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12/10/2022

PSICOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE

Riduzionismo  è un “peccato”, è ciò che molti studiosi attribuiscono alle neuro scienze cognitive, secondo il
quale i neuro-scienziati tendono a ridurre tutto ciò che è comportamento, alle strutture del cervello; tendenza a
ridurre tutto ai minimi termini. Chi è spiritualista (filosofi) dice “ma l’anima dove la metti? Noi non siamo solo
cervello”. Teoria biologica che tende a ridurre i fenomeni vitali e la formazione di ogni organismo a un unico
sistema teorico considerato più fondamentale
Parlare solo dei prodotti della mente è riduttivo (linguaggio, memoria, percezione, controllo del movimento),
perché in realtà per capire tutto ciò bisogna rivolgersi anche al cervello. Infatti, mente e cervello sono come un
foglio (ha due facce  mente e cervello), se rompo il foglio, rompiamo entrambi gli aspetti.
Capiremo cosa significa che la mente è implementata nel cervello. Il linguaggio e la comunicazione sono
implementati nel cervello.
La ragione è l’antecedente di quello che prende il nome di funzione cognitiva.

C’è un modo per studiare in modo empirico i rapporti tra prodotti della mente e strutture del cervello?
Si, ci sono varie tecniche (metodo neuropsicologico). Per molti millenni l’unico modo è stato l’osservazione
autoptica post mortem (esami autoptici fatti su cadaveri di persone che hanno avuto botte in testa o lesioni al
cervello e in seguito a questi problemi, prima di morire, avevano una serie di sintomi). L’unico modo, perciò, era
esplorare indirettamente se nel cervello di una persona che non parlava più o non ricordava più niente, ci fossero
alterazioni nelle strutture del cervello non presenti negli altri  metodo neuropsicologico.

*Esame autoptico  esame medico dettagliato e attento del corpo e degli organi della persona dopo la morte per stabilire modalità, causa e i mezzi che l'hanno
causata.

A partire dalla seconda metà dell’900 sono state sviluppate molte tecniche per indagare direttamente le funzioni
del cervello in condizioni sperimentali controllate. Hanno incominciato a svilupparsi le tecniche di registrazione
corticale, di nueorimaging strutturale e nueorimaging funzionale.

Perché ci sono sempre sia condizioni sperimentali sia di controllo?


Perché il nostro cervello attiva numerose strutture nervose ogni volta che fa qualunque cosa.

Tecniche dei neuroimaging strutturale e funzionale

Neuroimaging  È l'uso di varie tecniche per la mappatura diretta o indiretta della struttura, della funzione o
della farmacologia del sistema nervoso. A partire dagli anni ‘70 grande famiglia di tecniche che permettono di
indagare un’intuizione di Musso (neurochirurgo di Torino di fine ‘800), il quale si accorse che mentre operava il
cervello (durante un intervento neurochirurgico il paziente è sveglio, in quanto il cervello non sente niente perché
non dispone dei recettori di dolore) dei pazienti e questi aprivano gli occhi, alcune parti del loro cervello (quelle
più posteriori  lobi occipitali), diventavano più calde di prima; se questi avessero mosso una mano, un’altra parte
di cervello sarebbe diventata più calda (significa che quella parte del cervello sta lavorando più di altre.

Cosa porta calore nel cervello?


L’energia è portata dal sangue, e il carburante del cervello è l’ossigeno, che viene trasportato dal sangue. Se io
faccio qualcosa, in alcune parti del mio cervello c’è un aumento del flusso sanguigno.

*Il cervello è una centralina che decodifica il dolore e tutte le sensazioni che provengono da tutto il resto del corpo, ma il cervello di per sé non sente niente, per
questo motivo il paziente è sveglio (deve essere sveglio).

Le tecniche di neuroimaging implementano l’intuizione di Musso (anni ’70). Due tecniche frequenti.

PET  Tomografia ad Emissioni di Positroni


È uno strumento fatto da 2 dispositivi: ciclotrone (dispositivo in grado di sintetizzare delle sostanze, in particolare
una sostanza radioattiva (ioni di cesio  questi vengono sintetizzati con questo strumento e dopodiché vengono
iniettati nelle arterie carotidee (che portano il sangue nel cervello) e questa sostanza radioattiva entra nel flusso
ematico, quindi del cervello. Questa sostanza, a contatto con l’ossigeno nel sangue si annichila, perde tutta la sua
massa, non lascia residui e si converte in energia  raggi gamma in uscita dal cervello).
La persona viene fatta accomodare su un lettino motorizzato che entra dentro un grande anello (body scanner); il
body scanner ha un anello, che è un contatore a scintillazione  capta laddove nel cervello di questa persona
mentre fa qualcosa c’è una maggiore concentrazione di raggi gamma che escono dal cervello  Inferiamo che lì
c’è più ossigeno, quindi più sangue; quindi, quella parte di cervello sta lavorando più delle altre parti del cervello
mentre fa una determinata cosa.
Nel corso si consuma e la sostanza di trasforma in energia (raggi gamma in uscita) che esce direttamente dal
cervello. La persona entra in un tubo in cui vengono prelevate le zone in cui tale sostanza esce maggiormente
(maggior concentrazione di sangue in quel punto e quindi di ossigeno).
Ha una risoluzione spaziale bassa (1 cm) e una risoluzione temporale pessima. (3/5 secondi)

RISONANZA MAGNETICA
Tecnica più raffinata. Prima di sottoporsi a questa tecnica viene fatto compilare un questionario. Non è fatta da 2
dispositivi, ma da uno solo  è un grande e potente magnete che sviluppa campi magnetici nell’ordine di
svariati tesla. Si crea un potente campo magnetico  magnete così forte da orientare tutti i vettori di tutti gli atomi
di ossigeno all’interno dei tessuti della parte che stiamo indagando, dalla parte analizzata verso la parte del
magnete. Magnete così forte da orientare verso di sé tutti i vettori magnetici degli atomi di ossigeno che
compongono l’H2O all’interno del sangue. Viene dato un caschetto che manda delle onde radio che rompono
questi legami magnetici (perciò tutti gli atomi di ossigeno iniziano a riorientarsi e il magnete stesso è in grado
capire dove c’è la maggior concentrazione di questi atomi che si stanno riorientando, di conseguenza in quella
parte c’è più sangue, quindi quella parte lavora più di altre.
Ha una risoluzione spaziale molto alta (1mm) e una soluzione temporale (100/150 millisecondi).
Da una parte, quella funzionale, permette di capire cosa si attiva mentre faccio qualcosa, dall’altra parte, quella
strutturale, ci permette di fare tante scansioni del cervello in modo di conoscere la volumetria delle strutture del
cervello di una persona. Abbiamo dei cervelli che in teoria sono tutti uguali, ma in realtà siamo tutti diversi.
Perché? In realtà i cervelli non sono tutti uguali, proprio a livello strutturale. Tutti noi abbiamo un cervello
specializzato in qualcosa = cervelli diversi.
Attiviamo sempre aree diverse del cervello.
Colori delle aree del cervello: modo di rappresentare in modo statistico le aree che sti attivano nel cervello. 
Più l’area del cervello è rossa, più è probabile che quell’area si attivi su tutti gli individui.
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Tecniche invasive di registrazione e stimolazione corticale  invasive, significa che tu fai qualcosa che non è
del tutto indolore. Capire se ci sono porzioni di tessuto cerebrale che non vanno toccate. Tecnica che consiste in
un piccolo sondino a V rovesciata, uno fa massa, l’altro scarica, a seconda del tipo di scarica posso mandare una
scarica anodica (che eccita i neuroni sottostanti) oppure catodo, che inibisce i neuroni, li blocca. I neuroni si
scambiano informazioni elettriche (ma anche sostanze  neurotrasmettitori). Tecnica che si usa dagli anni ’60 del
Novecento.

Tecniche non invasive di registrazione e stimolazione corticale


 Elettroencefalogramma (non invasivo)  consiste in una serie di elettrodi che vengono messi sulla testa
(cuffietta), ogni elettrodo è in grado di registrare il segnale elettrico che si scambiano i neuroni
sottostanti, questo segnale viene registrato dai vari elettrodi e rappresentato sotto forma di onde.
Segnali sottoforma di onde  non mi dicono niente di più se non il fatto che siamo attenti o meno, sono
onde che mi danno informazioni sullo stato fisiologico del sistema.
Quest tecniche possono essere utilizzate anche per capire meglio come il nostro cervello processa le
informazioni.
- Esempio: immaginiamo di essere in un ambiente sperimentale insonorizzato con gli occhi chiusi, ad
un certo punto ci viene fatto sentire un suono “B”, in quel momento alcune parti del nostro cervello
iniziano a lavorare in modo diverso da prima. In quelle parti io registrerò delle onde che prima non
c’erano.
Onde che si scambiano i neuroni si chiamano potenziali d’azione, mentre le onde innescate pronunciando
un suono durante l’analisi sono potenziali evocati (perché sono onde che ci vengono innescate).

 Tecniche di neuro modulazione  Insieme di modificazioni della trasmissione degli impulsi nervosi
indotte, a scopo terapeutico, a livello del sistema nervoso centrale (encefalo, midollo spinale) o del
sistema nervoso periferico (nervi encefalici, nervi spinali) mediante stimolazione elettrica. Bobina
magnetica che manda impulsi magnetici molto mirati che permettono di inibire o eccitare parti diverse del
cervello, io posso interferire con il modo in cui i neuroni si scambiano informazioni in quel punto di
cervello, in questo modo posso creare delle vere e proprie lesioni virtuali (la comunicazione tra quei
neuroni torna normale nel giro di 10 minuti e la persona nemmeno se ne accorge).
- Esempio:
Viene chiesto a degli studenti universitari di raccontare delle storie in 3 condizioni, in particola una
in cui veniva inibita la parte sinistra del cervello. La seconda condizione inibiva una parte diversa
del cervello. Nella terza condizione non veniva inibita nessuna parte, ma veniva fatto credere di si.
Solo quando veniva inibita la parte sinistra del cervello veniva ridotta la capacità delle persone di
tirare fuori la parola giusta nel contesto.

Il nostro cervello fa una copia carbone di quello che ascolta. Il cervello è un potente simulatore, imita. Il
linguaggio è musica.

Esempio:
Rilevazioni con onde elettromagnetiche in varie categorie di persone (bambini con problemi, adulti, musicisti).
Persone che suonano la musica, hanno una risposta del tronco encefalico più elevata, con onde più ampie, parte
del loro cervello lavora in modo automatico ed efficiente, soprattutto se tu suoni la musica.
I musicisti, quando sentono un eloquio hanno onde molto più ampie, significa che quella parte profonda del loro
cervello lavora in modo del tutto automatico in appena 30 millisecondi dopo aver sentito determinati suoni, lavora
in modo più efficiente se tu conosci la musica, la ascolti, la suoni, la decodifichi.
Se tu non hai mai fatto musica invece, avrai delle onde meno ampie, c’è una percezione differente.

In una comunicazione scopriremo che non è semplicemente sapere, ha tante sfaccettature.

Flow experience  indica la condizione in cui siamo completamente immersi in un qualcosa; ci isoliamo dal
contesto.
Qualunque funzione cognitiva (anche patologica), si basa su tanti tasselli che si condizionano a vicenda.

La guida di un veicolo è un’attività complessa  funzione complessa


In uno studio, si chiede a dei ragazzi di svolgere dei compiti cognitivi prima di sottoporsi al simulatore (compiti
anche semplici, tipo mostrare delle foto e ricostruire una storia). Nel mezzo della simulazione viene chiesto ai
ragazzi di raccontare la storia che hanno visto precedentemente.
A che distanza dalle strisce hanno cominciato a decelerare? MC FC (controllo), circa 38 metri dalle strisce, per il
fatto di parlare al telefono, riducono la velocità dopo rispetto a ME FE (sperimentale), proprio perché parlare al
telefono durante la guida inibisce l’attenzione.

NEUROSCIENZE SOCIALI
Cerano di capire come funzioniamo a livello sociale, indagano le strutture cerebrali. Quando ci facciamo male in
un certo punto, una parte del nostro cervello (corteccia motoria) che controlla i movimenti di quella parte che mi
fa male, si inibisce, cioè il mio cervello riduce al minimo i movimenti di questo dito. Il nostro cervello simula
quella che sta osservando (esempio: vedo in un film una persona che si fa male a un dito, io che lo vedo attivo le
stesse aree che si attiverebbero se mi fossi fatto male io nello stesso punto)

La nostra percezione razziale altera queste cose?

Esperimento della mano trafitta:


Ragazzi sottoposti ad un esperimento in cui vedevano sullo schermo di uno computer, una mano che poteva essere
sfiorata o con un cotton fioc o con un ago. In questo esperimento, viene usata una tecnica che va a modulare la
risposta dei neuroni. Nel mio cervello si attiva una risposta empatica maggiore se io sono bianco e vedo una mano
bianca, se la mano mostrata dovesse essere di colore, empatizzerei di meno (onde registrate ampie, non inibite).
Il nostro cervello fa un processo di categorizzazione (ingroup/outgroup), nonostante noi siamo consapevoli,
istruiti e sappiamo di non essere razzisti.
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Serotonina  modula gli istinti aggressivi, è codificabile dal nostro cervello da un gene presente nel nostro
cervello, questo gene prende il nome di 5-HTT. Cira il 20% ha gli alleli corti del 5-HTT, ossia sono persone a
livello genetico predisposte all’aggressività.

Attaccamento  si trasferisce da generazione a generazione, se vengo da un rapporto disfunzionale lo tramanderò,


catena.
Persone in stato vegetativo, pensano?
Grazie alle neuroimmagini possiamo rispondere a questa domanda (Owen). Si è scoperto che intorno all’80%
delle persone in stato vegetativo profondo (in parte di coma  sogno perenne) da tanti anni risponde.
Ventricolo, cavità all’interno del cervello pieno di liquido cerebrospinale (ne abbiamo 4), liquido tende ad
espandersi, ma la massa cerebrale lo tiene fermo (stabile); se io ho una lesione cerebrale, significa che la massa
cerebrale spinge meno (non tiene in maniera stabile), di conseguenza i ventricoli si ingrandiscono.

Neuroprotesi
Sviluppo di tecnologie che ci permettono di riparare il cervello. Prima neuroprotesi impianto cocleare (per i
sordi). Altre neuroprotesi sono i chip iniettati ai pazienti di Parkinson (morte dei neuroni che producono la
dopamina  ormone neurotrasmettitore responsabile delle azioni motorie).
Neuroprotesi che permettono alle persone non in grado di muoversi, di muoversi:
- Esoscheletri, impalcatura metallica che permette a una persona tetraplegica di muoversi.
Sono tecnologie fondamentali per il recupero.

