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1.
Fiaba: in un angolo remoto dell’universo c’era un astro, su cui animali intelligenti scoprirono la conoscenza ---> minuto
più tracotante e menzognero della storia, ma durò solo un minuto. Poi gli animali dovettero morire.
Comportamento dell’intelletto umano nella natura è misero e arbitrario -> intelletto è umano, e solo chi lo possiede
può considerarlo i cardini attorno cui ruota il mondo (cfr anche la zanzara si sente il centro del mondo). Il più
orgoglioso tra gli uomini, il filosofo, crede che tutti gli occhi dell’universo siano puntati sul suo agire e il suo pensare.
Intelletto è concesso come aiuto agli esseri più infelici e delicati allo scopo di trattenerli per più di un minuto
nell’esistenza -> la loro alterigia li inganna sul valore dell’esistenza, portando la più lusinghevole valutazione riguardo
al conoscere.
Intelletto come mezzo per conservare l’individuo -> sua forza principale è la finzione = mezzo con cui gli individui più
deboli si conservano, in quanto a essi è preclusa la lotta per l’esistenza + nell’uomo l’arte della finzione raggiunge il
suo culmine (ciò è dovuto alle necessità sociali) --> il continuo svolazzare attorno alla fiamma della vanità costituisce la
regola + incomprensibile che tra gli uomini possa sorgere un impulso onesto verso la verità. Uomini sono immersi nelle
illusioni, il loro sentimento non conduce mai alla verità e si accontenta di accarezzare con un gioco tattile il dorso delle
cose.
Cosa sa l’uomo su se stesso? Sarebbe capace di percepire compiutamente se stesso? La natura gli nasconde quasi
tutto, persino riguardo al suo corpo, per confinarlo in un’orgogliosa e fantasmagorica coscienza --> la natura ha
gettato via la chiave + guai alla fatale curiosità di chi riesca a guardare in una fessura della cella della coscienza, e abbia
così il presentimento che l’uomo sta sospeso su qualcosa di spietato.
L’individuo, di fronte ad altri individui nello stato naturale, utilizza l’intelletto solo per la finzione -> ma l’uomo, per
bisogno o per noia, vuole esistere socialmente, e spinto a concludere il bellum omnium contra omnes = il primo passo
verso il raggiungimento dell’impulso alla verità (= viene fissato ciò che in seguito dovrà essere la “verità”) ---> viene
scoperta una designazione delle cose uniformemente valida = legislazione del linguaggio fornisce prime leggi della
verità.
Per la prima volta, contrasto tra verità e menzogna -> mentitore usa le designazioni valide (= parole) per far sembrare
reale quello che non è reale, e se lo fa in modo egoistico la società non si fiderà più e lo escluderà -----> gli esseri
umani cercano di evitare non tanto l’inganno, ma di essere danneggiati dall’inganno (= non odiano l’inganno, ma le
conseguenze spiacevoli dell’inganno). Solo in questo senso, l’uomo vuole la verità (= vuole le conseguenze positive
della verità).
Solo attraverso l’oblio si può giungere a credere di possedere una “verità” -> parola = riflesso in suoni di uno stimolo
nervoso --> credere che uno stimolo nervoso implichi una causa esterna è un’applicazione falsa del principio di ragione
(= principio di causalità). Anche la divisione delle cose in generi è arbitraria. Le diverse lingue mostrano che le parole
non rappresentano la verità né un’espressione adeguata -> altrimenti non ci sarebbero diverse lingue. La “cosa in sé” è
inafferrabile a chi costruisce il linguaggio = egli designa solo le relazioni delle cose con gli uomini, e usa delle metafore
per esprimere queste relazioni ---> stimolo nervoso, trasferito in un immagine = prima metafora; immagine trasferita
in un suono = seconda metafora. Ogni volta si ha un passaggio in una sfera del tutto differente.
