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Collana Saggi
Prima edizione - maggio 2018
ISBN: 978-88-99763-36-7
Impegno e disincanto
in Pasolini, De André,
Gaber e R. Gaetano
Prefazione
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uno che se ne serviva come strumento vivo e come mezzo artistico nel-
l’Italia degli anni Ottanta e Novanta (Creuza de mä, ma anche tanto
altro), come ha fatto Faber, non è stato facile.
Non era facile però neanche trovare qualcuno che portasse il Teatro di
parola (una formula proprio di Pasolini), o il Teatro-canzone, come pre-
feriscono dire gli studiosi gaberiani, al livello in cui lo ha portato Giorgio
Gaber. Proviamo a riascoltare la lungamente censurata Io se fossi Dio,
capolavoro dell’artista milanese, e vediamo se le consonanze con Paso-
lini, nei temi, ma soprattutto nel modo di vedere il mondo, non sono
evidenti. E non che fosse trovare, in pieno riflusso post '77, le energie
dissacratorie con cui Rino Gaetano rivestiva i suoi versi. In sintesi, come
dice Annibale, «Pier Paolo Pasolini rappresentava il cardine del Disin-
canto italiano, fonte d’ispirazione intellettuale per chi cercava di vivise-
zionare le mentalità che hanno scosso il Sessantotto. Fabrizio De André
è diventato, raffinatamente, il megafono poetico e cantautorale delle
eresie pasoliniane. Giorgio Gaber ha portato a compimento le sugge-
stioni corsare e luterane di PPP, percorrendo una strada filosofica fuori
dal coro, quella del Teatro di Parola, alla ricerca dell’Umanesimo Nuovo.
Ora potremmo dire che l’erede designato per garantire una continuità
coerente del linguaggio disincantato nel Duemila, era, senza nessuno
che lo incoronasse, Rino Gaetano». Godiamoci allora questo viaggio nel
linguaggio del disincanto, in compagnia di Annibale Gagliani, un gior-
nalista dallo sguardo acuto e fine e dalla penna leggera. La prosa del-
l’autore, tra l’altro, non annoia mai, e il piacere di leggerlo è uno dei
tanti aspetti belli e costruttivi di questo libro.
Marcello Aprile
*
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«Andare via lontano a cercare un altro mondo,
dire addio al cortile, andarsene sognando»
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Introduzione
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Capitolo 1
Pasolini – L’intellettuale delle borgate:
quando l’eresia diventa arte
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pre più innamorato di mia madre che non l’aveva altrettanto amato e
ora era, per di più, solo intenta al suo dolore; e a questo si aggiunga il
problema della mia vita e della mia carne17.
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tre chierici giovani portarono i ragazzi nel cortile del ricreatorio per fare
le fotografie: il Vescovo camminava fra loro benedicendo i familiari dei
ragazzi che s’inginocchiavano al suo passaggio. Il Riccetto di sentiva ro-
dere, lì in mezzo, e si decise a piantare tutti: uscì per la chiesa vuota, ma
sulla porta incontrò il compare che gli disse: «Aòh, addò vai?» «A casa
vado», fece il Riccetto, «tengo fame». «Vie’ a casa mia, no, a fijo de na
mignotta», gli gridò dietro il compare, «che ce sta er pranzo». Ma il Ric-
cetto non lo filò per niente e corse via sull’asfalto che bolliva al sole26.
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«vastasate» il copione non esisteva, è nato quattro secoli dopo. Era una
comicità fatta da poveracci, ma sanguigna, acuta, molte delle cose che
strombazzavano oggi si ritrovano già nel loro repertorio39.
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bire chiome folte e abiti ambiziosi per rompere gli schemi con i
loro padri, concepiti come “matusa” e nemici di un futuro libero.
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tutto la sua smania, per così dire cosmica, di attuare fino in fondo lo
«Sviluppo»: produrre e consumare62.
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Capitolo 2
Faber – Il poeta dei carruggi:
“una ballata vi seppellirà”
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Stanotte Michè
si è impiccato a un chiodo perché
non poteva restare vent’anni
in prigione lontano da te.
Io so che Michè
ha voluto morire perché
ti restasse il ricordo del bene
profondo che aveva per te.
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Signori benpensanti
spero non vi dispiaccia
se in cielo, in mezzo ai Santi
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Mi citeran di monito
a chi crede sia bello
giocherellare a palla
con il proprio cervello.
Cercando di lanciarlo
oltre il confine stabilito
che qualcuno ha tracciato
ai bordi dell’infinito.
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Intellettuali d’oggi
idioti di domani
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ridatemi il cervello
che basta alle mie mani
profeti molto acrobati
della rivoluzione
oggi farò da me
senza lezione. […]
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orizzonte della cella scrive per l’ultima volta alla donna che pron-
tamente l’abbandona. Egli è «un antieroe scalcinato o un roman-
tico assai velleitario», schiacciato dal peso atroce della sconfitta,
materializzata nelle sbarre di un destino già marchiato. La fine
del bombarolo e il suo pianto invisibile, non sono altro che il me-
gafono con cui De André decide di condannare politicamente
(con nettissimo anticipo) il terrore degli anni a venire. «Il terro-
rismo è stata la vera esasperazione: il Sessantotto che ho vissuto
io era un’epoca ricca di fantasia e ha fatto del bene122».
