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ESTRAZIONE DNA DALLA BANANA

Gabriele Campagna 3b classico 25/02/2021

--------------------- IIS GUGLIELMOTTI

L'obbiettivo di questo esperimento sarà quello di estrarre dalla banana il DNA. Per estrazione del DNA significa generalmente in laboratorio
isolare l'acido nucleico da cellule o tessuti. In casa, tra le esperienze più facilmente praticate vi è l’estrazione di acido nucleico dalla frutta,
in particolare dalla banana. Ovviamente non vi sarà un'ottima qualità di esso, poiché non è del tutto purificato ed è ancora contaminato
da altre molecole (come le proteine), tuttavia ciò ci permette di apprezzare ad occhio nudo l'aspetto filamentoso del DNA.

Il DNA è la molecola che ha il compito di conservare e duplicare l’informazione biologica. Il DNA è una molecola filamentosa composta
da unità che si ripetono, i nucleotidi, le cui basi, adenina, citosina, guanina e timina, formano il contenuto informativo genetico, il quale è
tradotto con il codice genetico negli amminoacidi corrispondenti. La sequenza amminoacidica prodotta, detta polipeptide, forma le proteine.
Negli organismi eucarioti, il DNA è contenuto nel nucleo delle cellule.
Salvo alcune eccezioni come le cellule del sangue dei mammiferi che sono prive di nucleo, tutte le cellule di un organismo vivente possiedono
una copia di DNA.
Partendo da questo presupposto, è possibile estrarre e rendere visibile il DNA dal nucleo della cellula tramite un procedimento
abbastanza semplice.

Banana; Etanolo; Bilancia; Becher;


Sale da cucina (NaCl); Imbuto;
Detersivo per piatti; Spazzole;
Spruzzetta con H2O distillata; Pippette graduate;
Succo di ananas (possibilmente senza Provette; Bacchette di vetro;
zuccheri aggiunti). Mortaio e pestello.

Non vi sono rischi specifici per questa prova.

Si predispongono tutti gli strumenti e i materiali utili per la prova sul banco di lavoro; Si taglia a fette la banana e delicatamente la si pesta nel mortaio finché non si ottiene
una poltiglia, in modo da separare il più possibile le cellule tra i loro e rompere le pareti cellulari fatte di cellulosa e pectina;
Si trasferisce la poltiglia di banana nel becker;
Con una spatola di acciaio si prelevano 3 grammi di NaCl in polvere, servendosi di una bilancia, e li si inseriscono nel becker contenente il nostro materiale
biologico;

Con una pipetta graduata o con un cilindro graduato si prelevano 10 ml di detersivo per piatti delicatamente. Durante il prelievo attraverso il cilindro graduato
pipetta, bisogna fare attenzione all’errore di parallasse: l’occhio deve essere alla stessa altezza in cui è il liquido e la vetreria deve essere perpendicolare
al piano d’appoggio. Inoltre la concavità del liquido deve essere tangente alla linea di taratura;
Si versano i 10 mL di detersivo nel becker in modo molto delicato per evitare la formazione di bollicine e schiuma. Viene inserito il detersivo per piatti perché è
uno sgrassante e quindi è in grado di rompere la membrana esterna delle cellule e la membrana nucleare formata da un doppio strato fosfolipidico e quindi

Con una bacchetta di vetro si omogeneizza la poltiglia in modo da favorire lo scioglimento del grasso delle membrane cellulari evitando sempre di formare la
schiuma; Si prelevano, aiutandosi con il cilindro graduato, 90 ml di H2O distillata e li si versano nel becker facendoli scorrere lentamente lungo le pareti;
Si piega la cosi detta carta da filtro in due metà e la si fa aderire all’imbuto bagnandola leggermente con l’acqua distillata;
Si versa la soluzione nella beuta da 250 ml filtrando il tutto tramite l’imbuto preparato precedentemente.

Questa operazione va fatta posizionando la bacchetta di vetro sul becco del becker in modo da rallentare il flusso.
Il materiale viene filtrato in modo da separare l’acido nucleico, ormai liberato grazie all’effetto sgrassante del detersivo, dai residui cellulari.
Vi si prelevano 5 ml di filtrato (ricco di DNA) tramite la pipetta graduata e li si inseriscono in una provetta.

Si inseriscono nella provetta 3 ml di succo di ananas, prelevati con un cilindro graduato, e si miscela lentamente (2 volte) sigillando la provetta.
Questa operazione oltre a rendere l’ambiente acido, fa si che grazie alla bromelina, presente nel succo d’ananas, elimini gli istoni della cromatina,

rendendo quindi il DNA più puro; Infine, sotto cappa, si prelevano 6 ml di alcol etilico con il cilindro graduato e si versano lentamente lungo le pareti della
provetta. L’aggiunta di alcol consente la separazione del DNA dal resto della soluzione.

Nell’alcol il DNA diventa visibile perché non è solubile e quindi precipita formando dei filamenti come quelli
visibili nell’immagine accanto. (Per questa operazione è preferibile utilizzare dell’alcol etilico
freddissimo per facilitare la precipitazione)
In conclusione, la prova è andata a buon fine e grazie ai vari procedimenti è stato possibile separare e rendere visibile il DNA della banana come previsto.

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