Noi crediamo di sapere qualcosa sulle cose stesse quando le nominiamo, ma non possediamo nulla se non le metafore
delle cose, che non corrispondono alle essenze originarie delle cose. Il sorgere della lingua non è un processo logico, e
il materiale con cui si costruisce l’uomo della verità non proviene dall’essenza delle cose.
Formazione dei concetti: ogni parola diventa un concetto, che deve adattarsi al tempo stesso a innumerevoli casi più o
meno simili (= mai uguali) ---> concetto sorge con l’equiparazione di ciò che non è uguale = arbitrario lasciar cadere
queste differenze individuali, mediante un dimenticare l’elemento discriminante + suscita la rappresentazione (= come
se la foglia fosse causa delle foglie). Non sappiamo nulla di una qualità essenziale che si chiama “onestà”, ma
conosciamo numerose azioni individuali -> partendo da esse formuliamo una qualitas occulta che prende il nome di
onestà. Il trascurare ciò che c’è di individuale e di reale fornisce il concetto e la forma, mentre la natura non conosce
nessuna forma e nessun concetto.
La verità è un mobile esercito di metafore -> somma di relazioni umane potenziate poeticamente e retoricamente, che
dopo un lungo uso sembrano canoniche e vincolanti (-> in realtà sono illusioni di cui si è dimenticata la natura illusoria,
e hanno perduto ogni forza sensibile). Finora non si è parlato di come nasca l’impulso verso la verità, ma solo di come
la società obblighi a essere veritieri (= servirsi delle metafore usuali) --> finora si è parlato di obbligo di mentire
secondo la convenzione, in uno stile vincolante per tutti + l’uomo si dimentica che le cose stanno a questo modo e
mente inconsciamente, per un’abitudine secolare, e giungendo al sentimento della verità attraverso questo oblio --->
si risveglia un sentimento morale di verità = basandosi sull’uomo menzognero, l’uomo dimostra a se stesso che la
verità è degna di rispetto e utile.
Tutto ciò che distingue l’uomo dall’animale dipende da questa capacità di sminuire le metafore intuitive in schemi (=
risolvere un’immagine in un concetto) --> nel campo degli schemi è possibile costruire un ordine (= cosa che è
impossibile nel campo delle metafore intuitive) ---> mentre ogni metafora è individuale e senza pari, sfugge cioè a ogni
registrazione, la costruzione dei concetti mostra una rigida regolarità e manifesta nella logica il rigore proprio della
matematica. Chi è ispirato da questa freddezza, difficilmente crederà che il concetto sia il residuo di una metafora, e
che l’illusione del trasferimento artistico di uno stimolo nervoso in immagini sia l’antenata di ogni concetto.
Uomo come potente genio costruttivo riesce a costruire sull’acqua corrente una cupola concettuale infinitamente
complicata + per raggiungere la stabilità servirà una costruzione fatta di ragnatale. In questo l’uomo è degno di
ammirazione, non per il suo impulso verso la verità -> se si nasconde qualcosa, e poi la si ritrova questa ricerca non è
da lodare.
L’indagatore di queste verità cerca solo la metafora del mondo nell’uomo, si sforza di comprendere il mondo come
una cosa umana, e nel caso migliore riesce a raggiungere il sentimento di assimilazione ---> il suo metodo considera
l’uomo come misura di tutte le cose = errore iniziale: credere che l’uomo abbia davanti a sé oggetti puri -> egli
dimentica le metafore originarie dell’intuizione e le prende per le cose stesse.
Solo quando l’uomo dimentica il primitivo mondo di metafore, la massa originaria di immagini si indurisce -> crede con
fede invincibile che questo tavolo sia vero in sé ----> solo quando l’uomo dimentica se stesso in quanto soggetto
artisticamente creativo, solo allora egli può vivere con calma e coerenza (-> se potesse uscire dalle mura di questa
fede, la sua autocoscienza si dissolverebbe). Già è difficile ammettere che gli animali abbiano una percezione del
mondo differente da quella umana --> su questa base dovrebbe esistere un criterio della percezione esatta (=
espressione adeguata di un oggetto nel soggetto) = contraddittoria (la sfera del soggetto e dell’oggetto sono diverse:
tra loro non esiste causalità, ma al massimo un rapporto estetico, una trasposizione allusiva -> richiederebbe una
capacitò intermedia capace di poetare e di inventare liberamente).
