Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
La regenta
Trama
Ana è la protagonista é una giovane donna, che sposa Don Victor
chintanar, lui è molto più grande ed è un uomo importante
all'interno della società di Vetusta in quanto era l'antico reggente
della città, era un magistrato. Per cui il nome la regenta fa
riferimento alla condizione di Ana come coniuge di Victor, quindi
Ana era conosciuta per essere la moglie di Victor. Durante il
matrimonio i due non hanno alcun tipo di rapporto, addirittura
dormono in 2 stanze separate e tutte le volte in cui Ana sente il
bisogno e desiderio di un contatto fisico con lui egli si rivolge
soprattutto come una figura paterna, le dà un bacio sulla fronte.
Siamo a Vetusta, un nome fittizio che Clarín sceglie per parlare di
Oviedo, la grande città di provincia in cui la protagonista si annoia
ed è il sentimento principale che lei sperimenta durante tutto il
romanzo, e come fa a trovare la soluzione alla noia? Con
l’adulterio. Sceglie due uomini diversi tra loro e dal marito, uno è
Don Fernin il sacerdote molto affascinante che diventa la guida
spirituale di Ana e dall'altra parte Don Alvaro messia, il classico don
Giovanni di Vetusta affascinante, cura l'aspetto sempre vestito
all'ultima moda, che seduce tutte le donne e le rende loro amanti,
tranne Ana che viene percepita da tutti come estranea e tutti sono
invidiosi di lei per la sua bellezza e perché aveva la reputazione di
essere una donna virtuosa e inarrivabile e per Alvaro questo
diventa una sfida, egli la vuole sedurre e tutta la vicenda vede Ana
tra questi due poli soprattutto ha bisogno di Fermín per non cedere
alle avances di Don Alvaro e ha bisogno di resistergli per esercitare
la virtù. Ana tra tutti i personaggi dell'opera è quello che
conosciamo meglio, conosciamo tutta la sua storia e tutto il suo
percorso psicologico, tramite il discorso indiretto libero. Tutta la
storia di Ana ci viene raccontata in 3 capitoli, capitolo 3, 4 e 5 e
dove si interrompe la vicenda e si apre un flashback in cui ci viene
raccontata prima la storia dei genitori di Ana e poi la sua storia. Nei
3 capitoli scopriamo che il padre di Ana,appartenente all'alta
società, era un uomo di idee liberali che si innamora di una sarta
italiana, donna povera che non può essere ben accolta dall'alta
società spagnola,(Clarín gioca con il romanzo d'appendice dove
l'uomo sfida tutto per amore) la mamma di Ana però muore durante
il parto, e lei cresce senza mamma ma anche senza padre il quale
era preso dalle passioni politiche e affiderà la bambina a una donna
inglese che si deve occupare dell'educazione di Ana. Era una
donna spregevole e le dà un'educazione fredda senza affetto e
riversa su Ana le sue frustrazioni, perché lei voleva sedurre il padre
di ana ma fallisce e riversa il rancore sulla bambina. Ana è dotata di
una grande fantasia e immaginazione che le permette di scappare
dalla realtà e da questa donna crudele,infatti passa il suo tempo
con i libri e un bambino con il quale spesso gioca e il quale gli
racconta storie di avventure e cavalieri e un giorno vivono una
piccola avventura. Accade che i due bambini vivono un'avventura,
in pratica mentre sono su una barca lungo il fiume, si
addormentano e quindi passano la notte fuori. La donna che
accudiva Ana ovviamente coglie l'occasione per umiliarla davanti a
tutti, in quanto Ana aveva passato la notte fuori casa con un
bambino, quindi secondo lei era successo qualcosa fra i due. La
donna arriva a far parlare Ana con un prete che poi dirà che Ana
non è riuscita a dirgli cosa è accaduto sulla barca, ma in realtà Ana
non capisce nulla di ciò che le dice il prete in quanto è solo una
bambina, il prete però è convinto che ci sia stato qualcosa tra i due
e quindi l'opzione che appunto i bambini abbiano solo dormito non
viene presa in considerazione. Questo avrà delle conseguenze su
Ana infatti non le sarà più permesso di vedere il bambino e le sarà
anche proibito di uscire di casa. Ana inizia a sentirsi in colpa e
macchiata di qualcosa che però non aveva fatto e inizia a capire
che il soddisfacimento di ogni desiderio qualunque esso sia porta
all'infrazione di una norma sociale in quanto lei voleva solo giocare
con il bambino e divertirsi eppure fu immediatamente condannata
dalla società. Il padre poi si occuperà della sua educazione fino a
che non morirà ed è a questo punto che intervengono le due zie
che decidono di occuparsi di Ana per cui lei arriva a Vetusta e nel
capitolo 5 scopriamo che l'alta società di Vetusta si riunisce per
decidere se è il caso di accettare Ana o meno. Alla fine si decide
che Ana sarebbe potuta rimanere però non come figlia dei suoi
genitori,in quanto il padre aveva rotto i rapporti con la società e la
madre invece era una semplice sarta italiana, e sarà accolta come
nipote delle zie, donne che avevano deciso di occuparsi di Ana.
Inoltre sì deciderà però che da questo momento nessuno deve più
parlare del passato di Ana e di fatto fino al capitolo 30 nessuno dirà
mai nulla in relazione a ciò. In realtà il gesto delle zie di occuparsi
della nipote è solo in apparenza un gesto di affetto perché in realtà
loro intuiscono che anche se Ana non sta molto bene, non mangia,
ha alcune crisi nervose, capiscono che Anna è bella e pensano che
se riescono a metterla in forze potrebbero combinare un matrimonio
con qualcuno dell'alta società e avere così i soldi per salvare il buon
nome nome della famiglia, che dopo tutte le sciocchezze fatte dal
padre non se la passa benissimo. Nel capitolo quinto si assiste a
questo processo Ana viene praticamente ingozzata, deve mangiare
per diventare bella così che poi tutti possano vedere la sua
bellezza. Quindi la sua decisione di sposarsi il prima possibile è
legata al fatto che lei vuole liberarsi dall'autorità delle zie.Due
questioni sono importanti: la prima riguarda l'ironia, torniamo un
attimo al prologo sappiamo che quello della seconda edizione è
stato scritto da Galdos il quale sottolinea la centralità dell'ironia
all'interno del testo che l'autore riesce a ottenere su diversi livelli
come la caratterizzazione dei personaggi,la costruzione di alcune
scene ma anche e soprattutto attraverso l'uso del linguaggio. E
quindi parliamo di qualche caso, c'è un episodio in cui Ana passa
sotto la tutela del padre e ha accesso anche se non tutta a buona
parte della biblioteca del padre e inizia a leggere i libri e resta
particolarmente colpita dalla poesia mistica la cui lettura la spinge a
intraprendere la scrittura. Un giorno mentre si allontana da casa va
in un bosco e Ana si convince che sta per vivere un'esperienza
mistica, cioè una di quelle esperienze che aveva letto nelle poesie,
cresce la commozione, crescono le lacrime e cresce il sentimento
di angoscia mentre legge la poesia che lei ha scritto perché vede
che un cespuglio si muove e tra l'altro il cespuglio è presente nella
sua poesia cosi come la parola fuoco, però ora il fuoco non c'è, ma
c'è una forte luce e quindi Ana si convince che sta per accadere
qualcosa di mistico,ma poi scopre che il cespuglio in realtà si stava
muovendo perché c'era un uccello nascosto al suo interno e che
vola via smontando tutta questa idea dell'incontro con Dio. l'ironia è
molto sottile, Infatti non è la risata facile e grassa della descrizione
di una scenetta comica, ma è un'ironia del linguaggio in quanto è la
scelta attenta delle parole perché se l'autore non avesse detto la
parola fuoco si sarebbe persa una parte importante così come la
parola cespuglio. Questo passo ci permette anche di capire un
elemento fondamentale del personaggio di Ana, non riesce a
capire la realtà e tutte le volte in cui è convinta di una cosa sbaglia,
come sbaglia in questa scena in cui lei è convinta che sta per
vedere Dio ma in realtà ciò non accade.
