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OGM: cosa sono e quali i pro e i

contro sul loro utilizzo


Sabato 17/03/2012 da Paola Perria in Alimentazione, Approfondimenti, Prevenzione, OGM 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 22/03/2012 11:24

Sentiamo spesso parlare di


cibi OGM, magari
distrattamente, e così tutte
le informazioni che
possediamo finiscono per
essere influenzate dalla
posizione di chi ce le ha
porte. Poiché esistono
fortissimi movimenti di
pensiero contro la
diffusione e la
liberalizzazione
delle coltivazioni OGM, siamo in generale più propensi a demonizzarle, ipotizzando
chissà quali rischi per la salute nostra, e delle generazioni future. Ma stanno
davvero così le cose? In che modo gli alimenti OGM possono creare gravi scompensi
nel mondo agricolo e nella produzione dell’ortofrutta e dei cereali (dato che sono
soprattutto questi i cibi “manipolabili”), oltre che avere effetti sul nostro metabolismo, e
quanto, invece, potrebbero essere utili per combattere il problema, ancora di
proporzioni ciclopiche, della fame nel mondo?

Super pomodori e patate che non fanno ingrassare, potrebbero, invece che
danneggiarci, apportarci sostanze preziose per il nostro benessere, fino
ad aumentare le nostre aspettative di vita? Sono tantissimi i quesiti che ruotano
attorno agli OGM, proviamo a fare un po’ di chiarezza.
OGM: cosa sono?

Intanto, definiamo cosa si intende davvero per OGM. Quando si sente dire che ogni
organismo, sulla terra, è geneticamente modificato, si tenta di minimizzare il vero
“carattere” degli OGM, che di naturale, non ha nulla. In pratica di cosa stiamo
parlando? Di alimenti, facciamo conto, il solito pomodoro, preso dalla pianta, portato
in laboratorio e modificato geneticamente con una iniezione (nel suo DNA),
di materiale genetico proveniente da altri organismi viventi del tutto estranei, e con
cui detto ortaggio non potrebbe mai venire in contatto in modo “naturale”. Questa
operazione viene chiamata “transgenesi” Insomma, api, pollini, incroci fatti dal
contadino (che finora sono sempre stati i sistemi con cui le qualità di alcune
coltivazioni sono state migliorate nei secoli in modo casuale o voluto), nulla hanno a
che vedere con questa operazione. In genere le piante scelte per essere modificate
sono quelle di coltura intensiva, come ad esempio la soia, il mais, ma anche il
cotone), che vengono “fortificate” in modo da renderle resistenti ai parassiti o (più
spesso), agli anticrittogamici ed erbicidi. Naturalmente le bio-genetica si sta
ingegnando per creare alimenti più ricchi di nutrienti, come molecole anti-
tumorali o che abbassino il colesterolo, ed è proprio questa la sfida più interessante
sul fronte OGM. Vediamo prima i “contro” alla liberalizzazione.
OGM: i “contro”

Una delle maggiori resistenze alla diffusione delle coltivazioni OGM, è relativa al
rischio di “contaminazione” delle coltivazioni bio e tradizionali. Questa conseguenza
sarebbe inevitabile, sempre stando agli oppositori, con una massiccia diffusione delle
aree OGM, perché proprio l’azione degli agenti atmosferici e degli insetti (il vento
che trasporta i pollini, le api eccetera), finirebbero per “rimescolare” le sementi,
creando delle ibridazioni di cui non si può nemmeno immaginare la portata. Inoltre,
anche in fase di stoccaggio e di trasporto, seppur in in casse diverse, di prodotti
OGM, bio e tradizionali, si potrebbero verificare delle contaminazioni. Quindi, alla fine,
anche acquistando rigorosamente cibi bio, il consumatore in realtà non potrebbe
sapere fino a che punto quel prodotto sia puro. In secondo luogo, ci sono i rischi per la
salute umana. Finora nessuno studio è riuscito a dimostrare che gli alimenti OGM
siano pericolosi, ma è anche vero che trattandosi di produzioni di nicchia finora,
nessun essere umano è stato nutrito massicciamente con cibi OGM dall’infanzia
all’età adulta, per cui non siamo in grado, ad oggi, di conoscerne gli effetti. Alcuni studi
su modello animale hanno rilevato della tossicità, a lungo andare, ma un ulteriore
rischio sarebbe piuttosto riconducibile all’antibiotico-resistenza di cui sono dotati
molti OGM. Una qualità che, se trasmessa all’uomo, potrebbe rendere inefficaci
molte terapie antibiotiche. Infine, ci sono i “contro” di tipo socio-economico. I
prodotti OGM sono, e sarebbero ancor di più in futuro, in mano alle multinazionali,
per le quali l’interesse principale è il profitto.
Colture intensive di OGM, se non progettate per scopi etici (quindi davvero per far
fronte alla fame nel mondo), finirebbero solo per rendere dipendenti i piccoli produttori
agricoli del terzo e quarto mondo dalle multinazionali, le quali brevettano le loro
produzioni, quindi, di fatto, non contribuirebbero a migliorare la condizione economica
del Paese che presta i suoi terreni per gli OGM.
OGM: i “pro” e la posizione italiana

I “pro” OGM si moltiplicano, e a tal proposito, valgono le parole del neo ministro per
l’Ambiente italiano, Corrado Clini, che sposta la posizione del nostro Paese (in
ambito UE), verso il sì alla liberalizzazione delle coltivazioni transgeniche:
“La paura nei confronti degli organismi geneticamente modificati riguarda
principalmente la possibilità che venga alterata la tipicità dei nostri prodotti agricoli.
Eppure esiste un paradosso – sostiene il Ministro – Senza l’ingegneria genetica oggi
non avremmo alcuni fra i nostri prodotti più tipici. Il grano duro, il riso Carnaroli, il
pomodoro San Marzano, il basilico ligure, la vite Nero D’Avola, la cipolla rossa di
Tropea, il broccolo romanesco: sono stati ottenuti grazie agli incroci e con
la mutagenesi sui semi. Quindi bisogna stare molto attenti all’importanza della ricerca.
L’ingegneria genetica in agricoltura può creare semi nuovi e questi semi nuovi
possono essere anche molto pericolosi, non ci sono dubbi. Su questo condivido le
preoccupazioni della Coldiretti, diverse da quelle di Confagricoltura. Ma, come
abbiamo detto sopra, si deve tenere presente che l’ingegneria genetica può portare
molti benefici. Se poi andiamo al di là dell’agricoltura di tipo alimentare gli effetti
positivi degli Ogm diventano davvero molti”. Ad esempio, come spiega Clini,
nell’agricoltura per la produzione di sughero, di colture tessili, di canna. Inoltre:
“Un’altra area molto interessante per l’applicazione degli Ogm non competitivi con le
produzioni agricole sono le coltivazioni di specie con alto potere
energetico: biocarburanti di seconda generazione e la filiera chimica verde. Per non
parlare delle applicazioni nei Paesi esteri. Nei Paesi in via di sviluppo: si possono
applicare semi di OGM per frutti o prodotti alimentari addittivati con vitamine o
con vaccini”. Insomma, come si intuisce, il dibattito è ancora apertissimo, e
difficilmente si raggiungerà in tempi brevi una posizione univoca.

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