Il rapporto tra stimolo nervoso e immagine prodotta non è necessario, ma quando l’immagine viene riprodotta milioni
di volte, e trasmetta ereditariamente, finisce per apparire all’umanità come conseguenza della stessa occasione -->
acquista per l’uomo lo stesso significato di un’immagine necessaria data da un rapporto di causalità.
Diffidenza verso un tale idealismo: tutto è sicuro, costruito, infinito, conforme a leggi + la scienza potrà eternamente
scavare e tutto ciò che sarà trovato sarà concordante e non contraddittorio. Ma se ciascuno avesse una sensazione
diversa dagli altri, nessuno potrebbe allora parlare di una tale regolarità della natura, ma la intenderebbe unicamente
come una creazione soggettiva.
Legge della natura = non è nota in sé, ma nei suoi effetti (= nelle sue relazioni con altre leggi naturali) --> queste
relazioni rimandano sempre l’una all’altra + in tutto ciò, ci è noto solamente quello che noi stessi aggiungiamo (=
tempo, spazi e numeri). Tempo e spazio -> li produciamo da noi, e siamo costretti a comprendere tutte le cose
unicamente in base a queste forme = non c’è da meravigliarci che in tutte le cose possiamo comprendere solo queste
forme. Ogni conformità a leggi coincide con quelle proprietà che noi stessi mettiamo nelle cose = quella formazione
artistica di metafore, con cui comincia in noi ogni sensazione, presuppone già quelle forme. Tale edificio è
un’imitazione dei rapporti temporali, spaziali e numerici sul terreno delle metafore.
Tematiche:
-astro remoto = fiaba -> su un astro, animali intelligenti scoprono la conoscenza = momento menzognero e
tracotante (= connessione tra concetto di conoscenza e menzogna + elemento negativo della conoscenza, cfr
socratismo). Dopo un minuto gli animali dovettero morire --> destino di coloro che si dedicano esclusivamente alla
conoscenza.
Riferimento alla teoria kantiana dell’origine dell’universo (N sceglie la stessa immagine di Kant, il quale la recupera da
Democrito) --> immagine della stella che si trova all’interno di infiniti sistemi solari che prima fa nascere qualcosa e poi
si irrigidisce.
Gli animali intelligenti non erano destinati a sopravvivere -> anche secondo la concezione della NDT, chi è destinato a
sopravvivere sono gli esseri umani non in quanto animali intelligenti ma l’essere umano in quanto dissonanza = se
l’essere umano viene considerato come dissonanza, la sua esistenza è giustificata dal punto di vista metafisico (se
invece viene considerato dal punto di vista della conoscenza, questa tesi porta al socratismo e quindi l’essere umano
non può essere giustificato)
-antropocentrismo = essere umano che fa uso di intelletto ritiene che i cardini del mondo girano su di lui
(filosofo, uomo più tracotante, crede che tutti gli occhi dell’universo siano puntati su di lui --> attribuisce al suo
intelletto la funzione superiore). Essere umano non ha diritto a considerarsi centro del mondo, perché anche una
zanzara si potrebbe considerare come il centro.
-intelletto come aiuto e finzione = intelletto è un aiuto dato agli esseri deboli e infelici -> non è al servizio
della conoscenza, ma della sopravvivenza fisica degli esseri umani. L’intelletto ha la funzione di ingannare (cfr nella
NDT l’apollineo opera un inganno estetico, qui si parla di pura finzione = intelletto come nebbia che inganna gli uomini
sul valore dell’esistenza). Il principio a cui fa originariamente appello l’intelletto è quello dell’autoconservazione (= non
porta alla conoscenza, ma permette di conservare fisicamente l’individuo --> contrapposizione tra lo stato di profonda
salute, tipico del dionisiaco, e gli animali deboli). La finzione dell’intelletto raggiunge il suo apice nell’essere umano =
viene usato per le finzioni sociali (cfr contrapposizione tra natura e convenzione) + principale errore è la vanità.
