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Le dimensioni della variazione socio-linguistica

1) Variazione diatopica
2) Variazione diamesica
3) Variazione diafasica
4) Variazione diastratica
5) Variazione strutturale

La variazione diatopica
 Nel tedesco standard: pur essendo una varietà maggiormente
unitaria, il tedesco standard presenta delle differenziazioni
geografiche con alcune “peculiarità” austriache, svizzere e tedesche.
 Nella Umgangssprache: nella Umgangssprache la variazione
geografica è più marcata. Può essere suddivisa in due grandi aree
Nord e Sud con il fiume Meno come confine:

Umgangssprache settentrionale meridionale


a) Livello fonetico- SPIRANTIZZAZIONE X
fonologico DELL’AFFRICATA /pf/
INIZIALE
ES: Pflug > Flug
SPIRANTIZZAZIONE X
DELL’OCCLUSIVA
SONORA /g/ IN
CONTESTI IN CUI
DOVREBBE ESSERE
DESONORIZZATA
ES: Teig > Teich
Flug > Fluch
X DESONORIZZAZIONE DI /z/
PRIMA DI VOCALE O
DITTONGO
ES: ich reise > ich reiße
X CADUTA DELLO schwa
finale IN ALCUNE PAROLE
ES: Leute > Leut(-)
heute > heut(-)
b) Livello morfo- FLESSIONE NOMINALE: FLESSIONE NOMINALE:
sintattico PLURALE PLURALE
MAGGIORMENTE IN -s MAGGIORMENTE IN -n O
ESEMPI: AGGIUNTA DELL’UMLAUT
- Kumpels (in luogo di SU VOCALE
Kumpel) ESEMPI:
- Bestecks (in luogo di - Stiefeln (in luogo di
Bestecke) Stiefel)
- Krägen (in luogo di
Kragen)
X FLESSIONE VERBALE:
CADUTA DELL’UMLAUT
ALLA TERZA PERSONA
SINGOLARE DEL
PRESENTE
ESEMPIO:
- Sie fragt (in luogo di “sie
frägt”)
- Sie schlaft (in luogo di
“sie schläft)
c) Livello lessicale Non è possibile partire da una semplice opposizione
Nord/Sud perché ogni parola ha una storia a sé.

 Nei dialetti: la differenziazione regionale raggiunge il suo grado


massimo, in quanto i dialetti sono validi unicamente a livello locale.
 Nei gerghi e nelle varietà semplificate: hanno maggiore omogeneità
geografica, in quanto la peculiarità della situazione socio-culturale
dei rispettivi gruppi di parlanti tende a livellare eventuali differenze
dovute alla provenienza regionale.

La variazione diamesica
La variazione diamesica riguarda il mezzo comunicativo. Dunque
dobbiamo in primis differenziare i due mezzi comunicativi più usati e
descriverne le caratteristiche.

varietà della vicinanza varietà della lontanza


Parlato

Scritto
carattere dialogico carattere monologico
(usata nella conversazione (non vi è interazione diretta
face-to-face) con l'interlocutore)
contesto situazionale ben contesto situazionale da
presente ricostruire
discorso non pianificato discorso pianificato
ricezione dilazionata nel ricezione immediata e veloce
tempo formale
quotidiano, colloquiale

Parlato e scritto danno vita a due tipi di linguaggio diversi: la lingua


parlata e la lingua scritta, che sono tra loro completamente diverse.
Caratteristiche della lingua parlata:
- Presenza di marcatori pragmatici, elementi per regolare la turnazione
dei partecipanti, per suscitare l’attenzione dell’interlocutore per
sincerarsi dell’avvenuta comprensione.
- Presenza di particelle modali (eigentlich, aber, wohl…) per esprimere
in forma poco appariscente la valutazione del proprio enunciato.
- Fenomeni di esitazione (riempitivi come “ja”, “ähm”, “also”…)
- Strutture “difettose” (come anacoluti o contaminazioni)
- Uso di lessemi dalla referenza molto ampia (Dinge/Sache,
tun/machen)
- Uso di connettori generici o polisemici (und, aber…)
- Testo breve con sintagmi e frasi semplici
- Numerose ripetizioni
È bene ricordare che tra queste due forme/varianti prototipiche di parlato e
scritto, si collocano diverse forme intermedie: ci sono, ad esempio, testi
scritti molto più vicini al parlato (SMS e chat) e testi orali molto vicini allo
scritto (lezioni universitarie, discorsi letti in parlamento).

