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CAPITOLO 1
Tra i romantici però vi erano pensatori con visioni politiche molto diverse tra loro.
ASSOLUTISTI: Louis de Bonald fu tra gli autori che sostennero la necessità di un ritorno alle vecchie
monarchie assolutiste in nome della tradizione (vedi famiglia Borbone).
LIBERALISTI MODERATI: Autori come Madame de Stael furono a favore del passaggio ad un Liberalismo
moderato che, nonostante la presenza della monarchia e dunque della tradizione, concedevano i principali
diritti del cittadino come la libertà di pensiero o di coscienza.
Un altro importante apporto al pensiero politico da parte dei romantici avvenne anche per quel che
riguarda il rapporto RELIGIONE – POLITICA:
I romantici pensavano infatti che l’unione fra Trono e Altare potesse contribuire a superare la
disgregazione a cui assistettero le principali potenze europee a seguito dei vari ideali
rivoluzionari/illuministi messi in atto negli anni passati.
Infine, a seguito del Congresso di Vienna, si creò quella che passò alla storia come la SANTA ALLEANZA
formata da PRUSSIA, RUSSIA, AUSTRIA e inoltre venne firmato il famoso TRATTATO DI GARANZIA tra le
potenze della santa alleanza e la Gran Bretagna in funzione anti-francese.
Ma gli ideali liberali e costituzionali che si diffusero nei ceti medio bassi della società erano troppo forti
per poter ricreare delle monarchie sul modello dispotico uguali a quelle precedenti. Così i “legittimi
proprietari” di un tempo, quando dovettero tornare a governare nei rispettivi territori, in alcuni casi
concessero delle carte costituzionali con maggiori diritti ai cittadini.
FRANCIA In Francia Luigi 18°, fratello del decapitato Luigi 16°, concesse al popolo una carta
costituzionale Ottriata (ovvero concessa dal sovrano e non voluta dal popolo) che permise maggiori
libertà al popolo. Per esempio si mantenne in vita un parlamento bicamerale dove la camera dei senatori
veniva scelta direttamente dal Re mentre la camera dei deputati veniva eletta dal popolo (seppur su base
censitaria).
La politica maggiormente democratica di Luigi riscosse parecchie critiche dai piani alti della società; in
particolare gli aristocratici, guidati dal fratello di Luigi, crearono un movimento chiamato “Ultras” che
cercò di ostacolare la politica liberista del Re.
ANCHE IN BELGIO, IN SVEZIA E IN ALCUNI STATI TEDESCHI (Sassonia, Baviera) FURONO CONCESSE CARTE
OTTRIATE.
- PRUSSIA
- AUSTRIA (grazie alla politica del cancelliere Von Metternich, basata su un sistema burocratico
molto efficiente e un vigile controllo della polizia riuscì a mantenere un regime dispotico)
- RUSSIA (dove Ferdinando I° non concesse nessuna carta a differenza di quanto fece in Polonia)
- SPAGNA
LA RESTAURAZIONE IN ITALIA:
L’Italia, a seguito del Congresso di Vienna, risultava essere null’altro che una mera “Espressione
Geografica” (cit. Metternich, cancelliere austriaco).
L’Austria infatti, dopo il 1815, si ritrovò a governare la maggior parte dei territori italiani sia direttamente
che indirettamente.
Il REGNO LOMBARDO-VENETO era controllato direttamente dagli austriaci, che sfruttarono la grande
propensione economica di questi territori per rifornire Vienna di nuove entrate monetarie.
Ma il pesante sfruttamento economico di Vienna nei confronti di questi territori, finì per spazientire le
popolazioni locali che, illuse qualche anno prima da Napoleone di poter finalmente ottenere una propria
indipendenza, si ritrovavano nuovamente a fare i conti con una potenza assolutista quale l’Austria.
L’aristocrazia milanese, a tal proposito, creò una rivista anti-austriaca chiamata “Il Conciliatore”,
soppressa qualche tempo dopo dal governo austriaco.
