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Giudizio riflettente: il particolare è dato (oggetto della sensibilità o dell’immaginazione), l’universale viene ricercato
all’interno della soggettività (esprime il nostro modo di considerare il dato empirico). Il mondo è sorretto da un
senso di ordine, armonia, finalità.
→ USO REGOLATIVO DELLA RAGIONE (mondo noumenico, idee)
(Kant romantico)
Giudizio determinante e riflettente
Nel giudizio riflettente ...
... l’oggetto non è messo direttamente in relazione con una forma a priori, ma con un universale da ricercare. E
questo concetto universale è l’idea di finalità che ogni individuo porta dentro di sé.
... non formuliamo le leggi costitutive degli oggetti (mondo dei fenomeni), ma i significati nascosti presenti negli
oggetti (mondo dei noumeni).
Nasce dall’armonia derivante dal «libero gioco delle nostre facoltà conoscitive» (immaginazione e intelletto),
produce il significato di «bello».
In alcuni casi l’armonia tra immaginazione e intelletto si spezza, di fronte alla percezione della grandezza o della
potenza di ciò che osserviamo (sia esso un’opera d’arte o uno spettacolo naturale): tale situazione produce il
significato di «sublime», basato non sull’armonia ma sul contrasto tra l’immaginazione (che percepisce) e
l’intelletto (che non riesce a comprendere e contenere).
Il giudizio teleologico
“Sembra che gli organismi viventi ci facciano intuire che nella natura c’è un finalismo. Gli esseri biologici sono
costituiti di parti che sembrano fatte “al fine” del tutto, ma c’è anche un finalismo superiore: sembra che tutta la
natura abbia il fine di rendere possibile la vita dell’uomo. Sembrerebbe che tutti i regni, minerale, vegetale e
animale, siano costruiti, organizzati, al fine di rendere sempre migliore la vita dell’uomo e sempre più possibile
l’espressione dell’umano.”