La variazione diafasica
La variazione diafasica riguarda il contesto situazionale. Nello standard il
contesto è quasi sempre formale o ufficiale; mentre nella Umgangssprache,
dialetti, gerghi e pidgin è maggiormente colloquiale e informale.
Anche lo standard può presentare differenti varietà funzionali in relazione
all’ambito comunicativo o all’argomento della comunicazione. In questo
caso parliamo di:
a) Lingue settoriali, che riguardano l’ambito generale della
comunicazione (ad esempio: linguaggio giornalistico)
b) Lingue specialistiche, che sono contraddistinte dall’argomento
trattato. Tali argomenti sono collegati a determinate professioni o
campi di sapere: matematica, scienza, chimica, linguistica… un
esempio di lingua specialistica è la lingua tecnico-scientifica.
Il linguaggio giornalistico
Caratteristiche:
Livello morfosintattico:
Strategie tendenti alla condensazione dell’informazione, che
avvengono con l’uso dello stile nominale e quindi attraverso:
 Derivati deverbali, ossia nomi che derivano da radici verbali
e vengono formati con i classici suffissi nominali.
Es: Ablehnung > ablehnen
Annahme > annehmen
Änderung > da ändern
 Composizione, ovvero la compressione di sintagmi in un
unico sostantivo:
Es: die Änderung des Gesetzes > die Gesätzesänderung
 Funktionsverbgefüge, che sono dei verbi vi è un sostantivo
deverbale accompagnato da un verbo parzialmente
desemantizzato.
Es: Kritik üben > kritisieren
Anzeige erstatten > anzeigen

Nei titoli:
 Vengono tralasciati tutti gli elementi sintattici facilmente
ricostruibili
 Vengono omesse informazioni facilmente ricostruibili dal
contesto

Livello lessicale
 Molti neologismi, tecnicismi e prestiti
Livello semantico
 Giochi di parole (soprattutto nei titoli) che si basano sulla
polisemia concreto-astratto di un lessema o di un’espressione
idiomatica.
Livello testuale
 Ogni giornale ha una strutturazione propria, anche se ovunque
si nota la tendenza a concentrare le informazioni principali
all’inizio dell’articolo aggiungendo man mano quelle meno
importanti. Di modo che il lettore può interrompere la lettura
quando vuole.

Linguaggio tecnico-scientifico
Caratteristiche:

Livello lessicale
NB: è bene ricordare che il lessico del linguaggio tecnico-scientifico
è molto diverso rispetto al lessico della lingua comune.
a) I termini hanno significato solo denotativo;
b) Il significato dei termini è stabilito per definizione esplicita da
parte dei singoli utenti (e non dalla comunità);
c) Il rapporto tra termine e significato è BIUNIVOCO: a ogni
termine corrisponde un solo significato e ad ogni significato
corrisponde un solo termine (no polisemia/sinonimia). Il lessico
assomiglia più ad una nomenclatura, spesso gerarchizzata più o
meno rigida;
d) I termini tecnico-scientifici possono avere varie origini:
 Parole provenienti dalla lingua comune spogliate del
proprio significato originario e della loro polisemia (Wort,
Stamm, Fuge)
 Prestiti da altre lingue più o meno adattati:
 Non adattati dal latino (Kasus, Gerundium)
 Adattati dal latino (Substantiv, Imperativ)
 Non adattati (sempre) dal francese (Faux Amis) o
dall’inglese (Clefting). Spesso questi prestiti hanno
anche un corrispondente tedesco. (Faux
Amis>Falsche Freunde; Clefting>Spaltsatz)
 Neologismi
 Composti caratterizzati da un alto grado di sistematicità
(es: Hauptsatz, Nebensatz, Kausalsatz, Konsessivsatz)
 Derivati con affissi a cui si dà un significato costante (ad
es. il suffisso “-em” a cui viene dato il significato di unità
minima, che serve a formare termini come Lexem,
Morphe, Phonem, Graphem).
 Abbreviazioni
 Lettere iniziali dei singoli elementi (VP > Verbal Phrase;
DaF > Deutsch als Fremdsprache)
 Prima parte abbreviata più sostantivo (INFL-Knoten >
Inflaktion-Knoten)

