LaVerità

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QUOTIDIANO INDIPENDENTE n FONDATO E DIRETTO DA MAURIZIO BELPIETRO Mercoledì 13 gennaio 2021

LA CARTABIA SCALDA I MOTORI E SALE AL COLLE

CONTE CAMMINA SUL FILO DEL VOTO

Renzi attacca ancora il premier e la crisi pare inevitabile, anche se il rischio che sfugga di mano e si finisca alle urne terrorizza tutti
i protagonisti. Che fino all’ultimo tenteranno un pateracchio che consenta a ciascuno di dire di aver vinto. Sulla pelle degli italiani
Il braccio di ferro gonfia il Recovery plan e scatena gli appetiti sulle società partecipate
di MAURIZIO BELPIETRO MOLTI NO ANCHE IN EMILIA
n Matteo Renzi
ci ha abituato a
Un vaccinato su Sono i medici i primi
molte capriole.
L’uomo è un gio-
catore d’azzar-
sette è «imbucato» a rifiutare il siero:
in Alto Adige il 50%
do, avvezzo ai
bluff e a dire il contrario di
ciò che pensa di fare. Su di lui
Il sistema Arcuri SARINA BIRAGHI a pagina 8
esiste ormai una copiosa let-
teratura, che parte non dal-
l’episodio che molti ricorda-
mostra già la corda ALLA RICERCA DEL FARMACO
no, ovvero dal famoso ha-
shtag #enricostaisereno, ma
da quando giurò e spergiurò
PATRIZIA FLODER REITTER a pagina 8 È arrivato Moderna
che avrebbe concluso il pro-
prio mandato di sindaco a
e salta il tabù russo:
Palazzo Vecchio. Dunque, vi-
sti i precedenti, è difficile im-
si tratta per Sputnik
maginare che cosa farà da
oggi, se cioè ritirerà l’appog- ANTONIO GRIZZUTI a pagina 9
gio al governo Conte, apren-
do la crisi, o si accontenterà
dei soliti giochi di Palazzo, A CORTO DI SCORTE
delle dimissioni dei suoi mi-
nistri, ma senza che questo
significhi il venir meno della
Rinviare i richiami
maggioranza. Il suo obiettivo
rimane l’uscita di scena di
per fare più dosi?
Giuseppe Conte, che (...)
segue a pagina 3
Gli esperti sono divisi
CLAUDIO ANTONELLI
a pagina 2 MADDALENA GUIOTTO a pagina 9

SENZA VERGOGNA
Il piano pandemico sbugiarda Speranza
Il progetto anti influenza avrebbe evitato migliaia di morti da Covid. Il nodo della scelta etica
di FRANCESCO BORGONOVO
SCOVATI DA «FUORI DAL CORO» DPCM ASSASSINI n A occhio
n Roberto Spe- e croce - e
ranza disse che
avere un piano Nel comitato Ma che hanno per quanto
ne sappia-
pandemico ag-
giornato non ci a loro insaputa fatto di male mo - quan-
do Mosè
sarebbe servito
Ecco i politici baristi parlava agli israeliti c’e-
Toninelli ci sfida per affrontare il Covid. Ma la
nuova bozza di piano prepa-
e ristoratori
ra meno attesa di quanta
ce n’è tra gli italiani
Pubblichiamo tutti rata dal ministero lo smenti- che dovevano quando Giuseppe Conte
sce. Anche se contiene in-
quietanti riferimenti al con-
tutelarci al governo? annuncia, con l’a iuto
dello scriba Rocco Casa-
i suoi «non ricordo» trollo dell’informazione.
alle pagine 6 e 7
lino, un nuovo dpcm. So-
lo che, in questo (...)
GIORGIO GANDOLA a pagina 13 STEFANO FILIPPI GIULIANO GUZZO a pagina 7 di PAOLO DEL DEBBIO segue a pagina 5
a pagina 6

FONTANA CONDANNA LA CENSURA DI TWITTER A TRUMP CHE INVECE IL SUO GIORNALE GLORIFICA

Il direttore del «Corriere» contro il «Corriere»

Banche e Airbnb escludono i seguaci del presidente uscente: la democrazia zoppica
di CAMILLA CONTI
e ADRIANO SCIANCA
n Tutti contro Donald
Trump: dopo la censura dei
social, le banche gli chiudo-
no i conti e anche Airbnb e
Paypall si schierano contro i
suoi fan. Intanto, il direttore
del Corriere della Sera, Lu-
ciano Fontana, critica il ba-
vaglio di Twitter. Eppure, sul
suo giornale, Severgnini dice
l’esatto opposto.
alle pagine 12 e 13
AMERIKANA
Negli Usa è caccia alle streghe
di MARIA GIOVANNA MAGLIE
n «Gli alleati di Trump po-
trebbero tornare al pote-
re». Vedete come la crisi de-
gli Stati Uniti viene stru-
mentalizzata e manipola-
ta? Questa frase infelice di
SU «PANORAMA»
Nuvolari, il mito
che batteva
Nicola Zingaretti non è la
prima e purtroppo non sa-
le Mercedes
rà l’ultima, ma è rivelatrice
perfettamente di un clima
con l’Alfa Romeo
disgustoso nel quale la cac-
cia alle streghe in nome
di scorta
dello spauracchio (...) LORENZO DEL BOCA
segue a pagina 13 a pagina 21
2 MERCOLEDÌ
13 GENNAIO 2021 LaVerità

Z I DANNI DEL CORONAVIRUS

Il Recovery si gonfia
a 310 miliardi
e innesca il Cencelli
delle partecipate
Parte la corsa alle nomine per controllare il budget di spesa
Ma Bellanova frena ancora: «Il progetto resta da migliorare»
di CLAUDIO ANTONELLI
n Pure i mini-
stri di Italia viva
ieri hanno am-
messo di aver ri-
cevuto il testo
del nuovo Reco-
very plan. E almeno fino a
sera, cioè prima che si ria-
prisse la trattativa per cal-
mierare o modificare la via
d’uscita alla crisi, l’hanno de-
finito aria fritta o al massimo
qualcosa di vago. Il candidato
a viceministro Luigi Marat-
tin si è detto dubbioso sulle
scelte relative all’idrogeno,
mentre il suo partito ha ri-
lanciato per l’ennesima volta
la palla in tribuna dicendo:
«È stato del tutto riscritto,
bisogna valutarlo bene». Te-
resa Bellanova, il ministro
sempre pronto a dare le di-
Gualtieri minaccia
gli alleati: «Bruxelles
e i mercati
ci stanno guardando»
missioni, ha aggiunto: «An-
diamo in cdm proprio per
migliorare il testo di un pro-
getto non ancora soddisfa-
cente». In tutta risposta il ti-
tolare del Mef, Roberto Gual-
tieri ,ha commentato: «Mol-
te osservazioni di Italia viva
sono state inglobate, adesso i
mercati ci osservano. Oltre
che l’Europa». Uno slogan
buono per tutti i tempi.
D’altronde adesso che il te-
sto è arrivato al Consiglio dei
ministri, si comprende chia-
ramente quanto fosse un
pretesto per la crisi e al tem-
po stesso quanto il pretesto
sia stato sapientemente
sfruttato sia dal Pd che da
Italia viva per aumentare il
perimetro dei fondi e le ri-
spettive sfere di influenza. In
pratica, quali correnti e quali
manager gestiranno le enor-
mi somme di denaro. Per far-
lo era necessario rivedere il
conto finale. Le 170 pagine
dell’ultima bozza del Recove-
ry hanno infatti visto lievita-
re i fondi a 222 miliardi, ag-
giungendo ai 209 miliardi as-
segnati all’Italia dal piano
Next generation Eu il valore
del Fondo sviluppo coesione
per il Sud. Di questi miliardi,
144,2 sono destinati a nuovi
i n t e r v e n t i . L a p o r t at a
dei progetti inseriti nel Pia-
no di Ripresa e Resilienza
(Pnrr), però, sale a 310 miliar-
di includendo anche la pro-
grammazione di bilancio per
il quinquennio 2021-26. Che
è un mero esercizio di lette-
ratura. Immaginare che un
governo che non sa se arrive-
rà all’ora di cena possa defi-
nire 80 miliardi di spesa da
suddividere nelle prossime
sei leggi Finanziarie è assur-
do.
Eppure è stato utile per
completare tutti i sei capitoli
di spesa, le relative missioni,
a loro volta suddivise in 16 ca-
pitoli finalizzati a realizzare
gli obiettivi posti dal gover-
no. Ne derivano 47 linee di
intervento «che raggruppa-
no ciascuna progetti selezio-
nati in base a criteri di effi-
cacia e di impatto sull’econo-
mia», così recita il testo.
La sanità è l’unico vero ca-
pitolo che ha visto un incre-
mento definitivo: dai 2 a circa
20 miliardi. L’Istruzione, re-
duce dalla Dad, potrà benefi-
ciare di 20 miliardi (28,49
miliardi includendo la ricer-
ca). Le risorse ripartite fra le
altre quattro missioni preve-
dono: 46,18 miliardi a digita-
lizzazione, innovazione e
cultura; 68,9 miliardi per la
transizione ecologica; 31,98
miliardi per le infrastruttu-
re e la mobilità sostenibi-
le; 21,28 miliardi a inclusio-
ne e coesione. Su questa tavo-
lozza di numeri che mischia-
no fondi già stanziati negli
ultimi tre anni (oltre 60 mi-
liardi), progetti nuovi e tutto
ciò che poteva essere consi-
derato un budget di spesa
partirà poi la divisione dei
pani e dei pesci. Le grandi
partecipate pubbliche avran-
no il compito di portare avan-
ti i progetti. Da un lato, tenia-
mo a precisarlo, è giusto che
sia così. Nessuna Pmi sareb-
be in grado di partecipare a
impegni di spesa miliardari e
solo le big sono in grado di
coordinare filiere di decine
se non centinaia di fornitori.
Il problema è che dietro ogni
partecipata pubblica ci sono
decine di nomine di partito.
Ciascuna di esse misurata e
calibrata in base a influenze
I gruppi ambiscono
ad accaparrarsi i fondi
Però non è sicuro
il placet dell’Europa
politiche. E ciò spiega benis- nomine, il presidente Gia- Cassa depositi e prestiti a gico. E torniamo al tema del-
simo che i litigi e gli strappi di nluigi Castelli, appoggiando- Saipem, Ferrovie dello Stato le nomine. Pd e Iv litigano per
ieri per posizionare budget si al «no» dei consiglieri le- e altre. La frase di Marattin di garantire maggiori flussi di
in una casella del file excel ghisti ha bocciato addirittu- ieri sull’idrogeno è indicati- denaro ai manager che consi-
piuttosto che in un’altra na- ra le candidature del Mef, l’a- va. Come spiegava sul Corrie- derano di loro influenza e no-
scondano importanti flussi zionista di maggioranza. re della Sera Federico Fubini, mina. I 5 stelle non sembrano
di denaro che entrano nelle Guarda caso il giorno prima puntare sull’oro verde piut- aver toccato palla nemmeno
casse di una azienda piutto- dell’approdo in Aula del Re- tosto che sull’oro blu signifi- in questo, segno della diffi-
sto che un’altra. E laddove covery plan. Se ci fosse l’idea ca prendere strategia di cre- coltà in cui versa il Movimen-
non c’è la possibilità di met- di attendere Renzi in grado di scita industriale molto diver- to. Impegnato in tutti i modi a
tere partecipate in concor- far saltare il banco non ci è se. L’una piace al Pd e l’altra evitare elezioni o rimpasti
renza, si provvederà a litiga- dato sapere. Ma è certo che ai 5 stelle. per salvarsi dal totale disfaci-
re per nominare il prossimo rientrata la crisi di dicembre, Ma al tempo stesso l’una mento.
ad o presidente. Su questo il cda di Ferrovie ha approva- favorisce una partecipata Vedremo poi se i fondi allo-
Matteo Renzi è il politico più to i nomi scelti dal Mef come piuttosto che un’altra. Se c’è cati resteranno nelle caselle
abile che ci sia, dopo Massi- se nulla fosse. L’e se m pio come ha sottolineato il Cor- loro assegnate o come ha la-
mo D’Al em a . Un assaggio spiega bene l’attenzione dei riere il tema ideologico sotte- sciato intendere il presiden-
l’abbiamo avuto in occasione partiti. so che in questo vede i 5 stelle te Sergio Mattarella, lo
della nomina dei vertici di Rfi Una attenzione che si mi- soccombenti (infondo il Pnrr sguardo dell’Europa non sug-
e di Trenitalia. Entrambe surerà da oggi fino al prossi- è stato scritto dal Pd) ci tocca gerirà ulteriori riallocazioni.
partecipate da Ferrovie. No- mo maggio quando scadran- a g g i u n ge re u n s e c o n d o Questa volta sì definitive.
nostante l’ok del comitato no importanti cda. Si va da aspetto tutt’altro che ideolo- © RIPRODUZIONE RISERVATA

