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CATULLO (84-54 a.C.

): si innamora di una certa Lesbia, ma si tratta di uno pseudomino, un nome utilizzato per mascherare quello vero, in modo che la buona reputazione della donna in questione non venisse intaccata (segue labitudine dei poetae novi).

Pone lamore al vertice della scala dei valori (vivamus, mea Lesbia, atque amemus, rumoresque

senum seviorum omnes unius aestimemus assis carme 5). Amore caratterizzato da un sentimento tenero , totalizzante e possessivo (mea Lesbia , mea vita), basato sulla fides (fedelt), che non viene rispettata da Lesbia da qui un cambiamento degli stati danimo che passano da vertici di felicit alla disperazione. Lamore di Catullo per Lesbia pu essere diviso in tre parti: 1) lamore felice: desiderio di immobilizzare la felicit presente ( vivamus, mea Lesbia, atque amemus, rumoresque senum seviorum omnes unius aestimemus assis Da mi basia mille, deinde centum, dein mille altera, dein seconda centum, deinde usque altera mille, deinde centum. Carme 5 ). si sente svuotato e miser quando vede Lesbia che pare bella come un Dio (Ille mi par esse deo videtur, ille, si fas est, superare divos carme 51): misero quod omnis eripit sensus mihi: nam simul te, Lesbia, aspexi, nihil est super mi <vocis in ore>, lingua sed torpet, tenuis sub artus flamma demanat, sonitu suopte tintinant aures, gemina teguntur lumina nocte... (carme 51)

partecipa del dolore dellamata : ...At vobis male sit, malae tenebrae Orci, quae amnia bella devoratis; tam bellum mihi passerem abtulistis. O factum male! O miselle passer! Tua nunc opera meae puellae Flendo turgiduli rubent ocelli. (carme 3)

Afferma che lamore per Lesbia come un amore paterno, e di amarla pi di se stesso e di tutti i suoi:

Dilexi tum te non tantum ut volgus amicam, sed pater ut gnatos diligit et generos. (carme 72) Illa Lesbia, quam catullus unam plus quam se atque suos amvit omnes (carme 58)
2) lamore come tormento:

sofferenza, rancore e delusione:

sed mulier cupido quod dicit amanti, in vento et rapida scrivere oportet aqua. (carme 70)
Huc est mens deduca tua, mea Lesbica, culpa atque ita se officio perdidit ipsa suo, (carme 75)

Ambivalenza della passione: odi et amo

Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior (carme 85)

Scissione tra sensi e sentimenti: diminuzione della stima e dellaffetto, a cui subentrano disprezzo e risentimento, si accorge che possibile amare senza bene velle, che si pu bruciare senza volere bene.

Nunc te cognomi: quare etsi impensius uror, multo mi tamen es vilior et levior. <<qui potis est>>, inquis? Quod amante miniuria talis cogit amare magis, sed bene velle minus. (carme 72)
3) lamore infranto:

lamore diventa una malattia grave (teater morbus) che insieme pesti set pernicies (malanno e rovina): Miser Catulle, desinas ineptire.. (carme 8) Sentimento dellinvidia nei confronti del futuro corteggiatore di Lesbia: quae tibi manet vita? Quis nunc te adibit? Cui videbiris bella? Quem nunc amabis? Cuius esse diceris? Quem basiabis? Cui labella mordebis? (carme 8)

LA SOCIET CORTESE: la figura femminile viene considerata in modo positivo,

il corteggiamento diventa una fase necessaria dellamore cortese ed il rispetto per la donna
diventa il valore supremo,

<<Dama>>, fa lui, <<non ve ne importi! Non conta se i ferri son forti; niente oltre voi mi pu impedire che io possa da voi venire.

Se concesso da voi mi sia, tutta libera m la via; ma se la cosa non v grata, allora m cos sbarrata che per niente vi passerei>>. ( Chrtien de Troyes La notte di amore fra Ginevra e Lancillotto)

linnamorato si dichiara vassallo della donna, in quanto chiede un beneficio che pu essere uno
sguardo, un saluto o addirittura la corresponsione piena dellamore, in cambio del proprio servizio damore (lodi e devozione) => si ha una totale servit damore. (Elementi del vassallaggio mantello ed anello),

Ancora mi ricordo di un mattina quando ponemmo fine alla nostra guerra con un patto, e lei mi offr un dono cos grande: il suo amore fedele e il suo anello. Ancora mi lasci Dio vivere tanto che io possa mettere le mie mani sotto il suo mantello (Guglielmo dAquitania Per la dolcezza della nuova stagione)

il trattato pi noto e pi importante il De amore di Andrea Cappellano, il quale definisce i

principali comandamenti damore: 1) lamore come passione istintiva collegata alla vista, 2) amore = rapporto feudale, 3) concezione antimatrimoniale dellamore, 4) stretto rapporto fra amore e gentilezza, la quale dipende dalla nobilt danimo.

il desiderio amoroso sospeso tra gioia e pena e talvolta qualcosa che spossessa:
Dal luogo che mi piace non mi arriva n messaggero n messaggio, sicch il mio cuore non dorme n ride (Guglielmo dAquitania Per la dolcezza della nuova stagione)

