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L’università di Sarajevo

La facoltà di lettere e filosofia

Il dipartimento di romanistica

IL LAVORO DI SEMINARIO

Il tema: Sull'abilità del traduttore di rispettare e trasmettere lo spirito

dell'originale del libro Canne al vento di Grazia Deledda

Studentessa: Mentore:

Dženana Uzunović doc.dr. Nermina Čengić

Sarajevo, gennaio 2017


INDICE

1. INTRODUZIONE ........................................................................................... 3

2. L'ANALISI DEL TESTO ORIGINALE E DELLA TRADUZIONE DEL


LIBRO CANNE AL VENTO DI GRAZIA DELEDDA ................................... 4

2.1 Lessico ......................................................................................................... 4

2.1.1 L’omogeneità del testo .............................................................................................. 4


2.1.2 Il nome del colore ...................................................................................................... 6

2.1.3 Le costruzioni ............................................................................................. 7

3. CONCLUSIONE ............................................................................................. 8

4. FONTE ............................................................................................................. 9

5. BIBLIOGRAFIA .......................................................................................................... 10
1. INTRODUZIONE

In questo lavoro di seminario elaboriamo come è stato tradotto in bosniaco il libro Canne
al vento di Grazia Deledda. La traduzione nel bosniaco firma rispettabile professore di Sarajevo,
Jasmin Džindo.

È necessario menzionare che la traduzione è comprensibile, semplice e ha veramente


trasmesso il messaggio al lettore. Invece in quel lavoro di seminario daremo i commenti alla
traduzione e offriremo le altre soluzioni per la traduzione se è possibile. Gli esempi sono
elencati in italiano e anche in bosniaco. Mettiamo a fuoco il lessico che è stato usato nelle
traduzione paragonandolo con il testo originale. Nella parte principale viene menzionata
l'omogeneità del testo e come ne viene applicata in questo caso. In lavoro di seminario
commenteremo anche la traduzione di qualche costruzione dando la propria proposta.

Tutte le proposte si riferiscono alle modificazioni del testo tradotto in tal modo per
migliorarlo.
2. L'ANALISI DEL TESTO ORIGINALE E DELLA TRADUZIONE DEL
LIBRO CANNE AL VENTO DI GRAZIA DELEDDA

Il libro Canne al vento, un capolavoro di Grazia Deledda, è stato scritto in italiano nel
1913 e poi viene tradotto anche in bosniaco grazie al professor Jasmin Džindo. In quella parte
del lavoro di seminario elenchiamo certe frasi in italiano estratte dal testo originale insieme con
la loro traduzione in bosniaco. La traduzione si riferisce a quella del professor Džindo.

Il nostro compito sarà di offrire un’altra traduzione possibile per qualche parola. Mettiamo a
fuoco il lessico usato nel libro di Deledda e poi analizziamo la traduzione, offrendo un’altra
soluzione se è possibile.

2.1 Lessico

2.1.1 L’omogeneità del testo

Nel libro la parola bisaccia è stata usata più di una volta. La bisaccia è una grossa sacca di
pelle o stoffa da portarsi ad armacollo o a cavallo con il necessario per il viaggio1 o
semplicemente sacca, tascapane, zaino.2

Gli esempi:

Il servo era abituato a obbedire alle sue padrone e non fece altre richieste: tirò una cipolla dal
grappolo, un pezzo di pane dalla bisaccia e mentre il ragazzo (...) ripresero a chiacchierare.
(Canne al vento, pag. 11.)

Sluga je navikao da bude poslušan svojim gazdaricama i ne upita ništa više. Izvukao je jednu
glavicu luka iz svežnja i jedan komad hljeba iz bisaga i dok je mladić (...) nastavili su čavrljati.

(...)gli sembrava di essere un pellegrino, con la piccola bisaccia di lana sulle spalle e un
bastone di sambuco in mano, diretto verso un luogo di penitenza: il mondo. (Canne al vento,
pag. 20.)

(...) činilo mu se da je hodočasnik, s malom bisagom od vune na ramenima i štapom od zove u


ruci, upućen ka mjestu pokore – svijetu.

1
Treccani-il portale del sapere http://www.treccani.it/vocabolario/bisaccia
2
Treccani-il portale del sapere http://www.treccani.it/vocabolario/bisaccia_(Sinonimi-e-Contrari)
— E che facciamo, con questa bisaccia? (Canne al vento, pag. 77.)