Un altro passo importante però leggermente diverso lo vediamo alla
fine del XVI capitolo dove Anna è andata a teatro e per andarci
annulla un appuntamento con Fermín, il quale poi viene a sapere
che è andata a teatro e che aveva mentito, già il fatto di essere
andata a teatro rappresenta dal punto di vista di Fermín un
problema perché le brave donne non vanno a teatro in quanto esso
è un luogo di perdizione. Ana però ha deciso di andare e scrive un
biglietto in cui dice a Fermín che non si sente bene e che non
riesce ad andare all'appuntamento e poi chiede alla cameriera di
consegnare il biglietto a Fermín. La cameriera Pedra come
commenta questa evento? Con ironia sacrilega perché utilizza un
passo del Padre Nostro come in cielo così in terra per alludere a
una situazione terrena peccaminosa perché i due ovvero, il cielo e
la terra rimandano ai due amanti della padrona che sono Fermìn e
Alvaro, questo è un altro esempio di ironia. Ci sono altre tecniche
che Clarín usa e che creano l'ironia che sono due tecniche
narrative molto diffuse nel romanzo dell'800 cioè: zoomorfismo,
personificazione, i personaggi sono rappresentati attraverso
caratteristiche di animali, e antropoformismo personificazione
delle cose inanimate, e un esempio lo troviamo nel capitolo 1 dove
c'è la personificazione della città di vetusta rappresentata come una
persona che fa festa e si riposa dopo aver fatto un pranzo
abbondante e pesante. È presente anche l'ironia che nasce dal
contrasto tra la poeticità del linguaggio e la rozzezza di ciò che
l'autore sta raccontando in quanto sta descrivendo una città sporca,
piena di spazzatura, però viene rappresentata come farfalle, quindi
c'è un forte contrasto tra linguaggio e poeticità del linguaggio ma in
realtà si riferisce a una realtà bassa degradata e l'idea di qualcosa
di vecchio usurato era chiusa nel nome vetusta che allude a
qualcosa di vecchio antico. L'ironia viene utilizzata moltissimo per
rappresentare l'ignoranza degli abitanti di vetusta i quali vogliono
dare sfoggio di un sapere che in realtà non hanno e per esempio
nel capitolo 5 dove Ana viene ingozzata perché deve mettersi in
forze, in realtà tutto questo avviene sotto gli occhi degli abitanti di
vetusta che si recano a contemplare il miracolo e poi diranno che è
bella come un oggetto. Nel capitolo poi che c'è un altro passaggio
che fa ridere,in quanto ci sono due personaggi ignoranti e
paragonano la bellezza di Anna ad un oggetto d'arte,ovvero una
statua o un quadro e già qui è come se non capissero la differenza
tra i due oggetti, la marchesa dice che assomiglia a una statua
greca, ma in realtà lei non l'ha mai vista. Inoltre la paragona a una
statua in base a quello che un signore le ha detto di Ana,quindi non
l'ha nemmeno vista. Addirittura alcuni personaggi parlano di Ana al
maschile paragonandola a un quadro e usano il maschile perché
pensino che si possa usare per tutto.
Nel IX e nel XIII capitolo Ana pensa che Fermín, attraverso la
religione possa elevarla al cielo, quindi compiere un movimento che
porta l'anima verso l'alto, associa Fermín con l'alto. Al contrario nel
capitolo 16 associa ad Alvaro un movimento verso il basso cioè
verso il peccato, in questo capitolo c'è una scena ironica perché
all'inizio del capitolo, Ana si sta cambiando e camera sua affaccia
alla piazza e mentre è in camera, fa irruzione in piazza su un
cavallo bianco Álvaro, e lei lo vede come il principe azzurro.
Successivamente i due iniziano a parlare e durante la
conversazione lei sente una pulsione verso il basso ed è quindi
chiaro che il concetto di cadere ci rimanda al cadere nel peccato.
Ana si muove in questa doppia direzione Alto e basso e finché
questi due poli restano fermi lei riesce a mantenere un equilibrio tra
la virtù e il desiderio nei confronti di Alvaro un desiderio carnale
fisico però cosa accade Fermín si innamora di Ana e qui iniziano i
problemi, egli essendo un prete non può innamorarsi di una donna
oltretutto inizia a sentirsi prigioniero dell'abito che indossa. Fermín
rivelerà ad Ana i suoi sentimenti la quale si sente tradita perché per
lei lui era un fratello dell'anima e quindi vede crollare questo Polo
che la spingeva verso l'alto, quindi Ana inizia a elevare la figura di
Alvaro. Ana infatti pensa che lui gli è stato sincero e non le ha mai
detto altro se non quello che prova quindi su di lui finisce sia il
sentimento fisico che quello ideale questo lo vediamo nel momento
in cui Ana cede all'adulterio nel capitolo 28 dove anche Alvaro
confessa ad Ana i suoi sentimenti. Ana che espressione usa per
descrivere come si sentiva ? dice che era una caduta ma una
caduta al cielo che è un ossimoro è una contraddizione in termini e
in questa espressione lei fonde linguisticamente sul piano del
pensiero dell'espressione, la fusione di questi movimenti e la
caduta di Alvaro che ha segnato la dimensione spirituale del cielo e
anche qui il lettore in un momento che dovrebbe essere il momento
drammatico in realtà il lettore ride perché sa bene che quello che
sta facendo Ana sono pensieri sbagliati, in quanto nessuno si
innamorerebbe di un cinico. Tra l'altro è la prima volta in cui Alvaro
ci viene descritto come un cinico e che si trovava a vetusta con un
progetto molto chiaro, sedurre la donna di un importante politico di
Madrid e in questo modo lui avrebbe potuto fare carriera politica
però la donna era difficile da sedurre, quindi era un progetto che
richiedeva molto tempo e nel frattempo poteva dedicarsi ad altri
piaceri,il che significa che dalla prima apparizione di Alvaro il lettore
sa bene che non c'è nessun amore vero nei confronti di Ana è tutto
al fine a un progetto specifico. Resta da capire ancora una
questione, se all'inizio sappiamo che Ana viene percepita come
diversa estranea rispetto alle altre donne di vetusta ,perché è
l'unica che non si è macchiata dell'adulterio? leggendo il testo
vedremo che tutte le donne diventano complici di Alvaro per
permettere l'adulterio,vogliono vedere Ana cadere,e una volta che
Ana diventa l' amante di Alvaro, la cameriera Pedra che in realtà
muove le fila di tutti i personaggi cosa fa?non va da Victor a rivelare
ciò ma va da Fermín, i due faranno in modo che Victor scopra il
tradimento. Infatti su suggerimento di Fermín, Pedra sposta le
lancette dell’orologio avanti di un’ora, così quando Alvaro va via di
casa della Regenta incontrerà Victor e una volta che Victor lo saprà
ci sarà una sfida a duello tra lui e Alvaro,dove accade l'impossibile
perché sappiamo che Victor era un abile tiratore con la pistola era
un cacciatore e sappiamo che Alvaro era imbranato con l'uso delle
armi,eppure durante il duello Alvaro ha la meglio uccidendo Victor.
Victor muore Alvaro torna a Madrid e Ana resta sola e viene
emarginata da tutta la società,ma nel momento in cui è diventata
come tutte le altre dovrebbe essersi integrata nella società Il
problema torna a essere il discorso delle apparenze. La condanna
di Ana non è per il tradimento in sé ma per lo scandalo pubblico,
tutte le donne di vetusta tradiscono i mariti ma non si sa perché
l'apparenza è salva mentre Ana con il suo comportamento ha reso
il tradimento pubblico. Tra l'altro nel momento in stesso in cui Ana
viene emarginata e tutti decidono di rompere i rapporti con lei viene
rotto quel patto fatto all'inizio per cui improvvisamente il passato di
Ana torna e le persone iniziano a parlare di lei.
Finale Ana è rimasta sola e si reca in chiesa per confessarsi, qui
incontra Fermín che accecato dalla rabbia, la strangola e Ana
sviene, verrà ritrovata da Celenio il chierichetto che stava
chiudendo la chiesa e si accorge di una persona priva di sensi. Si
avvicina vede che è Ana e la bacia ma il bacio è un bacio amaro.
Importante è la prospettiva della provincia? Perché sostiene Clarín
che per quest'ultima solo una vicenda come quella di Ana può
essere interessante, la sua vicenda infatti in fondo è di una banalità
evidente e qualunque scrittore si rende conto dall'inizio che è un
dramma che si fonda su degli errori di interpretazione da parte di
Ana.
José Maria de Pereda
Nasce a Santander ed è l’ultimo figlio di una famiglia numerosa
cattolica e conservatrice, egli si dedica agli studi della letteratura e
poi fonda la rivista lo zio Gaetano. Pereda era carlista e cattolico si
opponeva al sentimentalismo e al convenzionalismo per quanto
riguarda la sua poetica utilizzava un linguaggio semplice e trattava
temi come:
• il matrimonio;
• il contesto idilliaco;
• il contesto marinaresco.
Pereda ha tre fasi di scrittura:
• una prima fase costumista;
• la seconda realista
• l’ultima fase profondamente naturalista.
il richiamo della montagna (1895 )
È il suo romanzo più importante e anche l’ultima opera costumbrista
in Spagna. l’azione Si svolge a Tablanca, villaggio immaginario
infatti richiama un paese situato in Cantabria. Marcello è il
protagonista vive a Madrid ma a un certo punto lo zio gli manda una
lettera per invitarlo a fargli vedere la terra dei suoi antenati e quindi
le sue radici. Marcello accetta e l’ambiente darà un senso alla sua
vita. C’è la descrizione dell’ambiente dettagliata, termini locali per
ricreare il dialetto di Cantabria.
Emilia Pardo-Bazán
É una contessa e nacque in una famiglia aristocratica di La Coruña,
in Spagna. Scrittrice precoce, fin dall'adolescenza ha mostrato una
grande predisposizione alla lettura e al lavoro intellettuale. All'età di
13 anni ha scritto il suo primo romanzo, Hobby pericolosi.Dopo aver
compiuto 16 anni sposò José Quiroga e andò a vivere a Madrid.
Dopo essersi separata dal marito, ha potuto dedicarsi liberamente
all'esplorazione delle sue inclinazioni intellettuali. È intervenuta
frequentemente nel giornalismo politico e nella lotta per
l'emancipazione femminile.
