ben cinque volte di fila, tra il 104 e il 100 a.C.
 Tribuno della plebe Lucio Apuleio Saturnino: ridurre il prezzo del grano e
assegnare terre ai veterani nelle province e imposizione ai senatori di giurare di
non ostacolare le riforme violente rivolte, il Senato fa intervenire Mario che, per
mostrarsi fedele alla Repubblica, fa mettere a morte i suoi stessi seguaci, senza
riuscire, d’altra parte, ad avere l’appoggio del senato si ritira a vita privata.
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 La guerra sociale
 90 a.C., con il tribuno della plebe Marco Livio Druso, fallì l’ennesimo tentativo
di far approvare una nuova legge di cittadinanza: cittadinanza agli Italici e
vantaggi per tutti i gruppi sociali a Roma. Opposizione, Druso venne ucciso.
 Marco Livio Druso provocò una violentissima reazione degli alleati Italici.
 Gli italici presero le armi: si unirono in uno Stato federale e costruirono un
governo ricalcato su quello di Roma.
 Ebbe inizio una guerra sociale (91-89 a.C.) e fu terribilmente aspra, le vittime
furono decine di migliaia.
 A Roma il comando venne affidato a Lucio Cornelio Silla.
 Impossibilità di concludere il conflitto, se non con la concessione della
cittadinanza a coloro che si arrendevano (la cittadinanza romana assegnata dallo
Stretto di Messina al Rubicone). Nella Pianura Padana cittadinanza latina.
 Cittadini da 400.000 a un milione e mezzo: processo di unificazione politica.
 La guerra civile
 Nell’88 a.C., Mitridate VI Eupàtore invase la provincia romana d’Asia e ordinò
di uccidere tutti i cittadini romani presenti, Mitridate passo poi in Macedonia e in
Grecia, dove venne accolto come un liberatore.
 Il senato affidò a Silla il comando delle operazioni, ma popolari e cavalieri lo
fecero esonerare in favore di Mario.
 Silla rispose all’attacco politico dei popolari e di Mario con una decisione che
cambiò radicalmente la storia politica di Roma repubblicana: rientrò a Roma in
armi e la occupò, non era mai accaduto e a Roma si dilagò il terrore, molti
appartenenti alla fazione dei popolari furono uccisi, altri, tra cui Gaio Mario si
salvarono con la fuga.
 Silla partì per l’Oriente, dove tra l’87 e l’84 a.C. sconfisse più volte Mitridate e
lo ricacciò nei limiti del suo regno.
 Mario tornò a Roma, i sostenitori di Silla furono messi a morte senza
processo.
 Silla dopo aver recuperato tutte le province occupate da Mitridate tornò a
Roma, oltrepassando il pomerio in armi.
 Nacque la guerra civile: Silla con Crasso e Pompeo, i popolari con i Sanniti
(morte di Mario), ci fu la battaglia di Porta Collina, i popolari furono massacrati.
 La dittatura di Silla
 Nell’82 a.C., Silla assunse la carica da dittatore a tempo indeterminato
assegnandosi il diritto di emanare leggi.
 Silla abolisce tutte le leggi votate in sua assenza.
 Fece pubblicare le cosiddette tavole di proscrizione: elenchi ufficiali, più volte
aggiornati, contenenti i nomi dei suoi nemici politici. Chiunque li uccidesse aveva
la garanzia dell’impunità e veniva generosamente ricompensato.

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 Mirò a restaurare l’ordinamento tradizionale; portò il numero dei senatori da
300 a 600; distribuì terre ai veterani; tolse ai cavalieri il diritto di far parte dei
tribunali e gli affidò unicamente ai senatori; ridusse il potere dei tribuni della
plebe; abolì le distribuzioni gratuite di grano; vietò la rielezione dei consoli per
due anni consecutivi e separò gli incarichi militari da quelli di governo.
 Suolo sacro dal Rubicone.
 Alla fine dell’81 a.C., Silla depose inaspettatamente la dittatura e si rtirò a vita
privata.
 Pompeo e Crasso
 Nel 70 a.C. nacquero due nuovi leader: Marco Licinio Crasso e Gneo Pompeo
Magno.
 Crasso, nobile e ricchissimo, aveva represso la grande rivolta degli schiavi
guidata da Spartaco.
