Sei sulla pagina 1di 9
Colleoni Alessandro - CL. 18 CTS Se aw FUE CLL} Nella nostra civiité scientifica il concetto di verita pare owio e caratterizzato da obiettivité, comunicabilita e unita, “conformita a dei principi logici" o “conformita al reale", quindi legata e dimostrazione, verifica ed esperimento. In Grecia peré il pensiero subisce un progressivo sviluppo, e con esso anche il concetto di Aletheia. La memoria del poeta La parola del poeta é legata a due nozioni complementari: la Musa ¢ la Memoria. La Musa é una delle "pofenze religiose che superano I'uomo <>", e se la musa é “la parola cantata, la parola ritmata”, la divinita corrispondente ne sara la fonte. E il legame tra questo concetto le Muse & dato dai loro epiteti e dai loro nomi, si pensi anche a Tersicore e Melpomene, indissolubilmente legate a musica e danza, a Clio, che canta la kleos, punto di riferimento nell'epica, a Thalia, riferita alla festa (thalia), occasione aedica per eccellenza, a Polimnia e Calliope, che esprimono la varieté e la bellezza del canto. Prima di Esiodo poi le muse erano tre (Melete, la disciplina necessaria per apprendere l'arte aedica, Mneme, la memoria che permette di cantare e Acide, il prodotto, owvero il canto epico}, poi quattro (Arche, il principio che la poesia vuole spiegare, Melete, Acide, Thelnixoe, la seduzione che la poesia provoca). Un aspetto fondamentale rimane comunaue il legame tra le Muse € Mnemosyne, dicui erano figlie secondo Esiodo. Sono coloro che mettone in comunicazione ilpoeta, che é stato scelto dagli dei, con una Memoria che é perd del passato, del presente e del futuro, una visione che lo rende affine al profeta, all'indovino. Certamente lo statuto religioso dello memoria é da legare al suo enorme vaiore pratico: dal Xilal IX sec. 0.C. la cultura greca fu di tipo orale, e “una cultura orale esige uno sviluppo della memoria", e le mnemotecniche aediche sono state individuate ampiamente nei poemi omerici da Milman Parry: “in effetti gli aedi creavano a viva voce<> [...]. St intravede dietro I'ispirazione poetica un lungo apprendistato della memoria". Questa memoria del poeta é perd sacralizzata e diviene privilegio di pochi gruppi che attraverso di essa hanno accesso ad Aletheia, una sorta di "“onniscienza di caratiere divinatorio”, che permette di conoscere "cio de &, cid che sara, cid che fu", il poeta & qui vate, é dotato di veagenza. Il legame che viene a crearsi é fra Memoria e Aletheia, in quanto la seconda é garantita dalla prima, legate alla rivelazione divina, alla "visia” poetica. E la sua funzione é duplice: "celebrare gil immortali e celebrare le imprese degli uomini prodi, gli erg'andron te theon fe, e questo duplice scopo sembra ricalcare Ia divisione della civilté micenea, in cui a capo del sistema palaziale vi era un re con funzioni politiche, militari (affiancato da un lawagetas) e religiose. Il gruppo dei guerrieri quindi era Una casta privilegiata cui corrisponde evidentemente il secondo registro del canto, menire il primo potrebbe riferirs al re stesso, infatti nelle teogonie € nelle cosmogonie si frova spesso un passaggio dal caos al cosmos che si traduce in un "mito di sovranité”, in cui un re (Zeus} stabllisce l'ordine. ll poeta quindi é "funzionario della sovranita” in quanto al servizio del sovrano, ma anche in quanto il suo canto é effetto del volere di Zeus. Ma il massimo valore del poeta é nel secondo registro, quello delle imprese guerriere, poiché egli diventa l'arbitro di Lode e Biasimo, le basi delia societa della vergogna, in cui vige la totale uguaglianza se non appunto per I'elogio e Ia critica, ognuno ha controllo completo su tutti gli altrie tuttil'hanno su di lui. Si vive “sotto lo sguardo degli altri", € una societa agonistica che valorizza I’eccellenza del guerriero” ed il poeta “non é pit funzionario della sovranita ma al servizio della comunita" come “arbitro”. E le Muse hanno. un'importanza primaria e doppia: sono venerate in quanto protettrici della musica, legata all'educazione e alla vita militare (si pensi al ritmo ad esempio nelle marce) e ricordano “ai <> i giudizi che verranno dati sul comportamento ai ciascuno”. infatti "il guerriero aristocratico @ come ossessionato da due valori essenziali: Kleos e Kydos, due aspetti della gloria. Kydios é la gloria che illumina il vincitore, una sorta ai grazia aivina, istantanea. Gli dei la accordano a uno e [a rifiutano ad un altro. kleos é al contrarigela gloria com'essa si sviluppa di bocca in bocca, di generazione in generazione. Se Kydos viene dagli dei, Kleos sale agli dei" e rende I'uomo immoriale, ma proprio per questo sono i poeti che “gif accordano o gli ifiutano la <>". Ma allora “qual é lo statuto della lode?" “Per essere giusti[...] lodate con tutto il cuore le gesta, anche quelle di un nemico." “Sono i canfiillustri a far durare il ricordo del merito, podi perd riescono ad ottenerio": “L'elogio contiguo al biasimo". E il simo, la maldicenza, Momos, € ovviamente fratello di Lethe, Silenzio e Oblio, poiché la memoria é riservata a chi é elogiato, il poeta é veramente “arbitro supremo" tra Lode € Biasimo. “Le imprese su cui si tace muoiono”: “solo la parola del cantore permette di sfuggire al slenzio ed alla morte", di avere una prosecuzione della propria vita nel canto aedico e nella kleos, olire che nel ghenos, che a un guerriero non basta. Ma la memoria ha un grandissimo valore anche e soprattutto se accordata ai vivi: la Memoria é “’eterno monumento delle Musé Aletheia in questo sistema di valori si oppone a Momos come si oppone a Lethe e trionfa sempre, facendo si che il poeta attribuisca sempre correttamente Lode e Biasimo, essendo ispirato nel suo nus dalla musa stessa: “ii poeta é capace Gi vedere |'Aletheia, é un <>", quella del poeta & parola magico-religiosa. ll legame Aletheia- Lethe nasce in opposizione al legame Aletheia-Mnemosyne, che a sua volta trae origine teogonica nella nascita delle Muse, portatrici di verité, dalla Memoria. Le Muse rivelano i “disegni di Zeus", quindi I'aedo pud pronunciare etethyma, parole di caratiere sacro. Nel caso di Esiodo poi alla sacralité apportata dalle Muse si aggiunge quella del contenuto del canto: da una parte le teogonie € le cosmogonie, dall'altra il lavoro, voluto da Zeus & quindi bene per I'umanita. E il lavoro dei campié ulteriormente sacro, poiché il + = “tituale concatenarsi dei lavori" impone il Lode oe ricordo dei ritie delle pratiche, la cui (Beco) pines veritd si pone nel loro “non-oblio". Parola Sileneio L'Aletheia @ sempre quella, ma nel primo Loce paar €as0 si manifesta nell'atto di Esiodo, nel ‘Memoria secondo in quello del contadino beotico Aletheia che lo ascolta. E quando il valore del poeta, nella societa successiva delle prime poleis, verr4 messo in discussione egli invece lo riaffermera con forza, pretendendo il suo ruolo di detentore di Aletheia, infatti va ricordato che il discorso del poeta é assertorio, non & soggetto a verifica di verité 0 falsita, “la sua parola tende ad identificarsi con Ia verita". II poeta perd non pud perd ormai essere né accolito della sovranita né detentore della memoria collettiva. Deve ormai cedere il posto ad altre forme di sapere basate su altre forme di parola. ll vecchio del mare Nereo é I’essere alethes, apseudes e nemertes, caratteristiche che ci rimandano tutte alla sfera dell’Aletheia, (in opposizione ai logoi pseudeis di Lethe) declinata in due forme: la mantica e la giustizia (nella Teogonia “appare come un giustiziere, al contrario in tutta la tradizione incama una potenza mantica"). Egli possiede quindi una duplice verita: quella della parola mantico-oracolare (la pil primitiva forma di verita) e quella del “non dimenticare mai l'equita” (la giustizia, Dike, non é un campo distinto dalla verité nella concezione greca, 'Aletheia é la*pil giusta di tutte le cose”, tanto che i processi con uso di divinazioni dureranno fino al VI sec.). Nereo é perd un essere marino, ¢ le divinit& di questo elemento sono soggette ad una sorta di “giustizia marina”, giustizia appunto di carattere ordalico, legato alla divinazione, che appartiene "al passato pill remoto delle civiités mediterranee”’. Esattamente