Studio recente
Persona sottoposta allo schermo di un computer, serie di sensori decodificano il suo pensiero e gli permettono di
scrivere sullo schermo di un computer la risposta delle domande che gli vengono fatte.
Ictus gli ha colpito il tronco cerebrale 16 anni fa, cronicizzato
Microelettrodi (poggiato tra la meninge e il cervello) manderanno l’info al computer
Il computer sta scrivendo quello che i suoi neuroni vogliono dire. Emette suoi incomprensibili, eppure i
microelettrodi rilevano ciò che i suoi neuroni vogliono dire.

13/10/2022

IL LINGUAGGIO COME OGGETTO DI STUDIO


Perché il linguaggio dovrebbe essere oggetto di studio?
Perché ci sono molti fenomeni ed errori che commettiamo.

Fenomeni che si verificano per il quale vale la pensa studiare il linguaggio:


 Quando cerchiamo la parola adatta a quello che vogliamo dire e non la troviamo (avere una parola sulla
“punta della lingua”). Noi della parola che non riusciamo a dire conosciamo molte cose (sappiamo il
significato che vogliamo dire, sappiamo se è un nome o un verbo, a volte sappiamo se la parola è lunga o
corta). Non si verifica mai questo fenomeno sugli articoli.

 Quando commettiamo errori linguistici (“lapsus linguae”, metatesi, parafasie, ecc...)

- Parafasia verbale  dire cane al posto di divano (semanticamente sbagliata). Potrebbe anche
verificarsi che al posto di dire cane dico gatto  è sempre un errore semantico però è meno grave
Parafrasia semantica  produzione di una parola semanticamente sbagliata ma pur sempre
all’interno del campo

- Paragrammatismi legati  sostituzione di un morfema all’interno di una parola (esempio: che bella
la bambine)

- Paragrammatismi liberi 

- Metatesi  prendo un fonema e inverto la sua posizione. Processo di mutamento fonetico per cui
l'ordine di successione di due fonemi viene rovesciato. Esempio: fradicio, fracido

- Parafrasie fonemiche, (esempio: le bambrina). Le parole prodotte contengono sostituzioni,


omissioni, aggiunte o trasposizioni fonemiche anche multiple che talvolta rendo la parola bersaglio
irriconoscibile

 Quando un paziente presenta patologie del linguaggio (afasia, dislessia, etc).


 Quando fermiamo l’attenzione sulle modificazioni delle lingue nel tempo si parla di linguistica diacronica
 cerca di capire quali siano i legami profondi tra lingue differenti.
 La parabola linguistica  Quando osserviamo un bambino apprende la sua L1 (lingua madre/lingua 1), il
bambino ha la possibilità di imparare più di una lingua madre, il fatto di essere esposti subito a più lingue,
non implica necessariamente che da grande le sappia utilizzare tutte allo stesso modo (è probabile che una
in particolare la sappia usare meglio delle altre).
Ma se una persona cresce con 3 lingue, in che lingua sogna, conta e pensa? Abbiamo delle barriere,
dipende dalla lingua che sto utilizzando più spesso, anche se non è la lingua che conosco meglio  livelli
di attivazione di una lingua.
 Quando impariamo una seconda lingua da adulti. Per lingua straniera si intende  lingua che noi
studiamo in un ambiente artificiale, studiandone l’insieme delle parole e di regole.
C’è una differenza con l’apprendimento della lingua  richiede di ritrovarsi nel contesto (esempio:
Exchange student)

La comunicazione non è una prerogativa della specie umana


La comunicazione è una prerogativa della specie umana, ma appartiene anche agli animali. La comunicazione è
pervasiva in natura, un qualcosa che è presente dagli albori dei tempi.

INSETTI

 Formiche  comunicazione chimica (feromoni), sono una specie di ingegneri. La loro comunicazione
sfrutta molti canali, ma grazie agli etologi, sappiamo che tra le forme di comunicazione c’è quella chimica.
Si noti che le formiche che si muovono nel formicaio lo fanno in fila indiana, ma per quale motivo? Perché
le formiche usano un messaggio chimico (feromoni), perciò c’è una sorta di passaggio di questa sostanza.
 Api  il cervello delle api è semplice, fatto di un milione di neuroni e di strutture nervose facilmente
identificabili. In uno studio hanno analizzato la proboscide delle api, veniva dato dello zucchero o una
sostanza amara non nutriente (ovviamente quella non nutriente veniva “assaporata” solo una volta”) le api
hanno una vita cognitiva molto complessa. Api esploratrici, viaggiano per molti km finché non trovano il
fiore che cercavano. Le api fanno la Waggle dance  danza comunicativa

ANIMALI

 Cani e gatti  i cani hanno iniziato ad essere addomesticati ancora ai tempi dell’agricoltura umana.
Riconoscimento dei suoni linguistici.
 Uccelli  comunicazione verbale. Derivano dai dinosauri, quindi dai rettili, stiamo parlando di centinata di
milioni di anni fa. Evoluzione convergente. Gli uccelli usano lingue e dialetti. I vocalizzi degli uccelli
(attraverso la siringe, che equivale alla nostra laringe) prendono il nome di “trilli”. I canti sono formati da
note paragonabili ai suoni delle lingue umane. Le note si combinano per formare unità maggiori (gruppi
tonali o sillabe). Le sillabe sono a loro volta combinate fra loro secondo particolari regole combinatorie.
Hanno una forma arbitraria di comunicazione (uccelli che provengono da parti diverse, comunicano in
modo diverso). Hanno una capacità di imitazione dei suoni, decodificare i suoni che ascoltano e riprodurli.
Pappagalli  possono parlare come noi, e sono in grado di mentire (nell’umano mente già dalle prime 3
settimane di vita, saper mentire avviene dopo, dai 7/8 anni).
Mentire è una funzione cognitiva complessa (dosare molto bene quello che sapete e quello che non sapete).
I pappagalli prima di rispondere osservando e toccano con il becco.
Parallelismo con i bambini che da piccoli mettono tutto in bocca.
Esempio: pappagallo Alex

Scimmie  molto vicine a noi nella scala evolutiva. Scimpanzè e i bonobo sono i più vicini. Numerosi
studiosi hanno tentato di allevare scimpanzè insieme ai propri figli.
Primi casi fine ‘800, cercavano di insegnare alle scimmie di parlare come noi (inutile perché non hanno il
nostro stesso apparato fonatorio).
Fino agli anni ’60 senza risultati apprezzabili  cambio di prospettiva: insegnare a comunicare mediante
gesti,…..
Esempio:
- I coniugi Beatrix e Allen Gardner (2 etologi che passano anni a guardare le scimmie) con Washoe
(anni ’60)
Primo essere non umano addestrato ad imparare una lingua, impara a richiedere cibo tramite gesti (la lingua
dei segni è una lingua a tutti gli effetti).
- Penny Patterson, acquista Koko (un gorilla), gli insegna la lingua dei segni, e lui impara ad usare
oltre 1000 segni dell’ASL.
La frattura del 1979

Incoraggiato dal successo del progetto Washoe e simili Herb Terrace alleva uno scimpanzè con lo scopo di
insegnarli un lessico ed una sintassi.
Per Chomsky il linguaggio era solo grammatica, per questo Herb Terrace adottò Nim Chimpsky (scimpanzè) per
dimostrargli il contrario.
Dal 1979 ricevere fondi per effettuare ricerche sul linguaggio negli animali diventa quasi impossibile.

Kanzi è un bonobo, sa usare i lessigrammi (simboli astratti che corrispondono a diverse parole)

La memoria degli scimpanzè


Memoria sensoriale e di lavoro. Hanno una memoria visiva molto importante, perché noi viviamo in un posto
atropizzato, dove non dobbiamo prestare particolare attenzione ad eventuali pericoli, cosa che invece avviene per
degli scimpanzè che vivono in una giungla.

Studio condotto in Giappone


Scimmia davanti allo schermo di un computer (touchscreen) dove ci sono dei numeri, nel momento in cui la
scimmia tocca un numero, gli altri scompaiono. Quindi la scimmia deve andare a memoria e ricordarsi in che
posizione erano gli altri numero, la cosa straordinaria è che lo fanno con molta velocità.

19/10/2022

FILOGENESI DEL LINGUAGGIO UMANO

 Filogenesi  sviluppo di una specie, evoluzione della specie a cui appartiene il singolo essere vivente
 Ontogenesi  sviluppo di un individuo, evoluzione biologica del singolo essere vivente dallo stadio
embrionale fino alla sua morte.

PHASE TRANSITIONS OF BRAIN EVOLUTION THAT PRODUCED HUMAN LANGUADE AND BEYOND
L’ambiente e la cultura hanno plasmato lo sviluppo cerebrale, è stato fatto uno studio a riguardo da esperti
spagnoli e giapponesi, i quali hanno sviluppato dei modelli per comprendere da dove veniamo e da dove abbiamo
origine.

La nostra interfaccia “mente/cervello” si è organizzata almeno 4000 anni fa


- Tavoletta babilonese pubblicata su una rivista medica, all’interno vi erano scritte che rimandavano a
problemi psichici come ad esempio: epilessia, ansia
- Papiro chirurgico (1700 a.c. Luxor), il quale descriveva 48 casi clinici, parte di questi problemi derivano
da traumi al cranio.

Esempio: l’evoluzione della laringe


È uno strumento, un apparato che abbiamo a metà della gola. Struttura molto complessa, fatta di tendini, muscoli.
In origine, funzione sfinterica come barriera protettiva per: vie aeree inferiori, trachea, bronchi, polmoni.

Nell’uomo a laringe è posta caudalmente:


 Pro  possibilità di produrre molti più suoni
 Contro  impossibilità di deglutire e respirare insieme, pena l’intrusione del bolo nelle vie respiratorie

Il bambino quando nasce ha la laringe alta, può contemporaneamente respirare e ingoiare l’acqua, dopodiché dai 3
mesi scende.

Gli esseri umani utilizzano numerose forme di comunicazione

Competenza  insieme di conoscenze in parte implicite, in parte esplicite che ci permettono di fare o saper fare
qualcosa.
Vari tipi di competenza:
 COMPETENZA IMPLICITA
Implicito  Implicito. Posso avere una competenza che è nata implicita ed è rimasta implicita.
Esempio: da bambini quando abbiamo imparato a fonare, non lo abbiamo fatto consapevolmente. Ad
oggi quando parliamo abbiamo sempre un’alterazione legata alla regione di provenienza.
- Esplicito  Implicito. Oppure posso acquisire una competenza. Deambulazione, attività molto
complessa. Esempio: guidare

 COMPETENZA ESPLICITA, le introduciamo in modo consapevole.


- Esplicito  Esplicito. Tutto ciò che è nozione (sapere che ad esempio questa è una moneta),
conoscenze acquisite in modo esplicito e che con lo studio abbiamo continuato a gestire in modo
esplicito.
- Implicito  Esplicito. Acquisire delle informazioni in modo automatico e renderci conto in seguito.
Bambino attorno ai 10 mesi inizia a non discriminare più le “N”, nel bambino si sta sviluppando una
competenza fonologica implicita.
Quando diventerà consapevole? Si svilupperà molto gradualmente in 2 fasi:
o Intorno ai 3 anni, sviluppa una competenza meta fonologica globale, si accorge che le
parole sono fatte di sillabe.
o Più avanti, attorno ai 5/6 anni, il bambino si accorgerà, che le sillabe sono fatte da fonemi,
quindi da unità più piccole  competenza meta fonologica analitica, ed è un precursore
della

COSA VUOL DIRE COMUNICARE?


Insieme di competenze in parte esplicite in parte implicite che ci permettono di comunicare. Cos’è la
comunicazione?

La comunicazione è un processo interazionale che consente ad agenti diversi di trasmettersi in modo reciproco
informazioni codificate attraverso un determinato canale. Informare significa dare forma a qualcosa. Le
informazioni sono i contenuti della nostra mente, che hanno bisogno di essere codificati attraverso un determinato
canale.
Noi abbiamo dei pensieri, ma per poterli comunicare noi siamo costretti a tradurre i contenuti del nostro pensiero
in un formato che ci permetta di veicolare a qualcun altro. Nel momento in cui c’è una codificazione implica che
ci sia una trasformazione, e il fatto che ci sia una trasformazione implica che la codificazione del contenuto sia
imperfetta.
Esempio:
La mia bambina oggi è andata a scuola, io che non so quanti anni abbia, potrei pensare ad un essere umano
compreso tra i 2 ai 19 anni, posso pensare che vada al nido, alla scuola dell’infanzia, alla scuola elementare,
medie, superiori. La parola bambina non mi fa capire quanti anni abbia effettivamente. In altre lingue ci sono
termini per riferirsi a fasce d’età differenti.

Competenza comunicativa umana

CANALE VERBALE
Si riferisce ai suoni, non a linguistico o non linguistico.
Passa attraverso canali diversi della voce.
 Competenza paralinguistica: Insieme delle conoscenze in parte implicite, in parte esplicite che ci
permettono di veicolare informazioni modulando i suoni (non solo parlare, anche le pause) che
emettiamo. Si intendono tanti fattori che accompagnano l’acustica del linguaggio (pause nell’eloquio,
enfatizzazione di determinati parti del discorso, risate o esclamazioni)
 Competenza linguistica: è alla base della capacità umana di comunicare utilizzando il codice linguistico.

Studi che dicono che gli aspetti paralinguistici sono i primi che si sviluppano nei neonati:
Bambini collegato con un ciucco in bocca da un computer. Il bambino appena nato assiste a qualcosa di
non noto, perciò manifesta ansia (ciuccia più veloce in stato d’ansia, più lento se sente qualcosa di già
noto). Che cose è emerso? Quando l’americano sente una vocale tipica
Perché evidentemente dalla nascita il bambino ha già una rappresentazione delle vocali della mamma (le
sente durante la gravidanza). Quando un bambino sente qualcosa di noto, pone più attenzione.
Come succede ai bambini esposti a due lingue differenti come francese (lingua ad accento intensivo fisso)
e tedesco (intensità prima della parte mediana di una parola)?
Gli aspetti primari che il bambino sin dalla nascita è in grado di codificare.

