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MAGISTRATURE ROMANE

Il sistema delle magistrature romane è un insieme di cariche che si formarono in tempi diversi.

Cursus honorum: successione obbligata delle cariche in ordine di importanza crescente, fino ad arrivare a ricoprire quelle
maggiori. Erano posti dei limiti minimi di età per accedere alle singole magistrature ed un intervallo di due anni tra una
carica e l’altra (esclusa la censura, che si poteva ricoprire anche subito dopo il consolato). Vi erano diversi tipi di cursus
honorum a seconda della classe sociale di appartenenza. La lex Villia Annalis, 180 a.C., stabilì i seguenti criteri:
Cariche minori (vigintivirato) › 28 anni questura › 31 edilità › 34 pretura › 37 consolato.
Il cursus completo prevedeva: (vigintivirato) › tribunato › questura › edilità › pretura › consolato › censura
(Almeno una delle tre)
Con l’espansione di Roma si rese necessario prorogare le magistrature superiori per controllare i nuovi territori: divenne normale, dopo
l’anno di carica, diventare propretori o proconsoli in una provincia (governatori con imperium : poteri sia civili che militari).

Potestas “potere” prescrittivo generico. Termine usato in più ambiti (es. patria potestas, tribunicia potestas).
Imperium “potere supremo, diritto di comando, giurisdizione di un magistrato”. Era definito così il potere di comando
dei magistrati più importanti e l’ambito territoriale in cui si esercitava; comprendeva il comando militare (imperium militiae) e
la giurisdizione civile (imperium domi). N.B. Non si può tradurre con “impero” in questa fase della storia!!
L’imperium era simboleggiato dai fasci con al centro la scure (tolta però all’interno del limite sacro del pomerium 1), che
ricordavano il potere di fustigare e decapitare demandato ai magistrati. Essi erano portati dai littori , che sgombravano la
strada al passaggio dei magistrati e venivano assegnati in numero diverso a seconda dell’importanza dei magistrati (12 a
ogni console o proconsole, 24 al dittatore, che riunisce in sé i poteri dei 2 consoli, 6 a ogni pretore o propretore e al magister
equitum). Anche altre cariche politiche e sacerdotali a Roma e nelle province nonché, più tardi, l’imperatrice avevano diritto
a littori.

Limiti al potere dei magistrati: - collegialità (più membri con uguale posizione).
- elettività
- temporaneità (annualità quasi per tutte le cariche, censore 18 mesi, dittatore max. 6 mesi,
senatori vitalizia ma controllo dei censori ogni 5 anni).
responsabilità (no “immunità parlamentare” 2: c’era solo per il dittatore).
-
Col passare del tempo anche: - provocatio ad populum: appello del singolo cittadino alle assemblee popolari (comizi)
contro le decisioni coercitive di un magistrato.
- ius auxilii (aiuto) e intercessio (veto) dei tribuni della plebe (dal 494 a.C.).
Comunque margini ampi di potere:
- Convocare le assemblee, che non potevano altrimenti riunirsi
- Scioglierle se volgevano al peggio (col pretesto, ad es., di segni divini sfavorevoli)
- Controllo sulle candidature alle elezioni da parte di magistrati e senato
- Gratuità delle cariche
- Voto pubblico orale (fino al 139 a.C. - lex Gabinia e altre leggi tabellarie)
- Nessuna discussione durante l’assemblea3 (cfr. Apella spartana)
- Interruzione della votazione una volta raggiunta la maggioranza
(spesso dunque le classi inferiori non venivano chiamate a votare)

1
POMERIUM = nelle antiche città latine, fascia di terreno consacrato, non coltivato e non edificabile, che delimitava la zona destinata
all’abitato. La sua origine si fa risalire agli Etruschi. Il termine latino derivava, secondo gli antichi, da post murum; secondo alcuni
studiosi era invece un termine etrusco latinizzato. La città romana era dunque circondata da una linea sacra (distinta sia dalle mura sia
dall’abitato, ma non è chiaro se posta al di qua o al di là delle mura o da entrambi i lati). Il pomerium veniva segnato dagli àuguri; al di
fuori di esso non si potevano prendere gli auspicia urbana; per il suo carattere sacro, non poteva essere oltrepassato da chi fosse in
armi: i comizi centuriati, in quanto assemblea di soldati, si svolgevano infatti nel Campo marzio, al di fuori del pomerio. A Roma il
pomerio era contrassegnato da cippi e venne più volte esteso.
2
IMMUNITÀ PARLAMENTARE: Un parlamentare, nel periodo in cui svolge le sue funzioni, è circondato da una garanzia di
impunibilità. Infatti, come afferma la Costituzione italiana all'art. 68, egli non può essere chiamato a rispondere delle opinioni espresse
e dei voti che avrà dato. Perché si possa perquisire, arrestare, processare un parlamentare è necessaria l'autorizzazione (che, dopo la
riforma costituzionale dell'ottobre 1993, non è invece richiesta per condurre un'indagine nei suoi confronti) della Camera a cui
appartiene. Se l'autorizzazione viene negata, la magistratura non potrà procedere in alcun modo. Naturalmente, allo scadere del
mandato parlamentare, il deputato o il senatore perdono il diritto all'immunità e tornano a essere perseguibili per i reati eventualmente
commessi. Scopo dell'immunità parlamentare è quello di tutelare i membri del Parlamento nella loro libertà e indipendenza.

