Sei sulla pagina 1di 4

VARICOCELE= patologia

caratterizzata dalla comparsa di varici del


plesso venoso pampiniforme del testicolo.

Questa dilatazione venosa, a livello del funicolo


spermatico determina un aspetto serpiginoso
nella parte superiore dello scroto, soprattutto
quando si sta in stazione eretta per molto
tempo.
I sintomi non sono eclatanti, ma comunque fastidiosi. Tuttavia, il problema più importante è dato dal
fatto che la borsa scrotale è tenuta al di fuori dell’addome proprio per mantenere una certa
temperatura, ma, nel momento in cui si dilatano queste vene, la corretta temperatura non è più
adeguata a garantire una buona funzione testicolare. Infatti, è considerata una delle concause di
infertilità maschile che bisogna curare quando non si è in grado di procreare.

VARICOCELE IDIOPATICO
Nel bambino è più raro, è più frequente
nell’adolescente o nel giovane adulto.
E’ quasi sempre localizzato a sinistra per un discorso
anatomico, poiché la vena spermatica si aggetta ad
angolo retto sulla vena renale.
Non esiste un nesso tra entità del varicocele
e gravità del danno testicolare, poiché
subentrano anche altri fattori:
conformazione e tipologia del paziente, se è
obeso (quindi con pressioni intraddominali
maggiori), se sta molto in piedi. Tanto meno
non è possibile sapere se dopo l’operazione
si recupererà la fertilità.
La sintomatologia è maggiore in chi sta
molto in piedi o al caldo (es. i pizzaioli o
militari)
Alla palpazione si avverte molto bene.

È possibile visualizzare il reflusso attraverso l’eco color doppler.


• spermiogramma (da ripetere almeno due volte): serve per valutare quantità, motilità, morfologia
degli spermatozoi. Tuttavia, se si riscontra una azoospermia, probabilmente non è legata al
varicocele (infatti anche se si opera il varicocele non si recupera); se invece c’è un’ipomotilità,
qualcosa si recupera poiché si ripristina la temperatura, soprattutto se non si è giunti ancora a uno
stadio di ipotrofia testicolare. Allo spermiogramma è bene accostare una spermiocoltura con
antibiogramma, per vedere se ci sono infezioni ed eventualmente curarle.
• dosaggi ormonali: FSH, LH, Prolattina (in casi selezionati).
poiché la dimensione dei testicoli varia da
individuo a individuo, noi confrontiamo il
testicolo di sinistra con il testicolo destro
poiché siamo quasi sicuri che a destra non
c’è un varicocele.
Esistono diverse tecniche chirurgiche,
ma quelle che vanno per la maggiore
sono:
• sclerotizzazione= effettuata dal
radiologo interventista incannulando il
plesso pampiniforme e sclerotizzando
la vena spermatica.
• legatura inguinale delle vene del
plesso pampiniforme= incisione a
livello inguinale basso, si estrinseca il
plesso pampiniforme e si legano
selettivamente le vene del plesso
stando attenti a non legarle tutte altrimenti si rischia la stasi peritesticolare con mancato deflusso di
sangue dal testicolo, in particolare si risparmiano le vene posteriori al dotto deferente e si legano
quelle anteriori al dotto deferente. È un intervento semplice e che da buoni risultati senza creare
problemi di stasi testicolare importanti.

VARICOCELE SECONDARIO
È causato da un processo ostruttivo delle vene spermatiche interne. È più frequente in un età più
avanzata.

IDROCELE
accumulo di liquido tra testicolo e vaginale, che comporta un
aumento del volume dello scroto.
Abbiamo idroceli idiopatici e secondari.

La forma idiopatica non ha una causa apparente.


Se è congenito può essere dovuto a una mancata chiusura del dotto
peritoneo-vaginale, per cui si ha una comunicazione tra il peritoneo e
la vaginale propria del testicolo. La manifestazione clinica dipende da
quale altezza si occlude il dotto peritoneo vaginale.
• CONGENITO
- Comunicante= il liquido va e viene dall’addome verso
la vaginale propria
- Funicolare= oppure può settarsi (?) dando una cisti
del funicolo
- Funicolo – vaginale= se è completo
• ACQUISITO
- Idrocele acquisito= per infiammazioni che portano alla formazione di liquido reattivo attorno
al testicolo che non riesce a riassorbirsi neanche con le terapie antiinfiammatorie.

d.d. con ernia inguino scrotale la facciamo


soprattutto per il fatto che non è riducibile
all’aumento della pressione addominale, inoltre se
palpiamo all’origine dello scroto vediamo che la
tumefazione non continua a livello inguinale. Una
prova semeiologica molto semplice da fare è quella
della transilluminazione (si spengono le luci
dell’ambiente e si pone una illuminazione al di sotto
del testicolo) ciò ci permette di fare d.d. tra
tumefazione liquida o tumefazione solida (che è più
grave).

ECOGRAFIA SCROTALE: vediamo la presenza del liquido

TERAPIA: apertura della vaginale propria ed eversione (girarla al contrario, in modo che non possa
richiudersi come prima ed evitare la recidiva).

Si formano dei sedimenti che possono anche infettarsi, ma a questo stadio non bisogna arrivare mai.

La vaginalite deve essere curata, altrimenti


l’idrocele si riforma.
Si può avere anche come complicanza
dall’intervento per varicocele.

Potrebbero piacerti anche