IL REGNO DI SARDEGNA Controllato dalla casata dei Savoia. Il Regno di Sardegna uscì rafforzato dal
Congresso viennese del 1815. Il territorio infatti comprendeva anche la ex Repubblica di Genova, che
aiutò molto da un punto di vista economico le finanze del governo centrale di Torino.
La restaurazione che avvenne all’interno del Regno fu completa. I Savoia attuarono una politica dispotica
sino a quando nel 1848, Carlo Alberto si decise a concedere una carta ottriata ai propri sudditi (Statuto
Albertino). Come vedremo il Regno di Sardegna svolgerà un ruolo cruciale per l’unificazione della
penisola italiana.
STATO PONTIFICIO Lo stato pontificio, apparentemente fuori da ogni influenza austriaca, cercò di
attuare una politica rinnovatrice attraverso alcune riforme ma i risultati non furono eclatanti.
IL REGNO DELLE DUE SICILIE Il regno delle due Sicilie invece, governato dalla famiglia Borbonica,
dovette far fronte alla nascita di molti movimenti indipendentisti come ad esempio la Carboneria, che
giocherà un ruolo fondamentale nei moti degli anni successivi.
NUOVE TECNOLOGIE:
Produzione di MACCHINE a VAPORE Grazie all’utilizzo del carbone vennero create importanti
macchine a vapore come le NAVI a vapore o i TRENI a vapore.
Nacquero dunque le prime reti ferroviarie all’interno dei paesi europei, a cominciare dall’Inghilterra
con la prima tratta Stockton – Darlington.
Le reti ferroviarie non furono soltanto una grande invenzione da un punto di vista logistico e dei
servizi (collegamenti più veloci tra posti lontani), ma ebbero un risvolto fondamentale anche da un
punto di vista sociale: in Italia per esempio la creazione delle ferrovie fu al centro del progetto
politico dei Savoia per unire il paese e dunque unire le persone da Nord a Sud.
Produzione CHIMICA L’impiego del Gas cambiò per sempre la gestione delle città. La prima città
che si fornì di un’illuminazione a Gas fu Londra nel 1807 e poi via via tutte le altre città d’Europa.
Produzione TESSILE Nel 1830 venne inventata la macchina da cucire, che come vedremo diventerà
fondamentale per le economie di molti paesi industrializzati (es. Inghilterra – Liverpool).
Invenzione del TELEGRAFO Permise comunicazioni rapide e precise.
Spagna e Portogallo, le due potenze che possedevano ormai da molti anni i territori dell’America centrale
e meridionale, affidavano a dei funzionari statali l’amministrazione delle rispettive colonie. Ma la
situazione, all’inizio dell’800’, cominciò a surriscaldarsi in maniera preoccupante.
Da una parte i creoli, ovvero i bianchi nativi americani, solitamente grandi proprietari terrieri, si
opposero a questa presenza dei funzionari e chiesero a gran voce maggiori autonomie politiche ed
economiche.
Dall’altra parte, la situazione interna di Spagna e Portogallo (dopo la conquista spagnola da parte di
Napoleone i rapporti tra la madrepatria e le rispettive colonie vennero meno e Stati Uniti e Gran
Bretagna, onde beneficiare di un eventuale apertura dei mercati con il sud dell’America incoraggiarono a
gran voce le rivoluzioni indipendentiste) portò alcune colonie (Argentina e Venezuela) a dichiarare
l’Indipendenza dalle madrepatrie.
Si crearono feroci guerre civili che vennero soffocate nel sangue da parte del neonato governo spagnolo
sotto la guida di FERDINANDO 7°. Ma Ferdinando, come detto, non godeva dell’appoggio della Santa
Alleanza (in particolare della Gran Bretagna) e in più una feroce rivolta interna da parte dei suoi militari
non permise alla corona spagnola di inviare truppe per scacciare gli indipendentisti; fu così che a breve
distanza dalle prime guerre civili sorte in Argentina e Venezuela, i rivoltosi riuscirono a liberare il CILE
dalla corona spagnola.
