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giovedì 14 gennaio 2021 • Storia e Ricordi il

isveglio
popolare
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1321-2021: A 700 ANNI DALLA MORTE DEL SUO AUTORE, LA COMMEDIA RESTA ESSENZIALE PER CAPIRE L’EUROPA

Dante e... il Canavese


Il Poeta non fu mai qui, ma ebbe contatti col Piemonte
Nella notte tra il 13 e il L’impeccabile
14 settembre 1321 Dante frontespizio del saggio
morì a Ravenna, ultimo rifu- di Francesco Mazzoni,
gio di una vita di esilio, di pri- “Dante e il Piemonte”,
vazioni e soprattutto di allon- pubblicato ad
tanamento dalla città in cui Alpignano per i tipi di
era nato nel maggio del 1265, Alberto Tallone nel 1965,
Firenze. Quasi immediata-
in occasione
mente dopo la morte iniziò la
del VII centenario
fortuna di Dante non soltan-
to come poeta, ma anche della nascita di Dante
come maestro, modello di Quello che si svolge nell’arco
coerenza e di impegno politi- di pochi giorni all’interno della
co, artista in grado di sintetiz- Commedia è un viaggio attra-
zare la storia universale, la verso i tre regni dell’aldilà:
cultura antica e l’inquietudi- inferno, purgatorio e paradiso.
ne moderna in un poema Ancora più della singola rap-
ambientato nei regni dell’al- precisi, anche se quello che Esattamente cento anni fa presentazione spaziale, spicca
dilà cristiano. Se il progetto e importa è il profilo spirituale Federigo Ravello pubblicò un la capacità di porre in succes-
le idee politiche di Dante del continente. È sorprendente saggio dal titolo Dante e il sione ambientazioni forte-
risultavano anacronistici o lo sforzo di inclusione di ele- Canavese sul “Bollettino mente simboliche, che proce-
difficilmente realizzabili perfi- menti distinti nell’idea di Storico Bibliografico dono dal basso verso l’alto, perché coinvolge le dimensio- viaggio, il protagonista ritor-
no nella sua epoca, la straor- civiltà europea: essa non coin- Subalpino” (XXIII 3-6). Oggi ossia ricostruiscono la lenta ni tipiche di ogni esistenza: la nerà sulla terra, riprenderà il
dinaria visionarietà della sua cide soltanto con la cristianità, l’occasione di un altro cente- risalita verso la luce, dal male fede, la tensione verso il bene, suo cammino di esilio politico
opera letteraria continua ad perché al suo interno c’è spa- nario e la generosa disponibi- verso il bene assoluto. La cele- l’amore, la ragione, l’errore, e quotidiana tribolazione, si
affascinare il mondo contem- zio per l’eredità classica, l’im- lità della Direzione del giorna- bre “selva oscura” del peccato l’attrazione del male, la cadu- confronterà di nuovo con le
poraneo con un’impareggiabi- pero romano, la dialettica tra le offrono ai lettori del e dell’errore, con cui si apre il ta nel peccato e la necessità di necessità di ogni giorno.
le ricchezza di intenti etici, oriente greco e occidente lati- “Risveglio popolare” l’opportu- canto I dell’Inferno, rappresen- redenzione. Sin dall’inizio L’esito della Commedia non è
letterari, storici e teologici. no e la cultura araba; è insom- nità di ripercorrere i legami tra ta il momento più drammati- Dante fa capire che il suo dunque il culmine di una mar-
Dante è il più grande scrit- ma l’Europa costruita attorno l’opera di Dante e il Canavese: co dell’esistenza di un essere viaggio è in realtà il viaggio di cia trionfale verso la luce, per-
tore e artista europeo di tutto al mar Mediterraneo, che non geografia, cultura materiale del umano, sull’orlo della distru- tutta l’umanità; da poeta, lo ché Dante non gode della
il Medioevo. Grazie alla sua prescinde da nessuna latitudi- libro manoscritto, ricorrenze zione spirituale, della morte fa capire con una semplicissi- dimensione paradisiaca se non
eredità, giunta ormai a cele- ne geografica e culturale. Nella liturgiche, scrittori, studiosi e stessa. Ma la selva oscura ma alternanza di prima per- per quanto si protrae il viaggio
brare il settimo centenario Commedia convivono infatti artisti canavesani, edizioni popolata di presenze mostruo- sona singolare e di prima per- di conoscenza. Dopo, egli
della morte, è davvero possibi- Giulio Cesare e Federico II di dantesche conservate nelle se deve essere letta in termini sona plurale: “Nel mezzo del dovrà tornare a lottare, in un
le comprendere il rapporto tra Svevia, Aristotele e Averroè, biblioteche eporediesi ... tutto di relazione con il suo esatto cammin di nostra vita / mi altro viaggio, quello terreno,
la cultura medioevale e lo svi- Francesco di Assisi e concorre al ricordo del Poeta, opposto, ossia il punto più alto ritrovai per una selva oscura” vivificato e illuminato da
luppo della civiltà europea Domenico di Guzmán. della sua tradizione e del suo del paradiso, la “candida rosa” (Inferno I 1-2). quanto appreso nell’aldilà.
moderna. Non a caso, con Perché parlare di Dante perenne insegnamento. dei beati, nel cui cuore Dante Alcuni lettori della Com- Dante diventa così profeta
l’oggettività che caratterizza “in Canavese”? Il poeta non A scandire l’opera princi- può addirittura intuire la divi- media sostengono che tutto il per gli uomini del suo tempo
una prospettiva esterna, lo visitò il Piemonte, né sono pale di Dante è uno dei temi nità (non vederla o compren- viaggio non sia altro che la e per le generazioni future. E
studioso sudcoreano Han attestati collegamenti diretti più complessi e al tempo stes- derla appieno, ma viverne una rappresentazione di un sogno, infatti, dietro alla struttura
Hyeong Kon dichiara che per tra la sua biografia e questa so più naturali dell’esistenza percezione istantanea e irripe- una visione orchestrata nei narrativa, la Commedia è
conoscere e comprendere terra. Eppure, proprio il umana: il viaggio, inteso tibile). Raccontando il trava- dettagli più rifiniti, presentata soprattutto “rivelazione”
l’Europa di oggi è necessario Canavese è menzionato nella prima di tutto nell’accezione glio e la gioia del proprio viag- quale pura immaginazione (apokálypsis, secondo il termi-
leggere la Commedia di Commedia, e molte impor- di movimento che costa fatica gio, Dante offre ai lettori un mentale e senza ambizioni ne greco che dà titolo all’ulti-
Dante. All’interno del poema tanti voci canavesane hanno e produce stanchezza fisica o modello di universale uma- realistiche. Può essere, anche mo libro del Nuovo Testa-
la geografia dell’Europa com- manifestato la loro fedeltà a sofferenza, ma garantisce sem- nità; un modello, non perché se l’autenticità del messaggio mento), disvelamento della
pare in termini abbastanza Dante nel corso del tempo. pre arricchimento spirituale. sia esemplare o perfetto, ma è un’altra: al termine del strada per la salvezza attraver-
so la conoscenza e la fede. La
sapienza degli antichi ha biso-
990 anni fa la morte di Gugliemo da Volpiano, gno della verità del cristianesi-
abate fondatore del monastero di Fruttuaria mo affinché la dottrina del
mondo passato non sia inuti-
SAN BENIGNO CANAVESE - Il 1° lieta e destinata ad andare subito a le. Per questo motivo Dante
gennaio del 1031 a Fécamp, in Dio non appena uscita dall'involu- sceglie come guida attraverso i
Normandia, nel monastero presso cro della carne, lo contemplava primi due regni il poeta roma-
l’abbazia della Trinità, di cui era nella gloria della sua maestà. no Virgilio, figura della ragio-
stato riformatore ed era abate, Pertanto nell'anno 1031 dopo ne umana e sintesi di tutta la
moriva Guglielmo da Volpiano, il Cristo, il quattordicesimo dell’indi- scienza antica, non ancora
fondatore di Fruttuaria. Guglielmo zione, il settantesimo dalla nascita illuminata dalla parola di
avrebbe desiderato “attendere la dello stesso Padre e Veneratore di Cristo. A guidarlo dal paradi-
fine” nella sua terra natale di Dio... nel giorno della circoncisione so terrestre al paradiso celeste
Fruttuaria, dove ormai era fermo del Signore (1 gennaio, ndr), al è invece Beatrice, figura della
da due anni; ma impegni pressanti mattino, mentre l'aurora del giorno teologia e dell’amore, subli-
lo richiamarono in Francia a Gorze che sopraggiungeva cacciava le mazione narrativa della
e poi appunto a Fécamp. Leggiamo tenebre, l'anima felice e beata, donna amata da Dante nella
la stupenda pagina che chiude la lucerna del mondo, lasciava il santo sua giovinezza e protagonista
“Vita S. Guillelmi, abbatis Divio- corpo di codesto amico di Dio per della Vita nuova. Grazie a
nensis” del suo biografo Rodolfo il passare dal mondo alla luce eterna queste due guide, che si pre-
Glabro. divina, tra il pianto dei confratelli e sentano nei termini del padre,
“Quindi arrivò al già ricordato la gioia degli angeli: con i quali della madre e della donna
monastero di Fécamp. Ma dopo adesso loda, esalta e benedice Dio, amata, Dante assorbe una
alcuni giorni incominciò a essere in cui vive tutto ciò che di giusto sintesi della conoscenza uni-
tormentato da acuti dolori”. Si era rimane. E il suo sacro corpo fu versale attraverso innumere-
sotto Natale e Guglielmo “convocò sepolto nel grembo della stessa voli esempi di personaggi e
i monaci alla sua presenza e deli- chiesa della Santa Trinità affinché i storie, dal mondo remoto del
berò in modo saggio e prudente monaci, avendo davanti agli occhi mito, dalla storia biblica e da
riguardo a tutte le istituzioni che tutti i giorni il padre degno di imi- quella romana, fino alla cro-
dipendevano dal suo patrocinio. E tazione e maestro per l'eterna naca contemporanea. Di con-
così, dopo aver rinvigorito tutti ricompensa della giustizia, potesse- seguenza, i cento canti della
quanti... chiese gli fosse dato il ro ottenere il regno della vita eter- Commedia, così strettamente
salutare e vivifico viatico”. Poi per na e la gloria insieme a tutti i santi, congiunti tra loro dall’obbiet-
otto giorni non parlò più, ma “solo che sono dono del Signore Gesù tivo unico della salvezza,
a Dio alzava gli occhi: verso di lui Cristo Salvatore, il quale vive e costituiscono anche un’enci-
solo era rivolta la sua attenzione e regna con Dio Padre e lo Spirito clopedia onnicomprensiva,
su di lui solo erano concentrati i Santo per gli immortali secoli del secondo una tipica ambizione
suoi pensieri. Ormai la sua anima, secoli. Amen”. della letteratura medioevale.
michele curnis
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popolare • Storia e ricordi giovedì 28 gennaio 2021

Verso il Canavese: Santi, Beati


Dante e il Monviso (1) e Venerabili
Gli scrittori toscani del Duecento e 30 GENNAIO
Trecento non hanno una percezione geo-
Beato Sebastiano Valfrè
grafica precisa dell’Italia nord-occidenta-
le: utilizzano per lo più la denominazio- (Verduno, 9 marzo 1629 - Torino, 30 gennaio 1710)
ne di Liguria o Lombardia per indicare Patrono dei
vaste aree, nelle quali è incluso anche il Cappellani militari.
Piemonte. Non si tratta di confusione o Il suo invito
ignoranza, quanto piuttosto di indistin- costante era «cate-
zione, dovuta alla mancanza di unità e chismo, catechi-
continuità politico-territoriali in quelle smo!». E la sua
regioni (differente discrimine è quello opera si svolse tra i
offerto dal dato linguistico, che in Dante più umili, antici-
assume una speciale importanza). Visto pando la messe
che la storia contemporanea o recente ottocentesca di santi
forniva pochi riferimenti su ampia scala, sociali piemontesi.
è naturale che gli scrittori ricorressero Il beato Seba-
ancora alle informazioni dei geografi e stiano Valfrè, nato
degli storici antichi, a cominciare da nel 1629 a Ver-
Livio e Plinio il Vecchio. La sorgente del duno, nei pressi di
Po, per esempio, in Dante è ricordata per Alba, si trasferì a
avere origine presso alpestri rocce, valica- Torino per studiare
te da Annibale e dai cartaginesi (“li filosofia. Entrò nella
Aràbi”) al tempo delle guerre puniche. neonata congregazione Oratoriana (Filippini) torinese nel
Il riferimento geografico alle Alpi è 1651. Appoggiato dai Savoia (fu confessore del giovane
generico, perché il fine di questa inser- Duca Vittorio Amedeo II), si prodigò per i più deboli, negli
zione è l’esaltazione del segno dell’aqui- ospedali, nelle carceri e tra i soldati. Abile predicatore (nel-
la imperiale, presentato come agente l’archivio della Chiesa di San Filippo a Torino si conservano
della storia universale nel celebre discor- diversi volumi delle sue omelie), seppe farsi apprezzare per
so dell’imperatore Giustiniano: “Esso l’integrità della sua fede da ogni classe sociale. Durante l'as-
atterrò l’orgoglio de li Aràbi / che di retro sedio francese di Torino nel 1706 si prodigò nel soccorrere
ad Anibale passaro / l’alpestre rocce, Po, instancabilmente i feriti (tra i quali la leggenda vuole ci sia
di che tu labi” (Par. VI 49-51). Mentre stato anche Pietro Micca). Morì nel 1710, nel rimpianto
discorre con Dante riassumendo la sto- unanime di tutta la popolazione torinese di ogni ceto e con-
ria dell’idea imperiale, Giustiniano si dizione. Fu proclamato beato nel 1834.
rivolge direttamente al Po per mezzo di
un’apostrofe che rimarca l’elemento
geografico distintivo dell’Italia setten- Storie di eroica aviazione sopra le montagne
trionale. Già Virgilio aveva definito il Po
come “re dei fiumi” con il nome mitolo- tra Francia e Italia nella II Guerra Mondiale
La chiosa di Jacopo Alighieri sul Monviso contenente
gico di Eridano (“fluviorum rex IVREA - L’appena stampato libro di Ivan Ferrando “Aerei
la menzione del Monferrato, in un manoscritto
Eridanus”, Georg. I 482); non a caso, spia nella seconda battaglia delle Alpi” (Edizioni Susalibri,
della Commedia della seconda metà del XIV sec.,
Dante ricorre al latinismo del verbo gennaio 2021, 175 pagine, € 8.90) racconta con precisione
conservato presso la Biblioteca Mediceo Laurenziana
“labor”, che qui indica il cadere dell’ac- storica il fronte italo-francese visto dal cielo, con gli occhi dei
di Firenze (Plut. 40.10, f. 92 verso)
qua dall’alto della montagna. piloti de l’Aviation du Secteur des Alpes inquadrati nel
Se il Po attraversa molte regioni ita- Groupe 1/35. È un prezioso volumetto, di taglio originalissi-
liane, dal Piemonte fino al mare, dove come ha scritto Anna Maria Chiavacci Non deve stupire l’associazione del mo, su uno degli aspetti meno noti dell’ultimo anno di guer-
sfocia “per aver pace coi seguaci sui” Leonardi, “Dante cerca tra i paesaggi a Monviso agli Appennini anziché alle Alpi ra: la narrazione parte dall’attività bellica nella zona del
(come ricorda Francesca in Inf. V 99, per lui noti una cascata alta e ripida [...] e, Cozie, dove effettivamente si trova; Piccolo San Bernardo dal mese di settembre del 1944 e la
riferirsi al litorale adriatico), una monta- come sempre, forse è proprio il ricordo di un’informazione di questo tipo ricorre nascita dell’Aviation des Alpes il mese successivo nell’ambito
gna contraddistingue l’orografia nord- quella cascata che gli suggerisce la anche in Petrarca, come vedremo. In delle FFI francesi fino alla fine della guerra alla fine di aprile
occidentale nella letteratura italiana anti- scena”. ogni caso, l’esigenza di essere più precisi del 1945. Voli di ricognizione fotografica e lancio di granate
ca, ed è il Monviso, collegato natural- Oggi il primo fiume appenninico a con i dati geografici si fa strada con un sulle postazioni tedesche e della Rsi ben oltre la linea del
mente alle sorgenti del Po, proprio quelle sfociare nel mare Adriatico senza cadere altro commentatore d’eccezione, fronte, in territorio valdostano e piemontese. Oltre a tracciare
alpestri rocce menzionate dal nel Po non è più il Montone, ma il Giovanni Boccaccio, che così scriveva tra tutte le missioni, numerose sono le azioni descritte dall’auto-
Giustiniano dantesco. Nel canto XVI Reno, che all’epoca di Dante terminava 1373 e 1375: “Monte Veso è un monte re tramite la documentazione raccolta in Francia: ad esempio
dell’Inferno, infatti, per rappresentare il invece nel delta padano. In ogni caso, nell’Alpi, là sopra il Monferrato, e parte la l’aviolancio del 14 novembre 1944 per una sezione di
frastuono della cascata del Flegetonte, il l’elemento di maggior interesse è il Provenza dalla Italia, e di questo monte Éclaireur Skieurs bloccata sul Col du Midi senza rifornimenti
poeta introduce una complessa similitu- Monte Veso, che i commentatori più Veso nasce il fiume chiamato il Po. [...] E per un guasto alla teleferica di Chamonix, davanti alle posta-
dine centrata sull’idrografia padana: antichi della Commedia identificarono dice l’autore che egli viene dalla sinistra zioni tedesche della zona del Rifugio Torino; o la missione del
“Come quel fiume c’ha proprio cammi- con il Monviso. Già Jacopo Alighieri, il costa d’Appennino. Intorno alla qual 24 dicembre per individuare nuove postazioni d’artiglieria
no / prima dal Monte Veso ’nver’ levante, figlio minore di Dante, che nel 1322 cosa è da sapere che Appennino è un tedesca al colle del Piccolo San Bernardo, quando i piloti del
/ da la sinistra costa d’Apennino, / che si compose un commento in volgare monte, il quale alcuni vogliono che Morane Saulnier MS 500 furono fatti a segno da raffiche di
chiama Acquacheta suso, avante / che si all’Inferno, scrisse che “d’alcun fiumi- cominci a questo monte Veso; altri dico- mitragliatrice dopo aver fotografato i cannoni. Nel 1945
divalli giù nel basso letto, / e a Forlì di cielo di Romagna qui si ragiona pren- no che egli comincia a Monaco, nella viene descritta l’attività aumentata dei piloti francesi anche
quel nome è vacante, / rimbomba là dendo di lui il romore che in alcuna sua riviera di Genova, e viensene costeggian- nel settore sud delle Alpi Marittime e l’autore si sofferma
sovra San Benedetto / de l’Alpe per cade- scesa si fa in una contrada dell’Alpe [...]; do verso quel monte ch’è chiamato sull’operazione “Himmelfarht” e la battaglia del Col du Midi
re ad una scesa / ove dovria per mille che alcuno monte sopra le parti di Pietrapania, lasciandosi dalla sinistra del 17 febbraio, descrivendo l’attacco aereo con il mitraglia-
esser recetto; / così, giù d’una ripa disco- Monferrato e della Genovese riviera, parte il Monferrato e Torino e Vercelli, e mento del Rifugio Torino del 19 febbraio 1945 per colpire le
scesa, / trovammo risonar quell’acqua nominato Monte Viso, principio sia dal destro tutta Lunigiana e parte della forze tedesche che tenevano il Col du Géant con l’ausilio
tinta, / sì che ’n poc’ora avria l’orecchia della lunga giogaia d’Appennino”. riviera di Genova”. degli Spitfire Mk IX del gruppo nizzardo 2/7. L’epilogo è
offesa” (94-105). Jacopo comprende che la similitudine è Sarebbe azzardato ritenere che caratterizzato dal duello d’artiglieria sul Monte Bianco dell’8-
Il testo si può così intendere: “come il sorretta da una polarità geografica: da Boccaccio fosse un buon conoscitore 9 aprile 1945.
Montone, che è il primo fiume ad aver un lato un fiumicello romagnolo, dal- della geografia piemontese; egli sta citan- Ivan Ferrando si è laureato all’Università della Valle
corso proprio (ovvero, che sfocia in mare l’altro l’inizio della catena appenninica do in realtà località che compaiono nel- d’Aosta sulla tematica del
senza essere affluente di fiumi maggiori) con una montagna a nord del l’opera dantesca: il Monferrato di Purg. libro ed è laureando in Storia
sul versante sinistro dell’Appennino, par- Monferrato e di Genova. Al di là del- VII 136 (verso in cui compare anche il all’Università di Torino; pre-
tendo dal Monviso verso levante; quel l’imprecisa collocazione, è evidente che Canavese); Torino, ricordata nel trattato sta inoltre servizio come
fiume che nella parte alta del suo corso Jacopo stia parlando del Monviso, come De vulgari eloquentia come città ai confi- Guardiaparco al Parco
(suso) si chiama Acquacheta, ma prima di ribadiranno negli anni successivi ni d’Italia, al pari di Alessandria e Nazionale del Gran Paradiso.
arrivare in Forlì perde tal nome (perché è l’Ottimo commento (redazioni del 1333 Trento, il cui volgare è bruttissimo (I xv Nella sua ricerca,
detto Montone), e che produce un fragoro- e 1338) e Pietro Alighieri, il figlio mag- 8: “turpissimum habent vulgare”); il Ferrando si è avvalso della
so rimbombo nel cadere in un’unica giore di Dante, nella terza redazione monte Pania (Pietrapana) delle Alpi collaborazione e dei docu-
cascata presso San Benedetto, invece di delle sue chiose latine (1359-1364). Apuane in Inf. XXXII 29, e soprattutto menti di Pierre Lussignol e
dividersi in mille più piccoli rivoli; allo Pietro, anzi, è il primo a preoccuparsi di Vercelli, la città che in Dante segna il della Société Lyonnaie
stesso modo, precipitando da un ripido informare il lettore che il Po sgorga dal limite occidentale della pianura padana, d’Histoire de l’Aviation et de
balzo, sentimmo il rumore di quell’acqua Monviso e che come le Alpi distinguono ricordata da Pier da Medicina - uno de Documentation aéronauti-
dal colore sanguigno, così forte che in poco la Gallia dalla Lombardia (intesa come seminatori di discordia della nona bolgia que e del “Fond Blandin”,
tempo avrebbe recato danno all’udito”. Italia nord-occidentale), così gli - come “lo dolce piano / che da Vercelli a del signor Jacques Moulin,
Si discute ancora sulla corretta inter- Appennini distinguono la stessa Marcabò dichina” (Inf. XXVIII 74-75). recentemente scomparso.
pretazione di alcuni punti della similitudi- Lombardia, la Romagna e la marca michele curnis f.d.
ne, oltre che sulla sua funzione narrativa; anconetana dalla Toscana. (continua)
giovedì 11 febbraio 2021 • Storia e Ricordi il
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popolare
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1321-2021. Dante e il Piemonte, Santi, Beati


verso il Canavese: il Monviso (2) e Venerabili
13 FEBBRAIO
Santa Giuliana
Laica venerata a Torino

Francesco Pesellino (1422-1457), Episodio della storia di Griselda, olio su tavola realizzato tra 1445 e 1450
(Bergamo, Accademia Carrara). Nella versione latina di Petrarca il prologo contiene l’esaltazione del
Monviso, conservata anche nella successiva rivisitazione inglese di Chaucer.
Tra la fine del Trecento e gli inizi Vesulus ex Appennini iugis, mons unus springing and its tiny source / that
del Quattrocento redige un commento altissimus, qui vertice nubila superans, eastward ever increases in its course / La figura di questa santa compare nelle vicende di alcu-
a Inferno e Purgatorio un anonimo let- liquido sese ingerit aetheri, mons suap- toward Emilia, Ferrara, and Venice» ni santi piemontesi, nonostante non esistano prove docu-
tore della Commedia, che dal primo te nobilis natura, sed Padi ortu nobilis- (The Clarck’s Tale). mentarie o archeologiche che consentano di conoscerne nei
editore (Pietro Fanfani) fu chiamato simus, qui eius e latere fonte lapsus, Ma ora occorre tornare alla similitu- particolari la vicenda umana. La sua persona emerge, infat-
Anonimo Fiorentino. Commentando le exiguo orientem contra sole fertur, dine di Inf. XVI e alla menzione dante- ti, più come quella simbolica della donna timorata di Dio,
terzine sui fiumi dell’alta Italia di Inf. mirisque mox tumidus incrementis, sca del Monviso, da cui evidentemente coraggiosa seppellitrice dei martiri e amorosa educatrice di
XVI, di cui abbiamo già discorso a brevi spacio decursu, non tantum tutto si è originato. Nel 1440 un altro futuri ecclesiastici, che non come quella di un personaggio
lungo, inaspettatamente l’Anonimo maximorum unus amnium, sed fluvio- commentatore, l’umanista lombardo dalle coordinate storiche spazio – temporali ben definite.
menziona il Canavese: «Egli è da sapere rum a Vergilio rex dictus. Liguriam gur- Guiniforte Barzizza, fu il primo studio- Nella passio dei Santi martiri torinesi Avventore,
che sopra Monferrato et Canavese è gite violentus intersecat, dehinc so di Dante che, nella definizione del Solutore ed Ottavio, Giuliana è presentata come una pia
uno monte chiamato Veso, il quale Aemiliam atque Flaminiam, fiume, si appoggiò anche alla descrizio- matrona cristiana di Ivrea che, avendo scoperto il corpo di
divide la Provenza da Italia, et è il prin- Venetiamque discriminans, multis ad ne petrarchesca della pianura piemon- Solutore, martirizzato sulla riva della Dora Riparia, lo tra-
cipio di monte Appennino [...]; et que- ultimum et ingentibus ostiis, in tese: «Or circa il principio di questo sporta a Torino per deporlo accanto a quello dei suoi due
sto monte Appennino, partendosi da Adriaticum mare descendit. Caeterum monte Apennino una delle sue coste si compagni uccisi in città, sul luogo fa edificare una memoria
monte Veso, onde esce il Po, il quale pars illa terrarum, de qua primum dixi, leva molto in alto sopra il Piemonte di presso la quale anch’essa venne poi sepolta.
corre per Lombardia, ricogliendo assai quae et grata planitie et interiectis colli- Lombardia, e fa un gentil colle chiama- Alla santa gli agiografi medievali attribuirono anche un
fiumi in sé, et finalmente mette in bus ac montibus circumflexis, aprica to Mon Veso, ovvero Vesulo, al piè del altro ruolo, quello di educatrice di Gaudenzio, futuro vesco-
Romagna nel mare Adriano, sempre si pariter ac iucunda est, atque ab eorum quale è situata la nobil terra di vo di Novara che, secondo il racconto tradizionale della sua
dirizza questo monte verso Ponente; quibus subiacet pede montium nomen Salluzzo; da questo Mon Veso discende vita, sarebbe stato originario proprio della città di Ivrea.
poi, quando viene più oltre verso tenet, et civitates aliquot et oppida un fiume famosissimo, nominato Po, e Essa, prendendosi cura del piccolo Gaudenzio, avrebbe a lui
Romagna, si dirizza verso il Levante». habet egregia» (Seniles XVII 3 = De discorre giù per la pianura di Lombardia trasmesso anche i primi insegnamenti della dottrina cristia-
Questa sarebbe l’unica presenza del obedientia ac fide uxoria). a modo che per una valle in verso na, ad insaputa dei suoi famigliari che nonostante i succes-
Canavese in tutti i commenti “Al confine occidentale d’Italia c’è levante, finché per quattro principali sivi sforzi del giovane, formatosi poi presso il cenobio euse-
all’Inferno dantesco, se non si trattasse una montagna isolata e altissima che si foci, ovvero bocche entra nel mare di biano di Vercelli, non abbandonarono la religione pagana.
in realtà di un errore della traduzione distacca dalle giogaie dell’Appennino, il Venezia». Menzionando il territorio di Anche in questo secondo ruolo a lei attribuito non si può
manoscritta: dei tre codici che trasmet- Monviso, che si erge al di sopra delle Saluzzo, che non ha nulla a che vedere rilevare nulla di storicamente attendibile da riferire alla per-
tono l’anonimo commento, soltanto il nubi, spingendosi fino all’etere. Già con il testo dell’Inferno, Guiniforte sona di Giuliana, le cui reliquie sono ora conservate nella
1016 della Biblioteca Riccardiana di celebre di per sé, il Monviso è celeberri- dimostra infatti di conoscere il proemio chiesa torinese dei Santi Martiri, trasportate dalla chiesa
Firenze (risalente alla fine del XV sec.) mo per l’origine del Po, la cui sorgente alla versione latina della novella boc- edificata dalla stessa santa e ingrandita nel tempo, con
presenta questa lezione; gli altri due sgorga da un suo fianco, scorre verso cacciana di Griselda. Il risultato, in ter- annesso monastero benedettino, abbattuta nel 1536 per
hanno invece Genovese, ossia lo stesso oriente per poco con scarsa acqua, ma mini funzionali al commento, è l’incro- ordine di Francesco I di Francia.
riferimento geografico già presente nei subito si gonfia in modo straordinario, e cio di due tradizioni letterarie, proprio Al di là della sua esistenza storica la duplice figura di
precedenti commentatori, impegnati a attraversato un piccolo territorio diven- come due corsi d’acqua confluenti in Giuliana costituisce un richiamo all’importanza dell’opera
distinguere le regioni dell’alta Italia tra ta quel che Virgilio definì non il princi- un unico e maestoso fiume. Per i lettori svolta dalle donne nella diffusione del cristianesimo e nella
Liguria e Lombardia. Come spesso pale dei corsi d’acqua bensì il re dei della Commedia della metà del XV formazione di una coscienza cristiana, dai tempi apostolici
accade, però, un errore è anche rivela- fiumi. La sua onda rubesta attraversa la secolo, i contorni orografici del fino ai nostri giorni, concretizzata in ruoli e mansioni in cui
tore della cultura del copista che lo ha Liguria, per poi separare l’Emilia, la Piemonte erano ormai ben definiti. esprimere al meglio la loro sensibilità femminile.
commesso: probabilmente chi confe- Romagna e il Veneto, e infine sfociare michele curnis
zionò la copia del manoscritto nel mare Adriatico con numerosi e
Riccardiano, leggendo «Monferrato e ampi sbocchi. Comunque, quella terra 70 anni fa il ripristino della dignità abbaziale a Fruttuaria di San Benigno
Genovese», pensò a una storpiatura che ho accennato all’inizio, bella per la
del nesso dantesco «Monferrato e pianura alternata alle colline e a dolci
Canavese» – la coppia di toponimi che montagne, soleggiata e amena, prende
chiude il canto VII del Purgatorio – e il nome dal piè dei monti sui quali si
decise di correggere dove non era sdraia e vanta molte città e importanti
necessario. roccaforti”.
Nel 1373, un anno prima della Nel testo si ritrovano alcuni ele-
morte, anche Francesco Petrarca si menti già noti: la citazione virgiliana,
imbattè nella geografia piemontese, l’uso del sempre virgiliano verbo labor
dimostrando – da intellettuale spesso in per la sorgente del Po (che è evidente
viaggio tra Italia e Francia – una cono- ripresa dantesca), la funzione discrimi-
scenza superiore a quella di tutti i com- natoria del fiume nei confronti di varie
mentatori danteschi e dello stesso regioni italiane; ma c’è una denomina-
Boccaccio. Il pretesto fu offerto dalla zione nuova, quel nesso pede montium
traduzione in latino dell’ultima novella che sin dalle edizioni cinquecentesche
del Decameron (X 10), dedicata a delle opere di Petrarca è stato stampato
Griselda e al marchese di Saluzzo, la Pedemontium, ossia il nome proprio
cui storia lo aveva commosso e indotto del Piemonte. Grazie a questa sublima-
a diffonderla anche tra chi non cono- zione letteraria, la suggestione del SAN BENIGNO – Il 17 febbraio 1951, set- ormai la quarta data “piena” che siamo costretti a
scesse il volgare italiano. Petrarca Monviso ebbe fortuna internazionale, tant’anni fa, papa Pio XII restituiva a Fruttuaria la saltare. Abbiamo infatti già mancato le celebrazioni
aggiunge alla narrazione un maestoso visto che Geoffrey Chaucer se ne dignità abbaziale: “ut abbatiali titulo condecorare- per i 30 anni dalla visita di San Giovanni Paolo II (19
proemio dedicato alla geografia della ricordò nei Canterbury Tales, conser- tur”, recita la lapide che ricorda l’evento. Ad atti- marzo 1990), i 250 anni della prima pietra (“primo
vicenda (assente nell’originale di vando nel prologo della Novella del varsi per tale ripristino fu il canonico Carlo Notario, lapide posito”) della basilica cardinalizia (7 settem-
Boccaccio), in cui l’elemento di spicco è chierico il riferimento alla montagna: e il primo a usufruire del “rientro” di tale dignità fu bre 1770), i 990 anni della morte di Guglielmo (1°
sempre il Monviso. Merita riportare il «A proem to describe those lands don Luigi Perono, abbas per eccellenza. gennaio 1031) e adesso questi 70 anni. Speriamo in
testo latino, che è un autentico pezzo di renowned / [...] / and of Mount Viso, Spiace che per vari motivi contingenti non si tempi migliori.
bravura, retorico e geografico al tempo specially, the tall, / whereat the Po, out possa dare ulteriore solennità a questa data. Che è marco notario
stesso: «Est in Italiae latus occiduum of a fountain small, / takes its first
giovedì 25 febbraio 2021 • Storia e Ricordi il
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Dante e il pianto del Canavese Santi, Beati