L’intelletto con un gioco tattile conosce solo il dorse delle cose (cfr nella NDT si arriva a conoscere il fondo delle cose
con vista e ascolto, il tatto è obbligato a rimanere sulla superficie).Il sogno dell’intelletto è il sogno negativo del
principium individuationis¸ non il sogno dell’individuo divinizzato nell’apollineo = elemento negativo che inganna
ulteriormente.
-assenza di autocoscienza = essere umano non può conoscere la natura, e non può nemmeno conoscere se
stesso, e nemmeno il suo corpo
-cella della coscienza = la natura imprigiona l’essere umano in una cella, e gli fornisce una coscienza
orgogliosa e fantasmagorica che lo inganni --> non deve vedere che l’essere umano sta sospeso su qualcosa di terribile
(= dionisiaco)
-bellum omnium contra omnes = l’uomo nella stato di natura usa l’intelletto solo per la sua capacità di
finzione -> ma per bisogno o per noia (cfr anche per Scho i motivi dell’aggregazione erano questi), l’essere umano
vuole vivere in società = deve mettere fine al bellum omnium contra omnes ---> il raggiungimento della società è una
finzione a cui l’uomo è costretto in virtù di una necessità naturale connessa con il principio di autoconservazione (cfr
Hobbes -> per lui, l’elemento che mette fine al bellum è un calcolo su ciò che è utile, per N l’uscita dal bellum è
provocato dal bisogno o dalla noia)
-formazione della verità = il primo passo verso l’impulso di verità è la necessità di uscire dallo stato di natura,
e il trattato di pace che ne consegue --> la verità non scaturisce automaticamente da questo processo, ma deriva
dall’introduzione del linguaggio = il linguaggio formula le leggi della verità + la menzogna è tale per convenzione e non
per natura
-mentitore = chi fa cattivo uso delle convenzioni del linguaggio in modo egoistico viene escluso dalla società
perché non si adegua al concetto di verità stabilito dal linguaggio convenzionale --> dato il trattato di pace per uscire
dal bellum, non bisogna arrecare volontariamente danno agli altri, cosa che il mentitore fa quando inganna = ciò che
l’essere umano odia, non è la menzogna in sé ma il danno e le conseguenze negative che ne derivano (cfr verità in
rapporto con il danno e il vantaggio).
-oblio = la ricerca della verità è possibile quando interviene l’oblio a far dimenticare come si sono formate le
parole + nel caso dei concetti dimenticanza delle differenze specifiche dei soggetti per poter formare il concetto per
analogia
-parola = N considera il soggetto umano dal punto di vista fisiologico -> la parola è la trasposizione di uno
stimolo nervoso in suono, e ciò non può avvenire per la presenza di una causalità fuori dal soggetto (= è il risultato di
una falsa applicazione del principio di ragione). Quando facciamo riferimento a parole, in realtà si sta parlando di uno
stimolo soggettivo che si ricava da un fenomeno fisico (-> se si assegna una qualità fisica al fenomeno ritenendo che
questa sia veramente esistente, avviene una trasposizione a partire dallo stimolo nervoso).
Anche l’assegnazione di un genere è improprio -> il principio di ragion sufficiente (= causalità) è una trasposizione
arbitraria che ha una radice soggettiva, così come i concetti di genere e specie in biologia sono trasposizioni.
Anche le diverse lingue testimoniano che il trasposizione non è necessaria e oggettiva, altrimenti esisterebbe una sola
lingua (= il linguaggio non è in relazione con una realtà oggettiva, ed è puramente convenzionale).