La cuestión palpitante
È una raccolta di articoli pubblicati inizialmente sul quotidiano La
Época e parlano del realismo e del naturalismo e le idee di Émile
Zola. È considerato un saggio fondamentale per la diffusione delle
idee letterarie moderne in Spagna e sta emergendo come il testo
più adatto per comprendere l'evoluzione ideologica di alcuni tratti
specifici del naturalismo. Pardo Bazán presenta nei suoi articoli
un'analisi fredda e obiettiva del nuovo stile letterario (naturalismo)
considerandolo all'interno del periodo storico e in dialogo con i
progressi scientifici del suo tempo, senza fare apprezzamenti morali
a priori ed esaminando attentamente le origini della nuova moda
letteraria e le loro influenze.Con La Cuestión palpitante Emilia
Pardo Bazán si presenta come l'alfiere del naturalismo in Spagna,
mentre presentava il nuovo movimento letterario francese, non
come un'ideologia monolitica, ma come guida che permette lo
sviluppo dei naturalismi, al plurale.
Dei venti articoli Il primo di fondamentale importanza sono tre che
compongono La Cuestión palpitante, in cui l'autrice delinea alcuni
principi teorici del suo approccio critico e, inoltre, espone le sue
idee sulla nuova estetica. Negli altri la scrittrice analizza i romanzi
di Flaubert, dei fratelli Goncourt, di Daudet e di Zola (questi ultimi
sono quelli che appaiono meglio documentati), per poi concludere
con un'efficace sintesi del panorama del romanzo spagnolo del suo
tempo. Tuttavia, Pardo Bazán non si limita ad appropriarsi di spunti
naturalistici, ma assume anche una posizione critica nei confronti
del movimento, evidenziandone i punti deboli, che sono, da un lato,
il fatalismo o determinismo e, dall'altro, l'utilitarismo nell'arte.
Secondo la scrittrice, gli autori francesi, sottolineando i
condizionamenti sociali, fisiologici e biologici (che erano appunto i
fondamenti della teoria del maestro Zola), non hanno saputo
cogliere quella chiave autentica dell'essenza umana che è il libero
libero arbitrio , secondo la dottrina cattolica. Tale visione cattolica
del mondo viene solitamente proposta come una presunta
incompatibilità dell'autore con le idee naturaliste.Tuttavia, il capitolo
XVI de La palpitante questione, intitolato Sulla morale, presenta
una chiara difesa delle opere di Zola, considerate volgari e immorali
nel loro tempo.
Pazoz de Ulloa
È un'opera naturalistica ambientata nella campagna galiziana che
riflette lo scontro tra la raffinata società delle città e la gente delle
zone rurali più arretrate. L'opera descrive la storia di Don Pedro
Moscaso, Marchese di Ulloa, che vive isolato nell'ambiente
brutalizzato del suo pazos, il dominio dei suoi stessi servi. Con
Sabel, figlia del suo servo Primitivo, il marchese ha un discendente
bastardo, che chiamano Perucho. Quando Julián, il nuovo
cappellano, arriva al pazo, insiste sul marchese per trovare una
moglie adatta, così sposa sua cugina Nucha, il che non gli impedirà
di soccombere all'amore illecito del suo servo.
Niebla
• Prologo
• Post prologo
Lettera
Segue una lettera di pentimento e supplica, scritta da Pascual,
inviata a don Joaquin Barrera Lopez, un amico dell'uomo che ha
ucciso per raccontare la storia e per chiedere perdono. Egli non ha
scritto tutto ciò che ha fatto in quanto ha omesso alcune azioni che
ha ritenuto troppo violente,e se a questa censura aggiungiamo i
tagli del trascrittore capiamo che tutta la violenza che troveremo nel
testo in realtà è molto meno della violenza del reale.
Segue la clausola di Lopez e qui il perdono e la comprensione che
Pascual sperava di avere non arrivano in quanto egli legge il testo e
lo giudica come immorale e viene condannato alla distruzione, ciò
però viene evitato perché se in 18 mesi(durata della pena di
Pascual)il testo non viene distrutto, chi lo trova può farne ciò che
vuole e cosi il testo finisce nella farmacia dove il trascrittore lo trova
e da lì nasce tutto. In origine il titolo era solo Pascual Duarte e non
la familia de Pascual Duarte,ciò significa che il trascrittore
interviene sul titolo è in questo modo si parla anche della famiglia di
Pascal, una famiglia povera dove vigeva la violenza e la non
curanza dei genitori verso i figli.
1 capitolo
Inizia con un'affermazione dubbiosa yo no soy malo, dopo che
sappiamo che è un criminale. E inizia la riflessione su ciò che
Pascal chiama destino e rimanda alla fortuna di cui invece parla
Lazaro nella parte finale del prologo del lazarillo. E anche qui si fa
riferimento a due tipologie di individui: quelli a cui il destino ha
riservato una vita serena piacevole e quelli invece che sono
condannati alla sofferenza,però mentre lazaro afferma che i
destinati alla sofferenza se si sforzano possono non finire così
male, da questo punto di vista per Pascual Duarte i cammini sono
due e inconciliabili ed entrambi arrivano allo stesso punto che è la
morte. Tutti nasciamo uguali e ci vengono assegnati destini diversi
però finiremo allo stesso modo ovvero la morte. Il capitolo si
struttura così, cioè portando avanti l'idea dei destini e caricandola
dal punto di vista della rappresentazione della realtà perché ci
distingue nel paese in cui abita Pascual Duarte 2 case, da una
parte la casa di Don Jesus uomo che ucciderà e subito dopo la sua
casa. Una nel centro, la sua fuori città povera e sviluppa la sua
riflessione iniziale sui destini umani attraverso la concretezza degli
stili di vita diversi. L’infanzia di Pascual non è felice: suo padre
Esteban Duarte Diniz, che alza troppo spesso il gomito, picchia sia
lui che sua madre . Il ragazzino all’età di dodici anni è costretto ad
abbandonare gli studi per poter sostenere la famiglia, tanto da
trovarsi ad aiutare sua madre durante il difficile parto di sua sorella.
L’arrivo della piccola peggiora il rapporto tra i genitori, tanto da
portare suo padre all’abbandono della famiglia. Il padre poi ritorna e
nasce un altro bambino, il padre poi muore, Pascual pensa che con
il matrimonio può uscire da questa situazione di frustrazione, quindi
si sposa avrà un figlio, che però morirà a nemmeno un anno, quindi
Pascual ricade nella frustrazione. Parlando dell’infanzia cogliamo
anche come, fin da piccolo Pascual Duarte concepisce il rapporto
con l'altro come un rapporto di violenza in quanto durante la sua
infanzia risale il suo primo crimine, uccide la sua cagnolina.
L'episodio è raccontato a partire da pagina 23 egli dice che subito
manifesta un legame con l'animale che spesso lo accompagnava in
ciò che faceva e descrive poi alcuni momenti insieme. E poi ci
racconta che ha dovuto abbandonare la cagnolina e nel guardarla,
lei era triste per l'abbandono gli occhi diventano da castani a
neri,giudicanti e così Pascual si sente giudicato, osservato e la
uccide. La scena risulta più crudele rispetto ai successivi omicidi in
quanto è totalmente immotivata, e la cagnolina fino a un attimo
prima viene descritta come una compagna, un'amica ma poi basta
l'idea di essere giudicato che gli fa perdere la lucidità e porta a
sparare due volte con una freddezza assoluta stessa freddezza per
descrivere il cadavere.
Considerazioni finali
La storia di Pascual Duarte è naturalista in quanto, se consideriamo
la cornice del trascrittore e delle lettere che quest’ultimo riceve, le
memorie del protagonista diventano una sorta di studio sul
comportamento umano, cercando di spiegare come mai Pascual si
sia lasciato trascinare dal vortice di rabbia e violenza che lo ha
portato a diventare un assassino. Pascual Duarte è un personaggio
naturalista non solo per il linguaggio che usa, che impiega anche
detti della tradizione popolare, ma anche per il suo
fatalismo.Pascual Duarte è anche esistenzialista. Pascual è spinto
dalla propria miseria ad abbracciare il male, un male dal quale non
sembra esserci via d’uscita e che lo rende una persona che
commette le proprie azioni seguendo un istinto che sarà sempre più
difficile da controllare. Confessione, miseria ed espiazione sono
temi che incontriamo nella tradizione picaresca, che Camilo José
Cela ha saputo ribaltare. Del picaro Pascal ha il fatto di vivere in
miseria, in un mondo ostile e in una famiglia povera dove il padre
muore quando il protagonista era ancora giovane. Bisogna anche
tener presente che della tradizione picaresca Cela ha mantenuto il
racconto in prima persona di Pascual Duarte raccontato in
retrospettiva, ovvero raccontando episodi dalla nascita fino al suo
epilogo. Se, però, la confessione del picaro sfocia nella conversione
al cattolicesimo, per Pascual Duarte, invece, non sarà possibile il
perdono di Dio, poiché non c’è via d’uscita dal male che ha
commesso.
Antonio Machado
Soledades
Il titolo ci rimanda al tema della solitudine tema intimo però,è anche
un titolo che ha una tradizione letteraria che si collega a Gongora,
perché quando parliamo di soledades subito pensiamo a lui, quindi
ci allacciamo ma contemporaneamente prendiamo le distanze dalla
tradizione,perché Machado è in contrapposizione con Gongora, e
riprende lo stesso titolo per farne però qualcosa di diverso. La
prima edizione di questa raccolta risale al 1903 anno in cui la
raccolta aveva una conformazione diversa e probabilmente il
progetto di quest'anno è quello che meglio aderisce al
modernismo,perché quando nel 1907 data della seconda edizione
di soledades Machado decide di ritornare sulla raccolta, non si
limita a riprodurre l'edizione del 1903 ma progetta un'edizione
nuova e nella riprogettazione dell'opera aggiunge nuovi
componimenti e così diventera nno 95 quindi il doppio rispetto alla
prima edizione, ma soprattutto elimina un nucleo di componimenti
perché probabilmente li percepiva come troppo legati al
modernismo, in quanto già nel 1907 egli stava iniziando a prendere
le distanze da alcuni eccessi del modernismo.