CAFFÈ CORRETTO
Il Monaco del «Fatto» venera San Giuseppi
di GUSTAVO BIALETTI
n Finalmente svelato che
hanno visto Marco Travaglio e
la redazione del Fatto Quoti-
diano in Giuseppe Conte: il
Messia. Soltanto un’epifania
poteva trasformare un foglio
battagliero in una gazzetta che
da mesi non solo perdona ogni
nefandezza al governicchio
giallorosso, ma lo difende dai
nemici come fosse l’apostolo
Paolo. Potenza di Matteo Ren-
zi, verrebbe da dire, se il termi-
ORGANO GRILLINO Marco Travaglio dirige il Fatto Quotidiano [Ansa] ne non fosse un po’ esagerato
per un tizio che a malapena
sfiora il 3% nei sondaggi, nono-
stante berci da due mesi tutto
il giorno a rete unificate.
La santa agnizione è scatta-
ta ieri con un editoriale del cat-
tolico Franco Monaco, ex de-
putato prodiano in quota tona-
che progressiste. Il Monaco (si
chiama davvero così) ieri ha
vergato un duro attacco al Bul-
lo e al Pd di Nicola Zingaretti,
«reo» di non difendere a dove-
re San Giuseppi, così titolato:
«Barabba è in Italia viva e il Pd
fa Ponzio Pilato». Il giurista di
Volturara Appula come Gesù?
Ecco, Monaco, da bravo avanzo
di parrocchia, non ci è arrivato
per non incorrere in accuse di
blasfemia. E alla fine ha scrit-
to: «In questa storia non c’èGe-
sù, c’è Barabba, ma c’è anche
Ponzio Pilato». Ok, Barabba
sarebbe Renzi e Pilato Zinga-
retti, ma per quattro colonne
l’editorialista non fa altro che
glorificare il premier. Conte
viene definito come «un com-
petitor (di Renzi, ndr) che gode
di un cospicuo consenso», evi-
dentemente rilevato da Mona-
co per illuminazione dello Spi-
rito santo. E l’avvocato del po-
polo sarebbe «l’elemento di
equilibrio non solo del gover-
no di oggi, ma della sola pro-
spettiva strategica suscettibile
di allestire un’alleanza che
possa competere con il centro-
destra». Quindi giù le mani dal
Messia con la pochette. Anche
se preferiamo non sapere, nel-
lo speciale presepe del Fatto,
che personaggi siano la fidan-
zata Olivia Paladino e il tutore
Rocco Casalino.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LaVerità
Z I DANNI DEL CORONAVIRUS
Governo in bilico ma il voto fa paura
Preferiscono un altro pateracchio
Il capo di Iv, che vorrebbe liquidare l’avvocato, è terrorizzato dalla prospettiva delle urne. Zinga e il premier
tenteranno fino all’ultimo la mediazione (alla faccia nostra), anche se dalle elezioni potrebbero guadagnarci
Segue dalla prima pagina
di MAURIZIO BELPIETRO
(...) nei suoi sogni dovrebbe
tornare a fare il professore per
poi sparire. Ma se il desiderio
di far cadere il presidente del
Consiglio per sostituirlo con
qualcun altro esponente poli-
tico è forte, altrettanto forte è
la paura delle elezioni. Se per
un qualsiasi imprevisto la par-
tita della verifica dovesse
sfuggirgli di mano e si andasse
dritti al voto, per l’ex segreta-
rio del Pd sarebbe la fine. A
Italia viva le uniche urne che si
aprirebbero sarebbero quelle
cimiteriali, in quanto in una
competizione elettorale, il
partito di Renzi non riusci-
rebbe probabilmente neppu-
re a entrare in Parlamento.
Con l’attuale legge, il centro-
destra farebbe blocco e a sini-
stra si sommerebbero i partiti
dell’attuale maggioranza, con
Conte al comando. È evidente
che i guastatori del senatore
Con la legge elettorale
vigente, il partito
del toscano finirebbe
asfaltato
semplice di Scandicci finireb-
bero schiacciati dai due schie-
ramenti. E i primi a godere nel
vedere stritolati i transfughi
sarebbero ovviamente gli ex
compagni del Pd, che da un
anno e più considerano il
gruppuscolo una spina nel
fianco di cui farebbero volen-
tieri a meno.
Sì, Renzi e i suoi rischiano
grosso, ma come i giocatori di
poker che sanno di poter per-
dere tutto, fino all’ultimo l’ex
presidente del Consiglio pro-
va a bluffare, sperando che a
La Cartabia al Colle: prove generali?
Il senatore non ritira i ministri: crisi forse dopo l’ok al piano Ue. Chigi: «Se strappa,
mai più un esecutivo con lui». L’ex presidente della Consulta ieri in visita da Mattarella
di CARLO TARALLO
n Alle 18 di ieri Matteo Renzi
sembra rinviare di altre 12 ore
la resa dei conti con Giuseppe
Conte. A chi gli chiede se al ter-
mine del Consiglio dei mini-
stri previsto in tarda serata le
due esponenti di Italia viva,Te-
resa Bellanova ed Elena Bo-
netti, si dimetteranno, Renzi
risponde così: «Sembra che sia
il ritiro dei panni, stiamo par-
lando di donne con un’espe-
rienza straordinaria. Stasera
(ieri, ndr) vediamo che tipo di
discussione viene fuori», dice
Renzi, «e domani (oggi, ndr)
facciamo una conferenza
stampa e ne parliamo» - e per
le 22 è già fissata una riunione
con deputati e senatori. «Il Re-
covery plan? Nel giro di un me-
se pare che lo abbiano miglio-
rato», aggiunge l’ex Rottama-
tore, «io non l’ho ancora letto
AMOR DI POLTRONE Giuseppe Conte non vuole mollare lo scranno, ma se si andasse al voto potrebbe tentare di guidare i giallorossi [Getty]
cedere sia l’altro giocatore. E
qui entra in campo Conte, che
nonostante la sua aria cheta
ha i nervi d’acciaio e, al pari
del suo rivale, sa fare il contra-
rio di quello che dice. L’avvo-
cato di Volturara Appula tutto
vuole fare tranne che cedere a
Renzi e dunque, dietro il tono
tranquillo che manifesta in
pubblico, prepara l’offensiva.
Quando Matteo Salvini gli an-
nunciò il benservito, pronto a
rimandarlo in cattedra a Fi-
renze, il vice dei suoi vicepre-
mier (così lo definiva Repub-
tutto, lo devo leggere. Penso
che Conte sostituirà le mini-
stre di Italia viva che si dimet-
teranno e poi andrà alle Came-
re per chiedere la fiducia. Non
so», spiega, «se prima si reche-
rà al Quirinale, comunque
quando avrà dei nuovi ministri
farà il passaggio parlamenta-
re». Dunque, crisi dopo l’ok al
Recovery? O una mediazione
in extremis? «Dovete chiedere
al presidente del Consiglio.
Non è una crisi al buio», sotto-
linea Renzi, «se il presidente
del Consiglio ha preso questa
linea, evidentemente è con-
vinto di avere i numeri e va be-
ne così, si chiama democrazia
parlamentare e noi si va all’op-
posizione».
La decisione è già presa o
Renzi sta alzando ancora la po-
sta? Non si sa. Quello che si sa è
che intorno alle 14 di ieri l’ex
presidente della Corte costitu-
blica) si dimostrò remissivo,
ma nelle mani guantate la po-
chette con le unghie (così l’ha
soprannominato Dago spia)
nascondeva un pugnale e il ca-
po della Lega se ne accorse so-
lo quando gli girò le spalle.
Dunque, nonostante Renzi sia
abituato ad alzare la posta e
confidi in un capitombolo del
premier, non è detto che le co-
se finiscano come l’ex Rotta-
matore si augura.
Per Renzi, il massimo del
trionfo sarebbe costituito da
una brutta caduta di Conte
zionale, Marta Cartabia, papa-
bile premier per il dopo Conte,
viene vista entrare al Quirina-
le e uscire dopo una mezz’o-
retta. Visita di cortesia al pre-
sidente della Repubblica, Ser-
gio Mattarella, oppure un pri-
mo colloquio in previsione di
una crisi di governo? Lo sco-
priremo tra qualche giorno.
Intanto, la giornata di ieri fa
registrare diverse novità.
Intorno a mezzogiorno, Pa-
lazzo Chigi fa sapere che «se il
leader di Iv Matteo Renzi si as-
sumerà la responsabilità di
una crisi di governo in piena
pandemia, per il presidente
Giuseppe Conte sarà impossi-
bile rifare un nuovo esecutivo
con il sostegno di Iv»: dunque,
niente Conte ter, e addio alle
aspirazioni di entrare al gover-
no di pezzi da novanta di Italia
viva. Per l’intera giornata i big
del M5s, da Vito Crimi a Ales-
che consegnasse il presidente
del Consiglio ai posteri. Dopo
di che, tolto di mezzo il profes-
sore, il fondatore di Italia viva
punterebbe a sostituirlo con
Dario Franceschini o con Lui-
gi Di Maio, certo di poterli con-
dizionare entrambi con un
trio di ministri italovivi piaz-
zati nei punti strategici del go-
verno. Difficile però che i 5
stelle accettino che il governo
sia guidato da un esponente
del Pd, cioè da un partito che
nel 2018 ha perso le elezioni e
che in Parlamento ha la metà
sandro Di Battista, da Vincen-
zo Spadafora a Riccardo Frac-
caro, ripetono che se Renzi ri-
tirasse i ministri l’alleanza con
Italia viva sarebbe sepolta per
sempre. Identica la posizione
di Leu. Nel pomeriggio si riuni-
sce il gotha del Pd: Nicola Zin-
garetti, Dario Franceschini,
Andrea Orlando, G ra zi an o
Delrio e Andrea Marcucci. Al
termine dell’incontro, i dem
diffondono una nota attraver-
so la quale ribadiscono che
«l’urgenza è quella di dare ri-
sposte concrete per la rinasci-
ta italiana. Questa maggioran-
za può farlo. La via maestra per
servire l’Italia è approvare la
bozza del Recovery plan e su-
bito, su proposta del presiden-
te Conte, approvare il patto di
legislatura per affrontare i
problemi aperti. Confermia-
mo», sottolinea il Pd, «la no-
stra contrarietà all’apertura di
degli onorevoli grillini. Diffi-
cile però anche che Zingaretti
accetti di reggere il moccolo
all’attuale ministro degli Este-
ri, ovvero a Giggino ‘o cam-
melliere (meravigliosa la foto
con Mohammed bin Salman
in una tenda nel deserto).
Ma visto che né un espo-
nente grillino né uno piddino
rappresenterebbero la solu-
zione, in caso di dimissioni del
governo qualcuno ventila l’i-
potesi Cartabia, dal nome del-
l’ex presidente della Corte co-
stituzionale. La professoressa
PIANTAGRANE Matteo Renzi si dice a un passo dallo strappo [Ansa]
una crisi che, tra l’altro, impe-
direbbe di varare il dl Ristori».
In mattinata, il segretario
Zingaretti, a Sky Tg24, aveva
avvertito: «I governi non si ri-
lanciano mandandoli a casa o
aprendo crisi che il 99% degli
italiani non capisce. Penso che
le elezioni anticipate sarebbe-
ro una sciagura ma a volte nel-
la storia della Repubblica si è
arrivati alle elezioni non per-
ché lo si è deciso, ma perché si
rotola verso le elezioni». La pa-
MERCOLEDÌ
13 GENNAIO 2021 3
ovviamente non vede l’ora di
accomodarsi sulla poltrona di
Palazzo Chigi e di trascurare i
suoi amati studi, tuttavia la
guida tecnica di un governo
politico, per di più in un mo-
mento di pandemia e di crisi
economica, è più facile a dirsi
che a farsi. Conte ci ha messo
oltre un anno a imparare co-
me fregare gli alleati e dunque
la prima premier italiana
avrebbe giusto il tempo di am-
bientarsi che già sarebbe ora
di fare le valigie. Un governo
della professoressa poi non
piacerebbe neppure a Renzi il
quale, liquidato un docente, se
ne troverebbe un altro pronto
a bacchettarlo, senza cioè la-
sciargli fare i giochi che gli rie-
scono meglio, ovvero occupa-
re le poltrone. E poi chi dice
che Conte leverebbe le tende
senza provare a rovesciare il
tavolo, si farebbe cioè da parte
rinunciando a tutto? Se per-
desse Palazzo Chigi, potrebbe
essere tentato di mobilitare i
suoi per andare dritto filato
alle elezioni, magari come lea-
der di una coalizione di cui
facciano parte grillini e piddi-
ni.
Insomma, come avrete ca-
pito, i calcoli sono complicati
e anche le soluzioni. La più fa-
cile (per tutti i protagonisti), è
u n’intesa all’italiana, dove
tutti possano dire di avere vin-
to, ovvero un pastrocchio
chiamato Conte ter. In prati-
ca, l’avvocato di Volturara Ap-
pula succede a sé stesso, si
cambia qualche ministro e
Un Conte ter farebbe
felici tutti:
ciascuno potrebbe
cantare vittoria
Renzi da due che ne aveva se
ne prende tre. Il premier potrà
cantare vittoria, perché sarà
sempre lui a dare le carte, l’ex
premier potrà fare altrettanto
perché avrà piazzato una pe-
dina dove gli serve. Gli unici
che di sicuro avranno perso
saranno gli italiani, sulla cui
pelle si è giocata la partita.
Ps. Una speranza ci rimane:
che alla fine qualche cosa
scappi di mano e si finisca alle
elezioni. Teniamo le dita in-
crociate.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
rolina magica, «elezioni» ter-
rorizza mezzo Parlamento, e
toglie a Renzi la sponda sulla
quale aveva contato fino a ieri.
Per convincere i suoi a uscire
dalla maggioranza, infatti, l’ex
premier ha sempre ripetuto
che le urne anticipate sarebbe-
ro state evitate. «Il fatto che il
governo Conte bis sia concluso
direi che è acclarato», dice in
serata il coordinatore di Iv, Et-
tore Rosato, a Rainews 24.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
4 MERCOLEDÌ
13 GENNAIO 2021 LaVerità
LaVerità
Z I DANNI DEL CORONAVIRUS
Il Cts: «Stato di emergenza fino al 31 luglio»
Gli «esperti» - non si sa a che titolo - chiedono di prolungarlo di 6 mesi (si parlava del 30 aprile) e di tenere fermo lo sci. A Cortina
mondiali a porte chiuse. Con il dpcm in arrivo, il 16 molte regioni arancioni o rosse. Bonaccini contro Boccia per la stretta sui bar
di MAURO BAZZUCCHI
n L’aspetto sur-
reale della situa-
zione, se non fos-
se tutto così ter-
ribilmente
drammatico, è
reso perfettamente da ciò che
si poteva notare ieri mattina in
via del Corso, all’altezza di lar-
go Chigi, tra gli uffici della pre-
sidenza del Consiglio e quelli
di Montecitorio. Da una parte
gli agenti di viaggio che si reca-
no verso piazza del Popolo per
protestare, dall’altra peones e
membri del sottobosco gover-
nativo nel loro perenne transi-
to in quella porzione della Ca-
pitale. I primi in ansia per la
propria sopravvivenza, i se-
condi per gli incerti sviluppi
della crisi e del proprio avveni-
re politico.
Ma quel che conta è che al-
l’orizzonte, per i lavoratori già
sotto schiaffo da ormai quasi
un anno per il combinato di-
sposto della pandemia e della
linea claustrofobica del gover-
no, c’è l’ennesimo giro di vite.
Tra giovedì e venerdì, infatti,
arriverà un nuovo dpcm, che
entrerà in vigore il 16 gennaio.
E se da una parte vi sono delle
norme ancora in discussione,
dall’altra ciò che è certo è già
sufficiente ad affossare defini-
tivamente alcune attività, co-
me i bar. La novità più rilevan-
te, infatti, come ha fatto sapere
il ministro per gli Affari regio-
nali Francesco Boccia, sarà il
divieto di asporto dalle 18. Una
norma la cui ratio è stata spie-
gata dallo stesso Boccia con l’e-
sigenza di «dichiarare guerra
alla movida». Secondo le «se-
gnalazioni» citate da lui e da
altri esponenti del governo, in-
fatti, proprio la possibilità di
fare asporto nel tardo pome-
riggio sarebbe alla base di una
serie di happy hour illegali.
Una tesi che è stata energica-
mente respinta al mittente dai
diretti interessati, i quali han-
Ancora bastonate per i ristoratori
E l’incertezza costringe alla rivolta
Verso il divieto di asporto dalle 18. «Io apro» offre aiuto legale a chi alza la serranda
Segue dalla prima pagina
di PAOLO DEL DEBBIO
(...) caso, invece della manna
tutte le volte dal cielo cade la
mannaia.
Ora è la volta dei ristoratori
e dei baristi che attendono le
rivelazioni del novello Mosè
per quel che devono fare a
partire dal 15 di gennaio. Sia-
mo al 13 e ancora il tutto è av-
volto in una nube oscura, solo
che anche in questo caso con
Mosè, quello vero, la nube ve-
lava Dio, qui la nube vela una
fregatura. Sembra che addi-
rittura abbiano in mente un
provvedimento totalmente ir-
ragionevole, quello cioè di vie-
tare anche l’asporto dopo le
18. Non abbiamo competenze
psicoterapeutiche e di indagi-
ne psicanalitica e quindi non
ci permettono di capire le ra-
no fatto presente le palesi ca-
renze di organico, da parte del-
le forze dell’ordine, per proce-
dere a controlli contro gli as-
sembramenti.
I ristoratori, da parte loro,
hanno chiesto un irrigidimen-
to delle sanzioni per chi non
rispetta le limitazioni, ma l’e-
secutivo ha ribadito l’orienta-
mento draconiano. Di fronte a
ciò, e soprattutto al mancato
mantenimento degli impegni
sui ristori, una parte di loro ha
optato per un’iniziativa cla-
morosa che sta guadagnando
gioni che albergano nel cer-
vello (chiamiamolo così) di chi
ha pensato e partorito questa
idea folle. Se l’asporto è stato
pensato per mantenere il di-
stanziamento sociale perché
dopo le 18 quel distanziamen-
to non sarebbe rispettato?
Forse dopo le 18 cambia la na-
tura dell’asporto? Quello che
è sicuro è che se continuano
così tra poco più che di aspor-
to si parlerà di trasporto, ma
funebre, e riguarderà appun-
to le attività economiche dei
baristi e dei ristoratori.
Dicevamo, ora è il turno dei
baristi e dei ristoratori che
non sanno cosa devono fare a
due giorni dalla data quindi
non sanno: cosa fare col per-
sonale: tenerlo, metterlo in
cassaintegrazione, diminuir-
lo, aumentarlo; non sanno co-
sa fare con la merce: mantene-
re quella che hanno nel frigo-
sempre più adesioni: riaprire
anche di sera. La protesta ha
preso il nome di «Io apro», ini-
zierà venerdì prossimo ed è
stata ideata da un ristoratore
di Pesaro, Umberto Carriera,
che ha già incassato la solida-
rietà e l’appoggio di una parte
del mondo politico, in primis
del leader leghista Matteo Sal-
vini. Quest’ultimo, dopo aver
presenziato alla manifestazio-
ne degli agenti di viaggio, ha
ospitato nel pomeriggio, «in
giorni di tante e troppe censu-
re», Carriera in una diretta Fa-
rifero e che non è andata a ma-
le, comprarne di nuova, quan-
ta comprarne, quale compra-
re, comprarla per quanto tem-
po di possibile riapertura;
non sanno cosa fare con le mi-
sure di distanziamento e di sa-
nificazione rese obbligatorie
dai precedenti dpcm: se var-
ranno ancora quelle, se ce ne
saranno di nuove, se dovran-
no acquistare altri strumenti
di sanificazione, se dovranno
mantenere o acquistare nuovi
dispositivi per il distanzia-
mento. Insomma, non sanno
nulla e quindi non possono
programmare nulla. Forse a
Palazzo Chigi sfugge che l’atti-
vità economica richiede pro-
grammazione perché senza
programmazione i ricavi non
arrivano e le aziende vanno a
ramengo.
Intanto un ristoratore di
Pesaro ha lanciato un’iniziati-
cebook, dove sono state illu-
strate le ragioni e le modalità
dell’iniziativa. «Siamo gover-
nati da degli incompetenti»,
ha affermato C a r r ie ra , «da
persone che non hanno mai la-
vorato e che non sanno più do-
ve mettere le mani. Nessuno ci
ha mai presentato un’indagine
epidemiologica per dimo-
strarci che nei bar e ristoranti
avviene il contagio. È questio-
ne di sopravvivenza».
Una misura, quella del di-
vieto di asporto alle 18, che ve-
de contrari anche i governato-
va #Io apro 1501# cui hanno
aderito già decine di migliaia
di bar e ristoranti, che offre
supporto legale gratuito sia al-
le attività sia ai clienti in caso
di sanzione. Questa gente so-
stiene che apre per non chiu-
dere perché la verità è che con
i ristori, quando è andata be-
ne, questi signori hanno paga-
to parte dell’Inps. Il ristorato-
re che ha lanciato l’iniziativa,
avendo sei locali, in tutto ha
ottenuto 8.000 euro.
Perché il governo non pro-
gramma e tentenna continua-
mente? Semplice, perché al
governo sanno benissimo che
i soldi che hanno promesso, e
in parte dato, rappresentano
nulla a confronto di ciò che
sarebbe stato necessario dare
se la logica dei dpcm fosse sta-
ta la seguente. Ti faccio chiu-
dere ma ti risarcisco. Invece,
la realtà è stata: intanto ti fac-
ri: il presidente della Confe-
renza delle Regioni Stefano
Bonaccini, reduce dalla riu-
nione con Boccia, ha ribadito
le proprie perplessità, così co-
me, sull’altra sponda politica,
il presidente del Veneto Luca
Zaia ha manifestato compren-
sione per la «disperazione» dei
ristoratori e chiesto ristori im-
mediati. Ma il divieto di aspor-
to non è l’unica delle norme
c o nt e n ut e n e l p ro s s i m o
Dpcm: un’altra certezza sem-
bra essere la conferma del di-
vieto di spostamento tra una
PAURA Matteo Salvini in piazza con le agenzie turistiche
cio chiudere, poi ti do delle
noccioline, poi ti tengo sospe-
so ai dpcm, tu obbedisci e
aspetta. Per programmare bi-
sogna assumersi delle re-
sponsabilità ma oramai è
chiaro che la debolezza estre-
ma di questo governo non
consente scelte coraggiose. La
conseguenza è che per l’eco-
nomia lo stato di incertezza
nella quale viene tenuta è
semplicemente mortale.
Diciamoci la verità fino in
fondo, l’unica speranza è vac-
cino, vaccino, vaccino. Sem-
MERCOLEDÌ
13 GENNAIO 2021 5
Regione e l’altra anche per le
zone gialle e del divieto di visi-
tare amici e parenti in più di
due persone adulte, accompa-
gnate da minori di 14 anni, ol-
tre naturalmente al coprifuo-
co dalle 22 alle 5. Sempre sul
fronte delle chiusure, c’è la
permanenza di quella di pale-
stre e piscine e il probabile rin-
vio della riapertura degli im-
pianti sciistici, inizialmente
fissata per il 18. Intanto, è già
stato deciso che i campionati
mondiali di sci in programma
a Cortina dal 7 al 21 febbraio si
svolgeranno a porte chiuse.
Per quanto riguarda i criteri
di classificazione delle zone, il
governo sembra orientato ad
abbandonare l’istituzione del-
la zona arancione in tutta Ita-
lia nei weekend, anche se i cen-
tri commerciali resteranno
chiusi ovunque il sabato e la
domenica. Non si tratta, però,
di un allentamento, anzi: sono
infatti allo studio dei nuovi pa-
rametri per l’assegnazione di
un colore o di un altro, che po-
trebbero affiancarsi a quello
dell’indice Rt (le cui soglie, in
ogni caso sono state inasprite)
e determinare una maggiore
facilità di passaggio alla fascia
arancione e rossa, come la
pressione sulle terapie inten-
sive. Stando così le cose, il nuo-
vo Dpcm potrebbe determina-
re il passaggio a zona arancio-
ne di Friuli, Liguria, Piemonte,
Umbria, Puglia e Lazio, che si
aggiungerebbero a Calabria,
Sicilia, Emilia Romagna, Lom-
bardia e Veneto (con queste ul-
time due in predicato di diven-
tare rossa). Quanto all’istitu-
zione di zone bianche, vale a
dire di aree in cui si torna alla
normalità, di quello si potrà
parlare, nella migliore delle
ipotesi, tra due o tre mesi, ma
la richiesta, avanzata dal Cts,
di una proroga dello stato d’e-
mergenza fino al 31 luglio (do-
veva essere il 30 aprile) rende il
quadro ancora più cupo.
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[Ansa]
bra che la nuova assessora alla
Sanità della Regione Lombar-
dia, Letizia Moratti, voglia ac-
celerare dal punto di vista dei
vaccini necessari. La signora,
almeno sul piano internazio-
nale, ha dimostrato notevoli
capacità. Ha portato a casa l’E-
xpo, chissà che non ce la fac-
cia a portare anche il vaccino
evitando gli acquisti centra-
lizzati europei, che non fun-
zionano, e andando a cercare
il vaccino sul mercato libero.
Speriamo.
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6 MERCOLEDÌ
13 GENNAIO 2021
Z I DANNI DEL CORONAVIRUS
di FRANCESCO BORGONOVO
n All’inizio di dicembre, Ro-
berto Speranza ha concesso
un’intervista a Porta a porta
accettando - per la prima e
unica volta - di parlare dell’or-
mai famigerato piano pande-
mico, cioè il documento che
avrebbe dovuto guidare la ri-
sposta italiana al Covid. Come
noto, l’Italia non aveva un pia-
no aggiornato: l’unico di cui
eravamo in possesso era fer-
mo al 2006 e, in ogni caso, non
è mai stato utilizzato perché -
come ha confessato a questo
giornale un dirigente del mi-
nistero della Salute - «nessuno
ci ha pensato». Sull’argomen-
to, in tv, Speranza si è mostra-
to piuttosto sicuro. Con il sor-
riso stampato sulle labbra ha
sostenuto una tesi un po’
strampalata: a suo dire, il pia-
no pandemico non c’entrava
nulla con il Covid. Anche se il
Il nuovo «piano pandemico»
smaschera le bugie
raccontate da Speranza
Un progetto anti influenza adeguato avrebbe evitato migliaia di morti. Il ministro
disse che contro il Covid non serviva. Ma un documento del ministero lo smentisce
documento fosse stato aggior-
nato, ha detto il ministro, non
ci sarebbe servito a nulla.
Nelle scorse settimane, nu-
merosi e autorevoli esperti
hanno provveduto a spiegare
che, al contrario, avere un pia-
no aggiornato e applicarlo
avrebbe consentito di evitare
migliaia di morti, 10.000 o for-
se più. E già questo basterebbe
per consigliare al ministro di
dimettersi.
Ma ora c’è un elemento in
più. Da un paio di giorni, infat-
ti, ha cominciato a circolare
un nuovo testo intitolato Pia-
no strategico-operativo nazio-
nale di preparazione e risposta
a una pandemia influenzale
(PanFlu) 2021-2023 che porta
l’intestazione della Direzione
generale della prevenzione
sanitaria del ministero della
CAOS Il viceministro della Salute del M5s Pierpaolo Sileri
Salute. Già ieri ne abbiamo da-
to conto, ma occorre aggiun-
gere qualche riflessione non
secondaria.
1 Questo nuovo «piano» in
realtà non è un piano. Intanto
è una bozza che necessita an-
cora di essere approvata e di
passare al vaglio delle Regioni.
Ciò significa che, prima del-
l’approvazione, passeranno
ancora diversi mesi. Contan-
do che ci è stato detto da Ue e
Oms di aggiornare il piano
pandemico nel 2009, nel 2013
e nel 2017, capite che il ritardo
è enorme.
2 Alla nuova bozza mancano
diversi aspetti che potremmo
definire operativi. Un piano,
infatti, per essere efficace de-
ve fornire indicazioni precise
ed essere testato tramite si-
mulazioni. Questo testo, inve-
[Ansa]
ce, contiene molto spesso in-
dicazioni generiche difficili
da tradurre in pratica.
3 In ogni caso, il nodo centra-
le è il seguente: se il piano pan-
demico non c’entra nulla con
il Covid, come disse Speranza,
per quale motivo ci viene pre-
sentato un nuovo piano pro-
prio adesso? Se davvero que-
sta roba è inutile come mai -
dopo settimane di polemiche
a livello internazionale magi-
camente appare la nuova boz-
za di un testo fermo da anni
(l’ultima versione è stata pro-
dotta, e poi dimenticata, nel-
l’aprile 2019)?
4 Risulta evidente, scorren-
do il nuovo «piano», il tentati-
vo del ministero e dei vari tec-
nici di salvare la faccia. A pagi-
na 9, ad esempio, è scritto
(scusa non richiesta) che il Co-
Chi decide chi vive e chi muore?
I problemi etici e legali della bozza
Si gravano i medici della responsabilità di selezionare chi ha più diritto a essere curato
di STEFANO FILIPPI
n Qualche giorno fa un’on-
data di odio ha investito un
signore di 103 anni, Basilio
Pompei, che è stato attaccato
per avere ricevuto la sua dose
di vaccino nell’ospizio del
Mugello dove vive. La sostan-
za degli insulti è che sarebbe
inutile vaccinare un centena-
rio, meglio riservare quella
fiala a chi, almeno sulla car-
ta, ha più anni da vivere da-
vanti a sé. Nonno Basilio è un
ex macellaio di Pontassieve
abituato a maneggiare i col-
telli che in tempo di guerra fu
rinchiuso per due anni in un
campo di concentramento
TRAME A sinistra,
Ranieri Guerra,
numero due
dell’Oms, accusato di
aver nascosto un
rapporto critico sui
ritardi del piano
pandemico italiano.
A destra, una
manifestazione di
protesta a Roma
contro il ministro
della Salute, Roberto
Speranza [Ansa]
vid «è un virus completamen-
te diverso da quello dell’in-
fluenza anche se il suo com-
portamento in termini di di-
namica epidemica, potenzia-
lità pandemiche, e conse-
guenze cliniche nei casi gravi
ricorda quello delle influenze
pandemiche». Ottimo. Ma, di
nuovo, se un piano pandemico
anti influenzale non serve
contro il Covid, per quale mo-
tivo la nuova bozza (dedicata
alla «preparazione e risposta a
una pandemia influenzale») si
occupa del Covid? È curioso,
non trovate?
5 Dopo che a pagina 9 ci viene
detto che Covid e influenza so-
no due cose diverse (tesi di
Speranza), a pagina 10 il di-
scorso cambia. Troviamo in-
fatti questa frase: «Rimane la
consapevolezza che molte
nazista in Polonia. Davanti
alla rabbia dei leoni da tastie-
ra ha detto di averne viste di
peggio e semplicemente ha
alzato le spalle.
Ma per i Basilio Pompei
non vaccinati, la bozza di pia-
no pandemico elaborata dal
ministero della Salute è un
bel problema. I tecnici di Ro-
berto Speranza hanno mes-
so nero su bianco che «in ca-
so di squilibrio tra necessità
e risorse» i vaccini vanno dati
«preferenzialmente a quei
pazienti che hanno maggiori
probabilità di trarne benefi-
cio». E tra un ultracentenario
e un padre di famiglia, il mi-
nistero fa capire che la scelta
delle misure prevedibili in
una pianificazione pandemi-
ca influenzale sarebbero in-
cluse in una più ampia pianifi-
cazione per un patogeno X si-
mile a Sars-CoV-2 per cui è si-
curamente necessaria, al ter-
mine della pandemia in corso,
una programmazione in base
anche a documenti di indiriz-
zo internazionali che saranno
resi disponibili nei prossimi
mesi e che tenga conto di
quanto già programmato reat-
tivamente». Capito? Covid e
influenza sono diversi, ma le
misure utili contro l’influenza
servono anche contro le pan-
demie simili al Covid. Dunque,
per l’ennesima volta, le bugie
del ministro vengono al petti-
ne, e a farle crollare sono pro-
prio i tecnici del ministero.
6 Ultima riflessione. Questo
è obbligata. Prima le autorità
sanitarie proclamano che gli
anziani vanno tutelati e pro-
tetti, che a Natale essi devono
restare privi degli affetti fa-
miliari perché figli e nipoti
sono portatori asintomatici
di Covid, che le persone più
fragili non devono uscire di
casa finché il coronavirus è
in circolazione per evitare il
contagio. La reclusione, na-
turalmente, è «per il loro be-
ne». Poi invece le autorità
medesime li considerano pa-
zienti di serie B. Se non ci
sono vaccini o respiratori
polmonari, se mancano i letti
o il personale sanitario, se in-
somma c’è un problema di
LaVerità
nuovo «piano» è stato elabora-
to tenendo conto delle indica-
zioni dell’Oms relative ad al-
tre, precedenti pandemie (ul-
teriore smentita). Ma, si dice,
è stato scritto anche tenendo
conto della risposta italiana al
Covid. Ecco: quali studi esisto-
no riguardo a tale risposta?
Che ci risulti, uno soltanto: il
documento dell’Oms curato
da Francesco Zambon e poi
subito ritirato. Ma se è stato
ritirato, come ha fatto il mini-
stero a tenerne conto? E se
non ha tenuto conto di quello,
su che diamine ha basato le
nuove valutazioni? Prima o
poi qualcuno dovrebbe de-
gnarsi di spiegarlo.
Nel frattempo, a epidemia
ancora in corso, un piano vero
ancora non c’è.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
«allocare risorse scarse», al-
lora nonno Basilio e quelli co-
me lui si rassegnino.
Tutto questo è in nome del-
l’etica professionale, della
deontologia, del giuramento
di Ippocrate e della «centrali-
tà della persona». Secondo le
indicazioni dell’Organizza-
zione mondiale della Sanità,
e anche secondo il buonsen-
so, un piano pandemico do-
vrebbe contenere linee guida
e indicazioni di azioni da
svolgere. Nella bozza redatta
dai consulenti del ministero
e consegnata alle Regioni, ci
sono le une e anche le altre.
Del resto, in 140 pagine ci en-
tra di tutto, dalle attività di
LaVerità MERCOLEDÌ
13 GENNAIO 2021 7

