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Cause endogene di malattia:

LE PATOLOGIE GENETICHE
III lezione

Dott.ssa Donatella Conconi


RTDA
Dip. di Medicina e Chirurgia
UNIMIB
CARATTERISTICHE DI ALCUNE MUTAZIONI LOSS OF FUNCTION
1) Aploinsufficienza – effetto dose

• Le mutazioni con perdita di funzione di geni non sensibili al dosaggio sono


recessive
• Alcune proteine sono invece sensibili al dosaggio: diminuzioni al di sotto del
100% di attività del prodotto genico non vengono tollerate.

L'aploinsufficienza è una situazione in cui la presenza di un solo allele


funzionante di un determinato gene non è sufficiente per il normale
funzionamento delle cellule di un organismo.

Le mutazioni con perdita di funzione che danno


aploinsufficienza hanno un fenotipo dominante
trasmissione familiare dominante
1) Aploinsufficienza – effetto dose

FUNZIONI GENICHE INTRENSICAMENTE SENSIBILI AL DOSAGGIO:


I geni che agiscono da soli (enzimi) mostrano raramente effetti dose
I prodotti proteici che interagiscono con altre componenti mostrano effetti dose :
• Prodotti genici che competono tra loro nelle fasi dello sviluppo o nel metabolismo
• Prodotti genici che cooperano tra loro in rapporti stechiometrici fissi (es. alfa e beta
globine)
• Prodotti genici di sistemi quantitativi di segnalazione (es. occupazione di un recettore)
le proteine devono trovarsi in una percentuale fissa rispetto agli altri componenti del
sistema; non importa la quantità assoluta, ma l’esatto rapporto quantitativo con cui i
prodotti proteici interagiscono

Elastina: mutazioni in eterozigosi con perdita di funzione sono tollerate nella maggior
parte dei tessuti contenenti elastina (cute, polmoni, vasi), ma a livello aortico, in cui la
necessità di elastina è maggiore, la mancanza di un allele crea patologia: stenosi
sopravalvolare aortica

Il danno delle mutazioni è tessuto specifico,


non è detto che interessi tutti i tessuti in cui il gene è espresso.
Anche la sensibilità al dosaggio può essere tessuto specifica
A. Condizione recessiva semplice

1 mut allelica

B. Una condizione recessiva con gravità graduata


C. Condizione dominante causata da aploinsuffcienza

Se una riduzione di meno del 50% del prodotto del gene


provoca sintomi, una riduzione più grave avrà
probabilmente effetti più gravi
CARATTERISTICHE DI ALCUNE MUTAZIONI LOSS OF FUNCTION
2) Effetto dominante negativo
Fenomeno per cui un polipeptide mutante non solo perde la sua
funzione, ma è in grado di interferire con l’attività del prodotto proteico
codificato dall’ allele normale nell’eterozigote (allele antimorfo)
Le mutazioni con perdita di funzione che danno effetto
dominante negativo hanno un fenotipo dominante

Tale fenomeno si instaura quando le proteine mutate fanno parte di


complessi multimerici in cui si ha un’associazione fisica tra proteine
mutate e non (es. collagene).

Le mutazioni con perdita di


funzione che danno effetto
dominante negativo hanno
fenotipo più grave rispetto
alla sola perdita di funzione
Osteogenesi imperfetta

• Definisce un gruppo clinicamente eterogeneo (da forme molto lievi a gravi) di difetti
ereditari del tessuto connettivo caratterizzato principalmente da fragilità ossea.
• E’ la più comune malattia genetica dell’osso con una prevalenza stimata intorno a
1:10.000 -1:20.000.
• E’ accompagnata da manifestazioni extrascheletriche: dentinogenesi imperfetta, perdita
di udito, alterazione dello spessore delle sclere (che si presentano di colore blu o grigio,
poiché più sottili del normale), iperlassità dei legamenti e della pelle.

Nelle forme più gravi la precoce fragilità ossea


determina fratture multiple già nei primi mesi
di vita, a volte anche nel periodo fetale stesso.
Il continuo rimaneggiamento osseo causato
dalle fratture determina deficit di crescita e
deformità ossee.