Struttura
La raccolta è formata da tre sezioni e ogni sezione ha delle
sottosezioni, nella raccolta si possono individuare 2 tematiche
principali: il ricordo e l'amore.
Il ricordo inteso come vocazione del proprio passato, rappresenta
uno dei modi privilegiati attraverso cui il poeta si immerge in tutti i
luoghi dell'infanzia,luogo privilegiato ed è ai tempi dell'infanzia che
Machado ritorna con maggiore frequenza all'interno della raccolta.
Recuerdo infantil
Una tarde parda y fría
de invierno. Los colegiales
estudian. Monotonía
de lluvia tras los cristales.
Es la clase. En un cartel
se representa a Caín
fugitivo, y muerto Abel,
junto a una mancha carmín.
Analisi
Ritmo monotono e spezzato, abbiamo quartine di ottosillabi, ci sono
elementi che scandiscono la monotonia come il rumore della
pioggia e al verso 13 e 14 la voce in coro dei bambini che cantano
tutti insieme in una lezione. Nei versi 15 e 16 Machado parla di
nuovo della lezione di matematica ed è un tempo in cui tutto si
ripete e per rafforzare questa idea egli ricorre una struttura
circolare, perché se guardiamo i primi quattro versi coincidono
quasi esattamente con gli ultimi quattro versi ma cambia
qualcosa,in quanto la monotonia della pioggia passa dallo spazio
esterno, a quello interno. La pioggia che è fuori rispetto ai bambini
che sono in classe,batte sui vetri e quindi entra dentro ed è come
se la monotonia della pioggia si proiettasse dall'esterno all'interno
della classe. Questa dimensione di monotonia su cui Machado
insiste si moltiplica se facciamo riferimento al cromatismo del
componimento dove tutto è grigio,triste e l'unica apparente rottura
apparente,perché in realtà non fa altro che confermare la tristezza,
è la marcia calmin al verso 8. Da una parte sembra la rottura
perché c'è il colore rosso, ma non è un elemento positivo perché
ricorda il sangue di Abele che fu ucciso da Caino. Machado allude
alla guerra civile dove I fratelli si uccidono. C'è il tema del ricordo
legato alla tematica dell'amore.
Soledades numero VI
Fue una clara tarde, triste y soñolienta
tarde de verano. La hiedra asomaba
al muro del parque, negra y polvorienta…
La fuente sonaba.
Rechinó en la vieja cancela mi llave;
con agrio ruido abrióse la puerta
de hierro mohoso y, al cerrarse, grave
golpeó el silencio de la tarde muerta.
En el solitario parque, la sonora
copla borbollante del agua cantora
me guio a la fuente. La fuente vertía
sobre el blanco mármol su monotonía.
La fuente cantaba: ¿Te recuerda, hermano,
un sueño lejano mi canto presente?
Fue una tarde lenta del lento verano.
Respondí a la fuente:
No recuerdo, hermana,
mas sé que tu copla presente es lejana.
Fue esta misma tarde: mi cristal vertía
como hoy sobre el mármol su monotonía.
¿Recuerdas, hermano? … Los mirtos talares,
que ves, sombreaban los claros cantares
que escuchas. Del rubio color de la llama,
el fruto maduro pendía en la rama,
lo mismo que ahora. ¿Recuerdas, hermano? …
Fue esta misma lenta tarde de verano.
No sé qué me dice tu copla riente
De ensueños lejanos, hermana la fuente.
Yo sé que tu claro cristal de alegría
ya supo del árbol la fruta bermeja;
yo sé que es lejana la amargura mía
que sueña en la tarde de verano vieja.
Yo sé que tus bellos espejos cantores
copiaron antiguos delirios de amores:
mas cuéntame, fuente de lengua encantada,
cuéntame mi alegre leyenda olvidada.
-Yo no sé leyendas de antigua alegría,
sino historias viejas de melancolía.
Fue una clara tarde del lento verano…
tú venías solo con tu pena, hermano;
tus labios besaron mi linfa serena,
y en la clara tarde, dijeron tu pena.
Dijeron tu pena tus labios que ardían;
la sed que ahora tienen, entonces tenían.
-Adiós para siempre, la fuente sonora,
del parque dormido, eterna cantora.
Adiós para siempre; tu monotonía,
fuente, es más amarga que la pena mía.
Rechinó en la vieja cancela mi llave;
con agrio ruido abrióse la puerta
de hierro mohoso y, al cerrarse, grave
sonó en el silencio de la tarde muerta.
Analisi
Il ritmo è calenzato e particolarmente accentuato. C'è il tema del
ricordo che viene esplicitamente richiamato nel verso 16, la
struttura è circolare e riguarda i versi 5-8 che ritornano con una
variazione nei versi 49-52 , la variazione riguarda el silencio e il
golpeo che diventa sonó. Ci sono delle novità, degli aspetti
importanti della raccolta e riguardano l'ambientazione, si
prediligono i momenti del tramonto e dell'alba il passaggio dal
giorno alla notte, sono movimenti caratterizzati da una luce per
oscurare,che è più adatta a illuminare le riflessioni malinconiche
dell'io, tra il paesaggio e l'io si stabilisce un rapporto molto forte
quasi una corrispondenza che rende il paesaggio un elemento
molto più importante di una semplice ambientazione. In questo
caso,ci troviamo in un giardino e c'è un dialogo tra la fonte e il
poeta, in realtà è immagine di dialogo che il poeta ha con sé stesso,
è come se la voce del poeta si sdoppiasse nell'io e nella fonte per
arrivare poi al recupero di un ricordo. Il dialogo tra le due parti
dell'io sembra quasi un dialogo tra io cosciente e l'inconscio, l'io
cosciente cerca del dialogo di recuperare qualcosa che non ricorda
più e che l'inconscio custodisce. È un ricordo doloroso che ha a che
fare con l'amore, possiamo dividere la poesia in 3 blocchi:1 blocco
contiene i primi 12 versi i quali ci descrivono il paesaggio interiore, il
secondo blocco contiene i versi 13-48 che contengono il dialogo tra
l'io e la fonte, ultimo blocco 49-52 assistiamo all'allontanamento
dell'io che esce dal paesaggio e mette fine al recupero del ricordo.
Nel primo blocco c'è la descrizione del paesaggio e del momento in
cui si colloca la vicenda, una sera d'estate, lo spazio in cui ci
troviamo è familiare, l'io può abbandonarsi al ricordo, è un giardino
circondato da un muro, chiuso da un cancello di cui solo l'io
possiede la chiave,c'è l'edera che ricopre i muri e c'è la fonte che
viene descritta. A partire dal verso 9 che ci dice che il rumore
dell'acqua che cade sul marmo è come una voce che guida il poeta
all'interno del giardino e a partire dal verso successivo,con il quale
entriamo nel secondo blocco, il suono dell'acqua si trasforma in
parola e ascoltiamo il dialogo con l'io. La fonte cerca di rievocare un
passato che il poeta sembra non riuscire a ricordare,un episodio
particolare del passato che si è svolto nei pressi della fonte, perciò
lei lo ricorda e lo custodisce,ma ben presto assume l'aspetto di un
passato amoroso doloroso e il riferimento è mirtos talares che ci
permettono di legare il ricordo al tema amoroso, e la fonte insiste
sul ricordo e cerca un confronto con il presente rievocando il
ricordo. L'io si rifiuta di ricordare e per questo interrompe il dialogo
e lascia lo spazio in cui era entrato. A partire dal verso 39 la fonte
cerca di rimandare in maniera più esplicita alla sofferenza passata
del poeta, l'io si allontana. Tutto il dialogo è scandito da
ripetizioni ,uno dei meccanismi attraverso il quale è più facile
memorizzare e poi recuperare alcune informazioni. La poesia
sembra analizzare i sentimenti dell'Io e di fatto non ci racconta
nulla, il ricordo infatti non viene ricordato, e i sentimenti in questa
fase della produzione di Machado,sono il centro del componimento.
Campus de Castilla
La prima edizione fu pubblicata nel 1912 mentre la seconda nel 1917.
Molte delle poesie iniziano con l'essere descrittive e successivamente
esprimono l'esaltazione lirica del poeta di fronte alla natura dei campi
di Castiglia. Il poeta poi si apre verso l'esterno: alterna una poesia
impegnata - il poeta denuncia i problemi sociali del suo tempo - e una
poesia che descrive un paesaggio idealizzato attraverso il quale, il
poeta compie una ricerca spirituale, che si alterna a vari stati d’animo.
C’è anche la riflessione sulla Spagna del tempo.
Retrato
Mi infancia son recuerdos de un patio de Sevilla,
y un huerto claro donde madura el limonero;
mi juventud, veinte años en tierra de Castilla;
mi historia, algunos casos que recordar no quiero.
Ni un seductor Mañara, ni un Bradomín he sido
—ya conocéis mi torpe aliño indumentario—,
mas recibí la flecha que me asignó Cupido,
y amé cuanto ellas puedan tener de hospitalario.
Hay en mis venas gotas de sangre jacobina,
pero mi verso brota de manantial sereno;
y, más que un hombre al uso que sabe su doctrina,
soy, en el buen sentido de la palabra, bueno.