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si sentiva cantare
-quant’è bella giovinezza
non vogliano più invecchiare-
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a misura di braccio
a distanza di offesa
che alla pace si pensa
che la pace si sfiora
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Capitolo 3
Gaber – Fenomenologia dionisiaca del Teatro Canzone:
un filosofo prestato al cantautorato
Ma cos’è davvero la cultura? Credo sia una chiave per capire me-
glio quello che siamo. Deve essere circondata di silenzio. È impossibile
che su problemi di qualsiasi tipo, di qualsiasi ordine, ognuno dica im-
punemente la sua e valgano le opinioni di tutti. Questa è una grande
partecipazione della gente, incoraggiata fin dall’inizio dalle radio libere
quando partirono a «microfono aperto». Per me il microfono deve es-
sere chiuso, e si lascino parlare le persone che ne hanno titolo e qualità.
Questo falso senso democratico mi infastidisce moltissimo155.
G. G.
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il mondo […] Il secondo consiste nel fare quello che veramente ti piace,
perché è lì che senti di poterti esprimere al massimo. Una scelta che fa
bene a te stesso e quasi inconsciamente anche agli altri. Il concetto io
e Gaber lo avremmo poi ripreso tanto tempo dopo, quando, nella Can-
zone della non appartenenza, scrivemmo appunto: “… un egoismo an-
tico e sano di chi non sa nemmeno che fa bene a sé e all’umanità165.
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fuoco di trovate, di effetti. Sì, hanno anche loro qualche, qualche effetto
fisso, sì, quello che in gergo teatrale si chiama «tormentone». Sì. Cioè
l’insistere su alcune parole che hanno proprio un senso buffissimo pro-
prio perché ripetute tante volte. Non so, per esempio: bum… «Depre-
chiamo», bum… «Esprimiamo il nostro sdegno», bum… «Siamo
solidali con le famiglie», bum… Bravissimi, bravissimi! Dei veri profes-
sionisti della risata. Sì, la risata di Stato.
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gionale. […] No, l’università non va più bene, è tornato tutto come
prima, anzi, ti fanno certi mazzi. […] Hanno bisogno di gente preparata
per la produzione. Il fine giustifica i mazzi. […] A noi c’hanno rovinato
quelli lì. I Miller, I Kerouac, «On the road, on the road!» On the road
noi. E loro a casa. Gattacci, neri, finti, hanno portato la scalogna solo a
noi che siamo ancora qui a vendere collanine. […] Io non diventerò
come loro, questo è certo. Li vedo, li vedo sempre pronti a rincorrere un
direttore nei corridoi, a divincolarsi vicino lui parlandogli un po’ dal
basso, ossequiosi, scodinzolano, continuano a corrergli dietro, inciam-
pano, lo raggiungono ancora, sempre più bassi. E poi se lo guardano, lo
seguono a passettini e annuiscono, viscidi, striscianti, schifosi. E a casa
minestrine al burro, il «Corriere».
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scindeva dalle convenzioni del tipico modello pop. […] E così, anche se
con qualche dubbio sul tipo di operazione che andavamo a fare, mi tra-
scinò in uno dei suoi spettacoli più dibattuti. Tanti si scandalizzavano
e arrabbiavano, ma ci furono anche vere apoteosi. Il passaggio di un
uomo simile dalle nostre parti è stata, per me, l’ennesima prova che la
vita non è per caso183.
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Io se fossi Dio
non sarei mica stato a risparmiare
avrei fatto un uomo migliore. […]
e sull’amore e sulla carità
mi sarei spiegato un po’ meglio.
Infatti non è mica normale
che un comune mortale
per le cazzate tipo compassione e fame in India
c’ha tanto amore di riserva
che neanche se lo sogna
che viene da dire
«Ma dopo come fa a essere così carogna?».
E a te ragazza
che mi dici che non è vero
che il piccolo borghese
è solo un po’ coglione
che quell’uomo è proprio un delinquente
un mascalzone, un porco in tutti i sensi, una canaglia
e che ha tentato pure di violentare sua figlia.
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Nei tre anni in cui Giorgio portò in tournée “Il Teatro Canzone”,
in Italia era successo davvero di tutto. La realtà di quello che avevamo
appreso dai telegiornali superava di gran lunga qualunque racconto di
fantasia. Le indagini di Mani Pulite avevano portato alla luce un sistema
consolidato di finanziamenti illeciti all’interno dei partiti e io e Giorgio
commentavamo quello che stava accadendo, aspettandoci sempre un
altro colpo di scena, come in un racconto a puntate196.
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Il conformista
è uno che di solito sta sempre dalla parte
giusta
il conformista ha tutte le risposte belle chiare
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6. L’Umanesimo Nuovo:
La razza in estinzione può salvarsi, rivoluzionandosi
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Mi scusi Presidente
ma forse noi italiani
per gli altri siamo solo
spaghetti e mandolini.
Allora qui mi incazzo
son fiero e me ne vanto
gli sbatto sulla faccia
cos'è il Rinascimento. […]
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo
per fortuna o purtroppo
per fortuna
per fortuna lo sono.
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I Gaber non ci sono più, non soltanto perché non ci sono più fi-
sicamente, ma perché è cambiata tutta la società. L’idea che avevamo
di intellettuale tout court non esiste più. In questo grande caos, in que-
sta grande solitudine che tutti noi viviamo, qualcuno si aggrappa a Tra-
vaglio, al Fatto, a me. So che sta accadendo, ma per quanto io sia
narciso, Gaber era un’altra cosa. Era un fenomeno assoluto e raccon-
tarlo per me è un’emozione e un onore enorme, ancor più perché aven-
dolo conosciuto, so di cosa parlo207.
