In corrispondenza della fine di ogni periodo sintattico presente una capo forte, che cio
si distanzia di un ulteriore spazio bianco; gli a capo spezzano anche molti versi nei cosiddetti
gradini (vv. 2, 4, 6, 10, 11, 14, 16, 18), cio linee spostate a destra che completano la linea
precedente11. Ci ripartisce il componimento in brevissime strofe (tredici) che, seppur
assolutamente irregolari, possono essere considerate imparentate con quelle della canzonetta12.
Ricorrenti inoltre gli enjambements (vv. 3, 4, 5, 6, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 20), la cui
presenza, assieme a quella dei gradini, crea una notevole frizione tra metro e sintassi. Il ritmo
complessivo (inteso come rapporto metro-sintassi) ulteriormente complicato dalla movimentata
11 Giovannetti 2005, p. 118
12 Ibidem, p. 117
disposizione degli ictus: azzardando uninterpretazione stilistica, il poeta sembra volerci dare il
sentore di una superficie marina in continua perturbazione. Questa ipotesi si avvalora considerando
il livello grafico della poesia: le parole sembrano quasi comporre delle onde dinchiostro.
La ricorsivit della rima nella poesia di Caproni , come sostiene Pampaloni, di valore
portante, come i pilastri per larchitrave13, in quanto per, proseguendo la metafora, sorregge un
complesso edificio di rimandi fonici. Le rime vere e proprie sono sei: mare : lignificare (vv. 1 e 14),
cordigliere : scogliere (vv. 3 e 7), taglienti : trasparenti (vv. 10 e 12), scolpire : dire (vv. 16 e 18),
fortunale : materiale (vv. 19 e 21), costruzione : invenzione (vv. 22 e 23). Lo stesso sintagma il
mare compare alla fine del verso 1 e viene poi iterato, seguito dalla parola come, quattro volte a
inizio verso (vv. 17, 21, 22, 23), a sottolinearne la centralit; ma il mare compare anche nel titolo,
peraltro in assonanza tonica con materiale. Interessante allora notare la presenza di numerose
assonanze con la parola mare: si riscontrano infatti assonanze toniche a fine verso (fissarne : :
bianche : : fortunale : : materiale, ai vv. 11, 13, 19, 21, ma considererei anche lmine, al v. 9),
interne al verso (crestate : : bluastre : : murate : : filarne : : alghe : : esterrefatte : : farne : :
dileguante, ai vv. 3, 5, 7, 9, 11, 15, 17, 18), consonanze a fine verso (cordigliere : : scolpire : :
scogliere : : scolpire : : dire, ai vv. 3, 4, 7, 16, 18) e interne al verso (ire, v. 6). Ma i suoni della
parola mare vengono continuamente allusi anche da semplici rimandi fonici che vanno a costruire,
insieme a rime ed assonanze, un fitto sottofondo sonoro. Per comprendere la portata di questo
espediente tecnico, penso sia utile osservarlo direttamente sullo stesso componimento:
Scolpire il mAre...
Le sue musiche...
Lunghe,
le mobili sue cordigliere
crestAte di neve...
Scolpire
bluAstre le schegge
delle sue ire...
I frAntumi
contro murAte o scogliere
delle sue euforie...
FilArne il vetro in lAmine
semiviperine...
In tAglienti
nAstri dAlghe...
FissArne
sotto le traspArenti
batterie del cielo le biAnche
13 Nota di G. Pampaloni, in Giorgio Caproni, Poesie 1932-1986, Garzanti, Milano, 1989, p. 815
cAtAstrofi...
LignificAre
le esterrefAtte Allegrie
di chi vi si tuffA...
Scolpire
il mAre fino a fArne il volto
del dileguAnte...
Dire
(in cAlmerA o in fortunAle)
lindicibile usAndo
il mAre come mAteriale...
Il mAre come costruzione...
Il mAre come invenzione...
Tutto ci va a comporsi in un pi complesso sistema di rimandi fonetici che non hanno un preciso
intento significativo, ma che sono parte integrante della tecnica caproniana:
Scolpire il mare...
Le sue musiche...
Lunghe,
le mobili sue cordigliere
cresTaTe di neve...
Scolpire
bluasTre le schegge
delle sue ire...
I franTumi
conTro muraTe o scogliere
delle sue euforie...
Filarne il vetro in lamine
semiviperine...
In taglienti
nasTri dalghe...
Fissarne
sotto le Trasparenti
baTTerie del cielo le bianche
catasTrofi...
Lignificare
le esterrefaTTe allegrie
di chi vi si Tuffa...
Scolpire
il mare fino a farne il volto
del dileguante...
Dire
(in calmera o in fortunale)
lindicibile usando
il mare come materiale...
14 P. V. Mengaldo, Per la poesia di Giorgio Caproni, in G. Caproni, Lopera in versi, Mondadori, Milano, 1998, p.
XXXVI
Bibliografia:
l
G. Caproni, Era cos bello parlare. Conversazioni radiofoniche con Giorgio Caproni,
Il melangolo, Genova, 2004
G. Raboni, Caproni al limite della salita, 1977, in Paragone, XXVIII, 334, dicembre