CANALE NON VERBALE


 Competenza cinesica: insieme di conoscenze in parte esplicite, in parte implicite che ci permettono di
veicolare le informazioni attraverso i movimenti.
- Postura e movimenti del corpo
- Mimica facciale
- Movimenti oculari
- Contatto oculare
 Competenza prossemica: modulazione della distanza interpersonale
 Competenza aptica: contatto reciproco
 Competenza socioculturale: capacità di interpretare correttamente le situazioni sociali, rapporti di ruolo
e tutti quegli elementi che caratterizzano in una determinata cultura lo scambio comunicativo tra due o
più individui.

Uso dei gesti:


- Gesticolazione (gesti iconici o lessicali)
- Pantomima
- Gesti simbolici
- Gesti deittici
- Lingua dei segni

Esempio: foto di donne, siamo in grado di dedurre un’affermazione estremamente intima, ossia l’emozione
che stanno provando. Proviamo ad associare ad ogni donna che manifesta emozioni differenti l’enunciato
“sei tu”, quest’ultimo assume un significato diverso, noi lo interpretiamo in base all’emozione che viene
espressa.

La modulazione dei movimenti del corpo è un qualcosa che noi non necessariamente abbiamo imparato.
Molte volte comunichiamo più di quello che vorremmo fare.
Esempio: espressioni di neonati in risposta a diversi tipi di sapore, questi producono già determinate
espressioni, nonostante non abbiamo una percezione del mondo (non sanno nemmeno di essere al mondo).
Si tratta perciò di una cosa innata.

 Competenza prossemica: insieme di conoscenze in parte esplicite, in parte implicite che ci permettono di
veicolare informazioni modulando la distanza interpersonale
Esperimento sulla prossemica testato sulle scimmie:
Nel 1992 a Parma, un gruppo di fisiologi stavano studiando i potenziali d’azione (risposte elettriche
all’interno dei neuroni) di alcune scimmie. In queste scimmie avevano impiantato alcuni microelettrodi in
grado di registrare quanti pulsi elettrici passassero in quel neurone. Con questa tecnica si è dimostrato che
ci sono neuroni che rispondono alla competenza prossemica  sono stati scoperti i neuroni a specchio.
La competenza prossemica è un qualcosa di implicito, che ritroviamo anche nelle scimmie.

Neuroni specchio  sono una categoria di neuroni che hanno la caratteristica di attivarsi sia quando
eseguiamo una specifica azione o proviamo una specifica emozione, sia quando vediamo qualcuno eseguire
la medesima azione o provare la medesima emozione.

 Competenza socioculturale: insieme di informazioni che permettono ad un individuo di funzionare bene


a livello sociale. Guidano anche la prossemica e l’atipica.

STATO COGNITICO IN STATO FETALE


 3° mese  sistema neuronale si attiva, in questa fase possiede uno stato sensitivo
 4° mese  il bambino ha un buon controllo motorio, percepisce il tatto (soprattutto delle mani e i piedi),
si sviluppano le aree uditive e inizia ad apprendere i suoni (in questo periodo è immerso in una
dimensione di suoni).
 5° mese  Quando un bambino percepisce un suono mai sentito, si blocca e il battito cardiaco decelera;
successivamente, si abituerà al nuovo suono (apprendimento implicito) e la sua reazione fisiologica si
normalizzerà.
 Abituazione  fenomeno psicologico per il quale apprendiamo qualcosa senza essere consapevoli.
 Esempio: assuefazione  se assumo nicotina, divento dipendente quasi da subito (dipende dalla persona)
e per raggiungere lo stesso livello di appagamento, avrò bisogno di più nicotina.
 6/7° mese  gusto e olfatto
 Travaglio  mamma e bambino vivono un grande momento di stress e producono l’ormone dello stress
chiamato CORTISONO. La mamma contemporaneamente produce per lei e il bambino OSSITOCINA,
che riduce lo stress. La differenza sta nel fatto che la mamma è consapevole di ciò che succede, il
bambino no (si trova catapultato in una condizione diversa dai 37° corporei, non sente più il battito della
mamma). Quando esce mamma e bambino vengono messi in un angolo appartato con lo scopo di
conoscersi.
Nel bambino si innesca un meccanismo automatico, emette dei richiami, entra in uno stato di agitazione
elevata.
Il bambino quando viene appoggiato nel petto della mamma, un orecchio sente il cuore della mamma
(come lo ha sempre sentito) l’altro invece i rumori esterni. Inoltre, sente la voce della mamma sia
dall’interno sia dall’esterno. In questa fase (prima di attaccarsi al seno) il bambino inizia a guardarsi
intorno. Il bambino è pre-programmato a riconoscere i volti. Nel momento in cui stabilisce il contatto
visivo con la mamma, il bambino viene travolto da uno stato di appagamento, a tal punto da farlo
addormentare.
Perché è importante stabilire dove guardano gli occhi della mamma?
Emerge che il bambino, dopo aver instaurato questo primo contatto con il mondo esterno, apprenderà
alcune cose: emettere richiami (per ottenere qualcosa), sa che ci sarà qualcuno a soccorrerlo.
Come vede un bambino appena nato? Come se fosse miope.
Bambino nasce con dei riflessi neonatali  riflesso di attaccarsi al seno (latte caldo a 37°=colostro).

Nel nostro cervello ci sono delle strutture preposte al controllo dei movimenti di tutte le parti del nostro corpo e
dalla percezione sensoriale del nostro corpo.
Motorie primarie??? (una a destra e una a sinistra)
Somato sensoriali?? (una a destra e una sinistra)
Se prendo una corteccia motoria primaria, so che è organizzata in un modo
Somo topica  significa che punti diversi della corteccia primaria controllano punti diversi del nostro corpo

La comunicazione non è solo umana

20/10/2022

LE STRUTTURE DEL LINGUAGGIO

LINGUAGGIO: è la facoltà cognitiva che permette gli esseri umani di veicolare informazioni usando un codice
estremamente complesso. Questo codice ha un funzionamento di base comune a tutti.
LINGUE: ogni singola attuazione storico culturale (le lingue per essere considerate tali devono esistere o essere
esistite e devono essersi sviluppate in modo naturale) della facoltà del linguaggio
COMPETENZA: conoscenza potenziale di usare il linguaggio. Insieme di conoscenze astratte che poi vengono
implementate nell’esecuzione.
ESECUZIONE: l’atto di mettere in pratica quella competenza

Il linguaggio è stato oggetto di molte speculazioni, in primis dalla filosofia.


Strutturalismo  Teoria e metodologia affermatesi in varie scienze dal primo Novecento, fondate sul
presupposto che ogni oggetto di studio costituisce una struttura, costituisce cioè un insieme organico e globale i
cui elementi non hanno valore funzionale autonomo
I linguisti si concentrano sulla descrizione di ogni piano del linguaggio, ogni piano è fatto da un pavimento in cui
devo inserire delle mattonelle con specifiche regole, ogni livello di analisi ha delle unità minime.
Quali sono i livelli di analisi?
1. Livello di analisi fonetica  studiare come vengano articolati, decodificati e trasmessi nell’aria i foni
(unità minime), cioè i suoni concretamente emessi e percepiti
2. Livello di analisi fonologica  studiare come nelle rispettive lingue i foni vengano organizzati in poche
classi funzionali astratte, ovvero i fonemi
3. Livello di analisi morfofonologica  cerca di capire come foni e fonemi si organizzano in sillabe, e
come queste ultime determinino la prosodia (=intonazione,ritmo)
4. Livello di analisi morfologica  cerca di studiare come vengano formate le parole, le unità minime si
chiamano “morfi”, che veicolano morfemi per formare parole.
- Parole di classe aperta (o di contenuto ), appartengono a una delle seguenti 4 categorie: nomi, verbi
lessicali (tutti i verbi tranne la copula, gli ausiliari, verbi modali), avverbi (solo quelli che terminano
con il suffisso -mente), aggettivi qualificativi. Cos’hanno in comune queste quattro categorie? La
prima è che queste parole vendono un contenuto, ad esempio, i nomi fanno sempre riferimento a
qualcuno o qualcosa, gli aggettivi danno una qualità del nome, i verbi uno stato di azione, e gli avverbi
una modalità di uno stato d’azione. Sono categorie facilmente ampliabili nelle lingue.
- Parole di classe chiusa, numero limitato di elementi fissi che non si possono cambiare e che sono
predeterminati dalla grammatica di una lingua. Gli aggettivi determinativi, i pronomi, le
preposizioni e le congiunzioni sono classi chiuse di parole. Le parole di classe chiusa vengono gestite
da strutture cerebrali (impliciti e automatici) diverse rispetto alle parole di classe aperta (espliciti e
consapevoli).

5. Livello di analisi morfosintattica  cerca di studiare come le parole richiedano dei contesti
grammaticali per funzionare bene nelle frasi, le unità minime sono le parole.
Anni ’50, sviluppo di un’idea  ogni parola avrebbe al suo interno le informazioni necessarie per sapere
come inserirle in una frase. Le parole funzionano come atomi (hanno elettroni liberi che girano attorno).
Esempio:
Marco si colpisce. Marco colpisce Alessio
Le informazioni possono essere elaborate in 4 livelli: selezione semantica (agente d’azione, paziente),
selezione categoriale, selezione grammaticale (diventiamo consapevoli alle elementari, con l’analisi
grammaticale)
6. Livello di analisi sintattica  unità minime sono i sintagmi, cerca di capire le frasi, prende in
considerazione le singole unità del discorso e le relazioni tra loro.
7. Livello di analisi semantica  è un livello che si raddoppia cerca di capire come vengano organizzati i
significati letterali di singole parole (semantica lessicale), o di frasi (semantica frasale). Unità minime:
semi. Pillole di contenute
8. Livello di analisi pragmatica  cerca di capire come vengano contestualizzati i significati letterali di
singole parole o intere frasi. Le unità minime sono le intenzioni comunicative.
9. Livello di analisi testuale discorsiva  come vengano legate fra di loro le proposizioni che noi abbiamo
letto o ascoltato, rispettando vincoli di coerenza concettuale.

COMPETENZA FONETICA

Propagazione del suono


I foni sono dei suoni, tali suoni (toni) sono oggetto di studio di una parte della fonetica che si chiama fonetica
acustica. Per la fonetica acustica, le vocali prendono il nome di “vocoidi”.
 I suoni (o toni), sono movimento di molecole. Per generare un suono noi dobbiamo spingere le molecole,
in modo che queste sbattano una contro l’altra. La molecola svolge un ciclo di oscillazione (come
un’altalena).
 Frequenza: La quantità di misura di chiama Hz (Hertz), la frequenza, determina l’altezza o la gravità di
un suono (non intenso o flebile).
 Intensità: forza con cui la molecola in funzione viene spinta in avanti, misura la forza del suono. La
quantità di misura si chiama Decibel.

Esempio: bambino sull’altalena, noi lo spingiamo, nel momento in cui lo spingiamo lo stiamo caricando
di energia motoria, il movimento viene contrastato da una forza latente (invisibile). L’altalena inizia a
salire, poi viene contrastata dalla gravità (scendendo). Scendendo si carica di energia cinetica e torna a
risalire. C’è un punto “in sospeso” che dura pochissimo.

I suoni possono essere puri o complessi:


 Puri, un suono è puro se vibra con una sola frequenza in modo costante (è un’astrazione, è impossibile).
 Complessi, toni costituiti da molte frequenze che si mischiano fra di loro.
- Toni complessi aperiodici, fatti da molte frequenze che avvengono in modo casuale (non c’è nessuna
regolarità matematica). Rumore con tante frequenze che si mischiano tra di loro senza alcuna
regolarità
- Toni complessi periodici, abbiamo sempre una notevole regolarità del segnale, c’è una frequenza di
base (frequenza fondamentale F0). Le formanti sono… di una frequenza fondamentale.

Come facciamo a capirci se abbiamo delle frequenze diverse per la stessa vocale?
Per capirci ci devono essere degli indici acustici invarianti per tutti.

Ne hanno trovati solo 3:


 Per riconoscere una vocale basta identificare almeno le prime due formanti (F1 e F2)
 Le consonanti (contoidi) occlusive non possono essere emesse in isolamento: hanno bisogno di una
appendice vocalica. Le consonanti occlusive a livello acustico non esistono. Sono delle modulazioni
dele formanti delle vocali.
 Voice Onset Time (VOT), si riferisce al tempo di inizio della sonorità  è il tempo che intercorre tra il
momento in cui rilasciamo l’ostacolo nella bocca e il momento in cui cominciamo a far vibrare le corde
vocali. Se questo tempo è molto breve, il fono (suono) verrà percepito come sonoro, se è lungo il fono
verrà percepito come sordo.

COMPETENZA SINTATTICA

Insieme di conoscenze in parte implicite, in parte esplicite che cerca di capire la struttura delle frasi, prende in
considerazione le singole unità del discorso e le relazioni tra loro. Le unità minime sono i sintagmi.

Questo tipo di analisi venne criticata a partire dagli anni ’50 da Chomsky (teoria X-barra), perché non riflette la
reale complessità cognitiva. Negli anni ’80 Chomsky ha cambiato la prospettiva della linguistica, da una
linguistica descrittiva ad una esplicativa (ti spiego perché funziona così).
Le frasi sono fatte da sintagmi, ogni sintagma dipende da una parola che lo genera. Ipotizza che la parola è X
(un’incognita).

26/10/2022

COMPETENZA SEMANTICA
Unità minime semi (tratti semantici), pillole d’informazione che nel loro complesso formano il significato
complessivo della parola.
 Teoria dei tratti semantici: i significati veicolati dalle parole possono essere scomposti in tratti
semantici binari in base alla presenza/assenza di un determinato tratto. Questa teoria si limita a
determinare la natura composizionale del significato delle parole. Non esplora la relazione tra i significati
delle parole.
 Teoria del prototipo concettuale: tentativo di organizzare dei significati lessicali, secondo questa teoria,
una determinata parola viene assegnata a una specifica categoria semantica in modo più o meno veloce e
accurato in funzione del numero di tratti semantici che condivide con il prototipo della categoria
concettuale di appartenenza.
 Teoria della rete semantica: i significati delle parole sono collegati tra loro, teoria delle organizzazioni
lessicali. I significati delle parole costituiscono i nodi di una rete concettuale: ogni nodo dispone di
specifici livelli di attivazione che devono essere superati affinché il concetto della parola corrispondente
possa divenire disponibile. Le soglie di attivazione dei concetti lessicali non sono fisse , ma possono
variare in funzione di parametri come la frequenza d’uso, il fatto che una parola sia stata utilizzata più o
meno recentemente, la rilevanza rispetto un determinato contesto comunicativo.