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Se ci fosse un uomo
forte nel guardare sorridente
la sua oscura realtà del presente
nel gestire ciò che ha intorno
senza intaccare il suo equilibrio interno
nell’odiare l’arroganza
nel custodire con impegno
la parte più viva del suo sogno
un uomo che ha scelto il suo cammino
senza gesti clamorosi per sentirsi qualcuno
che vive senza alcuna ipocrisia
col rispetto di se stesso e della propria pulizia
un uomo che crede nell’individualismo
ma combatte con forza qualsiasi forma di egoismo
che odia il potere esercitato su se stessi
che è certo che la donna e l’uomo
siano il grande motore del cammino umano […]
Allora si potrebbe immaginare
un Umanesimo nuovo
con la speranza di veder morire
questo nostro medioevo
con certezza in un futuro non lontano.
sogni inflitta dalla legge del mercato stabilisce che L’uomo è an-
tiquato. Giorgio Gaber, francofortese di Milano, offre alle gene-
razioni future – laicamente – la possibilità di frantumare le
tenebre dell’insensato medioevo consumistico, privo di qualsiasi
apporto valoriale. Ma per aprire le porte sociali al Nuovo Uma-
nesimo, bisogna avere il coraggio di intraprendere una rivoluzione
interiore totale. Tutto ciò potrebbe compiersi realmente, anche
dopodomani, Se ci fosse un uomo…
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giamento di grande umiltà, nel senso nobile del termine, non di sotto-
missione ma di condivisione. È sempre stata una proposta artistica sul
palco che diceva «io avverto queste sensazioni, ho questi pensieri, io
ho queste perplessità, ho questi dubbi, mi piace condividerli con voi, e
vediamo cosa succede». In questa interazione ogni volta si apriva un
percorso che partiva da zero e arrivava a un suo termine. Questa è la
grandezza di Gaber, l’aver sottolineato delle contraddizioni e aver
sciolto dei piccoli grandi nodi.
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Capitolo 4
Rino Gaetano – Il poeta del “senso interiore”:
un dissacratore impavido e paradossale
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di queste è la semplicità dell’erta vita, che nel suo Sud resta im-
macolata. La bellezza paesaggistica riesce ad alleviare le ferite di
una fibra arsa di gioie lussuriose, ma storicamente leale, in grado
di far sussurrare all’artista: Ad esempio a me piace il Sud.
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naturale, landa nella quale l’anima ingegnosa del poeta può svo-
lazzare senza freni, naturalmente. Quei paesaggi deontologica-
mente puri e succosamente avari, gli ricordano l’infanzia
edificante di Crotone. Da qui, parte la confessione che l’autore fa
nel brano a se stesso: gli piace il Sud, con tutti gli onori e i dolori
del caso, si rende conto che soltanto un altro che nutre sentimenti
e valori simili ai suoi lo potrà comprendere. Un invito velato da
immagini simboliche che mirano a stimolare l’osservazione reale
da parte dell’ascoltatore, smarcandosi dagli sbrigativi e laconici
stereotipi.
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Chiamare Mio fratello è figlio unico un disco, vuol dire che in-
tanto tutto il disco verte appunto su questo problema della solitudine,
dell’estromissione, dell’emarginato, e considera l’emarginato in tutte
le sue parti. Poi cercare di fare la battuta “mio fratello è figlio unico”,
fa parte di come scrivo io. Prendo dei problemi che mi stanno a cuore
e cerco sempre di mettermi da parte, distante, al di fuori di questi pro-
blemi e di guardarli con occhio estraneo228.
R.G.
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E Berta filava
e filava la lana
la lana e l’amianto
del vestito del santo
che andava sul rogo
e mentre bruciava
urlava e piangeva
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e la gente diceva
anvedi che santo
vestito d’amianto.
E Berta filava
e filava con Mario
e filava con Gino
e nasceva il bambino
che non era di Mario
che non era di Gino.
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strare, in senso lato, «la suprema potenza degli industriali del pe-
trolio249».
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Fabbricando case
ospedali, casermoni e monasteri
fabbricando case
ci si sente più veloci e più leggeri
fabbricando scuole
dai un tuo contributo personale all’istruzione
fabbricando scuole
sub-appalti e corruzione e bustarelle da un milione […]
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Dc, Dc
Pci, Psi, Pli, Pri
Dc, Dc, Dc, Dc
Cazzaniga
avvocato Agnelli, Umberto Agnelli
Susanna Agnelli, Monti, Pirelli
dribbla Causio, che passa a Tardelli
Musella, Antognoni e Zaccarelli
Gianni Brera
Bearzot
Monzon, Panatta, Rivera, D’Ambrosio
Lauda, Thoeni, Maurizio Costanzo, Mike Bongiorno
Villaggio, Raffa e Guccini
onorevole, eccellenza, cavaliere, senatore
nobildonna, eminenza, monsignore
vossia, cherie, mon amour
nuntaraggae più.
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Ue paisà
il bricolage
il Quindici-Diciotto
il prosciutto cotto
il Quarantotto
il Sessantotto
il P38
sulla spiaggia di Capocotta
Cartier, Cardin, Gucci
Portobello e illusioni
lotteria a trecento milioni
mentre il popolo si gratta
a dama c’è chi fa la patta
a sette e mezzo c’ho la matta
mentre vedo tanta gente
che non c’ha l’acqua, corrente
e non c’ha niente
ma chi me sente
ma chi me sente
e allora amore mio ti amo.