3
Il momento di discussione delle proposte di legge o delle candidature era la contio (discussione) preliminare, in cui i cittadini e non
venivano convocati da un magistrato o da un sacerdote, ma in modo informale (senza presa di auspici).
3

1
Gli storici moderni dividono le magistrature in • ordinarie: - permanenti (consolato, pretura, edilità, questura, tribunato
della plebe)
- non permanenti (censura: ogni 5 anni)
• straordinarie (dittatura, interregno)

Le magistrature erano graduate secondo una potestas decrescente, che si traduceva nel potere di intercessio (veto:
intervento, opposizione) nei confronti dei magistrati di grado pari o inferiore al proprio.
Per questo la collegialità delle magistrature era molto importante per evitare abusi di potere.
Il pomerium segnava un limite per il potere dei magistrati, in particolare per le cariche più alte (con imperium):
- Dentro: potere politico, giudiziario, coercitivo (imperium domi).
- Fuori: assoluto, anche militare (imperium militiae).

Magistrature straordinarie
 Dittatore (dictator)
- Unico (carica non collegiale)
- Non eletto, bensì nominato dai consoli su delibera del Senato in caso di necessità.
- Durata limitata, max. 6 mesi.
- Potere maius anche rispetto ai consoli (i suoi 24 fasci erano la somma dei 12 di ciascun console e avevano la scure anche
in città; i consoli restavano in carica, ma non potevano esibire i propri simboli davanti a lui).
- Potere assoluto, non sottoposto neppure al veto dei tribuni; il dittatore non era perseguibile per le azioni compiute neppure
allo scadere del mandato. Per questo, non si ricorse spesso alla nomina di un dittatore.
- Operava da solo in ambito civile, ma sceglieva un magister equitum come assistente per le questioni belliche.

 Interrex
- Tratto dall’ambito dei senatori patrizi, come nel periodo monarchico.
- In caso di mancanza di entrambi i consoli (per morte, malattia o nomina non valida), ne faceva eleggere altri e trasmetteva
loro gli auspici.
- In carica solo 5 giorni.
Magistrature ordinarie

 Censori (censores) – dal 443 a.C. circa


- Magistratura ordinaria e collegiale (2 censori).
- Eletti dai comizi centuriati.
- Carica non permanente: eletti ogni quinto anno per 18 mesi; il loro mandato terminava con la cerimonia di purificazione
della città (lustratio, da cui “lustro” = periodo di 5 anni).
- No imperium, no possibilità di infliggere condanne senza l’autorizzazione dei consoli, no diritto di convocare i comizi.
- Controllo morale sui costumi: potevano radiare dal Senato e dall’ordine dei cavalieri (nota censoria per gli indegni; cfr.
l’italiano “censura”).
- Competenze finanziarie, tra cui il censimento (rilevamento statistico dei cittadini e dei loro averi; loro iscrizione in una
delle 35 tribù –numero fisso dal 241 a.C.- e dunque notevole importanza per pilotare le tendenze politiche), la
registrazione del patrimonio dello Stato e la fissazione di un bilancio preventivo delle spese statali ordinarie.

 Consoli (consules) – dal 367 anche plebei (leges Liciniae-Sextiae)


- La più alta carica ordinaria della repubblica, cum imperio.
- Collegiale: 2 consoli.
- Eletti dai comizi centuriati.
- Connotata, come la pretura, dall’atto sacrale della prese degli auspici.
- Eponima: l’anno prende nome dai consoli in carica (registrati nei Fasti consulares).
- Sommo potere civile e militare (comando dell’esercito, ma con controllo del Senato).
- Diritto di convocare i comizi (Ius agendi cum populo) o il Senato (Ius agendi cum Senato).
- Amministrazione finanziaria dello Stato, con assistenza dei questori.