I šta da radimo s ovim bisagama? (Trske na vjetru, pag. 61.)

Dalla sua bisaccia a fiorami usciva l'odore del gattò che portava in regalo al Rettore suo amico,
e il collo violetto di una damigiana di vino. (Canne al vento, pag. 77.)

Iz njegovih bisaga s cvijetnim dezenom širio se miris kolača gattoa koji je nosio na poklon
Rettoreu, svom prijatelju, a provirivao je i ljubičasti grlić velike pletene vinske boce. (Trske na
vjetru, pag. 62.)

(...) Efix caricò la bisaccia sul cavallo che pareva si fosse addormentato, poi montò in groppa
alle spalle di don Predu cercando di farsi leggero. (Canne al vento, pag. 77.)

(...) Efix natovari bisage na konja, koji je izgledao kao da je zaspao, zatim se pope na sedlo iza
don Perdua, nastojeći da bude lahak. (Trske na vjetru, pag. 62.)

In tutti questi esempi estratti dal testo la parola bisaccia è stata tradotta usando la parola –
bisaga in bosniaco. Una delle caratteristiche che possiede un traduttore virtuoso è di rimanere
coerente. Negli esempi dal testo originale dove si appare la parola bisaccia, la traduzione è la
stessa ogni volta, cioè il testo rimane omogeneo.

Ciò nonostante è stato trovato un esempio, una frase dove si menziona la bisaccia ancora una
volta ma con la diversa traduzione.

Appena fuori del paese cominciarono le questioni, perché il cieco, sebbene avesse la bisaccia
colma di roba, voleva chiedere l'elemosina ai passanti, mentre Efix osservava (...) (Canne al
vento, pag. 209.)

Quindi si propone di tenere l’omogeneità della traduzione non usando un’altra parola come
naprtnjača o quella altra.

Tek što su izašli iz sela, počela je rasprava zato što je slijepac, iako je imao naprtnjaču punu
stvari , htio tražiti milostinju od prolaznika, dok se Efix pitao (...) (Trske na vjetru, pag. 163.)
2.1.2 Il nome del colore

Nel testo originale si menziona alcune volte la parola scarlatto. Invece si tratta di un
colore, precisamente del colore rosso o che ha colore rosso acceso e brillante.3 In inglese c’è la
parola scarlet4 ma esiste anche in bosniaco la parola – grimizna. Questo vuol dire che il
scarlatto si può tradurre senza problemi come grimizna (boja). Nonostante quel fatto il
traduttore non ha usato neanche una volta quella parola per tradurre il scarlatto, cioè ha usato
tutt'altre, più o meno accettabile.

Gli esempi:

Efix si fermò un momento in mezzo a un gruppo di paesani del Nuorese: le donne sedevano in
fila davanti alle capanne, aspettando l'ora della messa cantata, e i loro corsetti di scarlatto
davano un tono rosso all'ombra del muro. (Canne al vento, pag. 84.)

Efix se na trenutak zaustavi usred grupe seljaka iz pokrajine Nuorese. Žene su sjedjele u redu
ispred koliba čekajući sat velike mise, a njihovi steznici od skrletne tkanine davali su crvenu
crvenu notu sjenci zida. (Trske na vjetru, pag. 67.)

(...) anche i collari dei cani eran d'oro e le bardature dei cavalli d'argento e le coperte di
scarlatto. (Canne al vento, pag. 210.)

I pseći okovratnici bili su zlatni, a konjska oprema srebrena i pokrivači žarkocrvene boje.
(Trske na vjetru, pag. 164.)

Alcune erano alte, sottili, fasciate di orbace, coi grembiali ricamati di geroglifici gialli e verdi
e i cappucci di scarlatto, e pareva venissero di lontano, dall'antico Egitto. (Canne al vento,
pag. 218.)

Bile su visoke, mršave, umotane u ogrtače s vezenim pregačama, sa žutim i zelenim


hijeroglifima i s jarkocrvenim kapuljačama, i činilo se da dolaze izdaleka, iz starog Egipta.
(Trske na vjetru, pag. 170.)

Un uomo un po' abbandonato sopra un cavallo nero saliva lentamente, tutto ricoperto da un
gabbano d'orbace foderato di scarlatto. (Canne al vento, pag. 225.)

3
Treccani-il portale del sapere http://www.treccani.it/vocabolario/scarlatto
4
http://www.dictionary.com/browse/scarlet
Jedan čovjek, pomalo izdvojen, polahko se penjao na crnom konju ogrnut višeslojnim vunenim
ogrtačem jarkocrvene boje. (Trske na vjetru, pag. 176.)