Adoro la hermosura, y en la moderna estética
corté las viejas rosas del huerto de Ronsard;
mas no amo los afeites de la actual cosmética,
ni soy un ave de esas del nuevo gay-trinar.
Desdeño las romanzas de los tenores huecos
y el coro de los grillos que cantan a la luna.
A distinguir me paro las voces de los ecos,
y escucho solamente, entre las voces, una.
¿Soy clásico o romántico? No sé. Dejar quisiera
mi verso, como deja el capitán su espada:
famosa por la mano viril que la blandiera,
no por el docto oficio del forjador preciada.
Converso con el hombre que siempre va conmigo
—quien habla solo espera hablar a Dios un día—;
mi soliloquio es plática con este buen amigo
que me enseñó el secreto de la filantropía.
Y al cabo, nada os debo; debéisme cuanto he escrito.
A mi trabajo acudo, con mi dinero pago
el traje que me cubre y la mansión que habito,
el pan que me alimenta y el lecho en donde yago.
Y cuando llegue el día del último viaje,
y esté al partir la nave que nunca ha de tornar,
me encontraréis a bordo ligero de equipaje,
casi desnudo, como los hijos de la mar.
Analisi
Poesia che apre ha la raccolta offre al lettore delle linee guida su
tematiche che poi saranno riprese e sviluppate negli altri
componimenti. In particolare retrato è un componimento che offre
una sorta di biografia di Machado, il componimento ci offre un
ritratto del poeta che riguarda la sua poetica e l'evoluzione della
sua poesia fino a questa raccolta perché questa raccolta Segna
una rottura nettissima con la raccolta precedente che è soledades
del 1907. Se soledades aderisce a pieno al modernismo con
Campus de Castillia Machado rompe completamente con il
modernismo e si avvicina a questioni e tematiche più comuni alla
generazione del 98 in quanto ricordiamo che uno dei temi è il
paesaggio castigliano. Questo primo componimento è basato sulla
necessità di dichiarare al lettore questo cambiamento, di anticipare
al lettore che la poesia che andrà a leggere è cambiata sia dal
punto di vista dei temi che dal punto di vista dello stile, rispetto alla
poesia che Machado aveva composto fino a quel momento. Dal
punto di vista metrico sono quartine di versi Alessandrini quindi i
doppi settenari a rima alternata che conferisce un ritmo calenzato al
componimento (lento) quasi narrativo, questo significa che quando
diciamo che i poeti del modernismo sono molto attenti a tutti gli
aspetti formali della poesia, in particolare alla ritmicità del
verso,mentre i poeti del 98 rifiutano e respingono questi aspetti, non
dobbiamo immaginare che questi ultimi si disinteressano
completamente alla metrica e al ritmo, infatti la poesia ha come
nucleo fondamentale il ritmo, quindi è chiaro che resta sempre un
aspetto centrale della poesia. Nei primi quattro versi il poeta parla
dell'infanzia, tra l'altro troviamo il patio di Siviglia e il limonero che si
riferiscono proprio all'infanzia, l'autore passa poi alla gioventù e al
passaggio dall'andalusia alla Castiglia, tralasciando quegli aspetti
della sua biografia che riguardano la gioventù che non hanno valore
per il discorso poetico che inizia poi a sviluppare nei versi
successivi. L'infanzia è Siviglia ,la gioventù invece è poco
importante e a partire dalla seconda quartina arriva a parlare
dell'amore e ci dice che anche se non è mai stato un Don Giovanni
ciò però non lo ha messo al riparo dall'amore in quanto poi ha
conosciuto la freccia di Cupido quindi si riferisce alla moglie Leonor.
La parte che ci interessa di più inizia al verso 13 dove prende le
distanze dal modernismo perché dice di amare la bellezza e di aver
aderito in qualche modo all'estetica del modernismo in particolare
alle preoccupazioni estetiche e formali del modernismo, ma poi si
oppone a questa estetica dell'arte e alla poesia intesa come pure
tecnica compositiva. Guy trinar è un'espressione che Machado
costruisce avendo come riferimento il Guy saver,che era la tecnica
comune dello stile provenzale. Nei versi 19 e 20 c'è desiderio di
penetrare all'interno dello scuro e si vuole distinguere dalle voci
generali dell'eco che è pura risonanza quindi una forma vuota
rispetto a una voce, potremmo dire che rispetto alla voce l'eco è il
fantasma della voce Machado cerca la voce autentica il che
significa che egli cerca l'individuo che alza la voce a differenza dei
poeti modernisti, che vengono invece paragonati al coro dei grilli
che cantano alla luna. Se fino a questo momento l'autore ci dice
che l'io e l'autenticità sono ciò che lo interessa maggiormente,nei
versi successivi si concentra sulla parola intesa come strumento in
dotazione e come arma quotidiana di scontro, per questo motivo i
versi 21 23 ricorrono a immagini ovvero il capitano con la spada e
dice che il valore della poesia sta nell'uso che il poeta sa fare della
parola e non nella costruzione del verso.
Orillas Del duero
Mediaba el mes de julio. Era un hermoso día.
Yo, solo, por las quiebras del pedregal subía,
buscando los recodos de sombra, lentamente.
A trechos me paraba para enjugar mi frente
y dar algún respiro al pecho jadeante;
o bien, ahincando el paso, el cuerpo hacia adelante
y hacia la mano diestra vencido y apoyado
en un bastón, a guisa de pastoril cayado,
trepaba por los cerros que habitan las rapaces
aves de altura, hollando las hierbas montaraces
de fuerte olor ?romero, tomillo, salvia, espliego?.
Sobre los agrios campos caía un sol de fuego.
Un buitre de anchas alas con majestuoso vuelo
cruzaba solitario el puro azul del cielo.
Yo divisaba, lejos, un monte alto y agudo,
y una redonda loma cual recamado escudo,
y cárdenos alcores sobre la parda tierra
?harapos esparcidos de un viejo arnés de guerra?,
las serrezuelas calvas por donde tuerce el Duero
para formar la corva ballesta de un arquero
en torno a Soria. ?Soria es una barbacana,
hacia Aragón, que tiene la torre castellana?.
Veía el horizonte cerrado por colinas
oscuras, coronadas de robles y de encinas;
desnudos peñascales, algún humilde prado
donde el merino pace y el toro, arrodillado
sobre la hierba, rumia; las márgenes de río
lucir sus verdes álamos al claro sol de estío,
y, silenciosamente, lejanos pasajeros,
¡tan diminutos! ?carros, jinetes y arrieros?,
cruzar el largo puente, y bajo las arcadas
de piedra ensombrecerse las aguas plateadas
del Duero.
El Duero cruza el corazón de roble
de Iberia y de Castilla.
¡Oh, tierra triste y noble,
la de los altos llanos y yermos y roquedas,
de campos sin arados, regatos ni arboledas;
decrépitas ciudades, caminos sin mesones,
y atónitos palurdos sin danzas ni canciones
que aún van, abandonando el mortecino hogar,
como tus largos ríos, Castilla, hacia la mar!
Castilla miserable, ayer dominadora,
envuelta en sus andrajos desprecia cuanto ignora.
¿Espera, duerme o sueña? ¿La sangre derramada
recuerda, cuando tuvo la fiebre de la espada?
Todo se mueve, fluye, discurre, corre o gira;
cambian la mar y el monte y el ojo que los mira.
¿Pasó? Sobre sus campos aún el fantasma yerta
de un pueblo que ponía a Dios sobre la guerra.
La madre en otro tiempo fecunda en capitanes,
madrastra es hoy apenas de humildes ganapanes.
Castilla no es aquella tan generosa un día,
cuando Myo Cid Rodrigo el de Vivar volvía,
ufano de su nueva fortuna, y su opulencia,
a regalar a Alfonso los huertos de Valencia;
o que, tras la aventura que acreditó sus bríos,
pedía la conquista de los inmensos ríos
indianos a la corte, la madre de soldados,
guerreros y adalides que han de tornar, cargados
de plata y oro, a España, en regios galeones,
para la presa cuervos, para la lid leones.
Filósofos nutridos de sopa de convento
contemplan impasibles el amplio firmamento;
y si les llega en sueños, como un rumor distante,
clamor de mercaderes de muelles de Levante,
no acudirán siquiera a preguntar ¿qué pasa?
Y ya la guerra ha abierto las puertas de su casa.
Castilla miserable, ayer dominadora,
envuelta en sus harapos desprecia cuanto ignora.
El sol va declinando. De la ciudad lejana
me llega un armonioso tañido de campana
?ya irán a su rosario las enlutadas viejas?.
De entre las peñas salen dos lindas comadrejas;
me miran y se alejan, huyendo, y aparecen
de nuevo, ¡tan curiosas!... Los campos se obscurecen.
Hacia el camino blanco está el mesón abierto
al campo ensombrecido y al pedregal desierto.
Analisi
Orillas Del duero è un fiume che attraversa Soria. I versi sono
alessandrini a rima alternata, l'io osserva e ci descrive il paesaggio
e da ciò nasce la riflessione sulla Spagna. Fin dall'inizio il lettore è
accompagnato dal poeta all'interno della poesia. La descrizione
degli elementi del paesaggio è funzionale alla comprensione del
passato doloroso della Castilla ed all'estensione della Spagna, e in
tutto il componimento abbiamo un'oscillazione tra due tempi storici
a cui l'autore fa riferimento con Ayer y Hoy.