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di non scordarsi mai dei versi della sua prosaica denuncia, per
salvarsi dalle angherie diabetiche dell’industria musicale. «Sa-
rebbero piovuti contratti, inviti, concerti, radio, tv, intellettuali
“pret-a-porter”, sociologi e mignotte, e speravo che Rino conti-
nuasse a canticchiare dentro di sé Nuntaraggae più, come anti-
doto al circo di nani, saltimbanchi, mangiafuoco e mangiamerda
che di lì a poco si sarebbe proposto in tutta la sua trivialità263».
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tolante avventura con una delle case più potenti dell’universo mu-
sicale italiano: la RCA. I nuovi discografici cuciono un vestito
commerciale che a Rino va molto stretto: l’operazione è ideata
per rilanciarlo nelle vendite. Nasce Resta vile maschio, album re-
gistrato nell’afa torrida del Messico. La genesi del 33 giri avviene,
stando alle ricostruzioni storiche della RCA, in un bar, nel quale
si incontrano Rino e Mogol. L’episodio è chiarito con accuratezza
dal nipote del poeta real-surreale, Alessandro:
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alla passione inesauribile della sorella Anna e dei suoi figli, sono
in atto tanti progetti che veicolano il reale messaggio gaetaniano.
Il nipote Alessandro ricorda, infatti, come il sensoriale zio sia en-
trato in punta di piedi nelle scuole: «Poco tempo fa siamo andati
in una scuola elementare a San Giovanni, Istituto Manzoni, dove
i bambini avevano preparato insieme alla maestra una recita mi-
mata di Ma il cielo è sempre più blu. Poi ho tirato fuori la chitarra
e tutti in coro abbiamo cantato Aida, la storia d’Italia. È stato
qualcosa di grandioso, come lui del resto266».
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Note di testo
1
Definizione tratta da www.treccani.it.
2
BRUNI F., L’italiano letterario nella storia, Il Mulino, Bologna, 2007, p. 54.
3
ACCADEMIA DEGLI SCRAUSI, Versi rock – La lingua della canzone italiana negli
anni ’80 e ’90, Rizzoli, Milano, 1996, pp. 27-28.
4
ANTONELLI G., Ma cosa vuoi che sia una canzone – Mezzo secolo di italiano can-
tato, Il Mulino, Bologna, 2010, p. 55.
5
BECCARIA G. L., Le orme della parola – Da Sbarbaro a De André, testimonianze
sul Novecento, Rizzoli, Milano, 2013, p. 200.
6
BORGNA G. – SERIANNI L., La lingua cantata – L’italiano nella canzone dagli
anni Trenta ad oggi, Garamond Editrice, Roma, 1994, p. III.
7
APRILE M., Dalle parole ai dizionari, Il Mulino, Bologna, 2015, pp. 14-15.
8
PASOLINI P. P., Poesie, Garzanti, Milano, 2016, pp. 138-139.
9
MARTELLINI L., Ritratto di Pasolini, Edizioni Laterza, Bari, 2006, p. 7.
10
TOMBESI E., Pasolini: la cultura popolare e l’importanza della pedagogia, tratto
da www.academia.edu, pp. 1-2.
11
MARTELLINI L., Ritratto di Pasolini, Editori Laterza, Bari, 2006, p. 8.
12
Ivi, p. 8.
13
BENEDETTI G., Pasolini 1940-1945: genesi di un intellettuale, da
www.academia.edu, p. 2.
14
MARTELLINI L., Ritratto di Pasolini, Editori Laterza, Bari, 2006, p. 11.
15
Ivi, p. 16.
16
Ivi, p. 28.
17
Ivi, p. 31.
18
Per monolinguismo si intende l’uso di un solo codice o varietà linguistica, e più spe-
cificamente nell’uso letterario di un unico registro stilistico o modulo espressivo omo-
geneo e selezionato da parte di un autore. […] Il plurilinguismo dantesco per Contini
(1970: 171) non è solo uso concomitante di latino e volgare, ma soprattutto «poliglottia
degli stili e […] dei generi letterarî» (prosa: epistolografia, trattatistica, narrativa e di-
dascalica; poesia: lirica, tragica e comica).
Definizione tratta da www.treccani.it.
19
MARTELLINI L., Ritratto di Pasolini, Edizioni Laterza, Bari, 2006, p. 91.
20
Koinè, lingua comune, come uso linguistico accettato e seguito da tutta una comunità
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278
1993, p. 44.
56
PASOLINI P. P., Il PCI ai giovani!!, da L’espresso del 16 giugno 1968, in Ritratto
di Pasolini, MARTELLINI L., Editori Laterza, Bari, 2006, p. 153.
57
PASOLINI P. P., Contro i capelli lunghi, dal Corriere della sera del 7 gennaio 1973,
in Scritti corsari, PASOLINI P. P., Garzanti, Milano, 1975, pp. 10-16.
58
PASOLINI P. P., Il folle slogan dei jeans, dal Corriere della sera del 17 maggio
1973, in Ivi, pp. 17-18.
59
PASOLINI P. P., Sfida ai dirigenti della televisione, Corriere della sera, 9 dicembre
1973, in Ivi, pp. 31-32.
60
PASOLINI P. P., Prefazione a una raccolta di Sentenze della Sacra Rota, marzo
1974, a cura di PEREGO F., in Ivi, p. 46.