La seconda metà del
canto VII del Purgatorio è
dedicata all’enumerazione di
e Venerabili
imperatori, principi e feuda- 25 FEBBRAIO
tari – la cui morte si colloca San Callisto Caravario
negli anni dell’adolescenza o
Cuorgnè, 18 giugno 1903
gioventù di Dante – che
disattesero i loro compiti fiume Beijang, Cina, 25 febbraio 1930
politici, trascurarono i sud- Nel 1885 san
diti o non si curarono Giovanni Bosco aveva
dell’Italia, intesa come terri- rivelato ai Salesiani riu-
torio imperiale. L’antefatto niti a San Benigno
di questo episodio è sempli- Canavese, di aver so-
ce: trovandosi ancora nel- gnato una turba di
l’antipurgatorio, Dante e ragazzi che gli erano
Virgilio si imbattono nello andati incontro dicen-
spirito solitario di Sordello dogli: «Ti abbiamo
da Goito. Questi, felice di aspettato tanto» e in un
aver incontrato in Virgilio altro sogno vide alzarsi
un suo conterraneo, conduce verso il cielo due grandi
Dante e la sua guida presso calici, l’uno ripieno di
un avvallamento della mon- sudore e l’altro di san-
Milano, Biblioteca dell’Archivio Storico e Trivulziana,
tagna, dove soggiornano i gue. Quando nel 1918
manoscritto 1080 (redatto nel 1337 da Francesco di Ser Nardo da Barberino
“principi negligenti”. Da un il gruppo di missionari
e contenente il testo della Commedia), f. 42r: la terzina finale del canto VII
ripiano superiore, Sordello Salesiani partì da
del Purgatorio, con la menzione del Canavese
rivela a Dante e a Virgilio l’i- Valdocco, in Torino, alla volta di Schiu-Chow nel Kwang-
dentità delle anime più illu- del nome (e della sua valen- rimarca alla fine del canto cadendo poi nella trappola tung in Cina, il Rettor Maggiore dell’ordine, don Paolo
stri: l’imperatore Rodolfo I za) è molto più complessa. VII il tema fondamentale del di chi voleva imprigionarlo e Albera, donò loro il calice con il quale aveva celebrato le sue
d’Asburgo (1218-1291), Se gli studiosi di Dante dico- VI: la divisione interna ucciderlo? Oppure la guerra nozze d’oro di consacrazione ed i 50 anni del Santuario di
Ottocaro II di Boemia no generalmente che i due dell’Italia e la consunzione che suo figlio, Giovanni I di Maria Ausiliatrice. Il prezioso e simbolico dono venne conse-
(1230-1278), Filippo III toponimi hanno un signifi- delle forze politiche in inuti- Monferrato, condusse contro gnato a monsignor Versiglia, il quale dichiarò: «Don Bosco
l’Ardito, re di Francia (1245- cato politico, più che geogra- li lotte fratricide. Alessandria tra 1294 e 1295 vide che quando in Cina un calice si sarebbe riempito di san-
1285), Enrico I di Navarra fico, ossia identificano più il Contrapposto all’inizio per vendicare l’orrenda gue, l’Opera Salesiana si sarebbe meravigliosamente diffusa
(1244-1274), Pietro III potere di un titolo feudale della digressione politica del morte del padre? Oppure in mezzo a questo popolo immenso. Tu mi porti il calice
d’Aragona (1239-1285), suo che non il territorio su cui canto VI («Ahi serva Italia, ancora, Dante allude al visto dal Padre: a me il riempirlo di sangue per l’adempimen-
figlio Alfonso III (1265- esso si esercita, è però vero di dolore ostello, / nave pianto dei sudditi dell’alta to della visione».
1291), Carlo I d’Angiò che non si può paragonare la sanza nocchiere in gran Italia negli anni in cui sta In 12 anni di missione in Cina, dal 1918 al 1930, il
(1226-1285) ed Enrico III fama dei marchesi del tempesta, / non donna di componendo il Purgatorio Vescovo salesiano Luigi Versiglia riuscì a compiere prodigi in
d’Inghilterra (1207-1272). Monferrato con quella dei provincie, ma bordello!», vv. (circa 1309-1315), come una terra del tutto nemica dei cattolici: istituì 55 stazioni
L’enumerazione si con- conti del Canavese, titolo di 76-78), il finale del VII ne è risultato di una serie di con- missionarie primarie e secondarie rispetto alle 18 trovate;
clude con un feudatario per sé ambiguo e relativo a il completamento, con la flitti che Guglielmo e il suo ordinò 21 sacerdoti, due religiosi laici, 15 suore del luogo e
imperiale e condottiero, che una tradizione inveterata, riprova che il territorio ita- casato non avevano saputo 10 straniere; lasciò 31 catechisti (18 donne), 39 insegnanti (8
Dante certamente ammira- non già dipendente da un liano è tutto diviso e in comporre? maestre) e 25 seminaristi. Portò al battesimo tremila cristia-
va, ma delle cui campagne privilegio giuridicamente lotta. È del tutto improbabile Gli storici che abbiano ni convertiti, a fronte dei 1.479 trovati al suo arrivo. Eresse
militari si ricordano le con- stabilito (la prima valenza che Dante collegasse il terri- posto in relazione le vicende un orfanotrofio, una casa di formazione per catechiste, una
seguenze perniciose. «Quel non geografica ma tecnica torio canavesano a una per- canavesane dopo la morte di scuola per catechisti sia femmine che maschi; l’istituto Don
che più basso tra costor s’at- del toponimo sembrerebbe sonalità individuale, come fa Guglielmo e la menzione Bosco, comprensivo delle scuole professionali, complemen-
terra, / guardando in suso, è risalire a un documento invece con il marchese del dantesca del Canavese si tari e magistrali per i ragazzi; l’Istituto Maria Ausiliatrice per
Guiglielmo marchese, / per novarese del 1095-1096, in Monferrato, di cui stigmatiz- limitano a ipotizzare che i le ragazze; un ricovero per gli anziani; un brefotrofio, due
cui e Alessandria e la sua cui compare un «Obertus za la valentia militare e la tentativi di rivalsa di dispensari per medicinali e la Casa del missionario, come
guerra / fa pianger Monferra- comes Canavesanus»). nobiltà. Nella menzione del Giovanni abbiano coinvolto desiderava fosse chiamato l’episcopio.
to e Canavese» (vv. 133- Che cosa poteva sapere Canavese prevale piuttosto anche il territorio canavesa- Fra coloro che lo sostenevano in quell’impresa c’era anche
136). Le menzione di Dante del Canavese e secon- l’allusione alle sue genti, no in nuove guerre e violen- il giovane don Callisto Caravario, nato a Cuorgnè l’8 giugno
Guglielmo VII (1240-1292), do quale accezione principa- secondo l’asserzione del ti conflitti. In realtà, l’ari- 1903. La sua famiglia si era trasferita a Torino e qui il piccolo
marchese di Monferrato e le ne citava il nome? Se canto VI: «le città d’Italia stocrazia canavesana riunita Callisto potè frequentare l’oratorio e la scuola dei Salesiani
discendente della dinastia anche i confini geografici di tutte piene / son di tiranni, e nella Confederatio de fino agli studi del Liceo classico. Nel 1919, sedicenne, conob-
aleramica, provoca anche la questa remota porzione un Marcel diventa / ogne vil- Canapicio si era divisa già be monsignor Versiglia, di passaggio a Torino, al quale rivelò:
referenza al Canavese, regio- dell’Italia settentrionale lan che parteggiando viene» nel 1252: i conti di San «La seguirò in Cina». Così avvenne. Si imbarcò a Genova a
ne italiana che soffre (pian- dovevano essergli (quasi) del (vv. 124-126). Il malessere e Martino e i Castellamonte 21 anni. Prima lavorò in Estremo Oriente, nell’isola di
ge) insieme al Monferrato. tutto sconosciuti, il poeta le incertezze determinati avevano scelto la parte guel- Timor, poi a Shangai e infine a Schiu Chow, dove fu ordinato
In primo luogo, Dante sceglie comunque di conclu- dalle guerre si riflettono fa, sostenuta dai Savoia; i sacerdote da monsignor Versiglia nel 1929.
chiama la terra “Canavese”, dere un canto della anche sull’istituzione eccle- Valperga, i Masino e i San Il Vescovo Luigi Versiglia e don Callisto Caravario parti-
avvicinandosi alle forme dei Commedia con il termine siastica più importante del Giorgio avevano deciso di rono il 24 febbraio in treno insieme a due allievi del Collegio
documenti dei secoli XI-XII “Canavese” (o, se si preferi- Canavese, ossia la diocesi di parteggiare per l’imperatore, Don Bosco, due loro sorelle ed una catechista insegnante. La
(Canaveso, Canavise, Cana- sce, con il binomio “Mon- Ivrea: i suoi vescovi convo- alleandosi successivamente situazione politico-sociale era turbolenta a causa di continue
ves), i cui corrispondenti ferrato e Canavese”). La con- carono tra 1290 e 1328 sette con Guglielmo e condivi- guerriglie che tormentavano i territori del sud della Cina. Il
latini sono Canavexium, siderazione non è ovvia: per sinodi, evidentemente per dendo le lunghe lotte del giorno 25 proseguono il viaggio in barca sul fiume Pakkong.
Canavixium o Canavisium, chi conosce le peculiarità del far fronte a un periodo di marchesato prima contro Poi una breve sosta a Ling Kong How. A mezzogiorno tra-
mentre nelle cronache e poema, tale scelta è rimar- crisi prolungato e particolar- Ivrea, poi contro Asti e ghettano nuovamente il fiume, diretti a Li Thau Tzeui.
nelle opere letterarie dei chevole e bisognosa di una mente difficile. Alessandria. In ogni caso, va Stanno recitando l’Angelus, quando improvvisamente dalla
secoli XIII-XIV è ormai spiegazione. Le clausole dei Come scrisse Amato osservato che il verbo pian- riva esplode un urlo selvaggio. Una decina di uomini, con i
invalso l’uso del toponimo canti, infatti, non sono mai Pietro Frutaz, è probabile gere, del Monferrato e del fucili puntati, intimano all’imbarcazione di approdare alla
Canapicium o Canepicium, un semplice riempitivo del che lo scopo delle sessioni Canavese, nel testo di riva. Il barcaiolo è costretto ad obbedire. Due uomini si
a suo tempo definito da testo, neppure nella prima sinodali fosse di «restaurare Dante è coniugato al pre- avventano sull’imbarcazione e scoprono, sotto il tettuccio di
Ferdinando Gabotto un parte del Purgatorio; al con- il culto, ravvivare la discipli- sente, come accade pochi riparo, le tre donne, che vogliono portare via, ma monsignor
«tardo raffazzonamento trario, il canto V si chiude na nel clero e nel popolo, e versi prima con la contrap- Luigi e don Callisto le difendono, facendo barriera. I crimina-
pseudo erudito» (il titolo ori- con la luminosa immagine arginare la decadenza reli- posizione tra la virtù regale li, urlando, brandiscono con violenza il calcio dei fucili sui
ginale della monografia che della gemma nuziale di Pia giosa favorita dalle lotte fra- di Carlo d’Angiò e l’inade- loro corpi, che cadono atterra. I missionari vengono legati e
Pietro Azario scrisse relati- de’ Tolomei, che rischiara tricide e distruttive delle due guatezza del figlio (Carlo II), trascinati in un bosco. Monsignor Luigi e don Callisto com-
vamente agli anni 1339- almeno per un istante tutta fazioni in lotta». che provoca il dolore di prendono che è giunto il tempo di testimoniare con la vita la
1362 è De statu Canepicii la fosca atmosfera delle pre- Tuttavia, resta da inter- Puglia e Provenza: «Anche fede in Cristo. Sono sereni. Si mettono a pregare ad alta
liber, generalmente – ma cedenti narrazioni; il canto pretare con chiarezza storica al nasuto vanno mie parole voce, in ginocchio e guardando in alto. Cinque colpi di fucile
poco precisamente – citato VI con la similitudine tra il verso relativo a Guglielmo, [...] onde Puglia e Proenza interrompono la loro lode estatica.
come De bello Canepiciano). Firenze e un’ammalata che «per cui Alessandria e la sua già si dole» (vv. 124-126). Il I due allievi con le tre giovani avevano udito e visto tutto
In secondo luogo, si non riesce a trovare pace guerra»; esso significa lette- parallelismo dimostra che e tutto testimonieranno. Le donne, in lacrime, dovettero
potrebbe supporre che la neppure in un letto di ralmente che “per colpa di Dante sta alludendo alle seguire i loro aggressori, mentre i ragazzi furono obbligati ad
menzione del Canavese piume; ed ora il canto VII Guglielmo, Alessandria e la sofferenze attuali del andarsene senza voltarsi indietro. Le spoglie dei martiri furo-
costituisca solo un’appendi- con il pianto dei sudditi, guerra da questa sollevata” Canavese, ossia alla situa- no raccolte e sepolte a Schiu Chow, poi dissepolte e disperse.
ce di quella del Monferrato, attraverso la personificazio- fanno piangere il Monferrato zione politica dei primi anni Papa Paolo VI nel 1976 li dichiarò martiri e Giovanni
visto che il protagonista ne di due terre italiane, con- e il Canavese. Ma di quale del Trecento. Paolo II il 15 maggio 1983 li ha beatificati, per poi procla-
politico del passaggio è il tigue e in lotta tra loro. guerra si tratta? Quella che marli santi il 1° ottobre 2000, insieme ad altri 118 martiri
marchese di questo territo- Identificando territorio e Guglielmo condusse contro michele curnis cattolici.
rio. In realtà, la questione popolo, dunque, il poeta Alessandria nel 1290, (continua)
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Dante, l’imperatore Santi, Beati


Enrico VII e il Canavese e Venerabili
25 FEBBRAIO
San Luigi Orione
Pontecurone, Alessandria, 23 giugno 1872
Sanremo, Imperia, 12 marzo 1940

Nacque a Pontecurone nella diocesi di Tortona, il 23


giugno 1872. A 13 anni entrò fra i Frati Minori di
Coblenza, Landeshauptarchiv, Balduineum I best 1 C Nr. 1 (Codex Balduini Trevirensis): Voghera, poi nel 1886 entrò nell’oratorio di Torino fon-
la discesa di Enrico VII in Italia con le truppe e le insegne imperiali. dato da san Giovanni Bosco. Tre anni dopo approdò al
Il manoscritto fu confezionato nel 1341 su incarico del fratello dell’imperatore, Baldovino di Lussemburgo, seminario di Tortona. Proseguì gli studi teologici, allog-
arcivescovo di Treviri, per commemorare i momenti salienti della spedizione italiana giando in una stanzetta sopra il duomo. Qui ebbe l’op-
portunità di avvicinare i ragazzi a cui impartiva lezioni
Tra i canti VI e VII del come se fosse ancora in vita, imperiale e della volontà – «Petrus de Aymorino», di catechismo, ma la sua angusta stanzetta non bastava,
Purgatorio Dante utilizza il mettendo in guardia il suo dell’imperatore: nuova spe- secondo la lista degli amba- per cui il vescovo gli concesse l’uso del giardino del
verbo piangere in due circo- successore dal comportarsi ranza di un secolo migliore, sciatori veneziani – va iden- vescovado.
stanze: prima per la città di similmente a chi aveva tra- dopo il fallimento dell’espe- tificato con il conte Pietro Il 3 luglio 1892, il giovane chierico Luigi Orione,
Roma, antica sede dell’impe- scurato «’l giardin de lo rienza comunale. di Masino, alleato di inaugurò il primo oratorio intitolato a san Luigi. Nel
ro ma ora abbandonata dai ’mperio» (v. 105, allusione Ai fini della nostra inda- Amedeo V. 1893 aprì il collegio di san Bernardino. Nel 1895, venne
titolari germanici di quell’isti- all’Italia); in realtà, è certo gine, è significativo che nelle Il 6 gennaio 1311, giorno ordinato sacerdote. Molteplici furono le attività cui si
tuzione, poi per il Monferrato che Dante scrisse i canti VI nomine dei vicari di Enrico dell’Epifania, Dante si trova- dedicò. Fondò la Congregazione dei Figli della Divina
e il Canavese, che soffrono le e VII del Purgatorio dopo il VII, accanto alle principali va a Milano per rendere Provvidenza e le Piccole Missionarie della Carità; gli
conseguenze delle guerre di 1308, quando ormai regnava città italiane, compaia omaggio personale a Enrico Eremiti della Divina Provvidenza e le Suore
Guglielmo VII. Enrico VII di Lussemburgo anche l’espressione geografi- VII e assistere alla sua inco- Sacramentine. Mandò i suoi sacerdoti e suore
Il pianto, dunque, è (1275-1313), in cui il poeta ca «In Yvania et Canavosa ronazione come re d’Italia. nell’America Latina e in Palestina sin dal 1914.
metafora specifica per la riponeva altissima fiducia e dominum Johannem de Dal momento che il docu- Morì a Sanremo nel 1940. Papa Giovanni Paolo II lo
deplorazione di un vuoto di speranza. Sancto Laurencio». La fonte, mento veneziano fu stilato proclamò Beato nel 1980 ed infine Santo nel 2004. La
potere, intendendosi con I provvedimenti del conservata presso l’Archivio nel mese di febbraio per memoria liturgica di San Luigi Orione è celebrata il 16
quest’ultimo quello della nuovo imperatore in Italia di Stato di Venezia, è un riprodurre un originale della maggio, mentre il suo nome è presente nel Martirologio
massima autorità politica o settentrionale, che Dante documento con moltissimi cancelleria imperiale, è Romano al 12 marzo, suo dies natalis.
dei suoi fiduciari. Al tempo certamente conosceva, costi- errori di trascrizione (per molto probabile che già nei
stesso, il pianto è provocato tuiscono motivo di riflessio- esempio, Amedeo di Savoia, primi giorni del 1311 le
anche da altro tema che ne sulle condizioni politiche vicario generale di tutta la nomine vicariali fossero
appare più volte: la degene- di molti territori; tra di essi Lombardia, è chiamato decise e, forse, anche pubbli- durissima, per ricordargli il mondo intero per indugiare
razione delle virtù politiche rientra anche il Canavese. «Aymerus comes Sabau- cate. Giovandosi della vici- carattere sacro dell’impero e in un territorio così ristretto
di padre in figlio, che Dante Con un diploma del 24 diae»): dietro la grafia nanza a Enrico VII, Dante l’improrogabilità della sua («in angustissima mundi
argomenta per mezzo di novembre 1310 (conservato «Yvania» si nasconde il avrebbe potuto essere infor- missione. Nell’esordio, il area», 4) come la pianura
numerosi esempi (sintetiz- presso l’Archivio di Stato di toponimo medioevale Yvo- mato del destino ammini- poeta ricorda il proprio pian- padana («in valle [...]
zati nel finale del canto VII: Torino), Enrico VII nomina reia, ossia Ivrea. In più, strativo delle città del nord to, dovuto alla confusione Eridani», 3).
«Rade volte risurge per li principe il conte Amedeo V quello del Canavese appare Italia, dunque anche di Ivrea politica e al suo personale Al di là della contrappo-
rami / l’umana probitate; e di Savoia, erigendo in princi- come nome di genere fem- e del Canavese. Sicuramente destino di exul inmeritus; sizione geografica, che
questo vole / quei che la dà, pato il contado che com- minile, probabile latinizza- gli interessava sapere che un aggiunge poi che, alla noti- dipende anche da interessi
perché da lui si chiami», vv. prendeva Ivrea e Canavese; zione di un originale esponente di una famiglia zia della discesa in Italia di personali, l’immagine retori-
121-123). nel febbraio dell’anno suc- Canavise o Canavese, aristocratica fiorentina – gli Arrigo, subito i sospiri e il ca più interessante nell’aper-
Nel cuore della digressio- cessivo, poi, nomina i vicari secondo la stessa grafia Uberti, condannati all’esilio diluvio di lacrime si sono tura della lettera è di nuovo
ne politica del canto VI, per imperiali della Lombardia adottata da Dante. quarant’anni prima – diven- arrestati («protinus longa quella del pianto: scatenato
l’appunto, Dante rivolge (denominazione generica Il nominato per Ivrea e tava adesso vicario dell’im- substiterunt suspiria lacri- dall’opera del demonio (ed
un’apostrofe ad Alberto I che praticamente include Canavese, Johannes de peratore. In ogni caso, i marumque diluvia desie- espresso con il richiamo al
d’Asburgo (1255-1308), tutta l’Italia nord-occidenta- Sancto Laurentio, va proba- «Nomina viccariorum» scel- runt», Ep. VII 1). Salmo 136, «diu super flu-
invitandolo a discendere in le). In Monarchia III vi 5 si bilmente identificato con un ti da Enrico VII, almeno per L’infelice esule rimprove- mina confusionis deflevi-
Italia per vedere personal- legge una definizione giuri- suddito sabaudo, Jean de quanto riguarda il Canavese, ra all’imperatore l’eccessivo mus», calco di «Super flumi-
mente come «Roma piagne / dicamente impeccabile del Luysiel, castellano di Saint- costituiscono il documento indugio nell’Italia settentrio- na Babylonis illic sedimus et
vedova e sola» (vv. 112- vicario, al quale «sono affi- Laurent de Pons, in Alta cronologicamente e politica- nale, che favorisce il prolun- flevimus») e poi arrestato
113), in quanto abbandona- dati poteri da esercitare Savoia. Tra gli altri venti- mente più vicino alla men- garsi della tirannide in dal sopraggiungere di
ta dal suo imperatore. secondo la legge o secondo il quattro vicari speciali com- zione di questa terra nel Toscana, specialmente nella Enrico, è lo stesso pianto dei
Alberto è figlio di Rodolfo, la suo arbitrio, e pertanto pare poi, nominato per finale del canto VII del sede di tutti i mali della sudditi, privati della guida
cui anima apparirà nel canto all’interno di tali poteri può Mantova, Lapo degli Uberti Purgatorio. penisola, Firenze; prima gli imperiale e soggetti alle bra-
successivo per aprire la serie intervenire, secondo la legge (ca. 1247-1312), figlio del Dopo il soggiorno mila- dice che i diritti imperiali mosie di potere di chi «l’un
dei principi negligenti (ma o secondo il suo arbitrio, su magnanimo ma sanguinario nese, Dante trascorse la non sono certo limitati dai l’altro si rode» (Purg. VI 83);
nel complesso virtuosi e cose di cui il signore è com- condottiero ghibellino prima metà del 1311 nel confini dei liguri («iura è, insomma, lo stesso pianto
devoti). Secondo la trasposi- pletamente all’oscuro». Farinata degli Uberti, che Casentino, ospite del conte tutanda imperii circumscribi di Monferrato e Canavese,
zione cronologica del viaggio La presenza attiva dei Dante incontra tra gli epicu- Guido di Battifolle presso il Ligurum finibus», 3), poi – che continua nel presente,
della Commedia alla setti- vicari speciali sul territorio rei del canto X dell’Inferno. castello di Poppi. Da lì scri- senza nascondere una certa anche molti anni dopo la
mana pasquale dell’anno costituiva dunque per Dante Anche un nobile canave- ve a Enrico l’Epistula VII, impazienza – esclama che morte di Guglielmo VII.
1300, Dante interloquisce il presupposto della piena sano fa parte del novero, datata 17 aprile 1311, non è giustificabile trascura-
retoricamente con Alberto restaurazione dell’ordine perché il vicario di Bergamo insieme rispettosissima e re l’Italia centrale, Roma e il michele curnis
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Il Canavese di Guglielmo VII, Santi, Beati


tra Dante e Pietro Azario
La rassegna dei principi
e Venerabili
negligenti del Purgatorio ini- 21 MARZO
zia con un imperatore Beata Maddalena Caterina Morano
(Rodolfo I d’Asburgo) e termi-
na con un feudatario imperia- Chieri, 15 novembre 1847
le (Guglielmo VII di Catania, 26 marzo 1908
Monferrato), che è anche l’u-
nico personaggio italiano di
tutto il catalogo. Agli estremi
della successione, la postura
del personaggio ne spiega la
funzione in rapporto all’altro:
se il primo, Rodolfo, è «colui
che più siede alto» (Purg. VII
91), l’ultimo, Guglielmo, è
«quel che più basso tra costor
s’atterra» (133). Non sono in
molti ad avere osservato que-
sta sorta di didascalia sceno-
grafica a distanza, determi-
nante per capire le ragioni del-
l’inserzione di Guglielmo.
Commentando il Purgatorio,
nel 1936 Ernesto Trucchi
definì assai bene «questo
semplice Marchese, che
Dante colloca più in basso di Nella grande fioritura di sacerdoti e suore che coronaro-
tutti, essendo men alto in no sin dai primi tempi la fondazione salesiana di San
dignità e potenza, ma guar- Giovanni Bosco, vi fu contemporanea del santo, Maddalena
dando suso, verso l’Impera- Morano delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
tore, come fedel Ghibellino, Nacque a Chieri (Torino) il 15 novembre 1847 da
che dinanzi alla dignità impe- modesta famiglia, anche se discendente da nobile casato.
riale non siede, ma s’atterra. Trasferitasi con la famiglia a Buttigliera d’Asti a otto
Questo personaggio permette anni rimase orfana del padre, si mise a lavorare in casa
ancora una volta a Dante di come tessitrice, forse uno dei pochi mestieri a cui potevano
mostrare le discordie comuna- dedicarsi le ragazze di allora.
li che affliggevan l’Italia per Un parente sacerdote l’avviò allo studio dandole le
l’assenza dell’Imperatore». prime lezioni di grammatica italiana; quando raggiunse i
Gli antichi commentatori 14 anni, il parroco locale le diede l’incarico di curare l’asi-
di Dante solitamente prende- lo nonostante la sua giovane età. Continuando negli
vano avvio dal nome di studi prese il diploma magistrale per insegnare nelle
Guglielmo per spiegare il scuole elementari.
pianto di Monferrato e Intanto si affermava sempre di più la nuova istituzione
Canavese con cui il canto si salesiana fondata dal dinamico sacerdote Giovanni Bosco.
Milano, Biblioteca Ambrosiana, manoscritto D 269 inf. Maddalena, che sentiva in sé la vocazione alla vita religiosa,
chiude, senza però far parola (seconda metà del XIV sec.), f. 76 r: il Canavese e i suoi castelli
della geografia politica del gli chiese consiglio, ma don Bosco la dissuase dal diventare
racchiusi tra i fiumi Orco e Dora Baltea nell’illustrazione al testo del suora di clausura e la indirizzò al suo collaboratore don
Canavese, toponimo dalle De statu Canepicii liber di Pietro Azario
coordinate sconosciute. Anzi, Giovanni Cagliero il quale la invitò ad entrare nelle Figlie di
se la maggior parte degli anti- fortificati, oltre a essere molto nasce in Valle d’Aosta dalla suggella il De statu Canepicii Maria Ausiliatrice; avendo aderito e fatto il noviziato, il 4
chi interpreti non dice nulla di fertile”). La descrizione è inte- confluenza presso Entrèves di liber il 4 gennaio 1363. In settembre 1879, a 32 anni, emise la professione religiosa.
questa terra, è anche perché ressante, anche per la sua due fiumi che hanno lo stesso apertura Azario elenca i topo- Per la sua istruzione e abilità educativa emerse subito
molti copisti non ne avevano ambiguità, prima di tutto per- nome, la Dora di Ferret e la nimi delle località controllate fra le consorelle, per cui ebbe vari incarichi di responsabi-
trascritto correttamente il ché presenta il Canavese Dora di Vény. È poco verisi- dalle varie famiglie nobili del lità e poi fu inviata in Sicilia come direttrice ad Alì Marina
nome. Alcuni tra i manoscrit- come una regione di forma mile (per non dire impossibi- Canavese, distinguendo accu- (Messina) e poi come ispettrice dell’Ispettoria di San
ti più autorevoli della quadrangolare (è possibile ten- le) che la sconosciuta fonte di ratamente tra burgus e Giuseppe.
Commedia recano infatti, al tare una corrispondenza di Benvenuto disponesse di castrum: se il primo termine La sua attività divenne prodigiosa e sorprendente, in 26
posto della lezione corretta massima tra gli elementi di informazioni tanto dettagliate individua un piccolo centro anni fondò 19 case, 12 oratori, 6 scuole, 5 asili, 11 labora-
«Canavese», le varianti erro- confine e i punti cardinali: a sui fiumi dell’alta Italia, ma abitato, il secondo si usa nel- tori, 4 convitti, 3 scuole di religione, suscitando l’ammira-
nee «el nauese», «el nauarre- ovest il Monferrato, a est la almeno un punto è certo: la l’accezione di borgo fortificato zione di tutti, autorità e gerarchie ecclesiastiche comprese.
se», «el calaurese», «’l carra- Dora, a sud il Po e a nord le Dura citata nel commento al o presidio militare (spesso, ma Morì ad Alì Marina il 26 marzo 1908 a 61 anni.
rese», oltre a quella fonetico- Alpi). Ma come intendere “i Purgatorio deve essere identi- non sempre, associato a un Apostola salesiana della Sicilia, è stata beatificata a
formale «el canaveise». Anche due bracci” del fiume Dora? ficata (almeno) con la Dora burgus). I castra menzionati Catania il 5 novembre 1994 da papa Giovanni Paolo II.
uno scrutinio parziale testi- Se Benvenuto (o meglio, la Baltea. Del resto, la menzione da Azario sono 37 (sebbene
monia, insomma, che molti sua fonte) si stava riferendo del Po quale elemento di con- non si possa computare un ex toto discordant in comitatu con la stessa tenacia e ferocia
copisti e lettori confondessero alla Dora Baltea e alla Dora fine a sud e il numero eleva- numero preciso, perché nella illo; et est mirabile, cum in con cui sono in guerra cristia-
‘Canavese’ con ‘navarrese’, Riparia, allora i confini del tissimo dei borghi fortificati o regione di Brosso ne sono pre- ipsa planicie unus multum ni e saraceni, e sarebbe molto
‘novarese’, ‘calabrese’ o ‘carra- Canavese giungerebbero fino “castelli” che Benvenuto ascri- senti vari: «Brozium castra non distet ab alio» (“come lungo ricostruire le origini di
rese’, perché non comprende- a Torino, includendo parte ve a questa regione (duecento) plura cum valle»). In ogni abbiamo detto sin dall’inizio, questa contesa. Un evento
vano il secondo toponimo del della Val di Susa. Spesso la inducono a credere che nel caso, il numero dei castelli il Canavese fu, ed è, sempre specifico è comunque ricorda-
verso (a differenza del primo, tradizione letteraria ha suo commento sopravvivesse canavesani indicato da Azario immerso nella discordia e nel- to come possibile scatenante
‘Monferrato’, che nella tradi- sovrapposto due fiumi distinti una definizione geografica è di gran lunga inferiore a l’odio nato da interessi parti- dell’astio latente: l’appoggio
zione manoscritta non dà e autonomi, la cui congiun- arcaica del Canavese, coinci- quello di Benvenuto. È evi- colari, ovviamente perché una dato da Guglielmo VII di
luogo a nessun errore). zione risale addirittura a dente più con la parte setten- dente, pertanto, che nei com- parte è guelfa e l’altra ghibelli- Monferrato ai conti di
Il primo commentatore Plinio il Vecchio («Durias trionale dell’antica marca menti alla Commedia fossero na. Allo stesso modo, quegli Valperga nel 1268 contro i
dantesco a preoccuparsi di duas», si legge in Naturalis arduinica dei secoli X-XI, che confluite informazioni politi- stessi due fiumi sono in tutto conti di San Martino, che più
definire il Canavese è historia, III 47) e prosegue non con la “zona dei conti del co-territoriali generiche e discordi nel territorio del con- tardi si sarebbero alleati ai
Benvenuto da Imola, tra 1375 fino alla «gemina Dora» del Canavese”, eredi soltanto in ormai invecchiate. tato; fatto straordinario, per- Savoia-Acaia. Riscontrare alla
e 1380: «Contrata est conter- manzoniano Marzo 1821. Se parte di quel territorio. Dopo aver fornito le coor- ché in quella pianura non metà del Trecento l’origine
mina Montiferrato, quae clau- invece la duplicazione del Che la nozione geografica dinate geografiche del distano neppure molto l’uno della guerra del Canavese
ditur a duobus brachiis flumi- nome della Dora è un’impre- di Canavese circolante in Canavese, Azario inizia a rap- dall’altro”). L’Orco e la Dora, nelle ambizioni diplomatiche
nis, quod dicitur Dura, a tertia cisione e va corretta con il Italia alla metà del Trecento presentarne retoricamente la proprio come gli abitanti del e strategiche di Guglielmo
parte clauditur Pado, a quarta ricorso a un altro fiume, è potesse provenire da fonti più bellicosità intestina, prenden- Canavese, litigano su tutto e significa aderire alla sintetica
ab Alpibus, et habet forte probabile che il modello di antiche, ormai anacronisti- do spunto dalle caratteristiche non sono mai d’accordo, rap- argomentazione che Dante
ducenta castella: quae est Benvenuto alludesse al torren- che, appare chiaro dal con- naturali dei due fiumi princi- presentando una completa offre nel Purgatorio per spiega-
etiam valde fertilis» (“È una te Orco (Eva d’òr, in canavesa- fronto con la prima monogra- pali, l’Orco e la Dora Baltea: opposizione geografica a re l’attuale pianto di quella
regione confinante con il no, da cui forse la confusione), fia storica su questa regione. «sicuti a principio dictum cominciare dal genere dei loro terra. Come spesso accade,
Monferrato, racchiusa tra due affluente del Po presso Fiumi e castelli costituiscono i Canepicium semper discor- nomi, l’uno maschile e l’altro nella poesia dantesca era rac-
rami di un fiume che si chia- Chivasso. C’è anche una terza parametri con cui anche un diam habuit et habet in par- femminile. chiuso un giudizio, implicito e
ma Dora, dal Po sul terzo ver- possibilità, che giustifichereb- altro scrittore di quel tempo tialitatis hodio, videlicet quia Le famiglie aristocratiche profetico, che la cronaca stori-
sante e dalle Alpi sul quarto, e be l’esattezza delle indicazioni inizia la sua descrizione del una pars Guelfa et alia del Canavese si combattono ca avrebbe confermato.
vanta forse duecento borghi di Benvenuto: la Dora Baltea Canavese: Pietro Azario, che Gibellina, sic et ipsi duo fluvii tra loro - prosegue Azario - michele curnis
giovedì 8 aprile 2021 • Storia e ricordi il
isveglio
popolare
21