La poesia può essere divisa in tre blocchi: versi 1- 33 versi 34-69 e
versi 70-76. Nel primo gruppo il poeta si addentra nel paesaggio e
lo descrive evocando un passato storico con l'intensità tanto che
appare come un fantasma. Nei versi 34 69 c'è una riflessione critica
della storia della Spagna quindi un confronto tra la Spagna di ieri e
la Spagna di oggi. Negli ultimi versi invece troviamo semplicemente
la conclusione della poesia. Nei versi 41-42 67-68 Machado
riprende il confronto tra la miserable Castilla del presente che si
contrappone con quella del passato. Questo confronto viene
sottolineato ancora nei versi 49-50 contrasto fra la Castilla gloriosa
del passato e la Castilla del presente, i due versi presentano una
certa struttura che rafforza il contrasto: la madre diventa matrigna,
otro tiempo=hoy, capitanes =humildes ganapanes. Il confronto tra
passato e presente attraverso il paesaggio è un tema molto
presente nella raccolta e lo troviamo anche nel Del pasado
effimero
Este hombre del casino provinciano
Que vió a Carancha recibir un día,
Tiene mustia la piel, el pelo cano
Ojos velados por melancolía
Bajo el bigote gris, labios de hastío,
Y una triste expresión que no es tristeza,
Sino algo más y menos: el vacío
Del mundo en la orquendad de su cabeza.
Aún luce de corintio terciopelo
Chaqueta y pantalón abotinado,
Y un cordobés color de caramelo
Pulido y torneado.
Analisi
La poesia è composta da sette strofe con versi endecasillabi tranne
il 12 e il 36 che sono settenari. È una poesia di profondo contenuto
civico e socio-culturale in una forma burlesca e satirica. Machado
ritrae lo spagnolo ottocentesco, ignorante lamentoso contro tutto e
tutti. il poeta concentra la sua attenzione sul paesaggio rurale
piuttosto ricco e l'uomo è un proprietario di Oliveti, lavoratore
instancabile e molto geloso dei suoi possedimenti,il poema
presenta le seguenti tematiche: nella prima strofa da 1 a 14 si parla
del protagonista dal punto di vista fisico,invece dai versi 15 a 32
Machado si spiega lo stato psicologico del personaggio, appunto
ignorante e appassionato di tori e nella terza parte al verso 38 c'è la
critica nei confronti dell'uomo e Machado dice che a causa di
persone così ignoranti,come appunto il protagonista del
componimento, la Spagna non può progredire perché queste
persone rappresentano un ostacolo.
Juan Ramón Jiménez
Nacque nella provincia di Andalusa ma trascorse tutta la sua
giovinezza a Caglie Nueva, e uno dei momenti della vita che lo
segna coincide con la Primavera del 1900,quando riceve una
lettera da parte di Francisco Villaespesa che lo invita a trasferirsi a
Madrid e a unirsi ai modernisti. Così si trasferisce a Madrid dove
conosce appunto i poeti modernisti che facevano circolo intorno a
Rubén Dario. Inizialmente pubblicò raccolte che però non ebbero
un grande successo e negli anni successivi cercò di cancellare le
tracce di questa raccolta distruggendo le copie che aveva in quanto
mancavano di uno stile personale. Si legò a Francisco Villaespesa
ma dopo aver aderito per vari anni al modernismo,cambia stile e
aderisce alla poesia della generazione del '14 ( poesia
caratterizzata da spiritualità e l'unica finalità è il piacere estetico,
linguaggio simbolista) e utilizza il verso libero che diventa il suo
riferimento metrico. Per un periodo di tempo a causa di problemi di
salute si trasferisce a casa del famoso dottor Cinarro, famoso non
solo per i suoi interessi medici ma anche per la cultura e il suo
salotto era un punto di riferimento per poeti e scrittori e Jimenez
ebbe l'opportunità di conoscerlo,soprattutto fu molto importante per
lui la possibilità di avere accesso alla biblioteca di Cinarro ricca sia
di testi spagnoli che europei. Dopo questa esperienza, egli iniziò a
lavorare a Platero y Yo. Nell' opera si trovano riferimenti a
insegnamenti e lezioni che Jimenez imparò presso Cinarro e in
particolare una figura fondamentale fu Francisco de Los rios, che a
sua volta frequentava casa del dottor Cinarro. L'opera è importante
perché segna un punto di riferimento per il poema in prosa, la
diffusione di essi in Spagna risente di un insieme di influenze, la
letteratura francese con Bodler ma anche la prosa artistica di alcuni
scrittori romantici spagnoli Bequer, e sono importanti anche le
innovazioni linguistiche introdotte dai modernisti. Platero y yo non è
la prima opera in cui sperimenta il genere,Jimenez aveva fatto dei
tentativi già in precedenza aveva pubblicato Primeras prosas e
Baladas para despues, che sono i primi tentativi di avvicinamento
alla forma. Primeras prosas risente ancora molto del modello
romantico, nel testo successivo il modello è quello del simbolismo
francese e l'ultimo è il punto d'arrivo c'è un perfetto equilibrio tra le
influenze e il suo contributo specifico. L'opera rappresenta una
svolta, ma quali sono le sue caratteristiche? Ci sono periodi molto
lunghi in cui l'elemento ritmico melodico è fondamentale e si ottiene
attraverso le figure retoriche, la metafora è centrale. Narrazione
meno lineare logica e segue sensazioni e stati d'animo. L'opera è
stata allungo utilizzata per educare i bambini, platero è la storia di
un bambino e il suo asino,sono brevi capitoli e ognuno è la
narrazione di un evento o una situazione legati all'educazione
dell'asino, è chiaro che viene educato come dovrebbe essere
educato un bambino diventa centrale l'insegnamento letto in chiave
cristiana e religiosa. La società dove vivono platero e il bambino è
un mondo di ipocrisia e crudeltà, dove l'asino e il bambino cercano
di inseguire un ideale diverso e per questo spesso vengono
emarginati e criticati.
Il diario de un poeta reciencasado
Segna una svolta nella produzione di Jimenez è l'opera con cui egli
rompe in maniera definitiva e netta con il modernismo che aveva
dominato nella sua produzione fino a quel momento. L'occasione
per la scrittura di quest'opera fu il viaggio per il suo matrimonio del
1916. Quali sono gli aspetti che rendono l'opera così dirompente? Il
rapporto con un mondo diverso ovvero gli stati uniti e l'introduzione
nella poesia di nuovi termini che hanno a che fare con la modernità.
Il genere del diario è un sottogenere della scrittura biografica che
ha caratteristiche precise e prevede la scrittura quotidiana con
indicazioni del giorno e del momento della giornata. Jiménez
trasforma però il genere in un prosimetro( verso e prosa poetica),
fondata su sensazioni e sull'utilizzo del verso libero, che diventerà
modello di riferimento per i poeti successivi che vorranno cimentarsi
nel verso libero, che sarà il più utilizzato nella poesia. Del diario
mantiene le indicazioni che fanno riferimento al giorno e spesso al
momento della giornata. Come nasce in Jiménez la decisione di
comporre l'opera usando il verso libero? Egli dice che l'andamento
irregolare che ha il verso libero, gli è stato suggerito dal treno prima
e dalla nave poi. La raccolta è legata al treno, e alla nave infatti la
sezione dedicata al soggiorno a New York dà forma al rapporto
ambivalente che il poeta stabilisce con la città , un rapporto critico,
e ne sottolinea le differenze e le difficoltà linguistiche. I testi in
dispensa sono legati tra loro, il punto di partenza è
Todo
19 de junio
TODO
Al mar y al Amor
Verdad, si, si; ya habéis los dos sanado
mi locura.
Analisi
Qui il poeta descrive le stesse cose di nocturno e di oro mio, ritorna
l'elemento dell'oro, del mare e del cielo però c'è l'immagine molto
bella e ironica del cielo, che si è rotto come un uovo e ciò allude a
un cambiamento irreversibile che investe mare, cielo e anche il
poeta stesso e determina nella parte finale un nuovo ordine
dell'universo. Nei versi successivi il poeta ci dice che l'anima si
fonde con il sole e il cielo che si rompe, fa poi riferimento al tuorlo
dell'uovo che è tondo come il sole. Quindi con il sorgere del nuovo
giorno c'è la rinascita dell'universo che si lega quindi a una rinascita
dell'io. A questo punto dobbiamo fare ancora un passo indietro e
arrivare al componimento
Sole en el camarote
Analisi
Il poeta ci descrive l'aurora associata alla speranza e il poeta ci
descrive anche un mondo però senza speranza caratterizzato da
violenza e morte. E poi c’è tema degli ultimi, il poeta si sente
sempre parte della minoranza che è costretta a subire violenza
ingiustizie come abbiamo visto nei gitani e il poeta ci dice che
bisogna schierarsi dalla loro parte. In questo mondo neanche
Aurora ha la possibilità di confortare le persone. Possiamo
individuare tre blocchi: primi otto versi due quartine con struttura
simmetrica che ci presentano la rappresentazione dell'aurora;
secondo blocco 9- 16 viene rappresentata la percezione dell'aurora
da parte delle persone e l'ultima sequenza è una sorta di
conclusione di ciò.
vediamo il primo blocco: due quartine la prima ci dice che l'Aurora
di New York ha Quattro Colonne di fango e c’è anche un uragano di
colombe nere, le Quattro Colonne di fango sono riferimento ai
grattacieli di New York soltanto che i grattacieli sono fatti di specchi
che dovrebbero riflettere la luce, ma nel caso di Lorca, lui dice che
non sono capaci di riflettere la luce e quindi quando l'Aurora arriva
non risplende come dovrebbe risplendere, ma trova un ostacolo
nella sporcizia della città, e trova ostacolo anche nell'architettura
perché le colonne impediscono alla luce di entrare. Al verso 3 e 4
troviamo riferimento all'Acqua e alla natura, l'acqua è simbolo di
vita, ma qui è sporca e quindi si converte in portatrice di morte poi
abbiamo le colombe nera, sappiamo che di solito sono bianche, e
sono simbolo di innocenza, mentre qui sono nere e le colombe
sono rappresentate come una forza distruttrice un uragano che
distrugge. Le colombe sguazzano nell'acqua sporca come se
fossero topi, quindi non ci vengono rappresentate in volo ma a terra
nell'acqua sporca, ed è molto probabile che Lorca sia integrando un
topos di lunghissima tradizione poetica e artistica, nelle arti visive e
in tutta la letteratura rinascimentale, la quale è piena di fonti con
l'acqua trasparente e le colombe vicino alla fonte, qui Lorca ha
preso l'immagine e l’ha capovolta perché l'acqua è sporca e le
colombe sono nere il nero è soltanto simbolo di morte e corruzione?