COMPETENZA PRAGMATICA
Insieme di conoscenze in parte implicite e in parte esplicite che ci permettono di contestualizzare quello che
pensiamo.
Abilità che ci permette di essere bravi nella comunicazione (capire se uno è sarcastico, ironico, indiretto).
Filosofi statunitensi, anni 60/70: ma il linguaggio fino a questo momento è stato solo in forma astratta?

Quando parliamo facciamo 3 azioni (atti linguistici):


 ATTO LOCUTIVO  azione stessa di emettere suoni linguistici.
 ATTO ILLOCUTORIO  ogni volta che produciamo una parola o una frase, di fatto stiamo trasferendo
un’azione. Esempio: ti dichiaro in arresto
 ATTO PERLOCUTORIO  mi aspetto che il mio interlocutore risponda di conseguenza.
Esempio: fate silenzio, con questo enunciato mi aspetto che le persone facciano silenzio.

 CONTESTO LINGUISTICO (o cotesto)  insieme di concetti che ci siamo già trasmessi con il
linguaggio. È dato dalla somma delle tematiche e dei rifermanti attivati in un discorso, una
conversazione, un libro, queste ultime possono essere attivate sia in modo diretto, mediante esplicita
enunciazione, sia in modo indiretto, grazie a meccanismo inferenziali.
Esempio: concetti di competenza, fonologia, competenza comunicativa cinesica, paralinguistica

 CONTESTO EXTRALINGUSTICO (o contesto situazionale)  insieme di coordinate spaziali e


temporali di ruolo che caratterizzato un atto comunicativo. Informazioni di natura non esplicitamente
linguistica che i partecipanti a una conversazione devono avere presente per comprendere correttamente il
messaggio. I processi che legano i meccanismi linguistici ai contesti di produzione garantiscono
un’adeguata comprensione mediante l’instaurazione delle relazioni referenziali e lo sviluppo di inferenze.

Oltre all’elaborazione vi è l’abilità di trarre inferenze appropriate riguardo alle intenzioni comunicative dei nostri
interlocutori.

INFERENZE capacità di arrivare ad una conclusione sulla base di dati incompleti e a volte addirittura
contradittori. Processo di integrazione di informazioni sulla base di dati incompleti o insufficienti. Consente di
associare i significati letterali di un enunciato orale o una frase scritta al contesto di emissione/comprensione in
modo da indentificare le corrette intenzioni comunicative, a prescindere dal significato letterale degli enunciati
emesso o dalle frasi scritte per veicolarle.

Esempio: se io passo in autostrada in un’area bruciata inferisco che ci sia stato un incendio.
 Inferenza referenziale 
 Teoria della mente ToM) 
 Principio di cooperazione (Grice)  è uno dei principi cardine della comunicazione umana, una cosa
che nessuno ci ha insegnato, ma che tutti i bambini hanno. Implica che quando comunichiamo con
qualcuno cerchiamo il modo migliore per comunicare con qualcuno.
 Impiccature conversazionali

COMPETENZA TESTUALE-DISCORSIVA
Capacità di partire dalle proposizioni (punto di arrivo della semantica frasale) e agganciare fra di loro per formare
dei testi scritti o discorsi orali. Oggetto di studio della linguistica del testo. Questa competenza si situa al vertice
della struttura piramidale che caratterizza la comunicazione verbale. La comunicazione avviene attraverso lo
scambio di messaggi che possono raggiungere livelli di complessità concettuale e formale, questi prendono il
nome di TESTI  produzione strutturata a cui vengono sviluppati in modo coerente argomenti compatibili tra
loro anteverse strutture linguistiche organizzate in modo coesivo.

Fine Processi della struttura

ASPETTI COGNITIVI (processi  (sono dinamici) del linguaggio)


PSICOLINGUISTICA  si occupa di studiare con i metodi della psicologia e della linguistica i processi
coinvolti nell’elaborazione del linguaggio. Molteplici ambiti d’indagine. Approccio ibrido.

Cerca di capire se l’elaborazione del linguaggio sia:


 Modulare (isolato) ipotizza che il linguaggio sia il prodotto di geni isolati
 Interattivo (connessionisti)  linguaggio emergerebbe con l’interazione di altre attività

Il cervello può essere analizzato, compreso a livello micro e macro (grande):

MICRO ANATOMICO cellule computazionale (neuroni) e cellule della glia.

ANATOMIA DEL NEURONE


- Dendriti
- Corpo cellulare
- Terminazioni assoniche
- Bottoni sinaptici
All’interno dei neuroni scorre una corrente elettrica che prende il nome di potenziali d’azione. La prima regola di
funzionamento dei neuroni è che nei neuroni l’impulso elettrico scorre sempre nella stessa direzione.
I neuroni sono percorsi da una corrente elettrica oppure no. Quello che determina se un neurone sta lavorando è il
numero di scariche al secondo. Un neurone si può connettere contemporaneamente anche ad altri mille neuroni.

MACRO ANATOMICO  il cervello appare come una corteccia d’albero (corteccia). All’interno ci sono molti
solchi (scissure  veri e propri canyon).
 Lobo frontale (ce ne sono due)  sono implicati nella capacità, per esempio, di pianificare una serie di
azioni in vista di un evento futuro.
 Lobo occipitale (è quello posteriore)  implicati nella visione
 Lobo temporale (situato sotto) 
 Lobo parietale (tra il lobo frontale e il lobo occipitale) 

L’APPROCCIO DELLA PSICOLOGIA

Disciplina relativamente recente. Termine coniato già nel XVI secolo ma non usato in modo sistematico. Studio
dei prodotti dell’anima.

Distinzione tra:
 Psicologia empirica (prescientifico)  seconda metà del XIX secolo, Wilhelm Wundt (fisiologo) che
fondò un laboratorio sperimentale. Sviluppa una serie di idee volte ad indagare la funzione della mente
umana con tecniche sperimentali. Indagare i funzionamenti della mente umana.
Sviluppa il parallelismo psico-fisico  si convince che quelle che avviene nella mente si traduce in quello
che avviene nella testa e nel corpo. C’è una corrispondenza tra quello che stai facendo e quello che
succede nel cervello.
Chi si formava con Wundt, tornava nei propri paesi e fondavano scuole di psicologia sperimentale che
però non tutte andavano nella stessa direzione.

Esempio: Stati Uniti, si dividono in due fazioni: naturalisti e introspezionisti (prendono da Wundt l’idea
di quantificare le cose, problema è che erano troppo astratti)

 Psicologia razionale  …..?????

Approccio comportamentista

Sviluppato da Watson. Il comportamentismo (o behaviorismo o psicologia comportamentale) è un approccio alla


psicologia, sviluppato dallo psicologo John Watson agli inizi del Novecento, basato sull'assunto che il
comportamento esplicito dell'individuo sia l'unica unità di analisi scientificamente studiabile della
psicologia, avvalendosi del metodo stimolo (ambiente) e risposta (comportamento), in quanto direttamente
osservabile dallo studioso.
Stimoli ambientali e risposte dell’organismo. Non bisogna più parlare di mente, quello che avviene nella mente
dell’individuo deve essere lasciato ai filosofi. Ignorano la mente, in quanto per loro non è analizzabile.

APPRENDIMENTO

Condizionamento classico (Pavlov)  quando uno stimolo neutro viene associato a uno stimolo che evoca una
risposta riflessa diventa anch’esso capace di evocare da solo la stessa risposta riflessa.

Condizionamento operante (Skinner)  è una forma di apprendimento che consiste nell’associare uno stimolo a
una risposta affinché la risposta si verifichi più o meno. Cioè, si verifica un comportamento e dopo il
comportamento c’è una conseguenza, qualcosa che accade dopo. Quindi ci sono due opzioni: che la conseguenza
sia positiva o negativa:
- Se la conseguenza è positiva, quel comportamento sarà più probabile che si verifichi in futuro, poiché il
comportamento è associato all’evento positivo che si è verificato in seguito.
- Se la conseguenza è negativa, il comportamento sarà meno probabile che si verifichi in futuro, poiché il
comportamento è associato all’evento brutto. Questa connessione tra comportamenti e conseguenze porta
a una tecnica di modifica del comportamento che viene utilizzata per far ripetere o meno un
comportamento. Esistono diversi tipi di condizionamento operante.

E il linguaggio?
Un bambino acquisisce il comportamento verbale quando delle vocalizzazioni relativamente immodulate, rinforzate selettivamente, gradualmente
assumo forme che producono appropriate conseguenze in una data comunità verbale (Skinner).

Il ruolo del linguaggio secondo i comportamentisti


Per i comportamentisti Trasferire stimoli da una persona all’altra.
Stimolo  Risposta
 S r (S= stimolo concreto; r= risposta verbale).
 s  R (s= stimolo verbale; R= risposta concreta)

IL CONTEMPORANEO SVILUPPO DELLA TEORIA DELL’INFORMAZIONE

Durante Seconda Guerra Mondiale, fondamentale permettere ai soldati di comunicare in modo efficiente con le
cannoniere. Chiamarono linguisti per sviluppare tecnologie per pulire il segnale acustico.

Claude Shannon (1916-2001)


Creatore della teoria dell’informazione. Creare delle funzioni matematiche per pulire il rumore.

George Miller (psicologo statunitense)


Lavorava a stretto contatto con i matematici, sarà la persona che porterà questo modello nelle scienze sociali. Si
accorge che l’approccio comportamentista non funzionava. Tant’è che pubblica dei lavori in cui pubblica una
serie di esperimenti. Non c’è solo uno stimolo che dal basso viene decodificato, ma c’è una mente che lavora sul
significato. La mente non è una scatola nera, può essere studiata.

Termine “Psicolinguistica”, introdotto per la prima volta da Jacob Kantor


1946  Nicholas Pronko (allievo di Kantor) pubblica l’articolo “Language and Psycholinguistics”.

John Carrol (1916-2003)


1930  influenzato da una conferenza ad opera di Benjamin Lee Whorf ed entra in contatto con Edward Sappir
(passione per la linguistica). La lingua plasma il modo di pensare delle persone  Ipotesi Sappir-Whorf. Si
laurea in Psicologia con Skinner e si forma con Kantor.
Decide di voler approfondire le possibilità di interazione tra queste discipline. Ottiene dei finanziamenti per
sviluppare un corso estivo  Summer School (negli Stati Uniti), in queste giornate invita linguisti e psicologici e
cercano di esplorare le relazioni tra linguistica e psicologia. Viene discusso il ruolo della Psicologia, della
Linguistica, della Psicolinguistica e della Teoria dell’Informazione nell’analisi dei processi della comunicazione.

Psicologia comportamentista, indaga il comportamento intenzionale del locutore


Comportamento di codifica del messaggio
Vedi slide

APPORCCIO COGNITIVISTA ALLO STUDIO DELL’ELABORAZIONE DEL LINGUAGGIO

Negli Usa, le cose stavano rapidamente trasformandosi. Anni 50, controrivoluzione cognitiva (è una
restaurazione). Quello che faranno i cognitivisti sarà restaurare il comportamentismo.
I comportamentisti trattavano le funzioni della mente come meri rapporti tra stimoli e risposte. La percezione,
perciò, per loro era la capacità di discriminare gli stimoli.
L’approccio comportamentista aveva portato ad una rivoluzione nel campo della psicologia sperimentale negli
USA.

Tuttavia, in Europa…
 Federico Barlett (Cambridge, UK)  lavorava sui rapporti tra mente e pensiero.
 Jean Piaget (Ginevra)  lavorava sullo sviluppo mentale nei bambini.
 A.R. Luria (Mosca  Unione Sovietica)  studiava le interconnessioni tra la mente e il cervello.

Negli USA negli anni ‘50


Cominciano a svilupparsi quelle tecnologie che porteranno allo sviluppo dell’informatica, ecc…
Psicologi sperimentali a Harvard (es. Miller)  necessità di riformulare l’ambito di indagine della psicologia.
- Marvin Minsky e John McCarthy sviluppano l’intelligenza artificiale.
- Alan Newell e Herb Simon usano computers per simulare i processi cognitivi.
- Noam Chomsky ridefinisce gli obiettivi della linguistica.

DONALD HEBB E APPRENDIMENTO COME INSTAURAZIONE DI NUOVE RETI NEURALI

Donald Hebb, anni ‘50  psicologo, neurofisiologo e medico canadese. Lui ha capito come funzionavano le reti
neurali  insieme di unità di elaborazione interconnesse tra loro, operanti in parallelo caratterizzate dal fatto che
ciascuna informazione da esse elaborate è distribuita tra le singole unità.
1956 (anno cruciale)  anno critico per lo sviluppo della psicologia del processamento delle informazioni.
Miller  The magical number seven, plus or minus two. La capienza è limitata ma può essere estesa con delle
strategie (esempio: 061945011918/ 06-945-01-1918).

11 settembre 1956  parleranno nel seguente ordine:


Newell e Simon, introducono la loro “logic machine”
Mancano altri.. vedi slide

1957 
1959  Noam Chomsky pubblica sulla rivista Language una review del libro di Skinner in cui demolisce gli
assunti del comportamentismo.
Skinner replicò che Chomsky non aveva compreso lo spirito del libro ma ormai il danno era fatto.
Sviluppa un’idea che è diventata nota come “argomento della povertà dello stimolo”.
I comportamentisti non si riprenderanno più dopo questa critica  cessa di essere il paradigma dominante.

Nel giro di 4 anni cominciò ad essere chiaro che stava nascendo un nuovo approccio interdisciplinare
Cognitive studies 
MANCA VEDI SLIDE

1976: l’intervento della Alfred Sloan Foundation


Era un miliardario. COPIA SLIDE

1978
La Sloan Foundation istituì una commissione di studiosi provenienti da varie discipline. COPIA SLIDE

MANIFESTO DELLE SCIENZE COGNITIVE

La relazione della commissione conteneva una figura in cui si mettevano in evidenza le relazioni tra le varie
discipline che studiavano la cognizione.

Grazie all’istituzione dello Sloan Special Program in Cognitive Science divenne possibile promuovere la
cooperazione tra le varie discipline.
Uno dei grant più piccoli andò da Michael Gazzaniga che poté dare inizio a quelle che sarebbero diventate le
neuroscienze cognitive.

27/10/2022

ASSUNTI DELL’APPROCCIO COGNITIVISTA


MENTE  sistema (implica una struttura interna) di elaborazione di informazioni che opera sulla base di
computazioni (elaborazioni interne, “nascoste”). Questi calcoli avvengono in modo non consapevole.
Il sistema riceve, elabora e memorizza (immagazzinare), recupera informazioni percettive elementari (tatto, udito,
olfatto, gusto, visione) e pianifica

ESPERIMENTO: LETTER MATCHING TASK


Persona seduta davanti al computer, appaiono due grafemi (lettere dell’alfabeto). La persona deve premere un
pulsante se le due lettere sono uguali, un altro pulsante invece, se le lettere sono diverse.