Vogliono combattere i nuovi virus

con una cura chiamata censura
Tra le mosse indicate dagli esperti ministeriali per affrontare le emergenze c’è la «lotta alle fake news»
E compare la specifica pro migranti: «Bisogna prevenire la creazione di stereotipi su razze e gruppi sociali»
n Tutti i documenti che si oc-
cupano di contrasto alle pan-
demie prodotti negli ultimi an-
ni dalle istituzioni internazio-
nali (Oms e Ue) dedicano gran-
de spazio all’info rma zion e.
Spiegano, ad esempio, che i go-
verni, in caso di emergenza,
devono garantire massima
trasparenza, parlare con le
«comunità locali», spiegare
per filo e per segno tutte le mi-
sure che vengono prese, senza
calarle dall’alto come invece è
stato fatto in Italia in questi
mesi. Si deve, insomma, pre-
parare un piano di comunica-
zione, individuare dei porta-
voce con responsabilità preci-
se e rendere conto alla popola-
zione di come si agisce.
Dalle nostre parti, evidente-
mente, nulla di tutto questo è
stato fatto finora. Adesso, pe-
rò, il ministero della Salute ha
finalmente approntato una
nuova bozza di piano pande-
mico che recepisce vari docu-
menti internazionali, alcuni
dei quali trattano anche il te-
ma dell’informazione. Verreb-
be da pensare che, nel nuovo
documento, sia stato tenuto
adeguatamente conto della
questione comunicativa. Solo
che, scorrendo il testo, ci si ac-
corge che le indicazioni del-
l’Oms sono state recepite in un
modo un po’ particolare.
A pagina 81, per esempio, si
esamina il comportamento da
tenere nella «fase di allerta»
della pandemia e si spiega che
bisogna «costruire un rappor-
to di fiducia attraverso inter-
venti comunicativi trasparen-
ti e tempestivi, espliciti rispet-
to a quanto è noto e quanto in-
certo, e di facile comprensibi-
lità per tutta la popolazione».
Basta leggere queste righe per
rendersi conto che, se regole
simili fossero state applicate
all’inizio dell’emergenza Co-
vid, forse gli italiani non sareb-
bero stati abbandonati al caos.
Ma il punto nodale è che que-
ste belle parole sulla traspa-
renza non solo sono state di-
sattese da febbraio 2020 a oggi,
ma vengono disattese anche
all’interno del nuovo piano. A
pagina 80 del documento, in-
PROTESTA In piazza a Torino contro il vaccino obbligatorio [Ansa] fatti, troviamo una indicazio-
ne inquietante riguardo la «co-
municazione del rischio». C’è
scritto, infatti, che bisogna
«monitorare e contenere la di-
vulgazione di disinformazio-
ne, fake news, e fughe di noti-
zie che possono portare alla
diffusione di comportamenti
scorretti, nonché all’emergen-
za di atteggiamenti e compor-
tamenti discriminatori e di
stigma sociale». Ah, le onni-
presenti fake news, che bello
ritrovarle. Solo una domanda:
chi decide che cosa siano la di-
sinformazione e le fake news?
L’attuale maggioranza di go-
verno ha trattato come perico-
losi negazionisti tutti coloro
che, nei mesi passati, hanno
osato avanzare critiche (anche
molto sensate) o chiedere lumi
su scelte apparentemente as-
surde. Dev’essere gente così a
stabilire che cosa si può dire e
che cosa no durante un’epide-
mia? Esempio concreto. Met-
tiamo che uno, lo scorso mar-
zo, avesse detto: «Le mascheri-
ne servono a tutti, non solo ai
medici, ma il governo dice il
contrario solo perché le ma-
scherine non le ha e non sa do-
ve trovarle». Un’affermazione

I politici «smemorati» ora scaricano il barile

Scovati da «Fuori dal coro», fingono di ignorare che spettasse a loro aggiornare la strategia contro le epidemie
di GIULIANO GUZZO
n Il piano pandemico italiano
- risalente al 2006 e da allora
confermato senz’alcuna mo-
difica - doveva essere aggior-
nato. Perché era passato del
tempo e perché lo aveva cal-
deggiato più volte l’Oms alla
luce delle esperienze interna-
zionali maturate, a partire
dalla pandemia causata dal vi-
rus H1n1 nel 2019 e 2010. Ep-
pure il Centro nazionale per la
prevenzione e il controllo del-
le malattie (Ccm), pur nomi-
nato nel gennaio 2018 dall’al-
prevenzione alla bibliogra-
fia. Ma dovrebbero essere
previste soprattutto le proce-
dure da seguire nei casi più
difficili: protocolli chiari e
senza equivoci, indicazioni
che non lascino margini a in-
terpretazioni soggettive. L’e-
ventualità di trovarsi di fron-
te a «risorse scarse o insuffi-
cienti» è proprio uno di que-
sti casi: lo abbiamo visto nei
mesi scorsi, quando le tera-
pie intensive non erano più
in grado di accogliere i malati
più gravi, e lo vediamo anco-
ra in questi giorni con la di-
stribuzione dei vaccini che
spesso avviene a discrezione
del personale sanitario.
Che fare? La domanda è
drammatica. Ma la risposta
contenuta nella bozza di pia-
no pandemico è tragica. Non
solo distingue tra chi trar-
rebbe maggiore o minore be-
neficio dalle risorse insuffi-
cienti. Ma lascia al personale
medico la responsabilità di
scegliere a chi destinare il
farmaco salvavita. Da un lato
si apre a una deriva eutanasi-
lora ministro della Salute Bea-
trice Lorenzin, non risulta
aver mai prodotto alcunché,
nonostante il sottocomitato
pandemie di cui poteva avva-
lersi.
È lo sconvolgente scenario
emerso ieri sera a Fuori dal
coro, la trasmissione condotta
da Mario Giordano, in un ser-
vizio curato da Marco Gaiazzi
il quale, appurato che nell’a-
prile 2019 il già Ccm era stato
convocato proprio per contri-
buire alla redazione di un pia-
no pandemico aggiornato, ha
provato a contattare telefoni-
ca ammantata dagli «stan-
dard dell’etica e della deon-
tologia», perché si ammette
che qualcuno ha più diritto di
essere curato rispetto a un
altro, sulle orme della Svizze-
ra che ha già negato la riani-
mazione agli anziani, o del
Belgio che autorizza i medici
a scegliere la via più breve in
caso di malattia incurabile.
Ma si apre anche un fronte
molto più vasto, quello dello
scarico delle responsabilità.
Il piano pandemico del go-
verno fornisce una sola indi-
cazione: se la sbrighino i me-
dici. Ci pensino loro come
«allocare le risorse scarse».
Si prendano loro il fastidio di
valutare, soppesare e poi de-
cidere a chi tocca quel posto
in terapia intensiva o quel ca-
sco respiratorio. E soprattut-
to, se la vedano loro con gli
avvocati quando comince-
ranno ad arrivare le denunce
di chi si sarà sentito discrimi-
nato perché non ha avuto un
trattamento medico al quale
aveva diritto.
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del genere, benché polemica,
sarebbe stata vera. Però la ver-
sione ufficiale dell’esecutivo
era diversa. Bene, in un caso
simile, come avrebbe agito un
comitato anti fake news?
Avrebbe censurato chi diceva
camente qualche componen- potuto salvare delle vite. 2019, era persino stato elabo- il vero? Il dubbio rimane.
te politico facente parte del Quante? Secondo un report di rato l’indice di un nuovo pia- L’incertezza aumenta a di-
comitato strategico chiamato Pier Paolo Lunelli, ex generale no. Ma da lì, purtroppo, non si smisura se ci si concentra sul
ad affiancare quello scientifi- dell’Esercito, già responsabile son più fatti passi in avanti o, passaggio del nuovo piano in
co in questo compito. In parti- della Scuola interforze per la meglio, questo lascia pensare cui si dice che bisogna combat-
colare, Gaiazzi ha contattato difesa Nbc, la struttura che l’assenza di elaborati finali tere «l’emergenza di atteggia-
Antonio Saitta, che in tale co- forma il personale militare e nonostante – altra cosa appu- menti e comportamenti di-
mitato doveva svolgere il ruolo quello ministeriale al contra- rata da Gaiazzi – le categorie scriminatori e di stigma socia-
di coordinatore degli assesso- sto delle minacce di tipo biolo- mediche e scientifiche coin- le». Quali sono questi compor-
ri regionali oltre che di vice- gico, chimico e radiologico, è volte abbiano inviato i loro tamenti discriminatori e come
presidente, e Stefania Saccar- «verosimile» che un piano contributi. li si osteggia? La risposta la tro-
di, all’epoca assessore alla Sa- pandemico al passo, nel corso Pur con grave ritardo in- viamo a pagina 82 del testo, do-
nità della regione Toscana. della prima ondata, avrebbe somma, benché Saitta e Sac- ve si legge che, in caso di pan-
Ebbene, grande è stata la potuto risparmiare all’Italia cardi non ne fossero al corren- demia, bisogna «attivare un
sorpresa, per il giornalista di ben 10.000 vittime, vale a dire te, un paio di anni fa qualcosa monitorare (sic) dei casi di di-
Fuori dal coro, nell’apprende- un terzo di quelle avute. si stava iniziando a muovere, vulgazione di notizie false,
re che sia Saitta sia la Saccardi Considerando che Lunelli è sotto la guida del ministero confondenti, non verificate e
non risultavano in fake news e garantire imme-
sostanza al corren- diata risposta per prevenire la
te non solo dell’ag- creazione di stereotipi sulle
giornamento del persone malate, i loro familia-
piano pandemico ri, o su razze e gruppi sociali
che dovevano pre- particolari che possono porta-
disporre, ma persi- re ad adottare comportamenti
no dell’es i s te n za discriminatori e di stigma so-
del comitato strate- ciale».
gico di cui, carte al- Chiaro? Bisogna impedire
la mano, risultava- la discriminazione di «razze e
no membri. Que- gruppi sociali». Tradotto, vuol
sto, se da un lato dire che se un giornalista scri-
spiega come mai l’I- ve che i migranti nei centri di
talia abbia un piano accoglienza prendono il virus,
pandemico tutto bisogna zittirlo, perché - an-
fuorché all’ava n- che se afferma il vero - sta
guardia, dall’altro creando uno «stigma sociale».
solleva interrogati- ABBANDONATI La politica ha lasciato ai medici la risposta al Covid-19 [Ansa] Pensate che stiamo esageran-
vi abbastanza allar- do? Vi basti sapere che lo stes-
manti. Tanto per cominciare autore di diversi protocolli della Salute, affinché l’Italia so concetto è stato ribadito di
perché, come già si diceva, pandemici per vari Stati euro- potesse essere attrezzata ad recente dall’associazione Car-
l’Oms non una bensì tre volte pei, c’è da temere che le sue affrontare una emergenza ta di Roma, nelle dichiarazioni
aveva diramato ai vari Paesi stime siano affidabili. Ma tor- pandemica. Dopo però qual- dell’Unar (l’ente anti razzismo
che ne fanno parte l’indicazio- niamo all’immobilismo sco- cosa si è inceppato o non è mai della presidenza del Consiglio)
ne di aggiornare il loro piano perto da Gaiazzi nei tavoli mi- del tutto partito e dal Centro e in vari altri documenti.
pandemico: nel 2009, nel 2013 nisteriali deputati a fornire al nazionale per la prevenzione Ci dicevano che «il vero vi-
e nel 2017. nostro Paese strategie per e il controllo delle malattie, a rus era il razzismo», ora ci con-
In secondo luogo, il manca- contenere le epidemie. Da quanto pare, non si sono più segnano un piano che si preoc-
to aggiornamento di un piano quanto emerso dagli appro- avute notizie. Peccato poi si cupa di non «discriminare» le
confermato tale e quale di an- fondimenti di Fuori dal coro, a sia fatto avanti il signor Covid minoranze. A quanto pare,
no in anno è grave perché ha livello ministeriale la necessi- e i nodi, all’improvviso, siano pensano che le malattie si curi-
privato il nostro Paese di stru- tà di procedere al riguardo era venuti tutti drammaticamen- no con la censura.
menti operativi che oggi, mol- nota. Talmente nota che l’an- te al pettine. Francesco Borgonovo
to probabilmente, avrebbero no prima della pandemia, nel © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA
8 MERCOLEDÌ
13 GENNAIO 2021
Z I DANNI DEL CORONAVIRUS
Il boom di imbucati nelle vaccinazioni
conferma che il piano Arcuri è in tilt
A pochi giorni dalla partenza, un vaccinato su sette ha saltato la fila senza averne diritto. E i Nas indagano
per scovare i furbetti tra politici e funzionari. Quando la macchina sarà a regime si rischia il caos nelle liste
di PATRIZIA FLODER REITTER
n Un cittadino
su sette è stato
vaccinato senza
averne diritto.
Non è ancora
partita la campa-
gna di massa per immunizzare
quanti più italiani possibili,
eppure i furbetti sono già usci-
ti allo scoperto. E purtroppo
sarà solo l’inizio.
Ieri La Repubblica riportava
il dato di 100.000, sui 718.797
vaccinati di martedì, che non
rientrano nel piano strategico
nazionale. Non sono operatori
sanitari e sociosanitari, nep-
pure residenti e personale del-
le strutture residenziali per
anziani (Rsa), si tratta di per-
sone che hanno approfittato
delle falle di un’organizzazio-
ne ancora in fase di rodaggio,
ma che mostra tutte le sue de-
bolezze. Se il farmaco Pfizer-
Biontech è stato somministra-
to a 558.155 operatori sanitari,
a 47.488 ospiti delle Rsa e a
95.980 soggetti definiti «per-
sonale non sanitario», quindi
non in prima linea nella lotta
alla pandemia, significa che il
piano strategico del ministero
è facilmente attaccabile. Così
non regge. Lo dimostrano i da-
ti relativi a diverse Regioni, do-
ve le priorità sono state alle-
gramente ignorate.
In Emilia Romagna, solo
4.765 vaccinazioni sono state
fatte nelle Rsa e ben 21.341
hanno riguardato personale
amministrativo o addetto alle
pulizie, su un totale di 71.293
somministrazioni effettuate.
In Sicilia, dei 61.694 vaccinati
appena 1.328 erano anziani
nelle strutture protette, men-
tre i non sanitari raggiunti dal
vaccino sono stati 8.719. La
Lombardia ha vaccinato 69.712
persone, delle quali 10.397 era
personale non sanitario: gli
ospiti delle Rsa che hanno ri-
I primi a dire no al siero sono i medici
Altro che no vax, molti operatori sanitari si stanno rifiutando. A Reggio Emilia il 35%
manca all’appello, in Alto Adige il 50%. E Burioni torna alla carica per l’obbligatorietà
di SARINA BIRAGHI
n «Nessun ritardo nelle vacci-
nazioni in Italia e un piano già
delineato». Le solite parole
rassicuranti del supercom-
missario per l’emergenza sa-
nitaria, Domenico Arcuri, che
però ancora non spiegano qua-
le sarà la campagna di «per-
suasione» tanto cara al mini-
stro della Salute, Roberto Spe-
ranza, convinto di arrivare al-
l’immunità di gregge senza il
rischio «no vax». Eppure le
maggiori difficoltà stanno ar-
rivando da una parte della fa-
scia «prioritaria», ovvero dal
personale sanitario e sociosa-
nitario dei presidi ospedalieri
e delle Rsa, la cui vaccinazione
ha l’obiettivo di rendere gli
ospedali e le strutture per an-
ziani «Covid free». Professio-
nisti e lavoratori, dunque, per-
sone acculturate con anni di
IL PARCO, CHIUSO DA MARZO 2020, SARÀ PRONTO IN UNA SETTIMANA
DISNEYLAND CALIFORNIA DIVENTERÀ UN MEGA CENTRO PER LA PROFILASSI
n Il parco Disneyland di Anaheim, in
California (foto Ansa), chiuso da marzo
2020 a causa della pandemia, verrà tra-
cevuto la prima dose sono stati
invece 1.631. La Calabria, dove
da poco si è insediato il nuovo
commissario alla Sanità, Gui-
do Longo, solo 44 ospiti delle
Rsa hanno ricevuto la vaccina-
zione che è stata invece som-
ministrata a 1.460 non sanitari
su un totale di 12.540 dosi di-
stribuite. I Nas stanno acqui-
sendo un po’ ovunque gli elen-
chi dei vaccinati, si vuole capi-
re se il farmaco è finito ad ami-
ci, parenti, politici, tutte per-
sone comunque estranee alle
studio alle spalle, diplomi, lau-
ree e specializzazioni, non
certo analfabeti o sprovveduti
o buzzurri, come spesso ven-
gono considerati tutti i contra-
ri al pensare comune. E la mag-
giore astensione dal vaccino si
registra al Nord. Ma tant’è.
In Alto Adige, la vaccinazio-
ne degli ultraottantenni ini-
zierà prima che nel resto d’Ita-
lia a causa dell’alto numero di
sanitari che si stanno rifiutan-
do di farsi somministrare la
prima dose del siero anti Co-
vid. Lo ha spiegato ieri a Bolza-
no l’assessore alla sanità della
Provincia autonoma, Thomas
Widmann, secondo cui ci sa-
rebbe un anomalo numero di
«obiettori» proprio tra coloro
che sono maggiormente espo-
sti. Le dosi inoculate ai dipen-
denti delle Asl fino a ieri sono
5.062, «un numero ancora
troppo basso», secondo Wid-
sformato in una settimana in un mega
centro per la vaccinazione anti Covid-19.
Lo hanno annunciato le autorità locali in
priorità stabilite da ministero
della Salute, Istituto superiore
della Sanità e Aifa. Fino ad og-
gi, dunque, sono stati vaccinati
solo 20.000 soggetti a rischio
tra gli 80 e gli 89 anni, 15.000
con più di 90 anni, 16.000 tra i
70 e i 79 anni, mentre 195.000
cinquantenni (fascia di età 50-
59 anni) ha già potuto ricevere
la loro prima dose di vaccino.
Poco consola che il direttore
generale della Asl Napoli 1, Ci-
ro Verdoliva, da oggi farà iniet-
tare il farmaco solo a chi esibi-
mann, preoccupato per l’ade-
sione ferma al 50,2% dei pro-
fessionisti. Sugli 8.000 opera-
tori della provincia di Reggio
Emilia, poco più di 5.200 han-
no aderito alla vaccinazione,
ovvero il 65% del totale.
A Bagno di Romagna, in pro-
vincia di Forlì-Cesena, metà
del personale sanitario, 15 su
36, di una casa di riposo gestita
dal Comune ha rifiutato il vac-
cino anti Covid, portando il
sindaco, Marco Baccini, ad ap-
pellarsi al premier, Giuseppe
Conte, e al ministro Speranza,
per chiedere indicazioni su
«come superare un vuoto in-
formativo e normativo che
crea problemi gravi, imminen-
ti e concreti ai livelli locali». In
soldoni, il sindaco si chiede se
si possono licenziare degli
operatori sanitari che rifiuta-
no la profilassi visto che nel
frattempo l’Unicoop di Pia-
una fase delicata della battaglia contro il
coronavirus degli Stati Uniti, che hanno
raggiunto quota 376.000 morti.
rà, oltre al documento di iden-
tità, anche un attestato di di-
pendenza da una struttura sa-
nitaria e la copia di una busta
paga. In Campania, infatti, è ri-
sultato che su 68.138 vaccinati,
10.583 erano personale non sa-
nitario e solo 1.262 gli anziani
in Rsa. Per quanti provvedi-
menti si possano prendere, se
con meno di un milione di vac-
cinazioni fatte fino ad oggi sco-
priamo che non viene rispet-
tato l’ordine di priorità, chissà
che cosa dobbiamo aspettarci
cenza ha avvertito i suoi 190
operatori: «Il rifiuto a vacci-
narsi implicherà provvedi-
menti interruttivi del rappor-
to di lavoro». Baccini ha con-
vinto alcuni «titubanti» men-
tre ai più reticenti ha dato l’ul-
timatum: c’è tempo fino al 25
gennaio per cambiare idea.
«Dopo prenderemo tutte le de-
cisioni del caso», ha spiegato il
sindaco romagnolo. «Io spero
ci sarà un ripensamento, ma
so già che c’è un nucleo duro».
Il fenomeno del rifiuto era
stato chiaro appena partite le
vaccinazioni, ad esempio, a
Pavia, dove solo due operatori
su dieci delle 85 strutture della
provincia erano disponibili a
sottoporsi al trattamento. L’a-
genzia Ansa, in un sondaggio,
stimava che in media un ope-
ratore sanitario su cinque non
intendeva farlo. Situazione
critica anche a Brescia, dove
tra un mese o agli inizia di
marzo, quando le vaccinazioni
dovranno essere centinaia di
migliaia al giorno.
Ieri, sul Corriere della Sera,
Giuseppe Remuzzi, direttore
dell’Istituto di ricerche Mario
Negri ha detto: «Stiamo vacci-
nando 400.000 persone alla
settimana. Immaginiamo pu-
re di arrivare a 700.000. Non
basta». Per il professore «è
utopico» pensare di vaccinare
50 milioni di persone entro
marzo, però bisogna accelera-
SMACCO Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna [Ansa]
solo il 20% degli operatori del-
le Rsa ha aderito alle prime
somministrazioni, mentre la
vera la vera «bomba» era scop-
piata in Piemonte, dove a fine
dicembre l’Unità di crisi per la
pandemia aveva denunciato
che solo il 10-20% degli opera-
tori delle Rsa si vaccinerà.
Ci sono poi i «critici», più
che paurosi, come il dottor
Alessandro Di Vito, consiglie-
re comunale di SìAmo Lucca e
medico del pronto soccorso
del San Luca: «Favorevole al
vaccino ma fatemi scegliere
LaVerità
re. Quindi possiamo immagi-
narci persone che salteranno
la fila, come già stanno facen-
do, cittadini che rimarranno
esclusi, anziani che non saran-
no vaccinati nei tempi auspi-
cati. Eppure, se iniettare il far-
maco agli ultraottantenni do-
vrebbe quasi dimezzare la
mortalità per Covid, questa ca-
tegoria avrebbe la precedenza
quasi assoluta. Chi la garanti-
sce, come tutte le altre persone
con più fragilità e a rischio?
«Sappiamo che le Regioni
hanno una certa autonomia in
tema di salute, quindi anche
nella programmazione delle
campagne vaccinali, perciò
possono esserci delle scelte lo-
cali non perfettamente in li-
nea con le priorità generali»,
prova a spiegare il virologo
Giovanni Maga, direttore del-
l’Istituto di genetica molecola-
re del Cnr. «Ma questo è sba-
gliato, bisogna attenersi ai cri-
teri stabiliti. Di fonte a una
campagna vaccinale inedita,
legata all’emergenza, servono
regole certe uguali per tutti,
senza possibilità di derogare.
Altrimenti c’è il rischio di
creare delle disparità e ogni
dose data a una persona che
non ne aveva il diritto, è una
dose negata a chi ne avrebbe
più bisogno». Il professore in-
siste sulla negatività di un ope-
rato «eticamente sbagliato.
Verificare dove vanno a finire
le dosi è una priorità». Senza
contare il danno che questi
furbetti provocano: «Con già i
dubbi che circolano sull’op-
portunità di vaccinarsi, l’im-
patto mediatico di una gestio-
ne della vaccinazione fatta in
modo sbagliato o scorretto è
davvero pesante». Secondo il
virologo, per evitare il molti-
plicarsi di casi come quelli dei
100.000 furbetti, la soluzione
è «affidare la vaccinazione ai
centri regionali vaccinali. Fac-
ciamo gestire la campagna di-
rettamente a queste persone
con esperienza, capacità pro-
fessionale e ben consapevoli di
quali sono le priorità dal punto
di vista medico scientifico. Da
sempre si occupano di vacci-
nazioni di massa e sanno ri-
spondere a situazioni partico-
lari». Conclude Maga: «Vanno
anche bene i padiglioni primu-
la ma dentro deve esserci per-
sonale competente, che agisce
in base a direttive chiare la-
sciate ai centri vaccinali».
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quale: non mi farò iniettare il
prodotto Pfizer, preferisco
aspettare quelli realizzati con
metodi tradizionali».
Un quadro che spinge i so-
stenitori dell’obbligatorietà a
