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Corso di Laurea:

Insegnamento:
Numero lezione:
Titolo:

Il Costumbrismo

La prosa romantica spagnola si caratterizza, almeno nella sua


prima fase, soprattutto nel cosiddetto costumbrismo, vale a dire
un'osservazione della realtà sociale che circonda lo scrittore.
Il costumbrismo si sviluppa principalmente a partire dagli anni
Trenta del XIX secolo, e appare come un tentativo da parte di alcuni
scrittori di descrivere i cambiamenti che stavano avvenendo nella
società del periodo, e che man mano stavano minando le 'certezze'
dell'Ancient Régime; questi cambiamenti erano percepiti come una
minaccia per quelle caratteristiche che avevano reso unica la Spagna,
per cui spesso scene, tipi e oggetti divenivano dei simboli evocativi di
un mondo che andava man mano sparendo.

Potremmo definire il costumbrismo come l'anello di congiunzione


tra le opere di Lope de Rueda, Cervantes, Ramón de la Cruz prima (i
quali, saltuariamente, avevano inserito nelle loro opere descrizioni che
paiono anticipare lo stile costumbrista), e il romanzo realista poi, con
Larra ad ergersi a massimo esponente di questo periodo di passaggio.

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Titolo:

Gli autori costumbristas prendono spesso Madrid come scenario per i loro
testi, in quanto luogo dove vecchio e nuovo si incrociano e convivono, e la classe
media come quella che maggiormente identifica l'idea di nazione. Questo nuovo
modo di osservare la realtà fu portata avanti anche (se non soprattutto)
attraverso un nuovo genere, il quadro di costume, sviluppatosi soprattutto
grazie alla prosa giornalistica.

Félix San Vicente definisce il quadro di costume come "un testo di breve
estensione in cui, attraverso diverse marche enunciative che evidenziano la
veracità e la novità di quanto viene detto, l'osservazione e la descrizione di
scene, di costumi, di tipi e personaggi si alterna con l'uso della narrazione e del
dialogo" (cfr. M. G. Profeti, L'Ottocento, op. cit., p. 191).

Il quadro costumbrista si differenzia dalle descrizioni barocche per


muoversi su un piano che è reale, e non più trascendente o moralistico; ma si
differenzia anche da quelle illuministiche per la mancanza di spirito critico, a
favore di forte senso di nostalgia nella descrizione della società.

Benché abbiamo detto che il costumbrismo ha, di fatto, dei precursori in


terra iberica, sembra che il modello immediato sia stato il francese Jouy; prima
di analizzare la grande figura di questo genere, vediamo altri due esempi di
autori costumbristas, vale a dire Mesonero Romanos e Estébanez Calderón.

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Corso di Laurea: LINGUE E CULTURE EUROPEE E DEL RESTO DEL MONDO
Insegnamento: LETTERATURA SPAGNOLA 1 B
Lezione n°: 3/S1
Titolo: Il costumbrismo
Attività n°: 1

Ramón Mesonero Romanos


Ramón Mesonero Romanos (1803-1882) nacque a Madrid, città che sarà il
‘soggetto’ principale dei suoi quadri di costume; appartenente alla borghesia
cittadina, unì la sua attività giornalistica a quella di membro della Real Academia
Española, e di editore dei classici nella Biblioteca de Autores Españoles, ma fu anche
consigliere comunale e storico della sua città.

Una prima serie di suoi articoli pubblicati sulle Cartas españolas (dove si
firmava con lo pseudonimo di «el Curioso parlante») venne raccolta in Panorama
matritense (1835-1838); gli articoli che pubblicò sul Semanario pintoresco español
(1836-1857, fondato da lui stesso) verranno invece raccolti nelle Escenas
matritenses (la prima edizione è del 1842, ma ne seguirono varie altre), e una terza
serie di articoli verrà successivamente raccolta in Tipos y caracteres (1862); in tutti
questi articoli è evidente il suo amore per Madrid e le sue doti di osservatore.
Corso di Laurea: LINGUE E CULTURE EUROPEE E DEL RESTO DEL MONDO
Insegnamento: LETTERATURA SPAGNOLA 1 B
Lezione n°: 3/S1
Titolo: Il costumbrismo
Attività n°: 1

Ramón Mesonero Romanos

Caratteristiche della scrittura di Mesonero Romanos sono la venata intenzione


moralizzante e una maliziosa (seppur benevola) scaltrezza applicata alla descrizione degli
ambienti madrileni, dietro la quale si nasconde un’attitudine nostalgica di fronte alle forme di
vita tradizionale che l’autore vedeva man mano svanire; lui stesso dichiara che il suo intento era
quello di «pintar las más veces, razonar pocas; hacer llorar nunca, reír casi siempre», e «criticar
sin encono» (cfr. J. García López, op. cit., p. 478) [«dipingere la maggior parte delle volte,
ragionare poche; far piangere mai, ridere quasi sempre» […] «criticare senza astio»].