 Pompeo, cercò di raccogliere l’eredità politica dei Silla, infatti ottenne il
compito di sedare la rivolta di Quinto Sertorio in Lusitania, che venne spenta solo
alla morte di Sertorio.
 Quando Pompeo tornò da vincitore a Roma, Pompeo e Crasso si divisero il
consolato (il Senato non ha la forza di imporsi, a causa degli scandali di corruzione
delle province, come quello del governatore della Sicilia, Verre, accusato da
Cicerone).
 Nel 70 a.C. si spartirono il consolato, aborgarono tutte le norme volute da
Silla contrarie agli interessi di popolari e cavalieri, ridiedero potere ai tribuni della
plebe e i tribunali furono in parte restituiti ai cavalieri.
 Nel 67 a.C., Pompeo ottiene un comando straordinario per stroncare i pirati
della Cilicia e riuscì a sconfiggerli in soli tre mesi; poi sconfisse anche Mitridate VI,
il re del Ponto; poi riordinò il dominio romano in Oriente e in Africa, si comportò
come un sovrano assoluto, senza mai consultare il senato e le assemblee, ma
diede un assetto stabile alle province romane.
 Tornò a Roma e congedò l’esercito, ma il Senato lo accolse freddamente.
 La congiura di Catilina
 Lucio Sergio Catilina, nobile privo di mezzi e in cerca di una collocazione di
prestigio nello scenario politico romano, tentò per due volte di ottenere il
consolato.
 Nel 63 a.C., Marco Tullio Cicerone, avvocato di ceto equestre, homo novus,
ottenne il consolato, strappandolo a Catilina, che organizzò un colpo di stato, con
l’appoggio degli ottimati (tra cui anche il giovane Caio Giulio Cesare, che però si
ritirò in tempo prevedendone il fallimento), ma Cicerone sventò la congiura e lo
denunciò in Senato con le quattro Catilinarie («QUOUSQUE TANDEM ABUTERE,
CATILINA, PATIENTIA NOSTRA?»
 Senatus consultum ultimum: Catilina nemico pubblico, Cicerone investito di
pieni poteri,soffocò la rivolta, facendo giustiziare senza processo i congiurati
(violazione delle leggidella Repubblica).
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 Catilina fugge a Fiesole, dove muore combattendo.
 Sulla scia del successo su Catlina, Cicerone coltivò l’illusione di poter
pacificare la repubblica sconvolta dalle lotte interne, promuove la concordia
ordinum “l’accordo di tutti gli ordini”, a partire dall’ordine senatorio e da quello
dei cavalieri.
 Il primo triumvirato
 Pompeo rientrò a Roma dopo i suoi successi militari, ma rimase deluso dal
senato che non aveva riconosciuto il suo operato in oriente e rifiutò di ratificare i
suoi trattati e di assegnare terreni ai veterani.
 Pompeo strinse con Crasso e Cesare un accordo segreto contro il senato per
ottenere vantaggi politici.
 Caio Giulio Cesare, di famiglia antica e nobile, si candidò a console e fece
promesse a Crasso e Pompeo per averne l’appoggio: avrebbe ratificato i trattati
di Pompeo, distribuito le terre ai veterani e favorito negli appalti delle province i
cavalieri, appoggiati da Crasso. Diede in sposa a Pompeo la figlia.
 Questo patto segreto prende il nome di primo triumvirato, nel 60 a.C.,
rendeva le regole democratiche della repubblica inutili.
 Cesare mantenne le promesse fatte, anche con la forza, diventò console; finito
il mandato, si fece nominare per 5 anni proconsole nelle province della Gallia
Cisalpina, Gallia Transalpina e nell’Illirico.
 Cicerone, schieratosi contro lo strapotere dei triumvri, fu costretto all’esilio
per un’anno.
 La Gallia era divisa in tre zone, a loro volta divise in tribù spesso in lotta tra di
loro. Cesare approfittò di questa debolezza e in soli due anni conquistò quasi
tutta la Gallia Transalpina.
 Cesare aveva capacità militari, ma anche diplomatiche.
 Questi risultati allarmarono Pompeo e Crasso: Cesare si stava conquistando
l’immagine dell’uomo forte del triumvrato. Cesare li tranquillizzò incontrandoli a
Lucca nel 56 a.C., assicurò a entrambi il consolato per l’anno successivo e
prestigiosi incarichi proconsolari (Pompeo in Spagna, Crasso in Siria), per sè
ottenne il rinnovo del proconsolato per altri 5 anni.
