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Università di Zagabria

Facoltà di Lettere e Filosofia

Dipartimento di Italianistica

L’analisi del testo originale e della traduzione del romanzo La gita a Tindari di
Andrea Camilleri

Studentessa: Ivana Mašić

Corso: Teoria della traduzione

Professoressa: dr.sc. Nada Filipin, doc.

Anno accademico: 2021/2022


Indice

Introduzione..............................................................................................................................................3
Analisi.......................................................................................................................................................4
Conclusione..............................................................................................................................................8
Bibliografia...............................................................................................................................................9
Introduzione

In questa relazione analizzerò la traduzione di 5° e 6° capitolo del romanzo La gita a Tindari


scritto da Andrea Camilleri. Il traduttore Juraj Gracin, grazie a cui questo libro ha la sua
versione croata, ha tradotto il titolo del libro come Izlet u Tindari.

Il romanzo La gita a Tindari è un giallo, fa parte della serie di gialli il cui protagonista è
commissario Montalbano. Il romanzo viene situato in Sicilia dove è stato ucciso un ragazzo
ventenne ed è scomparsa una coppia anziana durante la loro gita a Tindari. Il protagonista
arriva a Tindari per risolvere questo misterio.

Lo scrittore usa una lingua specifica; usa tantissimi espressioni e modi di parlare dialettali
però il suo libro rimane sempre comprensibile al resto dell’Italia. Nell’analisi discuterò dei
problemi che il traduttore ha probabilmente incontrato durante la traduzione di una lingua così
mista. Parlerò anche dei metodi di traduzione che ha usato nei casi dove la traduzione letterale
non si poteva usare perché si tratta di elementi culturospecifici o a causa delle differenze
sintattiche, morfopragmatiche e pragmalinguistiche tra le due lingue.
Analisi

La prima cosa che voglio discutere è la lingua dello scrittore e il modo in cui il traduttore ha
provato a trasferirla in croato. Lo scrittore, come ho già detto nell'introduzione, usa una lingua
piena di espressioni e modi di parlare dialettali (siciliani) però il testo, lo possono
comprendere anche quelli che non sono di Sud Italia. Si può dire che la narrazione è più
vicina allo standard mentre i dialoghi hanno più espressioni dialettali. Ecco un'esempio dal
testo originale: In un vìdiri e svìdiri, quel giardino d'infanzia, inspiegabilmente, si trasformò
in un campo di battaglia. In questo esempio si può anche notare l'uso del passato remoto,
caratteristico per il Sud. Come è stata tradotta in croato questa lingua specifica?

Il nostro traduttore non ha scelto un unico dialetto che sia l'equivalente del dialetto siciliano.
Lui, come base usa lo standard e, per rendere il testo meno formale, a volte aggiunge
espressioni informali o regionali. Per quanto riguarda le espressioni regionali, sono presenti le
espressioni da tutte le parti della Croazia. Comunque, il traduttore non traduce sempre le
espressioni dialettali italiane in espressioni dialettali croate, ma dove è possibile, inserisce
elementi dialettali, informali e dialettali. Ecco alcuni esempi: „bilo je osam i po ujutro“,
„Gospodin komesar lično osobno je stigo!“, „mi ćemo s našom pretpostavkom ispasti norci“,
„Pomanjkanje je to rešpekta“, „Spizu čini moja žena“, „u onu uru i po onakvu mraku“, „i
skoro je vazda u kolima bila neka djevojka“,.. Norc è un'espressione dal dialetto caicavo
entrata nel croato dalla lingua tedesca 1 mentre l'espressione činiti spizu viene dal dialetto
ciacavo ed è d'origine italiana. Da questo possiamo vedere che il traduttore non usa un unico
dialetto croato nella traduzione.