Secondo Mesonero Romanos alla base del cambiamento che era in atto dal punto di
vista politico e sociale doveva esserci il lavoro e il rispetto per l’ordine e per l’equilibrio
sociale; per questo nei suoi quadri attaccò spesso l’indolenza, l’eccessiva voglia di figurare, la
corruzione, l’inefficienza politica, l’inutilità dell’aristocrazia e il degrado del popolo. Anche come
critico letterario attacca quanto di «fantasticamente inutile» c’è nel Romanticismo.
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Insegnamento: LETTERATURA SPAGNOLA 1 B
Lezione n°: 3/S1
Titolo: Il costumbrismo
Attività n°: 1

Ramón Mesonero Romanos


Possiamo vedere la preoccupazione dell’autore per quanto riguarda i mutamenti
sociali in questo scorcio dell’articolo 1802 y 1832:

«el trascurso de treinta años y los extraordinarios acontecimientos que en ellos han mediado
han sido bastantes para alterar nuestras costumbres, en términos, que a uno que hubiera
dejado nuestra capital en 1802 le sería imposible reconocerla en 1832. Es cierto que en la época
actual la hallaría más decorada y decente, observaría más actividad en nuestra industria; [...]
pero en cambio de aquellas ventajas, ¿no hallaría muy luego la ausencia de otras más sólidas y
duraderas? ¿No echaría de ver muy pronto la alteración que ha experimentado nuestro carácter?
¿Adónde encontraría ya aquella ingenua virtud, aquella probidad natural, que era el distintivo de
nuestros mayores? ¿Dónde el sólido saber, que aunque patrimonio de pocos, ofrecía a la
posteridad obras clásicas e inmortales? ¿Dónde aquella franqueza sencilla, que daba a los
placeres inocentes su verdadero colorido, y al trato general comunicaba la alegría y confianza?»
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Insegnamento: LETTERATURA SPAGNOLA 1 B
Lezione n°: 3/S1
Titolo: Il costumbrismo
Attività n°: 1

Ramón Mesonero Romanos


[il passare di trenta anni e gli straordinari fatti che in essi sono accaduti sono stati sufficienti ad
alterare le nostre usanze, tanto, che a uno che avesse lasciato la nostra capitale nel 1802 sarebbe
impossibile riconoscerla nel 1832. È sicuro che nell’epoca attuale la troverebbe più decorata e
decente, osserverebbe più attività nella nostra industria; […] ma in cambio a quei vantaggi, non
troverebbe subitissimo l’assenza di altri più solidi e duraturi? Non si accorgerebbe ben presto
l’alterazione che ha subito il nostro carattere? Dove troverebbe più quell’ingenua virtù, quella
probità naturale, che era caratteristica dei nostri anziani? Dove il solido sapere, che benché
patrimonio di pochi, offriva ai posteri opere classiche ed immortali? Dove quella franchezza
semplice, che dava ai piaceri innocenti il suo vero gusto, e nei rapporti generali trasmetteva
l’allegria e fiducia?]

[traduzione mia; prendo il testo citato al seguente link:


http://www.cervantesvirtual.com/obra-visor/obras-jocosas-y-satiricas-de-el-curioso-parlante--
0/html/]
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Insegnamento: LETTERATURA SPAGNOLA 1 B
Lezione n°: 3/S2
Titolo: Il costumbrismo
Attività n°: 1

Serafín Estébanez Calderón


L’altra figura di spicco del costumbrismo spagnolo è Serafín Estébanez
Calderón (1799-1867); nacque a Málaga, ma iniziò a curare i suoi interessi letterari
una volta trasferitosi a Madrid.