Pietro Azario lettore di Dante Santi, Beati


Chi fu il primo canavesa-
no a leggere l’opera di Dante?
A differenza di quanto accade
favorito una relazione amoro-
sa tra Ghisolabella e il mar-
chese, da cui nacquero molte
e Venerabili
per alcune famiglie vercellesi o e diverse dicerie (come si può
lombarde, risulta molto diffi- desumere dalla precisazione 1° APRILE
cile ricostruire le biblioteche del v. 57, «come che suoni la Beato Angelo (Carletti) da Chivasso
private del Canavese nella sconcia novella»).
seconda metà del XIV secolo. Sulla vicenda non esiste Chivasso, 1411 circa
Certamente, alcuni mano- alcuna fonte storica preceden- Cuneo, 11 aprile 1495
scritti della Commedia furono te ai commenti danteschi; è
redatti e circolarono in Italia presumibile che Dante abbia
settentrionale già nel secondo qui raccolto un aneddoto
quarto del Trecento, ossia popolare, di cui circolavano
pochi anni dopo la morte di più versioni. In ogni caso, la
Dante, ma non c’è traccia di «pulcherrima meretrix Bo-
redazioni e scritture che si noniae» che Azario non
possano collegare direttamen- nomina, ma che pone in rela-
te con il Piemonte o con l’area zione con Dante, non può
canavesana. Occorre attende- essere la Ghisolabella sorella
re il 1434 perché a Chambery, di Venèdico Caccia-nemico e
nella libreria di Ludovico di morta dopo il 1281; si tratta
Savoia, reggente in nome di invece di Filippa degli Ariosti,
Amedeo VII, compaiano detta Lippa. Questa nobildon-
appaiati in un inventario il na bolognese conobbe il mar-
«Liber centum novelarum in chese Obizzo III d’Este (1294-
lombardo e il libro de Dant», 1352) al tempo del suo sog-
da intendersi rispettivamente giorno a Bologna, quando era
come un esemplare del in contrasto con Giovanni
Decameron di Boccaccio e Firenze, Biblioteca Mediceo Laurenziana: Jan van der XXII, e ne divenne l’amante;
uno della Commedia; que- Straet (1523-1605, detto Giovanni Stradano), dopo la riconciliazione con il
st’ultimo manoscritto, forse, Disegni per la Divina Commedia (realizzati tra 1587 pontefice, nel 1329, Obizzo
si può identificare con il codi- e 1588). Così il pittore fiammingo illustra il dialogo chiese a Lippa di seguirlo a
ce 1742 della Biblioteca Reale tra Dante e Venèdico Caccianemico nella prima delle Ferrara, dove continuò a
di Torino. Malebolge (Inferno, canto XVIII 40-66), dove sono esserne l’amante. Solo quando Nel 1411 a Chivasso, nell’antica e nobile famiglia
Tuttavia, è possibile indi- puniti i ruffiani e i seduttori. la donna fu in punto di morte, Carletti, nacque il Beato Angelo Carletti. Studiò a Bologna,
viduare uno scrittore che, pur forse nel 1347, Obizzo la conseguendo la laurea in Diritto Canonico e Civile e in
non essendo canavesano, sog- ceteros natos ex una pulceri- di suo fratello Venèdico sposò, affinché i loro dieci figli Teologia. Tornato a Chivasso esercitò la professione forense
giornò alcuni anni in ma meretrice Bononie, de Caccianemico, che Dante naturali potessero diventare e divenne membro della Corte di Giustizia. La svolta della
Canavese e a questa terra qua dixit multa Dantes in incontra e riconosce tra i ruf- legittimi. Uno di questi figli, vita venne però all’età di trentatre anni: morti i genitori,
dedicò una monografia stori- libro suo, et sorore Henrici de fiani del canto XVIII Aldobrandino (1335-1361), rinunciò alla brillante professione e al matrimonio per consa-
ca: Pietro Azario, il notaio Ariostis» (“Il marchese dell’Inferno: «O tu che l’oc- che successe diciassettenne al crarsi a Dio. Sposò la povertà francescana prendendo il nome
novarese nato nel 1312 e Obizzo d’Este aveva solo figli chio a terra gette, | se le fazio- padre come signore di Ferrara, di Angelo. Vendette i propri beni, dividendo il ricavato tra il
autore del De statu Canapicii naturali, tre e di giovanissima ni che porti non son false, | è quello ricordato da Azario, fratello e i poveri, e assegnò una casa paterna alla comunità
liber. Azario visse a Cuorgnè età, Aldobrandino e altri due, Venedico sè tu Cacciane- mentre la fortuna letteraria di per i pubblici consigli.
tra 1339 e 1343, quando la cui madre era una bellissi- mico» (vv. 48-50). Lippa sarebbe culminata nel Entrò nel Convento di S. Maria del Monte a Genova. Qui
aveva circa vent’anni, visto ma cortigiana bolognese - Il dannato confessa il canto XIII dell’Orlando furio- conobbe Francesco della Rovere (futuro Papa Sisto IV).
che nelle memorie “Sulle con- sulla quale disse parecchio delitto: «I’ fui colui che la so di Ludovico Ariosto, al ter- Genova sarà per venti anni la sua residenza principale.
dizioni del Canavese” offre Dante nel suo libro - e sorella Ghisolabella | condussi a far mine di un catalogo muliebre: Durante questo periodo promosse l’erezione in città e a
una descrizione molto detta- di Enrico degli Ariosti”). la voglia del marchese, | «la bella Lippa da Bologna,| Savona dei Monti di Pietà per combattere il drammatico pro-
gliata di quanto accadeva da Il principale editore del come che suoni la sconcia [...] s’io vo di mano in mano | blema dell’usura che era in mano a uomini potentissimi.
quelle parti. Molto tempo Liber, Francesco Cognasso, novella» (vv. 55-57). Questa venirtene dicendo le gran L’attenzione per i poveri sarà costante per tutta la vita. A
dopo, attorno al 1363, com- osserva che Azario, «se ha Ghisolabella discendeva da lode, | entro in un alto mar Savona fece anche costruire il Convento di S. Giacomo.
pletò il Liber gestorum in letto Dante, confonde strana- una nobile famiglia bolognese, che non ha prode», 73, 5-8). Dotto, umile, mansueto, paziente, dalle maniere cortesi,
Lombardia, una cronaca delle mente la Ghisolabella con in quanto figlia di Alberto La confusione delle due nel 1464 fu eletto Vicario Provinciale. Era il primo di nume-
vicende di Milano e dei Lippa degli Ariosti, la concubi- Caccianemico dell’Orso, e donne costituisce un errore rosi incarichi. Fondò i monasteri di Saluzzo, Mondovì e
Visconti, in cui cita anche na famosa di Obizzo III forse andò in sposa al ferrare- vistoso, ma forse solo sul Pinerolo. Fu rieletto Vicario Generale a Pavia nel 1478.
Dante. Parlando della famiglia d’Este». Cerchiamo di rico- se Niccolò Fontana. Quando piano cronologico. In realtà, la Rinunciò più volte alla dignità vescovile, rimanendo per
del marchese Obizzo III d’Este struire l’equivoco e di spiegar- questi entrò in contrasto con percezione dell’identità storica tutta la vita un semplice sacerdote. Fu un grande predicatore:
(1294-1352), scrive: «vivebat ne la rilevanza in termini sto- il marchese di Ferrara, Obizzo e della relativa cronologia i suoi quaresimali affollavano chiese e piazze. Scrisse diverse
marchio Oppizio Estensis, qui rico-culturali. L’allusione di II d’Este, Ghisolabella restò doveva risultare abbastanza opere, la più importante delle quali è la “Summa casuum
solummodo tres filios natura- Azario parrebbe diretta a separata dal marito per ragio- problematica per qualunque conscientiae”, detta "Summa Angelica".
les habebat valde iuvenes, Ghisolabella, venduta alle ni politiche. Sembra che suo scrittore della metà del Morì l’11 aprile 1495, povero e umile, nel convento di S.
videlicet Aldrovra-dinum et voglie del marchese da parte fratello Venèdico avesse Trecento. Nel caso di Antonio di Cuneo, dove ottantenne si era ritirato.
Ghisolabella, infatti, anche i
Fruttuaria: la grande pala dedicata al domenicano San Vincenzo Ferrer commentatori di Dante sono una concubina da cui aveva Dantes». In realtà, come
SAN BENIGNO – Il 5 aprile ricorreva la divisi sull’identità del marche- avuto vari figli naturali, e abbiamo visto leggendo il pas-
festa liturgica di San Vincenzo Ferrer, se citato in Inf. XVIII 56: ricordandosi di aver letto in saggio dell’Inferno, Dante
grande predicatore domenicano spagno- Obizzo II d’Este (1247-1293) Dante che una nobildonna dedica soltanto tre versi alla
lo ai tempi dello scisma avignonese. I per Jacopo Alighieri, Jacopo bolognese era stata amante storia di Ghisolabella. È suffi-
domenicani hanno sempre rappresenta- della Lana, Guido da Pisa e del marchese Obizzo d’Este ciente questa menzione per
to un riferimento costante ed apprezzato l’Anonimo Selmiano; Azzo (senza ulteriore specificazio- far dire ad Azario che Dante si
per il cardinale e abate commendatario VIII d’Este (1263-1308, figlio ne), fa scattare una connessio- era dilungato con la sua sto-
di Fruttuaria Carlo Amadeo delle Lanze, del precedente) per l’Ottimo ne tra contesti storici paralleli ria? Si tratta forse di altro
che forse per questo motivo commis- commento, Pietro Alighieri e e con molti punti in comune. errore? Al contrario, il sovrap-
sionò una grande pala d’altare – un olio le Chiose cassinesi (la rasse- Per riassumere: la Ghiso- porsi di dati incongruenti può
su tela di 356,5 x 187,5 cm, collocata nel gna è limitata ai commenti labella dantesca era stata l’a- essere indizio del tipo di sup-
primo altare a destra, entrando nella redatti entro gli anni Sessanta mante di Obizzo II, mentre porto testuale a disposizione:
chiesa abbaziale – dedicato a Vincenzo del Trecento, ossia il periodo l’amante – e poi moglie – il Dante che Azario aveva
Ferrer, raffigurato con un libro in mano e in cui Azario avrebbe potuto dell’Obizzo III di cui Azario letto doveva essere un esem-
nell’atto di una predicazione nella quale venire a contatto con la tradi- sta parlando fu Lippa degli plare annotato, in cui il testo
predomina la gestualità. L’opera risale al zione della Commedia). Ariosti, detta anch’ella poetico si prolungava nelle
1776 e fu commissionata dal cardinale Visto che è il nome di “Ghisola bella”. Entrambe chiose marginali, discendenti
(dietro un corrispettivo di “scudi 60, 3 di Obizzo d’Este ad attirare in ebbero un fratello con impor- dai commenti più antichi e
gratificazione”) al pittore urbinate Azario la notizia del concubi- tanti incarichi politici: più diffusi, di Jacopo della
Francesco Pagi di Urbino. Il Pagi è famo- naggio, e di conseguenza l’er- Venèdico la prima, Bonifacio Lana e Guido da Pisa (che
so per essere stato un ottimo copista, rata allusione alla Ghisola- la seconda (Azario sbaglia nel identificavano appunto il mar-
caratteristica alla quale risalgono altri bella dantesca, è assai proba- riportarne il nome, che non chese con Obizzo d’Este). Tale
due quadri collocati nella sacrestia di bile che il notaio stia era Enrico). tradizione testuale di metà
Fruttuaria: il “Transito di Santa Scolastica confondendo non l’identità Da ultimo, nella citazione Trecento, se non giunse fino
e San Benedetto” e il “San Giuseppe con dell’amante, ma quella del c’è un altro (apparente) pro- al Canavese, almeno passò
Bambino”, copiati da pale d'altare di marchese (Obizzo II al posto blema di carattere letterario, sotto gli occhi di uno dei suoi
basiliche romane. di Obizzo III). Il cronista sta quando Azario afferma che migliori conoscitori.
marco notario raccontando di Obizzo III, del personaggio femminile -
naturalmente; ma, sapendo di chiunque fosse – «dixit multa michele curnis
20 il
isveglio
popolare • Storia e ricordi giovedì 6 maggio 2021

La lingua di Dante Santi, Beati


e Venerabili
e il Piemonte 7 MAGGIO
Beato Francesco Paleari
Pogliano Milanese, 22 ottobre 1863
Torino, 7 maggio 1939

London, British Library, Yates Thompson MS 36, f. 34 r. In questo celebre manoscritto illustrato della
Commedia, che risale alla metà del XV secolo, l’artista si è concentrato sulla raffigurazione
delle piote dei simoniaci, secondo la descrizione di Inf. XIX 13-15, 22-27

Durante l’Ottocento, Lucifero; foneticamente, dell’Italia. E ancora nel Rosa, nelle sue Postille
quando gli studiosi incon- non è nient’altro che una 1883 Ugo Rosa, nel saggio etimologiche, si trovò a
travano una parola dantesca metatesi di stupro, già atte- L’elemento tedesco nel dia- dover spiegare la relazione
che non appartenesse al stata prima del 1292, nel letto piemontese. Postille tra il piemontese randa,
Educato in una famiglia autenticamente cristiana creb-
volgare toscano, cercavano Libro de’ Vizî e delle virtudi etimologiche, pubblicato a “bastone”, con l’etimo
be con un carattere sereno, gioioso e ben disposto verso
di reperire l’uso di quello di Bono Giamboni (in cui Berlino, inseriva nel suo dell’antico tedesco e con il
tutti. L’8 gennaio 1877 entrò nel Seminario della Piccola
stesso termine, o di altro ha il valore di “violenza car- lessico il lemma strup, spie- testo di Dante (che egli leg-
Casa della Divina Provvidenza a Torino, fondata da San
molto simile, in altre lingue nale” che tuttora conserva). gandolo come «Branco, geva nella forma «aranda
Giuseppe Benedetto Cottolengo. Questo Seminario, posto
regionali d’Italia, anche al I commentatori antichi per moltitudine di animali adu- aranda»); decise quindi di
sotto la protezione di San Tommaso d’Aquino e perciò
fine di additare nell’opera di lo più lo interpretarono nati insieme», citando definire randa come
detto “Famiglia dei Tommasini”, accoglieva aspiranti al
Dante la ricchezza di un come metafora per “oltrag- naturalmente il passo dan- «Rasiera, piccolo bastone
sacerdozio privi di mezzi economici. Si iscrisse al
“volgare italiano” già rap- giosa superbia”, ma Pietro tesco. Pochi anni dopo, che passa sull’orlo dello
Terz’Ordine Francescano fin dai primi anni del suo chieri-
presentativo di tutte le Alighieri introdusse il però, la proposta di Beccaria stajo per levarne il colmo» e
cato. Compiuti gli studi teologici con ottimi risultati, il 18
regioni della futura nazione. sospetto che si trattasse di e le riflessioni di chi lo di parafrasare la locuzione
settembre 1886 fu ordinato sacerdote, a 23 anni, dal
Gli studi linguistici su altra parola, sconosciuta: aveva seguito erano già dantesca «“sull’orlo, sul
Card. Gaetano Alimonda, Arcivescovo di Torino.
Dante registrano, pertanto, «dicitur sive interpretatur cadute; la plausibilità del margine”, come il piemon-
Don Francesco, fin da giovane, fu incaricato di inse-
una serie nutritissima di stupro societas sive consor- significato alternativo di tese nello stesso significato
gnare latino e filosofia nel Seminario dei Tommasini, e
rivendicazioni locali fuori tium turpe» (“Stupro si strupo contrastava infatti di “vicino” ha a broa,
poi anche ai Missionari della Consolata, fondati dal beato
dall’area toscana, con l’ob- dice, o meglio si interpreta, con la totale assenza di ambrova, letteralmente:
Giuseppe Allamano di cui fu consigliere e collaboratore.
biettivo di dimostrare che per associazione o gruppo testimonianze parallele. “sulla proda, sull’orlo”». In
Per più di 40 anni fu confessore e direttore spirituale del
nella lingua della Com- criminoso”). Il padre Gio- Giovanni Andrea questo caso, pertanto, una
seminario diocesano e predicatore di esercizi spirituali. In
media fossero già confluite vanni Battista Beccaria Scartazzini suggellava la possibile somiglianza della
tutto si mostrava animato dallo stesso spirito di carità del
tutte le latitudini d’Italia, (1716-1781), celebre fisico e voce della sua Enciclopedia locuzione dantesca «a randa
Santo Fondatore, che amava soccorrere ogni forma di
«dal Cenisio alla balza di matematico piemontese, fu dantesca (1899) con la con- a randa» (“proprio sul mar-
povertà, materiale e spirituale, fidando in maniera sconfi-
Scilla». il primo a ricercare nell’i- cessione, subito seguita gine”) con un’espressione
nata nella Divina Provvidenza.
La via linguistica costi- dioma della sua terra un dalla domanda retorica: «E piemontese sembra dovuta
Nel 1922 fu nominato Canonico della Collegiata della
tuì una strategia efficacissi- appiglio per la spiegazione potrebbe stare. Ma dove è a un più antico substrato
SS. Trinità di Torino. Fu anche Provicario generale e
ma per trasformare Dante alternativa, e lo trovò nella un solo altro esempio di germanico (Rand).
Vicario per la Vita Consacrata dell’Arcidiocesi torinese.
in un antesignano delle idee parola strop, usata special- strupo in tale significato?» La parola forse più cele-
Gli ultimi tre anni della sua vita furono segnati dalla
risorgimentali e dell’unità mente per significare un Analogo dibattito lingui- bre che permette di collega-
malattia che però non gli impedì di esercitare la sua mis-
d’Italia, ossia di un progetto branco di animali (si veda la stico nacque a proposito re il lessico dantesco al pie-
sione di confessore. Proclamato Beato il 17 settembre
politico che con la realtà definizione nel recentissimo dell’inizio del canto XIV, montese è piota, che nella
2011, la sua memoria liturgica è celebrata il 18 settembre.
storica dei secoli XIII-XIV – Dizionario di chiaveranese. allorché Dante descrive la Commedia compare due
Per concludere, alcune massime di don Francesco
e soprattutto con il pensiero Paròli ch’a së smarissan di contiguità tra la selva dei volte, e con accezioni appa-
Paleari:
politico del Poeta – non ha Franco ’d Min, Ciavran suicidi e il fossato dove rentemente distinte. In
“La Croce prima è amarissima, poi amara, poi dolce e
alcuna attinenza. 2020: «branco, mandria, sono puniti i violenti contro Inferno XIX, i simoniaci
infine rapisce in estasi”.
Visto che il lessico della gregge, frotta; na strop ëd Dio: «La dolorosa selva l’è sono conficcati a testa in
“Il Signore ci manda le sofferenze per tre P; per pena,
prima cantica è quello più vachi, “una mandria di ghirlanda | intorno, come ’l giù nella pietra livida, e di
per prova, per premio”.
popolarmente variegato, mucche”»). fosso tristo ad essa; | quivi alcuni emergono le gambe,
“Prontezza nel cominciare, pazienza nel continuare,
non stupisce che proprio da La spiegazione convinse fermammo i passi a randa a libere di muoversi nell’aria.
perseveranza nel terminare”.
alcune scene infernali siano alcuni importanti studiosi, randa» (10-12). Il gesuita È il caso del papa Niccolò
nati i tentativi di ascrivere a anche se l’etimo piemonte- Giovanni Maria Cornoldi III, al quale (e ai cui simili)
Dante il ricorso a termini in se fu presto messo in dub- (1822-1892) interpretò la Dante rivolge veementi
uso nel Piemonte. Per bio. «Ottimamente si adat- locuzione “a randa a randa” parole di biasimo per la cui Dante si rivolge la “pianta”, appunto, da cui
rispondere alla minacciosa ta alla turma degli angeli con il significato di “rasente responsabilità della corru- all’anima dell’antenato germoglia una discendenza
esclamazione di Pluto che ribelli», chiosò il filologo rasente la terra”, basandosi zione morale della Chiesa. Cacciaguida con l’apostrofe che giunge fino a Dante).
apre il canto VII (il celebre e Vincenzo Nannucci (1787- sull’espressione piemontese Il dannato ascolta e reagisce «O cara piota mia», per In ogni caso, ricordando
misterioso «Pape Satàn, 1857), per aggiungere subi- a ramba. Nell’uso moderno dimenando con rabbia le riconoscerlo come ceppo l’agile equivalenza di Pietro
pape Satàn aleppe!»), to dopo: «se non che non la randa è una vela di forma estremità: «E mentr’io li d’origine della famiglia. Nel Alighieri, piota si spiega
Virgilio allude alla motiva- deriva dallo strup de’ trapezoidale allacciata all’al- cantava cotai note, | o ira o piemontese piota designa bene sin dall’inizio della
zione superiore che permet- Piemontesi, ma dal latino bero della nave; la parola è coscïenza che ’l mordesse, | soprattutto le zampe ani- storia interpretativa della
te il viaggio di Dante negli barbaro Stropus che signifi- considerata di etimologia forte spingava con ambo le mali e oggi si ritiene che Commedia come planta
inferi: «Non è sanza cagion cava grex, certus ovium incerta, a meno che si piote» (Inf. XIX 118-120). derivi dal latino plautum, pedis, permettendo un acco-
l’andare al cupo: | vuolsi ne numerus, e per traslato, voglia connettere con l’o- Va rilevato che già molte “piatto largo”, di etimologia stamento al lessico piemon-
l’alto, là dove Michele | fé moltitudine di persone, monimo antico, randa nel terzine prima Dante aveva incerta ma di significato tese che nessuno ha mai
la vendetta del superbo truppa di gente». senso di “orlo, riva”, di ori- descritto una reazione ana- adatto a spiegare il traslato posto in dubbio; almeno per
strupo» (Inf. VII 10-12). Nel 1859 intervenne gine germanica, dalla quale loga con un’espressione per “piede o pianta del una volta, i commentatori
Strupo è oggi generalmente persino Vincenzo Monti, forse dipenderebbe l’acce- («Per che lo spirto tutti stor- piede”; dunque, estremità che hanno cercato un paral-
spiegato come insano atto per confermare che strupo zione marinaresca (come se i piedi», 64), di cui ades- inferiore (di un corpo, ed lelo linguistico regionale
di violenza contro Dio, rife- non fosse metatesi, ma suggerisce il verbo randeg- so sta cercando una varian- ecco la gamba) oppure basa- sono rimasti d’accordo.
rito alla ribellione degli vocabolo perfetto italiano, e giare, “navigare lungo la te animalesca. Tutt’altro è mento, fondamento (di una
angeli capeggiati da vivo nelle due estremità costa a minima distanza”). il tono di Par. XVII 13, in famiglia, ed ecco il capostipite, michele curnis
20 il
isveglio
popolare • Storia e Ricordi giovedì 20 maggio 2021

Il Canavese non piange più: Dante Santi, Beati


e il Medioevo in Carlo Botta e Venerabili
22 MAGGIO
Santa Rita da Cascia
Nel 1932 l’Officina
Roccaporena, presso Cascia, Perugia, 1381
Carte-Valori di Roma
emise una serie di Cascia, 22 maggio 1457
dodici francobolli È la piccola
promossa dalla borgata di Roc-
Società Nazionale caporena, in
Dante Alighieri Umbria, a dare i
(fondata nel 1889) natali, molto
e disegnata dall’artista probabilmente
pistoiese Francesco nel 1381, a
Chiappelli (1890-1947). Margherita
Lotti, chiamata
Su ciascuno appariva
col diminutivo
il ritratto di un illustre
“Rita”. I genito-
scrittore italiano, ri, modesti con-
da Dante fino a Carducci. tadini e pacieri,
Il bollo di Lire 1,25 provvedono a
fu dedicato farle avere una
a Carlo Botta. buona educazio-
ne scolastica e
religiosa nella vicina Cascia, dove l’istruzione è cura-
Nel 1831 il giovane Carlo l’opera era ormai pronta per la per esse una soavissima aria abbandonato a uno sfogo contro ta dai frati agostiniani. Matura in tale contesto la
Alberto di Savoia, appena dive- pubblicazione e sarebbe stato spiri, sarà dolcissimo episodio l’esaltazione dell’età medioevale, devozione verso Sant’Agostino, San Giovanni
nuto re di Sardegna, si rivolse al difficoltoso modificarne il testo della vita mia»; lettera del 20 trapuntato di un lessico morda- Battista e Nicola da Tolentino, che Rita sceglie come
celebre storico Carlo Botta, nati- (avrebbe visto la luce a Parigi nel dicembre 1831). Come si legge ce e allusivo: «Forse in qualche suoi santi protettori.
vo di San Giorgio Canavese, 1832, in dieci volumi per i tipi anche in altre lettere, soprat- leggendaccia, od in qualche lati- Intorno al 1385 sposa Paolo di Ferdinando di
perché contribuisse alla diffusio- di Baudry). tutto in riferimento a San naccio di notaio ignorante si Mancino. Contese e rivalità politiche sono i tratti
ne di una notizia dall’effetto Sebbene il tentativo di Giorgio, le tempeste vanno potrà rinvenire quanti soldi di che contraddistinguono la società di allora; anche il
tutto politico: l’origine italiana assoldare Botta come storico intese in senso meteorologico: pedaggio si pagavano nel passa- marito di Rita ne è coinvolto. Ma la giovane sposa,
(e non franca o germanica) della ufficiale di Casa Savoia fosse sono le grandinate estive che re un fiume, o di dazio per tran- con la preghiera, la sua pacatezza e con quella capa-
casa reale. I Savoia avevano fallito, Nomis continuò a scri- rovinano o distruggono il rac- sitare una merce, o quante cità di pacificare appresa dai genitori, lo aiuta pian
bisogno urgente di presentarsi vergli, anche a proposito del colto, e fanno piangere il genuine una comunità era piano a vivere una condotta più autenticamente cri-
come una dinastia autentica- Canavese. Rispondendo a un paziente coltivatore. obbligata di pagare al sig. feuda- stiana. Con l’amore, la comprensione e la pazienza,
mente italiana, giacché si anda- apprezzamento del suo interlo- Il verso dantesco sul tario [...]. Gran cosa è nei nostri quella di Rita e Paolo diviene così un’unione fecon-
va profilando la questione dell’u- cutore su quella terra, il 29 Canavese, comunque, ritorna tempi lo spirito servilmente da, allietata dall’arrivo di due figli maschi:
nità nazionale secondo la pro- ottobre 1831 Botta gli diceva da per antifrasi ancora qualche pedissequo: siamo veramente le Giangiacomo e Paolo Maria. Al sereno focolare
spettiva non soltanto culturale e Parigi: «Ella ha ben ragione di anno più tardi, giacché Nomis pecore cantate dall’Alighieri. domestico si contrappone però la spirale d’odio delle
linguistica ma anche politico- chiamar bello il nostro nel 1834 progettava di trascorre- Nacque in Edimburgo un uomo fazioni dell’epoca. Lo sposo di Rita vi si trova coin-
territoriale. Di conseguenza, chi Canavese, ma le tempeste lo re l’estate da quelle parti. La di raro ingegno, che scrisse con volto anche per i vincoli di parentela, e viene assassi-
avesse aspirato a guidare il futu- guastano onde si verifica per un chiusa della lettera di risposta di bella ipotiposi dei castelli, delle nato. Per evitare di indurre i figli alla vendetta,
ro regno d’Italia, doveva neces- altro conto il verso di Dante». Botta del 25 giugno è tutta per stalle, e dei conventi del medio nasconde loro la camicia insanguinata del padre. In
sariamente risultare legittimato Il sibillino richiamo al finale la terra d’origine e i suoi abitato- evo. Subito alzossi un grido dal- cuor suo Rita perdona chi ha ucciso il marito, ma la
da una ascendenza tutta italica. del canto VII del Purgatorio ri: «Noi altri Canavesani abbia- l’isole del ferro sino a Reggio in famiglia di Mancino non si rassegna, fa pressioni; ne
Com’è noto, non fu Botta a cor- (con «Guiglielmo marchese, | mo un brutto nome addosso; Calabria medio evo, medio evo, scaturiscono rancori ed ostilità. Rita non smette di
rispondere alle esigenze del per cui e Alessandria e la sua eppure chi ci conosce bene dice medio evo. A sentir gli entele- pregare perché non si sparga altro sangue e fa della
sovrano bensì Luigi Cibrario, guerra | fa pianger Monferrato e che siamo buona gente, perchè chisti quell’età fu la più fiorita preghiera la sua arma e consolazione. Eppure le tri-
che mise da parte la scrupolosità Canavese»), è introdotto sulla quando il cuore dà fra noi, dà da ed eroica del genere umano; e bolazioni non vengono meno. Una malattia provoca
dello storico e si dedicò a un base di un «altro conto» (ossia vero; e se alcuni dicono, che dàlla, dàlla, dàlla, medio evo, la morte di Giangiacomo e Paolo Maria: l’unico
minuto intreccio di leggende e un significato alternativo), pro- anche questa è qualità da sel- medio evo, medio evo; ed ecco conforto è pensare le loro anime salve, non più nel
invenzioni. Ne ha scritto recen- vocato dalle tempeste. Che cosa vaggio, pazienza. Ora il mio uscir fuori un diluvio di storiac- pericolo della dannazione nel clima di ritorsioni
temente lo storico del Risorgi- voleva dire Botta? Forse che in cuore è tutto suo e mi rallegro ce, di romanzacci, di tragediac- suscitato dall’assassinio del coniuge.
mento, Umberto Levra: «La tesi quegli anni altre tempeste poli- pensando che il suo è tutto mio. ce, di poemacci sul medio evo. Rimasta sola, Rita comincia una vita di più
di Cibrario era l’origine italiana tiche si erano abbattute sulla Cosi me ne vivo contento, e se Io conosco un dottore, che tutta intensa preghiera, per i suoi cari defunti, ma anche
regia di Casa Savoia e qui, nel- sua terra natia, che non cessava saprò ch’ella se ne vive contenta volta, che sente nominare per i “di Mancino”, perché perdonino e trovino la
l’invenzione di genealogie e di essere sconvolta, proprio fra questi caldi nel nostro bello e medio evo, si leva il cappello per pace. All’età di 36 anni chiede di essere accolta tra le
improbabili parentele, diveniva come ai tempi di Dante? fresco Canavese, sarò contentis- riverenza». La lettera avrebbe monache agostiniane del Monastero Santa Maria
utile affermare anche l’esistenza L’interpretazione politica è simo. Il mio Stanislao ha ancora sicuramente divertito Manzoni, Maddalena di Cascia, ma la sua richiesta viene
di un legame parentale con intrigante, ma appare poco pro- paura di noi altri Canavesani, visto che l’uomo di Edimburgo respinta. Le preghiere di Rita e le intercessioni dei
Arduino d’Ivrea, italiano e re, babile, soprattutto per una non avendo voluto venire in che tanto piaceva agli scrittori suoi santi protettori portano invece alla pacificazione
mentre i Savoia delle origini ragione diplomatica: Botta e Canavese nell’autunno del italiani è Walter Scott, l’iniziato- tra le famiglie coinvolte nell’uccisione di Paolo di
erano stati solo conti». Nomis si scrivevano soltanto da 1832: forse egli ha creduto, che re del romanzo storico. Mancino e dopo tanti ostacoli avviene l’ingresso in
La questione, pertanto, tor- pochi mesi, e si erano incontra- vi si pianga ancora, come ai Ovviamente, Dante sta monastero. Negli anni Rita si distingue come religio-
nava ad avvitarsi su uno dei per- ti solo una volta di persona, nel tempi di Dante; ma per Dio, molto al di sopra di questa pole- sa umile, zelante nella preghiera e nei lavori affidati-
sonaggi più controversi della 1827; le loro lettere sono prive che vi si ride, e siamo buona mica, e la citazione delle «peco- le, capace di frequenti digiuni e penitenze. Le sue
storia canavesana, il marchese di confidenze politiche. Nomis gente. Ella se lo goda, e vi si re matte» (Par. V 80, più che virtù divengono note anche fuori dalle mura del
Arduino. Ma, in tutto questo, era inoltre un emissario di ricordi di me». Il Canavese di non le pecorelle timidette di monastero.
come entra Dante? Occorre tor- Carlo Alberto, che aveva appe- Botta, dunque, vive in pace e Purg. III 79-87) rende ossequio Sempre più immersa nella contemplazione di
nare all’avvicinamento a Carlo na beneficiato Botta con una non piange più; per questo lo alla funzione etica della Cristo, Rita chiede di poter partecipare alla sua
Botta da parte di Carlo Alberto, pensione annua e con l’Ordine storico si rammarica che uno Commedia, ammonitrice e Passione e nel 1432, assorta in preghiera, si ritrova
che fu affidato al responsabile Civile di Savoia, per cui lo stori- dei suoi più cari amici, il dram- fustigatrice della società italiana. sulla fronte la ferita di una spina della corona del
dei Regi Archivi di Torino, il co si guardava da qualunque maturgo e commerciante tori- Alighieri e Scott non sono però Crocifisso che persiste fino alla morte, per 15 anni.
conte Luigi Nomis di Cossilla commento o allusione negativi nese Stanislao Marchisio gli unici autori a cui pensava Nell’inverno che precede la sua morte Rita, malata e
(1793-1859), funzionario e sulla gestione del Piemonte (1773-1859), non lo avesse visi- Botta, quando rispondeva al costretta a letto, chiede a una cugina, venuta in visita
intellettuale di vocazione libera- (anzi, pensando di tornare alla tato due anni prima. conte Nomis: quella del «notaio da Roccaporena, di portarle due fichi e una rosa
le, molto attivo per il rinnova- sua terra, congiungeva la bellez- Replicando a un parere di ignorante» che registra nel suo dall’orto della casa paterna. É il mese di gennaio, la
mento istituzionale del regno di za naturale del luogo alla felicità Nomis sulla scarsa possibilità di latinaccio dazi e scaramucce tra donna l’asseconda, pensandola nel delirio della
Sardegna. Botta, naturalmente, dovuta a chi la governava: «il ritrovare fonti nuove e impor- i borghi canavesani potrebbe malattia. Rientrata, trova, stupefatta, la rosa e i fichi
si dimostrò interessato alle rivedere la corona delle mie tanti per la storia patria, il 30 essere una perfida allusione a e li porta a Cascia. Per Rita sono segno della bontà di
informazioni documentarie che native montagne, e chi fa che dicembre 1833 Botta si era Pietro Azario, autore del De Dio che ha accolto in cielo i suoi due figli e il marito.
Nomis avrebbe potuto fornirgli statu Canapicii liber (che Botta Rita spira nella notte tra il 21 e il 22 maggio dell’an-
(«sommamente preziosa per la certamente conosceva e che no 1447. Per il grande culto fiorito immediatamente
mia opera sarebbe la notizia, Oggi, giovedì 20 maggio alle 21, il professor Luca Badini aveva potuto leggere nella edi- dopo, il suo corpo non è mai stato sepolto. Oggi lo
che la real casa di Savoia sia d’o- Confalonieri (Università degli Studi di Torino) presenterà zione di Ludovico Antonio custodisce un’urna in vetro. Rita ha saputo fiorire
rigine italiana»), ma aggiunse una conferenza on-line sull’epistolario di Carlo Botta, alla Muratori, Milano 1771). nonostante le spine che la vita le ha riservato,
che sarebbe stato impossibile cui edizione attende da molti anni, organizzata dall’associa- Ancora una volta, quando si donando il buon profumo di Cristo e sciogliendo il
inserirle all’interno della sua zione Terra di Guglielmo. Per collegarsi alla trasmissione parla di Dante e dei suoi lettori gelido inverno di tanti cuori. Per tale ragione, e a
Storia d’Italia, continuazione di della conferenza è necessario iscriversi all’indirizzo di posta canavesani attraverso i secoli, ricordo del prodigio di Roccaporena, il simbolo ritia-
quella di Guicciardini, che pren- elettronica terradiguglielmo@gmail.com. “tout se tient”. no per eccellenza è la rosa.
deva avvio dal 1534. Inoltre, michele curnis
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1873: Dante tradotto in latino Santi, Beati


