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Ivana Mašić
Ugo Foscolo: A Luigia Pallavicini caduta da cavallo
La relazione
L’ode è stata scritta in onore della gentildonna genovese Luigia Pallavicini, nata
Ferrari. Lei era nota per la sua bellezza. Tuttavia, purtroppo, nel giugno 1799, provando lungo
la riviera di Sestri un vivacissimo cavallo arabo, era caduta sulle rocce rimanendone detrupata
al volto2. Dopo questo, lei compariva sempre con il volto velato.
Nell’ode ci sono molti riferimenti alla mitologia latina e greca. Qusto è uno dei
elementi del preromanticismo: ogni nazione celebrava i propri miti, la propria identità , la
propria cultura, però, la mitologia di cui si parlava nella letteratura italiana e di cui parlava
Foscolo in questa opera è latina e greca e non propriamente italiana.
Metro: diciotto strofe di sei settenari, dei quali il secondo e il quarto sono sdruccioli
(schema: ab, ac, dd).
1
Ugo Foscolo. Odi e sonetti; Dei sepolcri; Le Grazie; Ultime lettere di Jacopo Ortis (Milano: I libri di Gulliver,
1986.), 17.
2
Ugo Foscolo. Le poesie; introduzione, commenti e note di Marcello Turchi (Milano: Garzanti, 1974.), 7.
2
Analisi
I balsami beati
per te le Grazie apprestino,
per te i lini odorati
che a Citerea porgeano
quando profano spino
le punse il piè divino,
Parafrasi: Le Grazie preparino per te i medicamenti che danno sollievo (e) le bende
profumate, le stesse che porgevano a Venere, quando una "irrispettosa" (empia) spina di un
cespuglio di rose punse il suo piede di dea, quel giorno in cui, fuori di sé per dolore, riempiva
di gemiti il sacro monte Ida, e asciugava con i capelli, e allo stesso tempo bagnava di lacrime,
il petto sanguinante del giovane cipriota (Adone, di cui era innamorata).3
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4
Foscolo. Odi e sonetti, 17.
5
Ugo Foscolo. Sepolcri, odi, sonetti (Milano: Arnoldo Mondadori Editore, 1987.), 40.
6
Foscolo. Ode e sonetti, 18.
7
Walter Binni. Foscolo 1954-1982 (Firenze: Il Ponte Editore, 2017.), 116.
3
Or te piangon gli amori,
te fra le dive Liguri
regina e diva! E fiori
votivi all’ara portano
d’onde il grand’arco suona
del figlo di Latona.
Parafrasi: Ora che sei malata gli spiriti dell'Amore piangono te, che fra le donne liguri,
belle come dee, sei la regina, ossia la più bella, e dea anche tu! e portano fiori come offerte
per ottenere la guarigione, all'altare da dove vibra il grande arco del figlio di Latona
(Apollo)8.
Nella terza strofa continuano a scambiarsi gli elementi reali con gli elementi
mitologici. La strofa si rivolge alla donna apertamente divinizzata. Foscolo vuole suggerire
che, come gli amori piansero Venere il giorno che si ferì, così oggi piangono la Pallavicini,
nuova dea, che è ammalata.9
E te chiama la danza
ove l’aure portavano
insolita fragranza,
allor che a’ nodi indocile
la chioma al roseo braccio
ti fu gentile impaccio.
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9
Foscolo. Sepolcri, odi, sonetti, 48.
10
Binni. Foscolo 1954-1982, 117.
4
versavano addosso dei fiori, intenta a sostenere fuori dell'acqua con la mano bagnata i capelli
liberati dall'elmo.11
In queste due strofe Foscolo paragona Luigia a Minerva (Pallade), dea della sapienza e
protettrice delle arti. Rievoca i momenti dell’ormai perduta bellezza della nobildonna.12
Armonïosi accenti
Dal tuo labbro volavano,
E dagli occhi ridenti
Traluceano di Venere
I disdegni e le paci,
La speme, il pianto e i baci.
Parafrasi: Mentre danzavi, dalle tue labbra uscivano espressioni armoniose, e dagli
occhi luminosi e ridenti trasparivano le delusioni e le paci per amore (rappresentato da
Venere), la speranza, il pianto (per un rifiuto) e la promessa di baci (in nuovi incontri
d'amore).16
11
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12
Foscolo. Odi e sonetti, 18-19.
13
Foscolo. Sepolcri, odi, sonetti, 48.
14
Foscolo. Le poesie, 8.
15
Foscolo. Sepolcri, odi, sonetti, 49.
16
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5
Deh! perchè hai le gentili
Forme e l’ingegno docile
Vôlto a studi virili?
Perchè non dell’Aonie
Seguivi, incauta, l’arte,
Ma i ludi aspri di Marte?