Per quanto riguarda il passato remoto, che è caratteristico del Sud Italia, i suoi equivalenti
croati sarebbero aorist e imperfekt. Comunque, non viene sempre tradotto così. Il traduttore,
dove è possibile, usa aorist e imperfekt, però nella maggior parte dei casi usa presente storico
e perfetto. Comunque, in questi due capitoli ho notato che il traduttore preferisce usare aorist
e imperfekt per tradurre il passato remoto usato nei discorsi delle persone anziane:

E accussì mi pìgliai solo tanticchia di latte con due biscotti. E di subito mi calò la
sonnacchiera. Mi capita sempri doppo che ho mangiato. A farla brevi, m'addrummiscii.

1
https://kajkavski.hr/pretraga/?q=norc (Data di accesso: 10/9/22)
I tako, uzeh malkice mlijeka i dva dvopeka. I odmah mi se počelo spavati. Dešava mi se vazda
poslije jela. Da skratimo, zadrijemah.

La motivazione è semplice: nella lingua croata questi due tempi verbali vengono usati più
dagli anziani che dai giovani. Quindi, un croato quando legge il libro probabilmente non si
renderà conto del fatto che si usa aorist se nel testo parlano, ad esempio, due anziani.
Dall'altra parte, se si tratta di un dialogo tra due giovani che usano aorist lo notiamo subito
perché non è una cosa che succede in realtà, non ci sembra „naturale“.

Ecco un esempio nel quale il traduttore usa perfetto per tradurre i verbi italiani che sono in
passato remoto:

Quando li vidi assittati proprio dove c'erano gli scatoloni, feci loro presente che potevano
scegliersi posti migliori, dato che il pullman era ancora quasi vacante e non
c'eraprenotazione. Spiegai che, dovendo mostrare la merce, avrei dato fastidio andando
avanti e indietro.

Kad sam ih ugledala kako sjede baš tamo gdje su bile kutije, upitala sam ih nisu li si mogli
izabrati bolja mjesta, budući da je autobus još uvijek bio skoro prazan a nije bilo rezervacija.
Pojasnih da ću im, kad budem morala pokazivati robu, smetati hodajući gore dolje.

Queste sono le parole di Beatrice, una ragazza venticinquenne. Probabilmente per questa
ragione il traduttore ha preferito usare il perfetto. Tuttavia, notiamo che, per ragioni stilistici,
uasa anche aorist.

Nel libro ci sono anche altri elementi culturali caratteristici della Sicilia, del Sud e dell'Italia
intera che sono difficili da tradurre in croato a causa delle differenze culturali tra le due
nazioni.

Ad esempio, in Croazia non c'è un equivalente totale al tabaccaio o tabaccheria che il


Treccani definisce come „negozio dove si vendono tabacchi, altri generi di monopolio, sale,
francobolli, spesso anche cartoline e articoli per cancelleria e, talora, di profumeria“. 2 Il
traduttore ha usato la parola trafika, l'opzione il cui significato è il più vicino alla tabaccheria
italiana. Ha preferito la parola trafika alla parola kiosk che oggi viene usato di più.

Il traduttore aveva un po più problemi con la traduzione del „bar-trattoria Paradiso“. L'ha
tradotto come kafić Paradiso. In Italia esistono diversi tipi dei locali pubblici che non esistono
in Croazia. Un bar „è un locale pubblico in cui ci si ferma brevemente per consumare bevande
2
https://www.treccani.it/vocabolario/tabaccheria/ (Data di accesso: 10/9/22)
e cibi leggeri“3 e una trattoria è „pubblico esercizio, con una o più sale, dove si possono
consumare pasti completi“.4 Kafić è, invece, un locale dove si offre soltanto da bere. Il
traduttore ha dovuto scegliere tra diversi opzioni croati delle quali nessuna corrisponde
completamente al nome originale italiano. Comunque, nell’esempio seguente traduce la
parola trattoria in un altro modo:

Ci vediamo tra mezzora alla trattoria San Calogero

Vidimo se za pola sata u gostionici San Calogero.