Coispondenti alle ordalie mesopotamiche legate ai fiumi infatti vi sono quelle greche legate perd al mare, costituite ad esempio da un “duello miracoloso", costituito dal gettarsi nel mare e torname vivo, magari recuperando qualcosa: dato che nella concezione greca il mare é una sorta di proiezione dell'aldilé, questi sono riti che simulano una vera e propria rinascita, dovuta alla propria innocenza garantita dal "“dio-mare”. Altre forme ordaliche possono poi essere anche slegate dal mare, come quella della bilancia. Con questo suo valore di giustiziere, allora forse il vecchio del fare si pud considerare facente funzione di sovranitd. Egliinfatti il Vecchio per antonomasia (ho presbutatos) in opposizione alla Vecchiaia Maledetta (Geras ulomenon}. Egli pero & anche il Benevolo 'epios, termine che perd in greco rievoca lopposizione ai nepioi, i figl, su cui il padre ha autorita, e quindi ia sfera della sovranita. ll vecchio del mare si pUd quindi definire un re di giustizia dalle sembianze benevole e paterne, oltre che un <>, di una duplice verité, oracolare (legata alla parola religiosa) e ai giustizia. A questo punto si intuisce il legame tra Aletheia magico-feligiosa e sovranita: in alcune tradizioni il re diventa mago ¢ in origine aveva funzioni religiose oltre che politiche, economiche, militari e giudiziarie I'anax}. Egi tiene il bastone del comando e emette decreti, themistes, termine la cui radice nasce da Themis, divinita parimenti legata alla mantica, alla politica e alla giustizia. Alcunire, come Minosse, si affidavano alla mantica incubatoria/onirica (si ricord che per i greci il sogno era realta, alethosyne, mandata dagli dei, equivalente alla veggenza} per fare scelte, tanto che ilre di giustizia in questi casi diventa anche noto cresmologo e che spesso nei palazzi vi erano altari sacri. Un rito preparatorio per questo tipo di divinazione é particolarmente interessante: dopo un periodo di tiiro e digiuno il consultante é ammesso a compiere sacrifici a Trofonio, successivamente viene portato a bere a due sorgenti, la prima di Lethe, per dimenticare la vita umana, la seconda di Mnemosyne, per conservare in memoria cid che apprendera nell'altro mondo. A questo punto penetra nella “bocca oracolare" introducendovi prima i piedi e poi le ginocchica: i resto del corpo é "tirtato a forza”. Dopo qualche tempo in stato di semiincoscienza il paziente viene tratto fuori dai preposti alloracolo e fatto sedere sul trono della Memoria. Infine esce dallo stato comatoso, riprende la facoltd di ridere e pud uscire con il suo responso. Evidente é il carattere di rito di iniziazione di questo rito: una sorta di "clousura” iniziale, !entrare in un mondo estraneo [il mondo del sonno ha nella cultura greca forti legami con la morte e lacqua di Lethe @ quella che bevono le anime dei mori) e poi far ritorno dalla <> alia quotidianita, 'rinati". In ogni caso Memoria e Oblio sono centrali, e ora il postulante ha un “dono di memoria”. Il legame tra Aletheia e Mnemosyne si pud cosi schematizzare: 1)Equivalenza di significato 2)Equivalenza di posizione (Mn. € Al. sono entrambe legate alla mantica incubatoria} 3)Equivalenza di rapporto (sono entrambe complementari a Lethe e corrispondenti a Dike). Dietro il vecchio del mare c’é I'immagine di una lunga tradizione dire di giustizia: poeti re e indovini hanno il medesimo “dono di veggenza" che li porta ad essere maestri di verita. Cambigulta della parola Nel sistema di valori della Grecia arcaica la Verité non é un concetto autonome, essa "non é intelligibile al di fuori di un sistema di rappresentazioni religiose; non esiste Aletheia se non in rapporto compiementare a Lethe; non esiste Aletheia senza le Muse, la memoria, Ia Giustizia”. Va inoltre sottolineato che anche Ia parola stessa non @ un concetto autonomo, ma unito alla realta: la parola é “inseparabile da un gesto e da un comportamento", linguaggio verbale e non si uniscono. La parola magico-religiosa arcaica é quindi una sorta di potenza che agisce in virtU di una serie di caratteristiche comuni a vari agent {il re di giustizia, il