Parafrasi: Deh! Perché hai rivolto ad occupazioni virili le tue belle forme e il tuo
ingegno pronto ad apprendere? Perché, sconsiderata, non hai seguito l'arte delle Aonie
(ovvero le Muse, ispiratrici della poesia) ma ti sei avventurata tra i pericolosi giochi di Marte
(come cavalcare)?17
17
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6
Che una Dea da lor nacque:
In queste sei strofe che si trovano al parte centrale dell’ode si descrive il tragico
evento. Foscolo usa la metafora alipiede per enfatizzare la velocità di cavallo e, nel stesso
tempo, usando gli aggettivi polveroso, ardente, inquïeto, irritante, accentua l’inevitabilità dei
seguenti avvenimenti.
Nella strofa seguente, si usano asindeto (Ardon gli sguardi, fuma/ La bocca, agita
l’ardua/ Testa, vola la spuma) e polisindeto (Ed i manti volubili/Lorda, e l’incerto freno,/Ed il
candido seno) per rinforzare il ritmo. Foscolo usa anche l’enjambement (fuma/ La bocca;
l’ardua/testa) per creare una più intensa fluidità ritmica.
18
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7
Nei seguenti versi vediamo che Foscolo racconti questo evento in una maniera molto
poetica citando Alfieri (i crini ... svolazzano) e Dante (traccia).19 Usando l’antitesi (sordo –
clamori, fremito) si aumenta l’effetto del tragico evento che si racconta.
Di nuovo appaiono gli elementi mitologici (una Dea – Venere) e con i puntini di
sospensione (nuota... e ingorde si gonfiano) si crea una pausa che divide la realtà dal mito.
Nella strofa seguente Foscolo cita l’episodio mitologico in cui Ippolito, figlio di
Teseo, accusato falsamente dalla matrigna Fedra di averle usato violenza, fu affidato dal padre
a Nettuno per la vendetta. Il dio del mare lanciò contro il suo cocchio, che correva lungo le
rive del mare, un toro infuriato, dal quale furono impauriti i cavalli, che precipitarono nelle
acque del mare, travolgendo anche lo stesso Ippolito.20
Foscolo usa le forme per noi invecchiate (arretrosse, rizzosse) per dare idea della
terribilità del momento. Alla fine della descrizione della caduta di Luigia usa litote di gusto
classicistico: mal viva (quasi esanime).21
Parafrasi: Perisca quel villano che per primo osò mettere l'agile, ma delicato, corpo
femminile in balia di un infido cavallo da corsa, e con pensiero colpevole espose a un nuovo
pericolo la sua bellezza. Infatti (se tutto ciò non si fosse verificato) ora non vedrei il colorito
roseo del tuo volto divenuto così sbiadito, non vedrei i tuoi occhi che ispirano l'amore scrutare
gli sguardi dei medici per carpire la speranza di ritornare alla bellezza di prima.22
19
Foscolo. Sepolcri, odi, sonetti, 50.
20
Foscolo. Odi e sonetti, 20-21.
21
Foscolo. Sepolcri, odi, sonetti, 50.
22
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8
la formula che inizia con „Pera..“. Questa forma si usava molto nel Settecento.23 Usa luci
come metafora per gli occhi.
Parafrasi: Le cerve un giorno tiravano il cocchio tutto d'oro di Cinzia (Diana, detta
Cinzia dal monte Cinto, nell'isola di Delo, dove nacque) ma, nell'udire l'urlo delle fiere, per il
forte spavento impazzirono e, sbalzandola dal cocchio, fecero precipitare la dea lungo le
pendici dell'Etna.24
Anche qui abbiamo un’immagine mitologica. Cinzia è Diana, dea della caccia, onorata
sul monte Cinto nell’isola di Delo. Il cocchio d’oro trainato dalle cerve è, nella tradizione,
attributo di Cinzia.25
Parafrasi: Tutte le altre dee abitatrici dell'Olimpo gioivano con un riso ispirato
dall'invidia per la sua bellezza ormai compromessa, perché l'immortale volto di Diana,
silenzioso e pallido per il dolore, ai banchetti del cielo appariva avvolto da un velo,
23
Foscolo. Sepolcri, odi, sonetti, 50.
24
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25
Foscolo. Sepolcri, odi, sonetti, 51.
9
ma piansero molto il giorno in cui dalle danze Efesie (fatte in suo onore nella città di
Efeso, in Asia) tornava lieta tra le vergini a lei devote Diana, sorella di Febo (Apollo) e, ancor
più bella, saliva al cielo.26
L’ode finisce con un’immagine piena di speranza. È presente il motivo del velo che
collega Luigia e Diana – sappiamo che Luigia, dopo l’incidente, appariva in pubblico sempre
con il volto velato. La bellezza diventa anche interna.
26
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27
Foscolo. Le poesie, 4.
10
Bibliografia
Foscolo, Ug. Sepolcri, odi, sonetti. Milano: Arnoldo Mondadori Editore, 1987.
Foscolo, Ugo. Odi e sonetti; Dei sepolcri; Le Grazie; Ultime lettere di Jacopo Ortis. Milano:
I libri di Gulliver, 1986.
https://digilander.libero.it/opere_di_foscolo/parafrasi/foscolo_parafrasi_a_luigia_pallavicini_
caduta_da_cavallo.html
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