Misure:
 Velocità della risposta (tempo di reazione)
 Percentuale di accuratezza (numero di errori e di risposte corrette)

Esperimento in cui ci sono 3 condizioni sperimentali:


1. Le persone vedono comparire i due grafemi sullo schermo, bisogna dire se sono completamente identici
(aspetto grafico)
2. Se le due lettere che compaiono siano o meno rappresentazioni dello stesso fonema (stesso suono, ma
graficamente diversi)
3. Se le due lettere che vedo indipendentemente dal loro aspetto grafico appartengono alla stessa categoria.

Ipotesi 1: non è vero che la mente elabora informazioni sulla base di calcoli nascosti
Cosa dovrei osservare in termini di velocità di risposta in questo esperimento?
Devo desumere che la mente, nel momento in cui vede quelle lettere sappia già tutto.

Ipotesi 2: è vero che la mente compie calcoli nascosti


Cosa dovrei osservare in termini di velocità di risposta in questo esperimento?
Aumento progressivo dei tempi di risposta con l’aumento della difficoltà del compito.

Questo genere di esperimenti si chiamano paradigmi di Posner  hanno tutti lo stesso principio, cioè mostrare
qualcosa e valutare il tempo di risposta.

La nostra consapevolezza è edotta di cose che sono state già elaborate in modo differente da elaborazioni nascoste
 Il nostro cervello ci inganna.

Libet  Persona sta in risonanza, compaiono dei numeri, lui decide quando premere il pulsante, dopodiché deve
dire che numero era rappresentato nel momento in cui ha premuto il pulsante.

TRIANGOLO DI KANISZA
È stato uno dei fondatori della psicologia italiana (esperto di Gestalt).
Il nostro cervello colma degli spazi e gli da un senso.
Noi abbiamo un’illusione di avere un campo visivo di 180° (ma non è così).

Processo di mascheramento saccadico  immagine illusoria che sembra muoversi (in realtà è statica). Un miope
senza occhiali non percepisce il movimento, al contrario si (la vista non è nitida, perciò il cervello si “adatta”).
Queste illusioni percettive possono verificarsi anche nella vita reale, e possono essere dovuti a un problema di
prospettiva.
Memoria iconica  memoria che memorizza le ultime immagini percepite con gli occhi.

L’inganno può essere a livelli ancora più alti.


Prendi l’immagine
Primo fattore  esperienze che hanno a che fare con la memoria a lungo termine. Nonostante conosciamo il
trucco, continuiamo a percepire B chiaro, nonostante sia dello stesso colore di A.
La percezione visiva lavora su molti fattori.

Ulteriori conseguenze:
Percezione subliminale  è una percezione di cui noi non siamo consapevoli.
Stanislas Dehaen, ha fatto un esperimento:
Studenti dovevano sedersi davanti al computer, comparivano nello schermo delle immagini per pochissimi
millisecondi (2 immagini con figure geometriche-parola “RADIO” - figura geometrica-parola “radio”).
Tutto ciò che viene mostrato per meno di 40 millisecondi è subliminale, la nostra consapevolezza non entra in
gioco. Perciò è percepita ma non è consapevole.
La parola che è stata percepita subliminalmente ha fatto si che comunque io l’abbia letta senza esserne
consapevole. Nel momento in cui mi verrà ripresentata la stessa parola, io saprò percepirla in maniera più veloce
perché mi è stata già presentata (subliminalmente) in precedenza.

Priming semantico (o ortografico)  forza della prima impressione.

A proposito di lettura…
Non importa in che ordine appaiono le lettere in una parola, la cosa importante è che la prima e l’ultima lettera
siano nel posto giusto (lettura fluida). (Prendi immagine slide)  Le nostre conoscenze guidano le nostre
percezioni.

IL RUOLO DELLA PERCEZIONE ESTETICA DEL CORPO (componente culturale)

Tipo di studio  comportamentale


(Prendi foto della slide).
Vengono mascherati i volti delle persone. Le silhouette sono statiche, di diverso tipo (magro o non). I ragazzi (33)
dovevano muovere un cursore ed indicare se queste figure piacevano o meno.
Valutazione sia prima sia dopo (in tutte le condizioni). Scala Likert (metodo di valutazione).

1° Condizione di controllo in cui il 50% delle figure erano magre e il 50% grasse.
Cosa succede se mostri più persone grasse? Iniziano a piacerti quelle più grasse.

Quanto si è esposti a un tipo di corporatura, anche questa variabile incide sul fatto che una persona trovi piacevole
o meno certe corporature (nessuno di noi è consapevole). Basta guardare le corporature in voga di tanti anni fa.

Effetto McGurk (anni ’70)  se io sento “PA” ma vedo il labiale fare “CA” io non sarò più in grado di capire di
che suono si tratta. Percezione uditiva è in conflitto con quella visiva.

LIMITI DEI PROCESSI DI ELABORAZIONE DELLE INFORMAZIONI

Cecità di disattenzione  io guido, so che da qui a 100 metri dovrò girare a sinistra, con la coda dell’occhio
registro che una moto sta per arrivare anche se non ho distolto il punto focale. È una registrazione subliminale,
fatta in modo non consapevole. È la causa di molti incidenti delle moto.

È stato appurato che la mente fa dei calcoli nascosti, così, verso la fine degli anni ’70 venne posta un’altra
domanda: Ma quanti calcoli riesce a fare la mente contemporaneamente con la stessa efficienza? La mente ha
risorse limitate o illimitate?

 Condizione 1 (NEUTRA): vedo delle stringhe che non hanno significato ma hanno un determinato
colore
 Condizione 2 (CONGRUENTE): leggo la parola rosso ed è scritta in rosso. Il mio cervello
automaticamente attiva il concetto rosso e in più attiva il colore della sequenza, a questo punto il mio
cervello fa un’equivalenza.
 Condizione 3 (INCONGRUENTE): automaticamente vediamo la parola “giallo” scritta in verde. I
nostri occhi vedono verde. Due concetti antitetici che entrano in competizione reciproca. Per risolvere in
modo corretto dobbiamo impiegare del tempo.

SUSTAINED ATTENTION TO RESPONSE TEST (SART)


Vedo dei numeri nello schermo, appena vedo un dato numero devo cliccare un pulsante ma so che un numero in
particolare non lo devo premere. Succede che il comando di premere è attivato e perciò premo anche nel
momento in cui vedo il numero che non dovevo premere.

Risposta alla domanda: Abbiamo poche risorse, perciò limitate, per questo molte cose non siamo consapevoli di
elaborarle. Il nostro cervello deve concentrarsi su quello che è in grado di fare.

Anni ’80- COME È ORGANIZZATA LA MENTE A LIVELLO COGNITIVO

Le due anime delle scienze cognitive:


APPROCCIO MODULARISTA

Fine anni ’70, Marr, uno psicologo esperto di visione, pubblica un libro sulla percezione visiva, secondo il quale
qualunque funzione che compie la mente, deve essere realizzata da un insieme di sistemi specializzati che
secondo Marr lavorerebbero in modo quasi del tutto autonomo, dove questo “quasi del tutto autonomo” varia a
secondo del compito. Muore giovane in un incidente, non ha potuto approfondire la sua teoria.

Jerry Fodor (colui che approfondì le teorie di Marr), 1983, pubblica un libro, libro che è uno spartiacque “The
Modular Mind”. Cosa sostiene? Sostiene che il sistema cognitivo sarebbe organizzato in un sistema centrale e
una costellazione di subunità che lui chiama “MODULI”. Che caratteristiche hanno il sistema centrale e i
moduli?

 Il sistema centrale è un sistema che è in grado di elaborare contemporaneamente moltissime


informazioni, è quello che mi fa decidere in modo consapevole di prendere la macchina e andare a
Bolzano.
 I moduli sono innati, come l’attenzione, sono anche specifici per dominio, significa he ciascun modulo
innato si sarebbe sviluppato con la capacità di elaborare solo un tipo di informazione (quello per cui
si è specializzato). I moduli sarebbero anche incapsulati, cioè isolati gli uni dagli altri (sono
indipendenti). Si attivano senza che noi ne siamo consapevoli. Associati a specifiche strutture neurali e
quindi danneggiabili in seguito a loro lesione.

L’interpretazione fodoriana della modularità presenta alcuni problemi:

 I criteri per identificare i moduli sono troppo rigidi, infatti, un modulo per essere tale deve rispettare tutte
e 7 le caratteristiche. (Vedi slide)

Elaborazione dei volti (insieme di tratti visivi in una specifica configurazione)


Riconosciamo e memorizziamo i volti usando una strategia di elaborazione configurazionale olistica.
Face inversion effect  è più facile e veloce riconoscere due volti diversi se non sono messi all’incontrario, se
invece sono al contrario, il mio cervello prima ruota e poi analizza se sono uguali o meno. Se l’immagine non è
ribaltata invece, devo fare un lavoro in meno, perciò ci metto meno tempo a rispondere.

Correlati neurali dell’elaborazione dei volti


Il riconoscimento di un volto attiva il giro fusiforme a volte bilaterale e lateralizzato a destra. Per riconoscere un
volto non c’è un’aerea specifica in realtà.

Il caso della prosopagnosia  disturbo acquisito, non riconoscere più le persone guardandole in faccia (mamma,
cugino, papà). Puoi riconoscere in altri modi, ad esempio il modo in cui camminano. Si riferisce proprio al fatto di
non saper più riconoscere la faccia.

Esempio:
Studio fatto su una signora di 70 anni, analizzata a Padova, affetta da prosopagnosia
Si ricordava solo del papa, Gesù e Berlusconi. Perché? Perché erano tre immagini che si erano trasformate in
simboli per quella signora. Nel momento in cui un volto diventa un simbolo, viene trasfigurato. In quel momento
la persona elabora il volto con altre vie neurali.

Soluzione pragmatica:

- La modularità è accettata solo a basso livello (percezione)


- Ipotesi di lavoro perché non è possibile studiare la mentre come un tutt’uno
- Fenomeni mentali studiati come se fossero modulari, bisogna esserne consapevoli!

 Teorie unidirezionali  teorie che postulano il funzionamento dei moduli. Bottom-up vs. Top-down.
Unica direzione. Tutto parte dall’alto e arriva verso il basso o il contrario
 Teorie interattive  teorie che postulano ciò che viene…??? Non ho capito. Nel momento in cui ho un
contesto non attivo tutte le parole che iniziano con B. Informazione vengono costantemente elaborate in
entrambe le direzioni. Bottom-UP Top-down.
IL GENERATIVISMO (quando la linguistica si fa modulare)
È la corrente che si sviluppa negli anni ’60 con Chomsky. Quando viene sviluppato l’approccio modulare, i
linguisti generativisti si sono trovati alla perfezione in quel modello.
Linguaggio  sistema cognitivo modulare indipendente da altre funzioni cognitive.
È la realizzazione del modularismo in ambito linguistico. Anni ‘70/’80 arrivano allo sviluppo di una Grammatica
Universale (GU):
 Uguale per tutti gli esseri umani, indipendentemente dalla lingua parlata.
 L’idea è che i bambini nascono già con un sistema modulare preimpostato che gli permette di
imparare la lingua. Language Acquisition Device (capacità innata).
 Principi e parametri
Nella grammatica di tutte le lingue umane ci sono degli elementi che non cambiano da lingua a lingua (es.
principio dell’indipendenza della struttura). Enuncia che nelle lingue umane è impossibile deviare l’algoritmo
grammaticale X-barra.
I parametri sono elementi geneticamente predeterminati, nelle varie lingue si possono trovare in uno o in un altro
modo.
Esempi di innatezza del linguaggio:
- Argomento della povertà dello stimolo
- Pidgin e Creoli  indigeni. Non c’è una vera e propria grammatica
- Lingue dei segni
- Somiglianze strutturali tra le lingue umane

VALUTAZIONE DEL GENERATIVISMO


PRO
 Aver spostato l’attenzione da una analisi descrittiva delle lingue a un modello esplicativo del loro
funzionamento.
 Aver individuato alcuni meccanismi innati di base su cui si fondano tute le lingue umane.
 Eleganza descrittiva.

CONTRO
 Estrema astrattezza.
 Supposta (o sbagliata!) idea che il linguaggio sia un sistema completamente indipendente sia durante il suo
sviluppo sia nel corso del suo normale funzionamento.

02/11/2022

APPROCCIO CONNESSIONISTA (o INTERAZIONISTA)

Approccio che nel tempo ha dato risposte molto differenti, a differenza di quello modulare ha avuto minore
fortuna. Nasce con Donald Hebb  parte dal basso dai neuroni. Si basa su simulazioni al computer
dell’interazione tra neuroni che vengono definiti unità computazionali. Le funzioni cognitive emergono
dall’interazione di questi neuroni.
Linguaggio: inteso come sistema cognitivo modulare specializzato nell’esecuzione di compiti altamente
selettivi:
 Produzione orale (eloquio)
 Comprensione orale (ascolto)
 Produzione grafica (scrittura)
 Comprensione grafica (lettura)

Il modulo del linguaggio è a sua volta suddiviso in sub-moduli (moduli più piccoli, specifici), ovvero elaboratori
specializzati che corrispondono ai livelli di analisi individuati dalla linguistica generale.

Due dimensioni nell’elaborazione del linguaggio

L’elaborazione del linguaggio si articola in due dimensioni:

DIMENSIONE MICROELABORATIVA
Elaborazione fonetica, fonologica, morfologica, semantico-lessicale, morfosintattica, sintattica, semantico-
frasale (unità minime  significati letterari delle parole).
A loro volta costituiscono:
 Elaborazione frasale: necessario per comprendere e produrre frasi, organizza i contesti morfosintattici
richiesti dalle parole in strutture, i sintagmi, in modo da generare frasi ben formate.
 Elaborazione lessicale: responsabile della produzione e comprensione delle parole, organizza le
configurazioni fonologiche e grafemiche in sequenze morfologiche e parole, determinando il contesto
morfosintattico richiesto dalle parole.

Merge (fusione)  operazione che prende esattamente due elementi (X, Y) e li mette insieme per costruire un
insieme non precedentemente organizzato X Y.
Secondo Chomsky la grammatica umana è la capacità di fondere parole, è innato ma non specifico della nostra
specie (ce l’hanno anche le scimmie). Merge non è una funzione solo linguistica.

Processi microelaborativi: la produzione della frase

 Concettualizzazione della frase


 Formulazione grammaticale
 Articolazione

Processi Top-down

 Comprensione concettuale della frase


 Comprensione grammaticale
 …..?