poeta, lindovino) che la esercitono: + lefficacia (caratterizzata dal verbo krainein): appena pronunciata "la parola diviene una potenza, una forza, un'azione". Se per ilre & evidente l'efficacia det suoi "decreti-tesponsi” non & da meno Il poeta: egli pud enumerare e dare importanza a divinité come a eroi, valorizzare lodando o cancellare dalla memoria biasimando, aumentando o diminuendo il Logos di un guertiero (la parola é sottoposta alle leggi di natura, di sterilita e fecondita). La Musa “dé lo slancio” alla parola poetica. Ed anche l'indovino ha una parola efficace: prevedono il futuro & consigliano con autorité divina su di esso. Questo vale a tal punto che le “parole senza realizzazione" sono definite vane, inutili + latemporalita: si ratta di un'azione naturale, gid insita nella natura e quindi sono effetto 0 causa, ma estratta dalla dimensione temporale. Essa, come la memoria, comprende "cid che sara, cid che é, cid che fu", e allo stesso tempo @ cid che non sidimentica mai. + lautonomia: Ia parola magico-religiosa non cerca mai'assenso 0 I'accordo degli ascoltatori. Non la cerca il poeta ma tanto meno ile 0 'indovino, che come il poeta basa la veridicita del suo discorso sulia rivelazione, in quanto la divinité "sorpassa I’'uomo da ogni parte" * la giustizia: essendo segno di verita assoluta, sono anche espressione della giustizia assoluta. Giusto @ ile, re ai giustizia appunto, giusto é "indovino, che coi suoi responsi aluta persone € popoii e giusto ¢ il poeta, che deriva la sua giustizia dalla rivelazione delle Muse e sul concetto secondo cui per |'ordine universale la giustizia comunque trionfa, secondo la Dike garantita da Zeus. + a Pistis (=fidles): la completa confidenza dell'uomo verso Il Dio rivelatore, un vero € proprio credo, necessario per accettare Ia potenza della parola religiosa. Tradirla un atto di hybris. + la Peitho: la potenza che Ia parola esercita sugli altri, ma anche la seduzione che gli altri subiscono di conseguenza. Senza di essa non ci pud essere alcuna pistis. E una divinita onnipotente con "sortilegi dalle parole di miele", in grado di ammaliare (terpein). Essa é perd ombivalente: sia benefica che maletica, c'é quella buona, utizzata dai re giusti, € quella malvagia, che provoca violenza con “parole carezzevoli" e diventa strumento di inganno (Apate): diventa quindi un aspetto di Lethe, all'opposto di Aletheia. Essa si associa ad Afrodite, che "pué ingannare a piacimento vomini e immortal", sa “ingannare con le parole", ha un “fascino onnipotente". |l suo € un Apate benevolo, opposto a quello figlio di Notte, \"Inganno. Essa introduce la duplicita, l"ambiguita in una struttura monolitica. Incontri | Donna Peitho | Apate- + Afrodite| Luce | : |d’amore | benefica soave | seduzione Parole Donna di inganno} malefica Peitho | Apate- - Hermes | Notte : Ae violenta |duplicita N'assenza di Paraphasis, di Apate: sono gli opposti di Aletheia, |'inganno... se Apate la offusca, Paraphasis la oscura + Donna Afrodite (Aletheia e Lethe Peitho )Poema = Parphasis ‘Poeta Aletheia e Apate a I Protea Re Alethes e Pseudes la straniazione: “cid che peril poeta é memoria, per gli altri é oblio": il suo canto & come quello delle sirene, “!'uomo dimentica in sua presenza tutto cié che Ia vita umana comporta, di sofferenze e di terror. Ma non é un oblio negativo, é il dolce Sonno tranquillo opposto all’ Oblio di Thanatos, é il sonno che trova posto peri canti, il vino e l'amore e da pausa all'arte di Ares. Anche questa quindi é una forza doppia, che contribuisce ulteriormente a diminuire il divario nell'opposizione di Aletheia e Lethe, che, seppur contraddittorie, appaiono avere dei punti di contatto. Notte _ Thanatos (nero) Lethe (Momos-Ate) , Lethe (Eros-Afrodite) + Hypnos (bianco) Cariti lenigmaticita e l'ambiguita: le Muse sanno dire "molte cose false simili al vero”, come dicono ad Esiodo, e il tipico modo di esporre della parola magico-religiosa & quello dell’enigma, del responso enigmatico, che pud anche contenere il falso, ma se cosi é é per volere di un dio, non per errore, perché “il mondo divin