Mi ha privato del mio cuore, di me, di se stessa e di tutto il mondo; e quando mi ha privato di s non mi ha lasciato che desiderio e cuore bramoso. (Bernant de Ventadorn Quando vedo lallodoletta muovere
Cos mi allontano da lei e rinuncio; lei mi ha ucciso e io le rispondo come morto, e me ne vado, perch non mi trattiene, infelice, in esilio, non so dove. (Bernant de Ventadorn quando vedo lallodoletta muovere) (similitudine dellamore: Guglielmo dAquitania dice: Il nostro amore come il ramo del biancospino che intirizzisce sullalbero, la notte, nella pioggia e nel gelo, fino allindomani, quando il sole si diffonde attraverso il verde fogliame sul ramoscello.) LA SCUOLA SICILIANA (1230-1266): Lamore viene considerato nella relazione fra il <<piacimento>>, che viene prodotto dallatto del vedere la bellezza della donna e che dunque ha sede negli occhi, e il <<nutricamento>>, prodotto dalla riflessione amorosa, che ha sede nel cuore.

comom che pone mente in altro exemplo pinge la simile pintura, cos, bella, facceo, che nfra lo core meo

porto la tua figura (Giacomo da Lentini Meravigliosamente)

Servit damore, che da gioia e dolore al quale lamante si sottopone volentieri perch sa che
prima o poi otterr la ricompensa.

Al cor marde una doglia, comom che ten lo foco al suo seno ascoso, e quando pi lo nvoglia allora arde pi loco e non po stare incluso: similmente io ardo quando passe non guardo a voi, visamoroso (Giacomo da Lentini Meravigliosamente)

Tuttor cheo dir <<gioi>>, gioiva cosa, intenderete che di voi favello, (Guittone dErezzo tuttor cheo dir <<gioi>>, gioiva cosa)
Paura di manifestare il proprio amore, timidezza

siculo-toscano

Assai vaggio laudato, madonna, in tutte le parti di bellezze che avete. Non so se v contato Cheo lo faccia per arti, che voi pur vascondete. Sacciatelo per singa, zo cheo no dico a linga, quando voi mi vedrete. (Giacomo da Lentini Meravigliosamente)

IL DOLCE STIL NOVO (1280-1310):

assoluta fedelt ai dettami dAmore, la donna assume i tratti di un angelo e fa da mediazione fra il poeta e Dio => amore che innalza e
nobilita luomo e quindi lo avvicina al divino,

Passa per via adorna, e s gentile chabassa orgoglio a cui dona salute, e fa l de nostra f se non la crede; (Guido Guinizzelli Io voglio del ver la mia donna laudare )

gentilezza, nobilt danimo (Al cor gentil rempaira sempre amore Guido Guizzinelli Al cor
gentil rempaira sempre amore) che soffre e arde,

la donna colpisce, attraverso la luce degli occhi ed attraverso il suo saluto, il cuore del poeta,

Lo vostro bel saluto el gentil sguardo che fate quando vencontro, mancide: Amor massale e gi non ha riguardo selli face peccato over merzade, ch per mezzo lo cor me lanci un dardo ched oltre n parte lo taglia e lo divide; parlar non posso, ch n pene io ardo s come quelli che sua morte vede. Per li occhi passa cometa lo trono, che fer per la finestra de la torre e ci che dentro trova spezza e fende; remano como statua dottono, ove vita n spirito non ricorre, so non che la figura domo rende. (Guido Guinizzelli Lo vostro bel saluto el gentil sguardo) voi che per li occhi mi passaste l core e destaste la mente che dormia, guardate a langosciosa vita mia, che sospirando la distrugge Amore. E vn tagliando di s gran valore, che deboletti spiriti van via: riman figura sol en signoria e voce alquanta, che parla dolore. Questa vert damor che mha disfatto Da vostrocchi gentilpresta si mosse: un dardo mi gitt dentro dal fianco. S giunse rittol colpo al primo tratto, che lanima tremando si riscosse veggendo morto l cor nel lato manco. (Guido Cavalcanti Voi che per li occhi mi passaste l core)

Dottrina degli spiritelli che sembrano regolare buona parte della vita delluomo e dei suoi

rapporti con la donna. In particolare leffetto di smarrimento che la bellezza della donna produce nellanimo delluomo rappresentato con la personificazione delle sue facolt vitali in spiriti e spiritelli, che lottano, sospirano, si esaltano, piangono,

Deh, spiriti miei, quando mi vedete con tanta pena, come non mandate fuor dalla mente parole adornate di pianto, dolorose e sbigottite? (Guido Cavalcanti) veggio neglio occhi de la donna mia un lume pien di spiriti damore,

che porta uno piacer novo nel core, s che vi desta dallegrezza vita. (Guido Cavalcanti)

necessit di incontrare la donna amata, di vederla,


quivi chiamai a questa guisa Amore: <<Dolce mio Iddio, fa che qui mi traggia la morte a s, che qui giace l mio core>> (Cino da Pistoia Io fu n su lalto e n sul beato monte)