Il Canavese protagonista e Venerabili
I più indomiti appassio- SUOR LAURA MAINETTI
Una selezione della
nati della letteratura latina Colico, 20 agosto 1939
traduzione latina della
hanno sempre nutrito una Chiavenna, 6 giugno 2000
Commedia a opera del A Chiavenna, pro-
sorta di rimpianto (per lo più
inconfessato) per la scelta canavesano Giovan vincia di Sondrio e
linguistica di Dante di com- Battista Mattè diocesi di Como, tre
porre la Commedia in volga- (1810-1892) è stata ragazze minorenni
re italiano. Nel novero di chi appena ripubblicata da scelgono una data
riteneva che un’opera lettera- Enrico Renna nella evocativa, il 6 giugno
ria di grande impegno si collana “Biblioteca di 2000, sesto giorno del
potesse concepire soltanto in Cultura Europea” sesto mese del nuovo
latino si registrano nomi (La Scuola di Pitagora millennio, per com-
straordinari, come quello di editrice, Napoli 2021, piere un rituale sata-
Francesco Petrarca, e altri nico e uccidere la
ISBN 978-88-6542-799-6,
assai più umili, soprattutto 61enne suor Maria
15 Euro)
di eruditi ecclesiastici. Il Laura Mainetti.
vescovo di Fano Giovanni trascrizione completa del Ventuno anni
Bertoldi da Serravalle canto I; seguono dieci pagi- dopo sarà beatificata
(1350/1360-1445) e il mona- ne dal Purgatorium e nove domenica 6 giugno
co benedettino Matteo Ronto dal Paradisus. 2021 allo stadio comunale di Chiavenna dal cardinale pre-
(1370/1380-1442) furono i L’estensione degli estrat- fetto della Congregazione dei santi Marcello Semeraro. La
primi a tradurre in latino la ti è molto variabile, giacché suora assicurò alle ragazze che non avrebbe detto niente a
Commedia, inaugurando si va dalla ventina di versi nessuno. Quando capì che non si sarebbero fermate
un’abbondante tradizione di dell’episodio di Caronte esclamò: «Vi perdono». L’allora procuratore Gianfranco
accostamenti a Dante in (Inf. III 82-99, che in Mattè Avella disse: «Le sue parole sono un raggio di luce che
neolatino, completi e siste- si trasforma in sei distici squarcia le tenebre». Oscar Cantoni, vescovo di Como, la
matici oppure parziali e occa- elegiaci) a canti interi (Inf. definisce «figura attraente che affascina il popolo di Dio di
sionali, con la finalità di I, Purg. XXIV, Par. I e VI) o tutte le età e condizioni di vita. I credenti hanno un fiuto
diffonderne il testo in un quasi completi (Inf. XIII o particolare per riconoscere quanti si manifestano come veri
codice linguistico più illu- Par. XVII). In ogni caso, la modelli secondo lo Spirito, persone che vanno al di là di
stre, capace di superare qua- scelta è sempre estrema- un’esistenza monotona e annacquata».
lunque divisione o barriera eporediese fu ordinato sacer- tipi della Scuola di Pitagora mente coerente, giacché il MARTIRE IN ODIO ALLA FEDE - Papa Francesco il
determinate dalle lingue dote e nel 1851 divenne arci- editrice: Dante Alighieri, La testo si ritaglia su scene 19 giugno 2020 autorizza il decreto che la riconosce «marti-
nazionali. prete vicario di Castella- Divina Commedia. Anto- unitarie, molto spesso cen- re in odio alla fede». Il parroco di Chiavenna, don Andrea
In tale tradizione, l’8 giu- monte. Fu uno strenuo logia in latino, traduzione di trate su celebri personaggi Caelli, rammenta che «ha curato con passione ed entusia-
gno 1873 è la data d’avvio di cultore della poesia classica, G. B. Mattè, Napoli 2021, del poema: Francesca e smo il futuro della Chiesa e della società, i giovani che vede-
una fortunata vicenda edito- dilettandosi della composi- pp. 178. Il recentissimo libro Paolo, Ciacco, Farinata, va disorientati e bisognosi di riferimenti. Per lei, erano i veri
riale, in cui il Canavese è zione in latino e alternando fa parte della collana Gerione, Ulisse, Guido da poveri».
protagonista di una nuova innumerevoli componimenti “Biblioteca di cultura euro- Montefeltro, il Conte UNA VITA DONATA NELL'AMORE - Nata a Colico
rivisitazione del poema: a d’occasione a progetti di pea”, patrocinata dall’Istituto Ugolino, Catone l’Uticense, in provincia di Como (oggi Lecco) il 20 agosto 1939, decima
Ivrea si celebra la Messa maggiore impegno, come la Italiano per gli Studi Filo- Forese e Piccarda Donati, figlia di una coppia della Valtellina e presto orfana di madre,
d’oro di Monsignor Luigi versione del Canzoniere di sofici. Nella Introduzione Giustiniano, Fran-cesco interpreta come progetto di Dio sulla sua vita le parole di un
Moreno, e un sacerdote della Petrarca o la Commedia di (pp. 9-18) Renna si sofferma d’Assisi e Domenico di sacerdote, durante la confessione, che la portano a desidera-
diocesi, Giovanni Battista Dante. Ufficiale dell’Ordine sulla biografia di Mattè, rico- Guzmán. re una «vita tutta donata nell'amore». Nel 1957 comunica
Mattè, rende omaggio al Mauriziano, patrocinò la struendo la fortuna della sua Per orientare il lettore, alla famiglia di voler diventare suora che si dedica all'educa-
vescovo con la pubblicazione costruzione dell’asilo parroc- traduzione della Commedia Renna ha provveduto a forni- zione, alla formazione e all'assistenza spirituale e materiale
della traduzione latina chiale e, tra 1870 e 1875, attraverso i giudizi critici di re «tutte le coordinate utili di bambini e adolescenti. A 20 anni emette i voti nella
dell’Inferno (Cantica de infe- quella della chiesa nuova di dantisti e latinisti tra Otto e (come tempo, luogo, colpa, Congregazione delle Figlie della Croce. Il 25 agosto 1964,
ris), stampata dalla Tipogra- Castellamonte, dove morì il Novecento, appoggiandosi pena, personaggi) per un ido- emettendo i voti, promette: «Amorem tui solum cum gratia
fia del Seminario. L’anno 15 gennaio 1892. anche ai dati biografici repe- neo inquadramento spazio- tua mihi dones et dives sum, satis». Nel 1987 è superiora
successivo Mattè avrebbe Per tradurre in latino la ribili in un articolo di temporale degli stessi all’in- della comunità di Chiavenna. Alle 22 del 6 giugno 2000
licenziato il Purgatorium e la Commedia Mattè non si Federico Ravello, che esatta- terno di ogni Cantica, appre- suor Maria Laura esce di notte dal convento da sola per cor-
ristampa della prima cantica, basò sul solo esametro (il mente cento anni fa rese stando, inoltre, una sintesi rere da una ragazza che aveva telefonato di essere stata vio-
per completare poi la versio- verso classico della tradizio- omaggio al traduttore cana- specifica delle sequenze nar- lentata e chiedeva aiuto. Un inganno.
ne della Commedia nel 1876 ne epica, solitamente adotta- vesano in occasione del VI rative individuabili in ogni UCCISA IN UN RITO SATANICO - All'appunta-
con la pubblicazione del to per rendere l’endecasillabo centenario della morte di singolo canto» (p. 18); in più, mento trova tre ragazze che la portano in un viottolo buio e
Paradisus. Nel 1887, sempre italiano di Dante), ma scelse Dante (Dante e il Canavese, ha impreziosito il volume di la colpiscono con un mattone e i coltelli. Un omicidio nato
a Ivrea, la traduzione fu rac- la struttura portante del «Bollettino Storico Bibliogra- xilografie provenienti da due da un patto di sangue fra le tre che compiono un rito satani-
colta in un unico volume distico elegiaco, una “strofe fico Subalpino», XXIII 3-6). antiche stampe del poema: co. Suor Laura - raccontano le carnefici al processo – mentre
(Dantis Aligherii Divina minima” formata da un esa- L’oblio dell’arciprete di l’incunabolo veneziano del sta morendo chiede a Dio di perdonarle. L’omicidio suscitò
Comoedia latinis versibus metro e un pentametro. Alla Castellamonte nel corso del 1491 di Bernardino Benali e enorme scalpore in Italia, specie in Lombardia, e tenne le
per I. B. Mattè), con la dedi- ricerca di una cellula strofica Novecento fu soltanto appa- Matteo da Parma con il com- prime pagine dei quotidiani per giorni. I motivi erano molti.
ca in forma di esametro a apparentabile alla terzina rente, come Renna argomen- mento di Cristoforo Landino La personalità della vittima, una religiosa conosciuta per la
Leone XIII, «Romulidum lin- dantesca, Mattè individuò ta sottolineando «una vera e e l’edizione veneziana del sua generosa donazione. Le tre assassine, ragazze di 16-17
guae docto, veterisque nel distico quella più appro- propria consacrazione del 1561 con il commento di anni, condannate in via definitiva nel 2003: una a 12 anni e
Camaenae» (“dotto nella lin- priata, condividendo forse il Mattè traduttore latino della Bernardino Daniello, per i 4 mesi; due a 8 anni e mezzo. L’opinione pubblica era scon-
gua dei discendenti di parere del più grande poeta Commedia»: nel 1965, in tipi di Pietro da Fino. volta dalla lucidità, dalla freddezza e dal sostanziale mene-
Romolo e dell’antica Ca- neolatino dell’Ottocento ita- occasione del VII centenario Questa antologia, insom- freghismo delle ragazze. Arrestate, raccontano di averlo fatto
mena”, la dea agreste del liano, Giovanni Pascoli, con- della nascita di Dante, il suo ma, oltre a rendere omaggio «per fare qualcosa di diverso dal solito»; che la scelta era
pantheon romano più arcai- vinto che sul piano ritmico testo fu prescelto per le undi- a uno scrittore neolatino del caduta sulla suora perché esile e più facile da aggredire
co, sempre indicata come «una terzina ha lo stesso ci citazioni del Paradisus che Canavese, costituisce anche rispetto a un prete. Un rito satanico, anche se all’acqua di
equivalente latino della numero di percussioni di un costellano la prima delle la più recente prova di un rose, per la scelta del giorno - il 6/6/2000 - e del numero di
Musa greca). Nel 1907 distico elegiaco latino». Si Litterae Apostolicae motu rinnovato interesse per l’uso coltellate: dovevano essere 18 (6 a testa), e la diciannovesi-
apparve a Torino una ri- prenda a esempio la terzina proprio datae di papa Paolo del latino nella comunicazio- ma fu il colpo di grazia. Le ragazze si pentirono. Scontata la
stampa postuma (Mattè era di avvio del Paradiso: «La VI, intitolata Septimo exeun- ne letteraria e culturale del- pena, hanno cambiato nome, si sono trasferite, si sono spo-
morto da quindici anni) e gloria di colui che tutto move te saeculo a Dantis Aligherii l’età contemporanea. sate, hanno avuto figli e lavorano. Il corpo della suora riposa
ancora nel 1915 uscì a Pine- | per l’universo penetra, e ortu (datata 7 dicembre, festa Una tradizione copiosis- nella cappella della collegiata di San Lorenzo.
rolo una versione ampia- risplende | in una parte più e di S. Ambrogio vescovo). sima, della quale il Piemonte Nella causa canonica le consorelle raccontano che anche
mente rimaneggiata da un meno altrove», in Mattè Il documento pontificio vanta numerosi esponenti, di sera capitava che bussasse un povero, anche un po’ mal-
anonimo sacerdote. Per diventa: «Gloria per totum fa esplicito riferimento alla come è dato apprezzare gra- messo: «Era la prima a darsi da fare. Lo curava, lo puliva e
quasi trent’anni, dunque, si meat orbem cuncta Moven- fonte utilizzata, indicando la zie a un’altra recente silloge: cucinava per lui. Quando si presentavano, i poveri chiedeva-
avvicendarono in Piemonte tis, | parte alia radians plus, prima edizione del Paradisus Auctores Latini Pedemon- no di lei». Una consorella le disse: «Vedo che hai tanti
capitoli e ristampe dell’im- aliaque minus». di Mattè, stampato «Epo- tani. Un’antologia degli scrit- amici». «No, questi sono il mio Gesù». La stessa prontezza
presa dell’“Ovidio del gior- In occasione del centena- rediae 1876». tori in lingua latina in metteva per i malati in ospedale o in casa ai quali portava la
no”, come il traduttore era rio del 2021, il latinista e Per approntare l’antolo- Piemonte fra Ottocento e Comunione. I testimoni in coro: «Regalava il suo tempo, si
stato soprannominato. studioso di filosofia antica gia, Renna ha selezionato Novecento, a cura di Andrea fermava a conversare con queste persone per alleviare il
Giovanni Battista Mattè Enrico Renna ha ripubblicato trenta passaggi della tradu- Balbo (Edizioni dell’Orso, peso della tristezza e della solitudine».
era nato a Inverso di un’antologia della versione zione di Mattè: tra gli undi- Alessandria 2019). Pier Giuseppe Accornero
Drusacco nel 1810; dopo latina di Mattè, contenuta in ci provenienti dalla Cantica
aver studiato nel Seminario un pregevole volume per i de inferis si apprezza la michele curnis
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Paradiso. Chi ne legga con

Giuseppe Giacosa, lettore di Dante attenzione i primi canti, infat-


ti, si rende conto che Dante
istituisce un principio assoluto
Nel 1898 Giuseppe dopo una rassegna abbastanza agli argomenti di Gaspary con raffigurabile in termini di gra-
Giacosa fu invitato a presenta- rapida sulle occorrenze della sobrietà (forse aveva appreso dazione e derivazione, espri-
re una conferenza su Dante luce nelle prime due, la confe- della tragica fine del filologo mibile soprattutto per mezzo
presso il comitato milanese renza si concentra decisamen- romanzo, che si era tolto la del lessico della luminosità.
della Società Dantesca te sul Paradiso: «qui la scena vita pochi anni prima) e, quel Tale principio, alquanto simile
Italiana, e scelse per l’occasio- prende bensì diversi nomi, che più importa, con buoni all’unità divina della dottrina
ne un tema di carattere strut- chiamandosi cielo della Luna, argomenti critici. Giacosa neoplatonica, si espande per
turale: “La luce nella Divina di Mercurio, di Venere, di ribatte che non bisogna gradi di potenza (e relativa
Commedia”. Il testo della con- Giove e via dicendo, ma rima- confondere l’essenza con la luce) in ogni punto dell’univer-
ferenza fu pubblicato quello ne di continuo la stessa. E a quantità dei fenomeni. so. Per comprendere la funzio-
stesso anno nel volume collet- descriverla basta una sola Applicato al Paradiso, questo ne e l’essenza della luce in
tivo Con Dante e per Dante, e parola: “luce”». significa che Dante non pre- Dante, occorre quindi partire
poi ristampato nella raccolta Ogni ricerca, anche la più tende creare dal nulla un’en- dal concetto di uno e assoluto,
postuma di Conferenze e accademica e apparentemente tità nuova (come potrebbe coincidente con il Dio cristia-
Discorsi dello stesso Giacosa, lontana dalle urgenze della essere la luce divina del cielo), no, che in sé racchiude e da sé
con una prefazione di società del suo autore, è in ma amplifica e moltiplica libera ogni emanazione lumi-
Innocenzo Cappa (Cogliati, realtà figlia del proprio tempo: indefinitamente la realtà feno- nosa. Inoltre, Giacosa non
Milano 1909: il drammaturgo nel caso di Giacosa (e non solo menica, fino a trasformarla in dice nulla sul paradosso del-
era morto nella casa natale di suo) si può accostare l’interes- quella che chiama «l’ombra l’affermazione «Trasumanar
Colleretto Parella il 1° settem- se per la luce nella poesia di del beato regno» (Par. I 23). significar per verba | non si
bre 1906). Dante alla straordinaria popo- Giacosa conclude pertanto poria» (Par. I 70-71), che
Giacosa non fu uno stu- larità che proprio la luce, come che «alle menti agili la limita- Dante reitera in quasi tutti i
dioso di Dante e nella sua fenomeno fisico, aveva acqui- zione sensibile della quantità canti del Paradiso, al fine di
opera saggistica le menzioni sito grazie alle tecniche foto- Immagine di Giuseppe Giacosa è un eccitamento a pensare ribadire l’indicibilità di quel
del poeta non sono numerose; grafiche. Risalgono agli anni (Colleretto Parella, una quantità maggiore», e che regno. Alla fine, però, il
il testo della conferenza rivela Settanta dell’Ottocento la sco- 21 ottobre 1847 - 1 settembre 1906) quindi Dante «lascia che il Paradiso è scritto, completo e
tuttavia un lettore di lunga perta del principio di sensibi- prodigio si compia in noi, noi perfetto, a dispetto di tutte le
data, oltre che un esperto lizzazione cromatica delle Anche per ravvivare dialet- piuttosto su come si potesse cooperanti. La visione paradi- anteriori proteste.
conoscitore della Commedia. lastre fotografiche e le conse- ticamente il ritmo interno rappresentare per mezzo del siaca, quale esce dalla lettura Evidentemente, Proust e
Nel 1898 egli era uno dei più guenti applicazioni pratiche, della conferenza, nella secon- linguaggio artistico un regno della terza cantica, procede in la concezione dell’opera lette-
celebri scrittori e drammatur- che migliorarono notevolmen- da parte Giacosa ritaglia uno immateriale. La risposta fu parte direttamente dalle sin- raria come un farsi progressi-
ghi italiani: due anni prima te la qualità della fotografia. spazio per una polemica acca- che Dante, per esprimere la gole artistiche rappresentazio- vo, anche attraverso la nega-
era stata rappresentata al Non stupisce affatto che la demica di pochi anni prima. luce e le armonie celestiali, in ni ed in parte dal moto imma- zione dell’esprimibile o dello
Teatro Regio di Torino La scenografia del Paradiso e la Nel 1887 l’editore torinese realtà era stato costretto a ginativo che le successive rap- scrivibile, erano ancora molto
bohème, su libretto suo e di sua rappresentazione mentale Loescher aveva infatti pubbli- ricorrere sempre e comunque presentazioni inducono ed lontani. Da cultore dell’arte e
Luigi Illica, per la musica di acquisiscano un interesse cato nella traduzione di a luminosità e suoni terrestri. accelerano nella nostra attento analista dei mezzi
Giacomo Puccini. La stessa nuovo in una società in cui Nicola Zingarelli i due volumi Il problema è reale, ed è il mente». mimetici (è il drammaturgo
collaborazione avrebbe prodot- diventa possibile “scrivere per della Storia della letteratura poeta stesso a condividerlo Giacosa, insomma, insie- che a teatro riproduce la vita
to nel 1900 Tosca per il mezzo della luce”: «nel italiana del berlinese Adolf con i suoi lettori sin dal I me ad alcuni dantisti del suo reale), Giacosa prende avvio
Teatro Costanzi di Roma; e Paradiso la luce appartiene Gaspary (1849-1892), in cui canto del Paradiso, dunque tempo, anticipò una ricerca dagli elementi concreti e terre-
quello stesso anno sarebbe alla essenza stessa degli spazi si sollevavano alcuni dubbi nelle parole di Gaspary non che qualche decennio più ni, per osservarne la progressi-
andata in scena al Teatro e degli spiriti che vi si aggirano, sull’efficacia della rappresenta- c’è nessuna denuncia scanda- tardi sarebbe stata feracemen- va crescita quantitativa (que-
Manzoni di Milano Come le così che costituisce insieme il zione artistica del Paradiso. Il losa, ma – come è facile te ripresa dal teologo e danti- sta parola ricorre spesso nelle
foglie, forse la commedia più fondo della scena, la forma filologo tedesco affermava che immaginare – i dantisti italia- sta Romano Guardini, che sue argomentazioni), fino a
emblematica di tutta la produ- visibile dei personaggi e molte Dante aveva saputo coniare ni si sentirono in dovere di nella silloge Paesaggio dell’e- quando si trasformano in
zione di Giacosa. volte il modo del loro linguag- «immagini magnifiche, ma replicare, con maggiore o ternità (1958) dedicò un capi- espressione dell’ultraterreno.
L’argomento scelto per la gio». L’autore si spinge ad inefficaci per lo scopo loro pro- minore veemenza, per vendi- tolo al Fenomeno della luce Secondo le parole che suggel-
conferenza è molto complesso: affermare che nella progressio- prio». Gaspary non poneva care Dante dalle presunte nella Divina Commedia. Se lano la conferenza e vertono
la luce non è riducibile a un ne narrativa del Paradiso «ogni affatto in dubbio la qualità offese di un critico tedesco. un limite si può additare ancora una volta sugli effetti
semplice “tema” come tanti nuova dolcezza di concetti, poetica della Commedia, e Anche Giacosa volle inserirsi all’indagine del drammaturgo della tecnica poetica: «Il mag-
altri all’interno della Com- ogni volo, ogni intreccio, ogni tanto meno i suoi intenti teo- in questa vicenda, cogliendo canavesano è nell’impostazio- gior prodigio dell’arte consiste
media, anche perché di tutta danza di sostanze celestiali logici o morali; collocando la lo spunto per concludere la ne assai poco filosofica con nel rendere l’animo accessibi-
la terza cantica è l’essenza altro non sono che modi della questione nella poetica del sua conferenza. Va detto che cui tratta l’argomento della le al prodigioso».
costitutiva. D’altro canto, luce». XIV secolo, egli s’interrogava lo scrittore canavesano rispose luce, in particolare nel michele curnis

«La mattina del 7 febbraio 1996


l’indio Sorino camminava nella fore-
sta e cercare cibo per sé e per la
Santi, Beati e Venerabili
moglie Helena. Figlio di un popolo possibilità è trasportarlo all'ospedale Invece lo trova seduto sul letto che difensore dei popoli indigeni, in par-
primitivo, buon cacciatore e pescato- della città con il piccolo aereo e ten- mangia. Si riprende ma le condizio- ticolare degli Yanomani: muore il 16
re. Tornando a casa, un giaguaro lo tare l'impossibile. ni restano gravi. «A poco a poco aprile 2020 a 100 anni, 5 mesi e 15
assale alle spalle, lo azzanna alla I capi indigeni «vogliono che migliora e tre mesi dopo torna alla giorni; 80 anni di vita religiosa; 76 di
testa e gli apre la calotta; ne esce il rimanga perché, secondo le tradi- sua “maloca” e riprende la vita di sacerdozio; 44 anni di episcopato, il
cervello. Cerca di rimanere in piedi e zioni, è nella foresta che deve mori- cacciatore. Suore e missionari si vescovo più anziano del Brasile.
cerca di lanciargli delle frecce e rie- re. Suor Felicita non si dà per vinta: convincono che qualcosa di straor- Giuseppe Allamano, figlio di una
sce ad allontanarlo». Padre minacciata di morte, lo fa portare dinario è successo». A fine 1996 la sorella di Giuseppe Cafasso, nasce a
Michelangelo Piovano, missionario all'ospedale». Prima di prendere rivista dell'Istituto racconta la «gra- Castelnuovo d'Asti il 21 gennaio
della Consolata, riferisce sul bolletti- l’aereo l’indio le stringe forte la zia ricevuta». 1851: trascorre quattro anni all’ora-
no del santuario (aprile-giugno 2021) mano e con un filo di voce le sus- Dopo 25 anni, mentre a Roma torio Valdocco con don Bosco.
del presunto miracolo che potrebbe surra: «Mamma, voglio vivere!». La si celebrava il Sinodo dell’Amaz- Sacerdote dal 1873, si occupa della un'impronta, un rimpianto come il
portare il beato Giuseppe Allamano suora corre in cappella e chiede a zonia (ottobre 2019), decidono di formazione nel Seminario canonico Allamano. Quando si diffu-
alla canonizzazione. Dio che Sorino viva. Rammenta cercare la documentazione e le testi- Metropolitano. Nel 1880, nonostan- se per Torino la notizia della sua
Sorino è un giovane indio del che è il 7 febbraio, primo giorno monianze sul «presunto miracolo». te la giovane età, è rettore del morte è stato in tutti uno stupore
popolo Yanomami, con i quali i della novena in onore del beato Si forma la commissione: padre Santuario della Consolata e dal 1882 pari al dolore perché si era abituati a
Missionari e le Missionarie della Allamano: implora la salvezza per Giacomo Mazzotti (postulatore), anche del Convitto ecclesiastico. considerarlo, più che una singola
Consolata da più di cinquant’anni intercessione del fondatore. suor Renata Conti (postulatrice), Con il sostegno di validi collaborato- persona, un’istituzione, un program-
lavorano, nel cuore della Foresta Prosegue padre Piovano: «In sala padre Michelangelo Piovano che ha ri – don Giacomo Camisassa per il ma, un centro di operosità spirituale
amazzonica, nella missione di operatoria il giovane neurochirurgo lavorato molti anni in Brasile. Santuario e don Luigi Boccardo per il che non dovrebbero scomparire mai.
Catrimani, nello stato di Roraima, colombiano tenta l'impossibile. Per Mons. Mario Antonio Da Silva, Convitto – praticamente rifonda il Non si poteva pensare al Santuario e
nel nord del Brasile. la fuoriuscita di parte del cervello vescovo di Roraima, nel marzo Santuario e fa del Convitto un fon- alle Missioni, che dalla Consolata
In quelle condizioni disperate teme che Sorino possa soffrire di 2021 celebra il processo diocesano damentale strumento di preparazio- prendono nome, senza pensare a lui
l’indio riesce a ritornare alla sua convulsioni con problemi a parlare e sulla «guarigione miracolosa». Poi il ne dei giovani sacerdoti. Per amore che era lo spirito animatore e propul-
«maloca, casa» dove è soccorso dalla a camminare. Anche le suore di Boa caso passa a Roma «per arrivare, delle missioni, fonda i Missionari sore di tutto e di tutti. Ricordare la
mamma e dai parenti. Accorre la Vista, capitale dello Stato di speriamo presto, alla canonizzazio- (1901) e le Missionarie della sua vita e presentarla in tutta la
missionaria suor Felicita Muthoni Roraima, pregano per la guarigione. ne del beato Allamano». Consolata (1910). Spira il 16 feb- fecondità buona e grande; ricordare
Nyaga: «Impietrita e terrorizzata, Suor Lisadele e suor Rosa Aurea lo In sostanza, per Sorino braio 1926 e il 7 ottobre 1990 l'uomo, il sacerdote, il maestro, non
non sa cosa fare, si fa coraggio e lava assistono giorno e notte e mettono Yanomami un «miracolo indigeno» Giovanni Paolo II lo dichiara beato. è solo un doveroso, imprescindibile
il capo di Sorino, cercando di siste- sotto il materasso una reliquia di per la canonizzazione del «santo Il quotidiano «Il momento» del omaggio, ma è anche un dolce, salu-
mare il cervello e di rimettere a Allamano. Le condizioni di Sorino delle missioni» che non si è mai 17 febbraio 1926 titola «La scompar- tare ammaestramento spirituale.
posto la calotta mezza divelta. Si sfila peggiorano. Suor Lisadele lo battez- mosso da Torino. La diocesi di sa d'un pioniere di Cristo: il canonico Non era l'uomo delle ostentazioni.
la maglietta per tamponare il sangue za "in articulo mortis" con il nome Roraima è fortemente legata alla Giuseppe Allamano. L'uomo, il Non era l'uomo eloquente. Era l'uo-
che continua a sgorgare». Sulla jeep di suo papà: Giuseppe». Consolata grazie al vescovo missio- sacerdote, il maestro»: «Poche figure mo del silenzio operoso».
lo portano alla missione: l'unica Dubita di trovarlo ancora vivo. nario casalese Aldo Mongiano, ecclesiastiche lasciano un nome, pier giuseppe accornero
giovedì 1° luglio 2021 • Storia e Ricordi il
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MADRID - IL CANAVESANO MICHELE CURNIS CURATORE DELLA MOSTRA INAUGURATA IERI ALLA BIBLIOTECA NAZIONALE

Dante, l’inesauribile vitalità del suo messaggio


MADRID – Oggi la rubrica è: che cosa sapevano Dante e i suoi poeta spagnolo ad adattare il sonetto Il numero di metà Luglio sarà
“Dante in Canavese” – solitamente primi lettori e interpreti di questa italiano alla letteratura castigliana). dedicato alla rappresentazione dan-
dedicata alla rassegna delle testimo- periferica regione dell’Italia setten- Questa antica traduzione è conser- tesca del Canavese in Guido
nianze di lettura e rivisitazione del- trionale? La seconda prospettiva di vata nel manoscritto 10186 della Gozzano. Dopo l’estate, alcuni arti-
l’eredità dantesca ad opera di scritto- ricerca – che non cessa di sorpren- BNE (il famoso Mad della filologia coli saranno centrati sulle celebra-
ri ed eruditi canavesani nel VII cen- dermi per la sua ricchezza e qualità – dantesca, scritto a Genova nel zioni dantesche a Ivrea nel 1921, un
tenario della morte del Poeta – è è l’interesse per Dante e la sua 1354), ed è una delle gemme della momento storico particolarmente
sostituita da una intervista che opera, nutrito da parte di scrittori, mostra inaugurata ieri. Tra 2018 e complicato per l’Italia, in cui si
abbiamo realizzato con Michele intellettuali, traduttori e studiosi che 2021, poi, sono state pubblicate in impegnarono tanto i professori del
Curnis, firma prestigiosa del nostro vissero, o almeno conobbero molto Spagna tre nuove traduzioni della Reale Ginnasio-Liceo “Carlo Botta”
giornale, studioso di origini canave- bene, la realtà del Canavese, tra XIV Commedia, a opera di importanti quanto gli intellettuali e uomini
sane, che vive e lavora a Madrid. e XX secolo. poeti, studiosi e filologi. È il segno di politici eporediesi di maggior cari-
Curnis è il curatore della mostra di quell’esigenza di cui si parlava all’i- sma. In autunno, uno dei protagoni-
manoscritti presso la Biblioteca Professore, Dante anche a nizio: non solo si vuole comprendere sti della rassegna sarà un grande stu-
Nacional de España, inaugurata ieri Madrid; lei è curatore di una Dante secondo lo spirito del nostro dioso della letteratura italiana, origi-
e aperta fino al prossimo 2 ottobre. mostra di manoscritti. Che cosa le tempo, ma anche leggerlo secondo la nario di Ivrea, cui spetta il merito di
è piaciuto esaltare del Poeta? lingua e gli orientamenti stilistici del aver rinnovato l’esegesi dantesca
Professor Curnis, Dante ha La Biblioteca Nacional de España secolo XXI. attorno alla metà del Novecento:
più bisogno di essere celebrato o possiede una straordinaria collezione Giovanni Getto (1913-2002).
riscoperto? di manoscritti greci, latini e orienta- Le istituzioni culturali spagno-
Il VII centenario della morte ha li, oltre che in lingue romanze. Dal immaginativa: grazie all’impianto le (e un po’ di tutto il mondo) sono Lei lavora a Madrid da molti
suscitato un interesse che va ben 2015 ho iniziato a studiare il fondo grafico del rinomato artista e museo- interessate a Dante? anni, ma continua a studiare il
oltre gli intenti celebrativi o accade- dantesco, per poi proporre alla grafo Enrique Bonet, i manoscritti L’interesse delle istituzioni cul- Canavese e la sua storia culturale;
mici: non solo in Italia è ormai Direzione della Biblioteca la realizza- danteschi sono incastonati in una turali madrilene per Dante è straor- perché?
accertato che Dante appartenga “a zione di una mostra in occasione del struttura circolare, concentrica, dinario. In particolare la Biblioteca La lontananza genera a volte la
tutti”, ma anche nel resto del centenario del 2021. Prima di tutto, idealmente in movimento, secondo Nacional de España, non solo si è nostalgia, ma lo studio e la ricerca
mondo. Tale appartenenza collettiva, occorre riflettere sull’antichità dei le nozioni della cosmografia aristote- dimostrata subito molto favorevole ne sono il più efficace e utile rime-
naturalmente, trasforma Dante da codici madrileni di Dante, perché sia lico-tolemaica di cui la Commedia è alla proposta di organizzare una dio. Se mi permette, vorrei comple-
poeta e filosofo medioevale in simbo- quelli della Commedia sia quelli dei imbevuta. mostra di manoscritti, ma ha anche tare la risposta con una citazione
lo universale, declinabile secondo commentari al poema furono redatti dedicato il secondo volume della che non potrebbe essere più “cana-
ogni tipo di linguaggio e registro. Se tra la metà del XIV e la metà del XV Lingua originale usata Dante ed collana “Tesoros de la BNE” alla tra- vesana”. «L’erba cresce tenera, fre-
ogni nuova generazione scopre un secolo, quindi nel primo e più proli- ovvie traduzioni delle sue opere dizione testuale e figurativa della sca tra i ciottoli; alla base dei muri
Dante aggiornato sulla base di questa fico periodo di diffusione del testo di rendono difficile conoscerlo, Commedia. Varie università madri- viene alta mezzo metro. Il cielo,
pluralità di codici, i lettori che già lo Dante. In particolare, il manoscritto apprezzarlo, leggerlo? lene, insieme al Círculo de Bellas sopra la strettoia di due case, tra le
conoscono non fanno altro che ren- VITR/23/3, datato al secondo quarto La storia delle traduzioni di un’o- Artes e all’Istituto Italiano di sbarre a lunetta di un cancello,
dersi conto dell’inesauribile vitalità del Trecento – dunque cronologica- pera tanto complessa come la Cultura di Madrid, diretto da intorno ai campanili, par più mite;
del suo messaggio. mente molto vicino alla morte di Commedia rispecchia la storia cul- Marialuisa Pappalardo, si sono uniti la montagna, la piana solatia, il
Dante – è il più antico codice dante- turale della lingua in cui si traduce. per dare vita al programma “Madrid Canavese che si scorge a tratti, al di
Due volte al mese, per tutto il sco che si conservi in Spagna. Fa Nel caso spagnolo, per esempio, Città Dantesca”: una rassegna di sopra di un tetto, fra due torri, in
2021, i nostri lettori hanno il privi- parte di quell’importante gruppo di quella castigliana attribuita a spettacoli, seminari, congressi, fondo a un corridoio scuro, fra le
legio di sentirsi “vicini” a Dante manoscritti che si denominano “del Enrique de Villena (1384-1434) fu la mostre, incontri e concerti che rie- grate di un finestrone è, per i suoi
grazie ai suoi interventi. Perché Cento”, in quanto prodotti dall’offi- prima traduzione del poema di sce a coniugare efficacemente il figli, quel miraggio che suscita l’a-
dovrebbero esserne fieri? cina libraria di Francesco di Ser Dante in una lingua moderna (ossia rigore della ricerca scientifica con more senza confini, l’amore che
Tra le tante località italiane che Nardo da Barberino, che attorno alla diversa dal latino), realizzata nel- l’esigenza di diffondere il messaggio solo può dar pace sempre e, in terra
Dante menziona nelle sue opere c’è metà del secolo confezionò circa un l’ambito di una cerchia di letterati dell’opera dantesca in molti ambiti straniera, far morire» (Salvator
anche il Canavese, come i lettori del centinaio di esemplari della dalla cultura raffinata e innovatrice: della società. Gotta, Il progresso si diverte. Storia
Risveglio Popolare sanno ormai per- Commedia, di buona qualità testua- il loro corifeo fu Íñigo López della mia “piccola città”, Milano
fettamente. Pertanto, la prima le, anche se non esenti da errori. Mendoza y de la Vega, meglio cono- Come proseguirà la rassegna 1967, p. 308).
domanda di carattere storico-docu- Di Dante poeta e narratore del- sciuto come il Marqués de “Dante in Canavese” sul nostro
mentario cui è necessario rispondere l’aldilà si è esaltata la capacità Santillana (1398-1458: fu il primo giornale? carlo maria zorzi

Santi, Beati e Venerabili ai piedi della Consolata


Prega alla Sindone e alla Cottolengo (1786-1842) che fonda che dall’Argentina raccomanda alla (1801-1880) per 43 anni superiore
Consolata San Francesco di Sales per i malati poveri il «Ricovero della nipote «di andare alla Consolata a dei preti della Missione. Promotore
(1567-1622), vescovo di Ginevra. Il volta rossa» di Via Palazzo di Città, pregare»; la serva di Dio Maria di opere caritatevoli nello spirito di
santuario è la roccaforte spirituale trasferito nell’aprile 1832 a Luigi Angelica Clarac (1817-1887). San Vincenzo de' Paoli, fonda le
della città (sotto assedio dei francesi Valdocco. Si affida alla Piccola Casa I beati fratelli Giovanni Maria Suore Nazzarene, insieme alla serva
nel 1706), con l’appoggio del beato della Divina Provvidenza e alla (1848-1913) e Luigi (1861-1936) di Dio Luigia Borgiotti (1802-1873)
Sebastiano Valfré (1627-1710) e Consolata. San Giuseppe Cafasso Boccardo: il primo, su invito del ret- devotissima della Consolata.
della carmelitana beata Maria degli (1811-1860) è un fervente devoto tore Giuseppe Allamano, nell'aprile Altro gigante è il beato Fran-
angeli-Marianna Fontanella (1661- della patrona, così come san 1899 compila l'opuscolo «I nove cesco Faà di Bruno (1825-1888),
1717). Quasi ogni giorno scende in Giovanni Bosco (1815-1888). La sabati della Consolata»; il secondo è soldato, matematico, scienziato,
città il frate Ignazio da Santhià città ricorre alla Patrona anche per il vicerettore del Convitto. prete a 51 anni e fondatore di opere
(1686-1770) e va a pregare in san- «colera asiatico» del 1854. Tra i suoi A Torino rifulge il beato sociali per le donne, progetta e
tuario. Lo stesso fa il francese ragazzini san Domenico Savio Giuseppe Allamano (1851-1926), costruisce la chiesa Madonna del Rinaldi (1856-1931); beato
Giuseppe Benedetto Labre (1842-1857) che canta da soprano fondatore dei Missionari (1901) e suffragio in ricordo dei morti di tutte Francesco Paleari (1863-1939);
(1748-1783) ospite della città. La nel santuario gremito. Nel novem- della Missionarie (1910) della le guerre. Torinese di nascita, for- venerabile Giuseppina Operti
venerabile Maria Clotilde di bre 1856 don Bosco piange la morte Consolata. Ai suoi missionari racco- mazione, cultura e apostolato è san (1871-1949); venerabile Teodoreto
Borbone-Francia (1759-1802), della mamma, la venerabile manda che «non partano da Torino Leonardo Murialdo (1828-1900), Garberoglio (1871-1954); san Luigi
sposa di Carlo Emanuele IV di Margherita Occhiena (1788-1856). senza aver fatto una visita alla fondatore nel 1873 della Congre- Orione (1872-1940); venerabile
Savoia, dona al santuario un man- Devoti della Consolata sono i beati Consolata». gazione di San Giuseppe. Carlo Sterpi (1874-1951); venerabi-
tello per farne un piviale. parroci Federico Albert (1820-1876) Tra le prime suore la venerabile Missionari cappuccini sono i le Oreste Fontanella (1883-1935);
La beata Maria Cristina di di Lanzo e Clemente Marchisio Irene Stefani (1891-1930) che giun- venerabili Guglielmo Massaia beato Pier Giorgio Frassati
Savoia (1812-1836) va sposa a (1833-1903) di Rivalba. ge da Anfo (Brescia) nel 1911 alla (1809-1889), apostolo dell’Etiopia e (1901-1925), colpito dall’ultima
Napoli di Ferdinando II. La «reginel- Nella schiera di fondatrici la vigilia della festa della Consolata: la Angelico da None (1875-1953), malattia, partecipa il 20 giugno alla
la santa» muore di parto a 24 anni. beata saviglianese Gabriella Bonino 27ª suora che entra nell’Istituto. apostolo dell’Africa. festa e alla processione della
Tra i nobili che si schierano con (1843-1906) istituisce le Suore della Anche due santi vescovi si affi- Frequentano il santuario: beata Consolata; venerabile Consolata
i più sfortunati i marchesi, entrambi Sacra Famiglia; nel vicino Istituto dano alla Consolata: il beato Nemesia Valle (1847-1916); vene- Betrone (1903-1946); san Callisto
venerabili, Carlo Tancredi Falletti Sant'Anna vive la beata Maria Edoardo Rosaz (1830-1903), vesco- rabile Giuseppe Picco (1867-1946), Caravario, martire cuorgnatese in
di Barolo (1782-1838) e la sposa Enrichetta Dominici (1829-1894), vo di Susa e fondatore delle Suore gesuita; venerabile Paolo Pio Cina (1903-1930); venerabile
Giulia Colbert (1786-1864), ideato- co-fondatrice e superiora della Francescane Missionarie e san Perazzo (1846-1911), «ferroviere Mariano da Torino-Paolo
ri e propugnatori di una serie di Congregazione voluta dai marchesi Giuseppe Marello (1846-1895), santo»; venerabile Leopoldo Musso Roasenda (1902-1956); il prete gior-
opere di solidarietà in ambito educa- di Barolo. La beata Anna Michelotti nato a Torino, prete ad Asti, segre- (1850-1922); venerabile Luisa nalista pinerolese Giovanni Barra
tivo e per il recupero dei carcerati. (1843-1888), nata in Savoia, nella tario del vescovo Carlo Savio, assiste Margherita Claret de la Tuche (1914-1975); santa Teresa di
La morte di una giovane parto- prima visita in Piemonte va a prega- ai lavori del Concilio Vaticano I, (1868-1915); venerabile Adolfo Calcutta (1910-1997); san
riente francese, rifiutata dagli ospe- re in santuario. Si spinge in Sud- fonda gli Oblati di San Giuseppe, Barberis (1884-1967), fondatore del Giovanni Paolo II (1920-2005).
dali nel settembre 1827, sconvolge America la carmagnolese santa vescovo di Acqui. Il monregalese Famulato cristiano. Nel Novecento
san Giuseppe Benedetto Francesca Rubatto (1844-1904) beato Marcantonio Durando vanno ricordati: beato Filippo pier giuseppe accornero
giovedì 15 luglio 2021 • Storia e Ricordi il
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21