é fondamentalmente ambiguo" e "gli dei conoscono Ia <> ma sanno anche ingannare". Anche il re di giustizia ad esempio deve conoscere sia la verité che 'inganno, 0 non sarebbe un vero "maestro di verité”. "Non esiste Aletheia mantica senza una parte di Apate", ad esempio nei sogni, che possono contenere anche parte di “parole senza realizzazione’, quindi false. E questa coratteristica orriva ad essere in Platone base di qualunqve discorso: "iJ logos é <>: alette e pseudes”. Di nuovo il vero e il falso si awicinano, con una sorta di rapporto di reciproca “partecipazione (mimesis), ma anche "rassomiglianza”. L'ambivalenza quindi inizia ad essere un problema in grado di minare lo statuto assoluto della parola magico-religiosa. ll problema del rapport parola-realté avra un seguito. = ve Re Sogni Mute Logos ¥ Aletheia | Nevo ales Altea Aleta Alethes ¢ : f ¢ Dio dalla bianco preudea Apate metis Sogn0} pero (-etymsisin bomoia)| Psendes Il processo di laicizzazione —_ Fin dalla pit remota antichita in alcuni ambient il primato della parola magico-religiosa inizié a cedere il posto sempre pil alla parola-dialogo, che ne é una sorta di opposto: "é laicizzata, complementare all'azione, inserita nel tempo, insesitemmedctesx0, Provvisia di una propria autonomia ed elargita alle dimensioni di un gruppo sociale" di uomini specializzati nella “funzione guerriera’, il cui “peculiare statuto” pare prolungarsi dall'eta micenea alla nascita della polis. Essi sono legati tra loro non da rapporti tradizionali di Parentela, ma sono estrapolati dalla societé, legati da un “contratto", aspetto amplificato dalle tecniche educative utilizzate e da alcuni riti d'iniziazione per entrarvi, che le caratterizzano come “sette” votate all'accettazione della morte e a pratiche ben definite. Sono in particolare important tre istituzioni: *+ i giochi funebrie-hesaivisione-ceteestiee: obbediscono ad antichissimi rti e regole. Uassemblea dei guertieri decide il luogo in cui si svolgeranno le principali prove & procura i premi, che sono posti "es meson, nel mezzo" * il bottine di guerra: prima di essere diviso sta anch'esso es meson, ma non il bottino ividuale che si porta fin nella tomba (ta kremata), bensi un bottino comune ~ (xyneia keimena, che finché resta tale é res nullius) che si spartisce. Il centro e cid che vista allinterno rappresentano quindi cid che é comune, fino al momento della spartizione (che va perd in ordine d'importanza: chi sente di aver compiuto pit imprese prendera di pil, di fronte a tutti), e di pubblicité. L'azione di spartizione & diversa dal “dare/prendere in mano” o dall""impadronirsi" detti di doni o premi dei giochi, in questo caso sono beni singoli che vengono trasferiti ad un altro individuo. La differenza fondamentale é che il dono personale va contraccambiato, mentre la spartizione & sotto gli occhi di tutti e di qualcosa di comune, mentre il prender premi é senza contraccambio alcuno, poiché i beni passano per il centro, diventando momentaneamente comuni. + le assemble deliberative: chi sta es meson @ alla stessa distanza da tutti quindi deve parlare di qualcosa di comune [il koinon, soprattutto affari militari) e tutti avranno diritto di replicare e prendere a loro volta la parola. Chi parla perd, oltre a stare al centro deve prendere lo scettro, che conferisce l'autorita per parlare. ‘Simboleggia una sorta di comune "sovranité impersonale del gruppo". Il guerriero allora ha bisogno ora anche della capacité di parlare e convincere (entrano in ~ gioco Paregoros, la parola incoraggiante, Oarisrys, influenza reciproca determinata dall'intimo cameratismo, e Paraiphasis, persuasione che nasce da frequenti contatti). Publicité e collettivizzazione sono proprio le caratteristiche, oltre che del punto centrale, della parola-dialogo, che trova in questa cerchia di aristoi fra loro homoiai il suo massimo sviluppo. E' una forma primitive di isegoria, indissolubilmente legata ad isonomia e isokratia. € invece di essere gli dei a decidere, con la parola- dialogo sono gli uomini che siritrovano a decidere insieme la propria sorte, essa & quindi deliberativa ma non irettamente effettiva, porta a risultati ma con "'accordo di tutti che approva o disapprova, non con un'imposizione. La forte differenza tra I'assemblea dei guerrierie la vera e propria isonomia delle poleis consiste nella vera democratizzazione: gli homoioi erano una piccolissima fetta della popolazione, il loro era un contesto prepolitico. Certo rimarranno dei retaggi, come quello di costruire centri di assemblea al centro (si pensi alle agorai) o a portare es meson i problemi da discutere. Nel contesto precedente I'uomo del demos é Tersite, che non ha dititto di parlare e per questo viene punito. [a formazione in cui questo avra la meglio & — quella opiitica, che verré peré solo molto pil tardi. Quando tutti saranno pari nello scontro, quando non saranno pil) duelli e aristiai al centro della guerra, allora si potranno reclamare diritfi per tutti, o meglio, per un numero maggiore di persone. Con questa nuova forma di parola peré s'inizia a diffondere una laicizzazione del sapere e della parola che costituisce una forte innovazione culturale, che porter all'elaborazione della retorica e della filosofia, ma anche del diritto e della storia in senso moderno. Innanzitutto si sviluppa una riflessione sul linguaggio in quanto questo viene finalmente identificato come un settore autonomo. Il ditto ordalico lascia posto alle dimostrazioni con prove di fronte a giucici, che finalmente non corispondono pil agli accusatori. Non vi pil il re, “capo senza controlio”, ma egli stesso, come un oratore, ricorre alla persuasione con il suo popolo, si dichiara "servitore de! popolo" rifiutando il titolo di sovrano e imponendo Ia votazione per maggioranza in assemblea, che emette decreti decisionali che possono realizzare (krainein) i desideri de! popolo, La retorica e la sofistica sviluppano una riflessione sul inguaggio sia tecnica (analis logica e morfologica) che stilstica e delle tecniche di persuasione. Si sta sviluppando quindi in ogni capo un pensiero il pil possibile autonomo e razionale. <> o <> All'interno di questo processo di laicizzazione rimangono peré dei punti di Passaggio, che si possono individuare ad esempio nel pensiero di Simonide di Cos e nelle sette filosofico- religiose, come ad esempio quelle pitagoriche. 1 =Simonide di Cos ¢ la nascita delk a Simonide fu demonizzato dai contemporanei per le due sue grandi innovazioni: per primo sifece pagare, come i sofist, per i suoi versi, considerando la produzione poetica come un vero e proprio mestiere, € soprattutto innové il concetto di poesia, definendola come “pittura che paria" e viceversa la pittura “poesia muta”. Se la pittura & tradizionalmente arte della metis, del trucco per la verosimigiianza, dell'imitazione, dell'abilit magica, lo stesso sara l'arte della parola: come la definiscono i Dissoi logok: “un'arte dove é migliore colui che inganna facendo la maggicYparte delle cose simili al vero". In questa arte Apate diventa una forza positiva, base di tutta l'arte, poetica e non, e di ogni dicorso, ma allo stesso tempo il paragone introduce l'individualité poetica: come dal Vil secolo le statue iniziano ad essere firmate, gli autori poetic’ iniziano a mettere se stessi nella loro poesia, non sono pit poeti-vaii ispirati da un dio che parlano solo di divinita o eroi, non sono pil maestri di Aletheia, addirittura la rifiutano ("fo dokein é pid forte di Aletheia”), sono diventati maestri di Apate. anzi, di doxa, di inganno simile al vero. E la poesia diventa quindi una tecnica laicizata alla portata di tutti, aiutata tra |'altro dalla mnemotecnica, finalmente studiata come fale, dalla reintroduzione dell'alfabeto, che permette un’ampia Pubblicazione e quindi anche una discussione sul vaiore di un'opera, che non é pid estratta dal tempo o vera in quanto tale, ma soggetta a discussioni ¢ analisi. Nella doxa & possibile usare l'arte dell'inganno e della furbizia, é un'arte ambigua e instabile (“una scelta @ una scelta che varia in rapporto alla situazione"’), si deve cogliere il kairos. Si formano cosi affermazioni cosi potenti e