Prima di operare sugli acidi nucleici e’ necessario
purificarli con un grado di purezza che dipende dallo scopo della preparazione.
DNA:
Il DNA viene facilmente danneggiato dalle forze frizionali
che possono rompere il DNA ad alto peso molecolare in frammenti piu’ corti.
Altri danni possono essee dovuti alla presenza di
desossiribonucleasi, DNasi, enzimi Mg dipendenti che digeriscono il DNA. Il DNA e’ estratto usando metodi di estrazione blandi ed in presenza di EDTA che chela i metalli.
Per rompere le cellule si usano:
detergenti o enzimi (lisozima nel caso di batteri);
se si debbono usare forze fisiche si evitano le
forze frizionali;
processo e’ eseguito a 4 °C;
si usa vetreria autoclavata per evitare
contaminazioni da DNasi. Dopo il rilascio degli acidi nucleici dalle cellule, si procede alla rimozione dell’RNA per trattamento con ribonucleasi (RNasi) precedentemente trattata al calore per distruggere la meno termostabile DNasi.
I campioni sono quindi trattati per la rimozione delle
proteine:
miscele di fenolo saturo di acqua
fenolo/cloroformio che denaturano le proteine e
non gli acidi nucleici.
Le proteine denaturate si posizionano all’interfaccia tra
solvente organico ed acqua mentre il DNA e’ presente nella fase superiore acquosa. Si procede quindi ad una seconda estrazione di proteine, dopo di che il DNA e’ precipitato a –20 °C mediante aggiunta di 3 volumi di etanolo assoluto freddo.
Il DNA cosi’ ottenuto dopo centrifugazione e’ sciolto in un
tampone contenente EDTA ed e’ conservato a 4 °C o a –20 °C, ricordando che continui cicli di congelamento/scongelamento possono danneggiare la molecola.
Questa procedura e’ valida per estrarre tutto il DNA
cellulare.
Nel caso si voglia isolare DNA da un organello, si procede
prima alla separazione di questo. L’integrita’ del DNA isolato e’ poi verificata mediante elettroforesi su gel di agarosio.
La concentrazione e’ invece determinata
spettrofotometricamente a 260 nm: ricordando che un valore di Abs di 20 corrisponde ad una concentrazione di DNA = 1 mg/ml.
E’ possibile verificare anche la presenza di contaminanti
facendo una scansione spettrofotometrica tra 340 e 240 nm, e calcolando il rapporto di Abs tra 260 e 280 nm. Se questo rapporto e’ superiore a 1.8 vuol dire che il campione non e’ contaminato di proteine. RNA:
Le tecniche sono le stesse usate per il DNA. Essendo però le
molecole di RNA meno lunghe di quelle del DNA e a singolo filamento si possono usare metodi più drastici di rottura delle cellule.
Ci si deve però difendere dalle RNasi abbondantemente
presenti nei laboratori e rilasciate dalla pelle. Quindi si lavora con guanti ed in presenza di detergenti per denaturare le RNasi.
La deproteinizzazione è più rigorosa che con il DNA in
quanto spesso RNA è associato a proteine. DNasi sono usate per rimuovere il DNA e l’RNA è precipitato con etanolo. ANALISI FISICA DEL DNA
Elettroforesi
L’elettroforesi su gel di agarosio o di poliacrilamide è il
metodo più comune per separare qualitativamente e quantitativamente DNA in base alle dimensioni.
Il gel di agarosio è usato per DNA di dimensioni
superiori alle 100bp. Per DNA più piccoli, è necessario usare gel di poliacrilamide.
Il DNA è visualizzato attraverso la colorazione con
bromuro di etidio una molecola fluorescente in grado di intercalarsi tra le basi appaiate. Bromuro di Etidio SOUTHERN BLOT
Una tecnica molto usata nella manipolazione del DNA è
quella del Southern blot.
Con questa tecnica il DNA è trasferito in condizioni
denaturanti dal gel ad una carta di nitrocellulosa posta in contatto con esso, elettroforeticamente o facendo passare grandi volumi di tampone. Il foglio di carta sarà stampo rispetto al gel. Il DNA così ottenuto può essere trattato con cDNA sonda in esperimenti di ibridizzazione.
Una tecnica analoga è il Northern blotting per l’RNA,
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