Processi Bottom-UP

IPOTESI LESSICALE
Lessico mentale  Intermediario tra i livelli di concettualizzazione e formulazione grammaticale della frase sia in
produzione che in comprensione. È un deposito di conoscenze dichiarative riguardanti le parole delle lingue
conosciute da un individuo. Possediamo circa 50.000 parole nella memoria a lungo termine dichiarativa.
Organizzazione del lessico mentale
Le informazioni riguardanti le parole sono immagazzinate nel lessico mentale sotto forma di entrate lessicali.
Entrata lessicale  entrata nel vocabolario
In ogni entrata lessicale sono presenti vari tipi di informazione:
 Il suo significato concettuale
 La sua struttura interna
 La categoria morfologica di appartenenza
 Le sue valenze morfosintattiche
 La sua struttura fonologica/ortografica

Relazioni tra le entrate lessicali

Relazioni all’interno di una entrata lessicale


All’interno del lessico mentale le entrate lessicali intrecciano relazioni basate sulla condizione di certe
caratteristiche fonologiche, morfologiche, morfosintattiche e semantiche.
Le forme flesse di una parola appartengono alla medesima entrata lessicale.

 Relazioni fonologiche/ortografiche
La velocità e l’accuratezza di accesso alle parole nel lessico mentale è influenzata dall’effetto della
vicinanza acustica/ortografica delle parole.

 Relazioni semantiche intrinseche tra entrale lessicali


- Rapporto intrinseco  ha a che fare con tratti semantici di parole vicine.
- Rapporto estrinseco (associativo)  rapporti che tra parole che condividono tratti semantici anche in
modo vago.
EFFETTO COLLATERALE DELLE RETI SEMANTICHE  GENERAZIONE DI FALSI RICORDI
Se viene presentata una serie di parole semantiche associate è probabile convincersi di aver sentito parole
semanticamente o fonologicamente collegate a quelle della lista anche se non presenti nella stessa.
Linguaggio e memoria sono intrecciati.

SISTEMA DELLA MEMORIA

MEMORIA SENSORIALE  le informazioni che riceviamo dall’esterno vengono in un primo momento


elaborate dai sistemi sensoriali per poi essere gestite per alcuni istanti da un sistema definito memoria sensoriale.
le tracce della memoria sensoriale decadono in tempi relativamente brevi (nell’ordine dei millisecondi e dei secondi).
Forma di memoria legata alla percezione sensoriale, è in grado di gestire in tempo molto ridotto perché tali informazioni
decadono con grande rapidità. Questa forma di memoria è prevalentemente inconsapevole, possono gestire in modo
inconsapevole una grande quantità di informazioni che tuttavia decadono molto rapidamente.
- Memoria iconica (visiva)  percezione visiva, ha una durata di pochi millisecondi
- Memoria ecoica (uditiva)  percezione uditiva, consente di mantenere attive le ultime informazioni udite fino
a circa 10 secondi.

MEMORIA A BREVE TERMINE (MBT, è meglio definirla memoria di lavoro)


….vedi lezione 02/11

Modello modale (della MBT)


MBT (Magazzino Breve Termine) come magazzino passivo.
Riteneva che tale sistema fosse passivo e fosse una via di accesso indispensabile per la memoria a lungo termine.
Questo sistema in realtà lavora sui suoi contenuti (non è vero che è passivo) e non è vero che è un sistema
indispensabile per accedere alla memoria di lungo termine. Le informazioni in entrata vengono trattenute
temporaneamente in un magazzino in attesa di essere inviare alla MLT. MBT come porta di accesso necessaria alla
MLT. Modello smentito.

LA MBT può essere danneggiata ma la MLT NO!

Caso H.M (Henry Molaison)


Aveva conservato intatta la MBT ma aveva perso la capacità di generare nuovi ricordi nella MLT dichiarativa.

Modello multi-componenziale  è il modello di riferimento della memoria di lavoro


Modello rimaneggiato in vari momenti. Nella sua versione più recente postula che ci siano nella MBT almeno 4
sistemi: 2 periferici, 1 semiperiferico e 1 centrale. I due sistemi periferici in assoluto sarebbero il taccuino visuo-
spaziale, che gestisce informazioni visive e spaziali, ma anche informazioni tattili.
Sistema di memoria di lavoro fonologica, chiamata circuito fonologico in grado di gestire informazioni acustiche di
natura linguistica ma anche suoni, rumori e persino il movimento del labiale e la lingua dei segni.
Questi due sistemi hanno una capienza ridotta. Queste informazioni contenute nel taccuino visuo-spaziale e nel circuito
fonologico, insieme a informazioni che arrivano direttamente dagli altri sensi (gusto e olfatto) raggiungono un buffer
(magazzino) episodico  è un sistema ibrido tra linguaggio e memoria, dove le informazioni in arrivo dagli altri
sistemi vengono integrate per generare delle proposizioni  concetti complessi che racchiudono tutto quello che stiamo
elaborando). La capienza è di 4/5 proposizioni alla volta.
Sistema centrale (esecutivo centrale) si occupa di integrare queste informazioni della memoria di lavoro con tutto il
resto.

DIMENSIONE MACROELABORATIVA
Costituita dal livello di elaborazione pragmatica, in cui i significati veicolati da singole parole e da intere frasi vengono
contestualizzati mediante la generazione di inferenze e dal livello di elaborazione testuale/discorsiva, in cui le frasi che
costituiscono un testo scritto e gli enunciati che formano un discorso orale o una conversazione sono integrati in modo d
dedurne il significato generale sotto forma di modello mentale di quanto appena udito o letto.
Elaborazione pragmatica
- Contestualizzazione del linguaggio
- Informatività
- Generazione di inferenza

03/11/2022

Differenza tra concetti di correlazione, regressione ed equazione strutturale (tecniche)

 La correlazione  è una misura statistica che può essere effettuata sulla quantità anche ridotta di soggetti
e mi da informazioni sulla relazione tra due variabili, non dicendo però nulla sulla direzione di questa
relazione. Mi dice se due variabili sono in qualche modo collegate ma non mi dice se una di queste
variabili determini il comportamento dell’altra.
Per sapere quale sia la direzione di queste relazioni, occorre avere molti più soggetti (in genere almeno
una cinquantina per variabile, meglio 100).
 Queste regressioni sono tecniche statistiche che permettono di determinare se un’ipotesi che
formuliamo a priori sia corretta o meno. Mi permette anche di sapere in che misura sia corretta o
sbagliata.
- Esempio: indagare relazione tra la memoria di lavoro fonologica e lo sviluppo linguistico di un
bambino, posso ipotizzare che quel bambino che ha migliori doti di memoria di lavoro avrà anche
migliori abilità linguistiche. Allora vado a vedere se questa predizione è corretta, se la memoria di
lavoro è perditore della abilità linguistica.
 Le equazioni strutturali  sono tecniche che permettono di vedere se queste relazioni siano presenti
anche tra molte virabili differenti.

DESCRIZIONE DI UN’ EQUAZIONE STRUTTURALE

I rettangoli sono dei punteggi realmente ottenuti con


dei test o dei questionari.

PARAMETRI DI TIPO AMBIENTALE


 Il primo rettangolo età gestazionale alla nascita è un parametro che viene ottenuto con un questionario
che compilano i genitori  noi sappiamo se quel bambino è nato a termine, pre-termine o molto pre-
termine (bambini nati attorno al 6 mese di vita).

 SES (Social Economical Status)  altro parametro ottenuto da un questionario. È una variabile che può
essere recuperata da dei questionari da dove otteniamo informazione su quanto hanno studiato i genitori,
che titoli di studio hanno, che lavoro fanno e quanto guadagnano. Queste sono misure molto importanti
perché il livello socioeconomico di provenienza di un bambino impatta significativamente sullo sviluppo
intellettivo e cognitivo.
- Esempio: se io vengo da una famiglia dove i genitori hanno studiato pochissimo e hanno minori
disponibilità economiche rispetto a chi ha raggiunto un buon livello lavorativo e quindi di guadagno,
ovviamente questi genitori parleranno con un lessico più povero (perché hanno studiato meno) e
dovranno far fare meno esperienze perché non hanno le risorse economiche per portare il bambino in
giro. Questo si traduce in minori conoscenze che normalmente avrà un altro bambino che magari
proveniene da una famiglia in cui i genitori sono laureati  questi bambini avranno un lessico molto
sviluppato e magari faranno anche più esperienza, di conseguenza questi bambini saranno più forte a
livello linguistico, avranno più conoscenze ed esperienze.

 HLE  è un parametro che valuta i livelli del QI (?) in famiglia, ad esempio permette di sapere se in
quella famiglia ci sono tanti o pochi libri, se papà e mamma leggono o meno, se leggono al loro bambino.

ALTRI PARAMETRI

 vWM (Verbal Working Memory o Phonological Working Memory)  misura della componente di lavoro
della memoria fonologica.
 psTM (Phonological Short Term Memory, sarebbe il magazzino fonologico)  è la componente passiva
della memoria fonologica.

ELISSI
 Expressive
 Receptive

LE 4 VARIABILI LINGUISTICHE
I 4 rettangoli a destra rappresentano quattro variabili linguistiche:

 NT (Naming Task, compito di denominazione)  compito che consiste di far vedere delle immagini e
farli dire che cosa rappresentano. Denominare l’immagine, è un compito che mi fa esplorare la capacità di
selezionare una determinata parola. Introduzione di parole.
 SF (Semantic Fluency, fluenza semantica)  è un test che valuta la capacità del bambino di recuperare
delle parole di una strategia semantica. Viene detto al bambino di riempire quante più parole possibili in 1
minuto e ricollegarlo ad una specifica categoria semantica (esempio: tutti i termini che fanno riferimento
ad animali). Scelta di parole con criterio semantico.
 LC (Lexical Comprehension, comprensione di parole)  è un test in cui il bambino ascolta una serie di
parole, per ogni parola vede 4 immagini, queste immagini rappresentano rispettivamente: una, il
significato della parola appena ascoltata, una, il significato di una parola che è fonologicamente simile
alla parola target ma è sbagliata (distrattore fonologico), una che rappresenta una parola semanticamente
collegata alla parola ascoltata ma è sbagliata (distrattore semantico) ed infine una parola, chiamato
distrattore non correlato, che non centra niente con la parola data  esempio: dico pasta, e mi viene
mostrata un immagine con della posta (distrattore fonologico), in una c’è un piatto di pasta (target), in una
c’è un piatto di carne (distrattore semantico), in una c’è una matita (distrattore non correlato).
Comprensione di parole.
 SyC (Syntatactic Comprehension, comprensione sintattica grammaticale)  il bambino ascolta delle frasi,
queste frasi vengono dette dall’esaminatore e il bambino di fronte a sé ha 4 immagini che rappresentano
rispettivamente: una, il significato corretto della frase appena ascoltata, gli altri 3 sono 3 distrattori
morfosintattici  esempio: un bambino vede un bambino a piedi che spinge una bambina in bicicletta
(target), gli altri 3 distrattori potrebbero essere ad esempio il bambino in biciletta che viene spinto dalla
bambina, bambina in bicicletta che spinge il bambino a piedi. Comprensione di frasi.
Perciò questi 4 rettangoli a destra rappresentano 4 intrecci linguistici.

Qual è la relazione tra queste variabili?


 La prima relazione significativa è tra l’età gestazionale, la memoria di lavoro fonologica (vWM) e le
abilità espressive del bambino. Le linee tratteggiate dicono che quella relazione non è significativa.
L’età gestazionale del bambino non impatta direttamente su quante parole il bambino conosce e produce.

 Se la linea è solida è la relazione tra l’età gestazionale, memoria di lavoro fonologica, dove poi
quest’ultima impatta sulle abilità espressive.
- Esempio: se un bambino è nato al 6° mese di gravidanza (molto pre-termine) e ha bassi livelli di
memoria di lavoro, ha un’alta probabilità di avere poche parole nel suo patrimonio lessicale,
probabilmente potrà avere dei disturbi.
Se quel bambino nato molto pre-termine ha livelli di lavoro molto efficienti potrà avere invece un
esito nella norma.
Se un bambino invece nasce a termine ha bassi livelli di memoria fonologica è a maggiore rischio di
avere problemi di linguaggio espressivo.
Se invece quel bambino nato a termine e ha un adeguati o alti livelli di memoria di lavoro
fonologica, non corre questo rischio.

La memoria di lavoro si pone come fattore intermedio tra l’età gestazionale e lo sviluppo lessicale. Le abilità
espressive del bambino sono anche impattate direttamente dal livello di lettura in famiglia, più si legge in
famiglia, più parole il bambino conosce e produce e anche dal livello socioeconomico di provenienza, che impatta
direttamente anche sullo sviluppo dell’attività recettiva.

I numeri raffigurati sono numeri decimali, se li trasformiamo in percentuale, osserviamo che queste percentuali ci
dicono quanto e in che misura la variabile che precede impatta sull’oscillazione tra tutti 700 i bambini della
variabile in sé.
Se prendiamo in considerazione queste variabili scopriamo che lo sviluppo della produzione lessicale del bambino
è spiegata per circa il 60% da queste variabili: quanto si legge in famiglia, il livello socioeconomico di
provenienza e i livelli di memoria di lavoro fonologica che moderano l’impatto dell’età gestazionale.
Cosa ci dice questo? Ci dice che lo sviluppo linguistico non è il prodotto di un modulo, non c’è un algoritmo,
un modulo, un gene che determina il linguaggio, ma il linguaggio, che forse ha una componente genetica (non
vuol dire che sia tutto genetica), come il resto del sistema cognitivo, risente di un’interazione tra gene e
ambiente, ovvero l’ambiente impatta in buona misura sullo sviluppo lessicale del bambino.
Il nostro cervello è un processore statistico, cioè apprende, creando reti neurali, queste ultime si consolidano se
siamo esposti alla stessa cosa molte volte.

Esempio:
Un bambino in media riceve un certo numero di parole in famiglia, il numero e il tipo di parole che ascolta,
risentiranno del livello culturale dei genitori.

 L’eloquio quotidiano è per sua natura paratattico


 Nei testi scritti c’è molta più ipotassi, cioè la strutturazione grammaticale.
Esempio: se il bambino è esposto quotidianamente alla lettura, all’ascolto di libri, sente frasi più lunghe e
più complesse a livello cognitivo, questo ha due ripercussioni, non solo lessicale ma altre due:
- Si abitua a sentire decodificando e riproducendo frasi grammaticalmente più ricche
- Tutta questa è una palestra per la memoria di lavoro

MEMORIA A LUNGO TERMINE

Sistema, deposito di informazioni a tempo indeterminato. È un sistema che incamera informazioni per periodi
variabili di tempo, alcune info ci accompagneranno per tutta la vita, altre solo per pochi giorni o mesi, poi
cadranno nell’oblio. Non è un deposito ferreo di informazioni, non è che ricordiamo tutto.