Un’altra differenza culturale tra i due paesi è la sequenza delle portate a tavola. In Italia ci
sono antipasto, primo piatto, secondo piatto e dolce, mentre in Croazia ne abbiamo tre:
predjelo, glavno jelo, desert. Quindi, nessuno dei tre corrisponde al “secondo piatto” che
viene nominato nel testo originale. Per questo, il traduttore usa un’espressione regionale che è
il suo equivalente totale:

Per secondo avrei delle spigole pescate stanotte oppure..

Za drugi pijat imam brancine ulovljene noćas, ili...

In questi due capitoli c’è soltanto un proverbio siciliano. Comunque, il proverbio è stato
spiegato nel testo originale, quindi il traduttore non ha dovuto cercare l’equivalente croato:

“Nottata persa e figlia fìmmina” commentò Galluzzo, citando la proverbiale frase di un


marito che, dopo avere assistito per tutta la nottata la moglie partoriente, aveva visto nascere
una picciliddra invece dell'agognato figlio màscolo.

- Izgubljena noć a dijete žensko - komentirao je Galluzzo, citirajući poslovičnu frazu muža
koji je, nakon što je čitavu noć probdio kraj žene koja je rađala, dočekao da se rodi curica
namjesto žuđenoga muškića.

Nel testo c’è anche un’esempio che si riferisce ad una credenza del Sud:

Come si fa a essere gelosi di un gersomino d'Arabia?

Kako netko može biti ljubomoran na arapski jasmin?

Si credeva che il gelsomino era utile per estirpare invidia e gelosia alle persone 5. Il traduttore
ha usato la traduzione letterale perché non ha potuto fare in nessun altro modo, in Croazia non
3
https://www.treccani.it/vocabolario/bar/ (Data di accesso: 10/9/22)
4
https://www.treccani.it/vocabolario/ricerca/trattoria/ (Data di accesso: 10/9/22)
5
https://www.ideegreen.it/gelsomino-pianta-proprieta-71427.html (Data di accesso: 10/9/22)
abbiamo questa credenza. Unica soluzione è mettere una nota a pié di pagina, però, siccome
non si tratta di un’informazione cruciale per la comprensione del resto del testo, il traduttore
ha deciso di non farlo.

Per quanto riguarda l’aspetto linguistico, unica cosa che ho trovato in questi due capitoli che
poteva causare dei problemi è la costruzione causativa:

A metà del viaggio, dovendo cominciare il mio lavoro, lo feci alzare.

Na pola puta, budući da sam morala početi raditi svoj posao, učinih da se digne.

Siccome la costruzione causativa non esiste in croato, il traduttore è libero di tradurla in modo
che ritiene più opportuno. Secondo me, questo non è una buona traduzione perché è una
traduzione letterale e in croato nessuno lo userebbe. Io opterei per “rekoh mu da se digne”.
Conclusione

Secondo me, nella traduzione di questo libro, la cosa più difficile probabilmente era
trasmettere lo stile e la lingua dell’originale. In questo seminario ho mostrato quali tecniche
ha usato il traduttore per farlo: uso, accanto allo standard, delle espressioni informali e
regionali. Comunque, purtroppo è impossibile trasferire completamente la ricchezza della
lingua italiana. Un’altra cosa che ha creato dei problemi nella traduzione sono i fenomeni
culturali presenti nella tradizione italiana e non presenti nella tradizione croata, come ad
esempio diversi tipi dei locali pubblici che esistono in Italia e non hanno i suoi equivalenti in
Croazia. Tuttavia, il traduttore ha fatto un ottimo lavoro e per ogni difficoltà ha trovato la
soluzione migliore.
Bibliografia

Andrea Camilleri, Izlet u Tindari, preveo Juraj Gracin, pp. 55-80.

Andrea Camilleri, La gita a Tindari, pp. 86-127.

Hrvatski jezični portal (https://hjp.znanje.hr/index.php?show=main)

Ideegreen.it (https://www.ideegreen.it/)

Kajkavski.hr (https://kajkavski.hr)

Treccani, Vocabolario online (https://www.treccani.it/)

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