Il Canavese “dantesco” di Guido Gozzano


Guido Gozzano ebbe sicu- sezione, il personaggio di momento in cui la dolcezza
ramente una predilezione per Felicita e le sue attitudini trascolora in malinconia,
il Canavese. Se non il rifugio diventano il centro della poe- quando si cerca di fissare la
“ideale”, questa terra, con la sia, anche il codice linguistico fugacità delle cose con vane
casa di famiglia ad Agliè (Villa e rimico attingono al modello promesse di eternità: l’Avvo-
“Il meleto”), costituì nella dantesco, che si impone come cato ne parla alla Signorina,
breve esistenza del poeta alme- risorsa ineludibile. esprimendo sinceramente
no una tappa, una via attraver- Il cuore della Signorina quello che sa essere impossibi-
so cui approdare al rifugio che Felicita è una scena di impaga- le: «“Sarebbe dolce restar qui,
cercava (come addirittura il bile ingenuità e, al tempo stes- con Lei!...” | “Qui, nel
titolo della sua prima raccolta so, amarezza metaletteraria. Il solaio?...” - “Per l’eternità!” |
lascia comprendere: La via del narratore, studente di giuri- “Per sempre? accetterebbe?...” -
rifugio, Torino 1907). Uno dei sprudenza che non si decide a “Accetterei!”». Ancora una
suoi più celebri pometti, La laurearsi, affascinato e disin- volta Gozzano adatta alla nar-
Signorina Felicita ovvero la gannato dalla letteratura, biso- razione autobiografica uno sti-
felicità, pubblicato per la gnoso di amore autentico (e lema dantesco: è l’ora del
prima volta nella rivista non “rifatto sui romanzi”), fre- vespro, si ode di lontano una
Nuova Antologia il 16 Marzo quenta la giovane Felicita, campana, che ammonisce e
1909, poi inclusa nella secon- ragazza priva di lusinghe e riporta alla realtà e ai doveri,
da silloge, I colloqui (Milano incolta, ma appunto per que- oltre ad annunciare la notte,
1911), è permeato di riferi- sto genuina alternativa all’arti- secondo l’incipit memorando
menti paesaggistici e affettivi ficiosità della letteratura. I due quadre, apparve il Canavese: | in alto | truovi nel tuo arbitrio gambe” che fanno tanta dell’VIII del Purgatorio (lo stes-
al Canavese, a loro volta rive- sono intenti a rovistare tra il Ivrea turrita, i colli di tanta cera | quant’ è mestiere pena...». Se i “colli dilettosi” so canto del “sommo smal-
stiti di un codice letterario, che “ciarpame reietto” nella soffit- Montalto, | la Serra dritta, gli infino al sommo smalto» sono inevitabilmente quelli del to”): «Era già l’ora che volge il
deriva direttamente da Dante. ta di Villa Amarena, antica alberi, le chiese; | e il mio (Purg. VIII 112-114). Canavese, che verso mezzo- disio | ai navicanti e ’nteneri-
Gozzano, effettivamente, è dimora signorile dove Felicita sogno di pace si protese | da Non è escluso che la giorno impediscono la vista di sce il core | lo dì c’han detto ai
l’unico poeta capace di parlare abita con suo padre, un igno- quel rifugio luminoso ed alto». memoria del canto VIII del Torino, la città amata e al dolci amici addio; | e che lo
del Canavese attraverso la lin- rante parvenu, allorché la fan- Come sempre gli accade Purgatorio, quello in cui si tempo stesso simbolo della novo peregrin d’amore |
gua originale della Commedia ciulla commette una clamoro- quando deve rivelare i propri descrive il lussureggiante pae- desolazione spirituale del punge, se ode squilla di lonta-
e i suoi stilemi. L’attacco della sa gaffe: chiede all’amico lette- sentimenti, anche parlando del saggio naturale della valletta poeta, l’attributo dilettoso non no | che paia il giorno pianger
Signorina Felicita risuona rato perché i personaggi di Canavese, Guido si fa tutto dei principi negligenti, sia con- può non rimandare all’accora- che si more» (1-6). L’oscurità,
tutto eporediese, giocato com’è un’antica stampa che raffigura espressione letteraria: non solo catenata al canto precedente, ta domanda di Virgilio, che la campana vespertina, la lon-
sull’alternanza di un riferi- “Torquato nei giardini d’Este” l’osservazione di un paesaggio che si chiude appunto con il all’inizio del poema chiede a tananza da casa, l’imminenza
mento geografico completo abbiano in testa un ramo di o l’insistenza sullo smalto pianto del Canavese (luogo Dante smarrito nella selva di un altro viaggio: in Gozzano
(con ammiccamento al ciliegie, confondendo con que- sono di origine dantesca, per- ormai celebre e famigerato, oscura: «perché non sali il ci sono tutti gli elementi della
Carducci dell’ode Piemonte) e sto frutto le bacche dell’alloro, ché anche il sistema delle soprattutto per i lettori del dilettoso monte | ch’è princi- narrazione dantesca, più uno:
di uno occulto: «Signorina simbolo del riconoscimento occorrenze rimiche e tutta la Risveglio Popolare). La vista pio e cagion di tutta gioia?» il paesaggio canavesano, che
Felicita, a quest’ora | scende poetico del Tasso. Il narratore trama sonora della raffigura- della pianura e della Serra (Inf. I 77-78). Ovviamente, per l’ultima volta fa capolino
la sera nel giardino antico | ride di gran gusto, per poi zione canavesana hanno un canavesane dall’alto dell’abbai- l’accezione dello “smalto” goz- nella Signorina Felicita, occu-
della tua casa. Nel mio cuore riflettere sull’ingenuità (la sua) possibile, e duplice, modello no, inoltre, è come la vista zaniano è ben diversa da quel- pando la penultima strofe di
amico | scende il ricordo. E ti di chi ancora crede nella gloria nella Commedia. In particola- della valletta purgatoriale, la di Dante: se nell’Inferno è il questa IV sezione. «Le fronti al
rivedo ancora, | e Ivrea rivedo poetica e nell’importanza della re nella seconda strofe, la rima variopinta di fiori e di colori prato verdeggiante intorno al vetro, chini sulla piana, |
e la cerulea Dora | e quel poesia. A questo punto, insie- “smalto ... Montalto ... alto” è smaglianti: un angolo di para- nobile castello degli spiriti seguimmo i neri pipistrelli, a
dolce paese che non dico». Al me a Felicita, torna ad affac- una rivisitazione della rima diso irreale per lo spirito affati- magni, mentre nel Purgatorio frotte; | giunse col vento un
capoluogo della vita civile e ciarsi sul mondo reale, con- “alto ... smalto ... m’essalto” di cato di Guido, tanto bisognoso è allusione alla selva dell’Eden, ritmo di campana, | disparve
conosciuto si oppone un pic- templando dai vetri di un un celebre luogo infernale o, di un “sogno di pace”. ossia al verde del paradiso ter- il sole fra le nubi rotte; | a
colo centro rurale, affettuosa- abbaino il paesaggio canavesa- ancora, di quella “assalto ... All’interno dei Colloqui, restre, nella Signorina Felicita poco a poco s’annunciò la
mente protetto dall’anonima- no. Due strofe, la settima e alto ... smalto” di un altrettan- comunque, abbondano soprat- è semplicemente l’apparenza notte | sulla serenità canave-
to, come i sentimenti più cari, l’ottava della IV sezione, sono to celebre passo purgatoriale. tutto le riprese rimiche, la fra- del panorama attraverso gli sana...». Per mezzo della rima
che si provano ma non si occupate dalla descrizione: Visitando il limbo insieme a seologia e il lessico infernali, spessi vetri di un abbaino dalla “rotte ... notte” forse si profila
nominano. Nel frattempo, prima il poeta risponde al Virgilio, infatti, Dante aveva più che quelli del Purgatorio. fitta intelaiatura a piombo. un postremo richiamo dante-
anche Dante ha già fatto il suo richiamo di quel luogo, che scritto: «Traemmoci così da Un primo indizio, a questo Sebbene si tratti soltanto di sco, alle parole inquisitorie di
ingresso, giacché la strofe scel- sale dal profondo dell’anima; l’un de’ canti, | in loco aperto, proposito, è dato dal seguito un’apparenza, però, nella Catone nel I canto del
ta da Gozzano - una sestina di poi regala un’autentica pittura luminoso e alto, | sì che veder del poemetto, nella strofe suc- memoria poetica di Guido Purgatorio (44-46), ma non è
endecasillabi - non è altro che del Canavese. «Allora, quasi a si potien tutti quanti. | Colà cessiva alla connotazione pae- l’immagine si sovrappone questo che davvero importa.
una gemmazione della terzina voce che richiama, | esplorai diritto, sovra ’l verde smalto, | saggistica del Canavese visto all’oasi di pace (apparente) del La spaventosa chiaroveggenza
dantesca, in cui la distribuzio- la pianura autunnale | dall’ab- mi fuor mostrati li spiriti da Agliè: «Ecco - pensavo - limbo, ora applicata alla vita del poeta ha ormai compreso
ne delle rime fa sì che in ogni baino secentista, ovale, | a magni, | che del vedere in me questa è l’Amarena, | ma lag- canavesana. Il «loco aperto, che la felicità è irraggiungibile;
gruppo di tre versi ne compaia telaietti fitti, ove la trama | del stesso m’essalto» (Inf. IV 115- giù, oltre i colli dilettosi, | c’è il luminoso e alto» di Dante rivi- lo spazio in cui si realizza quel
una (proprio come nella vetro deformava il panorama | 120). Ma l’immagine, di alto Mondo: quella cosa tutta ve nel «rifugio luminoso ed sentimento, invece, è marcato
Commedia, anche se con una come un antico smalto inna- richiamo iconico, dello smalto piena | di lotte e di commerci alto» di Gozzano, escludendo almeno dalla serenità: quella
differente concatenazione: turale. || Non vero (e bello) come simbolo, è anche altro- turbinosi, | la cosa tutta piena ogni casualità. del Canavese.
ABB AAB). Quando, con la III come in uno smalto | a zone ve: «Se la lucerna che ti mena di quei “cosi | con due Giunge il tramonto, il michele curnis

Santi, Beati e Venerabili sollecitudine verso i confratelli infer-


mi o, comunque, bisognosi.
Il 17 maggio 1947 fonda, coa-
vive perché è lui che deve trasfor-
mare il suo ambiente. “Gli amma-
lati devono sentirsi gli autori del
20 luglio gli esiti sono moltissimi: l’esaspera- diuvato da Sorella Elvira Myriam proprio apostolato” ripeteva spesso
BEATO LUIGI NOVARESE zione, introversione che non sarà Psorulla, il Centro Volontari della Mons. Novarese. Le loro esperien-
Casale Monferrato, mai del tutto recuperata, la ribellio- Sofferenza e, l’anno successivo, i ze di malattia, di isolamento, di
29 luglio 1914 - Rocca Priora, ne. Ma la fede della madre, il conte- Silenziosi Operai della Croce che emarginazione, quando hanno tro-
Roma, 20 luglio 1984 sto e questo attaccamento “alla verranno elevati a Pia Unione vato senso e novità nell’incontro
piemontese” (la sua guarigione Primaria dal Beato Papa Giovanni con il Cristo, li rendono particolar-
Mons. Luigi Novarese nasce a avvenne per intercessione della Ma- XXIII con il Breve Apostolico mente qualificati e credibili nel
Casale Monferrato il 29 luglio 1914 donna Ausiliatrice e di Don Bosco) “Valde probandae” il 24 novembre portare la luce del Vangelo a chi,
da Giusto Carlo e Teresa Sassone, diventano i punti a cui aggrapparsi. del 1960. in situazioni simili, ancora si sente
ultimo di nove figli. Nel 1915 papà Nella fede ha cercato con forza di La prospettiva dalla quale è sca- inutile e smarrito.
Giusto Carlo muore; Luigino aveva uscire da quella situazione, che turita la creatività apostolica di Secondo il Servo di Dio mons.
appena nove mesi. Alla mamma sembrava letale e concludersi diver- Mons. Novarese e verso cui ha Novarese, per realizzare la propria
trentenne si addossava il gravoso samente. L’esperienza della malattia confluito tutta la sua attività al ser- azione apostolica di soggetto attivo e
compito di mandar avanti una fami- nel Servo di Dio Luigi Novarese ha vizio della persona sofferente è responsabile nella Chiesa, è neces-
glia piuttosto numerosa. riorientato la sua vita: da medico a Pontificia Università Gregoriana. senza dubbio la sua capacità di pro- sario che la persona sofferente com-
A nove anni il piccolo Luigi, sacerdote, apostolo dei sofferenti. Il suo ministero è sempre stato muovere in chi soffre una menta- prenda la via della Croce, la lezione
dopo un’accidentale caduta, è colpi- Studia a Roma all’Almo caratterizzato dall’attenzione verso i lità tutta evangelica in grado di non dell’amore per dare un senso alle
to da una coxite tubercolare alla Collegio Capranica dove consegue deboli. Nel maggio 1943, fonda la sprecare o banalizzare il dolore dimensioni notturne della vita con-
gamba destra che lo costringe a letto gli ordini minori dell’Ostiariato e del Lega Sacerdotale Mariana il cui attraverso la rassegnazione o pate- sapevoli che in ciò continua la
con il busto ingessato. Il tutto com- Lettorato. Il 17 dicembre 1938, intento primario è quello di riunire, tiche forme di pietismo. Passione di Cristo.
plicato dalla comparsa di ascessi viene ordinato sacerdote nella Ba- nel vincolo della Vergine Imma- L’ammalato può divenire un Il Servo di Dio mons. Luigi
purulenti che producono una soffe- silica di San Giovanni in Laterano a colata, sacerdoti secolari e regolari, prezioso strumento di evangelizza- Novarese muore a Rocca Priora, in
renza veramente al limite della sop- Roma e, l’anno successivo, ottiene al fine di valorizzare l’umana soffe- zione, di sostegno del fratello soffe- provincia di Roma, il 20 luglio del
portazione. Di fronte alla malattia la licenza in Sacra Teologia presso la renza avendo particolare amore e rente e uno strumento di luce dove 1984.
20 il
isveglio
popolare • Storia e Ricordi giovedì 29 luglio 2021

Letteratura, storia, geografia; i nuovi orizzonti


di Piero Giacosa per leggere e commentare Dante
Come qualunque persona di Stazio, Giacosa esprime Molto più interessante è la
di cultura della loro epoca, i un parere conclusivo, senza conclusione della lettura,
fratelli Giacosa furono atten- però argomentarlo troppo: allorché Giacosa distingue il
ti lettori di Dante ed ebbero «Quest’anima di Dante e di materiale interno del poema,
occasione di presentare e Stazio non totalmente incor- per stabilire che quello del
pubblicare le loro idee su porea, sebbene ancora eti- canto XXV del Purgatorio
aspetti specifici della mologicamente corrisponde «non è poesia. Poesia è la
Commedia. Tra Giuseppe e al suo nome di spirito, que- cosa pura, a cui l’animo par-
Piero, però, fu senza dubbio sta parvenza che rassomiglia tecipa intiero: è tutta la
il secondo – lo scienziato, lo in tutto e per tutto alle realtà, è tutto l’irreale; non è
studioso di fisiologia e di sto- immagini che possiamo questa faticosa orditura di
ria della medicina – colui che projettare nel fumo, è un’a- concetti speciosi, questo
si accostò al poema con pre- nima leggermente eretica; sfoggio d’impotenza di una
supposti più solidi e obbietti- una vera anima non può Logica che rinnega sè stessa
vi esegetici meglio definiti. Il avere nulla di corporeo». col voler rendere accessibili
Giacosa letterato, uomo di Evidentemente, a Giacosa dei concetti ad una mente
teatro e librettista di fama, interessa molto di più l’espo- che si proclama da se inca-
aveva pronunciato nel 1898 sizione relativa al sangue, pace di comprenderli e che
a Milano una conferenza su che secondo la scienza con ciò fa come colui che
“La luce nella Divina medioevale si raffina all’in- rompe lo specchio collo stes-
Commedia”; Piero ne seguì terno del corpo, diventando so oggetto di cui vorrebbe far-
l’esempio poco più tardi, liquido seminale nell’ele- gli riflettere l’immagine».
pubblicando nel 1905 una mento maschile e determi- Questa speculazione
Roma, Casa di Dante (Torre o Palazzetto degli Anguillara):
lettura del canto XXV del nando così la fecondazione sull’autentica natura della
Purgatorio sul prestigioso presso questa istituzione, fondata nel 1914 con lo scopo di promuovere dell’elemento femminile; poesia (e sulla conseguente
periodico «La rassegna e diffondere la conoscenza dell’opera di Dante, successivamente si sviluppa esclusione dall’ambito poeti-
nazionale» di Firenze (vol. il 27 Febbraio 1921 Piero Giacosa lesse il canto XXV del Purgatorio come embrione («coagulan- co di tutto quanto non sia
CXLIV). Nel 1916, poi, fu do prima, e poi avviva | ciò conforme a tale natura) anti-
invitato a leggere il canto VII Purgatorio non fu aleatoria o materiale? («Come si può far interpretativo di Giacosa che per sua matera fè con- cipa di circa quindici anni un
del Purgatorio nella Sala di dettata da ragioni di carattere magro | là dove l’uopo di prende avvio con un discri- stare», vv. 50-51), feto (68), e titolo celeberrimo nell’esege-
Luca Giordano a Firenze e estetico. Al contrario, per nodrir non tocca?», Purg. mine storico. Per compren- quindi nuovo essere umano si dantesca del Novecento:
nel 1921 di nuovo il XXV del entrambi è possibile rintrac- XXV 20-21). Virgilio e Stazio dere il pensiero e le nozioni dotato di anima («spirito La poesia di Dante, il libro
Purgatorio presso la Casa di ciare una motivazione forte, (l’altro poeta romano incon- culturali di Dante in fatto di novo, di vertù repleto», 72). che Benedetto Croce pub-
Dante a Roma. Entrambe le profonda e distinta: nel caso trato durante la salita) medicina, il commentatore Il giudizio di Giacosa sul- blicò nel 1921 per l’editore
conferenze furono subito del VII, basterà ricordare che rispondono, rispettivamente, afferma infatti che dobbiamo l’intento dottrinario di Dante Laterza di Bari, in cui insi-
date alle stampe, diventando è quello che si conclude con facendo ricorso alla mitolo- spogliarci delle nostre cono- a proposito dell’intima unio- steva sul contrasto tra poesia
volumetti della collana la menzione del Canavese gia classica e a una constata- scenze, generali o specifiche, ne di anima e corpo non è e non-poesia nella Com-
“Lectura Dantis” della per spiegare l’interesse di zione fisica (vv. 22-27), quin- sulla riproduzione animale e esente da una critica genera- media. Ben prima delle sem-
Sansoni. Piero, sempre molto attento di con una estesa trattazione vegetale, e recuperare invece le, rivolta praticamente a plificazioni a cui il loro pen-
Nei primi anni del a valorizzare la storia e la sulla fecondazione umana, lo alcuni presupposti della tutta la cultura antica e siero sarebbe andato sogget-
Novecento Piero Giacosa era cultura della sua terra d’ori- sviluppo embrionale e le scienza antica. medioevale: «Dante fu come to, sia Giacosa sia Croce ave-
già professore ordinario di gine. Il caso del XXV è più virtù dell’anima che si instal- «Per Dante [...] la genera- i più grandi pensatori umani vano identificato come pecu-
Medicina all’Università di complesso, perché inerente la nel nuovo corpo (37-108). zione era solo nota nel suo vittima dell’errore che da liare della scrittura dantesca
Torino; come ha scritto su alla fisiologia e alla medicina Appunto per la trattazione aspetto superficiale e in una secoli persegue l’umanità; l’unione del pensiero (nel
queste colonne Fabrizio antiche e medioevali, ossia sull’anima vegetativa, sensi- determinata categoria di l’errore di voler stabilire una senso di strumento del ragio-
Dassano, l’«operosa attività uno dei campi di ricerca tiva e razionale, il canto è esseri più prossimi all’uomo: relazione tra elementi diversi namento logico-razionale) e
di ricerca scientifica, alla dello scienziato. considerato uno dei più “dot- e gli elementi primitivi ed e dissimili quali sono il reale della fantasia (nel senso di
quale si dedicò sin dai primi Quasi tutta la materia di trinali”, dei più filosofici e, di essenziali da cui dipende la e l’irreale; fra ciò che ha esi- capacità artistica di esprime-
anni successivi al consegui- questo canto nasce infatti da conseguenza, tra i meno formazione del nuovo essere stenza fisica e ciò che è re l’immaginazione).
mento della laurea [...] pro- una domanda del Dante-per- “poetici” di tutta la seconda non erano noti a lui nella all’infuori di tale esistenza. È Si può valutare, canto per
seguì poi incessantemente sonaggio, assorto in una con- cantica. vera loro essenza e nella fun- possibile che tale relazione canto, se questa unione sia
durante tutta la sua vita siderazione che lo tormenta: Per quanto concerne il zione di polline e di ovulo; i esista, ma non la possiamo riuscita perfetta, se Dante
accademica» (Il Risveglio nel precedente aveva visto le contenuto, l’accostamento due principii sessuali se ema- dimostrare coi nostri processi abbia ora lasciato più libero
popolare, 8 Luglio 2021, p. anime dei golosi con un con cui Giacosa espone i navano da sorgenti diverse, d’analisi mentale». Appare corso alla fantasia artistica
21). L’esempio delle letture aspetto smunto e scheletrico, problemi del canto è tipico di erano stimati simili nella quanto meno discutibile ora insistito su un’urgenza
dantesche dimostra come conseguenza del digiuno di uno scienziato, che ricerca la sostanza. E questi due princi- rimproverare all’autore di un didascalica o su un particola-
tale attività non fosse affatto purificazione del loro peccato sostanza del problema, atti- pii, seguendo le dottrine fisio- poema sacro e cristiano la re erudito, insomma se abbia
circoscritta all’ambito disci- terreno. Ma come è possibile rando poi l’attenzione sul logiche e filosofiche non sovrapposizione (per di più fatto prevalere la “poesia” o
plinare e accademico in cui – si chiede Dante – che metodo argomentativo e potevano essere se non un’e- armonica e dialetticamente piuttosto la “struttura”.
le sue competenze erano più un’entità spirituale come l’a- dimostrativo utilizzato dai manazione di quell’elemen- feconda) di ragione e fede, In ogni caso, è indubbio,
riconosciute, ma si amplias- nima si modifichi nell’aspet- personaggi. Se l’intento prin- to che si considerava come il specialmente se l’illegitti- ancora oggi, che la sperimen-
se verso altri orizzonti, come to (la magrezza) a causa di cipale delle parole di Virgilio rappresentante della vita, il mità di tale innesto deriva da tazione poetica della
la letteratura, la geografia o una necessità pratica che e Stazio è discorrere della sangue». un’acquisizione dell’età con- Commedia sia rimasta unica
la storia. Allo stesso tempo, non dovrebbe percepire, generazione del corpo e delle Sulla dottrina dell’anima temporanea, frutto dell’illu- e non ripetuta.
la scelta dei due canti del ossia quella del nutrimento virtù dell’anima, lo sforzo esposta da Dante per bocca minismo e del positivismo. michele curnis

Santi, Beati e Venerabili


Aimone di Challant; la sua opera fu molto Il suo episcopato durò dal 1302 al 1313;
vasta, nominò buoni maestri di scuola, Emerico morì il 1° settembre del 1313 e fu
ammise al sacerdozio solo chierici degni e sepolto nella cattedrale. Vari miracoli avve-
provati, applicò la legge della residenza, diede nuti per sua intercessione lungo i secoli,
1° agosto Al termine degli studi, ritornò nel castel- i suoi introiti in elemosine, trattenendo per fecero sì che venisse considerato beato dai
BEATO EMERICO DI QUART lo di Quart; non sentendosi adatto alle sé lo stretto necessario per vivere, aiutando fedeli e dal clero.
Vescovo di Aosta vanità di questo mondo, si ritirò in un luogo, comunque le chiese della diocesi. Nel 1551 le reliquie furono esumate e
† 1° settembre 1313 oggi chiamato Valsainte, ad un’ora dal Emerico dimostrò una saggia fermezza poste in un reliquiario; i vescovi di Aosta
castello, per condurre vita solitaria, dedito per la difesa dei diritti e doveri temporali, che approvarono sempre il culto del beato
Il beato Eme- alla contemplazione e alla preghiera; in que- la sua carica imponeva; aveva uno spirito Emerico, ma solo il 14 luglio 1881 con
rico nacque nel sto luogo poi è sorto un oratorio che ricorda forte e brillante, di carattere docile, trattabile decreto di papa Leone XIII, dopo un regola-
castello di Quart le penitenze di Emerico ed è meta di pellegri- ma inflessibile al male, i modi così garbati ed re processo canonico, il culto e il titolo di
verso la metà del naggi. Non è chiaro se dopo il periodo eremi- amabili che incantavano tutti. beato furono confermati ufficialmente.
XIII secolo, figlio tico, entrasse fra i Canonici di S. Orso, oppu- In campo spirituale, visitò la diocesi, con- Da tempo immemorabile gli ammalati,
del nobile Gia- re come suddiacono nel Capitolo della vocò il Sinodo diocesano del 1307, fece rivi- specie se fanciulli, venivano portati alla sua
como II; da giova- Cattedrale, ad ogni modo egli si dedicò total- talizzare la religione, costruì numerose chie- tomba per ricevere la benedizione; era parti-
ne, desideroso di mente alla salvezza delle anime, suscitando se, istituì nel 1311 il “festum conceptionis colarmente invocato nei parti difficili; è
studiare teologia, un’ammirazione generale, al punto che alla Virginis Mariæ”; scrisse il prezioso ‘Liber cen- venerato soprattutto nella sua parrocchia
fu inviato all’uni- morte del vescovo Nicola I Bersatori (1301) i suum’ nel 1305, una descrizione fedele e sor- d’origine di Quart.
versità, dove con- due Capitoli scelsero lui come successore. prendente dei costumi feudali in Valle La sua festa è fissata al 1° settembre,
seguì il grado di Fu consacrato vescovo verso la fine del d’Aosta, utilissimo per gli storici del mentre il Martyrologium Romanum lo pone
dottore. 1301, a Biella, dal vescovo di Vercelli Medioevo. al 1° agosto.
giovedì 9 settembre 2021 • Storia e Ricordi il
isveglio
popolare
19

Ivrea celebra il centenario dantesco del 1865


«Io vi dico che nella poe- Enrico Casali (1826-1883), si accostasse alla rievocazione
sia noi ci risentiamo vera- professore di lettere italiane di Dante: «Il pensiero che,
mente uomini e fratelli, e, presso il Liceo eporediese (che, dopo lunghi secoli d’onte e di
divisi come pur siamo dalle in ossequio al regio Decreto sciagure, di colpe e d’abbiezio-
tendenze politiche e sociali, sulla titolazione degli istituti ni, l’Italia finalmente s’avvia a
cozzanti tra noi violentemen- superiori, proprio quel giorno nuove e forse più superbe glo-
te, ci riuniamo in essa, come ricevette il nome di “Carlo rie, che pur non siano già toc-
in un tempio e riacquistiamo Botta”). cate all’antica regina del
la coscienza che, volendo in Alcuni studenti lessero i mondo, oh certo dovette tra-
apparenza cose diverse ed loro componimenti ispirati versare in quei momenti la
opposte, in sostanza tutti sen- alla memoria di Dante e con- mente di chiunque vedesse
tiamo le stesse cose, vogliamo cluse la celebrazione l’avvoca- nel festeggiato Poeta il princi-
tutti lo stesso, noi creature to Clemente Pinoli (padre del pio della moderna grandezza
mortali, e tutti lavoriamo allo più celebre avvocato, collezio- italiana, l’autore primo della
stesso fine. E vi dico anche: nista e bibliofilo Galileo nostra unificazione filologica,
Date la poesia, date Dante al Pinoli), declamando alcuni morale e politica, il rivendica-
popolo; datelo in edizioni suoi versi di carattere politico, tore - non del ghibellinismo -
popolari senza note o con par- non esenti da arguzie e allu- ma del Romano Imperio, il
che ed ingenue note, e magari sioni satiriche. preconizzatore insomma ed il
come in certi libercoli a un L’intervento più importan- primo preparatore dei moder-
Cartolina postale con l’immagine di Piazza Santa Croce a Firenze nel 1865 e il nuovo
soldo di prima della guerra, te fu senza dubbio quello di ni trionfi».
monumento a Dante, opera dello scultore Enrico Pazzi. La delegazione del
che contenevano la dolente Casali, che non era neppure È necessario depurare que-
Municipio di Ivrea fu presente a Firenze nel Maggio di quell’anno, in occasione delle
storia di Francesca o la terribi- originario di Ivrea: nato a ste parole della farragine
prime celebrazioni nazionali in memoria del Poeta (VI centenario della nascita)
le del Conte Ugolino». Così Reggio Emilia, aveva parteci- retorica che caratterizza lo
diceva Benedetto Croce il 14 mondiale, i lettori italiani di dello spirito italiano, l’opera di Municipio di Firenze, il dele- pato come volontario alla stile pubblicistico dell’epoca,
Settembre 1920 a Ravenna, Dante si sarebbero allontanati Dante si prestava perfetta- gato di Ivrea aveva deposto prima guerra d’indipendenza, ma il senso dell’insistenza su
inaugurando in qualità di da tale prospettiva, fino ad mente – anche a costo di qual- nella chiesa di Santa Croce la per poi laurearsi in giurispru- Dante si rivela con chiarezza:
Ministro della Pubblica abbandonarla completamen- che interpolazione e forzatura – bandiera del Comune, con un denza. L’esperienza patriotti- i moderni trionfi (di Casa
Istruzione le celebrazioni per te, poiché incongruente e ana- a un progetto di questo tipo. omaggio dalla forte connota- co-liberale in favore della Savoia) preludono a una
il VI centenario della morte di cronistica. «In quegli anni fortunosi di zione simbolica. Proprio causa italiana gli aveva impe- nuova epoca d’oro dell’Italia,
Dante. È però indubbio che la laboriosa ed intensa prepara- quell’anno, infatti, Torino dito di praticare la professione che ha appena recuperato
Croce parlò in quella occa- funzione educatrice di Dante zione politica che seguirono aveva ceduto alla città toscana forense; decise dunque di lau- unità politica e nazionale,
sione, più che come critico, in chiave storico-nazionale alla proclamazione del regno le incombenze di capitale rearsi in lettere, partecipò alla oltre a quella geografica e lin-
come filosofo politico, insi- abbia agito per molti decenni, d’Italia» – come scrisse nel d’Italia, nella fase di transizio- seconda guerra d’indipenden- guistica; tutti ideali che per
stendo sul valore sociale e col- a partire dalle guerre d’indi- 1921 Federico Ravello – la ne e in direzione verso Roma. za, e successivamente insegnò primo aveva diffuso l’autore
lettivo della poesia, in partico- pendenza e raggiungendo città di Ivrea dimostrò un inte- Ebbene, il Municipio di Ivrea, nei licei di Reggio, Fermo, della Commedia e del De vul-
lare di quella di Dante. La rac- forse il culmine negli anni resse speciale nei confronti di la seconda città più importan- Ivrea (divenuto nel frattempo gari eloquentia (e della cui
comandazione della sua diffu- della Prima Guerra Mondiale, Dante, sostenuto anche nei te dell’allora provincia di Regio Liceo-Ginnasio “Carlo mancata realizzazione aveva
sione, poi, anche per mezzo di dunque ancora nei primi decenni successivi da istituzio- Torino dopo il capoluogo, Botta”) e Piacenza (“Mel- sofferto personalmente le con-
edizioni non accompagnate da decenni del Novecento. ni locali di alto prestigio: il volle probabilmente confer- chiorre Gioia”), dove morì nel seguenze, con un ventennale
note, purché gli italiani lo leg- Nacque appunto da tale Liceo “Carlo Botta”, il marne il ruolo di gregaria 1883, quando non aveva esilio dalla terra patria).
gessero, fraintendendolo «in funzione l’esigenza di celebrare Municipio, il Seminario dioce- della capitale anche nella ancora compiuto 58 anni. Secondo questa ricostruzione,
qualche particolare», ma Dante in un contesto istitu- sano e l’editore Viassone. nuova tappa fiorentina, valen- Fu pertanto un «soldato fedelissima al progetto delle
intendendolo sicuramente zionale, non soltanto nelle È datato 9 maggio 1865 dosi dell’occasione dantesca. poeta maestro» (così lo ricor- celebrazioni secolari di cui la
«nell’insieme», derivava da città più legate alla sua biogra- un verbale della Giunta Il 14 maggio 1865 il re da un’epigrafe nell’androne di «Rivista Contemporanea» di
un’associazione tipicamente fia, come Firenze o Ravenna, Municipale, in cui si registra Vittorio Emanuele II, che i Palazzo Anguissola da Torino si era resa fautrice sin
risorgimentale tra il pensiero e ma in tutto il territorio italia- la partecipazione della delega- comunicati di quei mesi pre- Vigolzone, antica sede del dal 1859, tutta la storia italia-
l’opera di Dante e un primo no e ovunque siano presenti zione eporediese alle celebra- sentavano come il veltro pro- Liceo piacentino) colui che na medioevale e moderna
progetto di unificazione politi- comunità italofone. Le prime zioni che si erano svolte in fetizzato in apertura della commemorò Dante a Ivrea risultava un lunghissimo
ca delle regioni d’Italia. Nel celebrazioni che si possano Piazza Santo Spirito a Firenze Commedia (Inf. I 101-111), nel 1865, inaugurando una periodo di onte, sciagure,
discorso di Croce, insomma, propriamente definire “nazio- pochi giorni prima, alla pre- intervenne nella cerimonia buona tradizione di dantisti colpe e abiezioni, redento però
si raccoglieva ancora un’ere- nali” sono infatti quelle del VI senza dei rappresentanti di più importante, per scoprire (eporediesi e no) docenti dalle aspirazioni di un genio
dità vecchia di un secolo, centenario della nascita, nel tutte le province d’Italia in Piazza Santa Croce la gran- presso il “Botta”. delle origini (Dante, “l’inven-
sull’unione indissolubile tra 1865. A pochissimi anni dalla (anche Roma e Venezia, ma de statua di Dante realizzata Nel periodico canavesano tore” della lingua italiana e
l’opera profetica di Dante e il (non ancora completa) unità con le bandiere velate a lutto, dallo scultore Enrico Pazzi. «La Dora Baltea» le celebrazio- della stessa “idea politica” di
destino del popolo italiano. d’Italia, il nuovo Stato nazio- segno del non essere ancora Quello stesso 14 Maggio Ivrea ni di quell’anno erano state Italia) e, ovviamente, dalle
Soltanto nella seconda metà nale aveva urgente necessità di parte effettiva del nuovo si impegnò in celebrazioni debitamente annunciate sin realizzazioni dello spirito
del Novecento, dopo le disillu- momenti di indiscutibile con- Regno d’Italia). Accogliendo locali: nel Teatro Civico pro- dall’11 Marzo, ed è interessan- risorgimentale.
sioni di una nuova guerra divisione: ritenuta simbolo l’invito del Gonfaloniere del nunciò un discorso ufficiale te rileggere con quale spirito ci michele curnis

