Presentazione di un articolo di Gian Mario Anselmi sulla
Gerusalemme liberata di Torquato Tasso
Studentessa: Ivana Mašić
Corso: Talijanska književnost manirizma i baroka
Professoressa: dr.sc. Francesca Maria Gabrielli, doc.
Anno accademico: 2019/2020.
In questa relazione presenterò un articolo di Gian Mario Anselmi in cui lo studioso si sofferma fra le altre cose sulla genesi della Gerusalemme liberata di Tasso.1 Lo studioso sottolinea che la storia della Gerusalemme liberata è molto complessa. Comincia il suo articolo citando Corrado Bologna e affermando che la Liberata è «un’opera in progresso, evolutiva, aperta» e che «la struttura testuale della Liberata è indefinitamente aperta».2 Questa affermazione deriva dal fatto che Tasso ha continuato a lavorare alla Liberata senza considerarla mai finita. Anzi, ci sono così tante redazioni che diventa incerta anche la questione del testo originale. È questo, come afferma Anselmi, ciò che rende questo poema «un caso-limite nella storia letteraria, non solo italiana». 3 Tasso lavorava continuamente sulla stesura della Liberata perché non era mai contento. Infatti, dopo molte redazioni e cambiamenti è nata la Gerusalemme conquistata nella quale l’autore sembra essersi allontanato dal sistema testuale della versione che oggi ci è nota come la Gerusalemme Liberata, quella completata nel 1575.4 Anselmi ci ricorda che la storia della Liberata è molto complessa. È strettamente legata ai tormenti personali dell’autore, all’ambiente in cui è cresciuto e alle sue osservazioni teoriche. Lo studioso afferma che, per capire meglio la storia della stesura della Liberata, «occorre tornare al sistema più ampio entro cui essa si colloca nonché alle tappe essenziali della sua stessa ideazione e pubblicazione: che fin da ragazzo, in sostanza, il Tasso ponesse al centro della sua vocazione letteraria e della sua avida curiositas critica il poema eroico non c’è dubbio che debba essere attribuito in primo luogo all’ambiente familiare e ai contesti cortigiani con cui precocemente, accanto al padre, egli venne a contatto». 5 Quindi, il padre scrittore e i circoli letterari ferraresi con cui Tasso era in contatto fin da piccolo servivano come punto di partenza per la sua formazione letteraria. Lo studioso si sofferma in seguito sul dibattito poetico che al tempo si svolgeva in Italia sul poema epico che era ritenuto il genere narrativo per eccelenza. Il primo contributo di Tasso al dibattito è il Libro primo del Gierusalemme nel quale, come afferma Anselmi, «il modello del poema cavalleresco e avventuroso in senso stretto è abbandonato in favore del poema eroico di argomento storico in cui il verosimile sia promotore sì di nuove istanze 1 ANSELMI, Gian Mario, «Gerusalemme liberata» di Torquato Tasso, in La letteratura italiana. Le opere. 2: Dal Cinquecento al Settecento, Einaudi 1993, pp. 627-662. 2 ANSELMI, Gian Mario, «Gerusalemme Liberata» di Torquato Tasso, p. 627. BOLOGNA, Corrado, Tradizione testuale e fortuna dei classici italiani, in Letteratura italiana, diretta da A. Asor Rosa, VI. Teatro, musica, tradizione dei classici, Torino 1986, pp, 719 e 729, citato in ANSELMI, op. cit., p. 627. 3 Ibidem. 4 Ivi, p. 628. 5 Ibidem. pedagogiche e religiose ma anche di nuove prespettive narrative e letterarie» 6. Questo testo, che Tasso scriveva tra il 1559 e il 1561 interrompendolo dopo poco più di cento ottave, è considerato il nucleo originario della Gerusalemme liberata. Tasso interruppe la scrittura del Gierusalemme per scrivere il Rinaldo, un poema tradizionalmente epico-cavalleresco. Anselmi sottolinea che questa impresa gli darà la possibilità di sperimentare con il meraviglioso che poi, nella Liberata, diventerà «una delle componenti essenziali per la costruzione della Varietà nell’Unità, del verosimile non libresco e non astratto, capace di andare oltre il frigido rispetto ossessivo della verità storica» 7. Dunque, il lavoro sul Rinaldo lo aiuterà a scrivere un’opera originale, diversa dalle altre opere dell’epoca. Tra il 1565 e il 1566 Tasso scrive i Discorsi dell’arte poetica e in particolare del poema eroico che è, secondo Anselmi, il primo punto centrale della sua riflessione teorica. Negli anni sessanta, dopo aver finito i Discorsi, Tasso si dedica di nuovo alla scrittura della Gerusalemme liberata che conclude nel 1575, ma che continua a rivisitare fino al 1577. Così, per un preve periodo, Tasso pensa di aver portato alla pefezione il suo poema eroico. Tuttavia, poco dopo il suo stato psicologico peggiora e per lui comincia «la stagione dei pentimenti e dei ripensamenti che approderà alla stesura della Conquistata».8
6 Ivi, p. 629. 7 Ibidem. 8 Ivi. p. 630. Bibliografia
ANSELMI, Gian Mario, «Gerusalemme liberata» di Torquato Tasso, in La letteratura
italiana. Le opere. 2: Dal Cinquecento al Settecento, Einaudi 1993, pp. 627-662.