tornare alla carica. «Molti,
troppi operatori sanitari», ha
twittato Roberto Burioni, «ri-
fiutano senza motivazioni ra-
zionali il vaccino, mettendo a
rischio i pazienti. Il governo
deve decidere urgentemente
se rendere obbligatoria per i
sanitari la vaccinazione».
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LaVerità
Z I DANNI DEL CORONAVIRUS
Moderna arriva in Italia e l’Ue apre a Valneva
Consegnate all’Iss le prime 47.000 fiale del secondo siero autorizzato. Mentre Astrazeneca fa richiesta di commercializzazione
e la Commissione si accorda con un’azienda francese per 30 milioni di dosi. Salta il tabù russo: si tratta Sputnik con Mosca
di ANTONIO GRIZZUTI
n Sono arrivate
al destinatario le
prime 47.000 do-
si del vaccino
Moderna, il se-
condo (e finora
ultimo) siero autorizzato dal-
l’Agenzia europea del farmaco
nella lotta contro il Covid.
Stoccate all’interno di un fur-
goncino partito dal Belgio, le
fiale hanno valicato il Brenne-
ro per essere consegnate all’I-
stituto superiore di sanità di
Roma. Attese entro febbraio
un totale di 764.000 dosi, che
Moderna consegnerà al no-
stro Paese con cadenza quin-
dicinale e un ritmo via via cre-
scente. Nei prossimi giorni
partiranno le prime sommini-
strazioni, e l’ipotesi è quella di
aprire agli over 80, che dopo il
personale sanitario e gli ospiti
delle Rsa rappresentano sen-
za dubbio la categoria più a ri-
schio.
Arcuri premia
le Regioni «virtuose»
dando più razioni
a chi è stato più veloce
Fa discutere il criterio di ri-
partizione tra le Regioni, per-
ché il commissario per l’emer-
genza, Domenico Arcuri, vor-
rebbe che a ricevere un quan-
titativo maggiore siano i terri-
tori più virtuosi nella prima
tranche della campagna vac-
cinale. Se così fosse risulte-
rebbero premiate, tra le altre,
Veneto, Valle d’Aosta e Cam-
pania - tutte sopra il 90% nel
rapporto tra dosi consegnate e
dosi somministrate - e pena-
lizzate la Provincia autonoma
di Bolzano, Calabria, Molise, e
Calabria, seguite a ruota da
Puglia e Lombardia, che han-
no inoculato metà o poco più
delle dosi a disposizione. Una
strategia che sfrutta la mag-
giore efficienza di alcune real-
di MADDALENA GUIOTTO
n Somministrare una dose,
invece di due, di vaccino anti
Covid potrebbe, in meno tem-
po, aumentare le persone con
una certa protezione dall’in-
fezione da Sars-Cov2 e ridurre
la pressione sugli ospedali. La
soluzione è tra quelle propo-
ste su Annals internal medici-
ne e già adottata dal Regno
Unito. Dare una sola dose di
vaccino, invece delle due pre-
viste dalla scheda tecnica, se-
condo lo studio, porterebbe
più velocemente al controllo
dell’epidemia perché, «pur in
assenza di una protezione
completa», abbassa «il tasso di
trasmissione del virus».
Concorda sul rimandare il
richiamo di tre o quattro mesi,
e «vaccinare subito tutte le
persone che possiamo con il
vaccino che abbiamo», piutto-
sto che conservare le dosi per
il richiamo delle persone già
vaccinate, Giuseppe Remuzzi,
direttore dell’Istituto Mario
Negri di Milano su Sky Tg24.
Dati alla mano, «nella migliore
delle ipotesi», dice Remuzzi,
«noi avremo da qui a marzo 15
milioni di dosi di vaccino, ma
SCORTA Le prime dosi del vaccino Moderna arrivano alla sede dell’Istituto superiore di sanità (Iss), a Roma
tà, studiata a tavolino da Arcu-
ri e dal governo per fare bella
figura in Europa e nel resto del
mondo. Peccato però che i cit-
tadini delle regioni meno velo-
ci abbiano lo stesso e identico
diritto a essere vaccinati ri-
spetto agli abitanti dei territo-
ri più avanti nella campagna
vaccinale.
Per ciò che concerne la logi-
stica, come anticipato negli
scorsi giorni dalla Verità, il
commissario Arcuri ha stret-
to un accordo con Poste Italia-
ne, tramite il suo corriere
espresso Sda, per portare a
termine la logistica di secon-
do livello. Vale a dire, cioè,
quella fase nella quale le fiale
vengono trasportate dall’Isti-
tuto superiore di sanità alle
«Richiami rinviati per fare più dosi»
L’ipotesi disperata divide i virologi
Possibilisti Remuzzi, Pregliasco e Cozzi. Per Palù, Bassetti e Ieraci sarebbe un azzardo
probabilmente ne avremo
molto meno. Se lo dividiamo
in due parti, per il richiamo,
diventano pochissime».
Attualmente, l’Agenzia bri-
tannica del farmaco (Mhra) ha
deciso di portare a 12 le setti-
mane tra la prima e la seconda
dose per i tre vaccini approvati
- Pfizer/Biontech, Moderna e
Astrazeneca/Oxford - che pre-
vedono tutti la doppia sommi-
nistrazione a tre settimane il
primo e a quattro gli altri due.
Il diverso programma di do-
saggio sta però facendo discu-
tere: pur venendo incontro ai
problemi di produzione, ri-
schia di compromettere l’effi-
cacia del vaccino che, se som-
ministrato correttamente,
protegge al 90-95% dalle for-
me sintomatiche di Covid ma,
strutture coinvolte in questa
prima fase. «L’azienda, che già
da tempo collabora con il com-
missario straordinario», si
legge in un comunicato dira-
mato ieri da Poste, «ha attrez-
zato 40 furgoni con celle frigo
da 1.300 litri ognuna e si occu-
perà della consegna con un
network dedicato». Un compi-
to più semplice rispetto al tra-
sporto del vaccino Pfizer, dal
momento che quello realizza-
to da Moderna dev’essere con-
servato a temperature più ele-
vate (tra i -25 e -15 °C, contro i -
80 °C di Pfizer). Non è chiaro se
il sodalizio riguarderà anche il
resto della fornitura, ma se co-
sì fosse dobbiamo augurarci
che Poste rispetti ritmi di con-
segna assai elevati. Solo nel-
nel caso di una singola dose,
per Pzifer/Biontech, l’effica-
cia si dimezza al 52%. Il rinvio
della seconda dose è stato con-
testato dal virologo Anthony
Fauci, il principale consulente
americano per la pandemia di
Covid-19, e dalla stessa Agen-
zia americana del farmaco
(Fda), secondo cui «suggerire
modifiche al dosaggio autoriz-
zato dalla Fda o ai programmi
di questi vaccini è prematuro e
non solidamente radicato nel-
le prove disponibili».
Dello stesso avviso Giorgio
Palù, past president delle So-
cietà italiana ed europea di vi-
rologia e presidente dell’A-
genzia italiana del farmaco
(Aifa). «Gli studi clinici dimo-
strano l’efficacia con due do-
si», dice Palù. «La protezione
l’ultima settimana di gennaio
arriveranno in Italia 66.000
dosi, un numero destinato ad
aumentare a 163.000 nella pri-
ma di febbraio e a 488.000 per
la terza di febbraio. Rimane
poi il nodo degli operatori del-
la logistica privata, che a di-
cembre si erano seduti intor-
no a un tavolo con il governo
per gestire al meglio la conse-
gna delle dosi. Nel caso Poste
dovesse finire per risultare
l’asso pigliatutto, il resto del
comparto rimarrebbe a bocca
asciutta.
Stiamo parlando, in ogni ca-
so, di numeri ancora relativa-
mente ridotti. Senza contare
le dosi aggiuntive prenotate
dall’Unione europea, all’Italia
spettano complessivamente
APERTURE Fabrizio Pregliasco
[Ansa]
202,5 milioni di dosi, ma quel-
le fornite da Pfizer-Biontech e
Moderna sommate rappre-
sentano appena un quinto del
totale. Non pervenuti al mo-
m e n t o i v a c c i n i J o h n-
son&Johson (in fase di rolling
review all’Ema), Sanofi-Gsk
(slittato a fine anno o, peggio,
al 2022), e Curevac (ancora alla
fase 3 della sperimentazione).
Una buona notizia è arriva-
ta invece ieri da Astrazeneca:
l’azienda britannico-svedese
ha presentato ieri richiesta di
commercializzazione d’u r-
genza per il farmaco sviluppa-
to in collaborazione con l’uni-
versità di Oxford. Il verdetto
finale è previsto per il 29 gen-
naio, e l’eventuale parere posi-
tivo da parte dell’agenzia co-
al 50% è accettabile per vacci-
ni poco efficaci. Scostarsi dal-
le linee guida è un azzardo».
Concorda anche Matteo Bas-
setti, direttore della clinica di
malattie infettive dell’ospeda-
le San Martino di Genova, se-
condo cui «dopo due settima-
ne dalla prima dose abbiamo
una risposta discreta, ma sic-
come è approvato per due do-
si, bisogna rispettarle. Piutto-
sto dovremmo cambiare l’im-
pianto della campagna vacci-
nale». Si rischia di avere «una
popolazione protetta in modo
incompleto e veder compro-
messa l’efficacia del vaccino»,
anche per Roberto Ieraci, re-
ferente del gruppo strategico
per le vaccinazioni della Re-
gione Lazio.
Ritiene invece «possibile ri-
MERCOLEDÌ
13 GENNAIO 2021 9
stituirebbe un importante
passo in avanti. Solo nel no-
stro Paese, infatti, Astrazene-
ca dovrebbe inviare 40,4 mi-
lioni di dosi, sufficienti a im-
munizzare un terzo della po-
polazione.
Se la carenza di vaccini ha
avuto un merito è stato quello
di dare una scossa alle istitu-
zioni europee. Complice an-
che il dibattito senza esclusio-
ne di colpi in corso in Germa-
nia, dove sia elettori che espo-
nenti della politica mettono
ormai apertamente in dubbio
il buon esito della strategia
per l’approvvigionamento dei
vaccini messa in campo da
Bruxelles. Sulla scorta delle
polemiche vanno registrate
due novità importanti. La pri-
ma riguarda la conclusione,
annunciata ieri dalla Com-
missione europea, dei collo-
qui esplorativi con i francesi di
Valneva per l’acquisto di 30
milioni di dosi (più un’opzio-
ne per altri 30 milioni). Si trat-
Fa discutere la scelta
di appoggiarsi a Poste
senza coinvolgere
la logistica privata
ta dell’ottavo vaccino del «por-
tafoglio europeo», prodotto
dalla biotech transalpina tra i
cui soci risulta anche Bpifran-
ce, la Cassa depositi e prestiti
francese, e il primo vaccino
inattivato contro il coronavi-
rus. La seconda notizia, inve-
ce, rompe un tabù. Una porta-
voce della Commissione euro-
pea ha confermato ieri che
«sono in corso contatti tra l’E-
ma e l’azienda russa che pro-
duce il vaccino Sputnik», an-
che se non è ancora stata for-
malmente presentata una ri-
chiesta di autorizzazione alla
commercializzazione. E se a
contribuire a salvarci dal co-
ronavirus fosse proprio Vladi-
mir Putin?
© RIPRODUZIONE RISERVATA
tardare la seconda dose di vac-
cino», Fabrizio Pregliasco, vi-
rologo dell’università di Mila-
no. La proposta «ha un suo ra-
zionale in un momento di
emergenza», per Emanuele
Cozzi, professore di immuno-
logia dei trapianti dell’univer-
sità di Padova. Certo, «per ave-
re il massimo dell’efficacia le
due dosi sono raccomandate»,
osserva l’immunologo, «ma
per quello che si sa, questi vac-
cini non prevengono l’infezio-
ne, ma la rendono asintomati-
ca o paucisintomatica». An-
che se «non ci sono ancora da-
ti», secondo Cozzi, «con una
singola dose si potrebbe crea-
re la situazione del soggetto
guarito che ha avuto l’esposi-
zione al virus con pochi sinto-
mi». Il sistema immunitario
infatti, dopo una decina di
giorni, sviluppa una risposta
alla proteina S (Spike) del
Sars-Cov2, «sia attraverso il
vaccino, sia attraverso il virus
stesso». Considerando che le
recidive sono bassissime, me-
no di un caso su un milione,
non è insensato, quindi, favo-
rire un contatto, anche parzia-
le, con il virus.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
10 MERCOLEDÌ
13 GENNAIO 2021
Z I DANNI DEL CORONAVIRUS
La commissione Oms
getta la maschera
«Il nostro fine non è
incolpare Pechino»
Subordinazione quasi complice nei confronti dello strapotere
della dittatura asiatica e su come è stata gestita la pandemia
di WALTER PASINI
n Ha avuto poco rilievo nella
stampa l’ennesimo inciampo
posto dalla Cina alla scoperta
della verità sull’origine della
pandemia. Il 5 gennaio, in oc-
casione della prima confe-
renza stampa dell’anno, il di-
rettore generale dell’Orga-
nizzazione mondiale della sa-
nità, Tedros Gebrayesus, an-
nunciava che sorprendente-
mente le autorità cinesi ave-
vano vietato all’ultimo mo-
mento l’ingresso nel Paese
dei membri della delegazione
di esperti scelti dall’Oms per
indagare sull’origine del nuo-
vo coronavirus responsabile
del Covid-19 che avrebbe pro-
vocato poi decine di milioni di
casi in tutto il mondo e più di
un milione di vittime causan-
Anche in occasione
della Sars la Cina
cercò di nascondere
per mesi i contagi
do collateralmente danni
economici incalcolabili in
tutte le nazioni. Per la prima
volta dall’inizio della pande-
mia, il dg dell’Oms dichiarava
apertamente la sua delusio-
ne, il suo rammarico, il suo
scontento nei confronti delle
autorità cinesi verso le quali
aveva sempre manifestato
una condiscendenza, una su-
bordinazione al limite della
complicità relativamente al
modo in cui la Cina aveva ge-
stito la pandemia. Tedros Ge-
brayesus aggiungeva che, nel
momento in cui la Cina di-
chiarava di non poter riceve-
re la delegazione, contraddi-
cendo gli accordi precedente-
mente raggiunti con l’Oms e i
Paesi di origine degli esperti
internazionali, alcuni scien-
ziati erano già in viaggio e al-
tri in aeroporto. Le autorità
cinesi facevano sapere poi
che, anche qualora le formali-
tà di ingresso fossero termi-
nate, gli esperti avrebbero do-
vuto comunque sottoporsi a
una quarantena di tre setti-
mane.
La scarsa attenzione della
stampa internazionale dimo-
stra che le autorità politiche e
sanitarie, gli stessi media,
non credono più al fatto che
sia possibile scoprire la verità
su come è iniziata la pande-
mia, su quale sia stata l’origi-
ne della pandemia che ha
messo in ginocchio le econo-
mie dei Paesi occidentali. Vi è
in questo una sorta di rasse-
gnazione nei confronti dello
strapotere della potenza asia-
tica, forte economicamente e
militarmente, in possesso di
LaVerità
UN LIBRO DEL SINDACO
una visione strategica, di un scorso anno una delegazione
disegno imperialistico che Oms si recasse a Wuhan per
mira al dominio mondiale. accertarsi dello stato reale
Basta osservare le dichiara- delle cose, per fornire colla-
zioni con cui gli esperti del- borazione alla Cina e per as-
l’Oms ieri hanno accompa- sumere una posizione a tute-
gnato la missione, al via do- la della comunità internazio-
mani: «Lo scopo non è punta- nale. Se quella delegazione
re il dito contro Pechino», si è fosse giunta sul posto, proba-
premurato di dire al Guar- bilmente l’Oms non avrebbe
dian Fabian Leendertz, epi- tardato fino al 30 gennaio
demiologo del Robert Koch 2020 per dichiarare lo stato di
Institut, uno dei dieci mem- «emergenza sanitaria inter-
bri del team che non vede in- nazionale», che comporta
cluso il nostro Paese. «Non si una serie di misure da assu-
tratta di individuare la Cina mere da parte degli Stati tra
come colpevole. Si tratta di cui la ricerca di mezzi di pro-
ridurre il rischio. E i media tezione individuali, la prepa-
potrebbero aiutarci evitando razione del personale sanita-
di accusare in stile Trump. Il rio, l’allerta dei sistemi di sor-
nostro lavoro non è politico» veglianza epidemiologica na-
ha sottolineato evidentemen- zionali, l’acquisto di ventila-
te non avvertendo la contrad- tori, l’allestimento di nuovi
dizione. In effetti nessun Pae- posti di terapia intensiva. MILANO STRITOLATA DAL COVID, SALA RACCONTA FAVOLE
se o insieme di Paesi come
l’Europa, ha esplicitamente n Il sindaco di Milano, Beppe Sala (foto Ansa), in una scatola speciale. «Ciao! Io mi chiamo
preteso che la Cina rivelasse Ingenuo pensare che il 26 gennaio torna in libreria. Ma come auto- Beppe Sala e mentre scrivo queste righe sono
al mondo le modalità attra- re. Ha infatti scritto un libro per ragazzi dagli il sindaco della città di Milano», annota il can-
verso le quali era emerso e si ora si permetta 11 anni, edito da De Agostini, Lettere dalle didato anche alle elezioni comunali della
era diffuso il coronavirus, città del futuro, dove si racconta come vivre- prossima estate. Un libro che è un esercizio di
quello che sarebbe stato chia- di indagare su quanto mo in un prossimo mondo attraverso lettere fantasia per sfuggire forse dalla realtà di una
mato Sars-Cov2 dall’Interna- avvenuto a Wuhan scritte dagli adolescenti di domani custodite città stritolata da un’emergenza mal gestita.
tional committee of taxono-
my of viruses (Ictv) con evi-
dente riferimento al corona- Quando in estate l’O ms ne dei virus richiede indagini Indagini sul campo effet- cidentalmente in laboratorio
virus responsabile della Sars, aveva richiesto che si studias- sul campo e una serie di tuate immediatamente dopo possa aver propagato l’infe-
l’epidemia internazionale a se l’origine del virus, la Cina esperti: microbiologi, veteri- l’annuncio de nuovi casi al- zione nella città di Wuhan,
origine cinese che nel 2002- aveva accettato di ricevere nari, virologi, ecologisti, ecc. l’Oms il 31 dicembre 2019 una megalopoli di 12 milioni
2003 fece 8.000 casi e più di una ristretta delegazione ma- Si sa che la maggior parte avrebbero permesso forse di di abitanti, ben diversa da
800 morti. Anche in quell’oc- nifestando a parole di voler delle cosiddette Emerging in- indagare sull’ipotesi dell’in- quella che avevo visitato nel
casione la Cina cercò di na- collaborare. La commissione fectious diseases, malattie in- cidente di laboratorio a 1978 in occasione di un viag-
scondere per parecchi mesi di esperti è stata poi selezio- fettive infettive nuove, emer- Wuhan presso il Centro di ri- gio di 3 settimane organizzato
l’epidemia che esplose solo nata, e a quel punto la Cina ha genti, di cui si occupa da set- cerche virologiche di quella dall’Associazione Italia-Cina,
dopo che si erano manifestati preteso che gli incontri tra i tant’anni il Cdc americano città, non lontano dal merca- quando ancora era proibito il
casi a Hong Kong. Come si ri- membri della commissione e (Centers for diseases control) to del pesce dove si sarebbero turismo in Cina. Ricordo con
corderà, in occasione del Co- le autorità sanitarie cinesi av- con sede ad Atlanta, Georgia e manifestati, secondo le auto- immutato stupore che a
vid-19 la Cina aveva segnalato venissero in remoto, a distan- da poco più di un decennio rità cinesi, i primi casi del Co- Wuhan, la popolazione, che
all’Oms casi di una polmonite za, quando è del tutto eviden- l’European Cdc con sede a vid-19. Tale ipotesi rimane non aveva mai visto europei,
atipica soltanto il 31 dicembre te che - per accertare se di Stoccolma, sono zoonosi, ancora in piedi anche se cre- seguiva la nostra piccola dele-
2019, mentre sicuramente ca- spillover si tratti - occorre ef- cioè infezioni condivise con do sia ingenuo pensare che le gazione di medici, formando
si di Covid si erano manifesta- fettuare lunghe indagini sul altre specie animali. Sono autorità cinesi permettano code di centinaia di persone
ti molti mesi prima. campo per scoprire tutti i zoonosi malattie come l’Aids, ora agli esperti internaziona- per la curiosità di vedere da
Contravvenendo alle più passaggi. Come ha ben dimo- Ebola, Nipah, l’i n f lue n za le di indagare sulle ricerche vicino le fattezze del naso e
elementari regole di collabo- strato David Quammen nel aviaria da H5N1, la Sars, la di ingegneria genetica che là delle caratteristiche somati-
razione internazionale, Pe- suo straordinario libro Spillo- malattia di Lyme e malattie vengono effettuate. che differenti dalla loro. In
chino aveva impedito che nei ver, pubblicato in italiano da antiche come la febbre gialla, È lecito pensare che perso- poco più di quarant’anni quel
primi giorni di gennaio dello Adelphi, la ricerca dell’origi- la peste e altre ancora. nale sanitario infettatosi ac- borgo è diventato una mega-
lopoli, e dalla contro-rivolu-
zione culturale in atto in quel
momento la Cina è diventata
LE ORIGINI DELL’EPIDEMIA potenza imperialistica.
Nell’ambito di questo dise-
Johnson: «Il virus? Nato da dementi che mangiano pangolini» gno è chiaro che la Cina, come
d’altra parte altri Paesi come
la Russia e gli Stati Uniti si
n Il primo ministro britannico Boris infatti avvertito che affermazioni del ge- mo pensiero, non dimenticare che la preparino all’eventualità di
Johnson incolpa i cinesi per la pandemia nere non vengono tollerate. Il portavoce pandemia di coronavirus è stata il pro- un conflitto dotandosi di ar-
di coronavirus dicendo ai leader mon- del ministero degli Esteri, Zhao Lijian, dotto di uno squilibrio nel rapporto del- senale biologico composto
diali - durante il vertice One Planet, ha detto: «Abbiamo ripetuto molte volte l’uomo con il mondo naturale». Poi, per non solo di agenti biologici
ospitato dal presidente francese Ma- che il tracciamento dell’origine è una arrivare appunto al pangolino, Johnson noti, ma di altri agenti creati
cron - che è stata innescata da persone questione scientifica. Non c’è spazio, ha affondato il colpo: «Come la peste ori- in laboratorio. Di questo
«dementi» che «macinano le squame del non c’è posto, per persone che fanno spe- ginale che colpì i greci, mi sembra di ri- aspetto, così delicato ma mol-
pangolino» (un animaletto squamoso, culazioni, altrimenti si interromperà so- cordare nel primo libro dell’Iliade, si to importante, vorrei tornare
simile al formichiere) nel tentativo di lo la cooperazione internazionale». tratta di una malattia zoonotica. Ha ori- in un prossimo intervento.
diventare più «potenti». Johnson non ha avuto mezzi termini, gine da pipistrelli o pangolini, dalla folle Qui vorrei sottolineare invece
Un attacco violento alle pratiche me- come suo costume: «Ovviamente è giusto convinzione che se macini le squame di la necessità che gli Stati, tra
diche tradizionali cinesi - e al pangolino concentrarsi sui cambiamenti climatici, un pangolino diventerai in qualche mo- cui il nostro, alzino la voce per
ritenuto il vettore del virus dai pipistrel- ovviamente è giusto ridurre le emissioni do più potente o qualunque cosa sia la chiedere che la Cina non osta-
li agli umani - che non sono piaciute alle di CO2, ma non raggiungeremo un vero gente crede, ha origine da questa colli- coli più la ricerca della verità
autorità di Pechino e a rischio di una cri- equilibrio con il nostro pianeta se non sione tra l’umanità e il mondo naturale e sull’origine della pandemia
si diplomatica. I cinesi, infuriati, hanno proteggiamo per bene la natura. Un ulti- noi dobbiamo fermarlo». contro cui stiamo lottando.
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LaVerità MERCOLEDÌ
13 GENNAIO 2021 11