O allude a qualcos'altro? Alludono ai piccioni, la descrizione quindi
è surrealistica e onirica allo stesso tempo però rappresenta anche
un elemento concreto della città e del suo sporco. È chiaro quindi
che ci troviamo in un mondo negativo e problematico la descrizione
prosegue e c’è poi l'anafora dell'aurora e adesso l'Aurora viene
personificata mentre sale le scale, quindi è come se fosse una
persona, ma non riesce a farlo in maniera semplice in quanto
soffre. L’Aurora cerca dei fiori Bianchi ma non li trova quindi questo
ci vuole dire che a New York la natura è stata distrutta quindi la
ricerca dei fiori è vana.
Entriamo nel secondo blocco l'Aurora poi arriva e l'attenzione si
sposta dalla città agli abitanti e la prima cosa che Lorca ci dice è
che che anche se l'Aurora arriva nessuno la riceve in bocca, cosa
può significare? L'Aurora viene quindi trasfigurata in un Ostia
bianca e circolare quindi l'Aurora arriva e chi la riceve in bocca,
prende la comunione e cosa significa questa trasfigurazione? che
quindi si tratta di un momento sacro della giornata ma non c'è
nessuno che partecipa a questo rito sacro le persone non sono
interessate a partecipare ai riti della natura non sono interessati
perché le condizioni in cui vivono a New York li portano a una vita
umile senza speranza e neanche l'Aurora può portarla. Quindi le
persone non sperano più in un miglioramento e tra l'altro le persone
non credono più in una speranza questo lo vediamo al verso 10.
Nei versi 11 e 12 le monete fanno riferimento all'economia al lavoro
alla ricchezza vengono trasformate in Bianche piaghe della
tradizione biblica, Ovvero le cavallette che bucano divorano
distruggono e i verbi taladran e devoran mirano ad un atto
estremamente violento. quindi non soltanto a New York non c'era
natura, ma quella poca che sopravvive viene violentata. Nei versi
12 e 13 il poeta ci dice che le persone non hanno illusioni e sanno
che non c'è un possibile Paradiso ne un possibile miglioramento,
perché saranno sempre schiavi di un mondo fatto non di natura ma
di regole di numeri, un mondo angosciante. E ritorno il riferimento al
fango che così come impedisce alla luce dell'aurora di risplendere i
palazzi qui impedisce di muoversi liberamente di respirare nel
mondo in quanto la natura è quasi morta. l'acqua è contaminata,
insetti sono creature mostruose, non ci sono fiori, il mondo è
dominato da cattiveria. Questo significa che New York è percepita
dal poeta come un inferno in cui non c'è luce e non c'è amore. Nei
versi 17 e 18 il poeta ci dice che non solo le persone sono
condannate e schiave in questo mondo ma la stessa luce viene
incatenata e sepolta, Quindi nella lotta contro la città l'Aurora perde.
La critica è rivolta anche alla corsa al progresso, quindi alla
modernità intesa come cieco progresso. In questa poesia e nella
raccolta emerge una posizione di scetticismo di Lorca nei confronti
della scienza ed egli si oppone però a quella ricerca che ha perduto
le radici umane. I versi 19:20 ci parlano degli abitanti di New York e
le persone non sono sveglie , si muovono incerte come delle
marionette e dice che gli uomini sono come marinai senza porto
sono come dei naufraghi senza una Patria a cui fare riferimento. Si
tratta quindi di una critica fortissima alla civiltà e quella parte
dell'umanità che ha creduto di poter fare a meno della natura
Quindi è un attacco fortissimo al lato oscuro industriale civico. E
ora questi temi quindi i due componimenti ci danno l'insieme dei
temi presenti nella raccolta Quindi da una parte manca una
speranza da parte degli uomini è un altro tema che sarà sviluppato
una raccolta.
Miguel Hernández
Fu il secondo figlio di un'umile famiglia di pastori di Orihuela. Inizia
gli studi però poi li abbandona per volontà paterna, dedicandosi al
mestiere del pastore,mentre accudisce il gregge, Miguel legge con
avidità e scrive le sue prime poesie. I libri sono la sua principale
fonte di istruzione: Miguel diventa totalmente autodidatta, e i grandi
autori del Siglo de Oro: Miguel de Cervantes, Lope de Vega, Pedro
Calderón de la Barca, Garcilaso de la Vega e, soprattutto, Luis de
Góngora, diventano i suoi principali maestri. La sua prima fase
poetica sarà influenzata soprattutto da Góngora. A Madrid viene
scelto come segretario e redattore della enciclopedia Los Toros, fa
amicizia con Pablo Neruda; questa è l'origine della sua breve tappa
dentro il Surrealismo. La sua poesia di questo periodo si fa più
sociale e manifesta nei suoi risvolti chiari un compromesso politico
con i più poveri e i diseredati.Allo scoppio della Guerra civile
spagnola, Miguel Hernández si arruola al bando dei repubblicani. In
piena guerra, riesce a scappare brevemente a Orihuela per
sposarsi con Josefina Manresa. Il poeta decide di tornare
a Orihuela con l'intenzione di attraversare la frontiera, però la
polizia di Salazar lo consegna alla Guardia Civile. Viene arrestato e
grazie alle pressioni di Pablo Neruda viene rimesso in libertà. Sarà
poi arrestato un’altra volta e muore nel carcere per tuvercolosi.
L’opera più importante è
Viento del pueblo (1937), una raccolta di canti, odi ed elegie, scritti
nelle trincee.Sono composizioni che mostrano una dichiarata
vocazione all'epica popolare, dove entrano frammenti autobiografici
e intimisti, ma su tutto si impone una dichiarata volontà
all'esaltazione della lotta e al canto collettivo. La raccolta è
composta da 25 testi con metriche differenti, ci sono versi lunghi e
con un tono solenne, quasi pubblico. Altri hanno un verso molto
breve recuperato dal romancero e si addice al contesto in cui lui
deve scrivere rapidamente. Il titolo della raccolta è una metafora.
Viento del pueblo simboleggia un vento di rivoluzione e lo
strumento del vento è l'autore. C’è riflessione sul presente tragico
del paese, quindi sulla Spagna con tutte le sue problematiche e il
fatto che abbia un dittatore e il vento di salvezza non ha scopo
celebrativo, ma vuole veicolare un messaggio, ovvero quello di
ribellarsi. Unico scopo è quella di spingere gli oppressi ad una
reazione.
Tristes guerras
Il componimento parla della guerra ed è percorso da un patetico
paradosso: non sono tristi tutte le guerre? I versi sono 9 e il
linguaggio è molto chiaro e semplice. La rima è data dalla parola
"triste" ripetendosi tutto il tempo. L’autore vuole farci capire l’inutilità
della guerra, la quale può avvenire per qualsiasi motivo, ma
soprattutto causa la morte di milioni di persone innocenti.
Pedro salinas
Nacque a Madrid e faceva parte della generazione del 27 , e
contemporaneamente era un professore di letteratura spagnola,
quindi era un poeta professore.Salinas all'interno della sua poesia
riprende la tematica amorosa che era stata messa da parte dalla
generazione del 27, e come tutti i poeti della generazione del 27 da
una parte Cerca di stabilire una relazione con la tradizione
precedente dall'altra cerca di rinnovarla. La sua raccolta più
importante è La voz a ti debida (la voce a te dovuta). il titolo
stesso ci permette di comprendere qual è la tradizione poetica alla
quale Salinas fa riferimento, ovvero una tematica amorosa di
garcilaso, ma anche di Petrarca. Salinas ricostruisce una storia
d'amore e non lo fa in maniera lineare ma ci fornisce indizi di
questa vicenda la quale nel momento della pubblicazione dell'opera
è già conclusa. La storia di cui ci parla è una storia reale?
L'esperienza è autobiografica e la raccolta è dedicata a una
giovane americana con cui Salinas ebbe una lunga relazione extra
coniugale, perché egli era sposato.