Il concetto della verità pura della cosa in sé non può essere cercato sulla base del linguaggio -> chi costruisce il
linguaggio designa solo la relazione delle cose con gli uomini (cfr le cose non sono considerate in se stese, ma nella
loro relazione con gli individui)
-metafore = il linguaggio non ha lo scopo primario di raggiungere la verità pura -> le metafore esprimono le
trasposizioni, e non la verità (= non è un’assegnazione sulla base della logica, ma tramite una metafora + non c’è
legame oggettivo tra stimolo e immagine, dato che avviene un passaggio tra due ambiti completamente diversi)
>prima metafora = dallo stimolo nervoso all’immagine
>seconda metafora = dall’immagine al suono
Il linguaggio non può giungere alla cose in sé = non può parlare della verità + tutto ciò che ha a che fare con il mondo
materiale, in realtà non ha a che fare con l’essenza delle cose. Anche secondo la NDT i concetti si originano per
astrazione (cfr socratismo) -> N vicino alle tesi dell’empirismo.
-concetto = dal suono e dal linguaggio si passa al concetto -> procedimento di universalizzazione di carattere
empirico = ciò che è valido per un singolo stimolo nervoso, con il linguaggio viene generalizzato e attribuito per
analogia a tutti gli altri stimoli nervosi --> con questo processo, avviene la formazione del concetto = ha come scopo la
generalizzazione in modo unire elementi comuni tra cose diverse.
Esempio biologico della foglia, e morale dell’onestà -> non è possibile assumere un principio di carattere idealistico
come la foglia originaria o l’onestà in sé, e poi stabilire che da questo principio scaturiscano gli oggetti reali = non ha
senso parlare di principi in sé. Non si può parlare dell’essenza di una qualità, ma si può parlare di azioni individuali che
vengono comparate + oblio delle differenze tra i casi individuali
-mobile esercito di metafore = la verità è un mobile esercito di metafore e antropomorfismi (la verità ha
un’origine antropomorfica + per convenzione sulla base delle metafore intuitive) -> la creazione dei concetti avviene
“poeticamente e retoricamente”, cioè con un atto artistico creativo (cfr capacità dell’intelletto di finzione + alla radice
di ogni concetto c’è il trasferimento artistico). Le metafore dopo un lungo uso diventano vincolanti (= la verità nasce
attraverso un uso prolungato del linguaggio), perdono forza (cfr Hume: differenza tra impressioni ed idee = anche
Hume prende in considerazione come tutte le idee debbano avere un’origine nelle impressioni che sono a loro
corrispondenti --> non si può parlare di idee innate e in sé, ma bisogna risalire alla genesi di queste idee; le idee sono
le copie delle impressioni = inversione della teoria platonica; + le idee rappresentano il riflesso illanguidito delle nostre
impressioni = le impressioni sono forti e vivaci, mentre invece le idee che derivano dalle impressioni sono deboli e
pallide ---> stesso procedimento e linguaggio di N).
Le metafore diventano concetti con l’abitudine -> altro principio tipico della filosofia di Hume -> l’abitudine (il principio
della causalità viene fatto risalire all’abitudine) = principio psicologico soggettivo e quindi non a priori. Dall’abitudine
nasce la credenza ad attribuire una realtà oggettiva a ciò che si è radicato attraverso l’abitudine -> N usa un
procedimento analogo
-sentimento della verità = l’uomo ha un sentimento fisico dovuto allo stimolo nervoso, che è l’origine del
concetto della verità, a cui è connesso un sentimento morale che si risveglia in seguito -> l’uomo in società capisce che
la verità è degna di rispetto ed è utile (= la verità non ha solo connotazioni teoretiche, ma anche morali -> anche le
finalità morali sono legate al principio dell’autoconservazione)
-metafore intuitive vs schemi concettuali = l’uomo dotato di ragione, a differenza dell’animale, può
trasformare uno stimolo in un’immagine, e l’immagine in un concetto ---> astrazione di metafore in schemi (cfr
recupero della teoria kantiana dello schematismo). Metafore intuitive -> cfr intuizione = qui riguarda l’ambito
fisiologico ed esperienziale, nella NDT l’intuizione aveva carattere mistico e metafisico. Lo schema concettuale che
deriva dall’oblio e dall’astrazione è diverso dalle impressioni intuitive da cui sorgono metafore e trasposizioni.