Santi, Beati e Venerabili


Tre nuovi venerabili sono stati autorizzati sarcoma alla gamba sinistra, le cure e le tera-
da Papa Francesco il 30 agosto 2021. pie non la distolgono dal raggiungimento della
Riconosce le virtù eroiche di Enrica Beltrame maturità liceale e dallo sposarsi con Carlo nel
Quattrocchi, figlia della coppia beatificata nel 1991. La coppia ha due bambini ma appena
2001; del frate francescano Placido Cortese Maria Cristina scopre di essere incinta del San Sabba» a metà Quattrocchi, ulti-
morto per le torture inflitte dalla Gestapo nel terzo figlio riappare la malattia. novembre 1944. ma figlia dei beati
1944; di Maria Cristina Cella Mocellin, gio- La scelta è quella eroica di continuare la «Un martirio – sot- Luigi Beltrame
vane mamma di Cinisello Balsamo. Tre figu- maternità – Si sottopone solo alle cure che tolinea una nota – Quattrocchi e
re – annota «Vatican News» – «segnate dal- non mettono a rischio la vita del suo bambi- sigillato dal silenzio Maria Corsini,
l’arrendersi all’amore di Dio, dalla fiducia no. In una lettera racconta quei momenti a di carità con il morta a 98 anni.
nella sua misericordia e dalla speranza nel Riccardo, il terzo figlio: «Mi opposi con tutte quale il frate ha Una famiglia che
suo perdono». le mie forze al rinunciare a te, tanto che il avvolto quanti col- ha vissuto un cam-
«Riccardo, un medico capì già tutto e non aggiunse altro. laboravano con lui mino di santità
dono per noi» – La Riccardo, sei un dono per noi. Fu quella sera, per mettere in dimostrando – dis-
storia di una laica e in macchina di ritorno dall’ospedale, che ti salvo un numero se Giovanni Paolo
mamma di fami- muovesti per la prima volta. Sembrava che considerevole di II che li beatificò
glia richiama quelle mi dicessi “Grazie mamma che mi vuoi perseguitati o ricer- nel 2001 – «che è
di Gianna Beretta bene!”. E come potevamo non volertene? Tu cati dal nazifascismo, in particolare ebrei e possibile, è bello, è straordinariamente fecon-
Molla e di Chiara sei prezioso, e quando ti guardo e ti vedo così militari alleati. Nel 2018 è insignito dal presi- do ed è fondamentale per il bene della fami-
Corbella Petrillo. È bello, vispo, simpatico, penso che non c’è sof- dente Sergio Mattarella della «medaglia d’oro glia, della Chiesa e della società». Enrica era
la vita breve e ferenza al mondo che non valga la pena sop- al merito civile». Di fatto salva dalla furia intenzionata a seguire le orme dei fratelli: don
feconda di Maria portare per un figlio». Maria Cristina muore a nazifascista centinaia di persone tra civili, Tarcisio, suor Cecilia e don Paolino. Ma il
Cristina Cella 26 anni a Bassano del Grappa (Vicenza) il 22 ebrei, perseguitati politici e militari alleati. suo destino fu diverso: la sua vocazione fu
Mocellin, nata il ottobre 1995, dopo la nascita di Riccardo. Padre Giorgio Laggioni commenta «il valore accompagnare gli anziani genitori. Impegnata
18 agosto 1969 a dell’attività svolta da padre Cortese nella dife- nel volontariato, nelle Dame di San Vincenzo
Cinisello Balsamo, in provincia di Milano. Un frate rapito e torturato 77 anni fa – Il sa degli oppressi e dei perseguitati e il suo con le quali si spingeva verso le zone più diffi-
Cresciuta in parrocchia, comincia in liceo il «martirio» del francescano Placido Cortese, sacrificio per difendere con il silenzio quanti cili della capitale, nell’Azione Cattolica insie-
cammino di discernimento vocazionale nella direttore del «Messaggero di Sant’Antonio» collaboravano con lui e quanti aveva salvato». me alla mamma, si dedicò all’insegnamento.
comunità delle Figlie di Maria Ausiliatrice. inizia l’8 ottobre 1944 quando è rapito davan- Dal 1976 fu sovrintendente del Ministero per
L’incontro con Carlo a 16 anni le fa cambiare ti dalla basilica di Sant’Antonio di Padova, Una famiglia amata da Dio – Appena 9 i beni culturali e ambientali.
prospettiva, sente di essere chiamata al matri- portato nel bunker della Gestapo a Trieste; anni dopo la morte a Roma, la Chiesa ricono-
monio. Due anni dopo la scoperta di un torturato, ucciso e cremato nella «Risiera di sce le virtù eroiche di Enrica Beltrame pier giuseppe accornero
20 il
isveglio
popolare • Storia e Ricordi giovedì 23 settembre 2021

Giovanni Bossetti, il canavesano cantore di Dante


Fu un professore nativo di A sinistra:
Barbania il canavesano che Il frontespizio del I volume
dedicò tutta la sua vita alla
dell’edizione del canzoniere
lettura e alla composizione
poetica ispirata a Dante. Non di Giovanni Bossetti,
uno studioso, un accademico pubblicata a Ivrea nel 1921
o un traduttore, bensì un dall’editore eporediese
poeta: questa la caratura che Francesco Viassone
distingue Giovanni Bossetti per iniziativa dei nipoti
(14 Maggio 1827 - 4 Aprile
del poeta, con la curatela
1899) da tutte le altre perso-
nalità del Canavese che si di Bernardo Chiara
confrontarono con Dante.
La centralità del poeta fio- A destra:
rentino nell’opera di Bossetti G. Bossetti,
è evidente sin dal titolo della sonetto dedicato
sua più importante raccolta,
alla Divina Commedia,
Il trionfo di Dante e d’Italia,
pubblicata per la prima volta dalla raccolta
a Torino nel 1898. Bossetti Faville della gran fiamma
trascorse quasi tutta la vita (Il trionfo di Dante e d’Italia,
professionale tra Canavese e I, Ivrea 1921, p. 143)
Vercellese: dopo aver compiu-
to gli studi superiori a
Cuorgnè (grammatica e reto-
rica) e Ivrea (filosofia), vinse
un posto gratuito al Collegio sempre, accurata. Dante (poca favilla) avrebbe degli Uberti, Capaneo, il nella corposa sezione di Odi e aveva definito i fiorentini
delle Province di Torino per il Tra canzoni, satire, odi, destato. Minotauro, Venèdico inni del I volume dell’edizio- («quello ingrato popolo mali-
corso di Belle lettere, diven- inni, saggi di traduzione dai La silloge è interessante, Caccianemico, Guido da ne Viassone, specialmente in gno, [...] e tiene ancor del
tando professore di retorica classici latini e perfino una non tanto per i soggetti scelti, Montefeltro, Catone, Casella, Ivrea, poemetto in trentasette monte e del macigno», Inf.
nel 1853, appena conseguita tragedia di ambientazione che risultano assai prevedibi- Ghino di Tacco, e ovviamen- sestine di endecasillabi che XV 61-63). Al centro dell’ode
la laurea. Insegnò vari anni medioevale (Libania), attirano li, quanto per la tecnica poeti- te agli stessi Dante e Beatrice. ripercorre la storia del capo- Bossetti dedica alcune strofi
tra Masserano, Lanzo, l’attenzione all’interno del I ca, consistente in un intarsio L’attenzione al mito, al pate- luogo canavesano, dai Salassi ad Arduino, presentandolo
Pinerolo e Chieri; il 16 volume le Faville della gran di nessi, espressioni e occor- tismo e alla tragedia delle sin- all’età contemporanea. naturalmente come un pala-
Ottobre 1860 un decreto del fiamma, una raccolta giovani- renze rimiche provenienti gole biografie sembra disto- Nell’ode è la città stessa a dino dell’impero e un antesi-
ministro Terenzio Mamiani le di cinquanta sonetti, tutti dalla Commedia. Detto con gliere Bossetti dai personaggi parlare in prima persona, rie- gnano dell’unità d’Italia,
lo assegnava al Liceo di Ivrea, ispirati a Dante e ai personag- una sola parola, la poesia di del Paradiso, ai quali non è vocando la gloria e l’eroismo secondo la pubblicistica poli-
ma l’anno dopo lo promuove- gi principali della Commedia: Bossetti è un centone, ossia dedicato neppure un sonetto. (ma anche alcuni episodi di tica del secolo XIX: «Ben s’av-
va alla cattedra di letteratura in molti componimenti una minuziosa ripresa di seg- Altra assenza poco spiegabile vergogna o ignavia) del suo venne lo scettro a man più
italiana del Liceo di Vercelli. Bossetti si rivolge direttamen- menti poetici (singoli elemen- è quella delle figure femmini- passato. «Io son figlia d’Italia salda | quando il serto in
Dopo vent’anni esatti, il 1. te a Dante per esaltarlo, per ti lessicali, sintagmi, spesso li: con eccezione di Beatrice, e fui regina: | e s’oggi più non Pavia cinse Ardoino, | di
Ottobre 1881 fu di nuovo tra- consolarlo del dolore sofferto mezzi versi), assemblati in Bossetti non sembra toccato porto la corona, | serbo nel libertà, d’onor anima calda, |
sferito al Liceo di Ivrea – nel negli anni dell’esilio, per sot- modo da formare un nuovo dalle vicende umane e doloro- petto la virtù latina: | sottile prole gentil del buon sangue
frattempo intitolato a Carlo trarlo alle accuse dei detratto- testo. Non a caso, per con- se di Francesca, di Pia de’ ho il fianco, poca la persona: latino: | prode, gagliardo,
Botta – dove insegnò per altri ri, per additargli le trovate durre questa operazione, Tolomei, di Piccarda Donati. | ma l’alma ho grande, di ver generoso, altero, | degno de’
dieci anni, fino al 1891, senza fondamento di alcuni Bossetti scelse il sonetto, la Comunque, l’elemento di cui pregio calda, | e in guerra al sommi onor, degno d’impe-
quando ottenne di essere col- dei suoi commentatori. Il struttura metrica formata da più si sente la mancanza par de le mie rocche salda». ro». Come per sopperire
locato a riposo. titolo della collezione di quattordici versi endecasilla- nell’articolata corona di Basta la strofe iniziale per all’assenza di Arduino nel
La composita opera poeti- sonetti fa perno su una parola bi, raggruppati in due quarti- sonetti è il sentimento della rendersi conto che anche la novero dei personaggi dante-
ca di Bossetti avrebbe rischia- umile (le faville), cui compete ne e due terzine con una storia, vale a dire la percezio- personificazione di Ivrea si schi, Bossetti ne descrive la
to la dispersione e l’oblio, se rapportarsi al capolavoro inar- distribuzione delle rime varia- ne critica della distanza del- esprime alla stregua dei per- nobiltà con una variazione -
non fosse intervenuto un rivabile (la gran fiamma); è bile: tutte caratteristiche che l’opera di Dante dall’epoca in sonaggi danteschi; l’opposi- generica ma efficace - sul
altro importante scrittore e però la stessa umiltà (in ter- facilitano la ripresa di tessere cui Bossetti ne riscrive i carat- zione tra l’identità attuale e Petrarca della canzone
pedagogo canavesano, mini retorici) già professata testuali e rime dalla teri. Il poeta-professore di quella di un tempo («son all’Italia (RVF CXXVIII,
Bernardo Chiara (Vauda di da Dante: «Poca favilla gran Commedia. Se poi si conside- Barbania si rivolge infatti figlia ... fui regina») è infatti «Latin sangue gentile», v. 74).
Front, 1863 - Torino, 1942), fiamma seconda», si legge in ra che anche i soggetti deriva- all’autore della Commedia un calco della celebre presen- Dopo il periodo medioevale,
a curarne un’edizione com- un momento tanto impegna- no dal poema, s’intende come con la stessa deferenza con tazione con cui si rivela il pro- la voce di Ivrea ripercorre le
plessiva, che vide la luce a tivo come il proemio al la ricostruzione e le combina- cui parla ai suoi contempora- tagonista del canto VI del vicende più vicine nel tempo,
Ivrea nel 1921, ovviamente in Paradiso (I 33). Ancora nel zioni risultino alquanto age- nei, per rendere loro omaggio Paradiso: «Cesare fui e son soffermandosi sulle tappe
occasione del centenario dan- Novecento questa metafora voli. L’intenzione più eviden- o per fustigarne i vizi. Al giu- Iustinïano». I Salassi sono risorgimentali e citando per
tesco. Fu il benemerito edito- dalle fattezze proverbiali (così te della raccolta è di rendere dizio storico-critico si sosti- detti «un popol fero, dall’a- ultima la battaglia di San
re Francesco Viassone a pub- parafrasabile: “a una piccola omaggio al genio poetico di tuisce sempre quello morale, spetto arcigno, | che, Martino e Solferino (24
blicarla, appunto con il titolo scintilla segue un grande Dante, facendo rivivere gli ulteriormente annacquato da maschio il cor, fortissimo le Giugno 1859), che costituisce
generale Il trionfo di Dante e incendio”) si intendeva per lo affetti suscitati dalle vicende convenzionali esaltazioni membra, | ancor tenea del anche il terminus post quem
d’Italia. Canzoniere di G.B., più riferita ai frutti poetici dei suoi personaggi; per que- della poesia. monte e del macigno»; il let- per la datazione dell’ode.
in due volumi dalla veste ragguardevoli (gran fiamma) sto il poeta canavesano dedica La storia collettiva e tore riconosce qui l’espressio- michele curnis
tipografica sobria ma, come che il modello prototipico di sonetti a Ciacco, Farinata nazionale fa invece capolino ne con cui Brunetto Latini (continua)

Santi, Beati e Venerabili


23 settembre nella Madonna. Il soprannaturale irrompe le terribili vessazioni a cui il demonio lo sot-
SAN PIO DA PIETRELCINA assai presto nella vita del futuro santo: fin da topone, che non lasciano mai in pace il pove-
Pietrelcina, Benevento, 25 maggio 1887 bambino egli riceveva visite frequenti di Gesù ro frate, torturato nel corpo e nello spirito.
S. Giovanni Rotondo, 23 settembre 1968 e Maria, vedeva demoni e angeli, ma poiché Nel 1916 i superiori pensano di trasferirlo
pensava che tutti avessero queste facoltà non a San Giovanni Rotondo, sul Gargano, e qui,
Quando muore, il 23 settembre 1968, a ne faceva parola con nessuno. Il 22 gennaio nel convento di S. Maria delle Grazie, ha ini-
81 anni, le stimmate scompaiono dal suo 1903, a sedici anni, entra in convento e da zio per Padre Pio una straordinaria avventura
corpo e, davanti alle circa centomila persone francescano cappuccino prende il nome di fra di taumaturgo e apostolo del confessionale.
venute da ogni dove ai suoi funerali, ha inizio Pio da Pietrelcina. Diventa sacerdote sette Un numero incalcolabile di uomini e donne,
quel processo di santificazione che ben prima anni dopo, il 10 agosto 1910. Vuole partire dal Gargano e da altre parti dell’Italia, comin- cartello con una celebre frase di S. Bernardo:
che la Chiesa lo elevasse alla gloria degli altari missionario per terre lontane, ma Dio ha su ciano ad accorrere al suo confessionale. È il “Maria è tutta la ragione della mia speran-
lo colloca nella devozione dei fedeli di tutto il di lui altri disegni, specialissimi. suo ministero, che attinge la propria forza za”. Maria è il segreto della grandezza di
mondo come uno dei santi più amati dell’ul- I primi anni di sacerdozio sono compro- dalla preghiera e dall’altare, e che Padre Pio Padre Pio, il segreto della sua santità. A Lei,
timo secolo. messi e resi amari dalle sue pessime condizio- realizza non senza grandi sofferenze fisiche e nel maggio 1956, dedica la “Casa Sollievo
Francesco Forgione era nato a Pietrelcina, ni di salute, tanto che i superiori lo rimanda- morali. della Sofferenza”, una delle strutture sanita-
provincia di Benevento, il 25 maggio 1887. I no più volte a Pietrelcina, nella casa paterna, Il 20 settembre 1918, infatti, il cappucci- rie oggi più qualificate a livello nazionale e
suoi genitori, Grazio e Giuseppa, erano poveri dove il clima gli è più congeniale. Padre Pio è no riceve le stimmate della Passione di internazionale.
contadini, ma assai devoti: in famiglia il rosa- malato assai gravemente ai polmoni. I medici Cristo che resteranno aperte, dolorose e san- Il suo testamento spirituale, alla fine della
rio si pregava ogni sera in casa tutti insieme, gli danno poco da vivere. Come se non guinanti per ben cinquant’anni. La sua cellet- sua vita, fu: “Amate la Madonna e fatela
in un clima di grande e filiale fiducia in Dio e bastasse, alla malattia si vanno ad aggiungere ta, la numero 5, portava appeso alla porta un amare. Recitate sempre il Rosario”.
giovedì 7 ottobre 2021 • Storia e Ricordi il
isveglio
popolare
21

Giovanni Bossetti, il canavesano cantore di Dante


(continua dal Risveglio affida al suo Dante-personag- Milano, Museo del Risorgimento,
Popolare del 23 settembre) gio il compito di profetizzare Andrea Appiani jr. (1817-1865),
e di ammonire, «provando e Venezia che spera.
Quando pubblicò in riprovando» (Par. III 3, ossia
Il quadro di Appiani,
forma completa il suo poema “approvando e biasimando”)
più articolato e ambizioso, Il le azioni e l’opera dei fautori risalente al 1861, raffigura
trionfo di Dante e d’Italia, o dei nemici dell’unità italia- la personificazione di Venezia,
Giovanni Bossetti rivelò che na. accompagnata dal leone
l’idea della composizione era Rivolgendosi appunto alle di San Marco, in dolorosa attesa
nata nel 1865 a Vercelli, anime dei Savoia, nel canto di riunirsi con il resto del Regno
ovviamente in occasione del II, lo spirito di Dante li enco-
d’Italia. Un analogo impianto
centenario dantesco, che per mia per il compimento della
la prima volta si celebrava riunificazione: «o gagliardi, allegorico caratterizza
nelle forme delle onoranze che in istato | drizzaste la più anche il canto XVI del Trionfo
nazionali, dallo sfondo tutto nobil monarchia: | chè a voi di Dante e d’Italia
politico. Alcuni canti erano si debbe, a voi, s’altra fïata | del canavesano Giovanni
usciti in forma isolata su rivi- rivive Italia, e a dì miglior Bossetti, in cui il Genio di
ste e opuscoli, ma poi il pro- s’avvia». Dante parla all’ani-
Venezia incontra lo spirito di
getto si era interrotto. Fu ma di Carlo Alberto, prefigu-
necessaria un’altra circostan- randogli la gloria di suo figlio, Dante e gli trasmette
za speciale, come il cinquan- Vittorio Emanuele II: «è la disperazione per la mancata
tenario dello Statuto Alber- Vittorio, il gran Re, figlio tuo libertà della sua città.
tino del 1848, perché Bossetti degno. | Perché a tutti i
si decidesse a riprendere e monarchi andrà di sopra. |
completare la composizione Sovra l’amor egli fondò il suo del Dante-personaggio è assai dove mille anime pronta- al lessico della Commedia gli l’epopea all’annessione di
del poema, che uscì infatti a regno: | ei sicuro sen vive ed ridotta, perché si limita a mente accolgono Dante e ne servì appunto per legittimare Venezia (1866) o a quando
Torino nel 1898, pochi mesi onorato: | fatto a l’amor de le condividere la celebrazione celebrano il ritorno a Firenze. tale esperimento letterario, Roma divenne effettivamente
prima della morte dell’autore. sue genti segno, | Re d’Italia dell’epopea risorgimentale. È Ora il modello narrativo di conseguenza di una ferrea e la capitale del Regno d’Italia
Tanto nell’aspetto metri- fia ’n Roma incoronato». invece sempre fondamentale Bossetti è il Carme dei sepol- incondizionata fede politica. (1871). Fissando la data della
co-formale quanto nella Nel corso del canto IV, in la funzione stilistica, giacché cri di Foscolo, perché dalle Cento anni più tardi, il visione al Maggio del 1865,
struttura narrativa, Il trionfo volo sopra Torino, Carlo Bossetti fa parlare tutti i dia- rispettive tombe lì edificate le poema risorgimentale di Bossetti preferì circoscriverne
di Dante e d’Italia imita la Alberto presenta a Dante le loganti per mezzo di formule ombre di Machiavelli, Bossetti appare alquanto l’argomento a partire dagli
Commedia: è il racconto di anime di Camillo Cavour e ed espressioni ricorrenti nella Galilei, Michelangelo, Tasso complesso, nonostante le anni di Carlo Alberto fino
una visione, ambientata tra Vincenzo Gioberti, che reste- Commedia (certo, sentir par- e Alfieri si fanno incontro a numerose ingenuità nell’im- all’inaugurazione della statua
cielo e terra, cui il poeta assi- ranno presenti in tutte le fasi lare i Savoia, Gioberti e Dante e gli rendono onore, palcatura narrativa e le forme di Dante a Firenze in occasio-
ste; è suddiviso in venti canti, successive della visione. Lo Cavour con le stesse parole di per poi cedere la parola alla stucchevoli dello stile. Il prin- ne del centenario.
ognuno dei quali in terzine di spirito di Cavour è ancora Farinata degli Uberti, Ciacco voce di Petrarca, che intona cipale difetto, forse, è nella Pur segnato da così forti
endecasillabi a rima concate- escluso dal paradiso, perché il o Pier delle Vigne produce un una canzone in onore di parzialità della prospettiva: Il limitazioni, il poema si fa
nata; ed è ovviamente il fato di Roma non è compiu- effetto un po’ buffo ...). Beatrice. È presumibile come trionfo di Dante e d’Italia non veicolo di un messaggio stori-
poeta stesso a narrare in to: «Monda Roma, e ritolta al A onor del vero, la strut- l’ispirazione poetica si smar- può dirsi un canto nazionale, co – che il dantista Ravello
prima persona l’esperienza vitupero, | il mio bando dal tura della maggior parte dei risca nell’ansia di rammemo- perché l’Italia di cui parla è in non colse – attraverso la cro-
soprannaturale. Il Bossetti- ciel sarà finito», spiega il canti è molto ripetitiva, e lo rare le principali glorie della realtà soltanto quella del naca spirituale delle guerre
personaggio, però, a differen- Conte, richiamando allusiva- scambio di battute conven- civiltà italiana e di rappresen- regno di Sardegna, dei Savoia, d’indipendenza, rivisitate
za del Dante-personaggio, mente la condanna anti- zionale e prevedibile. Un tarle in conversazione con il e in particolare dei piemonte- dalla specola del paradiso cri-
non è protagonista, ma sol- ecclesiastica con cui Dante momento di pregevole poesia sommo Poeta. Già nel 1921, si (o al massimo dei milane- stiano e sotto l’auspicio del
tanto spettatore privilegiato; prorompe in Inf. XIX 106- è, però, nell’attacco del canto quando lo incluse nella sua si) caduti nel corso delle varie presunto fondatore del senti-
il protagonista autentico è lo 117 (un passaggio che, nel XVI, dedicato alla presenta- rassegna su Dante e il guerre. È un’epopea che cele- mento nazionale italiano,
spirito di Dante, che insieme testo di Bossetti, sarà testual- zione di Venezia, del Leone e Canavese, Federico Ravello bra soltanto una regione della ossia Dante. Dunque, una
a Beatrice discende dal para- mente ripreso più tardi, in un del Genio della città laguna- giudicò severamente il poema nuova nazione, dimentican- ricostruzione storiografica e
diso per visitare il sepolcreto altro dialogo tra Dante e re, in dolente attesa dell’uni- di Bossetti, negandogli qualsi- do quasi tutte le altre, tanto politica che oggi sappiamo
dei Savoia, nella Basilica di Cavour). Dopo una rapida ficazione all’Italia: un’atmo- voglia genuina ispirazione e in termini di cooperazione essere del tutto infondata, ma
Superga, e per recarsi nei luo- visita a Vercelli, gli “spiriti sfera di sofferente incertezza, riducendolo a uno stanco come di ostilità o di ideologia che nel 1921 (quando si pub-
ghi più rappresentativi degli magni” si spostano in volo a che Bossetti – rinunciando centone di passi e stilemi contraria. Ma, evidentemen- blicò a Ivrea l’edizione
scontri risorgimentali, fino a Palestro, Novara, Magenta, per una volta al calco pedisse- della Commedia. In effetti, te, un giudizio equilibrato, Viassone del canzoniere di
raccogliersi all’interno della Milano, San Martino e quo del modello dantesco – chi vi ricercasse originalità sine ira et studio, sui decenni Bossetti) risultava più che
chiesa di Santa Croce a Solferino. Da ognuno di que- esprime in autonomia e poetica resterebbe deluso; delle campagne d’indipen- mai diffusa e accettata. Non
Firenze, e da lì assistere all’i- sti campi di battaglia si leva- secondo lo spirito degli anni tuttavia, è presumibile che denza e il loro esito sarebbe dovendone discutere la plau-
naugurazione del suo proprio no le anime dei caduti per la Sessanta dell’Ottocento, l’intenzione dell’autore fosse superiore alle forze dell’auto- sibilità storica, Ravello andò
monumento, avvenuta il 14 causa italiana, che narrano a come nel celebre quadro di piuttosto diversa. Bossetti re. Da ultimo, resta nel letto- cercando invano quello che il
Maggio 1865. Inoltre, il cana- Dante l’eroismo di Vittorio Andrea Appiani jr. volle infatti ideare una glorifi- re un’impressione amarogno- poema di Bossetti non può
vesano Bossetti evita accura- Emanuele II o le loro stesse Nella parte finale del cazione del Risorgimento in la di incompiutezza, come se offrire: la poesia assoluta e
tamente di presentarsi come imprese. In questa fase cen- poema, gli spiriti magni termini epici, e il ricorso a la “stanca mano” fosse cadu- universale.
un novello Dante, e perciò trale del poema, la funzione discendono in Santa Croce, Dante, alla lingua, al metro e ta prima di poter aggiornare michele curnis

Santi, Beati e Venerabili


SAN DANIELE COMBONI piaghe, a partire dallo schiavismo, proibito essere dolce. Uno che per gli africani è già
Limone del Garda, 15 marzo 1831 ufficialmente, ma in pratica trionfante. santo, che strapazza i pascià, combatte gli
Khartum (Sudan), 10 ottobre 1881 Quest’uomo che sarà poi vescovo e vicario schiavisti e serve i mendicanti. Da lui l’africa-
apostolico dell’Africa centrale, vive un duro no impara a tener alta la testa.
Autunno 1857: partono per il Sudan cin- abbandono, finché il sostegno del suo vesco- Nell’autunno 1881 riprendono le epide-
que missionari mandati da don Nicola Mazza vo, Luigi di Canossa, gli consente di tornare mie: vaiolo, tifo fulminante, con strage di
di Verona, educatore ed evangelizzatore. Fine in Africa nel 1867, con una trentina di perso- preti e suore in Khartum desolata. Comboni
1859: tre di essi sono già morti, due rifugiati ne, fra cui tre padri Camilliani e tre suore assiste i morenti, celebra i funerali, e infine
al Cairo, e a Verona torna sfinito il quinto. È francesi, aiuti preziosi per i malati. Nasce al muore nella casa circondata da una folla pian-
Daniele Comboni, unico superstite degli otto Cairo il campo-base per il balzo verso Sud. gente. Ha 50 anni. Poco dopo scoppia la rivol-
figli dei giardinieri Luigi e Domenica, sacerdo- Nascono le scuole. E proprio lì, nel 1869, ta anti-egiziana del Mahdi, che spazza via le
te dal 1854. Riflette a lungo su quel disastro e molti personaggi venuti all’inaugurazione del missioni e distrugge la tomba di Comboni
su tanti altri, giungendo a conclusioni che Canale di Suez scoprono la prima novità di (solo alcuni resti verranno in seguito portati a
saranno poi la base di un “Piano”, redatto nel Comboni: non solo ragazzi neri che studiano, Verona). Dall’Italia, dopo la sua morte, si
1864 a Roma. In esso Comboni chiede che ma maestre nere che insegnano. Inaudito. chiede ai suoi di venir via, di cedere la missio-
tutta la Chiesa si impegni per la formazione Ma lui l’aveva detto: "L’Africa si deve salvare ne. Risposta dall’Africa: "Siamo comboniani".
religiosa e la promozione umana di tutta con l’Africa". E non abbandonano l’Africa. Ci sono
l’Africa. Il “Piano”, con le sue audaci innova- Poi si va a Sud: Khartum, El-Obeid, Santa anche ai giorni nostri, in Africa e altrove. Ne
zioni, è lodatissimo, ma non decolla. Poi, per Croce... Lui si divide tra Africa ed Europa, ha muoiono ancora oggi. Intanto il Sudan ha la
avversioni varie e per la morte di don Mazza problemi interni duri. Ma "nulla si fa senza la sua Chiesa, i suoi vescovi. E ora il suo patro-
(1865), Comboni si ritrova solo, impotente. croce", ripete. Una croce per tutte: il suo con- no: Giovanni Paolo II ha proclamato beato
Ma non cambia. Votato alla “Nigrizia”, ne fessore lo calunnia, e Comboni continua a Daniele Comboni nel 1996 e lo ha canoniz-
diventa la voce che denuncia all’Europa le sue fare la sua confessione a lui. Un leone che sa zato nel 2003.
20 il
isveglio
popolare • Storia e Ricordi giovedì 21 ottobre 2021