Michel Petrucciani (1962 – 1999), pianist.


Osteogenesi imperfetta

Il collagene di tipo I rappresenta l’80% del contenuto proteico dell’osso;


le fibrille di collagene sono il substrato su cui i cristalli di idrossiapatite vengono
deposti nel processo di mineralizzazione

80-90% dei pazienti con OI presenta una forma Autosomica Dominante dovuta ad
una mutazione nei geni COL1A1 e COL1A2 che codificano rispettivamente per le
catene proteiche α1 e α2 del collagene di tipo I

COLLAGENE DI TIPO I
• 2α1 e 1α2 (tripla elica)
Osteogenesi imperfetta

APLOINSUFFICIENZA

EFFETTO DOMINANTE NEGATIVO


Nelle mutazioni loss of function l’effetto fenotipico dipende dalla
attività residua del prodotto genico

Molte sostituzioni di amminoacidi hanno poco o nessun effetto, mentre


alcune mutazioni aboliscono totalmente la funzione

Una mutazione può essere presente in una o entrambe le copie di un gene


(generalmente recessive)

Quando entrambi gli omologhi sono colpiti, possono essere influenzati in maniera
disuguale - le persone con condizioni autosomiche recessive sono spesso eterozigoti
composti, con due differenti mutazioni

Se entrambe le mutazioni causano la perdita di funzione, ma in misura diversa,


l'allele meno grave detterà il livello di funzione residuale

L'effetto fenotipico dipende dal livello di prodotto del gene residuo


Proteine: effetti patologici delle mutazioni

Per la comprensione nel meccanismo patogenetico è importante prima


di tutto capire se la mutazione determina:

2. acquisizione della funzione. Il prodotto proteico è:


- aumentato (quantitativa, relato alla dose)
- iperfunzionante (alterazione qualitativa)

Ipermorfo: allele che produce un aumentata quantità o attività del prodotto.


È associato di regola ad un tratto genetico dominante (aumentata funzione del recettore
per l’FGF3 nell’acondroplasia) perché la presenza del prodotto dell’allele normale non
impedisce al prodotto dell’allele mutato di comportarsi in maniera anomala

Neomorfo: allele con una nuova attività o prodotto (es. Bcr-Abl in CML).
Proteine: effetti patologici delle mutazioni

Meccanismi per le acquisizioni di funzione


Funzione errata Gene Disease
duplicazione PMP22 Charcot-Marie-Tooth disease
Mut puntiformi :Recettore sempre GNAS1 McCune-Albright disease
attivo
Aggregazione proteica HD Huntington disease
Canali ionici aperti in modo SCN4A Paramyotonia congenita
improprio
Acquisizione di un nuovo substrato PI (Pittsburgh allele) 1-Antitrypsin deficiency
Geni chimerici BCR-ABL Chronic myeloid leukemia
Non esiste una classificazione omnicomprensiva

/microduplicazione

Mitocondriali
MALATTIE DA ESPANSIONE DI TRIPLETTE NUCLEOTIDICHE

Mutazioni dinamiche

3% del genoma: Microsatelliti,


anche noti come Short Tandem
Repeats (STRs), sono sequenze
ripetute di 1-6 bp di DNA.

POLIMORFICI

La presenza di sequenze ripetute


all’interno di un gene non è di per sé
un evento patologico, ma lo diventa
nel caso il numero di copie superi
una certa soglia
MALATTIE DA ESPANSIONE DI TRIPLETTE NUCLEOTIDICHE

Ad oggi sono documentate oltre 30 patologie umane ereditarie legate ad espansione


di triplette.
Distinzione in due gruppi: quello delle malattie neurodegenerative a insorgenza
tardiva (in cui la sequenza ripetuta è CAG, posizionata in una regione tradotta del
gene, che codifica per un tratto di poliglutammina), e quello delle non-degenerative
(con triplette varie CGG, CCG, CTG o GAA, poste per lo più in regioni trascritte ma
non tradotte).
MALATTIE DA ESPANSIONE DI TRIPLETTE NUCLEOTIDICHE