Livello morfologico
 Peculiarità nella flessione:
 Plurali per sostantivi che in lingua comune appaiono solo
al singolare:
es: Blut > Bluten;
Beton > Betons
 Sostantivi che hanno un genere diverso rispetto alla
lingua comune:
es: der Erbteil > das Erbteil;
der Mündel > das Mündel
 Mancanza del morfema di raccordo “-s”

Livello sintattico
 Alto grado di nominalizzazione (attraverso derivati deverbali,
Rechtsattribute, Linksattribute, Funktionsverbgefüge)
 Strategie di anonimizzazione (prima persona sostituita con la
terza; forme impersonali con “man” ed “es”; forte uso del
passivo)
 Connettori massimamente espliciti, mai generici

Livello testuale
I testi tecnico-scientifici hanno tutti una precisa macrostruttura
testuale:
1) Abstract (un breve riassunto del lavoro svolto)
2) Introduzione
3) Presentazione della ricerca
4) Conclusione
5) Eventuali allegati

La variazione diastratica
La variazione diastratica riguarda l’appartenenza dei parlanti ad un
determinato gruppo sociale, classe, una determinata categoria
professionale, setta religiosa o fascia d’età. Alcuni studiosi ritengono che
la variazione diastratica riguardi anche il linguaggio dei due sessi:
uomini
maggiore aggressività (insulti, volgatità)
maggiore oggettività (asserzioni)

donne
maggiore emotività (diminutivi e vezzeggiativi)
maggiore assertività (domande, espressioni mitigatrici e verbi
modali)

È bene ricordare, che più è piccolo il gruppo di appartenenza, più evidenti


saranno le peculiarità linguistiche. Sono, quindi, soprattutto i gerghi ad
essere caratterizzati a livello diastratico, in quanto la loro funzione è
proprio quella di forgiare e rafforzare l’identità del gruppo in modo da
poterla contrappore ai modelli socio-culturali imperanti.
Per quanto riguarda l’appartenenza alla fascia d’età una varietà molto
interessante, oggetto di ricerca linguistica di molti studiosi è la lingua dei
giovani (la Jugendsprache). Questo perché la Jugensprache appare come
una commistione di stili.
Jugendsprache
Si tratta di una varietà in continuo mutamento, influenzata da molteplici
fattori: sesso, età, grado di istruzione, contesto di migrazione, provenienza.
Caratteristiche lessicali:
 Bricolage: unione di stili e forme diverse derivanti da processi di
creazione lessicale, trasformazione e ricontestualizzazione della
lingua standard.
 Neologismi, creati attraverso processi di:
 Composizione (ad es. “Flintenspezi”, letteralmente
specialista di fucile, in luogo di “Jäger” dello standard)
 Conversione (ad es. “rumdödeln”, che significa fare lo
stupido, che deriva dallo standard “Dödel”, stupido)
 Giochi di parole (es. IMehls, termine creato sulla base dell’omofonia
tra “mail” e “Mehl”)
 Parole macedonia (es. “jein”, che deriva dalla fusione tra “ja” e
“nein”)
 Forestierismi, in modo particolare anglicismi, che sostituiscono
forme autoctone (happy, cool, Family, Story) o adattati
morfologicamente al tedesco (rushen, gevotet)
 Mutamenti semantici (es: Tanke, che in tedesco standard significa
“distributore di benzina” e nella Jugendsprache “birreria”)
 Interessanti formazioni fraseologiche, con accostamenti bizzarri di
parole che assumono precisi significati (es: nicht die Bohne kapieren
> non capire nulla; auf die Masche einsteigen > stare al gioco; die
Mücke machen > andarsene)
Molte parole della Jugendsprache sono ormai diventate di uso corrente
anche nello standard (es: Zoff x Litigio; Rabatz machen x Fare chiasso).

