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26.10.21
La canzone può influenzare al massimo il lessico>gli usi sintattici delle canzoni sono vincolati dal metro in
cui sono scritte>quando si sta componendo una canzone è come comporre quasi una poesia.
Dietro alle trasmissioni televisive c’è una scrittura>tutto questo meccanismo non esiste per esempio su
youtube. Questo aspetto apre le porta alla diffusione di forme linguistiche particolari>che sono informali, di
registro basso.
ITALIANO DELL’USO MEDIO>è diverso dall’italiano standard (quello della norma lingustica); l’italiano
dell’uso medio è quello parlato a livello non formale; inoltre da che era solo orale, ha rubato spazio all’uso
scritto.
-forme del tipo sto e sta con aferesi della sillaba inziale per questo e questa
-a me mi
-dislocazioni a sinistra e destra>frasi che si allontanano dalla costruzione tipica dell’italiano e si anticipa (a
sinistra) o si postica
-il CHE polivalente>il pronome che utilizzato come subordinante generico (‘scendi che andiamo’)ci
vorrebbe cosi che ecc
-uso del doppio imperfetto nel periodo ipotetico del 3 tipo (‘se sapevo venivo’)
Libro Mengauldo:
L’italiano dell’uso medio anche nello scritto tende ad accogliere fenomeni che partono dal parlato
un sinonimo dell’italiano dell’uso medio è neo standard>per stabilire una differenza da quello standard
(quello della norma grammaticale)
Varietà italiano:
-italiano regionale>l’italiano che varia su base geografica. L’aggettivo regionale non fa rif alla regione
amministrativa ma vale come locale. Quando parliamo di italiano regionale ci si riferisce soprattutto
all’oralità. La treccani dice: ‘le varietà regionali dell’italiano costituiscono l’aspetto più appariscente e la
variazione diatopica nell’italiano è molto vitale. Si può affermare che l’italiano regionale è il nostro corrente
italiano parlato e che si trovano tracce anche nello scritto.
-italiano popolare> Tullio De Mauro: ’modo di esprimersi di un incolto che sotto la spinta di comunicare e
senza addestramento maneggia quella che si chiama lingua nazionale’ cioè italiano. Dunque è un italiano
acquisito male, un italiano appreso dai dialettofoni. Dal punto di vista linguistico, sull’asse diastratico, è
collocato vero il basso.
-italiano selvaggio>nel 1987 Francesco Bruni ha introdotto questa definizione; Bruni ha notato, su base
documentaria, che esistono forti carenze linguistiche non solo in studenti che ancora frequentano la scuola
ma anche in studenti che frequentano l’università.