Per ragioni ancora non del tutto chiarite la sintomatologia


primariamente neurologica, anche se altri sistemi possono
essere coinvolti

Classificazione:
• Classe 1: espansione di repeats non codificanti che causano
loss of function della proteina (es. X fragile)
• Classe 2: espansione di repeats non codificanti che
conferiscono nuove proprietà alla proteina (es. distrofia
miotonica)
• Classe 3: espansione di repeats codificanti che conferiscono
nuove proprietà alla proteina (es. malattia di Huntington)
Sindrome del cromosoma X fragile (FRAXA)

Indotto da mezzo privo di acido folico che


inibisce parzialmente la replicazione del
Lubs nel 1969 scopre il sito DNA; la percentuale di cellule positive è
fragile e lo associa al ritardo variabile (5-50% nei maschi affetti)
mentale
Fragile site at Xq27.3

Prima patologia da espansione di triplette riconosciuta (1991)

Seconda causa più frequente di RM di natura genetica

Trasmissione X linked
Frequenza: 1 su 4000 maschi
1 su 6000 femmine
Sindrome del cromosoma X fragile (FRAXA)

Caratteristiche:
RM medio-grave, ritardo psicomotorio
alta statura
faccia lunga triangolare,
ipoplasia malare (regione zigomatica),
ridotta distanza tra dli occhi
orecchie grandi anteverse
macroorchidismo
ipotonia muscolare
comportamento autistico

nelle femmine gli aspetti sono sfumati


Sindrome del cromosoma X fragile (FRAXA)

• 1991: identificazione del gene FMR1 (Xq27.3) come responsabile della sindrome

• Più del 99% delle mutazioni in FMR1 sono dovute all’espansione di una sequenza
ripetuta CGG nel 5’ UTR (non codificante) del gene
Sindrome del cromosoma X fragile (FRAXA)

Non patologia

• trasmettitori sani- la mutazione piena


origina solo da premutazione. (The smallest
premutation allele known to expand to the
full mutation in a single generation had 59
repeats)
•gain of function (più mRNA prodotto a
causa della minore efficienza)
-Maschi 50% fragile X-associated
tremor/ataxia syndrome (FXTAS)
-Donne 20 % POF- (FXTAS)

Affetti: La presenza di più di 200 repeats nel 5’ UTR del gene determina la metilazione
delle citosine del promotore del gene, inibendone la trascrizione (loss of function
mutation)
Maschi penetranza completa; Donne 35% affette per inattivazione X (anche se recessiva)
Sindrome del cromosoma X fragile (FRAXA)

FMRP è una proteina che lega RNAs: si associa


con i ribosomi per sopprimere la traduzione dei
suoi RNA target in proteine.

Molti degli RNA target codificano per proteine


sinaptiche. In assenza di FMRP la sintesi di tali
proteine è accellerata. Ciò suggerisce che alla
base della patologia vi sia un’alterata funzionalità
sinaptica/difetti di plasticità delle sinapsi che è
all’origine dei deficit cognitivi e
comportamentali.

Unfolding neurodevelopmental disorders: Found in translation


Nature Medicine 17,1352–1353 (2011) doi:10.1038/nm.2553
MALATTIE DA ESPANSIONE DI TRIPLETTE NUCLEOTIDICHE

Per ragioni ancora non del tutto chiarite la sintomatologia


primariamente neurologica, anche se altri sistemi possono
essere coinvolti

Classificazione:
• Classe 1: espansione di repeats non codificanti che causano
loss of function della proteina (es. X fragile)
• Classe 2: espansione di repeats non codificanti che
conferiscono nuove proprietà alla proteina (es. distrofia
miotonica)
• Classe 3: espansione di repeats codificanti che conferiscono
nuove proprietà alla proteina (es. malattia di Huntington)
MALATTIA DI HUNTINGTON