2 sottotipi della memoria a lungo termine:

 Memoria a lungo termine non dichiarativa (implicita )  è un sistema che è in grado di gestire per
periodi di tempo variabili informazioni di tipo prevalentemente automatico (inconsapevole). All’interno
di questo sistema troviamo vari sottosistemi:
- Apprendimento non associativo  forma di apprendimento che non ti insegna ad associare a un
determinato stimolo una determinata risposta come il condizionamento, ma modula in maniera del
tutto automatica le nostre risposte emotive e fisiologiche a certi stimoli(associazione).
Assuefazione: è un processo fisiologico che si basa su un apprendimento inconsapevole, che è alla
base di molte cose (uso di droghe, caffeina, dipendenze in generale). Tutto ciò che in modo
artificiale plasma il funzionamento del nostro cervello rendendolo più efficiente al momento,
qualunque cosa determini questo meccanismo porta velocemente all’assuefazione: significa che per
avere quei livelli di serotonina, adrenalina, bisogna aumentare il dosaggio fino a quando si arriva al
punto che io con quel dosaggio, per quanto sia alto, non ottengo più quell’effetto, ma a quel punto,
se non sono esposto a quella cosa, mi manca e mi sento male. Vale anche per le dipendenze dai
comportamenti, non solo da sostanze. Dissuefazione.
- Condizionamento classico  risposte condizionate fra due stimoli (apprendimento associativo)
- Memoria procedurale  abilità motorie e cognitive, è un tipo di memoria implicita, legata a
procedure  routine motorie o cognitive che mettiamo in campo in maniera automatica. (esempio:
sapersi allacciare le scarpe, cuocere la pasta, guidare). Una procedura può essere l’applicazione
ricorsiva di X-barra.
- Sistema percettivo della rappresentazione  priming percettivo, prime (innesco) target
(bersaglio), può essere semantico, fonologico.

 Memoria a lungo termine dichiarativa (o esplicita)  esplicita significa che sono forme di memoria di
cui siamo consapevoli, dichiarativa perché ne possiamo parlare, parlare dei contenuti di questi sistemi di
memoria. All’interno della memoria dichiarativa troviamo 2 sistemi, di cui il secondo si può
ulteriormente suddividere in altri due sistemi:
- Memoria per i fatti (o semantica)  sistema di memoria nel quale incameriamo informazioni
collegate a nozioni (esempio: sapere che questo è un telefono, che H2O è la formula dell’acqua, i
contenuti delle parole).
- Memoria per eventi (o episodica)  memoria che ci permette di gestire informazioni molto
diverse. Ulteriori sottotipi:
o Memoria per eventi  che non riguardano la nostra vita personale (esempio: trama di un film,
quello che ci ha detto il nostro amico durante una chiacchierata). Sono eventi, episodi, trame
che non riguardano la nostra vita personale, ma che ci sono stati raccontati.
o Memoria autobiografica  riguarda i nostri eventi personali. Siamo noi, siamo la somma delle
storie che ci siamo raccontati e raccontiamo fino ad oggi relativamente alla nostra esistenza, in
quanto tali, siamo diversi rispetto a come eravamo ieri e tra un anno saremo molto diversi
rispetto a come siamo oggi, perché la nostra storia personale è andata avanti e saremo cambiati.

Le caratteristiche della memoria dichiarativa episodica autobiografica

In particolare, la memoria autobiografica è un altro dei tanti esempi dell’interazione tra il linguaggio e memoria,
quindi del fatto che il linguaggio e la memoria non sono moduli completamente isolati l’uno rispetto all’altro.

Mental Time Travel


Tulving-1972  scrive un libro sulla memoria a lungo termine, libro che costituisce un vero e proprio spartiacque,
mette nero su bianco una serie di riflessioni su che cosa sia la memoria a lungo termine e su che cosa non sia.
Parlando di memoria a lungo termine autobiografica, introduce un concetto che per molti decenni non è stato più
tirato fuori.
Nelle sue riflessioni Tulving se ne esce con il concetto di “viaggio mentale nel tempo”  si basa sulla proiezione
del sé in un ricordo già formato o in un ricordo possibile futuro.
 In particolare, questo suo ragionamento, basandoci sulla proiezione nel passato, parla di memoria
episodica (Episodic memory).
 Per quanto riguarda le proiezioni in un ipotetico evento futuro si parla di pensiero episodico futuro
(Episodic Future Thinking).

Esempio: pensare al giorno del nostro diploma e al giorno in cui prenderemo la laurea, secondo Tulving, facendo
questo, noi abbiamo fatto un esercizio di proiezione del sé, da questo momento, in un ricordo passato abbiamo
proiettato quello che siamo ora, nel secondo caso, abbiamo proiettato ciò che siamo ora in un possibile incontro
futuro.

…Problema
 Tulving non aveva le idee chiare su cosa volesse dire proiettarsi.
Ai tempi in cui Tulving formula per la prima volta questa idea, non erano ancora noti gli studi di una psicologa,
Elizabeth Loftus (anni’80/’90)  racconta la sua avventura nel mondo della memoria autobiografica. Studiò
sistematicamente le caratteristiche dei nostri ricordi, scoprendo che la nostra memoria ci tradisce. Quello che lei
ha dimostrato è che raramente quello che abbiamo in testa si è verificato come noi ce lo ricordiamo.
La Loftus ha dimostrato che ogni volta che noi recuperiamo un ricordo del nostro passato, in realtà non stiamo
recuperando un ricordo passivamente da un cassetto della memoria ma lo stiamo riassemblando, ricostruendo, lo
stiamo ricostruendo sottoforma di uno scenario narrativo.

Esempio: se io ripenso al giorno in cui mi sono diplomato, io non sto aprendo un cassetto della memoria ma sto
riassemblando per l’ennesima volta delle informazioni che io poi vado ad organizzare con tono narrativo.

Il punto essenziale è che se i ricordi passati non sono ricordi passivi in cui io mi proietto, figuriamoci i possibili
ricordi futuri, quelli non stanno da nessuna parte, in nessun “cassetto”.
Nei primi anni del 2000, un filosofo del linguaggio italiano, Francesco …, se ne è uscito con un’idea che
inizialmente sembrava una follia, dopodiché si rivelò interessante: potrebbe essere che la capacità di recuperare i
ricordi del passato si basi sulle stesse abilità che ci permettono di raccontare la storia? Non sarà mai che costruire
scenari narrativi si basi sugli stessi concetti di base che ci servono per costruire scenari del nostro passato e
costruire possibili scenari futuri?

STUDIO DEL 2018 (Andrea Marini)


Sulla base di questa idea venne sviluppata una linea progettuale.
Sviluppato un test di pensiero risolutivo che non doveva basarsi sul linguaggio. Non posso andare a valutare la
capacità di costruire possibili scenari futuri chiedendo “cosa farai domani? Raccontami”, perché io la sto
valutando contemporaneamente alla tua capacità di costruire una storia e alla tua capacità di proiettarti nel futuro;
quindi, non sono in grado di distinguere cosa sto valutando, se una o l’altra.
Permette al bambino di costruirsi possibili scenari futuri senza che lui utilizzi la narrazione, deve solo optare una
scelta ed eventualmente motivarla. In questo studio vennero raccolti 3 gruppi di bambini tutti a normale sviluppo
(dai 6 agli 11 anni). I tre gruppi sono bilanciati. I bambini dovevano eseguire 2 compiti: un compito di costruzione
di scenari passati e uno di costruzione di scenari futuri.
A questi bambini venivano mostrate delle fotografie di mete di viaggi possibili e venne chiesto loro di spiegare di
raccontare qualcosa sull’immagine che vedevano in modo da capire se riuscivano a capire di che cosa si trattasse,
e poi veniva detto al bambino “domani ti porterò a fare un viaggio a questa cascata, quali di questi 3 oggetti ti
porterai in questo viaggio?”, a questo punto il bambino deve indicare quale delle 3 immagini porterebbe al
viaggio.
Il primo punteggio è quello di identificazione (1 è corretta, 0 sbagliata)
Alcuni bambini però indicavano correttamente ma con la motivazione sbagliata (ho scelto l’impermeabile perché
è giallo), perciò era necessario dare anche un punteggio di motivazione (1 corretta, 0 sbagliata).
Si ottiene perciò un punteggio di identificazione e uno di motivazione e uno composito (che riassume i due
punteggi). Cosa è emerso confrontando i 3 gruppi? Che sia il punteggio composito, sia quelli più specifici
mostravano che i bambini più piccoli (sotto gli 8 anni) avevano ancora difficoltà nell’indicare e motivare la
risposta in modo corretto; perciò, ottengono una performance significativamente inferiore alle attese rispetto a
quelli più grandi (che non si differenziano gli uni dagli altri).

ASD (Autism Spectrum Disorders) - Disturbi dello Spettro Autistico


Da non confondere con DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento).
E gli autistici? I disturbi dello spettro autistico sono una categoria di disturbi molto variegati. I bambini e adulti
autistici sembravano avere adeguate abilità linguistiche (al tempo si riferiva solo al lessico e alla grammatica, non
pragmatica e discorso). Autismo del fenotipo linguistico (hanno difficoltà con il linguaggio) e senza fenotipo
linguistico (non hanno difficoltà con il linguaggio). Quelle che per tanto tempo sono state considerate persone
senza disturbi linguistici, magari erano persone che avevano difficoltà pragmatiche e discorsive, che fino ai primi
anni 2000 non venivano considerate.
Un tratto caratteristico che accomuna gli autistici è l’incapacità a produrre discorsi dotati di una coerenza interna.
Studi precedenti hanno cercato di spiegare queste difficoltà narrative degli autistici, sono state chiamate in causa
motivazioni differenti:

 Difficoltà nel generare legami causali tra gli eventi e una storia
 Difficoltà nel gestire le interazioni sociali (Teorie della Mente  capacità di mettersi nei panni
dell’interlocutore)
 Eccessiva focalizzazione su dettagli senza la capacità di integrarli nel contesto globale.

Come sono le capacità di viaggiare mentalmente nel tempo per gli ASD?
Ipotesi: gli autistici hanno difficoltà a costruire scenari futuri.
Cercare di capire se in queste persone ci fossero realmente delle difficoltà nel costruire scenari futuri non di natura
linguistica. Come si può valutare questa cosa?  test che permette di valutare la capacità di queste persone di
costruire scenari psicologici o meccanici.
È stato dimostrato che negli autistici, a parità di livello intellettivo e di funzionamento linguistico di base, c’è una
difficoltà di costruire scenari futuri. Parità di livello intellettivo vuol dire che nella valutazione del loro livello
intellettivo, di costruzione non di scenari futuri, ma di immagini (non si riferisce alla capacità di costruire oggetti
di per sé ma è solo quando devono costruire scenari futuri).

Ipotesi
La capacità di genare storie potrebbe almeno in parte basarsi sugli stessi processi che permettono di ricostruire
episodi del passato o costruire possibili episodi futuri?
E quindi: la difficoltà di generare discorsi coerenti potrebbe essere collegata alle loro difficoltà nell’Episodi
Future Thinking?
Sviluppato ulteriore test  È emerso che tra gli autistici ci sono bambini in grado di costruire possibili scenari
futuri (punteggio 8) e altri incapaci di farlo (punteggio 1).
È emerso che il 40% (del totale) degli autistici che non era in grado di costruirsi scenari futuri, cadono nella
narrazione, gli altri sono più bravi. Chi non è in grado di farlo producono molti più elementi presenti
nell’immagine che hanno di fronte.

 Lo studio 1 supporta l’ipotesi che ci sia una relazione tra EFT e capacità di generare un discorso
narrativo.
 Tuttavia, non esplora esplicitamente la possibilità che il processo di costruzione di scenari svolga un
ruolo rilevante per generare un modello mentale o scenario che è alla base della costruzione del discorso.

ATTENZIONE
Il linguaggio intreccia profonde relazioni anche con un altro sistema cognitivi: l’attenzione
 Attenzione  la mente umana è limitata, è uno di quei sistemi cognitivi fondamentali per superare questo
problema. È quel sistema cognitivo che si è evoluto come se fosse un riflettore, è quel qualcosa che
dirotta tutte le nostre risorse cognitive verso quello che è di nostro interesse.
 Attenzione automatica  è quella che si innesca se ad un certo punto sentiamo un rumore, noi ci giriamo
per capire cosa è successo, oppure quando suona il cellulare. Qualcosa si innesca dentro di noi e c’è uno
spostamento automatico del riflettore verso qualcosa che è successo fuori dal nostro condizionamento.
 Attenzione volontaria  esempio: guarda la. Abbiamo deciso di seguire quanto detto, cioè guardare
nella direzione indicata.

Tipi di attenzione
Un tipo di attenzione non esclude automaticamente un’altra!
 Attenzione sostenuta  nostra capacità di mantenere le nostre risorse cognitive puntate su un certo
stimolo per periodi di tempo prolungati. Esempio: seguire la lezione.
 Attenzione divisa  non solo dobbiamo per tanto tempo mantenere l’attenzione (attenzione sostenuta)
ma dobbiamo anche dividere le nostre risorse cognitive su più fronti, su ciò che ascoltiamo (attenzione
uditiva), quello che vediamo (attenzione visiva?) e di altro tipo (fisica motoria). Dobbiamo anche
contemporaneamente concettualizzare le informazioni. Non solo manteniamo l’attenzione per tempi
prolungati ma anche suddividere l’attenzione su più punti.
 Attenzione selettiva  l’apprendimento non associativo, è tra i meccanismi che permettono anche di
ignorare stimoli che non sono pertinenti (sedie che si muovono, penne che cadono, rumori esterni). Noi
costantemente ignoriamo queste cose. Ignoriamo ciò che potrebbe determinare distrazione.
Esempio:
Consegna  Mantenere una postura corporea ad occhi chiusi per 75 secondi. Inibire l’impulso a rispondere a
distrazioni uditive  non distogliere l’attenzione a causa di rumori esterni.