Z I DANNI DEI GIALLOROSSI

I balbettii sui migranti di Toninelli
alla nostra richiesta».
«Io ho avuto una interlocu-
zione con il ministro dei Tra-
sporti spagnolo per quanto ri-
guarda dove fare andare la

ministro che firmava a sua insaputa

Il responsabile delle Infrastrutture del Conte 1, chiamato a testimoniare al processo per il caso della nave
Gregoretti, fa lo smemorato. Poi insulta e irride chi lo critica. Ma basta andare a leggere la sua deposizione
n [...] Interviene l’avvocato
Giulia Buongiorno.
In quella memoria inoltre
lei fa riferimento al fatto che
la Diciotti attraccava al porto
di Catania e difendeva quanto
avevate fatto per tutelare i mi-
granti. Ricorda cosa avevate
fatto per tutelare i migranti
durante il momento cui la Di-
ciotti era bloccata?
«Ovviamente non posso ri-
cordare quello che è accaduto
circa due anni fa, ma le regole
di ingaggio sono sempre le me-
desime, salvare vite umane,
garantire loro sostentamento
e do per scontato che la guar-
dia costiera abbia adempiuto
ai propri obblighi di legge».
Lei ricorda quanto tempo
la nave Diciotti stette ferma,
se furono parecchi giorni?
«No, non ricordo, mi dispia-
ce».
In particolare, facendo
presente che restarono a bor-
do dal 20 agosto n Eo al 25 ago-
sto, ci fu un post, per post si
intende quello che si annota
su Facebook, del presidente
Conte mentre i migranti era-
no a bordo, perché è del 22
agosto, e il presidente Conte
intitolava così il suo post del
22 agosto 2018: «'Ma l’Europa
vuole battere un colpo?». Lei
ha avuto modo di condividere
questo post o di leggerlo, sa
che cosa è o non ricorda?
«No, non ricordo ovviamen-
te».
Le segnalo che lei lo stesso
22 agosto in realtà ha riposta-
to il post di Conte scrivendo
testualmente: «L’Italia non ha
mai voltato le spalle ad alcuna
vita umana in pericolo. Ora
tocca all’Europa dare una ri-
sposta forte e chiara».
«Evidentemente l’ho scrit-
Danilo dove hai parcheggiato il mono-
pattino? «Non ricordo». È il destino di
Danilo Toninelli, forse gli capitava anche
da bambino a Soresina, nel Cremonese.
Rimuovere ciò che dice, ciò che fa, qual-
che volta anche ciò che firma è la cifra
politica dell’ex ministro grillino. Un par-
lamentare a sua insaputa che davanti
all’accusa di avere sparato una raffica di
«non ricordo» (chi dice 42, chi 46) nell’in-
terrogatorio chiave del processo con-
tro Matteo Salvini per il caso della nave
Gregoretti (e acquisito per Open Arms),
ha deciso di mettere un punto fermo. E
di smascherare i giornalisti in malafede
inchiodandoli alla legge dello scripta
manent, alla carta canta, unica garanzia
di democrazia.
Toninelli al contrattacco. Lui che non
ricordava di avere firmato la lettera
uscita dal suo ministero per rinnovare
ai Benetton la convenzione dopo la rico-
struzione del ponte Morandi («Saranno
stati i funzionari, queste interlocuzioni
non passano dalla mia scrivania»), ha
deciso di zittire i critici con un video su
Facebook nel quale sbandiera come uno
straccio il frontespizio della sua deposi-
zione al processo di Catania, mostrando
un paio di risposte: «Vedete che qui dico
sì?». Si tratta della conferma di atti
istituzionali e di post difficili da smentire
davanti agli screenshot. Un’operazione
decisiva per provare a rabbonire i fans
pronti a dimenticarsi di lui alle prossime
elezioni, meno per contraddire i giorna-
li. Perché la sua testimonianza è un atto
pubblico ed è automatico andare a rileg-
gerla.
Per comodità del lettore le domande
sono del giudice, del pm o di Giulia
Bongiorno (qui in veste di difensore di
Salvini). E le risposte sono del nostro
eroe smemorato, così marginale nelle
vicende da essere casualmente respon-
sabile della Guardia costiera. Qual era la
posizione nel contratto di governo ri-
spetto all’immigrazione dall’Af ric a?
«Non ricordo perché non fu una parte
che mi competeva». Ricorda se si parlò
della redistribuzione dei migranti? «Non
ricordo». Ricorda come doveva avveni-
re il superamento del trattato di Dubli-
no? «No, assolutamente no». Ha avuto
modo di leggere il codice di condotta
Minniti, predecessore di Salvini? «In
questo momento non ricordo». Ricorda
se la redistribuzione dei migranti deve
essere fatta prima o dopo lo sbarco?
«Non ricordo». C’è stato un Consiglio dei
ministri sul tema? «Non ricordo, abbia
pazienza. Sono passati quasi due anni».
Si va avanti così (pubblichiamo un ampio
stralcio della deposizione), con risposte
scritte sulla sabbia, con balbettii che
farebbero sembrare Tex Willer persino
don Abbondio. L’esercizio più divertente
sarebbe leggere la deposizione guar-
dando il video su Facebook in cui Toni-
nelli in primo piano spiega ai suoi eletto-
ri perché gli altri mentono. Gli altri in-
gannano. Gli altri pervicacemente spe-
culano. Ricorda quanto tempo la nave
Diciotti stette ferma? «Non ricordo, mi
dispiace». La decisione di Salvini di non
far sbarcare i migranti era concordata?
«Penso che lo dobbiate chiedere al di-
retto interessato». Risposta da talk
show, un giudice americano gli avrebbe
tirato il martelletto. Ricorda come ha
votato nell’autorizzazione a procedere
contro Salvini? «Non ricordo di avere
votato, non ricordo cosa ho votato».
Però ricorda dove ha parcheggiato il
monopattino da bambino: nel tunnel del
Brennero.
Giorgio Gandola
barca, una roba tecnica».
Si, va be’, tecnica, però c’e-
rano i migranti a mare.
«Sì, ma lei deve avere la pa-
zienza che io non posso ricor-
dare dei tanti episodi tutti i
singoli passaggi. Se mi conte-
stualizza il singolo episodio
poi io posso ricostruire i fatti
[...]».
[...] Però lei scriveva: «Au-
spico che lo faccia al più pre-
sto, perché la situazione a
bordo della Open Arms è inso-
stenibile». Quindi lei lo sape-
va.
«Se me lo dice adesso lo sa-
pevo ma avrò ricevuto infor-
mazioni da quello che stava
accadendo in quel momento».
[...]
Comunque lei qui ha avuto
sicuramente un ruolo, ha fir-
mato il divieto di accesso, ha
avuto queste interlocuzioni.
Lei ricorda che ci fu una ri-
chiesta di autorizzazione a
procedere contro Salvini per
la Open Arms?
«Mi pare di sì».
E si ricorda come ha vota-
to?
«Non mi ricordo di avere vo-
tato, abbia pazienza. Non ri-
cordo cosa ho votato».
Considerato quello che era
stato il suo ruolo lei condivise
quello che...? .
«Signor avvocato, io devo ri-
contestualizzare e guardare
tutti gli atti per potere rispon-
dere. Mi dispiace ma non ri-
cordo».
A proposito della Gregoret-
ti, lei ricorda che il presidente
Conte nella conferenza stam-
pa di n Ee anno 2019 fece riferi-
mento alla procedura che se-
guiva il governo dicendo che
per il governo, in riferimento
alla procedura diceva, le dico
testualmente: «Per quanto ri-
guarda le collocazioni abbia-
mo sempre, a livello di presi-
denza e con l’ausilio del mini-
stero degli Esteri, lavorato
per ricollocare e quindi con-
sentire poi lo sbarco». Era
questa la linea del governo?
«Io non ricordo quella con-
ferenza stampa, ma la linea

La richiesta La gente in mare?

di autorizzazione «Una questione
a procedere contro tecnica. Ogni caso è
Salvini per la Open a sé stante. Non posso
Arms? «Non mi dare risposte
ricordo di avere univoche. Bisogna
votato. Non ricordo contestualizzare
cosa ho votato» i singoli episodi»
LA SFIDA Il grillino Danilo Toninelli, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del primo governo Conte, invoca verità sulle sue risposte. Servito [Getty]