• Prevalenza: 3-7:100000 .
• Autosomica dominante (maschi e femmine)
• Comparsa tardiva e giovanile (50 e 30 anni, ma anche rare forme in
adolescenti)
• Progressiva
• Sintomatologia:
disordini del movimento per degenerazione nucleo caudato e putamen:
movimenti involontari incontrollabili aritmici (corea), spasmi, tic, rigidità, difficoltà di parola
e di deglutizione stadi finali
disordini cognitivi difficoltà di organizzazione, apprendimento, orgazizzazione verbale,
pianificazione, attenzione, percezione spaziale, demenza
disordini psichiatrici depressione (la piu’ frequente), ansia, irritabilità apatia, ossessione, delirio
e mania

• Morte dopo 10-25 anni dall’insorgenza dei sintomi per insufficienza cardiaca,
pneumopatie e/o altre complicazioni
MALATTIA DI HUNTINGTON

Meccanismo patogenetico

Malattia autosomica
autenticamente dominante:
fenotipo eterozigoti = omozigoti
Penetranza completa
Pochissime nuove mutazioni

ESPANSIONE CAG
NELLA REGIONE
CODIFICANTE DEL GENE
HTT (IT15)
sul cromosoma 4
MALATTIA DI HUNTINGTON

Fisiopatologia

ESPANSIONE CAG
NELLA REGIONE SINTESI PROTEINA Nuova proprietà:
CODIFICANTE DEL ANOMALA con TOSSICITA’ DELLA
GENE IT15 sul crom. 4 poliglutamine PROTEINA ANOMALA
(HUNTINGTINA, proteina
Aggregazione per
HTT a funzione
formare precipitati
non nota)
MALATTIE DA ESPANSIONE DI TRIPLETTE NUCLEOTIDICHE
Meccanismi molecolari
• Replicazione aberrante: Slipped strand mispairing (scivolamento)

Si ha un’espansione
quando, durante la
replicazione del DNA, il
DNA strand di neosintesi
si stacca in modo
inappropriato dal
templato.
Quando si riassocia con il
templato, il nuovo strand
potrebbe ripiegarsi per
scivolamento all’indietro e
riappaiarsi con un repeat
fuori registro.
MALATTIE DA ESPANSIONE DI TRIPLETTE NUCLEOTIDICHE

Le triplette sono instabili e tendono ad espandersi: mutazione dinamica, al


contrario di quanto avviene per le malattie genetiche classiche in cui la
mutazione rimane stabile.
MALATTIE DA ESPANSIONE DI TRIPLETTE NUCLEOTIDICHE

Sembra che all’aumentare del numero di ripetizioni


aumenti l’instabilità dell’allele
L’elevata frequenza di mutazione da espansione
suggerisce che dopo la soglia di 50 repeats, la
macchina replicativa non sia più in grado di duplicare
fedelmente la sequenza corretta: da qui l’alta
variabilità dei repeats
Le ripetizioni imperfette stabilizzano la sequenza
microsatellite: si ostacola il riappaiamento non corretto
Espansione delle triplette: dove?

La conseguenza di tale instabilità ha effetti diversi a seconda che l’espansione


avvenga nelle cellule somatiche (instabilità post-zigotica) o in cellule germinali
(instabilità meiotica).

Instabilità meiotica ( nei gameti)

Come conseguenza dell’instabilità, se si verifica nei


gameti un incremento nel numero di triplette, la
progenie avrà una mutazione più ampia rispetto alla
generazione precedente.
Come conseguenza, la gravità e la precocità dei sintomi
(che sono direttamente proporzionali al numero di
triplette nell'allele patologico) tendono ad aumentare
nelle generazioni successive (Fenomeno
"dell'anticipazione" genica o Paradosso di Shermann),
al contrario di quanto avviene per le malattie genetiche
classiche in cui in genere un fenotipo patologico ben
definito che si trasmette invariato di generazione in
generazione.
MALATTIE DA ESPANSIONE DI TRIPLETTE NUCLEOTIDICHE

• X fragile: trasmesso solo dalle madri (instabilità solo in ovogenesi)

- a parità di premutazione, le madri trasmettono la patologia, i padri no.

