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3 opere = critica ragion pura (problema conoscenza), critica ragion pratica (problema morale),
critica del giudizio (problema estetico) + pace perpetua
- Kant studia il nostro conoscere: come conosciamo? quando la conoscenza può dirsi
scienti ca? Quando è universale (valida per tutti) e necessaria (valida sempre)
- vive nella seconda metà del 1700 (secolo della scienza: dibattito illuministico). Empiristi si
insediano in questo periodo per dire che la conoscenza si forma soltanto sull’esperienza (sensi) e
di conseguenza ogni nostra conoscenza sarà probabilistica. Kant legge Hume (esperienza sempre
contraddetta da esperienza successiva), ma Kant è profondamente illuminista (sapere aude: abbi
il coraggio di conoscere). Questo non va bene per Kant e cerca via d’uscita senza cadere nella
soluzione opposta → empirismo (si impicciano con sensi è arrivano ad una conoscenza probabile)
e razionalismo (conoscenza fondata su ragione stessa, ma così non hanno veri che empiriche)
- estetica trascendentale (dottrina della sensibilità) → intuisce i dati dei sensi: 6 sensi, senza
sensi non c’è contenuto (uno in più di ri essione) + e li ordina in 2 modalità (forme pure) = spazio
(forma del senso esterno) e tempo (forma del senso interno: costituisce forma universale
dell’esperienza, tutto si colloca nel tempo + funzione uni cante: ogni fenomeno si da nel tempo).
Entrambe preesistenti (non derivano da sensibilità) + 2 pre condizioni dell’esperienza (se non
avessi questi due i dati sensibili continuerebbero a uttuare)
- Sensibilità intuisce dati (intuire = sentire, percepire), Intelletto pensa (pensare = organizzare) i
dati. Sono complementari
in Aristotele le categorie sono anche modi fondamentali secondo cui l’essere è (signi cato
ontologico, oltre che logico-conoscitivo) a di erenza di Kant che hanno solo valore logico-
conoscitivo
4 famiglie di categorie →
quantità = qualsiasi dato/fenomeno sarà pensato come unità, pluralità, totalità → quando
intelletto riceve sensazioni sono già state categorizzate sotto la forma spazio e tempo dalla
sensibilità, ma quando ci arriva un pacchetto di informazioni sensoriali (nel caso speci co della
quantità) noi le riferiamo o all’unità, o alla pluralità, o alla totalità: già la sensibilità mi dice che
queste sensazioni sono qui e adesso, ora elaboro ulteriormente dati d’esperienza e comicio a
riferirli a uno o più individui (organizzo dati secondo le categorie quantitative)
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qualità = qualsiasi dato/fenomeno sarà pensato come presente (realtà), assente (negazione), o
più o meno intenso (limitazione)
modalità = qualsiasi dato/fenomeno sarà pensato nei vari modi possibili in relazione all’essere (è
o non è, non è ma potrebbe essere)
relazione = qualsiasi dato/fenomeno sarà pensato come intrecciato in vario modo con altri
fenomeni
- sensibilità e intelletto conoscono un terzo momento culminante → l’io penso: unità della
coscienza, sono consapevole del mio stesso conoscere (non solo so, ma so che sto
conoscendo). Momento in cui processo conoscitivo si è compiuto e noi siamo consapevoli di
conoscere = mi costruisco immagine di una cosa che sta in questo tempo e in questo spazio, poi
interviene l’intelletto che costruisce relazioni e momento culminante: immagine si forma dentro di
me e io so che sto conoscendo (unità e consapevolezza). Procede in modo uguale per tutti
- cosa da validità alla conoscenza e che quindi la rende certa? Noi (iniziamo a costruire la
conoscenza che è limitata per i sensi però è uguale per tutti noi = il modo in cui l’intelletto
organizza i dati è lo stesso) → l’immagine del mondo esterno che si forma in noi non sappiamo
se è e ettivamente così nella realtà, ma sappiamo che l’immagine che si forma è sempre uguale
(necessaria e universale). La certezza del conoscere non è lo fuori, ma in noi. Siamo noi che
convalidiamo l’uniformità della conoscenza. La conoscenza così è riproducibile (perché oggi,
domani è dopodomani avrà sempre lo stesso meccanismo per tutti) ed è scienti ca. Anche la
scienza è relativa a noi = conoscenza scienti ca non vuol dire conoscenza assoluta
- io legislatore della natura → ordine e regolarità natura non derivano da fenomeni, né sono
oggetto di percezione, ma vengono impressi dal soggetto ai fenomeni stessi secondo leggi
proprie di quel soggetto universale (mente umana)
- natura = non solo insieme fenomeni, ma anche ordine necessario e universale sotteso alla
regolarità di quei fenomeni (regolarità fenomeni naturali non va cercata in un’ ipotetica realtà vera,
che non potremmo mai conoscere in se’ (condizionata da esperienza sensibile), ma va cercata nel
nostro modo di conoscerli → la nostra mente non si modella passivamente su realtà, ma è realtà
che, una volta conosciuta, si modella necessariamente sulle nostre forme a priori (spazio, tempo,
categorie)
forma = ordine dei dati caotici nelle modalità sse con cui la nostra mente uni ca e organizza
quei dati in base a schemi universali e immutabili
- io = fondamento dell’ordine naturale (fondamento della scienza che studia la natura). Le leggi
della natura non sono fondate su esperienza, ma su principi a priori dell’io = sono universalmente
valide poiché sono universali i principi dell’io e della ragione umana
- rivoluzione copernicana → come Copernico ribalta rapporti tra spettatore e stelle (teoria
eliocentrica), ugualmente Kant ribalta rapporti tra soggetto e oggetto (soggetto al centro) → la
scienza cala l’esperienza incerta entro strutture ordinatrici sottratte all’esperienza e preesistenti ad
essa. Queste strutture devono essere ricercate nel soggetto conoscente non nella realtà da
conoscere (oggetto). Realtà (oggetto) si modella secondo forme a priori proprie del soggetto → la
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realtà così modellata non è la realtà in se’ (assoluta), ma una realtà fenomenica (come appare in
seguito all'interazione con i meccanismi conoscitivi dell’uomo)