Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
I Moti Del 20 Del 30 e Del 48
I Moti Del 20 Del 30 e Del 48
Il quarantotto
(Anni di grave crisi economica)
• In Francia sin dal ‘46 per la crisi agricola sono iniziate delle jacquerie e delle tensioni per
la crisi di sovrapproduzione industriale, unite a una crescente diffidenza per il governo di
Luigi Filippo, accusato di tutelare gli interessi delle banche e della grande industria. Dopo
una serie di “banchetti” e scontri, a Parigi la folla aderì ad una grande manifestazione che si
trasformò in una violenta insurrezione che portò, dopo tre giorni di scontri, alla fuga del re.
Si formò quindi un governo provvisorio con una coalizione di tutti gli anti-orléaniani, che
proclamò la seconda repubblica. Con i “provvedimenti di marzo” si introdusse il suffragio
universale maschile, liberò i prigionieri politici, abolì la pena di morte per i reati politici e la
schiavitù nelle colonie, eliminò le tasse indirette, limitò la giornata lavorativa a 10 ore,
introdusse il riposo festivo, eliminò ogni limitazione alle libertà civili e istituì l’istruzione
elementare gratuita. Si istituiscono poi gli ateliers sociaux, inventati da Louis Blanc, ovvero
fabbriche dove i lavoratori si autogestiscono, ma sono interpretati in maniera
assistenzialistica (sono addetti a lavori pubblici i senza lavoro) e divengono improduttivi,
non in grado quindi di assorbire i disagi sociali. Nelle elezioni dell’Assemblea costituente
però il popolo, che temeva si andasse verso il socialismo, riconfermò moderati e borghesi al
potere, cosicché ci fu una nuova protesta operaia che fu repressa, cui seguirono passi
indietro su molti provvedimenti presi e a giugno si scese in piazza contro la borghesia. La
risposta non poteva che essere una dura repressione, tanto che il generale Cavaignac diede
orgine di cannoneggiare sulla folla, e poi divenne presidente del nuovo governo provvisorio,
trasformando la francia in repubblica presidenziale. A lui seguì, per elezione, Luigi
Bonaparte.
• Nell’impero asburgico vi furono diversi fronti di rivolta in rapida successione nel 1848 sia
liberali che nazionali, ma non sociali (come invece in Francia):
• Vienna: moto liberale porta a un’Assemblea costituente dell’impero eletta a
suffragio universale. Sarà seguita da un’altra, ma entrambe saranno represse, e sarà
eletto nuovo imperatore Francesco Giuseppe, che semplicemente creò un parlamento
eletto a suffragio ristretto e con poteri limitati.
• Budapest: l’ala democratica radicale prevalse nel governo provvisorio che si
instaurò, che organizzò elezioni per un nuovo parlamento. L’iniziativa fu però presto
repressa dal riorganizzato esercito austriaco. Nel ‘49 dopo una nuova insurrezione
liberale a Vienna riparte un nuovo moto anche a Budapest, duramente represso dagli
austriaci.
• Praga: nasce un governo provvisorio che sogna un’autonomia dei popoli slavi. Il
neonato congresso è velocemente sciolto dagli austriaci.
• Milano, Venezia e altre città lombade e venete: nascono governi provvisori, ma la
vittoria austriaca a Custoza contro l’esercito piemontese riportò all’Austria il nord
Italia.
• Nella Confederazione germanica: contemporaneamente a Berlino e in molte altre città
tedesche scoppiarono moti liberali, che chiedevano la convocazione di un’Assemblea
costituente rappresentativa di tutti gli stati tedeschi. Questa una volta riunitasi però si divise
sulle modalità di unificazione tedesca, in particolare sull’inclusione dell’Austria, che alla
fine fu esclusa e il potere venne dato alla Prussia di Federico Guglielmo IV, che rifiutò per
sottolineare l’origine divina e non popolare della corona e per non inimicarsi l’Austria. I
deputanti dunque, non avendo alternative da proporre, si sciolsero.
• In Italia:
• Una insurrezione a Palermo chiedeva l’autonomia da Napoli, allora Ferdinando II
concede una costituzione modellata su quella octroyée della Francia del ‘30
(parlamento bicamerale in parte di nomina regia e in parte elettivo con poteri
limitati), come fanno anche Leopoldo II di Toscana, Pio IX e Carlo Alberto in
Piemonte.
• Lo statuto albertino in particolare prevedeva che il re nominasse i giudici, il
presidente del consiglio (che sceglieva i ministri ma rispondeva con essi al re
e non al parlamento) e i senatori, mentre solo la camera dei deputati fosse
eletta a suffragio censitario.
• Nei territori sottoposti all’Austria vi furono diverse sollevazioni:
• A Milando dopo le “cinque giornate” gli insorti spinsero i soldati austriaci di
Radetzky a fuggire nel quadrilatero (Mantova, Peschiera, Verona, Legnago) e
instaurarono un governo provvisorio.
• A Venezia, cacciati quasi senza scontri gli austriaci, si dichiarò un governo
repubblicano indipendente.
• Si ribellarono anche altre città lombare e venete, Parma e Modena.
• A questo puntò si auspicò un intervento sabaudo, che dopo lungi temporeggiamenti
di Carlo Alberto giunse, dando inizio alla prima guerra d’indipendenza italiana:
Carlo dichiara guerra all’Austria, si aggiungono le truppe del papa, del granduca di
Toscana e del re di Napoli, combatte anche Garibaldi. La guerra è ora dunque di
respiro nazionale, ma per poco, infatti il papa (e quindi poco dopo anche la Toscana e
Napoli) ritira le truppe poiché vede scontrarsi due potenze cattoliche. Il Piemonte
dunque, rimasto solo, inizialmente ottiene successi contro gli austriaci e iniziarono
molti plebisciti annessionistici in veneto, Lombardia ed Emilia. Radetzky però sferrò
una decisa controffensiva vincendo a Custoza e Sommacampagna. Fu dunque
essenziale un armistizio che riportl Lombardia e Veneto sotto il dominio austriaco e
Parma e Modena sotto i loro principi. Venezia sola, cacciati i piemontesi, proclamò
la Repubblica di San Marco che difese ancora la sua indipendenza. Nel ‘49 Carlo
ritentò uno scontro con l’Austria ma dopo una clamorosa sconfitta a Novara egli
dovette abdicare e promulgar eil trattato di Milano con cui rinunciava alla Lombardia
e ai presidi militari con il Veneto austriaco, oltre ad accettare di pagare una cospicua
indennità all’Austria (’49).
• In un secondo momento si ribellò Roma, dove Pio IX, per l’assassinio da parte di un
estremista democratico del suo primo ministro, aveva sospeso le libertà
costituzionali. Nel ‘49 fu proclamata la Repubblica Romana con a capo il triumvirato
Mazzini-Saffi-Armellini e a capo dell’esercito Garibaldi, con una costituzione
innovativa (sovranità popolare, assitenza statale ai disagiati, uguaglianza-libertà-
fraternità, eliminazione della censura e delle immunità del clero, elettività delle
cariche pubbliche). Poche ore prima dell’entrata in vigore della stessa però ci fu la
capitolazione della repubblica per mano delle truppe francesi.
• Altre rivolte furono presto represse, come quella di Brescia, quella contro i Savoia di
Genova e quella del Regno delle Due Sicilie, dove si tentò un nuovo moto liberale
contro la nuova svolta autoritaria di Ferdinando II e non erano ancora del tutto sopiti
i movimenti indipendentisti siciliani.