- in spermatogenesi anche riduzione della mutazione completa in


premutazione! (rari casi di figlie di un maschio affetto sono premutate)

• Corea di Huntington: trasmessa di preferenza da padri (maggiore


instabilità in spermatogenesi)

- anticipazione quando trasmessa da padri, ma non dalle madri!


Non esiste una classificazione omnicomprensiva

/microduplicazione

Mitocondriali
EREDITARIETÀ MITOCONDRIALE

Una cellula umana può possedere fino a centinaia di


mitocondri dispersi nel citoplasma, ognuno dei quali
contiene un numero di 2-10 molecole circolari di DNA
mitocondriale.

from Genetics: The Continuity of Life, 1999.


EREDITARIETÀ MITOCONDRIALE

DNA in assenza di introni e 5’ e 3’


Diverso codice genetico
Entrambi i filamenti sono codificanti

Neri G e Genuardi M. Genetica Medica Umana. Terza Edizione


EREDITARIETÀ MITOCONDRIALE

Il DNA mitocondriale acquisisce mutazioni con un tasso di


6-7 volte maggiore rispetto al DNA nucleare perché:
Manca della protezione degli istoni
È nelle immediate vicinanze della catena di trasporto
degli elettroni, il che lo espone ad elevate concentrazioni di
radicali liberi, che possono danneggiare i nucleotidi.
Mancano i meccanismi di riparo del DNA, che si
traducono in trascritti di tRNA, rRNA e proteine mutanti.
EREDITARIETÀ MITOCONDRIALE

Il DNA mitocondriale
umano viene ereditato per
via materna, in quanto
durante il processo di
fecondazione i mitocondri
dello spermatozoo sono
marcati con ubiquitina, una
proteina che si lega ad altre
proteine che devono essere
degradate.

Quindi solo le femmine trasmettono le malattie alla progenie:


• Tutti i figli di padre affetto non sono affetti
• I figli di una madre affetta possono essere affetti
EREDITARIETÀ MITOCONDRIALE

OMOPLASMIA ed ETEROPLASMIA

In condizioni normali il Molte mutazioni mtDNA patogenetiche


mtDNA è sono ETEROPLASMICHE
OMOPLASMICO
Omoplasmia: Eteroplasmia:
Un singolo tipo di mtDNA Coesistenza di mtDNA mutato e non
EREDITARIETÀ MITOCONDRIALE
In condizioni eteroplasmiche, il carico delle mutazioni
determina il quadro clinico (effetto soglia)

30% mutation 70% mutation


load: no disease load: disease

COMPLEMENTAZIONE GENICA EFFETTO SOGLIA


fra mtDNA mutato e wt all’interno Solo quando il numero di genomi mutati
della stessa cellula (ex. la presenza di supera un valore critico si inizia ad avere
mtDNA wt può assicurare sintesi di una riduzione dell’attività OXPHOS e la
proteine enzimatiche della catena conseguente comparsa di manifestazioni
respiratoria e quindi la sintesi di cliniche della malattia.
ATP). La soglia precisa varia per ogni mutazione e
differisce tra i tessuti in base alla loro dipendenza
dalla produzione di ATP mitocondriale.
EREDITARIETÀ MITOCONDRIALE

REPLICAZIONE NON BILANCIATA


1) La replicazione del DNA mitocondriale è casuale: la quantità di DNA
mitocondriale aumenta proporzionalmente al numero di partenza, ma
alcuni DNA potrebbero non replicarsi, altri replicarsi più volte.
2) I DNA mitocondriali si replicano e sono suddivisi random nei
mitocondri, i quali a loro volta si suddividono random nelle cellule
somatiche in divisione
Ripercussioni a livello tecnico per identificare la mutazione!
EREDITARIETÀ MITOCONDRIALE

Donne affette con figli non affetti

Donne NON affette con figli affetti


Madre sana o con Pochi mitocondri della madre selezionati Possibile
sintomi lievi a caso vanno in ciascuna cellula uovo risultato

Bambino con
grave
malattia?

Bambino con
malattia lieve?