to, condivido pienamente
quelle parole, come condivido
l’indirizzo politico di Conte
nel post che lei mi ha appena
detto ma che è normale che
non ricordo a distanza di due
anni».
Passiamo a Sea Watch. Si
tratta della Sea Watch 19-31
gennaio 2019, su questo le car-
te sono state acquisite. C’è un
primo suo post su Facebook in
cui lei dà atto che il 19 gennaio
arriva questa Sea Watch che si
è mossa in totale autonomia
nel mare Sar Libico senza at-
tendere la guardia costiera di
Tripoli e poi lei conclude di-
cendo: «C’è qualcuno che fa-
vorisce la partenza dei barco-
ni della morte? Ma il Governo
del cambiamento non è dispo-
sto ad accettare questo stato
di cose. L’Olanda conosceva
sin da subito gli intendimenti
della Sea Watch?». Ricorda
questo episodio Sea Watch?
«Signor avvocato, ricordo
vagamente ovviamente…».
In particolare in quella oc-
casione ci fu un importante,
che lei ha commentato, deci-
sione della Corte di Strasbur-
go che dette ragione al gover-
no e torto a Sea Watch. Ricor-
da?
«No, non mi ricordo, mi di-
spiace».
C’è un tweet del senatore
Toninelli del 19 gennaio 2019:
«Anche la Corte di Strasburgo
dà ragione al Governo e torto
a Sea Watch. Dobbiamo ga-
rantire ai migranti cure e assi-
stenze adeguate ed è quello
che stiamo facendo, ma non
abbiamo obblighi sullo sbar-
co e non li faremo sbarcare
Eché la Ue non batte un colpo.
n caso c’è anche la sua firma,
Avanti così». Ricorda il sena-
tore Toninelli che ha afferma-
to: «Non li faremo sbarcare
n
Eché la Ue non batte un col-
po»?
«Non ricordo ma non ho al-
cun problema di dire che po-
trei averlo scritto [...]».
[...] Fin qui abbiamo tratta-
to gli eventi della fase del go-
verno Conte 1 in cui c’era il
governo compatto. Poi inizia
questa crisi di governo e trat-
tiamo altri due casi. Ad agosto
2019 in particolare c’è un
evento che è l’evento Open Ar-
ms, 15 agosto 2019. Intanto lei
ricorda, se vuole le mostro la
sua rEma, che lei rEmò questo
divieto di ingresso e transito e
sosta che poi viene annullato
dal Tar. Lo ricorda?
«Sì».
Perfetto. Quindi in questo
giusto?
«Chiedo scusa, mi può ripe-
tere?».
C’è anche la sua rEma su que-
sto episodio, sul divieto c’è la
sua firma, la vuole riconosce-
re oppure ce lo dà per certo?
«Ma ovviamente la do per
certo [...] Ma io non posso ave-
Fotografa il Qr code
per leggere
la trascrizione integrale
re un ricordo preciso, abbia
pazienza, è passato ormai un
anno e mezzo [...]».
Io volevo sapere rispetto a
questo evento cui lei aveva fir-
mato, e quindi era un protago-
nista direi, ricorda che in re-
lazione quindi a questo even-
to, questo, in cui lei aveva dato
questa firma, lei sosteneva
che non avreste dovuto acco-
gliere i migranti ma solo farvi
carico dei minori?
«Non ricordo».
[...] Intendevo dirle che lei il
20 agosto dice di avere avuto
proprio un dibattito con gli al-
tri Stati, perché lei dice: «Stia-
mo lavorando ancora in que-
ste ore per sbloccare al più
presto la situazione della
Open Arms. Ho avuto proprio
poco fa una interlocuzione
con la Spagna e attendo che il
governo spagnolo risponda
politica del Governo era di
cercare in tutti i modi di fare
interessare e rispondere alle
proprie responsabilità anche
gli altri Paesi europei».
Prima degli sbarchi o dopo
gli sbarchi?
«Ogni caso è a sé stante, si-
gnor avvocato, non le posso
dare una risposta univoca…
Ogni caso è a sé stante».
C’è una sua dichiarazione
al Giornale.it in cui dice: «Sen-
za di me Salvini non faceva
niente», ovviamente quando i
rapporti si erano un po'... Ah,
no, nemmeno i rapporti erano
così. Lei cosa intende dire
quando dice: «Senza di me
Salvini non faceva niente»?
«Non mi ricordo, me la do-
vrebbe contestualizzare. Du-
bito di avere mai rilasciato una
intervista al Giomale.it, signor
avvocato».
12 MERCOLEDÌ
13 GENNAIO 2021
Z CASA BIANCA, ULTIMO ATTO
Ora anche le banche cacciano Trump
E i suoi fan non possono affittare case
Le multinazionali fanno terra bruciata attorno al presidente uscente: gli istituti di credito gli chiudono i conti
Intanto Airbnb cancella le prenotazioni degli alloggi ai suoi militanti e Paypal blocca le loro raccolte fondi
di CAMILLA CONTI
n La censura
delle big tech a
Donald Trump si
allarga dai social
network ai servi-
zi online e alla fi-
nanza. Dopo i fatti di Capitol
Hill e il blocco di Twitter, Face-
book, Youtube e Instagram
agli account del presidente
uscente, anche Airbnb e Pa-
ypal prendono le distanze dal-
la destra americana e staccano
la spina. Il colosso degli alloggi
ha annunciato ieri che sta can-
cellando le prenotazioni di
«violenti, terroristi e facinoro-
si» a Washington Dc, in vista
dell’evento di insediamento
del presidente eletto Joe Bi-
den. E Paypal ha deciso di bloc-
care il crowdfunding di un si-
to, GiveSendGo, che ha aiutato
a raccogliere fondi delle perso-
ne che hanno partecipato alla
manifestazione sfociata nel-
l’attacco al Campidoglio. Il gi-
gante dei pagamenti digitali ha
inoltre confermato all’agenzia
Reuters di aver chiuso un con-
to ad Ali Alexander, uno degli
organizzatori del raduno. A
«togliere l’amicizia» a Trump
sono anche le banche. Chiu-
dendo i rubinetti non solo per
quanto riguarda le donazioni.
Secondo il New York Times,
Deutsche Bank avrebbe deciso
di interrompere i rapporti con
Trump: la Trump Organiza-
tion dovrebbe così restituire
circa 340 milioni di dollari ot-
tenuti in prestito dalla banca
tedesca e al momento non è
chiaro se la rottura riguardi
anche i rapporti con gli altri
componenti della famiglia.
Anche la banca di New York,
Signature Bank, ha comunica-
to la chiusura dei due account
Ma Fontana legge il suo giornale?
Il direttore del «Corriere» critica la censura dei social e precisa: «Lo abbiamo scritto»
Eppure ieri, in prima pagina, Severgnini tesseva un accorato elogio della mordacchia
di ADRIANO SCIANCA
n In mezzo a certi pruriti
censori e a tanti volenterosi
carnefici della libertà di
espressione, finalmente una
voce che, pur senza essere in
odore di trumpismo, mette in
discussione lo strapotere dei
social media: è quella del di-
rettore del Corriere della Sera,
Luciano Fontana, che all’a-
genzia AdnKronos commen-
ta: «Penso, e lo abbiamo scrit-
to anche per quello che ri-
guarda i fatti americani, che
non può essere delegata a una
società privata come Twitter,
o come altri grandi social me-
dia, la possibilità di decidere e
di limitare la libertà d’espres-
sione. Questo sarebbe gravis-
simo. Penso che nel caso di
queste grandi piattaforme
over the top debba funzionare
un meccanismo simile a quel-
lo che regola le grandi società
editoriali in cui c’è la respon-
sabilità di non veicolare mes-
saggi che violano la legge. Ma
CONTROMISURE La Guardia nazionale presidia il Campidoglio, a Washington, per evitare altre proteste violente
personali del presidente
uscente dove sono custoditi
circa 5,3 milioni di dollari e gli
ha pure chiesto di dimettersi
«n el l’interesse della nostra
nazione e degli americani».
Altre big del credito come
Jp Morgan e Citigroup hanno
deciso di sospendere o rivede-
re le loro donazioni ai Comitati
di azione politica (Pac) repub-
blicani e democratici dei pros-
simi mesi. Il Wall Street Jour-
nal ha riferito la scorsa setti-
mana che alcuni amministra-
mi sembra sbagliato, invece,
limitare la libertà di espres-
sione, soprattutto limitarla a
prescindere: decidere cioè in
blocco che un giornale, una
personalità, un semplice cit-
tadino non abbiano la possibi-
lità in un social network di
esprimersi». Finalmente pa-
role nette e prive di ambigui-
tà. Per il direttore del quoti-
diano di via Solferino «ci sono
opinioni che si possono non
condividere, ma penso che sia
importantissimo che venga-
no conosciute. Opinioni che
possono essere combattute
nella dialettica della libertà di
pensiero e di espressione e
mai con la censura. Questo è
un punto di partenza irrinun-
ciabile in una società demo-
cratica».
Fo nta n a merita sicura-
mente un plauso, per la net-
tezza con cui ha condannato
la censura social. Ne merite-
rebbe pure due, se solo avesse
riversato le medesime opinio-
ni anche sul giornale che diri-
tori delegati, sia repubblicani
che democratici, stavano valu-
tando la possibilità di mettere
in pausa le loro donazioni ai
legislatori che si frappongono
alla transizione pacifica del
potere. Tra queste, il colosso
assicurativo Blue Cross Blue
Shield, il gruppo alberghiero
Marriott International, il pro-
duttore di dispositivi medici
Boston Scientific e la holding
bancaria Commerce Bancsha-
res. E anche Stripe - società di
tecnologia finanziaria che ge-
ge. Tra il Corriere della Sera e il
suo direttore, infatti, sembra
vigere una curiosa incomuni-
cabilità. Proprio ieri, mentre
Fontana dettava la linea al-
l’AdnKronos, preoccupando-
si di precisare che le stesse
cose erano state detto sul suo
quotidiano, il Corsera usciva
in edicola con un articolo di
Beppe Severgnini richiamato
in prima pagina, dal titolo elo-
quente: «Ma la scelta di Twit-
ter non è censura». La zazzera
del giornalismo all’anglosas-
sone di casa nostra tuonava: «I
social non possono essere tu-
bi vuoti dove passa di tutto. È
ora che si sveglino e assumano
le proprie responsabilità, vi-
sto che i governi democratici
sonnecchiano e le autorità in-
dipendenti arrancano». Se l’i-
dea delle multinazionali che
agiscono in supplenza dei go-
verni si commenta da sé, resta
il fatto oggettivo che quanto
espresso da Severgnini è esat-
tamente il contrario della po-
sizione di Fontana.
stisce i pagamenti con carta
per milioni di aziende online e
piattaforme di e-commerce -
ha bloccato le sue attività di
elaborazione di pagamenti
per il sito web del comitato
elettorale trumpiano.
La «ban-mania», insomma,
sta diventando contagiosa. Ed
evoca le domande che Shosha-
na Zuboff, docente della Har-
vard Business School che ha
dedicato buona parte della vi-
ta intellettuale allo studio del-
le economie digitali, si pone in
Già qualche giorno fa, del
resto, sul Corriere Economia,
Massimo Sideri scriveva, a
proposito della mannaia di
Facebook e Twitter: «È censu-
ra? Limitazione della demo-
crazia? È esagerato? Una mos-
sa dei democratici? No, è il ri-
torno del dibattito tra politica
e cittadini, la separazione tra
medium e contenuto con una
figura intermedia che, stori-
camente, è stata rappresenta-
ta dal giornalismo». Quando
Fo nta n a dice «lo abbiamo
scritto anche per quello che
riguarda i fatti americani»,
[Ansa]
un capitolo del suo libro, The
Age of Surveillance Capitalism
(Il capitalismo della sorve-
glianza). Il compendio della
Zuboff è dedicato proprio al-
l’esplorazione di cosa sia, co-
me funzioni, quali effetti abbia
il dominio di Google e Face-
book, cioè i due giganti che,
per estensione e fatturati, me-
glio incarnano la natura nella
«nuova frontiera del potere»,
come la chiama l’autrice. Che
parte da una tesi: il capitali-
smo di sorveglianza come il si-
INCOERENZA Sopra, il direttore
del Corsera, Luciano Fontana
A fianco, il titolo di ieri [Ansa]
evidentemente si confonde
con un altro giornale. È pur
vero che a bilanciare la fregola
da mordacchia di Severgnini
e Sideri ci ha pensato sulle
stesse colonne, con opinioni
diametralmente opposte,
Pierluigi Battista, non a caso
in odore di addio dal giornale
di via Solferino.
Al Corriere pare esserci un
dibattito interno in corso,
quindi. E, ovviamente, non c’è
nulla di male. Ma questa tavo-
lozza di sfumature ideologi-
che cozza notevolmente con
l’assertività monocromatica
LaVerità
stema che considera l’espe-
rienza umana come materia
prima grezza da convertire in
dati comportamentali digita-
lizzati. Identità, spostamenti,
acquisti, stati d’animo, rilievi
biometrici, preferenze, stili di
guida, affetti. Alcuni di questi
dati sono dedicati ai servizi of-
ferti agli utenti, ma la totalità
di essi diventa «surplus com-
portamentale» (di cui Face-
book & C sono proprietari) che
- immesso nei sistemi di riela-
borazione - diventa un insie-
me di previsioni di comporta-
mento che vengono vendute
sul mercato. Detto in altri ter-
mini, è il proprietario di casa
che blocca da remoto la serra-
tura all’inquilino dal cui conto
online non può attingere l’af-
fitto; è la clinica che stoppa l’e-
rogazione automatizzata di
medicinali a chi non ha una
carta valida, è lo Stato che - in
un futuro non impossibile -
nega diritto di voto a chi non è
in regola con questa o quella
disposizione. La nuova fron-
tiera è quindi rappresentata
dalla possibilità non solo di
monitorare ma di predire le
azioni degli utenti, portando
la sfera virtuale a influenzare
quella reale. Per poi arrivare
addirittura a influenzare le
stesse azioni. Magari svento-
lando la bandiera dei difensori
della democrazia, in una sorta
di minority report del politica-
mente corretto .
Non si dimentichi, in questa
chiave, il precedente di Por-
nhub: lo scorso 10 gennaio Ma-
stercard e Visa hanno deciso
di proibire l’uso delle loro car-
te di credito sul sito per adulti
dopo l’inchiesta del New York
Times da cui è emerso come
sulla piattaforma del colosso
del porno online siano reperi-
bili video di stupri e sesso con
minori. Accuse terribili, ma
non validate dal alcun tribu-
nale. A prescindere dal meri-
to, il caso è istruttivo: senza al-
cun processo o condanna, Visa
e Mastercard decidono di boi-
cottare il sito più visto al mon-
do, che è costretto a cambiare
totalmente politica. L’impatto
è ancor più forte del blocco de-
gli account social. Non si con-
trollano solo le opinioni, ma
anche gli investimenti.
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con cui il direttore Fontana
definisce «gravissimo» il com-
portamento dei social media,
precisando che la libertà di
espressione messa in pericolo
dagli stessi è «un punto di par-
tenza irrinunciabile in una
società democratica». I gior-
nali vivono anche di confronti
interni, ma in genere questi
non riguardano i comporta-
menti «gravissimi» e i «punti
di partenza irrinunciabili in
una società democratica». E
quando sparano in prima pa-
gina un’opinione molto netta
di un collaboratore autorevo-
le, senza contraddittorio, poi
non si vantano di aver scritto
l’esatto contrario.
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LaVerità
Z CASA BIANCA, ULTIMO ATTO
I dem preparano la trappola per The Donald
Previsto per oggi l’avvio di un secondo processo di impeachment contro il presidente. Ma la Pelosi resta vaga sui tempi e potrebbe
far finire Trump in stato d’accusa da privato cittadino. Intanto crescono i timori per il 20 gennaio, giorno dell’insediamento di Biden
di STEFANO GRAZIOSI
n Non si placano
le turbolenze po-
litiche negli Stati
Uniti. Nel mo-
mento in cui La
Verità è andata in
stampa ieri sera, appariva for-
temente improbabile che i de-
putati democratici potessero
riuscire ad approvare una mo-
zione per spingere il vicepre-
sidente americano, Mike Pen-
ce, a destituire Donald Trump
tramite il venticinquesimo
emendamento. Per questa ra-
gione, la Camera dei Rappre-
sentanti – sotto la guida della
speaker Nancy Pelosi – do-
vrebbe quasi certamente av-
viare oggi un secondo proces-
so di impeachment contro il
presidente in carica. Stando
alla risoluzione formalmente
introdotta lunedì scorso, il ca-
po d’imputazione sarà uno
soltanto: quello di «incita-
mento all’insurrezione». Ri-
cordiamo sempre che, in base
alla Costituzione, l’im pea-
chment sia istruito dalla Ca-
mera (a maggioranza sempli-
ce) e celebrato dal Senato (do-
ve, per arrivare a un verdetto
di colpevolezza, occorrono al-
meno due terzi dei voti). La
Pelosi si è tuttavia rifiutata ie-
ri di dire quando abbia inten-
zione di trasmettere eventual-
mente il capo d’imputazione
al Senato. Segno che – come
suggerito domenica dal depu-
tato dem Jim Clyburn – la
speaker non esclude affatto di
voler attendere cento giorni
prima di far avviare il proces-
so alla camera alta. Un simile
scenario vedrebbe Trump su-
bire un impeachment da pri-
vato cittadino. E tale ipotesi
sta già creando dibattito tra i
giuristi.
Una linea, quella dei dem,
che – sempre ieri – l’inquilino
della Casa Bianca, nella sua
prima apparizione pubblica
AMERIKANA
È già scoccata l’ora della caccia alle streghe
E i senatori di destra diventano «terroristi»
Segue dalla prima pagina
di MARIA GIOVANNA MAGLIE
(...) sovranista e
fascista è diven-
tata un metodo di
battaglia politica
praticata e addi-
rittura ostenta-
ta. E lo è mentre il governo più
a sinistra e più illiberale della
storia d’Italia sta raggiungen-
do il suo punto di crisi, e men-
tre un centrodestra conserva-
tore e liberale rappresenta
non sono la maggioranza del
Paese ma anche la sua dispera-
zione, dopo un anno di editti,
bugie, città condotte al falli-
mento sociale ed economico.
La caccia alle streghe non è
un episodio, è un metodo. Non
è cominciata ieri. Europeismo
versus sovranismo è diventato
da qualche tempo il modo più
infame per riproporre la vec-
chia divisione tra buoni e cat-
«CI VOLEVANO FUORI PERCHÉ LAVORIAMO CON BANNON»
TRISULTI, LA CORTE DEI CONTI ASSOLVE L’ISTITUTO DIGNITATIS HUMANAE
n Ieri la Corte dei Conti ha assolto l’isti-
tuto Dignitatis Humanae dalle accuse
«oltraggiose e politicamente motivate»
dopo i fatti dell’Epifania, ha
respinto al mittente. In pro-
cinto di recarsi in Texas per
visitare il confine con il Messi-
co, il presidente, esortando a
non commettere atti di violen-
za, ha infatti dichiarato: «Sul-
l'impeachment, è davvero una
continuazione della più gran-
de caccia alle streghe nella
storia della politica. È ridico-
lo, è assolutamente ridicolo.
Questo impeachment sta cau-
sando una rabbia tremenda».
Tr um p ha inoltre respinto
l’accusa di aver incitato la folla
lo scorso 6 gennaio. «Hanno
tivi. Può darsi che, come pen-
sano molti anche nello schie-
ramento dell’opposizione ita-
liana, Capitol Hill sia servito
da facile pretesto, e che non
abbia giovato alla causa di chi
qui ogni giorno combatte per
dimostrare la nequizia dell’at-
tuale organizzazione dell’U-
nione europea. Può darsi, ma
l’intera storia è stata condita
di notizie false, informazioni
gonfiate da giornaloni e social,
trasformatisi da libera piatta-
forma a occhiuti editori pronti
alla censura più volgare; persi-
no pronti a un’apparente per-
dita di aficionados e quindi di
denaro, ma vuoi mettere il po-
tere politico, e il pieno di pub-
blicità e zero tasse?
Perciò il lavoro importante
da fare nelle prossime setti-
mane non è solo schivare il pe-
ricolo della strumentalizza-
zione che dall’America getta
fango anche sull’Italia, ma an-
che e soprattutto ricostruire le
di non aver pagato il canone per la Certo-
sa di Trisulti. Lo ha comunicato Benja-
min Harnwell, presidente dell’istituto.
analizzato il mio discorso, le
mie parole. Tutti hanno pen-
sato che fosse appropriato».
L’inquilino della Casa Bianca
si è anche espresso sulla cen-
sura subita da parte di Face-
book e Twitter. «Penso che i
big tech stiano facendo una
cosa orribile per il nostro Pae-
se», ha affermato.
Lunedì scorso, Trump ha
anche avuto il suo primo in-
contro con Pence dai fatti del
Campidoglio. Nonostante tra i
due si fossero verificati dei si-
gnificativi attriti sulla certifi-
cazione della vittoria di Joe Bi-
notizie e i fatti per come sono
accaduti. Andatevi a rileggere
per intero il discorso di Do-
nald Trump subito prima del-
l’assalto al Campidoglio e ve-
drete che parla di manifestare
davanti alla sede del Congres-
so nell’attesa che si prendano
le decisioni giuste per il popo-
lo.
Domandatevi per quale ra-
gione; nonostante si sapesse
da una settimana che una
massiccia folla di manifestan-
ti sarebbe arrivata a Washin-
gton, e nonostante a tre km di
distanza la Casa Bianca avesse
innalzato il livello di allarme a
5, la stessa cosa non sia avve-
nuta nella sede del Parlamen-
to; e perfino le porte di vetro
resistenti anche alla dinamite
siano rimaste aperte. A chi sa-
rebbe spettata la richiesta di
un livello di sicurezza superio-
re? Allo speaker democratico,
la signora Nancy Pelosi. Sareb-
be stata una decisione sensata
Che ha aggiunto: «Il ministero mi voleva
fuori semplicemente perché lavoro con
orgoglio con Steve Bannon» (foto Ansa).
den, la conversazione è stata
definita «buona», mentre
sembrerebbe ormai certo che
il numero due della Casa Bian-
ca non abbia intenzione di ri-
correre al venticinquesimo
emendamento per rimuovere
Trump. È del resto in conside-
razione di questo che, come
detto, i democratici puntano
al nuovo impeachment contro
il presidente uscente, nono-
stante – in base alla Costitu-
zione – il suo mandato sia de-
stinato inesorabilmente a
concludersi tra appena sette
giorni. Come che sia, contra-
e perfino dovuta, tanto è vero
che ora a Washington è par-
cheggiato l’esercito e perfino
si consiglia al presidente elet-
to Joe Biden di giurare in un
posto più sicuro all’interno.
Questa volta non potranno ac-
cusare Donald Trump di aver
istigato la folla perché la folla
semplicemente c’è: perché al-
meno 56 milioni di americani
sono convinti che il presidente
che giurerà il 20 gennaio la vit-
toria l’abbia rubata con l’in-
ganno dei voti postali.
Come pensa la nuova Am-
ministrazione di rispondere a
questa convinzione che mina
alla base lo stato della demo-
crazia negli Stati Uniti? Con la
repressione, con la minaccia,
come nelle dittature. E allora
giù con l’accusa di essere dei
«terroristi» rivolta a senatori e
repubblicani del calibro di
Ted Cruz, che il 6 gennaio han-
no osato non certificare la vit-
toria chiedendo inchieste se-
riamente a quanto accadde
con la messa in stato d’accusa
del 2019, stavolta i deputati re-
pubblicani non terranno una
linea comune. La presidentes-
sa della conferenza repubbli-
cana alla Camera (e storica
critica di Trump), Liz Cheney,
ha dichiarato ieri che verrà
concessa libertà di coscienza
sul tema. Nel mentre infuria il
dibattito parlamentare. Se i
democratici difendono a spa-
da tratta l’impeachment, sva-
riati esponenti repubblicani –
come il senatore del South Ca-
rolina Lindsey Graham – so-
SOTTO TIRO L’esponente repubblicano Ted Cruz
rie su presunti brogli elettora-
li. Giù con un impeachment
privo di qualunque supporto
costituzionale, leggere Alan
Dershowitz per capire, per-
ché la decisione che oggi la Ca-
mera con squilli di trombe in-
tende prendere va poi portata
al Senato; dove si deve istruire
un processo con accusa e dife-
sa e voto finale di due terzi al-
meno dei senatori. Tutto ciò
non solo non potrà essere fatto
per il 20 gennaio, ma non si
applica a un presidente non
più in carica.
MERCOLEDÌ
13 GENNAIO 2021 13
stengono che, imboccando
questa strada, si rischi soltan-
to di creare ulteriore divisio-
ne.
Si avvicina intanto il 20 gen-
naio, data dell’inaugurazione
della presidenza Biden. Te-
mendo nuovi disordini, le for-
ze dell’ordine stanno incre-
mentando le misure di sicu-
rezza. Trump ha in tal senso
decretato lo stato di emergen-
za a Washington Dc fino al 24
gennaio. Tutto questo, mentre
il Monumento a Washington è
stato chiuso ai visitatori a cau-
sa di «minacce credibili». L’F-
bi ha frattanto reso noto che
potrebbero verificarsi «prote-
ste armate» nella capitale e in
altre cinquanta città nei gior-
ni immediatamente prece-
denti all’inaugurazione. Il Bu-
reau ha anche parlato di mi-
nacce nei confronti di Biden,
della Pelosi e della vicepresi-
dentessa in pectore, Kamala
H ar r i s, senza contare una
possibile «rivolta», nel caso
Trump venisse destituito. Un
Trump che ha già fatto sapere,
nei giorni scorsi, di non aver
comunque intenzione di par-
tecipare all’insediamento del
suo successore. Tuttavia, se-
condo alcune indiscrezioni
recenti, non è escluso che sua
figlia, Ivanka, possa decidere
alla fine di essere presente.
L’Fbi ha inoltre annunciato ie-
ri di aver arrestato un uomo
che avrebbe minacciato di uc-
cidere la Pelosi. Nel frattempo
è stato reso noto che quindici-
mila componenti della Guar-
dia nazionale saranno schie-
rati il giorno dell’inaugurazio-
ne. Secondo quanto riferito
ieri dal sito della Cnn, i funzio-
nari federali starebbero inol-
tre valutando se concedere o
meno permessi a due gruppi,
che vorrebbero organizzare
manifestazioni di protesta a
Washington contro l’insedia-
mento di Biden.
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[Ansa]
È che temono che i prossimi
4 anni li gestisca lui e che nel
2024 si ripresenti candidato,
perché il trumpismo non esi-
ste ma c’è un nuovo partito re-
pubblicano conservatore e più
popolare. E c’è la convinzione
di un’ingiustizia cocente e di
un nuovo governo che verifi-
cherà i vantaggi economici e di
qualità di vita ottenuti negli ul-
timi quattro anni. Da questa
realtà non si possono prende-
re le distanze: può sembrare
conveniente, sarebbe fatale.
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14 MERCOLEDÌ
13 GENNAIO 2021 LaVerità
LaVerità
Z MAZZETTE ONLINE
Fondi neri e tangenti
Indagati Google e
manager di Leonardo
Ai dieci funzionari soldi e buoni in cambio di commesse pilotate
Il gigante del Web avrebbe ostacolato le attività investigative
di FABIO AMENDOLARA
e ALESSANDRO DA ROLD
n Mazzette digitali per i ma-
nager di Leonardo per un am-
montare di circa 400.000 eu-
ro sarebbero transitate tutte
su Google Payment, il portafo-
glio virtuale del colosso del
web che rende le movimenta-
zioni di denaro più difficili da
tracciare. Ma oltre a questo ci
sarebbero stati anche buoni
carburante, buoni per com-
prare apparecchi digitali nei
negozi Mediaworld o ancora
penne Mont Blanc e regalie di
ogni tipo. Alcuni manager
avrebbero avuto anche uno
stipendio vero e proprio. Di
1.500 euro al mese in alcuni
casi, o una paga di 30.000 euro
all’anno, e persino percentua-
li sulle provvigioni degli ap-
palti assegnati all’a z ie n d a
Trans Part srl di Milano, spe-
cializzata in componentistica
ne ll ’industria dell’aeros pa-
zio, civile e militare.
Il problema è che questi re-
gali come le transazioni,
«frutto della corruzione»,
non sono passate inosservate.
E ora gli investigatori del nu-
cleo di polizia economico fi-
nanziaria di Milano della
guardia di finanza stanno cer-
cando di riannodare i fili che
Il tesoretto extra
contabile sarebbe
stato nascosto
in tre paradisi fiscali
portano appunto a Leonardo,
l’azienda italiana attiva nei
settori della difesa, dell’aero-
spazio e della sicurezza, il cui
maggiore azionista è il mini-
stero dell’Economia e delle fi-
nanze. Il gruppo ritorna sotto