Ivrea celebra il centenario dantesco del 1921


In occasione del VI cente-
A destra il frontespizio
nario della morte di Dante,
nel 1921, la città di Ivrea rea- delle “Letture del
lizzò una serie di attività cele- Centenario. Onoranze a
brative davvero straordinaria. Dante Alighieri in Ivrea
Come si è già visto, l’editore 1921”, edito per i tipi di
eporediese Viassone assunse Viassone, Ivrea 1923.
l’incarico di stampare in due
Qui a fianco
volumi il canzoniere di
Giovanni Bossetti, per le cure l’immagine di Dante,
critiche di Bernardo Chiara. «Da originale di
Ma l’iniziativa di più alta Raffaello | esistente
ambizione si dovette al nella Galleria Arciduca
Municipio, nel cui Salone si Carlo di Vienna ||
svolse un ciclo di conferenze
Fotogr. Fratelli Alinari |
di argomento dantesco tra il
16 Gennaio e l’8 Maggio. Firenze»
Ognuna di quelle conferenze
fu quindi stampata dallo stes-
so editore Viassone in eleganti Federico Ravello, cui spetta il
libretti in 8º grande, che circo- merito di aver redatto un arti-
larono come capitoli della colo su Dante e il Canavese
serie “Letture del Centenario”. (pubblicato nel «Bollettino
Nel 1923, da ultimo, si Storico-Bibliografico Subal-
realizzò un assemblaggio di pino» del 1921). Anche Ra-
quasi tutti gli interventi già vello insegnava al Liceo
pubblicati e di altri precedenti “Botta” in quegli anni; nel
rimasti inediti in un unico 1924 si sarebbe trasferito al
volume, dal titolo Letture del Regio Liceo-Ginnasio “Vitto-
Centenario. Onoranze a rio Emanuele principe di
Dante Alighieri in Ivrea Napoli” di Aosta, dove la sua
MCMXXI. fama di studioso di Dante lo
Questo volume – i cui viaggio spirituale di Dante), il Purgatorio; IV. Il Paradiso ter- aveva iniziato oltre cinquecen- l’istituto eporediese. Il primo aveva evidentemente precedu-
esemplari costituiscono oggi Municipio di Ivrea preferì restre - La figura di Beatrice; V. to anni prima. dei due interventi che pronun- to, visto che nell’Annuario per
una prelibata ricercatezza per i dedicare le celebrazioni dante- Il Paradiso; VI. Dante e La seconda metà del volu- ciò a Ivrea nel 1921 è di una l’Anno Scolastico 1924-1925
bibliofili e i dantofili – aggiun- sche all’antico segretario di Virgilio; VII. Dante e Manzoni me celebrativo, nella varietà splendida freschezza, perché si di quell’istituto avrebbe pub-
se nell’antifrontespizio la Cavour e suo uomo più fidato - Epilogo. L’elaborazione delle tematica dovuta alla pluralità avvia con un ricordo personale blicato un’altra breve ricerca:
riproduzione di un ritratto di nei difficili anni nella negozia- conferenze di Pinchia non degli autori, rispecchia una più di tre anni prima, quando nel La leggenda del “Ghibellin
Dante della collezione Fratelli zione con la Francia e i prepa- risale però al 1921, ma ad tipica raccolta di studi dante- Maggio del 1918, prestando il fuggiasco” (Tipografia Editrice
Alinari di Firenze, ispirato a rativi della guerra contro anni anteriori; la prima, per schi. Ecco i titoli delle confe- servizio militare a Torino, Marguerettaz, Aosta 1925). Il
un originale raffaellesco. Nella l’Austria: insomma, una dedi- esempio, fu pronunciata nel renze che si tennero nel Borra si era ritrovato in tram, tema cui Ravello si dedica nel
pagina successiva a quella del ca allusiva, centrata su un per- Teatro Civico di Ivrea (che poi Salone Municipale di Ivrea nei diretto verso la caserma. volume eporediese è il senti-
frontespizio, poi, fu fatta cam- sonaggio del territorio, di forte sarebbe diventato il Teatro primi mesi del 1921: VIII. «Tornavo adunque con l’ani- mento della vendetta, quella
peggiare un’epigrafe, con la impatto emozionale. Giacosa) il 15 Aprile 1909, in Federico Ravello, Il sentimen- ma ancora sospesa nelle sere- personale del Dante-poeta,
dedica dell’intera rassegna: Dietro un progetto così occasione dell’inaugurazione to della vendetta in Dante; IX. ne visioni della pace della espressa per mezzo di tante
«Nella Italica commemorazio- finemente preparato dovette del comitato eporediese della Dionisio Borra, Dante poeta di natura, tenendo tra le mani il apostrofi, condanne e maledi-
ne | di | Dante Alighieri | probabilmente muovere i fili Società Dante Alighieri. popolo; X. Giacomo Boggio, “Dante minuscolo hoepliano”, zioni che costellano la
Ivrea | fedele alla memoria - principali un altro protagoni- Ma l’afflato che permea L’origine dell’anima umana dal quale avevo sorseggiato Commedia, e che a detta
grata alle opere | dedica le let- sta canavesano del Risor- tutti i testi si può facilmente nel XXV canto del Purgatorio; con avidità le bellezze ineffabi- dello studioso non sono espe-
ture onorarie | celebranti il gimento, come Emilio Pinchia individuare in un solo tema: la XI. Gaudenzio Manfredi, li degli ultimi canti del dienti retorici, bensì una
XIV Settembre MCCCXXI | a (1842-1934), Conte di Ban- predestinazione divina Modernità di pensiero politico Paradiso. E tornavo perchè forma di umana rivalsa contro
| Costantino Nigra | Cana- chette, già segretario del gene- dell’Italia a riunirsi politica- in Dante; XII. Alessandro sarebbe sonata tra poco la l’ingiustizia.
vesano | delle fortune e delle rale Raffaele Cadorna nel mente in un regno. Pinchia Favero, Di alcune interferenze Ritirata. Quanta prosa! [...] Il L’acume dell’analisi di
lettere patrie | benemerente». 1870 (nei mesi della spedizio- rilegge la storia medievale ita- platoniche nella Scolastica di mio vicino di sinistra (ricordo Ravello fu notato dai recensori
Nigra era morto nel 1907 e ne e presa di Roma), deputato liana, e ancor più quella lette- Dante; XIII. Dionisio Borra, come fosse ora), che parlava delle numerose riviste specia-
non poteva certo essere ricor- del Regno d’Italia tra il 1890 e raria, sulla base di questa idea, Nella Rosa dei Beati. ad alta voce con un suo com- lizzate del tempo, che nel
dato come un illustre studioso il 1913, che aveva raggiunto il veicolando ovviamente il suo Se i saggi di Pinchia erano pagno [...] si china verso l’ami- menzionare il volume di Ivrea
di Dante o come un poeta che gradino più alto della carriera pensiero con l’ausilio di un accomunati dalla prospettiva co e gli dice un po’ più sottovo- non dimenticavano mai di
si fosse direttamente ispirato politica come Sottosegretario armamentario retorico che a politico-nazionale con cui l’o- ce: “Costui”, ed accennò, con sottolineare la qualità speciale
all’opera del fiorentino. Le alla Istruzione Pubblica nel quell’epoca risultava assai effi- pera di Dante veniva riletta un volger di pollice discreto, a della sua conferenza sopra le
ragioni della dedica del libro, 1898 (governo De Rudinì), e cace (mentre, un secolo dopo, (prima e dopo l’esperienza me che gli ero accosto, “costui altre. Non è un caso se un
pertanto, furono interamente poi di nuovo tra 1903 e 1905 rende la lettura abbastanza far- della Prima Guerra Mon- è un prete”. Io non mi mossi: ulteriore intervento celebrati-
politiche: nel 1921 la Città di (secondo governo Giolitti). raginosa). Anche l’accosta- diale), quelli della seconda ma immagino la faccia dubito- vo pronunciato a Ivrea il 5
Ivrea intendeva celebrare Pinchia fu avvocato, storico, mento dell’ultima conferenza parte sono accomunati da sa ed interrogativa di chi veni- Giugno 1921, La grande voce,
Dante soprattutto quale ante- scrittore fecondissimo di (su Dante e Manzoni), più che un’appartenenza che riguarda va messo a parte di una simile fosse affidato ancora a
signano del Risorgimento e memorie e di libelli letterari. per ragioni storico-letterarie, si tutti gli autori, in quanto pro- scoperta. E l’altro, di rincalzo, Ravello. Stampato anch’esso
precursore dell’ideale unitario Nella silloge delle onoranze spiega con l’obbiettivo “unita- fessori presso il Regio Liceo- immediatamente: “Non c’è da Viassone in forma di libret-
(di quell’Unità del 1861, per eporediesi i primi sette capitoli rio”: il grande successo della Ginnasio “Carlo Botta”. dubbio; legge un libro che to, non fu incluso nel volume
cui tanto si era impegnato il sono suoi, e i titoli illustrano proposta manzoniana di una Anche il giovane sacerdote parla del paradiso”». miscellaneo del 1923, ma
canavesano Nigra). Anziché un programma di educazione lingua nazionale deve essere Dionisio Borra (1886-1972), L’unico autore del volume sopravvive comunque come
procedere un po’ ingenuamen- letteraria nazionale, tutta sotto considerato conseguenza di un nativo di Albiano d’Ivrea e delle Onoranze eporediesi che altra preziosa briciola di divul-
te (come aveva fatto Bossetti, il segno dantesco: I. Visioni progetto linguistico “italiano” futuro vescovo di Fossano (dal si possa definire un dantista a gazione e passione dantesca.
trasformando il Conte di italiche - Figura e tempi di che l’autore della Commedia e 1943 fino al 1963), era all’epo- tutto campo, oltre che un
Cavour in un compagno di Dante; II. L’Inferno; III. Il del De vulgari eloquentia ca professore di lettere presso probo italianista, è però quel michele curnis

Santi, Beati e Venerabili


BEATO GIUSEPPE PUGLISI Religione nelle scuole. Comincia a sorgere in bene, fonda il Centro “Padre Nostro”, inaugu-
Palermo, 15 settembre 1937 lui una vera preoccupazione per le condizioni rato il 29 gennaio 1993. Il suo impegno, tutta-
15 settembre 1993 di vita degli abitanti nei quartieri più emargina- via, gli procura minacce di morte da parte dei
ti del capoluogo siciliano. mafiosi.
Giuseppe Puglisi nasce a Palermo, nel Dal 1970 al 1978 padre Pino, come tutti lo La sera del suo cinquantaseiesimo com-
quartiere Brancaccio, il 15 settembre 1937, chiamano, è parroco a Godrano, piccolo paese pleanno, il 15 settembre 1993, mentre sta per
figlio di Carmelo Puglisi, calzolaio, e di in provincia di Palermo, dove riesce a sanare rientrare a casa, viene ucciso da Salvatore
Giuseppa Fana, sarta. Entrato nel seminario una faida tra famiglie. Intanto, non perde di Grigoli, dopo avergli rivolto il suo ultimo sorri-
diocesano di Palermo nel 1953, viene ordinato vista la cura per le vocazioni, a diretto contatto so. È stato beatificato a Palermo il 25 maggio
sacerdote il 2 luglio 1960. Riceve quindi i con i giovani mediante i campi-scuola. Il 29 2013, da papa Francesco. I suoi resti mortali
primi incarichi come vicario parrocchiale e settembre 1990 ritorna a Brancaccio come par- sono venerati nella cattedrale di Palermo, men-
vicerettore del seminario minore. roco di San Gaetano. tre la sua memoria liturgica cade il 21 ottobre,
Si occupa anche dell’insegnamento della Per indirizzare i giovani sulla strada del giorno del suo Battesimo.
20 il
isveglio
popolare • Storia e Ricordi giovedì 4 novembre 2021

UN CICLO DI CONFERENZE SUL POETA, TENUTE DA RELATORI DI SPICCO DELL’EPOCA, DESTÒ VIVO INTERESSE

Il Risveglio Popolare per Dante nel 1921


In occasione delle celebra- Carnaro | ch’Italia chiude e Sulla prima pagina de
zioni dantesche di cento anni suoi termini bagna»). Le vec- Il Risveglio Popolare
fa, il Risveglio Popolare di chie porte lignee della tomba del 16 Giugno 1921
Ivrea, che all’epoca aveva ravennate furono sostituite da apparve un sonetto
appena un anno di vita, fu un nuovo portale bronzeo, dantesco firmato
estremamente attento a forni- dono del Municipio di Roma, “Ripano”. Si tratta di
re puntuali ragguagli sulle atti- ricavato da un cannone A. Ripano de Villa,
vità che si realizzavano in austriaco catturato durante il pseudonimo (in parte
città, e in alcune occasioni conflitto: un altro segno, estre- anagrammatico) di
intervenne anche nel merito mamente concreto, del merito Ambrogio Parino, nato a
della divulgazione e del dibatti- spirituale che si attribuiva al Villareggia nel 1881,
to su Dante. Il capillare coin- messaggio di Dante a conclu- sacerdote, insegnante nel
volgimento del giornale dioce- sione della Guerra. Circolo Didattico di
sano è un ulteriore segnale del Nello stesso centenario, Settimo Tavagnasco e
generale interesse per Dante, molto spesso alla venerazione francesista. Nel 1919
tanto forte da unire l’ammini- per Dante si mescolarono sia l’editore Viassone aveva
strazione municipale, il Regio il rimpianto per il sacrificio pubblicato un’importante
Liceo-Ginnasio “Carlo Botta”, tradito della Prima Guerra monografia di Parino su
la stessa diocesi, l’Opera Mondiale sia la desolazione François Villon; nel 1925
Bonomelli e l’editore Vias- per la virulenta lotta sociale in lo studioso licenziò, con la
sone, delle cui stampe già si è corso. Riassume tutto questo prefazione di Salvator
dato conto in altri articoli pre- un sonetto inedito di Gotta, un libro sulla vita e
cedentemente pubblicati. Ambrogio Parino (alias l’opera di Molière,
Non va dimenticato che Ripano), stampato sul stampato dalla Scuola
gli anni successivi alla conclu- Risveglio Popolare del 16 giu- Tipografica degli
sione del Primo conflitto mon- gno 1921, ossia poche setti- Artigianelli di Ivrea
diale furono tra i più travaglia- mane dopo quelle elezioni
ti per la società italiana del politiche nazionali che con- Il Risveglio Popolare non man-
Novecento. A dispetto della sentirono al Partito Fascista cano di rilevare la straordinaria
vittoria militare, la crisi politi- di entrare nel parlamento. Il abilità retorica di Pinchia e il
ca ed economica andava 26 maggio, tra l’altro, analiz- successo delle sue conferenze,
fomentando movimenti ideo- zando sul settimanale dioce- alle quali assistevano impor-
logici in violento contrasto tra sano i risultati elettorali, tanti personalità, come il vesco-
loro, che avrebbero preparato i Adolfo Coassolo aveva lascia- vo di Ivrea, Mons. Matteo
contesti dell’episodio di to da parte la prospettiva loca- Filipello, i Duchi di Agliè, il
Fiume, della marcia su Roma le (in Canavese aveva stravin- Sottoprefetto e il Comandante
e dell’avvento del Fascismo. to il Partito Popolare), per del presidio.
Anche nel clima convulso del riflettere piuttosto sulla Richiamano l’attenzione
“Diciannovismo”, tuttavia, in nuova «impronta antidemo- l’ampiezza e la varietà dei pro-
quasi tutta la penisola il nome cratica» che dava a preoccu- fili sociali dei relatori: un ex
di Dante equivaleva a unità pare per l’avvenire. fondata nel 1900 da Geremia accorrendo a queste conferen- Febbraio (V), Pinchia, Il deputato del Partito Liberale
nazionale, spirito di rivalsa, Anche in una cittadina Bonomelli, vescovo di Cre- ze, poichè, onorando il Padre Purgatorio; 20 Febbraio (VI), (Pinchia), un professionista
profezia di salvezza, o almeno periferica come Ivrea, pertan- mona (conosciuta in seguito e della nostra lingua, concorre- Giacomo Boggio, L’origine del- ben conosciuto in città (l’avvo-
speranza di tempi migliori. to, il progetto di un ciclo di tuttora operante come Opera ranno ad aiutare e a conforta- l’anima umana nel 25° canto cato Favero), un importante
Nel biennio 1918-1919 vanno conferenze pubbliche su Bonomelli), fu la promotrice re l’esilio volontario ma non del Purgatorio; 27 Febbraio ecclesiastico della Diocesi
ritrovate le ragioni di un gesto Dante destò un vivissimo del comitato organizzativo, in sempre facile e lieto dei nostri (VII), Giuseppe Corradi, La (Mons. Boggio, Canonico della
simbolico di grande suggestio- interesse, come si può apprez- collaborazione con la sezione lavoratori, ed il nome di Dante vita politica italiana nell’età di Cattedrale), un nutrito gruppo
ne, a conclusione dell’anno zare dai tanti articoli, avvisi, eporediese dei Professori delle ci raccolga tutti, all’interno ed Dante; 6 Marzo (VIII), di professori del Liceo “Botta”
dantesco: il 13 settembre stelloncini e cronache de Il Scuole Medie; a presiedere all’estero, nel palpito sublime Gaudenzio Manfredi, Moder- (Borra, Manfredi, Ravello) o
1921, durante la solenne inau- Risveglio Popolare. Il primo l’intero apparato fu una nobil- della Patria». nità di pensiero politico di l’epigrafista Corradi (che nel
gurazione della restaurata annuncio dell’iniziativa fu la donna di Ivrea, la contessa De Il ciclo delle letture iniziò il Dante; 13 Marzo (IX), 1931 avrebbe pubblicato il
tomba di Dante a Ravenna, al colonna Conferenze Dan- Jordanis. Sin dall’inizio, si 16 gennaio, ma solo sul Pinchia, Dante e Virgilio; 20 secondo fascicolo del vol. XI
Regio Esercito venne concesso tesche, nel numero del 6 gen- decise di istituire un biglietto numero del 20 di quel mese il Marzo (X), Pinchia, La figura delle Inscriptiones Italicae,
il privilegio di deporre l’unica naio 1921, dedicata ad antici- d’ingresso a pagamento (al Risveglio Popolare poté dare di Beatrice; 3 Aprile (XI), interamente dedicato a
corona di bronzo e argento pare «un raro godimento intel- prezzo di 1 Lira), al fine di notizia del calendario comple- Adolfo Coassolo, Il misticismo Eporedia e tuttora fondamen-
all’interno del sacello. Anco- lettuale, tanto più raro nella destinare il ricavato al to, con i titoli e i nomi dei in Dante; 10 Aprile (XII), tale per la collezione epigrafica
rata nel marmo della pavi- nostra Ivrea ove non abbonda- Segretariato degli Emigranti, relatori: 16 Gennaio (I lettura), Pinchia, Il paradiso; 17 aprile del Museo Garda). Ma non
mentazione, quella corona no le occasioni di elevare la l’ufficio che gestiva la comuni- Emilio Pinchia, La vita ed i (XIII), Alessandro Favero, Di solo: Coassolo, oltre che lau-
univa idealmente tutti i caduti mente al disopra delle piccole cazione con i canavesani emi- tempi di Dante; 20 Gennaio alcune interferenze platoniche reato in lettere, già Presidente
della Grande Guerra a difesa miserie quotidiane». Soprat- grati all’estero per lavoro. (II), Pinchia, L’Inferno; 23 nella Scolastica di Dante; 24 della FUCI torinese, Capitano
dei confini nazionali e l’esule tutto si spiegavano ai lettori L’anonimo redattore conclude- Gennaio (III), Federico Aprile (XIV), Borra, Nella rosa degli Alpini e invalido di guer-
che di quei confini aveva pre- genesi e scopo delle letture va l’articolo con l’invito ad Ravello, Il sentimento della dei beati; 8 Maggio (XV), ra, fu un attivista politico del
conizzato i limiti geografici dantesche. La filiale eporediese assistere alle conferenze: «Gli vendetta in Dante; 30 Ravello, Dante e il Canavese. Partito Popolare in Canavese; e
(con i famigerati versi di Inf. dell’Opera di assistenza per gli Eporediesi si preparino a dare Gennaio (IV), Dionisio Borra, Appare evidente che il conte proprio nel 1921, insieme a
IX 113-114: «a Pola, presso del italiani emigrati in Europa, una doppia prova di Italianità Dante poeta popolare; 13 Pinchia, relatore in sei occasio- Gianni Oberto, assunse la

Santi, Beati e Venerabili


ni e responsabile dell’illustra- direzione de Il Risveglio
zione delle tre cantiche della Popolare (che di quel partito
Commedia, fosse l’anima era l’organo locale).
intellettuale dell’iniziativa. Sin Grazie alle cronache del
dal 1913 egli si era ritirato settimanale diocesano si
dalla vita politica, per stabiliz- apprende che cento anni fa,
4 novembre estendeva su terre lombarde, venete, zarsi a Ivrea e dedicarsi a ricer- nel nome di Dante, politici,
SAN CARLO BORROMEO genovesi e svizzere. Un territorio che il che storiche o al restauro di professori, ecclesiastici e pro-
Arona, 1538 giovane vescovo visitò in ogni angolo, castelli canavesani (come quel- fessionisti eporediesi si impe-
Milano, 3 novembre 1584 preoccupato della formazione del clero li di Rivara e di Banchette), gnarono in una laboriosa inte-
e delle condizioni dei fedeli. Fondò con l’aiuto del suocero, il ban- razione con l’uditorio canave-
Nato nel 1538 nella Rocca dei seminari, edificò ospedali e ospizi. chiere torinese Carlo Ogliani. sano, per di più nell’ambito di
Borromeo, sul Lago Maggiore, era il Utilizzò le ricchezze di famiglia in Nel 1921, in occasione delle una causa umanitaria.
secondo figlio del Conte Giberto e favore dei poveri. Impose ordine all'in- celebrazioni dantesche, Dopo cento anni, Dante
quindi, secondo l'uso delle famiglie terno delle strutture ecclesiastiche, Pinchia poté congiungere la non è affatto passato di moda;
nobiliari, fu tonsurato a 12 anni. difendendole dalle ingerenze dei poten- passione letteraria e un antico anzi, in tutto il mondo è più
Studente brillante a Pavia, venne poi ti locali. Un'opera per la quale fu obiet- interesse per l’emigrazione dei conosciuto e popolare che
chiamato a Roma, dove venne creato tivo di un fallito attentato. Durante la canavesani all’estero, testimo- mai. Quale eredità collegata al
cardinale a 22 anni. Fondò a Roma peste del 1576 assistette personalmen- niato tra l’altro da una confe- nome e all’opera di Dante
un'Accademia secondo l'uso del te i malati. Appoggiò la nascita di isti- renza letta al Circolo Cana- lascerà dunque Ivrea, di impe-
tempo, detta delle «Notti Vaticane». tuti e fondazioni e si dedicò con tutte vesano il 16 Marzo 1893 gno civico e pubblico analogo
Inviato al Concilio di Trento, nel le forze al ministero episcopale guidato (recentemente ripubblicata in a quello di un secolo fa, per
1563 fu consacrato vescovo e inviato dal suo motto: «Humilitas». A. Pinchia e F. Balbo, L’emi- «coloro | che questo tempo
sulla Cattedra di sant'Ambrogio di Morì a 46 anni, consumato dalla grazione dal Canavese, chiameranno antico»? (Par.
Milano, una diocesi vastissima che si malattia il 3 novembre 1584. L’Atene del Canavese, San XVII 119-120)
Giorgio 2015). I cronisti de michele curnis
20 il
isveglio
popolare • Storia e Ricordi giovedì 18 novembre 2021

NELLA CRONACA DELLE CONFERENZE SUL POETA IL DISAPPUNTO PER L’INTERVENTO DI GAUDENZIO MANFREDI

Ivrea 1921. Un’accesa polemica politica su Dante


Gli anonimi redattori del A sinistra, il filologo Isidoro Del Lungo; a destra,
Risveglio Popolare furono il politologo Ralph Norman Angell-Lane. Sono le due
molto deferenti e ossequiosi principali fonti che Gaudenzio Manfredi utilizza per la
nei confronti dei relatori delle conferenza sul pensiero politico di Dante, pronunciata a
conferenze dantesche che si Ivrea il 6 Marzo 1921. Curiosamente, appoggiando la
svolsero a Ivrea nel corso del tesi di pace universale di Angell-Lane, Manfredi ricorre
1921. Eccetto in un caso, in anche ai saggi danteschi di Del Lungo, che nel 1915
cui un collaboratore del gior- aveva sostenuto l’ingresso dell’Italia in guerra.
nale espresse molte perplessità
sulla conferenza del 6 Marzo, ricorrendo all’altro trattato, connessione con il pensiero di
a carico di Gaudenzio Man- scritto diversi anni prima e Dante è abbastanza labile, ma
fredi, allora professore di lette- basato su presupposti culturali la citazione di Angell-Lane
re italiane presso il Regio del tutto distinti. rende ragione della vera urgen-
Liceo-Ginnasio “Carlo Botta”. «L’autore della Divina za italiana del 1921: al trauma
Nella colonna Letture Commedia e della Monarchia del conflitto, in buona parte
Dantesche del 10 Marzo si è un vero precursore d’inter- ancora da superare, si aggiun-
legge infatti questo resoconto: che ammettono ancora, ma a letteratura popolare (E. Maz- introduzione della parte finale nazionalismo. Se il Segretario geva la preoccupazione per
«Interessante era il tema scel- parole soltanto. | Fu Dante zone, 1923) e il Contributo si chiede polemicamente: «E Fiorentino fu il primo apostolo una situazione parlamentare
to dal Prof. Manfredi per la let- un internazionalista? Sì, ma alla biografia del Casti, da da tutta questa anticaglia, dell’unità e indipendenza ita- convulsa e instabile. Per tutto
tura di domenica scorsa, senza distruggere nessuna documenti inediti (ancora per avviluppata tra i procedimenti liana, l’Esule Fiorentino fu il questo, è quasi profetico il
Modernità di pensiero politico delle unità etniche, politiche i tipi di Viassone, 1925). La usati ed abusati della scolasti- primo apostolo della federazio- tono con cui Manfredi chiude
in Dante e l’interesse era esistenti, devolvendo soltanto ricerca sul poeta Giambattista ca, può spirare un soffio di ne universale dei popoli». Con la conferenza, congiungendo al
accresciuto dalle indiscrezioni, all’arbitrato di una autorità Casti (1724-1803) fu conside- modernità?» La risposta è paralleli anacronistici e stori- nome di Dante valori che
che preannunziavano, niente- suprema le questioni che rata da Salvatore Nigro nel positiva, ma solo perché camente poco probanti come nella sua opera trovano un
meno, che una giornata di potevano sorgere e turbare la Dizionario Biografico degli Dante – a detta di Manfredi – questo, si può comprendere il riscontro soltanto generico: il
propaganda comunista. Nulla pace. | Questo ci piace di rile- Italiani (1979) come «la bio- «Un’altra poderosa rivoluzio- fastidio provato dal cronista «Divin poeta [...] con occhi
di tutto questo. | La conferen- vare pur constatando l’esito grafia più completa» del perso- ne ha imposto, superiore al che scriveva per l’organo del chiari guardò ai termini dell’a-
za si ridusse a una esposizione lusinghiero della conferenza, naggio; questo implica che il titolo della grazia divina, nella Partito Popolare; anche nelle scesa umana: solidarietà inter-
quasi organica del pensiero detta con calore ed accolta nome del professore di Ivrea sovranità, il titolo della volontà singole scelte lessicali sembra nazionale e pace sociale.
politico in Dante, prendendo con un applauso nutrito al sia sempre menzionato nelle popolare». Tale enfatica asser- annidarsi la volontà di stuzzi- Quando avverrà questa gran-
per guida soprattutto il “De suo termine». bibliografie specifiche su Casti. zione, più che corroborata da care la pazienza dei moderati de rivoluzione degli spiriti,
Monarchia”. | Alla esposizio- Risulta alquanto evidente Come riportato dal redat- argomenti, serve ad avvicinare (basti l’allusione a Machiavelli secondando la già avvenuta
ne fece seguito una breve disa- il generale disappunto destato tore del Risveglio Popolare, la Dante a Mazzini, che eviden- come a un “apostolo”). Nep- rivoluzione dell’economia?»
mina, (forse troppo breve se si dalla conferenza, che il giorna- conferenza dantesca di Man- temente costituisce per pure va dimenticato che la Riletto oggi, il testo di
considera il tema della lettu- lista cerca di velare con una fredi è suddivisa in tre parti: Manfredi il culmine del pen- conferenza fu pronunciata agli Manfredi si presenta suddivi-
ra), di quanto è vivo ancora, dignitosa cortesia e ricono- nella prima redige un riassun- siero politico italiano. «Dante, inizi di Marzo, e che nel so in due momenti, poco
secondo l’oratore, dell’ideale scendo, alla fine, la buona to puntuale della Monarchia; invece di chiudersi nell’angu- Maggio del 1921 si svolsero le comunicanti tra loro: al rias-
politico dantesco. | Ci spiace accoglienza dell’intervento. nella seconda ripercorre le sto cerchio della cristianità, elezioni politiche nazionali: le sunto (interessato) del pensie-
di non potere in tutto consen- Svanito il pericolo della “pro- riflessioni politiche all’interno allarga l’orizzonte del suo ordi- parole di Manfredi potevano ro di Dante segue un auspicio
tire con l’egregio conferenzie- paganda comunista”, il recen- della Commedia, e nella terza namento a tutto l’uman gene- risuonare come un’esplicita per il futuro prossimo, basato
re, perchè se è vero che di sore confuta il tentativo di si impegna per attualizzare il re, senza esclusioni preconcet- propaganda per il Partito sulle idee di Mazzini,
alcune idee caratteristiche si attualizzare il pensiero politico pensiero di Dante alle idee del te, senza preoccupazioni dog- Socialista, e il Risveglio aveva dell’Internazionale socialista
informa tutta la politica di Dante in chiave socialista, e Novecento. Molto corretto nel matiche. [...] Non ha grettezze l’obbligo di riparare. e del liberismo antimilitari-
moderna, non è altrettanto lo fa con argomenti sintetici riportare le fonti della propria bigotte ed è addirittura un L’intervento si chiude con sta. Totalmente assente è il
vero che ne sia Dante un pro- ma efficaci. D’altra parte, compilazione, Manfredi si rivoluzionario costui, che così una lunghissima citazione, metodo di indagine storico-
pugnatore. | Dante propugna Gaudenzio Manfredi – al pari basa soprattutto sul libro di parla a un dipresso all’uomo: - estesa per più di due pagine, di critica, che pure Manfredi
lo stato laico? Non pare, se di tutti gli altri relatori del ciclo Isidoro Del Lungo, Dal secolo Tu devi cercare la felicità Ralph Norman Angell-Lane avrebbe saputo applicare,
pensiamo che lo stesso impero di conferenze eporediesi – non e dal poema di Dante anche su questa terra, non (1872-1964), celebre autore come fece in altri scritti.
romano doveva avere, nella era certo uno sprovveduto: l’e- (Zanichelli, Bologna 1898), solo nel cielo!» del libro antimilitarista e libe- Dall’altra parte, la reazione
concezione dantesca, non una ditore Viassone pubblicò il suo senza aggiungere considerazio- Indubbiamente, la felicità rista La grande illusione (The piccata del Risveglio Popolare
funzione temporale soltanto, intervento quello stesso anno ni originali. Di tale mancanza aristotelica e laica costituisce Great Illusion, 1909, tradotto tradisce un’analoga preoccu-
ma anche uno scopo di mezzo in forma di opuscolo, e poi lo soffre soprattutto la sezione un obbiettivo importante del in pochi anni in venticinque pazione per il successo delle
per la diffusione ed il trionfo incluse nel volume celebrativo centrale, che richiederebbe Convivio, sebbene si tratti di lingue e con tirature elevatissi- idee menzionate dal professo-
del cristianesimo. | Dante pro- del 1923. Tale riconoscimento una serie di integrazioni inter- una fase del pensiero politico me. Angell-Lane fu poi Premio re del Liceo “Botta”. Lontano
pugna una sovranità popolare? permette, a cento anni di pretative, e che invece è ridotta poi superata sia dal Paradiso Nobel per la pace nel 1933). da Dante, insomma, l’inte-
Possiamo anche abbondare ed distanza, di comparare il testo a un elenco di citazioni, a loro sia dalla Monarchia. Anzi, il Manfredi ricorre a quel libro, resse comune più urgente – e
ammetterlo: ma dobbiamo originale della conferenza con volta desunte dalla sintesi sto- seguito del ragionamento di perché in esso il pubblicista con buona ragione – era la
osservare che Egli faceva deri- il severo giudizio del Risveglio rico-biografica di Del Lungo. Manfredi riesce difficile da inglese prefigura lo scenario politica italiana di quegli stes-
vare l’autorità da Dio, mentre Popolare. Inoltre, a Ivrea Del resto, non è il regesto filo- condividere, proprio perché lo che sarebbe sfociato nel disa- si anni, con il suo futuro
i moderni cercano altrove il Manfredi avrebbe pubblicato logico dei dati testuali a inte- studioso completa un’argo- stro della Prima Guerra quanto mai incerto.

Santi, Beati e Venerabili


fondamento di quella autorità altri due studi: le Note di ressare l’autore, che nella mentazione della Monarchia Mondiale. A onor del vero, la michele curnis

spirituali e sociali, si allarga a una seconda


casa a Cherasco e poi con un'altra a Torino
che diverrà la Casa generalizia della Congre-
Un secolo dopo la morte di Marianna Terz'Ordine Carmelitano e avverte la chiama- gazione. Convinta di aver esaurito il suo com-
Fontanella, la carmelitana scalza torinese, ta alla vita religiosa. Avviene attraverso don pito di fondatrice, Maria degli Angeli rinuncia
Maria degli Angeli (1661-1717), beatificata da Giovanni Battista Rolle, parroco di Marene, alla carica di priora e si ritira nel noviziato. In
Pio IX il 25 aprile 1865, nasce un’altra carme- provincia di Cuneo e diocesi di Torino, che questo periodo sente risorgere l’antico e mai
litana omonima, Maria degli Angeli (1871- nel 1893 invita Giuseppina a fondare un isti- sopito desiderio di abbracciare la vita contem-
1949), Giuseppina Operti, anch'essa di tuto di beneficenza. La giovane lo interpreta plativa claustrale e, con il consenso dei supe-
Torino. Il 16 giugno 2017 Papa Francesco ha come un segno della volontà di Dio. A 23 riori, il 26 agosto 1905 entra nel monastero
autorizzato la Congregazione dei santi a pub- anni il 6 luglio 1894 a Marene, nella casa carmelitano di Moncalieri ma lo deve lasciare
blicare il decreto sulle virtù eroiche. Così la paterna, inaugura il nuovo Istituto: la data è perché la salute non la regge.
fondatrice delle Carmelitane di Santa Teresa considerata il giorno di fondazione delle Suore Ritornata nella sua Congregazione, è elet-
di Torino è venerabile. Carmelitane di Santa Teresa di Torino. ta superiora generale. Segue un periodo di dif-
Giuseppa (o Giuseppina) Margherita Giuseppina è sempre più convinta di formare ficoltà, fino al capitolo generale del 1908 che si trasferisce nel nuovo monastero di Cascine
Operti nasce a Torino il 16 novembre 1871, una comunità religiosa legata all'Ordine sancisce, con voto unanime, la scelta della Vica di Rivoli. La comunità di vita attiva ha
seconda figlia di Giacomo Operti, funzionario Carmelitano, che unisca vita contemplativa e vita contemplativa unita alla vita apostolica, una straordinaria diffusione con l'apertura di
del ministero delle Finanze, e della baronessa vita attiva. Ne parla con l’arcivescovo di dando però alle religiose la facoltà di scegliere nuove case.
Adele Sinaglia. La forte religiosità della famiglia Torino, mons. Davide Riccardi, che approva il la vita contemplativa. La Congregazione si Durante la Seconda guerra mondiale,
contribuisce alla sua formazione umana e spi- progetto. Inizia così la vita comunitaria con divide così in due rami. Maria degli Angeli si come tutta la popolazione, il monastero delle
rituale. Ma il 22 giugno 1885 il fratello mag- quattro postulanti. Nel 1894-95 sono appro- ritira in clausura con altre suore e nel 1913-14 Carmelitane soffre privazioni e stenti ma con-
giore Ernesto, 19 anni, muore di tisi. Papà vate le costituzioni: Giuseppina e mamma il cardinale arcivescovo di Torino Agostino tinua la sua missione con grande carità.
Francesco muore tre mesi dopo. La baronessa Adele vestono l'abito carmelitano e, con i voti, Richelmy riconosce le due realtà delle Madre Maria degli Angeli muore a Rivoli il 7
Adele e la figlia Giuseppina, rimaste sole, prendono i nomi, rispettivamente, di Maria Carmelitane torinesi. Ma le difficoltà non ces- ottobre 1949 ed è sepolta nella chiesa parroc-
ripongono la loro fiducia in Dio, superano la degli Angeli e di Giuseppina di Santa Teresa. sano e procurano altre sofferenze a madre chiale di Marene. Il 21 gennaio 1995 il cardi-
fase del dolore, intensificano la vita spirituale e Il 6 ottobre 1897 le Carmelitane torinesi Maria. È eletta priora delle Carmelitane scal- nale arcivescovo Giovanni Saldarini introduce
conoscono la spiritualità carmelitana. ottengono l'aggregazione all'Ordine Carme- ze, carica che mantiene fino al 1941. La il processo diocesano per la beatificazione.
Giuseppina nel 1887 si iscrive al litano. La comunità si impegna in opere comunità claustrale nel 1934 lascia Marene e pier giuseppe accornero
giovedì 2 dicembre 2021 • Storia e Ricordi il
isveglio
popolare
19