61
PASOLINI P. P., Gli italiani non sono più quelli, Corriere della sera, 10 giugno
1974, in Ivi, pp. 51-52.
62
PASOLINI P. P., Il potere senza volto, Corriere della sera, 24 giugno 1974, in Ivi,
pp. 57-58.
63
PASOLINI P. P., I dilemmi di un Papa, oggi, Corriere della sera, 22 settembre 1974,
in Ivi, p. 101.
64
PASOLINI P. P., Cos’è questo golpe?, Corriere della sera, 14 novembre 1974, in
Ivi, pp. 111-112.
65
PASOLINI P. P., La sua intervista conferma che ci vuole il processo, Il Mondo del
11 settembre 1975, in Ritratto di Pasolini, MARTELLINI L., Edizioni Laterza, Bari,
2006, p. 185.
66
PASOLINI P. P., Perché il Processo, Corriere della sera del 28 settembre 1975, in
Ivi, p. 192.
67
PUPPO G., A quaranta anni dalla morte – fu a Lecce l’ultimo discorso in pubblico
di Pier Paolo Pasolini – Quell’incontro decisivo che mi ha cambiato la vita, tratto da
www.leccecronaca.it, 22 ottobre 2015.
68
PASOLINI P. P., Volgar’Eloquio, Edizioni FAP, Roma, 2015, p. 52.
69
Ivi, pp. 63.
70
Ivi, pp. 88-89.
71
Giannino Aprile, sindaco di Calimera negli anni Cinquanta del Novecento, autore
delle silloge di canti popolari grichi Traudia, donata dal prof. Rocco Aprile a Pasolini
il 21 ottobre 1975.
72
Si tratta della cultura popolare dell’area grecofona della Grecìa Salentina, che si
Annibale Gagliani
281
trova in Puglia a Sud della città di Lecce. Una volta si estendeva su un territorio più
vasto di quello odierno, tra Otranto, Υδρούς in greco antico e Gallipoli, l’antica
Καλλίπολις. Oggi l’area grecofona salentina (di circa 100 km.²) è costituita da 11 co-
muni: Calimera, Carpignano, Castrignano dei Greci, Corigliano d’Otranto, Martano,
Martignano, Soleto, Sternatia, Zollino, Carpignano Salentino, Cutrofiano. Le tracce
della preistoria che si riscontrano nell’area si intrecciano con i monumenti bizantini,
quelli medievali e il barocco leccese.
Definizione tratta da www.e-griko.eu.
73
APRILE M., Pasolini, ultime parole in difesa del dialetto, Quotidiano di Puglia, 5
marzo 2017.
74
PASOLINI P. P., Volgar’Eloquio, Edizioni FAP, Roma, 2015, pp. 58-59.
75
GIUFFRIDA R. – BIGONI B., Fabrizio De André. Accordi eretici, Rizzoli, Milano,
2008, p. 83.
76
Cfr., VIVA L., Non per un Dio ma nemmeno per gioco – Vita di Fabrizio De André,
Feltrinelli Editore, Milano, 2016, p. 184.
77
Carruggio - [car-rùg-gio] s.m. (pl. -gi) dial. - Stretta via cittadina tra palazzi alti,
tipica di città e paesi della Liguria (a. 1924).
Definizione tratta da dizionari.corriere.it.
78
GIUFFRIDA R. – BIGONI B., Fabrizio De André. Accordi eretici, Rizzoli, Milano,
2008, pp. 63-64.
79
FABBRINI M. – MOSCADELLI S., Archivio d’autore: Le carte di Fabrizio De
André, Ministero per i beni e le attività culturali, Roma, 2012, pp. 66-67.
80
Intervista apparsa nella puntata del programma radiofonico Fegiz Files del 14 feb-
braio 1999, condotto da Mario Luzzatto Fegiz, estratto da www.youtube.com.
81
ACCADEMIA DEGLI SCRAUSI, Versi rock - La lingua della canzone italiana
negli anni ‘80 e ‘90, Rizzoli, Milano, 1996, p. 31.
82
BECCARIA G. L., Le orme della parola – da Sbarbaro a De André, testimonianze
sul Novecento, Rizzoli, Milano, 2013, pp. 188-189.
83
G. ANTONELLI, Ma cosa vuoi che sia una canzone – mezzo secolo di italiano can-
tato, Il Mulino, Bologna, 2010, p. 55.
84
Cfr., L. VIVA, Non per un Dio ma nemmeno per gioco – Vita di Fabrizio De André,
Feltrinelli Editore, Milano, 2016, pp. 11-15.
85
Ivi, p. 19.
86
GHEZZI P., Il Vangelo secondo De André, Ancora Editrice, Milano, 2003, p. 168.
Impegno e disincanto
282
87
VIVA L., Non per un Dio ma nemmeno per gioco – Vita di Fabrizio De André, Fel-
trinelli Editore, Milano, 2016, p. 39.
88
Cfr., VIVA L., Non per un Dio ma nemmeno per gioco – Vita di Fabrizio De André,
Feltrinelli Editore, Milano, 2016, pp. 61-63.
89
SVAMPA N. – MASCIOLI M., Brassens, Franco Muzio Editore, Padova, 1991, p.
328.
90
MICHELONE G., Fabrizio De André – La storia dietro ogni canzone, Barbera Edi-
tore, Siena, 2011, p. 81.
91
Ibidem.
92
BORGNA G. – SERIANNI L., La lingua cantata – L’italiano nella canzone dagli
anni Trenta ad oggi, Garamond Editrice, Roma, 1994, p. 64.