i riflettori della magistratura,
dopo le inchieste che nel 2011
travolsero la vecchia dirigen-
za di Piefrancesco Guargua-
glini, poi assolto nei processi.
Quattro dirigenti di una so-
cietà fornitrice, la Trans Part
srl, con sede a Milano, e
750.000 euro di capitale so-
ciale (parte di un di una hol-
ding specializzata nella di-
stribuzione di componenti-
stica e fornitrice del colosso
italiano della difesa), secondo
l’ipotesi investigativa, avreb-
bero corrisposto a dieci fun-
zionari del gruppo ex Finmec-
canica (che sono indagati) re-
galie e compensi per ottenere
delle commesse, anche a fron-
te di contratti fittizi. Tra gli
indagati, oltre a un ex mana-
ger scomparso a novembre,
compaiono Fernanda Tavec-
chia, nel consiglio di ammini-
strazione di Trans Part e Emi-
lio Tafuri, sia dipendente di
Trans Part sia consulente di
Ftb International Corp, que-
st’ultima con sede a New York,
oltre che a Napoli, Torino, Mi-
lano e in Germania. Il gruppo
ACCUSA La contestazione del pm di Milano, Gaetano Ruta
si occupa appunto della com-
ponentistica per principali
costruttori nell’industria ae-
rospaziale, ma opera anche
nel settore petrolchimico,
marittimo e nell’indus tria
medicale.
Stando agli inquirenti, il di-
segno criminoso sarebbe sta-
to questo: avrebbero pagato i
funzionari del gruppo Leo-
nardo per assicurarsi com-
messe dell’attività del gruppo
Trans Part. Stando al decreto
di perquisizione, Tavecchia e
Tafuri avrebbero ottenuto in-
formazioni privilegiate sui
bandi e persino modifiche
delle procedure di appalto,
come proroghe o la disponibi-
lità a concludere gli accordi. I
manager avrebbero anche
prorogato le scadenze per
partecipare ai bandi, in modo
tale che alla fine a spuntarla
sarebbe stata sempre Trans
Part Srl. Da fonti vicine all’a-
zienda confermano che non ci
sono manager indagati e che
l’azienda, indicata come par-
te offesa nel procedimento,
sta collaborando con la Pro-
L’EX MINISTRO PD
MARTINA LASCIA LA CAMERA E PIANTA LA TENDA ALLA FAO
n «Lascerò le mie responsabilità politiche e
istituzionali nazionali per iniziare l’espe-
rienza in Fao come special advisor e vicedi-
cura. Nel decreto di perquisi-
zione si spiega che i reati cor-
ruttivi andavano avanti alme-
no dal 2014 e che sarebbero
continuati per tutto il 2019.
Ieri pomeriggio i finanzieri
si sono presentati nelle sedi di
Roma e di Pomigliano d’Arco
(Napoli), dove si sviluppano
alte tecnologie per applica-
zioni aerospaziali, radar, ma
si producono anche beni e
rettore generale aggiunto». L’annuncio è del-
l’ex segretario Pd ed ex ministro Maurizio
Martina, che lascerà lo scranno da deputato.
servizi di carattere strategico
per la sicurezza e la difesa del
Paese. Lì, neanche un mese fa,
s o n o s tat i r ubat i c i rc a
100.000 file, circa 10 gigabyte
di dati, tramite un’operazione
cybercriminale che, stando a
quanto è stato ricostruito, an-
dava avanti da diversi anni. E
ieri, come un fulmine a ciel
sereno, è caduta la seconda te-
gola. Il pubblico ministero
MERCOLEDÌ
13 GENNAIO 2021 15
della Procura di Milano Gae-
tano Ruta procede per reati
fiscali, corruzione tra privati
e riciclaggio. In totale nell’in-
chiesta sono 14 le persone fisi-
che indagate (tra le quali ci
sono i dieci dipendenti di Leo-
nardo), e tre quelle giuridi-
che. Due delle quali, indagate
per la legge 231 sul riciclaggio,
ci sono Google Ireland e Goo-
gle Payment. Perché, ipotizza
la Procura, avrebbero «impe-
dito l’identificazione» di chi
effettuava i bonifici, ostaco-
lando l’inchiesta giudiziaria.
Stando alla ricostruzione
investigativa, i fondi neri ve-
nivano «distratti» dalle vere
commesse pagate da Leonar-
do alla Trans Part e trasferiti
nei paradisi fiscali, e quindi
fatti sparire. Si tratterebbe di
circa 6 milioni di euro in sei
I bonifici arrivati
in Italia tramite
la piattaforma online
non erano tracciabili
anni (dal 2012 al 2018). Un ma-
re di denaro finito, tramite
una azienda con sede negli
Stati Uniti facente parte della
holding Trans Part, in società
offshore con sede a Panama,
Regno Unito e Irlanda. Il valo-
re dei bonifici rientrati in Ita-
lia e presumibilmente usati
per pagare le mazzette am-
m o nta , i nve c e, a c i rc a
400.000 euro. Il valore com-
plessivo del sistema corrutti-
vo, sottolineano gli investiga-
tori, è comunque ancora da
accertare. Anche perché l’in-
chiesta non è ancora in una
fase avanzata. I capitali,
avrebbero accertato gli inve-
stigatori, sarebbero rientrati
con l’appoggio di due ricicla-
tori che usavano prettamente
la piattaforma digitale di Goo-
gle. L’anomalia riscontrata
dai finanzieri è questa: nei
conti italiani che poi riceveva-
no le operazioni il nome di chi
disponeva il pagamento non
veniva specificato, ma dichia-
rato come Google Payment.
Per gli investigatori le due
piattaforme digitali di Google
avrebbero, con le loro condi-
zioni, ostacolato l’identifica-
zione di chi veramente effet-
tuava i bonifici dall’e s te ro
usati poi per corrompere i di-
rigenti italiani.
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16 MERCOLEDÌ
13 GENNAIO 2021 LaVerità
LaVerità
Z IL RISIKO DEI CIELI
L’Ue fa a pezzi il piano
per salvare Alitalia
In vista la procedura
di infrazione
Lettera con 100 condizioni: la linea morbida vale solo con Parigi
e Berlino. Nel 2020 Roma ha buttato 3 miliardi nella compagnia
di DANIELE CAPEZZONE
n La notizia, an-
ticipata da MF-
Milano Finanza e
poi esplosa ieri, è
clamorosa: uno
schiaffo in faccia,
violento e rumoroso, assestato
da Bruxelles al governo italia-
no sul dossier Alitalia. Inten-
diamoci bene: si tratta delle
stesse autorità europee che
spesso, dinanzi alle operazio-
ni tedesche e francesi, si ben-
dano entrambi gli occhi. In
ogni caso, in una lettera duris-
sima, la Commissione Ue, at-
traverso la dg competition, po-
ne quasi 100 condizioni all’Ita-
lia, giudica troppo deboli e ina-
deguate le misure per sancire
la discontinuità con il passato,
e subordina a una serie di ri-
chieste assai impegnative il
suo eventuale ok all’operazio-
ne. Altrimenti? È già pronta
una procedura per aiuti di Sta-
to che assomiglierebbe a una
pietra tombale. Decisamente
uno scenario non facile per la
compagnia guidata dal presi-
dente Francesco Caio.
I due binari su cui si muove
Bruxelles sono quelli classici
quando sono in gioco il salva-
taggio e la ripartenza di un as-
set pubblico o semipubblico:
regole di mercato e cesura con
il passato. Ecco il passaggio
centrale della lettera: «Gli as-
set dovrebbero essere venduti
attraverso una gara trasparen-
te e non discriminatoria; la ne-
wco non dovrebbe avere il fo-
I 388 milioni per il porto di Trieste
diventano un omaggio alla Merkel
Amburgo si prende la piattaforma logistica mentre arrivano i soldi del Recovery plan
di ALESSANDRO DA ROLD
n Dalla Cina alla Germania
il passo è breve. Accade così
che il porto di Trieste, tra i
più strategici in Italia e in
Europa per movimentazio-
ne di rinfuse liquide (ovvero
petrolio), sia passato dal fi-
nire nelle mani di Pechino a
quelle dei tedeschi. Dalla
padella alla brace, ironizza-
no gli esperti. Tra gli addetti
ai lavori si spiega che agli
Stati Uniti non avrebbero
apprezzato l’influenza cine-
se su un porto così fonda-
mentale per lo stoccaggio di
greggio. Lo scalo ha una po-
sizione geografica che per-
mette di essere un punto di
snodo dell’oleodotto Tran-
salpino (Tal) che approvvi-
cus sul business aviation,
mentre handling e manuten-
zione dovrebbero essere ven-
duti a terzi; alcuni slot su aero-
porti congestionati andrebbe-
ro ceduti; il brand Alitalia non
dovrebbe essere mantenuto
nella newco».
Com’è evidente, si tratta di
una bocciatura totale della
strada seguita finora dal go-
verno. E, guardando al futuro,
non meno impegnative sono le
altre richieste della Commis-
RISPARMIO
Intesa Sanpaolo
e Bei lanciano
S.a.v.e. virtual tour
n Partirà il 19 gennaio la
prima edizione del S.a.v.e.
2021 virtual tour, curato
dal Museo del risparmio
di Intesa Sanpaolo e da Bei
institute: un percorso
virtuale per sensibilizza-
re gli studenti all’uso con-
sapevole delle risorse fi-
nanziarie e ambientali. Il
presidente di Intesa, Gian
Maria Gros-Pietro, ha
detto: «Siamo convinti
che l’uso consapevole del
denaro e la giusta atten-
zione allo spreco rappre-
sentino due elementi es-
senziali per diventare cit-
tadini attivi, capaci di co-
struire un domani miglio-
re per tutti».
giona il 40% del fabbisogno
di petrolio dell’intera Ger-
mania, il 90% dell’Austria e
il 50% della Repubblica Ce-
ca.
Negli ultimi mesi è stata
perfezionata quella che i
grandi quotidiani italiani
hanno definito la «germa-
nizzazione» del porto. E po-
chi giorni fa - guarda caso in
concomitanza con i lavori
sul Recovery plan da parte
del governo Conte - la Ham-
burger hafen und logistik ag
(Hhla) - che gestisce il porto
di Amburgo - ha preso la
maggioranza della nuova
piattaforma logistica Trie-
ste (Plt). L’idea è che grazie
al nuovo terminal ci sarà
una maggiore connessione
tra Nord Europa e Mediter-
sione: quali voli strategici sia-
no previsti, quali siano le stime
future di profittabilità, più
una serie di dubbi ed eccezioni
sulla parte finanziaria.
Giova ricordare che lo Stato
italiano, solo nel 2020, ha
iniettato oltre 3 miliardi di ri-
sorse pubbliche: denaro dei
contribuenti, peraltro per
u n’azienda che era in crisi
drammatica già prima che
scoppiasse l’emergenza Co-
vid. Anzi, per paradosso il co-
ronavirus, pur avendo un ef-
fetto devastante sul comparto,
ha massacrato più altre com-
pagnie (che sarebbero state in
grado di fare profitti) rispetto
alla già disgraziata condizione
di Alitalia: in altre parole, lo
stop forzato ai voli poteva esse-
re - lo ripetiamo ancora: para-
dossalmente - un vantaggio
per il soggetto più in difficoltà,
messo dalle circostanze sullo
stesso piano degli altri. E inve-
ce? Il rischio è che siano stati
bruciati invano oltre 3 miliardi
dei cittadini per un’operazio-
ne ora stroncata dall’Ue.
Durissimo il giudizio di An-
drea Giuricin, esperto del set-
tore: «La bocciatura Ue per il
piano industriale a trazione
politica non sarà facile da ri-
solvere». E poi l’inevitabile do-
manda sulla difficoltà di giu-
stificare «i 3,3 miliardi dati dal
contribuente nel 2020 per una
compagnia in difficoltà prima
del Covid». Secondo Giuricin,
rispetto a tre opzioni teoriche
(soluzione statale, oppure so-
luzione di mercato, oppure
raneo, tra Mare Adriatico e
Mare del Nord, tra Trieste e
la Germania.
L’infrastruttura è stata ri-
nominata Hhha plt Italy e
diventerà operativa a feb-
braio. Il condizionale è
d’obbligo. Sia perché i tede-
schi non fanno prigionieri
(e sono molto attenti soprat-
tutto alle loro di infrastrut-
ture), sia perché non sono
ancora chiare le clausole
contenute nella scalata.
Non solo. È la concomitanza
dell’operazione con i soldi
in arrivo a Trieste dal Reco-
very plan a creare malumo-
ri. È previsto uno stanzia-
mento di 388 milioni di euro
che, secondo diversi anali-
sti del settore, potrebbero
rappresentare un vero e
trattativa diretta e integrazio-
ne in un grande gruppo), Bru-
xelles chiede nettamente la se-
conda. Che però, per mille ra-
gioni politiche e perfino cultu-
rali, è la più indigeribile per
grillini e Pd.
A rendere tutto ancora più
surreale, è il gran silenzio del
governo e della maggioranza.
Colpiti così pesantemente,
avrebbero dovuto reagire a te-
sta alta, difendere la propria
strategia (ammesso di averne
una), dare conto degli oltre 3
miliardi di risorse pubbliche e
del senso di questa iniezione
finanziaria, rispondere a Bru-
xelles in modo insieme pun-
tuale sulle contestazioni e con
una visione politica comples-
siva. E invece, per ora, sembra
prevalere un silenzio imbaraz-
zato.
Silenzio che appare ancora
più rumoroso nel momento in
cui tutto il teatro della crisi di
governo, qualunque ne sia l’e-
sito, ha per oggetto proprio il
Recovery plan e il rapporto
proprio regalo alla Germa-
nia di Angela Merkel. Altri
500 saranno destinati al
porto di Genova.
Trieste è l’unico porto ita-
liano tra i primi dieci in
Europa per la movimenta-
zione di petrolio, ma resta
fuori dalla classifica dei pri-
mi 20 in assoluto a livello
europeo. Il nostro sistema
fa fatica proprio per man-
canza di infrastrutture, tan-
to che si calcola che il primo
porto italiano sia capace di
movimentare sette volte
meno del primo porto in
Europa. Sulla distribuzione
dei fondi europei è stata de-
cisiva la stessa autorità por-
tuale di Trieste, ovvero Ze-
no D’Agostino, anche per-
ché il manager vicino a Ro-
con l’Europa. Possibile che su
un punto tanto significativo e
dirimente non si riesca ad arti-
colare una posizione? Anzi,
nemmeno a difendere le azio-
ni compiute finora?
La sensazione è che sia la
realtà a bussare alle porte del
governo, senza che nessuno
sia in grado di dare risposte
convincenti. Esempi? L’eco-
nomia reale è nelle condizioni
che sappiamo, e si teme uno
tsunami di fallimenti e licen-
ziamenti nel prossimo seme-
stre. Della situazione di Ilva, si
sono perse le tracce. Alitalia è
nella condizione che abbiamo
appena descritto. E quanto ad
Autostrade, altro terreno per
MARE ADRIATICO Il porto internazionale di Trieste
mano Prodi ha diversi inca-
richi nella pubblica ammi-
nistrazione. D’Agostino in-
fatti è anche presidente di
Ram (Rete autostrade medi-
terranee spa), società pub-
blica del ministero dei Tra-
sporti di Paola De Micheli
impegnata nelle catene logi-
stiche per camion e semiri-
morchi via mare. Da luglio è
anche a capo di Uirnet, so-
cietà pubblica nata nel 2005
e controllata dal Mit per la
realizzazione e la gestione
della piattaforma logistica
nazionale digitale. Proprio
in quanto presidente di Uir-
net ha potuto partecipare
alla cabina di regia insieme
con il governo Conte. D’Ago-
stino è anche vicepresiden-
te dell’European sea ports
MERCOLEDÌ
13 GENNAIO 2021 17
MANAGER Francesco Caio ,
presidente di Alitalia Ita [Ansa]
I CONTI
Banca Generali
Le soluzioni gestite
crescono del 91%
n La raccolta netta totale
di Banca Generali a di-
cembre è stata pari a 782
milioni (+27%) e ha segna-
to un record per qualità
della composizione. Le so-
luzioni gestite si sono at-
te s tate a 73 7 m i l i o n i
(+91%), il valore più alto di
sempre su base mensile.
Nel 2020 la raccolta ha
sfiorato i 5,9 miliardi
(contro 5,1 nel 2019). Le so-
luzioni gestite hanno rag-
giunto i 3,2 miliardi (+71%)
con un’accelerazione nel-
l’ultimo trimestre di 1,3
miliardi. Le masse totali a
fine 2020 sono superiori a
74 miliardi. L’ad Gian Ma-
ria Mossa ha detto: «Di-
cembre è stato uno dei mi-
gliori mesi di sempre nella
storia della banca e pur
con tutte le complessità e
criticità di questa terribi-
le crisi siamo stati in gra-
do di aumentare comples-
sivamente nell’anno i flus-
si di raccolta arrivando a
sfiorare i 6 miliardi».
eccellenza della propaganda
grillina, tutto è bloccato (dopo
quasi cinque mesi e mezzo dal-
l’inaugurazione del nuovo
ponte Genova San Giorgio, il 3
agosto scorso), con l’offerta
della cordata Cdp reputata da
Atlantia inferiore alle attese, e
con un braccio di ferro sul va-
lore dell’operazione che non è
certo destinato a risolversi né
presto né facilmente.
Tutti i dossier procedono al
rallentatore, insomma. Un po’
perché il governo è paralizza-
to, un po’ perché qualcuno at-
tende, a questo punto, un
eventuale cambio di esecuti-
vo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
[iStock]
organisation (Espo). A pagi-
na 113 del documento del
Piano nazionale resistenza
e resilienza si parla proprio
dello «sviluppo del porto di
Trieste» e si legge che «è
prevista la realizzazione del
progetto Adriagateway di
potenziamento complessi-
vo del sistema logistico del
porto di Trieste sia con rife-
rimento alla parte termina-
listica che a quella dei colle-
gamenti ferroviari».
Ma quali saranno le stra-
tegie dei tedeschi? Va ricor-
dato che secondo il diretto-
re generale delle Dogane,
Marcello Minenna, il 70%
dell’export italiano è ormai
in mano a operatori logistici
stranieri.
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18 MERCOLEDÌ
13 GENNAIO 2021 LaVerità
LaVerità
Z ALLEANZA AL CAPOLINEA
Putin scarica Lukashenko: deve andare via
Il leader russo ha deciso di mollare il dittatore bielorusso travolto dalla crisi economica e dalle incalzanti rivolte popolari
Il piano di Mosca prevede nuove elezioni presidenziali e forti aiuti economici: il cambio della guardia previsto entro il 2021
di ALDO FORBICE
n «Vivo a Ro-
ma, sono spo-
sata con un ita-
liano ed ho una
figlia, ma non
posso andare a
Minsk per andare a trovare
i miei genitori. È difficile
che mi diano il visto e dopo
forse non riuscirò a rien-
trare a Roma. E i miei geni-
tori anziani possono subire
angherie dal regime. Mio
marito, un imprenditore,
ha paura e non vuole ac-
compagnarmi in Bielorus-
sia». Ludmilla, una signora
di Minsk, che vive nel no-
stro paese da quindici anni,
è l’anima della piccola resi-
stenza in Italia contro il
dittatore Aleksandr Luka-
shenko, che ha dichiarato
di aver vinto – con i brogli,
gli arresti dei dissidenti, la
repressione violenta – le
elezioni dell’agosto scorso.
Il despota, in carica da 26
anni, si è autoproclamato
presidente, ma queste ele-
zioni sono contestate da
quasi tutto l’Occidente, a
cominciare dall’Unione eu-
ropea. Proprio il Parlamen-
to di Bruxelles ha conse-
gnato nei giorni scorsi il
Premio Sakharov a tre don-
ne, in rappresentanza del-
l’opposizione bielorussa.
Tre donne che guidano il
L’uomo forte
di Minsk è in carica
da oltre
un quarto di secolo
Il suo obiettivo
è portare
a conclusione
il mandato nel 2025
movimento di resistenza
contro il regime. Solo una
di loro (Maria Kolesnikova)
si trova in Bielorussia, in
carcere, ed è sorvegliata a
vista con l’accusa di «mi-
nacciare la sicurezza na-
zionale». Un’altra donna,
Svetlana Tikhanovskava, è
la moglie di un candidato
alla presidenza bielorussa
fatto arrestare da Luka-
shenko, e la terza, Veroni-
ka Tsepkalo, è la compagna
di un militante fuggito al-
l’estero. Queste due ultime
donne sono state costrette
a scappare in Lituania, do-
ve continuano a lottare per
la libertà del loro Paese. Le
tre donne coraggiose sono
riuscite a sensibilizzare,
per la prima volta dall’indi-
pendenza dall’Urss (1991)
anche le donne facendole
attivamente partecipare al-
la lotta contro il regime.
Anche una nonna di 73 an-
ni, Nina Bahinskaja, ferma-
ta più volte dalla polizia
perché portava la bandiera
nazionale nei cortei, è di-
ventata molto popolare. È
diventata ora una icona
della resistenza bielorussa,
amata soprattutto dalle
nuove generazioni, dopo
che la sua foto (una nonni-
na, con una grande bandie-
MERCOLEDÌ
13 GENNAIO 2021 19
met, che era stato più volte
minacciato di morte da mi-
litanti del regime e che
qualche anno fa è stato tro-
vato morto a Kiev (il 20
luglio 2016) per l’esplosio-
ne di una bomba collocata
nella sua auto. Sembra
dunque di essere vicini alla
resa dei conti. Il regime
cerca disperatamente di
sopravvivere con la repres-
sione, la corruzione sem-
pre più diffusa e le violenze
di ogni tipo. Il suo alleato
storico, d’altra parte, non
sembra più disponibile a
sostenerlo. E proprio qual-
che giorno fa Putin ha sol-
lecitato Minsk ad attuare le
riforme costituzionali pro-
messe. Lukashenko si sfor-
za, ancora una volta, di
guadagnare tempo propo-
nendo un referendum, co-
me quello promosso da Pu-
tin in Russia, per poter
governare per altri 12 anni.
Ma Mosca ha fatto capire di
non insistere anche perché
in Bielorussia la crisi eco-
nomica ha raggiunto livelli
mai conosciuti prima. Nei
prossimi mesi questo paese
di dieci milioni di abitanti
rischia una gravissima crisi
finanziaria e valutaria. In-
fatti, l’incessante fuga di
capitali e il limitato accesso
al credito sta provocando
un’inflazione elevata, una
EX ALLEATI Si avvia a conclusione il lungo sodalizio geopolitico tra Vladimir Putin e Aleksandr Lukashenko [Getty] svalutazione monetaria e
ra in mano che staziona c’è solo da sperare che non un regime che la popolazio- nelle carceri, senza che le
tutti i giorni davanti all’in- si tratti dell’ennesima «sce- ne non ama. E non basta famiglie venissero infor- Il capo
gresso del suo condominio) neggiata» per prendere certo a Lukashenko farsi mate. Il regime non rispar-
ha fatto il giro del mondo. tempo. La richiesta era sta- chiamare dalla gente «bat- mia la repressione degli op- del Cremlino
In una intervista nonna Ni- ta fatta da Putin qualche ka» (padre): un titolo che positori neppure all’estero.
na ha dichiarato: «Non ho mese fa in un vertice a veniva popolarmente usato Pochi giorni fa l’ex capo dei sostiene
paura per me: da anni resi- Sochi, quando, per indora- ai tempi degli zar. Ora la servizi segreti di Minsk, che i cittadini
sto ai soprusi, ma non mi re la pillola, era stato con- pressione delle opposizioni fuggito a Londra, ha rivela-
voglio arrendere e lasciare cesso al presidente bielo- è diventata più ampia, to al giornale Eu Observer hanno bisogno
alle future generazioni un russo un prestito di un mi- coinvolge ampi strati della che nel mirino del regime
Paese in ginocchio, corrot- liardo e mezzo di dollari. popolazione, che non si rie- vi sono giornalisti, politici
«di riforme
to e senza speranza». Per ringraziarlo Lukashen- sce facilmente a fermare. e diplomatici e che una e soprattutto
Negli ultimi giorni si è ko, implorante, ha definito Infatti, in più occasioni, serie di omicidi politici so-
registrato un fatto nuovo il leader russo, in una diret- centinaia di migliaia di per- no stati già attuati, anche di di democrazia»
che fa molto sperare in una ta televisiva, «il nostro fra- sone hanno circondato la recente, in Germania. Per
svolta. O almeno così sem- tello maggiore». Oltre a residenza del presidente questi delitti è stata pagata
bra. Vladimir Putin ha ri- nuove risorse finanziarie bielorusso e non sono stati dal governo bielorusso la una possibile crisi del si-
badito a Lukashenko, che era stato chiesto a Putin un sufficienti nei mesi scorsi cifra di un milione e mezzo stema bancario. E Mosca
dopo 26 anni «il popolo ha aiuto militare, con lo stan- alcune migliaia di arresti di di dollari. Fra le vittime di non sembra più disposta a
bisogno di riforme e so- ziamento di truppe russe dissidenti (trentamila, se- Lukashenko, ci sarebbero pompare nuove risorse, al-
prattutto di democrazia». nel territorio bielorusso, condo Amnesty Internatio- l’ex direttore del carcere n. meno sino a quando Luka-
Questo significa che la Co- ma questa richiesta è rima- nal), fra cui 200 militanti 1 di Minsk, Oleg Alkaev, l’ex shenko continuerà a farsi
stituzione dovrà essere ra- sta senza risposta. politici, che sono stati sot- capo delle forze speciali, eleggere presidente. Sarà
pidamente riformata per Il dittatore di Minsk for- toposti a torture sistemati- Vladimir Brodach, e l’ex infatti molto difficile atti-
garantire la rappresentan- se ha cominciato a rendersi che. Ricordiamo che la Bie- capo del dipartimento anti- rare in queste condizioni
za anche alle minoranze conto che il suo tempo da lorussia è ormai l’unico corruzione, Vya ach e s l av nuovi investimenti stranie-
etniche e politiche. Il lea- presidente è finito e che Stato europeo a prevedere Dudkin. ri e incrementare gli scam-
der bielorusso sembra che neppure l’alleato storico è la pena di morte. Le ultime Nell’intervista si parla bi nei mercati esteri occi-
abbia acconsentito, certo più disponibile fare altre quattro esecuzioni sono anche di un noto condutto- dentali. L’obiettivo sembra
non con entusiasmo. Ora concessioni per puntellare state eseguite in segreto, re televisivo, Pavel Shere- ora quello di convincere il
dittatore di Minsk a molla-
re il potere, facendogli ca-
pire che non vi sono più le
REGGE IN APPELLO LA SENTENZA CONTRO LA COSCA MAFIOSA DI OSTIA condizioni per arrivare al
2025 (come pretenderebbe
Azzerato il clan Spada: un ergastolo e 150 anni di carcere lui).
Putin sta cercando cioè
di trovare una via d’uscita,
n Conferma dell’ergastolo solo per settembre del 2019. Nel dettaglio, que- chiuso ieri in Appello faceva riferi- suggerendo una transizio-
Roberto Spada e altre 16 condanne per sti i provvedimenti di condanna: Otta- mento alla maxi operazione delle forze ne morbida con nuove ele-
un totale di oltre 150 anni di reclusio- vio Spada detto Marco si è visto confer- dell’ordine, denominata «Eclissi», che zioni presidenziali. Non vi
ne. Si è chiuso così davanti alla prima mare i 16 anni di carcere, così come il 25 gennaio 2018 portò agli arresti di sono altre alternative prati-
Corte d’assise d’appello di Roma il ma- Ruben Alvez del Puerto (10 come deci- 32 persone legate al clan Spada. Tra gli cabili per evitare un de-
xi processo al clan degli Spada di Ostia. so in assise). Gli altri imputati hanno episodi contemplati nel capo di impu- fault economico e una ri-
La corte presieduta da Andrea Cala- beneficiato di sconti di pena, in virtù tazione, c’è anche il duplice omicidio volta popolare ingoverna-
bria ha cancellato due ergastoli inflitti di alcune assoluzioni: Silvano Spada (6 di due esponenti di un clan rivale, «Ba- bile. E tutto questo – ha
in primo grado: il boss Carmine Spada anni), Vittorio Spada (7 anni), Nando ficchio» (Giovanni Galleoni) e «Sorca- ammonito duramente il
è stato condannato a 17 anni di reclu- De Silvio (6 anni), Daniele Pergola (6 nera» (Francesco Antonini), avvenuto leader del Cremlino –dovrà
sione e Ottavio Spada detto Maciste a anni), Alessandro Rossi (6 anni), Saber il 22 novembre del 2011, di giorno e nel avvenire prima delle ele-
12 anni e mezzo. Dunque, secondo i Maglioli (6 anni), Rami Serour (8 anni), centro di Ostia. Tra gli altri reati con- zioni parlamentari russe,
giudici, il clan degli Spada di Ostia è Mauro Carfagna (2 anni e 11 mesi), Ro- testati anche usura, favoreggiamento, previste quest’anno. E su
un’associazione per delinquere di tipo berto Pergola (3 anni), Fabrizio Rutilo estorsione, lesioni personali aggrava- questo obiettivo sembrano
mafioso. Una decisione che ricalca (7 anni), Claudio Fiore (5 anni) e Mauro te, violenza privata e incendio. convergere anche tutti i
quanto valutato in primo grado il 24 Caramia (5 anni). Il procedimento © RIPRODUZIONE RISERVATA leader dell’opposizione.
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20 MERCOLEDÌ
13 GENNAIO 2021 LaVerità