-cupole sull’acqua = metafora che usa N per designare edifici teorici costruiti su principi non solidi -> l’essere
umano è ammirevole perché ha capacità notevoli dal punto di vista concettuale e dell’oblio (cfr N lo chiama genio
costruttivo) = l’uomo ritiene che gli edifici che ha costruito possano esistere eternamente (nonostante le radici
inesistenti). Edifici costruiti di ragnatele -> riferimento a Bacone: chi costruisce ragnatele sono i filosofi aristotelici e gli
empiristi (analogia tra api, ragni e formiche e diversi tipi di filosofia) = una costruzione fatta di ragnatele è per Bacone
la costruzione della logica aristotelica contro cui Bacone vuole opporre il suo Novum Organum
-verità antropomorfica = se qualcosa viene nascosto e poi ritrovato, non si può parlare di scoperta -> verità
antropomorfica = non c’è nessuna scoperta, ma solo il ripresentarsi di ciò che era stato precedentemente inserito
nella natura + essendo fondato tutto sul principio dell’antropocentrismo, si esige che tutto il mondo si trasformi
nell’uomo.
-irrigidimento in concetti = l’uomo dimentica l’origine del concetto di verità (verità è nata non come
conoscenza oggettiva ma come esercito di metafore) + N ripropone l’idea di uno stato attuale e uno originario della
natura ma dal punto di vista della verità (originariamente abbiamo un mondo pieno di metafore, cfr in connessione
con il tema del mito, del simbolo e del rapporto con la musica della NdT -> successivamente questa massa di immagini
si induriscono e si trasforma nel concetto della verità oggettiva). All’origine della verità non c’è l’intelletto ma la
fantasia umana + la situazione attuale meccanica della verità viene contrapposta alla sua origine organica.
Così sorge il concetto di verità in sé per una fede invincibile.
-percezione esatta = anche a livello della percezione, l’essere umano fatica ad accettare che esistano
percezioni diverse dalla sua -> difficile accettare che anche la percezione non sia immutabile e oggettiva. Si dovrebbe
parlare di una percezione esatta, che è contraddittorio, perché il rapporto tra soggetto e oggetto è un rapporto
estetico di natura metaforica
-rapporto di causalità = --> l’effetto è una conseguenza di una occasione, non c’è nulla di stabile o di
metafisico, ma si ha un’occasione che porta allo sviluppo di determinate conseguenza -> questo rapporto rimane
inalterato nei secoli = motivo per cui c’è la tentazione di ricondurre il tutto a un’essenza originaria e a priori = l’origine
del rapporto di causalità è empirica
-idealismi = la tesi di N indica cosa si può costruire sulla base del concetto della verità oggettiva e della
scienza che rappresenta una certezza eterna (= conoscenza stabile, sicura e conforme a leggi) --> le caratteristiche
della scienza sono riconducibili al concetto dell’eterno rigore, dell’onnipresenza, e dell’infallibilità delle leggi naturali =
tesi sostenute dal socratismo e dall’ottimismo logico.