Kanak Sprak (Turkendeutsch)


In Nuova Caledonia la parola “kanak” (canaco) significava “uomo/essere
umano”. I coloni francesi quando occuparono l’arcipelago fecero proprio il
termine e lo utilizzarono con un’accezione negativa per indicare il popolo
colonizzato. Anche in Germania inizialmente il termine veniva usato per
designare in modo dispregiativo gli immigrati di quella zona, ma la
situazione cambiò quando uno scrittore turco (Feridun Zaimoglu)
pubblicò, nel 1995, un libro in cui esprimeva tutto l’orgoglio di
appartenere all’etnia/identità “kanak”, trasformando il termine la sua
accezione da negativa in positiva.
Negli ultimi anni la varietà parlata dagli immigrati “kanak” (turchi) ha
iniziato a diffondersi anche tra i giovani tedeschi come lingua franca nei
quartieri multietnici e anche tra alcuni media.
Caratteristiche principali della Kanak Sprak:
Livello fonetico-fonologico
 La fricativa palatale sorda [ç] viene pronunciata come fricativa
postalveolare sorda [ʃ]
(ich > isch / mich > misch)
Livello morfosintattico
 Omissione degli articoli
 Enclisi del pronome personale “du” (forme come: “weistu”,
“machstu”)
 Uso del dativo al posto di tutti gli altri casi
Livello lessicale
 Molte espressioni vocative (Alder)
 Interiezioni e marcatori del discorso (isch schwör, weisstu)
 Rafforzativi (obernkrass, ultracoole) e volgarismi (arschloch)
 Utilizzo di parole della Jugendsprache (es: Penner, che in
tedesco standard vuol dire “barbone”, ma in Kanak Sprak e
Jugendsprache assume il significato di “stupido, idiota”)
 Trasformazioni semantiche (es: Karre, che in tedesco standard
vuol dire “carretto” e in Kanak Sprak “macchina, auto”)

La variazione strutturale
È una variazione inerente al sistema linguistico stesso (quindi non
connessa a nessun fattore variazionale esterno come quello geografico,
diamesico, diastratico o diafasico).
Tale variazione può essere dovuta a due fattori:
1) Processi di integrazione conseguenti ad un contatto linguistico;
2) Processi di ristrutturazione grammaticale interna
Nel primo caso, ovvero quando avviene un contatto tra due lingue e due
sistemi linguistici differenti tra loro si trovano ad interagire si parla di
varietà di contatto. Il contatto può essere stabile e duraturo nel tempo o
momentaneo e quindi legato a contingenze particolari. Situazioni che
portano alla creazione di varietà di contatto possono essere, ad esempio, i
flussi migratori: nascono in questo modo le cosiddette “isole linguistiche”
(o minoranze linguistiche).
Le minoranze/isole linguistiche sono comunità in cui è in uso una varietà
linguistica o una lingua diversa rispetto a quella parlata nel territorio
circostante.
Esempi di varietà di contatto (dovuti a flussi migratori che hanno portato
alla creazione di isole linguistiche):
- Pennsylvania Deutsch
- Walser