Giovanni Getto, lettore e Santi, Beati e


interprete della poesia di Dante Venerabili
Papa Francesco il 25 novembre scorso ha autorizzato la
Congregazione dei Santi a pubblicare i decreti sulle virtù eroi-
La prima edizione degli Giovanni Getto, Aspetti che del vescovo Tonino Bello, di due santi, di cinque beati e
Aspetti della poesia di Dante della poesia di Dante cinque venerabili.
di Giovanni Getto è datata (Sansoni, Firenze Tonino Bello. Nato ad Alessano
«Ivrea, 31 agosto 1945». Il 19662). La prima (provincia di Lecce e diocesi di Ugento-
volume, articolato in tre capi- edizione di questa Santa Maria di Leuca) il 18 marzo 1935,
toli, uscì soltanto nel 1947 per dopo il seminario diventa prete nel
raccolta di studi sulla
la casa editrice Sansoni e costi- 1957, si occupa della formazione dei
Commedia risale al
tuì una risposta alternativa al seminaristi e lavora al settimanale dioce-
famoso saggio di Benedetto 1947, ma la loro
sano «Vita nostra». Laureato in
Croce, La poesia di Dante, composizione si data al
Teologia, insegna, è assistente
pubblicato in occasione del periodo di guerra degli
dell'Azione Cattolica e vicario episcopale
centenario del 1921. L’aspetto anni 1942-1945, quando per la pastorale diocesana, nel 1979 è
del libretto licenziato a Ivrea Getto soggiornava parroco a Tricase (Lecce) e comincia dai giovani. Il 10 agosto
subito dopo la fine della tra Vische e Ivrea 1982 Giovanni Paolo II lo nomina vescovo di Molfetta-
Seconda Guerra Mondiale è Giovinazzo-Terlizzi. Il primo gesto è per gli operai; il suo
quello di un trittico di articoli dalla specola della piccola libro di Getto, tanto nella fondamentale intuizione di piano pastorale «Insieme alla sequela di Cristo sul passo degli
scientifici (inediti i primi due, Ivrea, Getto rendeva evidente prima quanto nella seconda Getto, solidamente ancorata ultimi». Inventa e vive «Chiesa con il grembiule». Succede a
apparso nel 1944 il terzo, nella l’ambizione di superare i limiti edizione, è nell’ultimo capito- alla tradizione religiosa del mons. Luigi Bettazzi come presidente nazionale di «Pax
raccolta Religione poesia arte), della lettura dantesca secondo lo, Poesia e teologia nel Due e Trecento: se il Dio cri- Christi» nel 1985, predica il dialogo, la misericordia, la non
opera di uno studioso maturo, le tendenze nazionali, che Paradiso di Dante, testo che stiano è l’autentico e unico violenza; si schiera contro il riarmo e il commercio delle
che da molti anni frequentava spesso ripetevano stancamen- determinò un corso nuovo personaggio principale del armi; si impegna per l’obiezione fiscale alle spese militari,
la poesia di Dante e l’animata te le acquisizioni dello storici- nell’accostamento alla terza Paradiso, è necessario che il contro la militarizzazione della Puglia, per la pace nella prima
bibliografia di quel periodo. In smo ottocentesco. «Abbiamo cantica. Eccone l’attacco: poeta affronti il resoconto «Guerra del Golfo» e nel conflitto nella ex-Jugoslavia.
realtà, nel 1945 Getto aveva accolto con un interesse vivo e «Poesia e teologia: i due termi- dell’ascesa per mezzo di speci- Indimenticabile la «marcia della pace» a Sarajevo del dicem-
appena trentadue anni, e sol- diretto, e non solo per una ni sono presenti , in attiva o fici accorgimenti espressivi. bre 1992. Muore di tumore allo stomaco il 20 aprile 1993.
tanto dodici anni prima, nel curiosità rivolta al suo autore, inerte polemica, a tutta la cri- Il paradiso – avverte Dante –
1933, si era diplomato al Liceo la traduzione [...] degli scritti tica dantesca, dove ricorrono è indicibile. Il poeta appena Tito Brandsma – Santo il sacerdote
Classico “Carlo Botta”. Solo su Dante di T. S. Eliot. Un ed operano nel giudizio come può rendere un’ombra di tutto carmelitano e giornalista olandese Tito
sei anni intercorsero poi tra la libro discutibilissimo e inaccet- inscindibile binomio, perpe- quello che ha visto, sentito e (Anno Sjoerd) Bradsma. Nato il 23 feb-
conclusione degli studi supe- tabile per tante cose, ma al tuamente ricorrente, di una provato attraversando i cieli. braio 1881 a Oegeklooster, studioso di
riori e la pubblicazione della quale non si saprebbe negare necessaria e positiva sintesi, o Ma tale indicibilità, spiega filosofia, matematica e mistica, nel 1935
prima monografia a stampa, quel senso di interiore affiata- al contrario di una preoccu- Getto, non è né una strategia è assistente ecclesiastico dei giornalisti
su Caterina da Siena, pubbli- mento che (come notava il pante e fatale antitesi, o infine retorica né un’invenzione di cattolici e sotto il nazismo visita e inco-
cata a Firenze nel 1939. Praz a proposito di altre pagine di una indiscussa condizione, Dante. Lo studioso ripercorre raggia le redazioni dei giornali cattolici a
Quindi, evidentemente in cor- su Dante che influirono fertile tuttavia di un laborioso una tradizione che va dalla resistere al regime. Arrestato il 19 gen-
rispondenza con gli anni della sull’Eliot, quelle di Ezra Pound esercizio di astrusa esegesi». Seconda lettera ai Corinzi (in naio 1942, è ucciso in odio alla fede, con un’iniezione di
guerra, la riflessione sulla let- in The Spirit of Romance) diffi- Tutte queste modalità di spie- cui Paolo afferma di essere acido fenico, il 26 luglio 1942 nel campo di Dachau.
teratura religiosa si diresse cilmente potrebbe essere gazione del binomio poesia e stato rapito in cielo, dove
verso il Dante della Com- comunicato dagli scritti di teologia, evidentemente, risul- «audivit arcana verba que non Maria di Gesù - Santa siciliana
media, e in particolare del tanti professionisti e specialisti tano per Getto insoddisfacen- licet homini loqui») all’Ago- Carolina Santocanale (1852-1923)
Paradiso, alla ricerca dell’au- in questo genere di studi». ti; in particolare per il stino delle Confessioni e allo fonda la Congregazione delle Suore
tentica natura di quella specia- Francamente inattesa, nella Paradiso, lo studioso eporedie- Pseudo Dionigi della Teologia Cappuccine dell’Immacolata di Lourdes
le, ineffabile e misteriosa poe- presentazione di un libro se non accetta la scissione tra mistica. Tutte queste opere al servizio dei poveri e degli infermi. Il
sia. Il libro fu molto fortunato, imperniato sulla tradizione let- momento narrativo (ossia l’a- sono pervase da un principio miracolo riguarda due gravidanze con-
tanto che circa vent’anni più teraria religiosa, teologica e scesa di cielo in cielo, fino tipico della religiosità medioe- cluse nel 2016 e 2017 da una donna
tardi, quando Getto era ormai tomistica della Commedia, la all’intuizione di Dio) e vale, secondo il quale di Dio si siciliana affetta da grave patologia che le
professore ordinario di lettera- menzione di nomi come quelli momento speculativo o intel- deve parlare solo per via indi- aveva causato infertilità.
tura italiana all’Università di di Thomas Stearns Eliot lettivo. Da tale dissidio, infatti, retta, attraverso la confessione
Torino, fu ripubblicato, con lo (1888-1965) o di Ezra Pound nascerebbe tutto l’equivoco del dell’impossibilità di parlarne. Sacerdoti francesi uccisi dai “Comunardi” - Beati Enrico
stesso titolo ma con l’aggiunta (1885-1972), favorita anche rapporto tra poesia e teologia Nella lettura di Getto, Dante Planchat, religioso vincenziano; Ladislao Radigue,
di altri sei contributi, diven- dalla mediazione del grande nella ricezione critica del applicherebbe questo itinera- Policarpo Tuffier, Marcellino Rouchouze e Frézal Tardieu
tando così un volume di quasi anglista Mario Praz (1896- Novecento. rio non solo alla contempla- della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e Maria sono
duecentocinquanta pagine. 1982); inattesa, forse, soprat- Prendendo spunto dalla zione finale della divinità, uccisi in odio alla fede, con colpi di fucile e armi da taglio, il
La prefazione della secon- tutto in Piemonte, visto che il prima parola della cantica, per bensì all’intera esperienza del 26 maggio 1871 in Francia.
da edizione, datata «Torino, 3 più celebrato “declamatore” di esempio, Getto spiega che «La paradiso.
marzo 1965», rende conto del- Dante era allora il professore gloria di colui che tutto move» Non sintesi né antitesi né
l’occasione editoriale (il nuovo di lingua e letteratura italiana va intesa come massima condizione irrinunciabile: poe-
centenario, ovviamente), ma dell’ateneo torinese, il poeta dignità dell’essere soprannatu- sia e teologia sono connaturate
non aggiunge nulla di nuovo Francesco Pastonchi (1874- rale, che si diffonde nell’uni- in Dante, perché l’esperienza
rispetto alle istanze della 1953), che neppure agli inizi verso. Ma tale gloria non rive- del credente, la sua aspirazio-
prima edizione. È dunque a degli Anni Cinquanta simula- ste alcuna funzione enfatica; ne come membro della comu-
Ivrea che Getto maturò la con- va il proprio disprezzo nei con- anzi, è posta all’inizio del para- nità di salvazione e gli impera-
vinzione che «il volume cro- fronti di letterati e poeti stra- diso perché Dante allude al tivi etici che ne derivano sono
ciano [...] piuttosto che stimo- nieri che si permettessero suo elemento costituente, gli agenti costitutivi della poe-
lare ad un esame dei valori un’interpretazione personale ossia la grazia. Getto ricorda sia. Più che conclusione, è il
poetici della Commedia, ha di Dante. come Tommaso d’Aquino punto di partenza di un’analisi La «Comune di Parigi» si ispira agli ideali socialisti e
avviato una lunga polemica Come scrisse nel 2003, in avesse appunto definito la gra- della Commedia del tutto libertari e si oppone al governo repubblicano. Pone fine alla
intorno a quel problema della ricordo del suo maestro e spe- zia come «semen gloriae» e, al nuova, una lettura pura e libe- «Comune» la violenta «Settimana di sangue» del maggio
struttura e della poesia, posto, cificamente sugli Aspetti, uno pari della fede, come «vitae ra da pregiudizi di qualunque 1871. I cinque preti potrebbero fuggire, ma restano per assol-
o meglio, riproposto dal critico dei più geniali allievi di Getto, aeternae quaedam inchoatio», sorta. Per ridare la parola a vere al loro ministero.
filosofo in maniera più esatta e Edoardo Sanguineti (1930- ossia “germe della gloria” e Sanguineti: «Il problema non
decisa» (secondo le parole 2010): «Il richiamo ai due come “una specie di avvia- sarà davvero, allora, quello di Cinque venerabili - Odette Vidal Cardoso di 8 anni: nata
della Premessa alla prima edi- grandi poeti significava [...] la mento verso la vita eterna”. sfrondare le pagine del il 18 febbraio 1931 a Rio de Janeiro (Brasile), a 5 anni fre-
zione). Rispetto alla separazio- decisione di uscire decisamen- Riprendendo implicitamente Paradiso dall’ingombro dottri- quenta il catechismo e lo insegna alle figlie dei domestici ed è
ne della presunta “vera” poesia te dal recinto dell’esegesi idea- tale definizione della grazia, nale del Dante teologico, ma ammessa alla prima Comunione. Con la mamma, visita
di Dante dalle superfetazioni listica di stampo crociano, Dante ne espliciterebbe così il anzi, e all’opposto, di definire ospizi, orfanotrofi e lebbrosari. Colpita da tifo, per 49 giorni
dottrinali ed erudite (che effet- immettendo nel discorso inter- duplice esito, del movimento e criticamente la vera, la perso- sopporta la malattia con serenità e pazienza. Muore il 25
tivamente costituiva uno dei pretativo, schiettamente, la della gloria, ma abbinato a nale, la inconfondibile teologia novembre 1939 «Gesù, portami in cielo». Giovanni di Gesù
temi conduttori, ma non l’uni- lezione che derivava, prima Dio. Sin dai primi versi della dantesca, ove essa emerge Maria (Giovanni de San Pedro y Ustárroz) carmelitano
co, dell’indagine di Croce) e ancora che da nuove strategie cantica, pertanto, il poeta pre- effettivamente, con la sua inti- scalzo spagnolo (1564-1615); Giorgio Guzzetta, palermita-
alle investigazioni filologiche e critiche, dalle poetiche nove- senterebbe la materia del suo ma energia espressiva» (Getto no religioso oratoriano (1682-1756); la bergamasca Maria
storico-testuali di Michele centesche che avevano radi- canto come poesia della grazia, lettore di Dante, «Lettere ita- Dositea Bottani (Maria Domenica), superiora generale delle
Barbi e della sua scuola, Getto calmente rinnovato il rapporto nelle sue più alte potenzialità. liane», LV 3, 2003). La teolo- Orsoline di Maria Immacolata di Gandino (1896-1970);
proponeva una terza via critica con la tradizione della cultura Di conseguenza, «colui che gia, insomma, si fa poesia per Natalina Bonardi (Maria), fondatrice della Congregazione
di accesso a Dante, certamen- artistica e con le ragioni del tutto move» deve per forza sua propria natura, diventando delle Suore di Santa Maria di Loreto nata il 4 dicembre 1864
te più difficile: definire le origi- canone, imponendo un diver- essere il vero protagonista il “romanzo teologico” dell’e- a Cuneo e morta il 25 luglio 1945 a Vercelli, dove aveva tra-
ni, le intenzioni e la natura so rapporto con i testi dei gran- della cantica, verso cui tende sperienza di Dante. sferito il suo impegno.
intima di quella poesia. di classici». l’appassionato viaggio del Pier Giuseppe Accornero
Allo stesso tempo, pur Il culmine ermeneutico del pellegrino. Ecco un’altra michele curnis
28 il
isveglio
popolare • Storia e Ricordi giovedì 16 dicembre 2021

Le “Letture dantesche” di Santi, Beati e


Giovanni Getto (1955-1962) Venerabili
L’eporediese Giovanni Beata ANTONIA MARIA VERNA
Getto (1913-2002) non fu Rivarolo Canavese
soltanto un maestro nell’arte 12 giugno 1773 – 25 dicembre 1838
dell’analisi stilistica, ma
anche un formidabile orga-
nizzatore di letture collettive,
destinate a diventare un rife-
rimento importante negli
studi internazionali. Nel caso
della Commedia, pochi anni
dopo la pubblicazione degli
Aspetti della poesia di Dante
(1947), Getto fu incaricato
dall’editore Sansoni di rinno-
vare la serie della “Lectura
Dantis”, la gloriosa collezione
di volumetti dedicati a singoli
canti o aspetti della vita e
dell’opera del poeta che si era
inaugurata nel 1889 (con la
lettura del ravennate Corrado
Ricci del canto V dell’Inferno
nella Sala di Dante di
Orsanmichele a Firenze) e si Letture dantesche, a cura di Giovanni Getto (Sansoni, Firenze 1962).
era conclusa nel 1942 (con la L’astuccio del volume, che comprende tutte le letture dei cento canti del
lettura del canto XI del poema dantesco, fu illustrato con un’immagine del giudizio universale
Purgatorio condotta da Carlo di Giotto (Padova, Cappella degli Scrovegni)
Grabher nella Biblioteca
Classense di Ravenna). Di collusi con il regime politico suscitare l’ulteriore riflessio- stesse parole, poiché sono un
molti canti si pubblicarono dei decenni precedenti. ne di Getto. Quando pub- modello di semplicità esegeti-
più letture, cosicché la colle- Neppure volle restringere blicò Il canto introduttivo ca: «Il veltro annunziato da
zione andò crescendo nel l’accostamento polifonico a della Divina Commedia Virgilio è Dante stesso.
corso dei decenni (fu, tra l’al- La fondatrice delle Suore della Carità dell’Immacolata
Dante al solo ambito italia- (Firenze 1960, poi ristampato L’identificazione a me pare
tro, in questa collana che il Concezione di Ivrea, nacque a Pasquaro, una frazione di
no, includendo tra gli autori nella seconda edizione degli indubitabile. Qualunque per-
canavesano Piero Giacosa Rivarolo Canavese, il 12 giugno 1773.
dei contributi Erich Aspetti della poesia di sonaggio storico ben determi-
pubblicò due letture: si veda Precocemente sentì la chiamata alla vita religiosa, già a
Auerbach, André Pézard, Leo Dante), egli confessò infatti nato si proponga, la soluzione
Il Risveglio Popolare del 29 15 anni lasciò la famiglia andandosi ad appartare in un
Spitzer e Reto Roedel. Appare che lo spunto del suo scritto dell’enigma apparirà in ogni
Luglio). luogo non meglio identificato, dopo un anno nel 1789,
evidente, dunque, come que- proveniva da Giuseppe modo inadeguata, sia per le
Getto non volle né ritornò alla casa paterna, dando inizio al suo apostolato tra
sta collezione non sia soltan- Ungaretti, che aveva firmato difficoltà che incontra negli
ristampare l’antica serie né i fanciulli della frazione, che proseguì fino al 1796-97,
to un’antologia della critica la lettura di Inferno I nella elementi che compongono la
rimpiazzarla completamente quando si trasferì definitivamente a Rivarolo Canavese
dantesca della prima metà silloge sansoniana uscita cin- profezia, sia per la limitatez-
con nuovi saggi; decise piut- dando seguito alla sua attività di apostolato.
del Novecento, ma anche un que anni prima. Com’è noto, za stessa, direi, del personag-
tosto di recuperare i testi che In seguito frequentò la “Scuola del Gesù” (Istituto
campionario del pensiero la presentazione del canto gio proposto, che apparirà
apparissero più criticamente Rigoletti) in San Giorgio Canavese, trovandosi così con-
umanistico italiano (ed euro- che inaugura il poema richie- sempre inferiore all’attesa di
fondati e liberi da pregiudizi temporaneamente come maestra in un posto e studente in
peo), erede della ferace stagio- de enormi capacità critiche, Dante e alla grandezza del
estetici, affiancandoli ad altri un altro.
ne dello storicismo e speri- giacché si tratta del segmento compito assegnatogli».
più recenti, anche apposita- Nel 1806 si unì ad un gruppo di compagne, per esple-
mentatore di nuove metodo- poetico che introduce tutto il Rielaborando in forma origi-
mente commissionati. Tra il tare quell’apostolato di insegnamento ai fanciulli, istruzio-
logie filologiche. viaggio (non solo la parte nale idee di Leonardo
1955 e il 1961 uscirono così ne catechistica e assistenza domiciliare agli ammalati, che
Nel 1962 i tre volumi infernale): in esso sono rac- Olschki (Dante «poeta vel-
tre volumi, dedicati alle lettu- da sola ormai non riusciva più a far fronte; gettava così le
furono riuniti in un solo, di chiusi il programma com- tro», Firenze 1953) e di
re complessive delle tre canti- basi a Rivarolo di una nuova Istituzione, che però andò a
più di duemila pagine, stam- plessivo dell’opera e la chiave Ungaretti, Getto giunse a
che e capaci di condensare rilento nella sua realizzazione a causa delle difficoltà e
pato su carta d’India e rilega- profetica per accedere alla sua questa sorprendente conclu-
più di mezzo secolo di studi cavilli frapposti dalle autorità civili.
to in pelle morbida: un ele- piena comprensione. sione sull’identità del veltro,
danteschi: accanto ai nomi di Nel 1819 riuscì ad aprire una casa, finché dopo venti-
gante prodotto editoriale che Pertanto, il critico deve attribuendo a Dante autore e
spicco di fine Ottocento e del due anni di continue lotte e speranze, con decreto del 7
contiene cento letture dante- misurarsi con le difficoltà di personaggio un compito pro-
primo Novecento (Francesco marzo 1828, il re Carlo Felice, diede la tanto attesa appro-
sche, una per ogni canto del identificazione del fantomati- fetico di portata universale.
De Sanctis, Arturo Graf, vazione sovrana, seguita il 10 giugno dello stesso anno, ad
poema, a firma di ottantotto co veltro, l’essere nutrito da Al termine della lettura,
Vittorio Cian, Pio Rajna, opera del vescovo di Ivrea, dalla vestizione e professione
diversi critici (fra i quali, «sapïenza, amore e virtute» poi, Getto dimostrava una
Isidoro Del Lungo, Michele religiosa della fondatrice, madre Antonia Maria Verna e
naturalmente, lo stesso (v. 104) che ricaccerà la lupa volta di più la personale
Barbi), Getto dispose nuove delle prime “Figlie della Carità dell’Immacolata
Getto, autore delle letture del nell’inferno, permettendo la fedeltà a quei parametri
letture di importanti scrittori Concezione” nome assunto dalla nuova Congregazione,
canto XVII dell’Inferno e del salvezza di «quella umile interpretativi fondamentali,
e letterati (Luigi Pirandello, poi denominata d’Ivrea.
XXIX del Paradiso). Italia» (106), che storicamen- che sempre contraddistin-
Massimo Bontempelli, Ne venne confermata superiora e dovette ancora lottare
Tale genere di lavoro, la te rappresenta l’origine e lo guono i suoi studi: la storia,
Giuseppe Ungaretti), di criti- negli anni successivi, in difesa dell’esistenza della sua fon-
cui principale ambizione è di sviluppo dell’impero romano il tempo e lo spazio, ossia le
ci militanti (Luciano dazione, specie negli anni 1834 e 1835.
accompagnare la lettura e poi cristiano. tre dimensioni di esistenza di
Anceschi), di giovani allievi La “passione del Regno di Dio” fu la padrona del suo
dell’opera, non restò espe- Getto non rientra certa- qualunque essere umano e
destinati a continuare la sua animo, sin da quando era fanciulla e il mondo intorno a lei
rienza isolata nella produzio- mente in quella categoria di delle sue rappresentazioni
opera critica (Edoardo si affannava alla ricerca di un equilibrio che voleva fare a
ne di Getto: soltanto due studiosi che si appassionano letterarie. Il canto iniziale
Sanguineti, Giorgio Bàrberi meno di Dio e delle sue leggi; questa passione fu l’unica
anni più tardi lo studioso soprattutto per gli enigmi e le dell’Inferno esprimerebbe
Squarotti) e naturalmente dei legge della sua vita.
eporediese l’avrebbe ripetuta, cruces del testo di Dante, le soprattutto «un particolare
più scaltriti filologi italiani e Sfinita dalle lotte ma con l’animo sereno, dopo breve
questa volta tutto da solo, oscure profezie o le ambi- sentimento del tempo» (si
specialisti di Dante di quel malattia morì a Rivarolo Canavese il 25 dicembre 1838 e
con uno degli scrittori a cui guità che danno adito a mol- noti l’espressione che richia-
periodo (Gianfranco Contini, tumulata nel sotterraneo della chiesa parrocchiale.
era più affezionato: l’autore teplici interpretazioni, nessu- ma il titolo dell’omonima
Bruno Nardi, Ernesto La fama di santità, continuata per più di un secolo, ha
dei Promessi sposi. Le Letture na delle quali gode di unani- raccolta poetica ungarettiana,
Giacomo Parodi, Umberto fatto iniziare nel 1937 la causa di beatificazione. L'iter pro-
manzoniane furono stampate me riconoscimento o accetta- pubblicata per la prima volta
Bosco, Attilio Momigliano, cessuale ha raggiunto il suo culmine il 2 ottobre 2011,
con la stessa veste editoriale zione. Per questo, di fronte nel 1933); «un sentimento
Natalino Sapegno e moltissi- vedendo Madre Antonia ascritta nell'Albo dei Beati.
del volume unico delle prece- alla prima (e forse la più che distingue storicamente
mi altri). Getto non pensò denti Letture dantesche. E importante) profezia del ed esistenzialmente fra
mai che lo studio letterario ancora nel 1967 Getto licen- poema, il suo atteggiamento un’età di morte e un’età di sì per la vita, non per la Sulla scorta di questa
potesse essere contaminato ziò un analogo saggio di let- critico è di esemplare chiarez- vita», ossia l’età di Virgilio malinconia ma per la feli- avvertenza, il lettore può
dalle idee politiche (a condi- tura del Morgante di Luigi za e univocità. Lo studioso (del paganesimo, «de li dèi cità. Così il canto che ha intendere il significato stori-
zione che quello non fosse Pulci (per l’editore Olschki di non ricorre né a formule di falsi e bugiardi», v. 72) e l’età preso l’avvio dalla selva oscu- co e salvifico del canto intro-
deliberatamente distorto a Firenze). attenuazione né a complicate della redenzione, di cui ra, attraverso la visione della duttivo della Commedia;
causa di queste); per tale Una delle conseguenze perifrasi per esprimere la sua Dante stesso sarebbe il città terrena rinnovata dal detto diversamente, ha già
ragione, non ebbe timore a della raccolta e della disami- ipotesi, che qualunque edi- nuovo simbolo. veltro, punta verso la visione ottenuto una preziosa guida
includere nella silloge delle na delle Letture dantesche fu zione commentata della Così concludeva Getto la della città celeste: e dal segnaletica che gli permette
Letture dantesche anche lo stimolo a redigerne una Commedia ancora oggi ripor- lettura: «Storia, tempo e spa- tempo di disperazione inizia- di avventurarsi nel viaggio
nomi come quelli di Ettore nuova; e fu ancora una volta ta - anche quando non è pro- zio sono fatti per operare, per le giunge al tempo della spe- vero e proprio del poema
Romagnoli e di Giovanni la voce di un poeta – non già pensa ad accoglierla. operare nel dolore e nella ranza, al tempo della grazia, sacro.
Gentile, così fortemente la scrittura di un erudito – a Merita riportare le sue fatica, ma non per la morte al tempo della gioia». michele curnis
giovedì 13 gennaio 2022 • Storia e Ricordi il
isveglio
popolare
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Un anno trascorso con Dante in Canavese: a Lessolo nel 1863 e morto a


Torino nel 1934) ebbe occa-
sione di scrivere su Le
caractère moderne de la pen-

ora è il tempo di qualche riflessione finale


Ormai concluso l’anno dantesco del 1865, e poi par-
sée politique de Dante nel
1921, pubblicando sulla
«Revue hebdomadaire» di
Parigi il testo di una confe-
dantesco, termina anche il ticolarmente divulgata du- renza pronunciata alla
piccolo viaggio di “Dante in rante quello passato del Sorbona (anche a Ivrea in
Canavese”. La tappa conclu- 1921; quando fiorirono in quello stesso anno, come
siva permette appunto di ogni parte d’Italia, e a cura abbiamo visto, si discusse sul
recuperare la motivazione dei diversi Comitati locali, tema). L’anno successivo
principale di tutta la rasse- raccolte in miscellanee inti- Ruffini si sarebbe cimentato
gna: il 25 Settembre 1965 tolate, appunto, a “Dante in una ricerca più complessa,
Francesco Mazzoni (1925- e...”: da “Dante e Arezzo” a connessa anche alla storia
2007) pronunciò una confe- “Dante e Viterbo”». Tra politica contemporanea.
renza dal titolo Dante e il Arezzo e Viterbo, nel catalo- Punto di partenza fu un pas-
Piemonte presso l’officina go alfabetico delle località ita- saggio del III libro della
tipografica di Alberto Tallone liane, anche il Canavese e Monarchia (iii 10), nel quale
in Alpignano, per celebrarvi il Ivrea hanno piena legittimità Dante polemizza contro i
VII centenario della nascita di rivendicare una loro paren- decretalisti, in particolare
del poeta. Il testo di quella tela (minore, s’intende, ma contro uno che dichiarava e
conferenza, corredato di note non minima) con «la fortuna ripeteva “in tono provocante
e integrazioni bibliografiche, bibliografica e letteraria che solo la tradizione eccle-
divenne subito un libro, dell’Alighieri», per riprendere siastica costituisce il fonda-
licenziato dallo stesso un altro nesso di Mazzoni. mento della fede” («quen-
Tallone il 30 Dicembre di Il dantista fiorentino clas- dam de illis dicentem et pro-
quell’anno. Il volume fu sificava «quelle epigrafi, dal caciter asserentem traditio-
stampato in 950 esemplari punto di vista accademico o nes Ecclesie fidei fundamen-
su carta delle manifatture ufficiale dei promotori», tum»). Ruffini presentò la
Burgo di Maslianico e da come mirate «a fare il punto Il canavesano Francesco Ruffini (1863-1934) scrisse su Dante in tre occasioni: memoria Dante e il protervo
allora è una delizia per ogni di una doppia partita, di dare nel 1921, nel 1922 (sull’anonimo decretalista della Monarchia) e nel 1930. decretalista innominato
dantista e bibliofilo interessa- e d’avere, condotta lungo i Se le prime due ricerche furono di carattere giuridico-politico, all’Accademia delle Scienze
to alla storia della diffusione secoli fra Dante e noi posteri: nella terza Ruffini si confrontò con la posizione del teologo francese Louis di Torino nel 1922, identifi-
dell’opera di Dante. In termi- Dante che dà [...]; anzi ha Capéran (1884-1962) per scrivere di Dante e il problema della salvezza degli cando in Matteo d’Acqua-
ni storiografici, poi, la sua dato una volta per tutte e per infedeli («Studi danteschi» XIV, 1930). sparta il decretalista collabo-
importanza è anche maggio- sempre [...]; ma anche Dante ratore di papa Bonifacio VIII,
re, perché fa riflettere sulla che riceve: che riceve, attra- che si era opposto alle tesi
congiunzione del nome di verso i secoli, continua, dure- In tutta la Commedia nel finale del canto VII del Canavese registrarono una sull’impero propugnate da
Dante a una realtà geografica vole testimonianza di un sono nominati sei personaggi Purgatorio, soprattutto per qualche relazione con l’opera Dante. Ma l’obbiettivo dello
o topografica ristretta, quale culto e di una ammirazione nativi del Piemonte: rispondere alla domanda: che di Dante: né Pietro Azario, studio era anche parlare della
possibile metodo di indagine che ha sofferto nel tempo Guglielmo VII di Monferrato, cosa poteva sapere Dante del né Carlo Botta, né Giovanni politica di quegli anni.
sulla fortuna del poeta: quello solo rade parentesi, per poi Pietro Lombardo (oriundo di significo geografico di quel Battista Mattè, né i fratelli Come ha scritto Andrea
stesso metodo che ci ha con- riprendere con lena rinnova- Lumellogno di Novara) e toponimo e della storia di Giacosa, né Giovanni Frangioni in Francesco
dotti sin qui esplorando le ta sino ai nostri giorni». Anselmo d’Aosta sono i tre quella piccola regione Bossetti o Federico Ravello. Ruffini. Una biografia intel-
presenze del “Dante in Il contenuto del libro è che Dante incontra, pur dell’Italia settentrionale? L’unico canavesano menzio- lettuale (Bologna 2017), «nel
Canavese” per i lettori del sostanzialmente suddivisibile senza parlare loro; Fra Come abbiamo visto analiz- nato in Dante e il Piemonte è ricostruire il carattere rigido e
Risveglio Popolare. in due grandi paragrafi: Dolcino, Enrico di Susa e zando la storia politica negli Giovanni Getto (nato a Ivrea di autentici organismi giuridi-
Scriveva Mazzoni per “Piemonte e Piemontesi in Ubertino da Casale sono gli anni italiani di Enrico VII, è nel 1913), all’interno di un ci delle corporazioni nella
spiegare il titolo Dante e il Dante” e “La fortuna pede- altri tre che il poeta o altri probabile che Dante fosse al elenco di studiosi del Firenze del periodo del gran-
Piemonte: «L’epigrafe in montana dell’Alighieri”. Ecco menziona nel poema. corrente del privilegio vicaria- Novecento. de poeta, [Ruffini] osservò
esponente, in quanto miri a stabilito il principio che ha Nessuno di loro è canavesa- le di Ivrea e Canavese, risa- In effetti, se si eccettua come, anche nell’attualità, i
congiungere in modo telegra- guidato anche la nostra inda- no o può essere posto in rela- lente al 1311. In ogni caso, al l’esperienza (un poco strava- partiti politici da “snodati e
fico l’altissimo Poeta con un gine, con l’obbiettivo di ritro- zione con la storia canavesa- di là delle conoscenze specifi- gante) della riscrittura poetica aperti” che erano si fossero
nome di regione o con un più vare ciò che Dante ha dato e na. Dunque, mancando le che, è la menzione stessa del di Bossetti, l’unico intellet- trasformati in “organismi
ristretto toponimo, è ormai, ricevuto in una specificità persone, è stato necessario toponimo “Canavese” (in tuale del Canavese che si sia sempre più rigidi e sempre
come ben appare dalle biblio- tutta piemontese: “Canavese ricorrere ai luoghi: per questo questa forma e abbinato a applicato allo studio di Dante più chiusi”, e come la propor-
grafie speciali, una formula e Canavesani in Dante” e le prime puntate della nostra “Monferrato” in Purg. VII in maniera non episodica fu zionale avesse trasformato i
invalsa, sfruttata già or è “La fortuna canavesana serie si sono concentrate 136) quel che più importa. È proprio Getto. Ed è sempre partiti politici in vere persone
cent’anni, sin dal centenario dell’Alighieri”. sulla menzione del Canavese quanto Dante “ha dato” al Getto, nel suo ruolo di guida giuridiche».
territorio eporediese una alla lettura di un testo lette- Poco mancò che Ruffini,

Santi, Beati e Venerabili


volta per tutte, in termini di rario, a lasciare l’eredità più studiando la Firenze del
memoria poetica e in una durevole e fertile per altri let- tempo di Dante e le distor-
posizione tanto privilegiata tori e scrittori canavesani che sioni del pensiero politico-
come l’ultima parola di un vogliano produrre almeno ecclesiastico denunciate nella
canto. Se il dato testuale «un avvio all’intelligenza del Monarchia, giungesse a pre-
limitato a una sola parola significato umano e stilistico» vedere la nascita del
Beata ALFONSA CLERICI può apparire esiguo, l’antica della poesia di Dante (per Consiglio Nazionale delle
Lainate, Milano, 14 febbraio 1860 tradizione dei commenti riprendere le parole della Corporazioni, un organo
Vercelli, 14 gennaio 1930 danteschi lo ha arricchito, Premessa al primo volume costituzionale del governo
apportando molte informa- delle Letture dantesche del fascista.
Alfonsa Clerici nacque il 14 febbraio 1860 a Lainate
zioni sulla notorietà del 1955). Quest’ultimo esempio
(Milano), prima dei dieci figli di Angelo Clerici e Maria
Canavese presso gli eruditi Potrebbe sembrare, a testimonia della passione
Romanò. Era la primogenita di una coppia di «umili, ma one-
del XIV secolo che si dedica- conti fatti, che i canavesani civile che anima la ricerca
stissimi e religiosi contadini, che guadagnavano il pane quo-
rono allo studio della studiosi di Dante nel corso storica, e del ruolo di Dante
tidiano con la fatica e il frutto del loro lavoro»; erano anche
Commedia. Altre puntate della storia si siano interessa- quale “animatore” per eccel-
molto religiosi e la chiamata di Dio in casa Clerici si manife-
della rassegna sono state ti soprattutto alla qualità lenza della cultura italiana;
stò anche in altri tre suoi fratelli che divennero religiosi: due
infatti dedicate a Jacopo e poetica, in particolare della egli stesso ne fu presago,
barnabiti, Prospero e Ildefonso, e la sorella Bonaventura, che
Pietro Alighieri o a Commedia, indagandone quando fece dire all’antenato
diventerà una Suora del Preziosissimo Sangue.
Benvenuto da Imola per aspetti peculiari o generali o Cacciaguida, nel canto XVII
A quindici anni (nel 1875 "fu iscritta al Collegio delle
dimostrare come sin dai riutilizzandone gli stilemi per del Paradiso, che la sua paro-
Suore del Preziosissimo Sangue, a Monza, per conseguire il diploma di Maestra". Durante gli
primi decenni di circolazione altri scopi (come nel caso di la, sebbene amara, sdegnosa
anni di Collegio, la giovane Alfonsa ebbe modo di chiarire a se stessa e alla famiglia la propria
del poema il toponimo cana- Bossetti o del Gozzano o accusatrice, «vital nodri-
vocazione alla vita religiosa. Non entrò in convento subito dopo gli studi e durante l'insegna-
vesano avesse destato una “canavesano”). Conviene mento | lascerà poi, quando
mento a Lainate, per quattro anni, cercò di aiutare la famiglia anche economicamente. Il 15
peculiare ricerca geografico- quindi suggellare la nostra sarà digesta». Ben oltre la
agosto 1883, si recò a Monza ed entrò tra le suore del Preziosissimo Sangue. Dopo la profes-
politica. rassegna (senza alcuna ambi- pertinenza geografica e l’oc-
sione si dedicò all'attività di insegnante nel Collegio di Monza. Dal 20 novembre 1911 suor
Molto più nutrita di pre- zione di completezza) con un casionalità dei centenari,
Alfonsa fu a Vercelli, ove rimase per diciannove anni, fino alla fine della sua vita. Nella notte
senze, illustri e non, è stata esempio differente, che non comprendere appieno la
tra il 12 e il 13 gennaio 1930 fu colpita da emorragia cerebrale: la trovarono nella sua stanza,
la seconda parte (quel che riguarda né la poesia né la vitalità di tale parola è la
nel suo abituale atteggiamento di preghiera, con la fronte per terra. Morì il giorno dopo il 14
“Dante ha ricevuto” dai suoi Commedia, bensì la politica lezione più impegnativa e
gennaio 1930 verso le ore 13,30. Dopo il parere favorevole della Consulta medica, del
cultori). In realtà, la rassegna e il diritto: un ambito di azio- duratura di Dante - poeta,
Congresso peculiare dei Teologi sulla guarigione miracolosa attribuita all'intercessione della
degli interpreti danteschi ori- ne e di riflessione civile che uomo politico, filosofo e teo-
Serva di Dio suor Alfonsa Clerici, il 13 aprile 2010 la Congregazione dei Cardinale e dei
ginari del Piemonte presenta- ha sempre guardato a Dante logo - «di cui la fama ancor
Vescovi riconosce il miracolo e il 1° luglio 2010 il Santo Padre Benedetto XVI promulga il
ta da Mazzoni nel suo libro è come il modello supremo. nel mondo dura, | e durerà
Decreto riguardante il miracolo della Venerabile serva di Dio suor Alfonsa Clerici. ll 23 otto-
piuttosto selettiva, e non vi Il grande giurista, storico, quanto ’l mondo lontana».
bre 2011è stata beatificata nel Duomo di Vercelli.
compare nessuno di coloro accademico e politico antifa-
che dal Canavese o in scista Francesco Ruffini (nato michele curnis

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