non è possibile parlare di regolarità della natura perché in realtà esiste una differenza tra le percezioni che sono
proprie degli esseri umani e del regno animale e vegetale (N introduce la possibilità di avere sensazioni e percezioni da
parte delle piante) = se l’essere umano si rendesse conto di questa differenza, la smetterebbe di identificare il
concetto di legge di natura con una regolarità eterna e soggettiva, e anzi si renderebbe conto che esse sono il risultato
di una creazione soggettiva
-leggi di natura, tempo e spazio = cfr Kant: possiamo conoscere a priori solo ciò che noi stessi poniamo nei
fenomeni, e per Kant la conoscenza a priori dà luogo a fenomeni certi perché sottoposti a leggi immutabili -> per N è
noto solo ciò che noi stessi aggiungiamo, ossia spazio, tempo e i numeri (= tre principi che danno luogo al principium
individuationis). L’uomo è costretto (necessità non logica, ma naturale) a comprendere le cose tramite le forme di
spazio, tempo e numeri, e quindi non è fonte di meraviglia il fatto che tutte le cose sia comprensibili con queste forme.
Lo stupore nei confronti dell’ordine che troviamo nell’universo è in realtà una meraviglia nei confronti di noi stessi =
queste cose esistono solo perché noi le poniamo nelle cose stesse (N riprende un’idea presente nella riflessione di
Scho sul concetto kantiano di finalità -> qui N sta parlando di conformità a leggi dal punto di vista in generale del
meccanismo delle scienza; in Scho analoga considerazione relativamente al principio della teleologia, e Scho
reinterpreta il concetto kantiano della finalità della natura -> noi non proviamo una particolare ammirazione nei
confronti della finalità in natura, ma proviamo ammirazione per la finalità che noi stessi abbiamo posto nella natura =
è l’essere umano che pone nella natura una finalità che nella natura non esiste)
2.
Alla costruzione dei concetti lavora inizialmente il linguaggio, e in seguito la scienza (= cimitero di intuizioni) --> se
l’uomo d’azione lega la sua vita alla ragione per non essere trascinato via dalla corrente, all’indagatore (= filosofo
teoretico) spetta costruire la sua casa a ridosso della torre della scienza, per poter contribuire alla sua edificazione.
L’indagatore ha bisogno della protezione della scienza, perché esistono forze terribili, che contrappongono alla verità
altre verità di natura del tutto diversa.
L’impulso a formare metafore non è represso, ma cerca un nuovo campo d’azione, e lo trova nel mito e nell’arte ->
l’uomo desto trae la convinzione di essere sveglio dalla rigida e regolare ragnatela dei concetti + a volte crede di
sognare quando la ragnatela viene strappata dall’arte --> Pascal: se ogni notte si sogna lo stesso sogno, ci si
occuperebbe di questo sogno quanto le cose del giorno = la veglia di un popolo ispirato miticamente (= greci) risulta
più simile al sogno che alla veglia del pensatore scientificamente disincantato.
L’uomo ha la tendenza a lasciarsi ingannare, ed è incantato dalla felicità (-> nell’arte) --> ora l’intelletto, maestro di
finzione, è libero e sottratto al suo normale servizio da schiavo, e può ingannare senza recare danno = mescola le
metafore e sposta i confini dell’astrazione, ora è divenuto padrone + tutto ciò che fa ora ha il segno della finzione,
mentre prima portava il segno della caricatura --> ora è guidato dalle intuizioni, e non dai concetti.
Epoche in cui l’uomo razionale e l’uomo intuitivo stanno accanto l’uno all’altro ->
-uomo razionale: paura dell’intuizione, non artistico -> affronta i bisogni con la sua previdenza. Si limita a
respingere con i concetti l’infelicità senza riuscire a procurarsi la felicità + si domina con l’aiuto dei concetti, e nella
sventura dissimula
-uomo intuitivo: disprezzo dell’astrazione, non razionale -> non vede bisogni e considera solo la vita
trasformata in bellezza dalla finzione + uomo intuitivo può vincere e configurarsi in una civiltà (cfr greci) dove fondare
il dominio dell’arte sulla vita. Raccoglie dalle sue intuizioni una difesa dal male e un rasserenamento -> ma quando
soffre, soffre più violentemente, e nel dolore è irrazionale così come nella felicità.