Pennsylvania Deutsch
Nasce in seguito alle migrazioni delle comunità Amish e Mennonite dalla
Svizzera all’America a partire dal XVIII secolo. Amish e Mennoniti sono
minoranze religiose anabattiste che in Svizzera erano vittime di
persecuzioni. È per questo motivo che decisero poi di emigrare in
America, precisamente in Pennsylvania, dove il fondatore dello Stato
(William Penn) dichiarò tolleranza religiosa nei confronti di TUTTE le
religioni.
Le comunità Amish e Mennonite utilizzano tutt’oggi la varietà del
Pennsylvania Deutsch per la comunicazione quotidiana, insieme
all’inglese (usato solo per comunicare con chi non fa parte della comunità)
e il tedesco standard (usato solo nelle comunicazioni formali ad esempio la
messa quando si legge la Bibbia di Lutero o a scuola). È per questo che
tale comunità è sia bilingue (alternanza tra tedesco e inglese) che diglossa
(utilizzo di due diverse varietà di tedesco in base alla situazione
comunicativa).
Il Pennsylvania Deutsch integra elementi dei dialetti tedeschi del
Palatinato e della Svizzera (dunque è una varietà essenzialmente a base
francone-renana), elementi alemanni, svevi e inglesi.
Caratteristiche:
Livello lessicale
 Forte influsso dell’inglese
 Prestiti non adattati (bischt ready for gehen? X Bist du
fertig?); un numero consistente di parole inglesi
appartiene al dominio del lavoro, della scuola,
dell’educazione, della vita familiare e del tempo libero
(direction, inspector, teacher, dictionary, daddy, girlfriend,
sport…)
 Prestiti adattati (nau > da now)
 Calchi (es: Sie fragte fer Ideas, dall’inglese “she asked for
something” in luogo della costruzione tedsca “sie fragte
nach etwas”).
Livello fonetico-fonologico
 Passaggio da /a/ a /u/ davanti alla nasale (vun > von / kummt >
kommt)
 Delabializzazione di [y:] (u con umlaut) in [i:] (Frieyaahr >
Frühjahr)
Livello morfologico
 Tendenza ad integrare prestiti dall’inglese al sistema
morfosintattico del tedesco
Es: formazione dei participi
“I hab vorher noch net geteacht” (da “to teach”, utilizzando il
metodo di formazione del participio del tedesco standard
GE+verbo+T)
“Ich habe vorher noch nicht gelehrt” (in ted. Standard)
 Progressiva scomparsa di dativo e genitivo a favore di
nominativo e accusativo (“des basd mich ne” in luogo di “das
passt mir nicht”)
 Uso della costruzione “sein am + infinito” per esprimere
un’azione in svolgimento
Livello sintattico
 Non viene rispettata la parentesi frasale;
 Assenza dell’inversione soggetto-oggetto
Livello semantico
 Utilizzo di lessemi della lingua di partenza (ted) con un
significato che è stato trasferito dal lessema corrispondente
dell’inglese:
ES: “Ich kanns fange nau” (da “I can catch it now”)
ma, il verbo “to catch” > afferrare, capire
il verbo “fangen” > afferrare MA NON capire
(frase corrispondente in ted standard: “ich kann jetzt
verstehen”)

