Da una discussione sono emerse le diverse concezioni dello "stato di natura" che ci sono in Hobbes e in
Locke, con le rela ve concezioni di "Stato".
Vi sono essenzialmente tre leggi naturali che impediscono all’uomo l’is n va autodistruzione
imponendogli una certa disciplina che appor sicurezza e possibilità di occuparsi di a vità che
rendono migliore la sua vita. La prima, e più importante, è cercare e conseguire la pace poiché si ha la
speranza di o enerla e, se ciò non può essere o enuto, cercare tu gli aiu e i vantaggi della guerra
(pax est quaerenda). La seconda è che l’uomo potrebbe rinunciare al diri o su tu o e tu , a
condizione che lo facciano tu gli altri, accontentandosi di avere tanta libertà quanta egli ne riconosce
agli altri. La terza, di conseguenza, consiste nello stare ai pa e nel mantenere la parola data (pacta
sunt serbanda).
Alla base dell’assolu smo hobbesiano, vi è la condizione dell’irreversibilità e unilateralità del pa o
s pulato tra gli uomini. Una volta che esso sia stato contra o, i contraen non possono più dissolverlo
negandolo poiché esso vincola i ci adini e non lo Stato. Il potere del sovrano è indivisibile ed assoluto e
non può essere distribuito tra poteri diversi che si limitano a vicenda, come poi verrà sostenuto da
Locke e da Montesquieu. Tu a l’autorità appar ene allo Stato compresa quella religiosa, perciò Chiesa
e Stato coincidono.
In Locke è diversa la concezione dello "stato di natura" e di conseguenza quello di "Stato", egli infa
fu uno dei primi e più convin sostenitori della libertà dei ci adini.
Secondo questo filosofo esiste una legge di natura che è la ragione stessa, quella ragione di cui parlava
anche Hobbes; essa ha per ogge o i rappor tra gli uomini e prescrive la reciprocità di ques rappor .
Questa reciprocità è connessa stre amente, come per Hobbes, all’uguaglianza originaria degli uomini.
Locke riteneva che questa regola limitasse il diri o naturale di ciascuno con quello degli altri. È la
ragione che insegna agli uomini la fondamentale uguaglianza cioè che nessuno deve danneggiare la vita
degli altri. Nello stato di natura essa è la sola legge valida perciò la libertà degli uomini sta nel non
so ostare ad alcuna volontà ma al solo rispe o della norma naturale. Il diri o naturale dell’uomo
coincide con i seguen tre diri : diri o alla vita, alla libertà e alla proprietà.
La pace fra gli uomini nello stato di natura è per Locke concepibile ma precaria e, per evitare lo stato di
guerra che si potrebbe generare se qualcuno ricorresse alla forza per o enere il controllo sulla vita e
sulle cose degli altri, gli uomini si pongono in società ed abbandonano lo stato di natura. La formazione
di uno stato non toglie al singolo quei diri che godeva allo stato di natura. Infa gli uomini si
organizzano in comunità proprio per conservare e tutelare ques diri .
I poteri che in Hobbes erano indissolubilmente riuni nel Leviatano, nello Stato di Locke sono divisi in:
potere legisla vo, esercitato da un’assemblea; potere esecu vo e potere federa vo.