Il traduttore ha offerto alcune parole come si poteva tradurre il scarlatto, p.e. skrletna,
jarkocrvena o žarkocrvena. Nessuna di quelle parole è sbagliata ma proprio il traduttore
avrebbe dovuto rimanere in una forma sola. Era già menzionato prima che il testo dovrebbe
essere omogeneo e per questo proponiamo di scegliere un modo di traduzione e tenerlo così
attraverso tutto il testo. Dobbiamo sottolineare che in questo caso si potrebbe usare la parola
più adatta – grimizna. Nella traduzione di un testo si propone di usare le parole che sono le più
vicine al originale.

2.1.3 Le costruzioni

Paragonando il testo originale con la traduzione ci sono trovate le costruzioni che non sono
tradotte nel modo migliore. Daremo gli esempi dal libro insieme con la traduzione e offriremo
la soluzione per cui consideriamo di essere migliore.

Gli esempi:

Efix, stanco morto, con la febbre fin dentro le ossa, non tentava di convertirli, e neppure sentiva
pietà di loro; ma gli pareva di camminare in sogno, portato via da una compagnia di fantasmi,
come tante volte laggiú nelle notti del poderetto; era già morto ed errava ancora per il mondo,
scacciato dai regni di là. (Canne al vento, pag. 218.)

Efix, mrtav umoran, s groznicom u kostima, nije ih pokušavao preobratiti niti ih je žalio, ali mu
se činilo da hoda u snu u koji ga je odvela jedna grupa duhova, kao što je to bilo mnogo puta
tamo u noćima na malom imanju. Bio je već mrtav i još je lutao svijetom, potaknut onostranim
sliama. (Trske na vjetru, pag. 169.)

Per la costruzione sottolineata scacciato dai regni di là sia meglio dire otjeran tamošnjom
vladavinom rispettando così lo spirito dell'originale.

Nella seguente frase l'aggettivo impassibile è stato tradotto come hladnokrvan, in italiano a
sangue freddo.

Il cieco restava impassibile, fermo sotto la sua maschera dolorosa. (Canne al vento, pag. 210.)

Slijepac je ostao hladnkrvan, jak pod svojom bolnom maskom. (Trske na vjetru, pag. 164.)

È meglio usare gli aggettivi come miran, staložen per questo contesto.
3. CONCLUSIONE

Quel lavoro di seminario si occupa di un'analisi comparativa tra il testo originale scritto
in italiano e la traduzione fatta in bosniaco. Il compito del traduttore è di trasmettere il
messaggio rispettando lo spirito dell'originale. Possiamo concludere che il traduttore del libro
Canne al vento ha fatto un buon lavoro riguardo il fatto che si tratta delle due lingue allontanate
nel campo di morfologia e sintassi. Il traduttore non ha tradotto il testo letteralmente, però ha
adattato allo spirito della lingua a cui si traduce.

Invece analizzando la traduzione ci sono stati trovati alcuni posti nel testo che si
potevano tradurre in un modo migliore. Nella parte principale abbiamo dato i commenti su quei
posti e anche le proposte o altre soluzioni per tali costruzioni o parole. Abbiamo fatto dei
suggerimenti come mantere un testo omogeneo e non facendo una macedonia con le parole.
Esistono i diversi stili della traduzione e sempre si dovrebbe scegliere uno stile e mantenerlo
attraverso tutto il testo. Si può concludere che quella traduzione è plausibile ma deve
sottolineare anche che alcune volte il modo in cui è stato tradotto non è stato il migliore.
4. FONTE

1. Deledda, Grazia (1950), Canne al vento, Mondadori, Milano

2. Deledda, Grazia (2015), Trske na vjetru, Vrijeme, Zenica – sa italijanskog preveo Jasmin
Džindo,
5. BIBLIOGRAFIA

1. Corriere della sera – dizionario italiano - http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/

2. Halilović, Senahid, Palić, Ismail, Šehović, Amela (2010), Rječnik bosanskoga jezika,
Filozofski fakultet u Sarajevu, Sarajevo

3. Jahić, Dževad, Halilović, Senahid, Palić, Ismail (2000), Gramatika bosanskoga jezika, Dom
štampe, Zenica

4. Treccani, il portale del sapere - http://www.treccani.it/

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