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Estrazione DNA da cellule eucariote.

In questo semplice esperimento vedremo com'è possibile estrarre il


DNA da cellule eucariote. Utilizzeremo come fonte il lievito di
birra (Saccharomyces cerevisiae), facilmente reperibile da un fornaio
oppure al supermercato.
Abbiamo bisogno poi di un detergente: va benissimo un comune detergente per i
piatti. Successivamente dovremo utilizzare un enzima proteolitico, cioé un
enzima che catalizza l'idrolisi dei peptidi. Noi abbiamo utilizzato l'estratto secco
della papaya, un frutto tipico delle zone a clima tropicale. Esso contiene la
papaina, un enzima che ha le caratteristiche di cui abbiamo bisogno; in alternativa
si possono utilizzare succhi freschi a base di ananas, kiwi, oppure il liquido per la
pulizia delle lenti a contatto, che contenga però delle proteasi.
Infine abbiamo utilizzato l'alcool isopropilico, ma va benissimo l'alcool etilico per
i liquori, oppure il comune alcool denaturato.

Il materiale occorrente, pronto per l'esperimento


Ora siamo pronti per cominciare!

Prima fase: sospensione del lievito


Preleviamo due cucchiaini di lievito, li poniamo in un contenitore e aggiungiamo
circa 50 millilitri di acqua (va bene anche quella del rubinetto). Agitiamo
cautamente per non produrre schiuma: otterremo una sospensione (si chiama così
perché il lievito non si scioglie in acqua, ma le cellule di cui è costituito si
disperdono nel mezzo acquoso).

La sospensione di lievito
Aggiungiamo anche qualche granello di sale da
cucina perché facilita la separazione del DNA.
Agitiamo di nuovo.
Seconda fase: aggiunta del detergente
Aggiungiamo qualche cucchiaino di detergente e agitiamo delicatamente, senza
produrre schiuma!

Aggiungiamo il detergente per i piatti

Terza fase: aggiunta dell'enzima


Aggiungiamo un cucchiaino di estratto secco di papaya e agitiamo per qualche
minuto. Lasciamo riposare per 15 minuti circa, per dare il tempo all'enzima di
agire.

Aggiungiamo l'estratto secco di papaya

Quarta fase: aggiunta dell'alcool


Tenendo inclinato il contenitore, aggiungiamo l'alcool isopropilico o etilico ben
freddo (è meglio tenerlo in frigo a 4°C fino al momento in cui deve essere
utilizzato), molto lentamente, in modo da farlo stratificare sulla superficie
acquosa.

Aggiungiamo l'alcool isopropilico Il doppio strato in


cui vedremo i
fiocchi bianchi di
DNA
Non bisogna mescolare, né agitare il liquido. Dopo qualche minuto, se abbiamo
operato bene, vedremo formarsi dei piccoli fiocchi bianchi nello strato alcolico
superiore. Ecco finalmente il DNA!

Nel cerchio è possibile osservare


l'agglomerato di DNA

Vediamo ora di spiegare che cosa è successo.


La cellula del lievito, come tutte le cellule, possiede una membrana plasmatica,
costituita per la maggior parte di fosfolipidi. Il DNA poi, essendo
il Saccharomyces un organismo eucariote, è racchiuso da un involucro nucleare,
formato anch'esso da fosfolipidi.
Per estrarre il DNA abbiamo bisogno di rompere queste due membrane: qui
entra in gioco il detergente. Quando il detergente entra a contatto con una
membrana fosfolipidica, tende a destabilizzarla, fino a romperla.
Ora abbiamo nella miscela il DNA, parte delle proteine di membrana, le proteine
del citoplasma, carboidrati, oltre alle micelle costituite dal detergente legato ai
lipidi di membrana.
Il DNA così ottenuto è legato, come in tutti gli eucarioti, con alcune proteine, dette
istoniche. L'enzima ha il compito di digerire queste proteine, così da liberare il
DNA.
L'alcool serve invece a rendere l'ambiente meno idrofilo: il DNA infatti, ha uno
scheletro elettricamente carico. L'alcool lo rende così meno solubile e lo fa
precipitare nello strato superiore.
Avvertenze
Quello appena descritto, anche se sembra un gioco, è un esperimento scientifico,
che può comportare rischi: deve essere perciò effettuato da personale qualificato.
L'alcool è infiammabile e deve essere conservato ben chiuso, lontano da fiamme
libere.

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