Manana questo componimento secondo Francesco Paola, che è
uno degli studiosi di questa raccolta fa parte di una sorta di prologo
della raccolta. Il componimento contiene tutte le questioni principali
che saranno poi riprese nel resto della raccolta. Questo
componimento in particolare è quello che da avvio alla vicenda
amorosa e quindi al racconto. Importanti sono le parole Manana e
Yo, in quanto ci fanno capire che c’è un dialogo tra i protagonisti
della raccolta, ovvero l'io poeta e la donna amata,e in tutto il poema
la opera troveremo sempre queste parole mañana e yo, che si
riferiscono ai due protagonisti, perché secondo Salinas è meglio
usare questi termini invece dei nomi. Si parte dal semplice mañana
dopodiché abbiamo l'io(yo) che si associa a magnana poi mañana
sparisce e abbiamo solo yo. Il primo gruppo di Versi si collegano a
Magnana, e il poeta ci dice che la parola è vuota senza corpo e
senza colore ma poi cambia, si trasforma perché la concretezza del
pronome permette la comparsa al verso undici di carne e Banderas
così tutto prende forma nella parte centrale del componimento ci
sono le conseguenze legate a Manana e Yo che sono collegate alle
promesse del verso 13, alle speranze verso 21 . ci dice l'io che si
precipitano su di lui le promesse e le speranze tra l'altro
proseguono per altri versi Infatti nei versi 12 e 13 il poeta dice che
gli si precipitavano addosso, ai versi 18 e 19 dice che gli arrivavano
in treno, al verso 23 e 24 dice le voci sono percepite veloci e grandi
le speranze sono snelle al verso 22 e immense al verso 25. quindi
questo ci dice che le promesse speranze sono arrivate alla donna
amata, quindi suggerisce l'idea di un crescendo di una connessione
Quindi rispetto all'assenza totale dei primi versi in questa parte
centrale abbiamo l'esplosione del modulo dell'amore. Al verso 29
abbiamo una ripetizione del primo verso in questo caso però la
parola è pronunciata dall'uomo invece la prima era pronunciata
dalla donna. questa parola che all'inizio era inerte e immobile
adesso ha una connessione con l’essenza, in questo modo Salinas
restituisce l'immagine finale del componimento che ha a che fare
con lo scoccare della freccia di Cupido, la quale colpisce il bersaglio
e parte l'amore che sarà poi raccontato a partire dal conferimento
successivo. bisogna capire però come funziona magnana, è fatta
di carne, quindi ha un corpo e viene poi paragonata alla corda di un
arco, la freccia è il poeta che vuole colpire la donna amata. quindi la
parola manana da sola non significa nulla e se volessimo anticipare
il discorso della freccia e dell'Arco in questo caso la parola domani
è un arco la corda di un arco senza niente l'io è la freccia e quando
i due sono insieme tutto si Popola e ci sono le speranze le
promesse e c'è l'amore.
Rafael Alberti
Nacque a El Puerto di Santa Maria nel 1902. Entra nel Partido
Comunista de Espana e partecipa alla guerra civile contro i filo
fascisti a seguito della sconfitta repubblicana durante la Guerra
civile, va in esilio ed è uno dei pochissimi che poi riuscirà a fare
ritorno in Spagna. Egli fa parte della rigenerazione del 27 e
dopo la disfatta del partito comunista, nella poesia di Alberti a
partire dal 36 la tematica dell'esilio diventa centrale, ed è
importante anche il tema del ricordo, quindi c'è il recupero del
passato in particolare del passato più lontano quindi degli anni
dell'infanzia, che diventano un modo per recuperare non solo il
proprio passato ma l'essenza dell'io a questa fase risale Retornos
de lo vivo lejano influenzata dal surrealismo.
Cal y canto è un componimento che ci permette di mettere in luce
il legame tra tradizione e innovazione. Innanzitutto tra tutte le
raccolte di Alberti questa è quella più legata alla tradizione di
Góngora in particolare questo componimento si riaggancia a una
tradizione metrica del madrigale rinascimentale ed é un genere che
spesso legato alla tematica amorosa,ma in questo caso abbiamo
una variante perché non ce la dedica ad una donna ma ad un
oggetto, il quale ci rimanda al tram quindi un mezzo di trasporto. Fin
dal titolo possiamo accogliere questo rapporto tra tradizione e
innovazione tra l'altro il fatto che il componimento abbia a che fare
con il tram ci fornisce un contesto in cui collocare il componimento
e soprattutto ci fornisce immagini che appunto fanno riferimento a
qualcosa.
Billete al madrigale
nei primi quattro versi c’è un luogo in cui il vento solleva delle torri
di luce,il poeta poi dicendo sangre ci rimanda al corpo, la luce
quindi viene percepita dal corpo, e la parola balconi ci dà la chiave
di lettura dei versi, perché i tram avevano una parte
esterna(balcone) su cui si saliva e si timbravano i biglietti. La scena
quindi inizia a essere più chiara, l'io è salito sul tram .Quindi i primi
due versi ci danno l'immagine del tram ovvero il vento causato dal
muoversi del tram che il poeta percepisce, in quanto si trova su una
zona esterna, che appunto veniva anche chiamata balcone, e l'idea
del balcone genera anche il riferimento al cuore. Al verso 5 il poeta
inizia a mettere insieme acqua mare e il petalo potrebbe riferirsi a
una parte del biglietto dove c’è scritto il nome. Quindi probabilmente
l'io sta andando ad un incontro, possiamo così immaginare che la
tematica amorosa legata al titolo sia in qualche modo vincolata
attraverso la corsa per andare all'appuntamento.
Contemporaneamente questa idea non è particolarmente chiara, e
nei versi 7 e 8 c'è l'idea di qualcosa che deve essere tagliato,
perché qui il poeta sta stabilendo un legame con i versi successivi,
e l'immagine dell'io si sovrappone a quella del fiore e del biglietto,
perché i biglietti erano spesso raccolti in placchette e quindi il loro
insieme che il poeta ha in tasca, potrebbe rimandare al libro che
egli ha in tasca. Oltretutto i biglietti avevano un colore violaceo e da
qui il possibile riferimento al fiore la violetta, ma ancora la violetta ai
tempi era usata come segnalibro, la violetta ha forma collegata a
tematiche malinconiche e amorose, quindi è probabile che con
queste immagini il poeta stia alludendo a biglietti ma anche a un
libro di poesie in particolare con tematica amorosa. Il biglietto da
una parte rimanda alla poesia, dall'altra fa parte del libro.
Desahucio
Fa parte della raccolta sobre los angeles del 1929. Il poema è stato
scritto durante una crisi esistenziale e durante questa fase, gli
angeli fanno si che il poeta lasci il mondo si certezze per entrare in
un mondo di inquietudine, depressione nel quale Alberti non si
identifica. Gli angeli sono una trasposizione dei sentimenti e delle
sensazioni del poeta, sono angeli cattivi che nascono dal suo
malessere interiore. Racconta con stile del surrealismo, immagini
oniriche, linguaggio barocco e verso libero.
Analisi poesia
Gli angeli sono i protagonisti del componimento in particolare esso
sembra legato al dubbio, in quanto non si sa se sono angeli buoni o
cattivi e nella parte finale del componimento ci sono altri dubbi, in
quanto troviamo delle domande e non sappiamo di cosa si tratta. E
gli angeli della raccolta sono quasi sicuramente forze oscure e non
sono soggette all'io perché lui non può vederli. L'incertezza viene
espressa al verso 2, e il dubbio arriva al punto che l'io non riesce a
capire se queste forze che abitano nella sua casa e anima sono
buone o no. E l'immagine del corpo disabitato è molto presente
nella poesia di Alberti , successivamente passiamo da eventi che
sono rappresentati in maniera superficiale fino a che le immagini
diventano qualcosa di terribile e ciò serve ad amplificare la
sensazione di vuoto e angoscia, e nei versi 13-16 il poeta arriva a
stabilire che gli angeli sono maligni ed hanno la sua casa cioè la
sua anima.
Luis Cernuda
Nasce nel 1902 a Siviglia. La sua educazione è rigida ed
intransigente, a causa del carattere di suo padre, un militare di
professione. Comincia a studiare giurisprudenza presso
l'Università di Siviglia, dove segue i corsi di Pedro Salinas, si
trasferisce a Madrid, dove entra in contatto con gli ambienti letterari
della città che più tardi saranno conosciuti come la "Generazione
del '27".Lavora in una libreria e si innamora del giovane Serafín,
che non ricambia l'attenzione.Benché sia definito "disadaptado" a
causa della sua omosessualità, lui non negò mai questa sua
condizione, perciò ebbe la fama di ribelle, e si ribellò alla mentalità
chiusa e bigotta della Spagna del Dopoguerra.
La poesia cernudiana è una poesia della meditazione, che segue
"quattro tappe": gli anni dell'apprendimento, la giovinezza, la
maturità e l'inizio della vecchiaia.
Alla tappa iniziale appartengono le prime poesie, che rendono
omaggio alla tradizione classica toccando alcuni temi tipicamente
cernudiani, amore ed eros in particolare. La Seconda fase (giovinezza)
rivela l'adesione di Cernuda al surrealismo. Anche se il classicista che
è sempre stato in lui spesso stempera la rottura formale, il fattore
essenziale di queste raccolte è il suo spirito di ribellione nei confronti
dell'ordine stabilito. La Terza fase inaugura Il periodo della maturità è
poesia sulla Guerra Civile,e il tono elegiaco raggiunge il suo apice.
Sotto l'influsso della lirica inglese, include monologhi drammatici.
Poi c’è l’’Ultima fase dove è evidente la sostituzione dell'anteriore
musicalità elegante con un ritmo secco, duro, e con la rinuncia ad
ogni orpello in favore del concetto.
Il teatro