Tematiche:
-scienza cimitero delle intuizioni = linguaggio e scienza costruiscono concetti -> scienza rappresenta il
cimitero delle intuizioni = contrapposizione tra intuizioni e concetti si fonda sulla contrapposizione tra l’aspetto delle
percezioni e l’aspetto irrigidito dei concetti (intuizioni come elemento vitale e concetti come irrigidimento di questo
elemento vitale)
-indagatore = filosofo teoretico contribuisce alla creazione dell’edificio della scienza, e dalla scienza cerca
protezioni dalle forze terribili (cfr dionisiaco) che gli mostrano l’esistenza di altre verità oltre a quella scientifica
-mito e arte = l’impulso all’intuizione non è scomparso (cfr nella NdT il tentativo di soppressione della
tragedia ad opera del socratismo fosse destinato a fallire -> l’apollineo/dionisiaco sarebbe sopravvissuto nell’opera di
Wagner. Qui espone la stessa tesi = mortificazione dell’impulso attraverso la scienza, e perciò cerca sbocco altrove)
-----> trova sbocco nel mito e in generale nell’arte = sono presenti le forze terribili (= dionisiaco) e il mondo del sogno
(= apollineo)
-libera finzione dell’intelletto = nel mondo dell’arte, l’intelletto è libero di ingannare senza conseguenze (cfr
viene meno causalità) --> = intelletto adesso entra a far parte del mondo delle metafore -> quando l’intelletto non è
più al servizio della conoscenza, si ha la possibilità che l’intelletto possa ingannare senza recare danno, e quindi
celebra la sua festa. Quando intelletto è al servizio del soggetto artistico si crea la contrapposizione tra uomo razionale
e uomo intuitivo
-uomo razionale vs uomo intuitivo = l’uomo dell’intuizione è non razionale, così come l’uomo razionale è non
artistico --> importante sottolineare il fatto che non c’è nessuna strada regolare che dalle intuizioni conduca alla
razionalità (l’uomo intuitivo non può trasformarsi in uomo razionale e viceversa, sono due concezioni dell’essere
umano completamente diverse -> con qualcosa in comune). L’uomo intuitivo può rappresentare una civiltà = la civiltà
non viene creata nel caso dei concetti -> il concetto di civiltà è compatibile solo con il concetto della creazione artistica
(cfr ciò è avvenuto solo per l’antica Grecia). Tema della felicità: principio della felicità celebrato dall’arte (-> poco
prima: l’uomo è guidato da una tendenza a lasciarsi ingannare e quindi è incantato dalla felicità) ---> questa felicità è
spiegata come uno stato che è possibile raggiungere solo attraverso l’arte (l’uomo guidato dalla scienza può
respingere l’infelicità, ma non riesce a raggiungere la felicità; cfr cap 18 NdT descrizione dei tre tipi di volontà: questa
volontà è inestinguibile, quindi deve trovare un sfogo o nella dimensione della scienza o nella dimensione dell’arte ->
la stessa tesi anche qui).
L’uomo razionale non è infelice, ma non è felice + dissimula la sofferenza (-> intelletto asservito ai concetti) -> l’uomo
intuitivo finge, ma il suo inganno non arreca danno = soffre più intensamente.
Tema della poesia concettuale -> N la interpreta la punto di vista della sua definizione del sapere scientifico. Scienza e
filosofia hanno a che fare con concetti i quali hanno a che fare con una produzione di tipo artistico = anche a
fondamento della scienza e della filosofia si trova un nesso molto stretto con il problema dell’arte. Metafore e
antropomorfismi si possono trovare nell’arte e nel sapere filosofico.
Tema del concetto di causalità -> concetto di derivazione empirica, che si può ottenere attraverso l’astrazione
dimenticandoci dell’origine vitale di questo stesso concetto. Il concetto di causa non può valere come una connessione
a priori predeterminata rispetto all’esperienza, ma il principio della causa è derivato in seguito a una serie di passaggi il
primo di questo è uno stimolo nervoso che si trasforma in immagine (+ intervento dell’abitudine).