 Ritornato in Gallia, Cesare, nel 55 e nel 54 a.C., effettuò due spedizioni in
Britannia, spingendosi fino al fiume Tamigi.
 Egli si trovò a dover affrontare una ribellione di tutte le tribù galliche, sotto la
guida di Vercingetorìge. Nel 52 a.C. Cesare sedò la rivolta e occupò Alesia con il
suo esercito.
 La Gallia fu intensamente romanizzata.
 Cesare godeva di ampio consenso a Roma.
 Nel 53 a.C., lanciatosi in una spedizione contro il regno dei Prati, Crasso fu
sconfitto e ucciso nella battaglia di Carre.
 Dopo la morte di Crasso emersero i contrasti tra Cesare e Pompeo, entrambi
intenzionati ad avere un potere indiscusso.

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 Per ristabilire l’ordine pubblico nel 52 a.C. il senato fece ricorso a Pompeo e lo
nominò console senza collega dandogli pieni poteri, questa era l’occasione che
Pompeo attendeva per arrivare alla resa dei conti con Cesare; Cesare fu accusato
di varie illegalità dal senato.
 La seconda guerra civile
 Il Senato intima a Cesare di congedare immediatamente l’esercito e di
tornare a Roma disarmato, ma lui dichiara di voler difendere la propria dignità e
la libertà del popolo romano.
 Cesare varcò il Rubicone in armi, nessun esercito lo poteva varcare senza il
consenso del senato, il gesto equivaleva a una dichiarazione di guerra civile;
Pompeo, colto di sorpresa, abbandonò la penisola e si transferì in Grecia.
 Così Cesare prese il controllo di Roma, si fece eleggere console e sconfisse le
forze pompeiane prima nella penisola iberica, poi a Farsalo, nel 48 a.C., dove
Pompeo venne sconfitto, nonostante l’esercito più numeroso.
 Pompeo, fuggito per nave in Egitto, fu fatto uccidere a tradimento dal re
Tolomeo XIII che intendeva così ingraziarsi il vincitore.
 Il che fece infuriare Cesare, che si unì alla sorella di Tolomeo, Cleopatra, e
stabilì un protettorato sull’Egitto.
 Prima di tornare a Roma, Cesare stroncò una rivolta del re del Ponto molto
velocemente (veni, vidi, vici) e poi sconfisse truppe pompeiane residue a Tapso e
Munda.
 Dopo la disfatta di Tapso, Marco Porcio Catone, nipote del Catone nemico
degli Scipioni, si tolse la vita per sottrarsi all’arresto.
 Cesare al potere
 Cesare era convinto che la vecchia repubblica avesse esaurito la sua funzione,
“la repubblica è un fantasma senza corpo”, diceva, diceva anche che fosse
necessario instaurare un nuovo regime, di tipo monarchico.
 Dal 49 al 44 a.C. Cesare si fece eleggere console e contemporaneamente
nominare dittatore, prima per 10 anni, poi a vita.
 Gli vennero conferiti anche i poteri di censore e tribuno della plebe, venne
nominato pontefice massimo, il supremo sacerdote della religione romana, e gli fu
concesso di portare una corona di alloro e di assumere in modo permanente il
titolo di imperator, veniva affidato ai generali dopo una vittoria sul campo.
 In suo onore, il nome del mese Quintilis fu cambiato in Iulius, luglio.
 Riforme: limitazione dei canoni d’affitto; riduzione degli interessi sui debiti;
freno all’uso degli schiavi; avvio di lavori pubblici; insediamento di 80.000
cittadini nelle colonie romane; fondazione di nuove città (romanizzazione del
territorio); battaglia contro i Parti per vendicare il disastro di Carre.
 Il consenso popolare nei suoi confronti crebbe enormemente.
 Cesare ostentava il suo potere: si faceva chiamare imperator e si faceva
tributare onori divini.

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 Alle idi di marzo del 44 a.C. (il quindicesimo giorno di marzo), mentre stava per
partecipare a una riunione del senato, Cesare fu ucciso con 23 pugnalate da un
gruppo di congiurati, tra i quali ebbero un ruolo di primo piano Marco Giunio
Bruto (Tu quoque, Brute, fili mi!, “anche tu, Bruto, figlio mio!”, avrebbe
esclamato cadendo), e Gaio Cassio Longino.
