Sermonti di questo Inferno disponi- bile ora in volume, porta il marchio Sermonti, Vittorio. L’Inferno di di quella umiltà intellettuale che allo stesso tempo che ingrandisce, avvi- Dante. Milano: Rizzoli, 2003. cina il timido, il curioso, quello-che- 640pp. ha-già-letto-e-vuol-ricordare, quello- che-non-ha-mai-letto-ma-ha-sem- Sentire Sermonti, riscoprire Dante pre-voluto-farlo, se Calvino mi per- mette ricordare il suo Viaggiatore. Nel domandare e nel domandarsi Quel pubblico dimenticato, distante sulla lettura dell’opera dantesca dalle accademie, spesso anche dalle oggi, Contini (Un’idea di Dante: 1976, librerie. 69) propone “la semplice e drastica domanda: se si legga ancora la Di- Dice Sermonti: “Ci limiteremo a leg- vina Commedia”, e aggiunge “non, gere, a raccontarci che cosa stiamo naturalmente, per obbligo scolasti- leggendo, e – quando capita – che co o per dovere culturale; ma per la cosa ci succede a leggerlo. Leggere- libera e ilare scelta”, in altre parole mo: non come i mercanti immagaz- per puro piacere, che non sarebbe zinano, ma come i marinai vanno per poi quello stesso piacere di cui ci mare” (p. 17). La proposta è quella parla anche Barthes? di percorrere il testo, alla ricerca di avventure, lasciarsi portare dall’on- E se da un lato, i critici devono dimo- deggiare delle metafore, scivolare al strare una certa dose di coraggio ac- vento delle rime, riscoprire l’arcoba- cademico, frutto di un continuo stu- leno di tante, molteplici immagini. diare e ricercare, puntando sulla no- vità, le nuove riflessioni, a partire – Così il lettore-maestro presenta oppure in contromano – da secoli di ognuno dei canti dell’Inferno: come commenti, polemiche e scritti di tutti uno che naviga rispettosamente un i generi, Vittorio Sermonti, dall’altro, mare conosciuto e al tempo stesso realizza un moto di puro piacere in- sempre nuovo, capace di far tacere tellettuale: legge la Divina Commedia. la voce per assaporare una breve sensazione di scoperta. Nel conclu- Come sarebbe a dire? Sì, letteralmen- dere la sua presentazione del primo te, prima di pubblicare il suo Infer- canto dell’Inferno, dopo aver ravvi- no, Sermonti riuniva pubblici vato nella mente di tutti, scene ed numerosissimi, in mezzo alla vita immagini forse un po’ scordate, egli tribolata d’inizio del XXI secolo a tace e fa parlare Dante: “Intanto co- Milano. Può perfino causare sorpre- minciamo a leggerlo, con l’impruden- sa, ma il pubblico che è accorso e ha za della prima volta, col batticuore fatto il ‘tutto esaurito’ delle letture dell’ultima, dal principio” (p. 30). E pubbliche di Sermonti (tra cui l’ami- si avvia alla lettura del canto. Que- ca Elena Marini, che ringrazio per il sto schema, utilizzato nelle sedute volume autografo) per lo più erano
Fragmentos, número 33, p. 395/398 Florianópolis/ jul - dez/ 2007 395
milanesi, si ripete nel volume: la let- Dante? Perché dal primo al tura-presentazione seguita dalla let- trentaquattresimo canto, il lettore si tura integrale dei canti, già ritrova soggetto e non oggetto del riavvicinati nel tempo e nello spazio. percorso dantesco, perché può an- che riscoprire un volume letto per Ma si sbaglia chi vuol suggerire che la obbligo di scuola tanti anni fa, per- lettura di Sermonti, essendo accessi- ché può anche scoprire tante cose bile, diventi banale. La sensibilità del nuove, perché può imparare e impa- lettore e il piacere manifesto del testo rare è anche vivere, perché può go- non si presentano sprovviste di una dersi la lettura di un testo che, in profonda conoscenza dell’opera di quanto classico, risponde a una di Dante, delle diverse interpretazioni e quelle prerogative, già suggerite da delle possibili intertestualità. Trattan- Calvino, ossia “non ha mai finito di do gli ignavi del canto III, “di questa dire ciò che ha da dire” (1991, p. 11). storia degli angeli neutrali non è cen- no nelle Scritture e nemmeno nella let- teratura edificante” (p. 61); il fiume del Maria Teresa Arrigoni canto VIII, “lo Stige degli antichi” (p. UFSC 152); la pausa del canto XI, “nello sche- ma dottrinale di Aristotele la matta be- stialità sembrerebbe aggravare l’inten- Ricciardi, Giovanni (Org.). zione del male...” (p. 211), oppure i barattieri del canto XXI, “nel lessico Scrittori brasiliani: testi e giudiziario, viceversa, ‘baracteria’ era traduzioni. Napoli: Tullio il termine tecnico che indicava i reati Pironti Editore, 2003, p. 685. di peculato per distrazione, concus- sione, malversazione...” (p. 384), e an- cora i consiglieri di frode del canto A literatura brasileira vem ganhan- XXVII, “Dante percepisce l’emblema, do, nos últimos anos, maior espaço la mappa, lo stemma, non come no sistema literário italiano e a an- astrazioni simboliche, ma come segno tologia Scrittori brasiliani – testi e di un linguaggio primario del mon- traduzioni, organizada por Giovanni do...” (p. 498), a guisa di semplici esem- Ricciardi, é prova disso. Pela primei- pi, Sermonti apporta al pubblico una ra vez no mercado editorial italiano pioggia fertile di erudizione. A mo- pode-se encontrar uma obra que menti come questi, seguono quei ritor- abrange textos que vão desde as ori- ni al testo, che si manifestano tramite gens da literatura brasileira até os un “Veniamo alla favola” (p. 17), op- dias de hoje, e todos com traduções pure un “Basta così” (p. 66) e un “Ba- para o italiano. sta” (p. 330), o un “Procediamo” (p. Embora Ricciardi tenha sido 311) a conferma delle dosi spesso ome- definido como o organizador do opatiche con cui si chiude l’interven- volume, no total são vinte “organi- to del commento più specialistico. zadores e colaboradores” – todos E perché si consiglia in questa sede professores universitários (doze em di leggere oggi Sermonti che legge instituições brasileiras, seis na Itália