93
VIVA L., Non per un Dio ma nemmeno per gioco – Vita di Fabrizio De André, Fel-
trinelli Editore, Milano, 2016, p. 123.
94
GHEZZI P., Il vangelo secondo De André, Ancora Editrice, Milano, 2003, p. 117.
95
GIUFFRIDA R. – BIGONI B., Fabrizio De André. Accordi eretici, Rizzoli, Milano,
2008, p. 75.
96
MICHELONE G., Fabrizio De André — La storia dietro ogni canzone, Barbera
Editore, Siena, 2011, p. 115.
97
QUASIMODO S., Luigi Tenco ha voluto colpire a sangue il sonno mentale dell’ita-
liano medio, apparso su Il Tempo il 10 febbraio 1967, tratto da luigi-tenco.tripod.com.
98
VIVA L., Non per un Dio ma nemmeno per gioco – Vita di Fabrizio De André, Fel-
trinelli Editore, Milano, 2016, p. 125.
99
Intervista La mosca bianca della piccola musica del 1967, pubblicata in De André
Talk, a cura di SASSI C. – PISTARINI W., Coniglio Editore, Roma, 2008, e selezio-
nata in Archivio d’autore: Le carte di Fabrizio De André, FABBRINI M. – MOSCAR-
DELLI S. … p. 70.
100
MICHELONE G., Fabrizio De André – La storia dietro ogni canzone, Barbera
Editore, Siena, 2011, p. 142.
101
BORGNA G. – SERIANNI L., La lingua cantata – L’italiano nella canzone dagli
anni Trenta ad oggi, Garamond Editrice, Roma, 1994, pp. 65-66.
102
MICHELONE G., Fabrizio De André – La storia dietro ogni canzone, Barbera
Editore, Siena, 2011, p. 34.
103
BORGNA G. – SERIANNI L., La lingua cantata – L’italiano nella canzone dagli
anni Trenta ad oggi, Garamond Editrice, Roma, 1994, pp. 66.
Annibale Gagliani
283
104
VIVA L., Non per un Dio ma nemmeno per gioco – Vita di Fabrizio De André, Fel-
trinelli Editore, Milano, 2016, pp. 129-130.
105
MICHELONE G., Fabrizio De André – La storia dietro ogni canzone, Barbera Edi-
tore, Siena, 2011, p. 41.
106
BORGNA G. – SERIANNI L., L’italiano nella canzone dagli anni Trenta ad oggi,
Garamond Editrice, Roma, 1994, pp. 66-68.
107
MICHELONE G., Fabrizio De André – La storia dietro ogni canzone, Barbera Edi-
tore, Siena, 2011, p. 36.
108
Ivi, p. 88.
109
Ibidem.
110
Ivi, p. 124.
111
ACCADEMIA DEGLI SCRAUSI, Versi rock – La lingua della canzone italiana
negli anni ‘80 e ‘90, Rizzoli, Milano, 1996, pp. 37-38.
112
MICHELONE G., Fabrizio De André ― La storia dietro ogni canzone, Barbera
Editore, Siena, 2011, p. 95.
113
GHEZZI P., Il Vangelo secondo De André, Ancora Editrice, Milano, 2003, p. 81.
114
GIUFFRIDA R. – BIGONI B., Fabrizio De André. Accordi eretici, Rizzoli, Milano,
2008, pp. 96-97.
115
GHEZZI P., Il Vangelo secondo De André, Ancora Editrice, Milano, 2003, pp. 85-
86.
116
MICHELONE G., Fabrizio De André — La storia dietro ogni canzone, Barbera
Editore, Siena, 2011, p. 137.
117
Ivi, p. 135.
118
GHEZZI P., Il Vangelo secondo De André, Ancora Editrice, Milano, 2003, p. 92.
119
Ivi, p. 93.
120
Ivi, p. 163.
121
MICHELONE G., Fabrizio De André – La storia dietro ogni canzone, Barbera Edi-
tore, Siena, 2011, p. 85.
122
Ivi, p. 66.
123
Ivi, p. 83.
124
GIUFFRIDA R. – BIGONI B., Fabrizio De André. Accordi eretici, Rizzoli, Milano,
2008, p. 123.
125
MICHELONE G., Fabrizio De André - La storia dietro ogni canzone, Barbera Edi-
tore, Siena, 2011, p. 90.
Impegno e disincanto
284
126
Ibidem.
127
GHEZZI P., Il Vangelo secondo De André, Ancora Editrice, Milano, 2003, p. 88.
128
MICHELONE G., Fabrizio De André - La storia dietro ogni canzone, Barbera Edi-
tore, Siena, 2011, p. 90.
129
BORGNA G. – SERIANNI L., La lingua cantata – L’italiano nella canzone dagli
anni Trenta ad oggi, Garamond Editrice, Roma, 1994, p. 74.
130
MICHELONE G., Fabrizio De André - La storia dietro ogni canzone, Barbera Edi-
tore, Siena, 2011, p. 27.
131
Ibidem.
132
BORGNA G. – SERIANNI L., La lingua cantata – L’italiano nella canzone dagli
anni Trenta ad oggi, Garamond Editrice, Roma, 1994, p. 76.
*calembour ‹kalãbùur› s. m., fr. [etimo incerto]. – Freddura fondata su un gioco di
parole, risultante per lo più dalla contrapposizione o dall’accostamento di parole omo-
grafe o polisemiche (per es.: «un professore che, anziché fare lezioni di economia, fa
economia di lezioni»; «un cretino può scrivere un saggio, ma non viceversa») o dalla
sostituzione, in una frase nota, di una parola con altra di suono simile ma di sign.
molto diverso.