ambigue da non essere caratterizzabili come vere © false, viene a cadere l'essenza stessa di Aletheia, specie nelle riflessioni sofistiche, che ne dichiareranno apertamente I'inesistenza, ‘Ma Simonide fu anche uno dei primi poeti impegnati per la cittd, scrivendo elogi peri cittadini mort in guerra o peri vincitori di giochi. Egiiinfatti per primo promosse ideale dell'aner agathos, esthios, hygies, la cui vid si definisce in rapporto alla polis: "8 la citfa che fa I'uomo", il sapere é il pil possibile politico ed assolutamente non religioso. L'ambigit del poeta ormai si allontana definitivamente dalla Aleytheia verso doxa, che perd non & Nopinione dei filosofi, non ha “il carattere peggiorativo della conscenza incerta", N'opposizione rimane con Aletheia e in campo poetico: Simonide condanna I'Aletheia dei poeti, owero Ia rivelazione, che é sostituita dalle “fecniche di ammaliamento”, e l'arte poetica diviene arte “dellnganno” (Apate). Quest’ abilité e inteliigenza prettamente pratica diverré centrale nelle riflessioni sofistiche negli “specialisti dell'azione politica, vomini della praxis" del V secolo, come Mnesifilo, figura tipica del “saggio consigliere". La politica stessa infatti appartiene al mondo dell'ambiguita e del kairos, poiché nulla & stabile nell'ambito degli affari umani. In questo senso il inguaggio diviene uno “strumento" analizzato in quanto tale da retorica e sofistica, la seconda incentrata Proprio su apate. In ‘ogni caso “il logos non é mai un significante che tende verso un significato", "il logos non aspira mai a Aletheia”, gli scopi sono quelli della sofistica {il gioco di parole, "inganno), della retorica (persuadere) e deleristica (che punta in un agon ideale alla vittoria a tutti costi). La verita ne é estranea, non ne é estranea invece la Memoria, che anzi @ un elemento fondamentale, ma ha perso il suo aspetto divino e viene studiata laicamente come semplice strumento. E la devalorizzazione della memoria va di pari paso alla perdita di senso di Aletheia, poiché di pari passo vanno anche i due stessi concetti. Addirittura & i reale stesso che rifiuta e rinnega |’Aletheia, nella realta, nell'uomo non vi é nulla di assoluto, di certamente veritiero, e l'ambiguo non é pil solo I'unione di contrari complementari, bensi la sintesi dei complementari <>", 2Le sette filosofico-religiose Verso il VI secolo in Grecia nacquero delle sete di carattere filosofico-religioso, all opposto delle scuole sofistiche: fortemente religiose e restauratrici, basate sul ripiegamento in se stessie volte alla salvezza individuale: i magi e gil iniziati vivono ai margini della citta mirano a una trasformazione tutta interiore. Essi credono all'esistenza di una Pianura di Aletheia, analoga a quella delle idee piatonica, dove stanno “le forme e i modelli di cid che € stato, é e sara”: “i colloqui filosofici servono solo per farci ricondurre alla memoria le scene di lassi". Anche la memoria riacquisisce quindi il sul valore sacrale di contatto con Un mondo altro. La pianura perd é anche “i! pascolo congeniale alla parte migliore dell'anima”. Tuttavia “solo qualcuno giunge a scoprire le Realta". Si istabiliscono le antiche caratteristiche della parola magico-religiosa: accessibile solo a qualcuno, unica, atemporale, accessibile con un atto di memoria. L'uomo ha dimenticato ia realté per essere stato sulla opposta Pianura di Lethe, che é perd complementare all’altra in quanto fondamentali entrambe per la reincarazione. La memoria acquisisce perd quaicosa di pil del semplice “dono di veggenza”: diventa il punto d’arrivo della catena di reincarnazioni, Ma Ia filosofia pud fare di pit, € una vera e propria “ricetta per liberare l'anima dalle catene de! corpo": un iniziato sa che al termine del suo percorso poira presentarsi alla fonte di Memoria e, separata |'anima dal corpo, bere con essa a quella fonte e accedere alla verité, che é anche Dike. Questa analogia con la parola magico- religiosa perd finisce qui: infatti mentre peri poeti, gli Indovini e ire di giustizia Aletheia era strettamente legata a Peitho, queste sete Ia