 Dopo Cesare
 Tra i principali collaboratori di Cesare sopravvissuti alla congiura c’erano
Marco Antonio, console quell’anno (44 a.C.), e il comandante Marco Emilio
Lepido presero in mano la situazione confusa.
 Marco Antonio ottenne dal senato i funerali di stato per Cesare e infiammò il
popolo contro i congiurati mostrandone il cadavere avvolto nella toga
insanguinata.
 Quando venne letto pubblicamente il testamento del dittatore, si vide che
aveva lasciato ingenti somme di denaro a ciascun cittadino di Roma e che aveva
designato come suo erede Gaio Giulio Cesare Ottaviano, nipote e figlio adottivo e
i congiurati scapparono.
 Ottaviano seppe della morte del padre adottivo in Macedonia, dove nel 44
a.C. lo attendeva per intraprendere insieme l’impresa contro i Parti. Si precipitò
dunque a Roma reclamando la sua parte di eredità, ma fu accolto male da
Antonio, stato escluso dal testamento, e non teneva in grande considerazione
quel giovane, che considerava ambizioso e sprovveduto.
 Nel 44 a.C., Gaio Giulio Cesare Ottaviano a soli 19 anni riuscì a raccogliere il
consenso dei soldati veterani e a contrastare Lepido e Marco Antonio.
 Primo scontro: Modena, 43 a.C., Ottaviano si schiera con legioni mandate dal
senato e un esercito privato reclutato con I soldi lasciati da Cesare.
 L’intenzione del senato era quella di fermare Antonio, che voleva togliere a
Decimo Bruto (uno dei congiurati delle idi di marzo), il comando della Gallia
Cisalpina.
 Nella battaglia di Modena Antonio fu sconfitto, ma le sue perdite furono lievi
e si affrettò a raggiungere un altro fedele collaboratore di Cesare, Marco Emilio
Lepido, in Gallia Transalpina, per unire le rispettive forze.
 Cicerone e i senatori anticesariani si fidano di Ottaviano, ma lui non inseguì
Antonio, ma tornò a Roma con armi alla mano e si fece eleggere console.
 Ottaviano, Antonio e Lepido, essendo tutti e tre a capo di soldati fedeli alla
memoria di Cesare, si resero conto che avrebbero combattuto mal volentieri gli
uni contro gli altri.
 43 a.C., secondo triumvirato, Ottaviano, Antonio e Lepido: una vera e propria
magistratura della durata di cinque anni. I triumvri intendevano spartirsi il potere,
vendicarono la morte di Cesare pubblicando liste di proscrizione e mandando a
morte molti senatori e cavalieri.
 Cicerone venne ucciso brutalmente: testa e mani furono esposte nel foro; si
diceva che la moglie di Antonio avesse giocherellato con la lingua del grande
oratore punzicchiandola con uno spillone.
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 Nel 42 a.C. giunse il momento della resa dei conti con Marco Giunio Bruto e
Cassio, responsabili dell’assassinio di Cesare, vennero sconfitti nella piana di
Filippi, in Macedonia. Bruto e Cassio si tolsero la vita.
 Lepido venne accusato di aver tramato contro Ottaviano e si dovette
accontentare del titolo di pontefice massimo e del governatorato dell’Africa,
mentre Antonio e Ottaviano si spartiscono il potere: Antonio l’Oriente, più ricco,
Ottaviano l’Occidente e l’Italia.
 Antonio scelse come sede l’Egitto trasferendosi presso la corte di Cleopatra.
Antonio stabilì una relazione sentimentale con la regina egiziana, nonostante
avesse sposato la sorella di Ottaviano, Ottavia.
 Ottaviano riuscì a portare la pace a Roma, che mantenne il suo primato,
questo deluse le aspettative di Antonio, che si comportava come sovrano
orientale e regalava territori romani a Cleopatra.
 Le sorti della guerra si giocarono in una sola battaglia: nel 31 a.C., presso il
promontorio di Azio, sulle coste occidentali della Grecia, la flotta di Ottaviano
prevalse su quella di Antonio.
 Antonio e Cleopatra si rifugiarono in Egitto e si uccisero un anno dopo,
l’Egitto diventò provincia romana.
 Ottaviano, a soli 32 anni, era il padrone incontrastato del mondo romano e
mise fine alla repubblica.

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