Scrisse articoli di vario genere, che firmava con lo pseudonimo di «el


Solitario al acecho» [il Solitario in agguato]; fu erudito, bibliofilo, critico letterario e
storico, e autore anche di racconti (molto apprezzati) e di un romanzo storico
(Cristianos y moriscos, 1832), ma la sua fama si deve principalmente alle sue
Escenas andaluzas (1847), dove raccolse articoli in cui dà una visione
dell’Andalusia pittoresca e marginale che risulta ricca di colore e di grazia; quadri di
costume dai titoli evocatori come El bolero, La feria de Mairena, Manolito Gázquez,
rendono evidente la sua attenzione al mondo rurale e poco civilizzato, senza
nessun intento moralistico.
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Lezione n°: 3/S2
Titolo: Il costumbrismo
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Serafín Estébanez Calderón


Nella sua opera non mancano anche quadri che difficilmente potremmo
definire di costume, in quanto vi prevalgono l’osservazione sarcastica e arguta
(come in Don Opando o unas elecciones, che tratta del caciquismo), o la
documentazione storica (Toros y ejercicios a la jineta), o l’uso (forse discutibile)
della parlata antica (Egas el escudero y la dueña Aldonza).

La sua prosa risulta spesso verbosa e ridondante, con abbondanza di


voci e modi di dire castigliani, frutto di una visione (e descrizione) dettagliata e
prolissa della realtà; a questa lentezza fa però da piacevole contraltare la ricchezza
folclorica dei suoi testi, il suo animato essere pittoresco e la sua piacevolezza
tipicamente andalusa; la prosa di Estébanez Calderón sorprende per la libertà in cui
usa i vari registri, tanto nelle forme classiche quanto nelle forme dialettali.
Possiamo apprezzare lo stile dell’autore in questo breve scorcio di Pulpete y Balbeja,
dove ci descrive due malavitosi andalusi:
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Titolo: Il costumbrismo
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Serafín Estébanez Calderón


«Por el ámbito de la plazuela de Santa Ana, enderezándose a cierta ermita de lo
caro, caminaban en paso mesurado dos hombres que en su traza bien manifestaban
el suelo que les dio el ser. El que medía el andito de la calle, más alto que el otro,
como medio jeme, calaba al desgaire ancho chambergo ecijano con jerbilla de
abalorios, prendida en listón tan negro como sus pecados».

[Nei pressi della piazzetta di Sant’Anna, diretti verso un certo caro eremo,
camminavano a passi misurati due uomini che nel loro aspetto rendevano evidente
la terra che diede loro i natali. Quello che misurava la larghezza della via, più alto
dell’altro, circa mezzo palmo, calcava con trascuratezza un ampio cappello di Encija
con la fibbia di perline, attaccata ad un nastrone nero come i suoi peccati].

[traduzione mia; testo citato dal seguente link:


http://www.cervantesvirtual.com/obra-visor/escenas-andaluzas--1/html/ ]
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Insegnamento: LETTERATURA SPAGNOLA 1 B
Lezione n°: 3/S2
Titolo: Il costumbrismo
Attività n°: 1

Il costum brism o
Un genere come il quadro di costume diede naturalmente vita anche a
raccolte miscellanee; la prima di queste fu Los españoles pintados por sí
m ism os [Gli spagnoli dipinti da sé stessi] (1843-1844), organizzata dall’editore
Boix, dove è evidente come nel tempo si fosse iniziato a cambiare soggetto,
prestando ora maggiore attenzione ai personaggi rispetto agli ambienti descritti.

Nei due volumi dell’opera vennero raccolte centoquattro dispense che


presentavano novantotto ‘tipi’, descritti da oltre cinquanta autori e illustrati da
prestigiosi incisori e disegnatori dell’epoca. I ‘tipi’ in genere vengono descritti con
spirito moderato e tratti pittoreschi superficiali, e prevalentemente riflettono persone
appartenenti alla classe media, generalmente madrilena, spesso aspiranti ad
impieghi statali; i mestieri più umili appaiono come fonte di ironia, mentre sono
assenti sia l’aristocrazia, sia il popolo (disprezzato per la sua grossolanità), sia i
membri della nuova borghesia.
Corso di Laurea: LINGUE E CULTURE EUROPEE E DEL RESTO DEL MONDO
Insegnamento: LETTERATURA SPAGNOLA 1 B
Lezione n°: 3/S3
Titolo: Il costumbrismo
Attività n°: 1

Il costumbrismo

ESERCITAZIONE:

Evidenziare i punti in comune e le eventuali differenze tra le opere di Mesonero


Romanos e quelle di Estébanez Calderón.

Indicazioni pratiche: il testo prodotto deve essere lungo tra i 1000 e i 2000 caratteri
(spazi inclusi); va scritto in un file Word e inviato al docente caricandolo su «I miei
documenti» o sull’ePortfolio; in alternativa, è possibile inviarlo tramite sistema di
messaggistica della piattaforma.

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