 Pretori (praetores) – dal 367, a integrazione delle competenze dei consoli (secondo la tradizione, carica nata per
reazione all’apertura del consolato ai plebei, ma subito aperta ad essi a sua volta)
- Magistratura cum imperio, ma potestas minore rispetto ai consoli.
- Eletti dai comizi centuriati.
- In assenza dei consoli, potevano convocare il Senato e i comizi; sempre i comizi tributi.
- Collegiale: prima solo il praetor urbanus (con giurisdizione civile: doveva dirimere le liti tra i cittadini), dal 242 a.C. –
Roma è ormai in una dimensione mediterranea dopo la I guerra punica - anche il praetor peregrinus (per risolvere le
controversie di diritto privato fra cittadini e stranieri e fra stranieri residenti a Roma); col passare del tempo si giunse al
numero di 8 pretori (per amministrare le nuove province transmarine, poi per presiedere alcune giurie dette quaestiones).
2
- Potere giudiziario (è quello principale: vedi sopra; all’inizio dell’anno di carica emanato un editto riguardante i mezzi
processuali che si sarebbero utilizzati: la somma di tali editti creerà il diritto pretorio) e amministrativo per le province.
- Potere militare: comando dell’armata pretoria, di consistenza inferiore a quella consolare.

 Edili (aediles) – creati nel 494 a.C. circa, all’inizio solo plebei (dal 366 a.C. anche patrizi)
- Magistratura ordinaria minore, no imperium.
- Compiti: sovrintendenza sui templi (il loro nome deriva infatti da aedes, “tempio”), manutenzione degli edifici pubblici e
privati, cura dell’annona (approvvigionamento alimentare della città di Roma), mantenimento dell’igiene e dell’ordine
pubblico (compito di polizia con potere di infliggere multe), organizzazione dei giochi, sorveglianza dei mercati, cura
degli archivi.
- Edili plebei (2) eletti dai concili4 della plebe.
- Potevano convocare i concili della plebe.
- Edili curuli 5(2) eletti dai comizi tributi (prima solo patrizi, ma ben presto anche plebei).

 Questori (quaestores)
- Magistratura ordinaria minore.
- Collegiale: da 4 fino a 20 (per assistere i pretori nel governo delle nuove province) e poi 40.
- Eletti dai comizi tributi.
- Compiti soprattutto finanziari: cura del tesoro pubblico (aerarium) e di quello militare (aerarium militare); seguivano i
consoli nelle campagne belliche, in cui provvedevano anche agli approvvigionamenti e al bottino.

 Tribuni militari (tribuni militum)6


- Eletti dai comizi tributi.
- Comandavano le legioni alle dipendenze dei consoli (il loro numero corrispondeva a quello delle legioni).

 Vigintiviri (XXviri) o vigintisexviri (XXVIviri, poiché fino ad Augusto furono in totale 26)
- Era la magistratura ordinaria di minor valore, l’inizio del cursus honorum
- I XXviri erano divisi in diversi collegi tra loro indipendenti:
♦ DECEMVIRI (Xviri) STLITIBUS IUDICANDIS 7 : tribunale incaricato di deliberare sulle cause di libertà (stlitibus è
arcaico per litibus). In orig. nominati dal pretore, poi elettivi. Con Augusto persero la loro specifica competenza.
♦ TRESVIRI MONETALES (o IIIviri AERE ARGENTO AURO FLANDO FERIUNDO) : preposti alle coniazioni
♦ TRESVIRI CAPITALES : esecuzione delle sentenze capitali e sovrindendenza alle carceri
♦ QUATTUORVIRI (IVviri) : pulizia delle strade

 Tribuni della plebe (tribuni plebis) – dal 494 a.C., solo plebei; se i patrizi volevano rivestire la carica, dovevano farsi
adottare da plebei: lo fece il popularis Clodio, cambiando anche il suo nome, Claudio, nella forma più popolare.
Magistratura dotata di poteri molto ampi, ma non necessariamente prevista dal cursus honorum poiché era l’espressione solo
della parte plebea e non dell’intera cittadinanza.
- Eletti dai concili della plebe, che essi poi potevano convocare.
- Collegiale: 2 tribuni (presto però furono portati a 10, numero che rimase costante).
- Sacrosanctitas (inviolabilità: chiunque li danneggiasse poteva essere punito con la morte o la confisca dei beni senza che
poi subisse ritorsioni).
- Ius auxilii (diritto di aiutare i cittadini contro le decisioni di altri magistrati). LIMITI: solo se presente ai fatti; solo a Roma
(era dunque un potere meno ampio rispetto alla provocatio ai comizi, che poteva esercitarsi ovunque).
- Intercessio (veto reciproco e verso tutti gli altri magistrati ordinari).
- Summa potestas coercendi (sommo potere coercitivo: facoltà di comminare multe ed arresto anche nei confronti dei
magistrati superiori).