Walser
La parola tedesca “walser” è una contrazione del tedesco “walliser”
(vallesano) ed indica le popolazioni alemanne emigrate nel Medioevo dal
Vallese (Svizzera) ed insediatesi in varie zone dell’arco alpino (ed
ovviamente la lingua da esse parlata). La minoranza linguistica walser si è
insediata nelle zone di:
- Gressoney (Saint-Jean e La Trinité)
- Issime (Valle d’Aosta)
- Alagna e Rimella (Vercelli)
- Macugnaga e Formazza (Verbania)
- Bosco Gurin (Canton Ticino)
I walser costituiscono un insieme di dialetti appartenenti al sottogruppo
alemanno dell’Oberdeutsch (tedesco superiore). Tali dialetti vivono in un
contesto di forte plurilinguismo e contatto linguistico (ad esempio con
l’italiano, il francese ed altre varietà dialettali come il piemontese o il
valsesiano).
Caratteristiche dei Walser:
Livello fonetico-fonologico
 Palatalizzazione di /s/ che diventa fricativa postalveolare sorda
[ʃ]
ES: hüsch > Haus
schi > Sie
dische > diese
 Semplificazione dei nessi consonantici “-rn(e)” che diventano
“-re/rä”
ES: gärä > gerne
Livello morfologico
 Tratti arcaici: mantenimento delle sillabe atone finali
ES: gwachsni/gwachseno > Erwachsene (adulto)
Livello lessicale
 Uso di termini arcaici (ES: Wibe/Weiber, oggi scomparso
nell’uso corrente e sostituito dal termine “Frauen” per indicare
le donne in generale)
 Prestiti dall’italiano (ES: bunanima, però, propri, prima,
sekunda…)
Livello sintattico
 Non viene rispettata la parentesi frasale
 Inversione Attributo del Nome+Nome (in tedesco standard
viene messo prima l’attributo/aggettivo che si riferisce al nome
e poi il nome “gute Gnocchi”, mentre nei walser è il contrario
“gnocca gjötu”)
 Assenza del preterito, sostituito dal Perfekt

Quando due sistemi linguistici entrano in contatto, è naturale che molti


termini della lingua di partenza entrino a far parte della lingua d’arrivo, in
qualità di prestiti. Essi devono seguire però un processo di adattamento,
che può comportare un periodo piò o meno lungo di “insicurezza”, che si
traduce nella coesistenza di più varianti.
- Pronuncia:
 Prestiti francesi
Sembra ormai imporsi la pronuncia adattata
(“tedeschizzata”) dei prestiti, eliminando le vocali
nasalizzate:
ES: Bonbon > [bõbõ:] a discapito di [bɔŋbɔŋ]
 Prestiti inglesi
Sembrano imporsi le varianti con un vocalismo che
riflette la pronuncia originaria (non adattati):
ES: Rallye > [rɛli] simile a [ræli]
 Prestiti dalle lingue classiche
Oscillazione tra la pronuncia dentale [s] delle lingue
classiche o postalveolare [ʃ] (adattata) della fricativa
iniziale, in parole come:
ES: Stil > [stil] o [ʃtil] / [spɛktral] o [ʃpɛktral]
- Flessione
 Formazione del plurale
 Casi in cui una delle due varianti del plurale è
adattata e una è il plurale della lingua di partenza:
ES: Skriptum > Skripta/Skripten
Salto > Salti/Saltos
 Casi in cui le 2 varianti del plurale sono entrambe
formate con morfemi produttivi tedeschi:
ES: Pizza > Pizzas/Pizzen
Aroma > Aromas/Aromen
Hospital > Hospitale/Hospitäler
 Assegnazione del genere ai prestiti
Avviene attraverso 3 criteri:
 Appartenenza ad una classe semantica
ES: das Ale, das Ginger come das Bier (tipi di birra)
 Esistenza di un’equivalente semantico tedesco
ES: Die Unit = Die Einheit ; Das Shirt = Das Hemd
 Esistenza di uno schema di derivazione a cui il
prestito può essere associato
ES: das Apartament > per via del suffisso in “-ent” /
die Aktion > per via del suffisso in “-ion”

Un conflitto tra questi criteri può portare a delle oscillazioni:


- Das/der Poster
 Può avere genere neutro come l’equivalente semantico
“das Bild”;
 Può avere genere maschile se viene associato a un
sostantivo deverbale con suffisso in “-er”;
- Der/das Pig (maiale o sbirro)
 Può essere maschile come l’equivalente metaforico “der
Polizist”;
 Può essere neutro come l’equivalente letterale “das
Schwein”;
Spesso le due varianti sono entrambe di uso comune:
ES: der/das Barock; der/das Biotip; die/das Elastik; der/die Gabardine
In altri casi, invece, una delle due varianti è in regresso:
ES: der/ (das) Gong; der/ (das) Kompromiss; das/ (der) Podest; das/ (der)
Lasso; das/ (der) Mannequin