Cellule somatiche e Bambino


Progenitori materni sano?
hanno il 20% di
mitocondri mutati
Ovocita immaturo:
Selezione random: Cellula uovo
effetto collo di matura:
bottiglia replicazione
(non bilanciata)
EREDITARIETÀ MITOCONDRIALE

Donne non affette con figli affetti


EREDITARIETÀ MITOCONDRIALE
L’ eteroplasmia e l’ effetto collo di bottiglia spiegano i
casi di PENETRANZA INCOMPLETA.

Donne affette con figli non affetti


EREDITARIETÀ MITOCONDRIALE
Il grado di eteroplasmia, la replicazione non bilanciata e la
soglia a carico di ciascun organo è diversa e responsabile
dell’elevata variabilità fenotipica anche nella stessa famiglia:
ESPRESSIONE VARIABILE

MERRF:
Mioclono-
epilessia con
raggruppamento
di fibre rosse
stracciate
CLINICA: gruppo estremamente eterogeneo di disturbi caratterizzati dal fallimento dei
mitocondri nel soddisfare il fabbisogno energetico di una cellula

Alterazioni dell’attività OXPHOS


determinano:
• Diminuita produzione di ATP
• Incremento ROS →aumento morte
cellulare
• Aumento dell’apopotosi

La presenza dei mitocondri varia


nei diversi tessuti, in relazione alla
richiesta dei livelli di energia
metabolica.
Sono ricchi di mitocondri:
• muscolo liscio e striato
• sistema nervoso centrale

Quindi le patologie mitocondriali sono principalmente: MIOPATIE,


CARDIOMIOPATIE E SINDROMI NEUROLOGICHE
MUTAZIONI DNA MITOCONDRIALE:
• Grosse delezioni che includono piu’ geni
• Mutazioni puntiformi in tRNA o rRNA (alterano la corretta sintesi di proteine mitocondriali)
• Mutazioni missenso in geni coinvolti nella catena respiratoria

Geni per tRNA

Geni per rRNA


CLINICA: gruppo estremamente eterogeneo di disturbi caratterizzati dal fallimento dei
mitocondri nel soddisfare il fabbisogno energetico di una cellula

I disturbi dovuti alle mutazioni mitocondriali sono


eterogenei e le manifestazioni cliniche vanno dal
coinvolgimento di singoli organi alla malattia multisistemica
La stessa mutazione nello stesso gene mtDNA può dare
origine a fenotipi clinici molto diversi, mentre lo stesso
fenotipo può essere dovuto a mutazioni diverse.
Espressione variabile, riduzione della penetranza,
pleiotropia nella manifestazione clinica sono dovute a diversi
fattori:
La percentuale di eteroplasmia
Soglie variabili di espressione sia per la mutazione che per il tessuto
coinvolto
L'effetto modificante dei geni mitocondriali nucleari. Il livello di
mtDNA mutante è stato a lungo noto per essere controllato dal nucleo,
ma non sono ancora chiari i meccanismi sottostanti e i fattori specifici
coinvolti.
EREDITARIETÀ MITOCONDRIALE
Mutazioni in geni nucleari a eredità mendeliana AD o
AR e patologie mitocondriali:

Eterogeneità di locus. Ci sono almeno 74 polipeptidi codificati dal genoma


nucleare coinvolti nelle reazioni OXPHOS mitocondriali, che quindi danno
fenotipi simili

Genoma mitocondriale dipende da quello nucleare per la sua replicazione,


trascrizione e traduzione: difetti di comunicazione intergenomica

Difetti di mantenimento del mtDNA. È noto da tempo che il livello di


mtDNA è controllato dal nucleo: la mutazione dei geni nucleari coinvolti
nella replicazione e nella manutenzione del mtDNA può portare a anomalie
quantitative (svuotamento: sindrome da deplezione del mtDNA) o
qualitative (mutazioni multiple) del mtDNA.
In molti casi, sono causati da alterazioni nel pool di nucleotidi necessari per
sintetizzare il mtDNA o negli enzimi che partecipano direttamente alla
replicazione del mtDNA.
EREDITARIETÀ MITOCONDRIALE

Neri G e Genuardi M. Genetica Medica Umana. Terza Edizione

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