Definizione tratta da www.treccani.it.
133
Cfr., VIVA L., Non per un Dio ma nemmeno per gioco – Vita di Fabrizio De André,
Feltrinelli Editore, Milano, 2016, pp. 179-181.
134
MICHELONE G., Fabrizio De André – La storia dietro ogni canzone, Barbera
Editore, Siena, 2011, p. 62.
135
Ivi, p. 46.
136
VIVA L., Non per un Dio ma nemmeno per gioco – Vita di Fabrizio De André, Fel-
trinelli Editore, Milano, 2016, pp. 190-191.
137
Cfr., Ivi, p. 193.
138
Intervista al Professore Stefano Moscardelli del Centro Studi Fabrizio De André
dell’Università di Siena, 26 marzo 2017.
139
MICHELONE G., Fabrizio De André – La storia dietro ogni canzone, Barbera
Editore, Siena, 2011, pp. 45-46.
140
BORGNA G. – SERIANNI L., La lingua cantata – L’italiano nella canzone dagli
anni Trenta ad oggi, Garamond Editrice, Roma, 1994, p. 80.
141
Ibidem.
142
MICHELONE G., Fabrizio De André - La storia dietro ogni canzone, Barbera Edi-
Annibale Gagliani
285
tracciabile su soundcloud.com.
229
D’ORTENZI S., Rare tracce – Ironie e canzoni di Rino Gaetano, Arcana Edizioni
Srl, Roma, 2007, p. 36.
230
MAUTONE B., Rino Gaetano – La tragica scomparsa di un eroe, L’argoLibro
Editore, Agropoli (Sa), 2013, p. 47.
231
D’ORTENZI S., Rare tracce – Ironie e canzoni di Rino Gaetano, Arcana Edizioni
Srl, Roma, 2007, p. 51.
232
MAUTONE B., Rino Gaetano – La tragica scomparsa di un eroe, L’argoLibro
Editore, Agropoli (Sa), 2013, p. 117.
233
D’ORTENZI S., Rare tracce – Ironie e canzoni di Rino Gaetano, Arcana Edizioni
Srl, Roma, 2007, p. 56.
234
RAI CULTURA NETWORK, Rino Gaetano, il senso profondo del nonsense, fram-
mento tratto da www.media.rai.it.
235
Intervista ad Alessandro, nipote di Rino Gaetano, 17 marzo 2017.
236
Passaggio del celebre concerto di Lecce tratto da www.youtube.com.
237
GREGORI E., Quando il cielo era sempre più blu – Rino Gaetano racconto da un
amico, Historica Edizioni, Cesena, 2016, p. 25.
238
D’ORTENZI S., Rare tracce – Ironie e canzoni di Rino Gaetano, Arcana Edizioni
Srl, Roma, 2007, p. 63.
239
Intervista a David Gramiccioli, 15 marzo 2017.
240
Intervista radiofonica tratta dal profilo Soundcloud “Rino Gaetano Official”, rin-
tracciabile su soundcloud.com.
241
GREGORI E., Quando il cielo era sempre più blu – Rino Gaetano raccontato da
un amico, Historica Edizioni, Cesena, 2016, p. 53.
242
D’ORTENZI S., Rare Tracce – Ironie e canzoni di Rino Gaetano, Arcana Edizioni
Srl, Roma, 2007, p. 64.
243
GREGORI E., Quando il cielo era sempre più blu – Rino Gaetano raccontato da
un amico, Historica Edizioni, Cesena, 2016, p. 27.
244
D’ORTENZI S., Rare tracce – Ironie e canzoni di Rino Gaetano, Arcana Edizioni
Srl, Roma, 2007, p. 65.
245
Ibidem.
246
Intervista a David Gramiccioli, 15 marzo 2017.
247
GREGORI E., Quando il cielo era sempre più blu – Rino Gaetano raccontato da
un amico, Historica Edizioni, Cesena, 2016, p. 63.
Annibale Gagliani
291
248
D’ORTENZI S., Rare tracce – Ironie e canzoni di Rino Gaetano, Arcana Edizioni
Srl, Roma, 2007, p. 78.
249
MAUTONE B., Rino Gaetano – La tragica scomparsa di un eroe, L’argoLibro Edi-
tore, Agropoli (Sa), 2013, p. 154.
250
L’INTELLETTUALE DISSIDENTE, Pier Paolo Pasolini e gli effetti del Potere.
Uno sguardo a Petrolio, 11 aprile 2014, stralcio tratto da
www.lintellettualedissidente.it.
251
D’ORTENZI S., Rare tracce – Ironie e canzoni di Rino Gaetano, Arcana Edizioni
Srl, Roma, 2007, p. 83.
252
GREGORI E., Quando il cielo era sempre più blu – Rino Gaetano raccontato da
un amico, Historica Edizioni, Cesena, 2016, p. 82.
253
MAUTONE B., Rino Gaetano – La tragica scomparsa di un eroe, L’argoLibro Edi-
tore, Agropoli (Sa), 2013, 159.
254
GREGORI E., Quando il cielo era sempre più blu – Rino Gaetano raccontato da
un amico, Historica Edizioni, Cesena, 2016, p. 83.
255
D’ORTENZI S., Rare tracce – Ironie e canzoni di Rino Gaetano, Arcana Edizioni
Srl, Roma, 2007.