Z GUIDA TV
LaVerità
Z L’ANTICIPAZIONE DI «PANORAMA»
Il «mantovano volante» che umiliò
i bolidi tedeschi con metà dei cavalli
Una biografia ricostruisce la figura di Tazio Nuvolari, pilota icona e pioniere dell’automobilismo italiano
Gracile, e quindi leggerissimo, riuscì a dominare le Mercedes al Nürburgring con un’Alfa Romeo «di scorta»
Di seguito proponiamo dei bra-
ni dell’articolo - presente nel
numero di Panorama in edico-
la- firmato da Lorenzo Del Boca
e incentrato sulla figura quasi
mitica di Tazio Nuvolari. Pio-
niere del motorismo italiano, è
stato un pilota leggendario che
ha unito il proprio nome a quel-
lo di Alfa Romeo e Ferrari.
di LORENZO DEL BOCA
n A tutta prima, nessuno gli
avrebbe riconosciuto il timbro
dell’atleta. Piccolino, tutto pel-
le e ossa, senza un grammo di
grasso ma anche senza un
grammo di muscolatura. E poi
con quel nome - Tazio - che
sembrava uscito dai manuali
di letteratura latina per chi
aspirava alla direzione della
Biblioteca vaticana. Solo l’urlo
con la gola piena che accompa-
gnava le sue corse in automo-
bile, quando affrontava il cuo-
re delle curve a gomito - quello
sì - rivelava la tempra del lotta-
tore che, gli avversari, li voleva
soltanto per sconfiggerli. Nu-
volari - Tazio Nuvolari - man-
tovano di Castel d’Ario, prima
di diventare una leggenda dei
circuiti automobilistici fu il
profeta di un tempo nuovo.
Era nato alla fine dell’Otto-
cento, quando lo spazio e la vi-
ta si misuravano a passi. I ca-
valli erano quelli che trainava-
no i carri e il raggio d’azione
era fisicamente ridotto a pochi
chilometri. I cavalli a motore
arrivano con il Novecento e, al-
meno all’inizio, apparvero una
stravaganza per ricchi annoia-
ti. Eppure marcarono il pas-
saggio fra la civiltà contadina e
quella industriale. Lasciare la
vecchia strada per la nuova
sembrava un azzardo e le novi-
Il debutto di «Nivola»
su quattro ruote
avvenne all’età
di 11 anni, nel 1903,
quando, una notte,
rubò l’automobile
al padre
agricoltore
tà tecnologiche, altro che incu-
riosire, appariva
In 300 pagine dedicate a Ta-
zio Nuvolari: le vittorie, il co-
raggio, il dolore (Baldini+Ca-
stoldi) Pino Casamassima,
giornalista e autore teatrale,
racconta tutto questo: il cam-
pione, capace di trionfare sui
circuiti di mezzo mondo, ma
anche quell’epoca di mezzo
con i contadini che alzavano la
schiena dai solchi da seminare
per entrare nelle fabbriche
che cominciavano a punteg-
giare la campagna altrimenti
omogenea. L’elettricità che so-
stituiva le candele. L’acqua che
poteva arrivare direttamente
in casa, evitando di tirarla dal
pozzo. E la radio che violava i
confini importando voci - per-
sino…! - dalle Americhe. […] Di
automobili, a quel tempo, ne
esistevano poche migliaia in
INDIMENTICATO
Tazio Nuvolari siede a bordo
di una Jaguar XK120 in una
delle sue ultime gare [Getty]
Europa e poche centinaia in
Italia. Alcuni di quei trabiccoli
tremolanti si sfidarono sulla
strada sterrata che da Parigi
portava a Rouen. Il più veloce,
a percorrere quei 126 chilome-
tri, impiegò 6 ore e 48 minuti,
correndo (si fa per dire) alla
media di 18 chilometri l’ora.
[…] Un esemplare di quei primi
tentativi di modernità l’aveva
comprato Arturo, padre di Ta-
zio, un agricoltore benestante
con una quantità di mezzadri
alle sue dipendenze e con di-
sponibilità economiche supe-
riori alla media.
Il «Nivola» la «rubò», una
notte, per verificare che cosa
significasse guidare. Aveva 11
anni, e fu facile accorgersi che
il suo lavoro sarebbe stato con
MERCOLEDÌ
13 GENNAIO 2021 21
un volante fra le mani.
La prima gara in auto arrivò
il 20 marzo 1921. Si presentò al
«via» della Coppa di Verona
con la Ansaldo 4CS di famiglia.
Non lo conoscevano e, alla par-
tenza, nessuno dei veterani lo
degnò di uno sguardo. Per que-
sto la sua vittoria suscitò mag-
giore sorpresa. Al Circuito del
Tigullio uscì tre volte di strada.
Ogni volta, a forza di nervi, ri-
mise l’auto in carreggiata. L’ul-
timo incidente fu il più ri-
schioso: si ritrovò sullo stra-
piombo della costiera ligure,
l’avantreno anteriore oltre
l’orlo del burrone.
«Ma se ti dicono che sono
morto», rassicurava la moglie
Carolina, «non ci credere per-
ché non è vero». Glielo diceva
in dialetto: «Te credet mia…!».
Come quella volta, a Stoccar-
da, sul Circuito Solitude (12
settembre 1926) quando volò
fuori di strada, schiantandosi
contro i parapetti. Lo raccolse-
ro che sembrava in fin di vita,
le prime notizie d’agenzia -
esagerando - comunicarono
che il grande campione era
morto. Alla sua casa di Castel
d’Ario si presentarono in pa-
recchi con la faccia di circo-
stanza. «Si faccia forza signo-
ra» insinuavano con fastidiosa
supponenza. Ma lei - Carolina -
obbedì a Tazio che le aveva im-
posto di non credere. «Mor-
to?», fu il suo commento. «Ve-
dremo… Lo ha detto la radio?
Vedremo…! Intanto voi desi-
derate qualcosa? Un cor-
dial…?».
[…] Nel 28 luglio 1935 a Nür-
burgring, al Gran Premio di
Germania. Doveva vedersela
con le Mercedes e le Auto
Union, costruite per glorifica-
re il regime nazista e dimostra-
re la superiorità della razza
teutonica. La scuderia del «Ni-
vola» disponeva di un bi-moto-
re competitivo. L’aveva co-
struito la Ferrari per l’Alfa Ro-
meo. Come potenza era in gra-
do di contrastare i bolidi tede-
schi, ma al prezzo di un’usura
spaventosa delle gomme. Per-
ciò, Nuvolari scelse di gareg-
giare con la «coccinella» del-
l’Alfa che, in mezzo alle lamie-
re luccicanti dei bolidi tede-
schi, sembrava davvero Davi-
de contro Golia.
Il corridore rimase
sempre estraneo
alla politica,
rifiutando la tessera
del Partito fascista
Accettò, invece,
una tartaruga
da D’Annunzio
Eppure, con 255 cavalli con-
tro 500, al traguardo ci arrivò
lui. Erano talmente convinti
della vittoria da preparare una
corona d’alloro sulla misura
abbondante delle teste dei cor-
ridori tedeschi. A Tazio, quel
trofeo, andava bene per le spal-
le.
Fu una vittoria dell’Italia
ma non dell’Italia fascista. A
differenza di Primo Carnera,
campione di boxe arruolato
fra le camicie nere, Nuvolari
restò «indipendente» e al fede-
rale Antonio Aghemo che vole-
va offrirgli la tessera del Parti-
to rispose che la politica non
gli interessava.
Accettò, invece, l’invito di
Gabriele D’Annunzio cui non
mancava il senso dell’ironia. A
Tazio - «mantovano volante» -
regalò una tartaruga.
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22 MERCOLEDÌ
13 GENNAIO 2021
Z LE LETTERE
Sono i democratici
ad aizzare la gente
contro i sovranisti
n Ce li vedete voi, i nostri Matteo
Salvini e Giorgia Meloni, mettersi
alla testa di un movimento che inci-
ta i più facinorosi a occupare il Par-
lamento, alcuni con le armi in ma-
no? Certe teorie le ha sostenute il
direttore della Stampa, Massimo
Giannini, il quale sarà anche un
ottimo giornalista (quando vuole),
ma lo abbiamo per anni sentito
sempre pronto a esprimere parole
di disprezzo per Silvio Berlusconi e
oggi per Salvini. Insisto. Molti non
avranno incitato alla violenza fisi-
ca, ma molti politici e intellettuali
hanno aizzato la gente contro que-
sti sovranisti e populisti.
Pietro Ferretti
email
Fazioso e meschino
chi usa Trump
per colpire la Meloni
n Ferma restando la mia grande
delusione per il comportamento
avventato, controproducente e in-
giustificabile del Donald Trump
post voto presidenziale, ritengo
che strumentalizzare le vicende
Usa per attaccare Giorgia Meloni
sia ignobile e squallido e qualifica
chi lo fa come fazioso e meschino.
Francesco Squillante
Subbiano (Arezzo)
Visto il piano vaccini
la Brexit
è un successo
n Ho un nipote tornato all’Univer-
sità di Warwick, 22.000 studenti,
ateneo dotato di ogni attività sporti-
va e ricreativa che non ha mai chiu-
so. Massimi controlli sanitari, tam-
poni molecolari in mezz’ora, punti
di vaccinazione anche in universi-
tà, in palestre e centri medici e in
città, presso farmacie e medici di
base. Infatti l’Inghilterra viaggia a
200.000 inoculazioni al giorno, fa-
cilitate dalla semplice conservazio-
ne in normali frigoriferi del vaccino
Astrazeneca, su cui Ema e Aifa han-
no profondamente dormito. La
Brexit si sta rivelando un successo
anche per i laureati che vogliono
restare al lavoro. Purtroppo queste
opportunità mi allontaneranno un
nipote già opzionato da una multi-
nazionale dopo due stage estivi.
Walter Luini
Milano
Governo nel pallone:
è capace
soltanto di chiudere
n Viviamo una condizione insoste-
nibile. Un Paese allo stremo psico-
logico, sociale, economico, che se si
continua così non si risolleverà.
Quello che contribuisce a peggiora-
re questo stato di cose è la politica e
in particolare l’azione, anzi, la non
azione del governo, che ha perso la
testa poiché non è più in grado di
dare risposte concrete sia nell’am-
bito sanitario sia in quello econo-
LaVerità
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RISPONDE
MARIO GIORDANO
Ci trattano
da schiavi pure
per 10 euro
mico. Consideriamo la questione
delle zone colorate, che oramai as-
sume caratteristiche surreali, e
quella degli indicatori, che sono
stati rivisit e ridotti. Non se ne esce
più, dato che basta poco per supe-
rare la soglia dell’Rt a 1. Ma come si
può pensare di vivere in questo mo-
do? Dicano i grandi esperti dell’Iss
e del Cts che cosa dovremmo fare:
rinchiuderci a vita in casa? Dicano
dove avvengono i contagi, perché
che senso ha chiudere bar, negozi e
aprirli poi per due giorni? Si deve
convivere con il Covid, lo vogliono
capire governo e comitati vari? Ciò
poi non vuol dire che non si debba-
no adottare precauzioni, dove ne-
cessario. Purtroppo, non serviran-
no i penultimatum di Matteo Renzi
a fermare l’agonia dell’Italia.
Pasquale Ciaccio
email
Ci condannano
a condurre
una non vita
n Si parla di ulteriori restrizioni
nel nuovo dpcm che verrà. Ci siamo
dati alla pazza gioia, sembra, e ora
pagheremo. Come sempre. Può
darsi che qualcuno abbia sgarrato,
ma per chi ha rispettato le regole e i
provvedimenti delle variopinte zo-
ne colorate, con disciplina e pur
LA SCOMMESSA
Dai congiunti
al tampone
Il mini dizionario
della pandemia
di CESARE LANZA
Direttore responsabile
MAURIZIO BELPIETRO
Condirettore
MASSIMO DE’ MANZONI
Vicedirettori
MARTINO CERVO (esecutivo)
GIACOMO AMADORI
FRANCESCO BORGONOVO
Responsabile della piattaforma digitale
CLAUDIO ANTONELLI
© Riproduzione riservata I contenuti di questo giornale sono protetti da copyright e non possono essere ripubblicati in nessuna forma, inclusa quella digitale, senza il consenso scritto della società editrice La Verità Srl
n Caro Giordano, tempo fa sono sta-
to in posta per pagare dei bollettini
per il rinnovo della patente. Ho ver-
sato 10,20 euro su un conto corrente
sbagliato. Mi sono accorto subito
dell’errore e ho chiesto all’impiegata
delle poste di annullare il pagamen-
to. Mi è stato risposto che non era
possibile, perché i pagamenti fatti in
posta non si possono annullare, però
mi è stato spiegato che potevo chie-
dere il rimborso. Sono andato all’A-
genzia delle entrate. Mi è stato dato il
modulo per la richiesta di rimborso,
ma poi, dopo averlo compilato, mi è
stato anche spiegato che le richieste
forte insofferenza, è davvero trop-
po. Evidentemente la soluzione
non è quella giusta. Le feste (anche
se è esagerato definirle tali) natali-
zie sono passate nella più triste so-
brietà, non si può pensare che qual-
che disattento sia il problema di
una nazione. Non è vita quella che
decideranno di presentarci. Non si
può far finta di essere vivi.
Giulia Grosso
Milano
Acquistando Saviano
il «Corriere»
L’Abi ha segnalato
perderà lettori
precocemente
n Siamo capitati in un momento
storico in cui si cerca a tutti i costi i pericoli del bail in
di purificare il presente cancellan-
do il passato. Sono note le immagini
della furia iconoclasta che ha im-
perversato negli Stati Uniti. Ma sia-
mo capitati anche nell’epoca in cui
il Corriere della Sera, primo quoti-
diano nazionale, è passato dalle fir-
me di Dino Buzzati e Italo Calvino a
quelle di Walter Veltroni e Roberto
Saviano. Quando sulle pagine so-
cial del quotidiano milanese è stata
annunciata la notizia del nuovo ac-
quisto di via Solferino, gli utenti
hanno comunicato il loro dissenso:
«Ho appena disdetto l’abbonamen-
to», «Un motivo in più per non rin-
novare l’abbonamento», «Adesso è
n Scommettiamo che non è sempli-
ce proporre un dizionario delle pa-
role della pandemia senza metterci
in ginocchio davanti a chi le ha intro-
dotte e ogni giorno ne straparla? Ci
ho provato. Ecco il risultato.
Autocertificazione: affermate e
firmate quello che più vi conviene.
Nessuno controllerà. A meno che, se
vi beccano, non cominciate a balbet-
tare in modo imbarazzante.
Congiunto: ambiguità e grande ri-
lancio della consanguineità. Possia-
mo frequentare i parenti: anche cu-
gini di terzo o quarto grado, di cui
ignoriamo l’esistenza, ma non gli
amici a cui siamo affezionati.
Controllo: hanno detto che per i
controlli avrebbero impiegato l’eser-
cito! Chi lo ha visto?
Covid: che ci sia ciascun lo dice,
cosa sia nessun lo sa.
Lockdown: significa confinamen-
to. Ma se lo dici in inglese, molti non
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Direttore generale
PIERGIORGIO BONOMETTI
di rimborso inferiori a 12 euro non
vengono accettate. Cosa si può dire
di uno Stato che, quando deve incas-
sare da un cittadino, lo perseguita
fino alla settima generazione, ma se
deve restituire un piccolo errore, se
lo pappa come gentile contributo al-
le sue dissestate finanze? Come con-
troprova di cosa io considero uno
Stato civile, conservo ancora un as-
segno di un dollaro che il governo
degli Usa mi ha rimborsato per un
mio errore senza che io facessi alcu-
na domanda, anche perché non me
ne ero accorto. Non l’ho mai incassa-
to. Da buon italiano mi ero quasi ver-
certo che non vi leggerò più». Come
non capire il dissenso dei lettori?
Saviano è incompatibile con un
giornale moderato. Nelle rimem-
branze più recondite nella storia
del Corsera c’è l’episodio del marzo
del 2006: l’allora direttore Paolo
Mieli, alla vigilia delle politiche,
scrisse un editoriale nel quale di-
chiarò il sostegno del giornale al
leader dell’Ulivo, Romano Prodi. A
causa di quella presa di posizione, il
giornale perse oltre 40.000 copie.
Antonio Cascone
Padova
n Egregio direttore, nell’articolo di
Fabio Dragoni, pubblicato l’11 gen-
naio, in tema di introduzione delle
norme sul cosiddetto bail in, si cita-
no alcune affermazioni contenute
nel position paper dell’Abi del 20
aprile del 2012 in risposta alla con-
sultazione della Commissione eu-
ropea. Tali affermazioni sono
estratte in modo totalmente decon-
testualizzato e non considerano
quanto riportato nella parte intro-
duttiva del position paper e ulte-
riormente precisato in altre parti
del documento: «L’Abi ribadisce la
propria opinione secondo cui l’in-
capiscono e quindi fa più paura.
Mascherina: se non ne sfoggi una
di ultima moda, sei sfigato. Siamo
tornati al Carnevale dell’antica Ve-
nezia. Senza divertimento.
Morte: non importa se ve ne anda-
te all’altro mondo per tumore, infar-
to, vecchiaia o altro. Sarete schedati
comunque come deceduti per il Co-
vid: le statistiche vanno protette.
Smart working: puoi lavorare da
casa. Ma il lavoro ce l’hai?
Tampone: se siete disponibili a fa-
re la fila per ore pur di non pagare
(forse), saprete se avete avuto il vi-
rus. Non lo avete avuto? Potreste co-
varlo in corso. Dipende dal tipo di
tampone. Nessuna certezza.
Terapia intensiva: un gran nume-
ro di medici non ne hanno mai vista
una. Ora sono felici di ricoverarvi al
volo. Cominciate a raccomandarvi a
Dio.
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LaVerità
gognato di averlo ricevuto. Probabil-
mente ero già allora abituato a vivere
in uno Stato canaglia.
Elio Culot
Vimercate (Monza e Brianza)
n Niente da fare. Anche nelle picco-
le cose l’idea che i cittadini siano i
veri sovrani non riesce a passare. Li
si continua a trattare da schiavi. Ma
prima o poi arriverà Spartaco…
troduzione del bail in è poco prati-
ca, inutile e controproducen-
te».Inoltre, nella precedente con-
sultazione del 2011 della Commis-
sione europea l’Abi aveva chiesto di
escludere dal bail in i titoli detenuti
da investitori privati. Anche nel-
l’audizione parlamentare dell’otto-
bre 2013 Abi ha esplicitamente se-
gnalato i rischi indotti dal bail in,
come fatto in altre occasioni in sedi
non istituzionali.
Gianfranco Torriero
Vicedirettore generale Abi
Il Recovery va gestito
da Comuni e Regioni
Ve lo dico da sindaco
n Gentile direttore, alla luce del-
l’importante dibattito in atto all’in-
terno della stessa maggioranza, le
sottopongo una riflessione sul Re-
covery fund, prendendo spunto da
alcune osservazioni formulate da
diversi ex primi cittadini di Comuni
italiani. La spinta per la ricostru-
zione del Paese non può prescinde-
re dal ruolo primario dei Comuni.
Condivido pienamente l’appello
dei 33 ex sindaci italiani, con il qua-
le viene sottolineato il ruolo deter-
minante dei Comuni in questa ope-
razione. Le città devono essere pro-
tagoniste nella pianificazione degli
interventi per recuperare il terreno
che il coronavirus ha fatto perdere.
Il governo deve attribuire alle città -
soprattutto alle città medie - e alle
Regioni una collocazione di rilievo,
attraverso investimenti sulla mobi-
lità sostenibile, sulle tecnologie in-
telligenti e sulle smart aree che por-
tino a servizi più efficienti per i
cittadini, su infrastrutture all’avan-
guardia, sui centri di competenza
che uniscano sinergicamente gli
enti locali con le istituzioni accade-
miche e scientifiche, sulle politiche
che generino impresa e dunque oc-
cupazione e ricchezza. In sostanza,
sui principi che caratterizzano la
Carta dell’Aquila, promossa dal Co-
mune capoluogo d’Abruzzo a no-
vembre 2019, sottoscritta da sinda-
ci e rappresentanti pubblici delle
aree interne e che si sta rivelando di
grande attualità. A mio avviso il go-
verno è a un bivio. Centralizzare la
spesa delle risorse che pioveranno
sul nostro Paese, oppure coinvolge-
re con una funzione di primo piano
le città e le Regioni, le cui ammini-
strazioni sono le uniche a conosce-
re i reali bisogni dei cittadini.
Pierluigi Biondi
Sindaco dell’Aquila
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Numero 208 del 25 luglio 2016
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In Costa Azzurra al prezzo di 2,50 euro
Chiuso in tipografia alle ore 20.30
LaVerità
Z LA VERITÀ DEGLI ALTRI
Il vicedirettore
della banca
viene condannato
ma anche risarcito
Panico a Chieti per due cinghiali che si erano nascosti
nel cimitero. Uno finisce la sua fuga in tabaccheria
di SILVIA DI PAOLA
n Un vicedirettore di banca è
stato condannato per turba-
tiva d’asta e al contempo ri-
sarcito con 37.000 euro per
ingiusta detenzione. Il fun-
zionario ha avuto tre proces-
si per la condanna e altri cin-
que per avere l’indennizzo. Il
bancario fu arrestato e dete-
nuto per 151 giorni nel 2011
con l’accusa di avere pilotato,
assieme a un sindaco pavese
e a un imprenditore, la ces-
sione di un lotto edilizio. Nel
2015 giunse la condanna de-
finitiva a quattro mesi per
turbativa d’asta semplice,
reato che però non prevede
la custodia in carcere. A quel
punto l’uomo ha chiesto
516.000 euro di indennizzo e
dopo cinque anni di battaglia
giudiziaria ha ottenuto il ri-
sarcimento, sia pure molto
più basso. (Luigi Ferrarella)
[Corriere della Sera]
DEMOLIZIONI A Pistoia va all’a-
sta per 54.000 euro un edifi-
cio che dev’essere abbattuto
subito dopo la vendita. Si
tratta di una palazzina abusi-
va di tre piani che avrebbe
dovuto ospitare otto appar-
tamenti. Sono passati 19 anni
da quando furono avviati i
lavori di costruzione, poi la
parola passò alle carte bolla-
te. Ora il lotto è uno scheletro
di calcestruzzo e mattoni che
comprende anche un’area
verde attorno. Chi compra
l’edificio dovrà abbatterlo e
poi richiedere tutte le auto-
rizzazioni per potere rico-
struire. (Fabio Calamati) [Il
Tirreno]
PLASTICA Basta stoviglie usa e
getta per rispettare le norme
igieniche imposte dall’emer-
genza Covid a scuole e Comu-
ni: a Ivrea (Torino) non ne
possono più. In pochi giorni
sono state raccolte 2.500 fir-
ANTENNE DRITTE
di MAURIZIO CAVERZAN
n Corag gioso,
Beppe Fiorello,
a mettersi in
gioco per due
ore e mezza
raccontando la
storia della sua famiglia, di
papà Nicola, di mamma Sa-
rina, dei fratelli, del cugino
spaccone, di Joe Conforte,
concittadino di Augusta
emigrato nel Nevada, dove
aprì la prima casa chiusa
legale. Coraggioso ed eclet-
tico, riempie la scena va-
riando tra memoria, dialo-
ghi, retroscena, digressio-
ni, canzoni. Nel lungo mo-
me nelle scuole cittadine per
ritornare a usare piatti, bic-
chieri, posate e vassoi lavabi-
li nelle mense. Ogni giorno le
scuole elementari di Ivrea
producono 37 chili di plasti-
ca da smaltire. Il Comune sta
valutando se ripristinare al-
meno i vassoi recuperabili.
[La Stampa]
ESEMPLARI Due cinghiali han-
no scatenato il panico a Chie-
ti. I grossi esemplari si sono
rifugiati nel cimitero cittadi-
no, che è rimasto chiuso tut-
to il giorno finché uno dei
due animali selvatici non è
stato catturato. L’altro cin-
ghiale è fuggito per le strade
ed è anche entrato in una
tabaccheria. Dopo ore di in-
seguimento è stato catturato
anch’esso. (Tommaso Roda-
no) [Il Fatto Quotidiano]
ALTOLÀ Aveva rubato una con-
fezione di fonduta valdosta-
na e qualche scatola di vita-
mine e integratori alimenta-
A causa del coprifuoco
si moltiplicano i furti
in pieno giorno
nei condomini romani
ri, per un valore di circa 50
euro. L’uomo si era presenta-
to in un supermercato di Ca-
stellanza (Varese) con la mo-
glie (entrambi pregiudicati) e
i due figli piccoli: non ha pa-
gato e ha tentato di andarse-
ne come se niente fosse.
Quando gli addetti alla vigi-
lanza l’hanno fermato, è
scoppiata una rissa: il marito
ha strappato la mascherina
ai vigilantes mentre la donna
ha provato a fermarli solle-
vandosi il maglione e mo-
strando il seno. I carabinieri
hanno arrestato l’uomo, ma
Il coraggio di Beppe Fiorello di onorare il padre
nologo calibrato sulla sto-
ria parallela e spesso in-
trecciata fra il padre e Do-
menico Modugno che com-
pone Penso che un sogno
così ci sono poche conces-
sioni al mainstream (Rai 1,
lunedì, ore 21.35, share del
12,3%, 2,8 milioni di tele-
spettatori). È una storia
tutta al maschile, per esem-
pio, senza essere maschili-
sta. È una storia patriarca-
le, senza essere mai irri-
spettosa dell’universo fem-
minile, anzi. Semmai, co-
STOICO
Un gatto
non abbandona
la sua postazione
nel cortile
di una casa
di Riga, in Lettonia,
nonostante il calo
della temperatura
e le nevicate
[Ansa]
la moglie è scappata con i figli
facendo perdere le tracce.
[La Prealpina]
COMPAGNIA Il 2020 è stato un
anno record per l’adozione
di cani e gatti, con un aumen-
to del 15% rispetto all’anno
scorso con punte del 40% co-
me a Treviso, Perugia e in
varie città del Sud. L’Ente na-
zionale protezione animali
registra 8.100 adozioni di ca-
ni e 9.500 di gatti. L’aumento
è culminato prima di Natale.
Il fenomeno è diffuso in tutto
il mondo: negli Stati Uniti,
dove in media vengono adot-
tati ogni anno 3,2 milioni di
animali da compagnia, il tas-
so di adozione durante la
pandemia è stato dell’85%. In
Canada sono triplicate le ri-
chieste. (Cristina Nadotti)
[La Repubblica]
AGHI Per combattere il tumo-
re alla pelle una nuova tecni-
ca potrebbe passare attraver-
so microaghi solubili che, ap-
plicati direttamente sul can-
cro, potranno erogare farma-
ci e combatterlo grazie anche
alla terapia fotodinamica. A
dirlo è uno studio dell’uni-
versità di San Paolo del Brasi-
le e della Queen’s university
di Belfast, pubblicato sulla
rivista scientifica Jo urn al
Biophotonics. L’applicativo,
che sta sulla punta di un dito,
è composto da 361 microaghi
a forma piramidale, lunghi
0,5 millimetri. I microaghi si
dissolvono in un’ora e, nel
m’è inevitabile, affiora
qualche cedimento al sen-
timentalismo e all’autore-
ferenzialità. Un certo com-
piacimento meridionale,
l’interminabile viaggio in
auto per andare a trovare la
nonna sulle note della Lon-
tananza… Ma era nel con-
tratto, trattandosi di un
esterno di famiglia sicilia-
na su repertorio di Modu-
gno («siculo» d’adozione).
«Stasera siamo qui: io,
mio padre e tu», dice Bep-
pe rivolto alla gigantogra-
frattempo, il farmaco viene
assorbito. Secondo gli stu-
diosi che hanno condotto l’a-
nalisi, i farmaci vengono così
resi disponibili in modo più
omogeneo e a maggiore pro-
fondità. [Ansa]
SPETTATORI In Svezia, dal 29
gennaio all’8 febbraio si svol-
gerà una rassegna cinemato-
grafica per un solo spettato-
re. Il Festival del cinema di
Göteborg sarà trasferito in
un’isola disabitata del Mare
del Nord e le proiezioni sa-
ranno riservate a una sola
persona, simbolicamente:
un appassionato di cinema
che potrà guardarsi 60 film
in solitudine e sicurezza. Il
fortunato cinefilo sarà tirato
a sorte tra i 2.500 svedesi che
si sono candidati. L’isola di
Hammerskär ospita soltanto
un faro e una baracca che
nella bella stagione può acco-
gliere al massimo un paio di
turisti. (Roberto Giardina)
[Italia Oggi]
FIORI Il caldo in Sicilia ha fat-
to sbocciare le mimose con
due mesi di anticipo rispetto
al consueto. La fioritura anti-
cipata, segnalata da Coldiret-
ti, è un segnale che preoccu-
pa gli agricoltori per lo stress
che questo andamento po-
trebbe provocare nei vari
comparti agricoli: il caldo e
l’umidità determinano una
ripresa vegetativa che po-
trebbe essere interrotta da
eventuali gelate, con gravi
fia. Dal dopoguerra, pas-
sando per il boom econo-
mico, si arriva alla fiction
in cui interpreta l’artista
di Polignano a Mare, 50
anni d’Italia visti con gli
occhi del picciriddu che
non parla mai, ma osserva
la somiglianza di papà Ni-
cola e dell’idolo Mimmo. E
che ben presto - un po’
come Rosario in Volevo fa-
re il ballerino - inizia a
coltivare il «sogno incon-
fessabile» di diventare at-
tore, cantante.
danni alle colture. [Giornale
di Sicilia]
HACKER È di 0,42 euro il costo
minimo per «comprare» i da-
ti anagrafici di una vittima di
hackeraggio. Il prezzo sale
per i dati delle carte di credi-
to, dell’accesso ai servizi
bancari e di pagamento elet-
tronico. Molto più alto il co-
sto per acquistare tipologie
di dati entrati in commercio
da poco, come le cartelle cli-
niche e i selfie con i docu-
menti di identificazione: in
media 33 euro, ma si può ar-
rivare anche a 50. Il commer-
Ruba al supermercato
e scatena una rissa
La moglie si denuda
e scappa con i figli
cio, è molto fiorente sul dark
Web. La diffusione di queste
pratiche sul mercato nero è
dovuta all’aumento di servizi
che richiedono foto e docu-
menti di identità. (Onelia
Onorati) [Il Foglio]
RICATTO Gli abitanti di un vil-
laggio indiano hanno creato
panico e scompiglio in una
banca portandovi un cadave-
re per reclamare denaro.
Protagonisti della vicenda
sono i vicini di un contadino
deceduto nello Stato di Bihar
che avevano assistito l’uomo,
Intanto, le biografie degli
adulti continuano a sovrap-
porsi tra canzoni e aneddo-
ti, successi e serenate.
Quando Modugno vince Sa-
nremo nel 1958 con Nel blu
dipinto di blu, e le sue brac-
cia spalancate diventano
ovunque sinonimo di sola-
rità e ottimismo, Nicola e
Sarina si fidanzano e ce n’è
abbastanza per vedere i se-
gni del destino che seguite-
ranno a contrappuntare le
vite dei Fiorello.
A fine show compare, di-
MERCOLEDÌ
13 GENNAIO 2021 23
scapolo e privo di sussidi go-
vernativi. Dopo la morte,
hanno cercato denaro a casa
sua per pagargli il funerale,
ma hanno trovato solo un li-
bretto di risparmio su cui era
depositato l’equivalente di
1.600 dollari. Per provare il
decesso e farsi consegnare la
somma per le esequie, i vicini
si sono recati in banca con il
cadavere. Dopo oltre un’ora
di occupazione, il direttore
della filiale ha rilasciando
una somma pari a 135 dollari.
[Adnkronos]
CORRIERI A Roma con il copri-
fuoco avvengono più furti di
giorno che di notte. La scusa
più frequente per intrufolar-
si nei condomini è quella di
essere corrieri che devono
effettuare consegne o recapi-
tare bollette. I colpi si con-
centrano nella tarda matti-
nata o nel pomeriggio, quan-
do le persone sono al lavoro o
escono per fare la spesa. Di
notte, quando la gente è chiu-
sa a casa per il divieto di usci-
re, avvengono furti mirati,
per esempio a danni di medi-
ci o di persone che lavorano
su turni, spiate e controllate
dai ladri. (Alessia Marani) [Il
Messaggero]
RAVVEDIMENTI «Ebbi un attac-
co giovanile di comunismo,
poi capii». (Edoardo Nesi,
scrittore, intervistato da
Candida Morvillo) [Corriere
della Sera]
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screto, anche Rosario per
duettare su Tu si ’na cosa
grande, una delle perle del
canzoniere che comprende
Amara terra mia, Vecchio
frac, Meraviglioso, Piove
(Ciao ciao bambina)…
Coraggioso, Beppe Fio-
rello. Ma anche fortunato e
attento a riconoscere nel
padre e in un grande artista
le tracce sulle quali provare
a realizzare il sogno della
giovinezza. Ora che è con-
siderato una figura da ridi-
mensionare, uno show co-
me atto di gratitudine ver-
so il padre è letteralmente
un evento eccezionale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
24 MERCOLEDÌ
13 GENNAIO 2021 LaVerità