IL SENATO

4
“Concili” e non “comizi” perché sono riunioni solo parziali della cittadinanza (non vi prendevano parte i patrizi)
5
La SELLA CURULE era uno sgabello pieghevole ornato d’avorio, destinato ai più alti magistrati (da currus, “carro”, poiché veniva
piegata e portata con sé sul carro).
6
Origine: due magistrati straordinari che, tra il 448 e il 368 a.C., ebbero per un periodo limitato le competenze dei consoli; in seguito il
titolo fu usato per indicare una carica militare ordinaria.
7
La denominazione di alcune cariche è formata da un sostantivo + gerundivo al dativo (con valore di termine, destinazione); in età
imperiale per indicare il compito assegnato ad una persona si trova impiegato il costrutto ab + ablativo, es. ab epistulis (=segretario,
addetto alla corrispondenza), a rationibus (=amministratore), a pedibus (= corriere).
3
 Origine: in età monarchica era il consiglio del re, formato da 300 membri (capi delle gentes, “PATRES”, 10 per ogni
curia e in seguito anche plebei,“CONSCRIPTI” – poi la distinzione tra i due termini si perse -).
 In età repubblicana venne a essere formato soprattutto da ex magistrati (cfr. Aeropago ad Atene) che passavano
l’esame dei censori, incaricati di redigere periodicamente le liste dei senatori.
Il numero dei Senatori fu progressivamente aumentato per dare spazio ai ceti emergenti (soprattutto cavalieri) dell’Italia e
delle province: 300 membri con Romolo > 600 con Silla > 900 con Cesare > Augusto riporta il numero a 600.
Era l’organo centrale della politica romana, poiché quella di senatore era l’unica carica vitalizia; aveva maggiore libertà
d’azione rispetto ai comizi, poiché poteva riunirsi sempre, anche nei giorni nefasti, e non era vincolato dagli auspici. Si
riuniva in un luogo inaugurato (consacrato dagli auguri); se ne conoscono almeno 16, fuori e dentro il pomerium.
Era comunque necessaria per riunirsi la convocazione di un magistrato, il quale stabiliva anche l’ordine del giorno.

 FUNZIONI:
 AUCTORITAS › Atto formale con cui il senato approvava le deliberazioni votate dalle assemblee popolari.
Inizialmente aveva un peso determinante; dal 339 a.C. però diventò solo un’autorizzazione preliminare a votare.
Dall’età dei Gracchi in poi molte leggi e plebisciti furono presentati anche senza o contro la volontà del Senato.
 INTERREGNUM › In caso di temporanea mancanza della magistratura suprema, il potere magistratuale e gli
auspicia tornavano al senato (un interrex a turno ogni 5 giorni).
 Funzione Consultiva › Parere del senato (SENATUSCONSULTUM) chiesto dai magistrati per politica estera
e interna; non vincolante, ma comunque osservato come se lo fosse.
 Il Senato poteva proclamare una sorta di stato d’emergenza (SENATUSCONSULTUM ULTIMUM), che
autorizzava i magistrati ad adoperare qualunque mezzo per la tutela dello Stato, senza il vincolo della
provocatio (appello ai comizi) e dell’intercessio (intervento dei tribuni della plebe). Questo provvedimento fu
applicato per la prima volta durante i confliti tra i consoli ed il tribuno C. Gracco.
 Funzione amministrativa: controllo sulle entrate e sulle uscite, ovvero controllo sulle spese previste dai
questori (dovevano essere autorizzate dal senato o richieste dai consoli) e su quelle dei censori per le opere
pubbliche; fino alle leggi graccane, controllo sull’ager publicus e sui contratti per lo sfruttamento di miniere,
boschi e altri beni statali dati in appalto; controllo sul tributum (tassa straordinaria pagata dai cittadini per le
spese di guerra, abolita nel 167 a.C.); controllo sulle somme da detinare ai governatori provinciali.
 Funzione diplomatica: rapporti con l’estero (tranne le dichiarazioni di guerra, che spettavano ai comizi
centuriati): ricevimento di ambascerie e delegazioni, ratifica delle leggi emanate dai governatori, invio di
ambasciatori e legati per controllare l’applicazione di trattati e leggi provinciali.
 Funzione giudiziaria: i senatori intervenivano come giudici nei più importanti processi pubblici e privati; dal
171 a.C. istituirono commissioni straordinarie (quaestiones extraordinariae), affidate ad un pretore, per
giudicare delle esazioni dei governatori provinciali. Il controllo di tali giurie era molto importante e fu oggetto
di contesa a più riprese: i conservatori erano favorevoli alla supervisione del senato, mentre i “progressisti”
tentavano di diminuire il potere di tale organo, trasferendo il controllo delle quaestiones ai cavalieri.
Ecco un breve schema riassuntivo:
171 a.C. 149 a.C. L. Calpurnio Pisone Frugi 122 a.C. Caio Gracco: 82 a.C. Silla 70 a.C. Pompeo
Quaestiones lex Calpurnia de repetundis1: le giurie sono composte le restituisce ai mediazione:
extraordinariae le giurie di SENATORI diventano permanenti da CAVALIERI SENATORI SENATORI +
di SENATORI 1 = “sui beni da restituire” CAVALIERI

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