256
MAUTONE B., Rino Gaetano – La tragica scomparsa di un eroe, L’argoLibro Edi-
tore, Agropoli (Sa), 2013, p. 173.
257
GREGORI E., Quando il cielo era sempre più blu – Rino Gaetano raccontato da
un amico, Historica Edizioni, Cesena, 2016, p. 119.
258
D’ORTENZI S., Rare tracce – Ironie e canzoni di Rino Gaetano, Arcana Edizioni
Srl, Roma, 2007, p. 109.
259
Intervista radiofonica di Enzo Siciliano a Rino Gaetano, 15 luglio 1978, tratta da
www.youtube.com.
260
MAUTONE B., Rino Gaetano – La tragica scomparsa di un eroe, L’argoLibroE-
ditore, Agropoli (Sa), 2013, p. 173.
261
Intervista a David Gramiccioli, 15 marzo 2017.
262
D’ORTENZI S., Rare tracce – Ironie e canzoni di Rino Gaetano, Arcana Edizioni
Srl, Roma, 2007, p. 103.
263
GREGORI E., Quando il cielo era sempre più blu – Rino Gaetano raccontato da
un amico, Historica Edizioni, Cesena, 2016, p. 124.
264
Intervista a David Gramiccioli, 15 marzo 2017.
265
Intervista ad Alessandro, nipote di Rino Gaetano, 17 marzo 2017.
Impegno e disincanto
292
266
Intervista ad Alessandro…
267
BAUDELAURE C., I fiori del male, Giunti Editore S.p.A., Firenze, 2012, p. 103.
268
Ivi, p. 104.
Bibliografia e sitografia
ACCADEMIA DEGLI SCRAUSI, Versi rock – La lingua della canzone italiana negli
anni ’80 e ’90, Rizzoli, Milano, 1996.
ANTONELLI G., Ma cosa vuoi che sia una canzone – Mezzo secolo di italiano can-
tato, Il Mulino, Bologna, 2010.
APRILE M., Dalle parole ai dizionari, Il Mulino, Bologna, 2015.
BAUDELAIRE C., I fiori del male, Giunti Editore S.p.A., Firenze, 2012.
BECCARIA G. L., Le orme della parola – Da Sbarbaro a De André, testimonianze
sul Novecento, Rizzoli, Milano, 2013.
BRUNI F., L’italiano letterario nella storia, Il Mulino, Bologna, 2007.
BORGNA G. – SERIANNI L., La lingua cantata – L’italiano nella canzone dagli
anni Trenta ad oggi, Garamond Editrice, Roma, 1994.
CASALE G., Se ci fosse un uomo – Gli anni affollati del signor Gaber, Fazi Editore,
Roma, 2006.
DE GIUSTI L. – CHIESI R., Accattone – L’esordio di Pier Paolo Pasolini raccontato
dai documenti, Edizioni Cineteca di Bologna, Bologna, 2015.
DI GIANDOMENICO F. – BALDUCCI M. – BASSO BONDINI R. – DI BONITO
R. – PIRANI P., Tu prova ad avere un’idea ripensando De André e Gaber, Edizioni
Ensamble, Roma, 2015.
D’ORTENZI S., Rare tracce – Ironie e canzoni di Rino Gaetano, Arcana Edizioni Srl,
Roma, 2007
DUFLOT J., Pier Paolo Pasolini – Il sogno del centauro, Editori Riuniti, Roma, 1993.
FABBRINI M. – MOSCARDELLI S., Archivio d’autore: Le carte di Fabrizio De
André, Ministero per i beni e le attività culturali, Roma, 2012.
FONDAZIONE Fabrizio De André ONLUS, Fabrizio De André – Sotto le ciglia
chissà – I diari, Mondadori, Milano, 2016
FONDAZIONE Giorgio Gaber, Gaber, Giorgio, Il Signor G raccontato da intellet-
Annibale Gagliani
293
Impegno e disincanto
294
VIVA L., Non per un Dio ma nemmeno per gioco – Vita di Fabrizio De André, Feltri-
nelli Editore, Milano, 2016.
Annibale Gagliani
295
Indice
CAPITOLO 1
Pasolini – L’intellettuale delle borgate: quando l’eresia diventa arte
CAPITOLO 2
Faber – Il poeta dei carruggi: “una ballata vi seppellirà”
CAPITOLO 3
Gaber – Fenomenologia dionisiaca del Teatro Canzone:
un filosofo prestato al cantautorato
***
296
3 Far finta di essere sani mentre Anche per oggi non si vola...................................155
4 La trilogia dell’amarezza gaberiana.....................................................................162
5 Il mondo fa male, ma può essere anche capace di amare..................................179
6 Umanesimo Nuovo: La razza in estinzione può salvarsi, rivoluzionandosi..........193
7 Il Signor G a sipario chiuso, a riflettori spenti......................................................202
CAPITOLO 4
Rino Gaetano – Il poeta del “senso interiore”:
un dissacratore impavido e paradossale
Conclusioni.............................................................................................................271
Note di testo..........................................................................................................277
Bibliografia e sitografia...........................................................................................292
***
297
***
Collana Saggi
Questo volumetto
è stato composto da Mauro Marino
nella sede del Fondo Verri
a Lecce, in via Santa Maria del Paradiso, 8
per conto dell’editore Stefano Donno
è stato impresso
da Digital Copy a Lecce
nel Maggio 2018
iQdB edizioni