DANTE ALIGHIERI (1265-1321):

la donna ingenera sempre nelluomo un sentimento di elevazione, di perfezione; lamare stimola


una ferma volont di annobilimento che si tramuta in ansia metafisica e brama dassoluto, non libera da angoscia e tormento. Centrale l'idea che all'Amore non ha senso resistere, perch, innato in ogni uomo, portato in atto dalla donna e deve manifestarsi,

donna-angelo (mediatrice tra Dio e il poeta),


Ella si va, sentendosi laudare, benignamente dumilt vestita; e par che sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare (Vita nuova La lode si Beatrice)

la donna viene descritta nelle sue caratteristiche interiori, invenzione di un finto amore per unaltra donna (donna-schermo), per mantenere segreta
lidentit dellamata e proteggerla dai curiosi,

Il sentimento amoroso non sempre ingenera unelevazione dellanimo, infatti diventa un atto
negativo quando stravolge laspetto razionale delluomo, Noi leggiavamo un giorno per diletto di Lancialotto come amor lo strinse; soli eravamo e sanza alcun sospetto. Per pi fiate li occhi ci sospinse quella lettura, e scolorocci il viso; ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso esser basciato da cotanto amante, questi, che mai da me non fia diviso, la bocca mi basci tutto tremante. Galeotto fu l libro e chi lo scrisse: quel giorno pi non vi leggemmo avante. (V canto dellinferno)

Intesi che a cos fatto tormento enno dannati i peccator carnali che la ragion sommettono al talento (V canto dellinferno)

GIOVANNI BOCCACCIO (1313-1375):

lamore pi materiale e carnale => esalta la donna sotto il profilo della bellezza corporea e
pensa che lamore debba essere vissuto anche attraverso lesperienza erotica e sensuale,

lamore una forza insopprimibile, motivo di gioia ma anche di dolore, basti pensare alle novelle
raccontate durante la IV giornata, nelle quali la morte di uno degli amanti inevitabile perch le leggi della Fortuna trionfano su quelle naturali dellamore (infatti, trattano degli amori infelici): un esempio costituito dalla V novella, ovvero la storia di Elisabetta da Messina e il vaso di basilico, nella quale si sviluppa il contrasto amore/fortuna, oppure dalla novella di Tancredi e di Grismunda.

lamore deve fare valere i propri diritti in ogni classe sociale, ne un esempio la novella dello
stalliere del re Agilulfo raccontata durante la terza giornata. FRANCESCO PETRARCA (1304-1374):

la donna (Laura) dotata di una personalit e mostra stati danimo e atteggiamenti decisivi per
le reazioni del poeta e per lo sviluppo della situazione narrativa,

amore non corrisposto (anche a causa del narcisismo di Laura), che causa infelicit, sofferenza,
solitudine,

..tempo non mi parea de far riparo contra colpi dAmor: per mandai secur, senza sospetto; onde i miei guai nel comune dolor sincominciaro (Canzoniere Era il giorno chal sol si scoloraro) Altro schermo non trovo che mi scampi dal manifesto accorger delle genti, perch negli atti dalegrezza spenti di fuor si legge comio dentro avvampi: (Canzoniere Solo et pensoso i pi deserti campi)

lamore non diminuisce mai, anche parecchi anni dopo linnamoramento,


Uno spirito celeste, un viso sole fu quel chi vidi: et se non fosse or tale, piagha per allentar darco non sana. (Canzoniere Erano i capei doro a laura sparsi)

in seguito alla morte di Laura (oppure nel periodo della vecchiaia) rievoca la donna amata
pensando alla sua bellezza (la descrive fisicamente),

Erano i capei doro a laura sparsi che n mille dolci nodi gli avolgea, el vago lume oltra misura ardea di quei begli occhi, chor ne son s scarsi; Non era landar suo cosa mortale, ma dangelica forma; et le parole sonavan altro, che pur voce humana (Canzoniere Erano i capei doro a laura sparsi)

Oim il bel viso oim il soave sguardo, oim il leggiadro portamento altero: oim il parlar chogni aspro ingegno et fero facevi umile, ed ogni huom vil gagliardo! Et oim il dolce riso (Canzoniere Oim il bel viso, oim il soave sguardo)

lamore per Laura lo fa allontanare da Dio,


Agostino: Ha distolto il tuo animo dallamore dei beni celesti, ed ha volto il tuo desiderio dal Creatore alla creatura. E questa sola stata sempre la via pi facile verso la morte (Secretum Lamore per Laura sotto accusa) Agostino: Perch bisogna amare tutto il creato per amore del Creatore; e tu, invece, preso dalle attrattive duna creatura, non hai amato il Creatore come si doveva, ma lo hai ammirato come artefice di lei, quasi non avesse creato nulla di pi bello, mentre la venust corporea lultima delle bellezze (Secretum Lamore per Laura sotto accusa) Era il giorno chal sol si scoloraro per la piet del suo factore i rai, quando i fui preso et non me ne guardai, che i be vostrocchi, donna, mi legaro (Canzoniere Era il giorno chal sol si scoloraro)

Jessica Vanoni

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