rifiutano categoricamente in quanto figlia di Lethe. Questo nell'ottica forlmente dicotomica della “sceita” che queste sette impongono, che non considera gradi intermedi, Aletheia o Apate, hedone o ponos, la strada sempiice e quella erta ma giusta. € ilrisultato sara poi deciso nell'aldil due strade, una per''lsolo deiBeatie una per il Tartaro; ¢ la scelia "i — nell'aldild sara effetto necessario sss delle scelte fatte sulla terra. Gli vomnini Pianura di Alesbeia Piamura di Letbe vivono nel mondo mutabile della Mnemosyne Lethe doxa, della Peitho, dell’ambiguita, ‘Melete Thanatou ‘Ameles totalmente antitetico rispetto al i mondo vero e giusto, che sideve . nima scegliere anche se con fatica per Memoria | Tempo Oblio poter avere la salvezza,Questa per non é pid una shame society ma é Ponos Hedone diventata societé di colpa. La stessa Destra an Aletheia ha mutato di significato: & " divenuta una potenza asiratta, un Masai) Tempo piano del reale che non é pid - Lethe evidente, ma nascosto, ulteriore, una Aletheia ae Peitho Hedone trasfigurazione religiosa dell'Uno- Pistis ‘Ate Luce Notte Essere dei filosofi, che perd non é visto come riflessione teoretica, logico-flosofica, ma volta alla salvezza Eilfilosofo per eccellenza dell'Essere, Parmenide di Eiea, sembra un pot il punto di Contatto tra mito e filosofia. La sua verita é infatti insegnata da una divinita attraverso una tivelazione di Aletheia, pari a quella delle Muse a Esiodo, che lo rendono un eletto, "colui Che sa” perché Aletheia é il suo privilegio, cid che lo distingue da “coloro che non sanno nulla”. ll cammino di verita € nettamente distinto e indistinguibile da quello delle doxci. Quesia seconda via perd pud aprirsi alla prima: Parmenide ha come unico punto della sua filosofia I'estin, I'Essere ("L'essere 6, ecco Aletheia"), ma si apre alla via della doxa per Poter far comprendere la propria filosofia, si apre agli onomata e alle epea, pur Gistinguendo i due livell, del inguaggio e quelli reali, dati dall'essere come copula. | rapporti fra parola e realté approno un problema. L'Essere @ uno, irriducibile, immutabile. Ma come conciliare I'uno € la molteplicita? Necessariamente serve una rottura logica fra il pensiero mitico e quello razionale. ll mondo di Parmenide testa perd quelio delle sette, della scelta di vita tra Aletheia e Doxai, quindi fra Aletheia e Apate. Ovviamente perd ci sono fortidifferenze fra I'Aletheia di Parmenide e quella delle seite: egli é appunto aperto parlare anche di cid che non é Aletheia perché da filosofo non vive in disparte, ma & invece sottomesso al regime della polis ¢ alle ovvie esigenze di pubblicita, deve quindi “abbandonare il santuario della rivelazione’ L’Apate quindi non é pit la negativita pura, "la luce si mescola alla notte". Il flosofo pud scoprire tracce di Aletheia perfino nell'universo ingannevole. Quella di Parmenide é “la Prima Aletheia greca che si apra al contronto di tipo razionale. E' jl primo abbozzo di una verita obiettiva, che siistituisce nel dialogo e attraverso il dialogo". Ambiguita e contraddizione \Ifilosofo si presenta come diretto discendente dei “maestti di veritas" arcaici, ma lui rivela una “<«verité>> é I'<> della <>". Eg “si contrappone direttamente alle concezioni religiose tradizionali". ma egli ne eredita i contenuti: ad esempio la relazione fra Aletheia e Peitho € un problema posto in ambito religioso, che perd continuera in ambito filosofico e sofistico con i corispondenti concetti Se l'Aletheia in un pensiero razionale fa da delimitazione fra filosofia e religione, ne é in Fealtd in qualche modo una linea Gi continuité. Aletheia continua ad essere contrapposta a Lethe ma con tutte le sfumature intermedie: “il vero non nega mdi il falso”. In filosofia non conta l'ambiguité, conta la contraddizione. Il passaggio perd é sentito soprattutto dal punto di vista della laicizzazione del sapere e della Parola, che é stato I'unico contesto in cui 316 potuti finaimente passare a un nuovo tipo di parola, che non & né quella sacra né quelb# del dialogo, ma é quella razionale.

Potrebbero piacerti anche