Trail Making Test A-B


 TM-A  test dove bisogna unire i cerchi nel foglio senza alzare mai la matita, cronometrato, tenere il
tempo ci da la capacità dell’individuo di tenere focalizzata l’attenzione e quindi di essere più o meno
veloce nell’esecuzione del compito.
 TM-B  stessa cosa di prima ma con inibizione, bisogna unire in coppia (1A-2B-3C-4D), anche qui
viene preso il tempo e ci da informazioni sull’attenzione sostenuta dall’individuo e l’inibizione.

Studio: la pallavolo incrementa la performance al TM-B (ma non al TM-A)


Pallavolo è uno sport che potenzia molto l’attenzione. Le ragazze di controllo (non sportive) hanno nel TM-B un
tempo superiore di diversi secondi (10 secondi in più di media) per seguire il compito, rispetto alle pallavoliste;
quindi, sono molto più rapide.
Le pallavoliste finiscono il compito in circa 60 secondi contro circa 65 secondi in media delle altre. Un ambiente
plasma il cervello delle pallavoliste in modo diverso rispetto al cervello delle non pallavoliste, di conseguenza
loro avranno capacità migliori di attenzione.

L’attenzione selettiva uditiva è il meccanismo che permette di concentrare l’attenzione su uno solo tra molteplici
stimoli uditivi.

EFFETTO COCKTAIL PARTY


Effetto descritto già negli anni ’60. Siamo ad una festa, tutti parlano, c’è una persona che si è trovato ad ascoltare
una persona noiosa. Mentre sta guardando la persona che ha di fronte, percepisce con l’udito (spostamento del
focus attentivo  quando si sposta il focus attentivo e non gli occhi diventa molto difficile, abbiamo una sorta di
automatismo) un’altra cosa.

ASCOLTO DICOTICO
Che significa? Vuol dire che io sento due messaggi contemporaneamente ma diversi, si può chiedere in questo
compito di porre attenzione solo su uno dei due messaggi  tecnica di ombreggiatura  concentrati solo su
quello che arriva dall’orecchio sinistro.
N.B. i miei occhi si sposteranno verso sinistra, se invece mi viene chiesto di ascoltare il messaggio dall’orecchio
destro allora i miei occhi si sposteranno a destra).
Se mi viene chiesto qualcosa sul contenuto io non saprò rispondere bene, io la ricevo ma non pongo attenzione, è
quasi come non averle sentite, anche se io ho ignorato quello che veniva dall’altro orecchio.
Se non c’è attenzione non riusciamo a dare un senso a tutto quello che ci arriva, veniamo sovrastati dall’immensa
mole di informazioni che raggiungono il nostro cervello ogni istante.
Esempio: durante le lezioni riceviamo molte informazioni.

L’attenzione modula la percezione dello scorrere del tempo


Ma l’attenzione come funziona?

STUDIO PUBBLICATO SU SCIENCE


Dimostra come l’attenzione moduli la percezione cromatica e la percezione dello scorrere del tempo  Il
tempo non è una coordinata assoluta in termini fisici, è relativo. Nella nostra scala temporale possiamo
considerarlo in assoluto, motivo per il quale lo misuriamo con l’orologio, ma nel momento in cui dovessimo
accelerare la nostra velocità oltre una certa soglia, o nel momento in cui dovessimo allontanarci da un sistema
gravitazionale, il tempo inizierebbe scorrere differentemente rispetto agli altri.
Nella nostra vita quotidiana potremmo comunque considerarlo in assoluto. Il tempo è una variabile che dipende
dall’osservatore e dal suo stato (relatività).
N.B. Prima della presentazione di ogni coppia di stimoli, ai partecipanti veniva chiesto di prestare attenzione
Stabilire se due stimoli sono uguali o diversi, e lo devi fare il più rapidamente possibile, premendo un pulsante o
un altro.
Studio di risonanza magnetica funzionale in cui 12 studenti universitari mentre veniva analizzata la loro attività
cerebrale dovevano eseguire i seguenti compiti, in particolare l’attenzione che dovevano porre su questi stimoli
era variabile in varie condizioni:
 In una condizione, sapevano che dovevano porre attenzione unicamente sulla durata degli stimoli che
comparivano nello schermo (Pone attenzione solo sulla durata/ T:Tempo)
 Seconda condizione, concentrarsi prevalentemente sulla durata degli stimoli ma in parte anche sul loro
colore (Tc: Tempo>colore), perché potrebbe succedere che ti chiedo se i due stimoli abbiano la stessa
durata ma in un altro contesto sono dello stesso colore.
 Terza condizione, in cui devi prestare uguale attenzione a durata(T) e colore (tc: tempo=colore)
 Attenzione sul colore più che sulla durata (tC)
 Solo sul suo colore (C)

Quando facciamo un tragitto per la prima volta, dato che stiamo guardando ogni vicolo, ogni strada e il navigatore
perché non vogliamo sbagliare, ponendo tutta questa attenzione, abbiamo la percezione soggettiva di un tempo
che scorre più lentamente. Quando un determinato posto lo abbiamo giù visto una prima volta, la seconda volta
andiamo sul sicuro e abbiamo la percezione che lo stesso tragitto duri di meno, quando in realtà è durato allo
stesso modo.

MEDITAZIONE CHE PORTA ALLA CONSAPEVOLEZZA


La meditazione è una cosa che viene tipicamente associata a filosofie/religioni orientali, in realtà, negli ultimi
25/30 anni, le neuroscienze hanno trasferito alcune caratteristiche di questo stato nella pratica clinica e nel
potenziamento dell’attenzione sia in età evolutiva sia in età adulta. Cosa significa meditare?  concentrare
tutta l’attenzione su un punto, escludendo tutto il resto.
La meditazione è la chiave di svolta per una consapevolezza maggiore e un rafforzamento delle strutture
cerebrali.
La percezione è guidata dalla memoria (i sistemi interagiscono tra di loro) che modula l’attenzione.

10/11/2022

16/11/2022

NEURONI SPECCHIO IN AZIONE


Degli studiosi stavano studiando la corteccia motoria di alcune scimmie, in particolare l’attività di alcuni specifici
neuroni  capire se lo stesso neurone rispondesse in modo differenziale.

SISTEMA DI NEURONI SPECCHIO NELL’UOMO


Nell’uomo per molto tempo si è cercata la presenza di questi neuroni.

Esperimento di empatia emotiva, 2010


- Le persone dovevano osservare delle immagini di persone di volti umani che si contraevano
- Persone investite da un getto di aria compressa, facevano odorare degli odori con conseguenti reazioni di
disgusto, piacere o neutralità.
- A seconda del tipo di odore si attivano parti differenti del cervello che generano un’espressione facciale.

Non esistono solo aree a specchio, ma esistono proprio dei neuroni che hanno questa funzione “specchio”..

Esperimento, 2012
Viene fatta una metanalisi ( studio importante della letteratura in cui si prendono gli studi fatti in precedenza più
forti con alti numeri di soggetti e si rianalizzano tutti i loro risultati, in modo da avere basi campionarie di migliaia
di individui). È stato dimostrate che le funzioni specchio sono spalmate in molte aree del cervello.

Studio di San Diego


Ha voluto capire se questi neuroni specchio del cervello umano funzionano sia su persone normali sia su chi ha
disturbi autistici.
Onda motoria alta (onda mu)  freno a mano tirato (la mano è ferma). Nel momento in cui inizio a muovere la
mano, succede che l’onda motoria si abbassa (abbassato il freno a mano, la mano si muove).
Sia negli autistici sia nei controlli, i risultati sono analoghi (onda alta se la mano è ferma, bassa se si muove).

SELEZIONE LESSICALE
Nel momento in cu noi abbiamo attivato il fonema, innesco la ricerca della parola target.
Fattori che modulano il riconoscimento di una parola
 Frequenza di occorrenza e familiarità di una parola (frequenza soggettiva)
 Età di acquisizione (prima=meglio)
 Contesto fonologico/grafemico e/o semantico di occorrenza  una parola che ha tanti competitori
fonologici o grafemici, potrebbe avere barriere più alte rispetto ad una parola inclusiva
 Sua lunghezza  tempi di ricerca e di attivazione superiori
 Sua complessità morfologica
 Regolarità/irregolarità della parola  irregolari tendono ad essere prodotte con maggior lunghezza
 Tipo di parola (classe aperta vs. chiusa  si modificano molto lentamente nel tempo). Una parola
funzione o funzionale (classe chiusa o funtori) è una parola, generalmente con un'alta frequenza di
occorrenza nel testo e appartenente a una classe chiusa, che non veicola propriamente un significato, ma
che ha semplicemente una funzione grammaticale ≠ parole contenuto (classe aperta).
 Concretezza/astrattezza. Vengono prima attivate prima quelle concrete e poi quelle di astrattezza.
 Numero di “vicini” semantici, morfologici o fonologici

MODELLO DELLA COORTE


Assodare una parola avviene in funzione di tanti paramenti diversi. Come avviene questa selezione?
Il Modello della Coorte consiste nell’idea secondo cui io mentre elaboro un fonema, nel mio lessico menatale si
cominciano ad abbassare le barriere di tutte le parole che iniziano con quel fonema. Processo non solo bottom-up,
c’è anche un attivazione top-down.
Nel momento in cui decodifico il secondo fonema, molte delle parole di prima si inibiscono.
Riconosco la parola prima ancora che l’interlocutore l’abbia terminata, non serve perciò aspettare che la
parola venga pronunciata del tutto, anche perché la capisco dal contesto (caption-captain).

ACCESSO AL LEMMA
L’accesso lessicale coinvolge direttamente un accesso al lemma  fase fondamentale in cui andiamo ad
accedere a tutte le informazioni ad essa contenute, in particolare le informazioni morfosintattiche e
grammaticali.
Possibilità di contestualizzare quello che la persona ha detto all’interno di quel specifico contesto.

INPUT VISIVO (lettura)


Modello di caravazza (?).
Come funziona l’analisi visiva, come riconosco i grafemi?
Processo: Input visivo  sistema di analisi visiva  lessico ortografico di input  sistema semantico concettuale.

Analisi visiva
Due bulbi, nella sclera (parte bianca) si trova l’iride. Il cristallino e l’iride sono coperti dalla cornea (protezione
trasparente molto dura), la luce passa attraverso il cristallino e va toccare la retina che è costellata da due tipi di
cellule (coni e bastoncelli).
Questi due tipi di cellule vengono colpiti dai fotoni, dopodiché le cellule si sfaldano momentaneamente e
innescano un potenziale d’azione che viene immediatamente trasferito a delle cellule dietro la retina (cellule
bipolari) e da queste cellule il segnale elettrico viene trasferito al nervo ottico.
Quello che noi vediamo è una piccola parte dello spettro magnetico. Lo spettro del visibile è piccolo.
Coni e bastoncelli si sfaldano se vengono raggiunte da fotoni che viaggiano a lunghezze d’onda differenti. Coni e
bastoncelli non sono organizzati tutti allo stesso modo nella retina. I coni servono a vedere i colori, i bastoncelli
a percepire i chiaro/scuri. I coni sono prevalentemente al centro della retina.
Il tratto ottico trasporta informazioni retiniche relative all'intero campo visivo. In particolare, il tratto ottico
sinistro corrisponde al campo visivo destro, mentre il tratto ottico destro corrisponde al campo visivo
sinistro. Per formare il campo visivo giusto, le fibre retiniche temporali dall'occhio sinistro e le fibre retiniche
nasali dall'occhio destro formano il tratto ottico sinistro, mentre il campo visivo sinistro è formato dalle fibre della
retina temporale dell'occhio destro e le fibre retiniche nasali di sinistra.

MODELLI DI ACCESSO AL LESSICO PER PAROLE PRESENTATE VISIVAMENTE


Cercano di spiegare come effettivamente siamo in grado di leggere parole, ecc.
Modello “Pandemonium”

“Pandemonium” termine che deriva dalla filosofia. Cartesio pensa che il pensiero sia reso possibile da una serie di
sistemi che sono incomprensibili. Idea ripresa da Selfridge  capacità di riconoscere i grafemi si baserebbe su 4
sistemi elaborativi, ognuno dei quali presieduto da sistemi cognitivi quasi sovrannaturali:

 Livello elaborativo dell’immagine  riassemblare quanto appena visto


 Livello dei demoni dei tratti  sistemi centralizzati che rispondono in modo specifico ai tratti grafici che
costituiscono il grafema percepito. Identificare i tratti grafici che costituiscono il grafema appena
percepito. I demoni sono reti di neuroni (reti neurali), specializzate nell’identificazione di questi tratti
grafici.
 Livello del demone decisionale  fa passare il grafema che ha il numero di tratti grafici più attivi al suo
interno.

PRO  il cervello analizza le caratteristiche di configurazioni visive semplici sulla base di neuroni
specializzati che funzionano come rilevatori di contorni, fessure e linee.
CONTRO: incapacità di studiare il fenomeno noto come…

Effetto della superiorità della parola, Reicher (1969)  è più facile riconoscere una lettera che compare
all'interno di una parola piuttosto che all'interno di una non parola o come lettera singola.
Il modello Pandemonium (Bottom-up) ipotizza che per leggere una parola io devo fare una ricostruzione di
ogni singola grafema della parola stessa.

Modelli connessionisti

Modello di lettura ad attivazione interattiva e parallela (connessionista )  È un modello connessionista che


prevede la presenza di tre livelli elaborativi organizzati in unità di nodi: le unità di primo livello riconosce i
tratti grafici che compongono i grafemi, il secondo elabora i grafemi indipendentemente dalla loro concreta
realizzazione formale, il terzo elabora le parole nel loro complesso. Il sistema è parallelo, lo stesso stimolo viene
elaborato su tutti e 3 i livelli in parallelo.
Il sistema è parallelo: permette l’elaborazione di più stimoli (grafemi) per volta indipendentemente dal loro
ordine spaziale.
Il sistema è interattivo: l’elaborazione può partire tanto quanto da dati percettivi quanto dalle conoscenze del
lettore. I tre livelli di rilevatori (di tratti di lettere e parole) sono collegati da legami di tipo facilitatorio o inibitorio
presenti al livello delle parole e dei grafemi.

Modello a due vie

Modello sviluppato negli anni ’90 osservando pazienti. Presuppone due vie:
 Via lessicale  se i grafemi formano una parola reale. Passa attraverso il lessico ortografico
 Via non lessicale  via in cui abbiamo convertito i singoli grafemi che stavamo leggendo nei rispettivi
fonemi.

Per chi conosce più lingue straniere:


 Transfer positivo  prima di riconoscere la parola passo attraverso la via non lessicale e solo dopo la
comprendo
 Transfer negativo  nelle lingue che io conosco vengono indotto ad errori (falsi amici).

SCRITTURA

Modello a due vie della scrittura

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