Processi di ristrutturazione grammaticale interna


Il secondo caso che può dar vita a delle variazioni strutturali in una lingua
è l’esistenza di determinati processi di ristrutturazione grammaticale
interna.
Nel corso della storia di una lingua le proprietà morfosintattiche delle
parole possono cambiare: così ad esempio, i sostantivi possono cambiare
tipo di declinazione, i verbi tipo di coniugazione, le preposizioni il tipo di
reggenza…
Il passaggio è quasi sempre graduale e segue il modello:

A----A/B----B*
- Fase 1) esiste una variante A accettata dallo standard.
- Fase 2) sorge una nuova variante B. Per un certo periodo le due
varianti A e B coesistono.
- Fase 3) A scompare poiché il suo uso viene sovrastato da quello di B.
NB: B viene accettata come variante standard (a discapito di A) solo nel
momento in cui la sua diffusione è talmente vasta da non poter più essere
ignorata.
Esempi di processi di ristrutturazione grammaticale interna:
1) TIPO DI CONIUGAZIONE (verbi da forti a deboli)
Verbo forte Variante forte Variante debole
originale
I CASO - Scheinen - Schien - Scheinte
(solo variante A - Trügen - Trog - Trügte
forte accettata)
II CASO - Klimmen - Klomm - Klimmte
(varianti A e B - Saugen - Sog - Saugte
accettate)
III CASO - Backen - Buk - Backte
(variante B debole - Fragen - Frug - Fragte
sovrasta variante - Triefen - Trof - Triefte
A forte originale)

2) TIPO DI DECLINAZIONE (sostantivi da declinazione debole a


forte):
Sostantivo Variante debole Variante forte
originale
I CASO - Der Bar - Des/Dem - Des Bärs/Dem
(solo variante A Bären Bär
debole accettata)
- Der Fink - Des/dem - Des Finks/ dem
Finken Fink

- Der Narr - Des/dem - Des Narrs/ dem


Narren Narr
II CASO - Der Bauer - Des/dem - Des
(varianti A e B Bauern Bauers/dem
accettate) Bauer
- Der Ahn - Des/dem - Des Ahns/dem
Ahnen Ahn
- Der Magnet - Des/dem - Des Magnets/
Magneten dem Magnet
III CASO - Der - Des/dem - Des
(variante B forte Schwann Schwannen Schwanns/dem
sovrasta variante Schwann
A debole originale) - Der Mai - Des/dem - Des Mais/dem
Maien Mai
- Der - Des/dem - Des Gevatters/
Gevatter Gevattern dem Gevatter
NB: il cambiamento di declinazione può avvenire anche all’opposto:
ovvero un sostantivo può passare dalla declinazione forte a quella debole
(ciò vale soprattutto per i nomi animati, ad esempio: der Autor, der
Detektiv, der Direktor, der Motor…)
Comunque, questa tendenza non è ancora stata accettata dalla
codificazione normativa.
3) TIPO DI REGGENZA (preposizioni che reggono il genitivo
passano a reggere il dativo): preposizioni che normativamente
reggono il genitivo, vengono usate col dativo: jenseits, beidseits,
innerhalb, außerhalb, aberhalb, unterhalb, einschließlich, laut, kraft,
statt, seitens, zweck, mittels, anstatt, aufgrund, wegen, ob…

Ovviamente esiste anche la tendenza contraria, ovvero: preposizioni


che di norma reggono il dativo ma vengono usate con il genitivo:
außer, entgegen, entsprechend, fern, getreu, weit, ungleich, nah,
gleich, samt, nahe, nächst…

Ci sono poi preposizioni che reggevano il dativo, ma hanno accettato


la reggenza del genitivo nello standard (entrambe le varianti sono
corrette): binnen, dank, entlang, zufolge, zulasten…

Preposizioni che reggevano il genitivo, ma la reggenza del dativo ha


soppiantato quella originaria (solo il genitivo è corretto): inmitten,
trotz, unfern, unweit…

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