Si creò un vero e proprio effetto domino, che nel corso degli anni successivi portò alla liberazione di
VENEZUELA, COLOMBIA, ECUADOR e PERU’ (stati che però rimanevano caratterizzati da una forte
instabilità politico – sociale)
Il BRASILE invece riuscì ad ottenere l’indipendenza dal Portogallo pacificamente. Il principe portoghese
Joao 7° infatti, rifugiatosi in Brasile per sfuggire alla potenza napoleonica, concesse al figlio di guidare il
Brasile e di ottenere l’indipendenza dalla madrepatria. Il Brasile divenne uno stato autonomo basato sul
lavoro degli schiavi neri all’interno di grandi piantagioni di caffè e cotone.
Anche nel Regno delle due Sicilie, sul modello di quanto accaduto in Spagna, scoppiarono forti tensioni
tra l’esercito e il Re Ferdinando I°. Tutto ciò non passò inosservato alla Santa Alleanza, in particolare
all’Austria del cancelliere Metternich che, per difendere il rinato “anciene regime”, decise di redare una
dichiarazione che permetteva alle potenze della Santa Alleanza di intervenire in altri paesi europei nel
caso in cui si fossero verificate rivolte popolari.
L’Austria intervenne e ripristinò l’ordine prestabilito prima nel Regno delle due Sicilie e poi anche nel
Regno di Sardegna dove erano sorte alcune tensioni.
Quella di Metternich fu una politica repressiva molto forte, volta a difendere con le unghie e coi denti lo
status quo assolutista.
CAPITOLO 2
La Grecia infatti, stufa dell’oppressione ottomana, decise di battersi per l’indipendenza e in tutto ciò
incontrò il forte supporto da parte di una delle super potenze che facevano parte della Santa Alleanza: la
RUSSIA.
La Russia infatti, fortemente legata alla Grecia in nome della religione Ortodossa, decise di schierarsi a
favore dell’indipendenza suscitando il malcontento di Austria e Prussia, le altre due sorelle della
Santa Alleanza, che invece come sappiamo, sostenevano attraverso il principio di Legittimità, che la
Grecia sarebbe dovuta restare al legittimo sovrano: l’Impero Ottomano.
Queste prime “frizioni” dovute alla Grecia, aprirono di fatto nuovi scenari in Europa, dove molti stati, per
tutta la durata degli anni 30’, furono interessati da moti rivoluzionari liberali:
FRANCIA In Francia era salito al trono CARLO X, fratello di Luigi 18° e capo del movimento
aristocratico degli “Ultras” (ostile alla politica filo-liberale di Luigi 18°).
L’obbiettivo di Carlo X fu quello di riportare la situazione della Francia all’epoca precedente la
rivoluzione, quando vigeva una monarchia assolutista a tutti gli effetti.
Nelle famose “Ordinanze di Luglio” del 1830, egli: sciolse le camere, restringeva la legge elettorale e
sospendeva ogni libertà di stampa.
Di fronte a questi provvedimenti, Parigi insorse e Carlo X fu costretto a scappare.
(Sotto Luigi Filippo d’Orleans la Francia visse un periodo di crescita economico dovuto soprattutto alla
realizzazione di una rete ferroviaria molto lunga per l’epoca,1900 km. Luigi Filippo però dovette far i conti
con un clima politico molto acceso: da una parte i sostenitori della monarchia borbonica e dall’altra quelli
speranzosi di rivedere la famiglia Bonaparte sul trono, che unito ad un importante crisi economica nel
47’, fecero perdere il posto a Luigi Filippo).
BELGIO Il Belgio cattolico, industrializzato e ricco, decise di proclamare l’indipendenza rispetto alla
corona olandese (protestante). Di fronte a questo nuovo “cambiamento liberale” non si opposero
neppure le grandi potenze della Santa Alleanza che riconobbero l’indipendenza del Belgio.
POLONIA Ci fu una rivolta per ottenere l’indipendenza dalla Russia ma non andò a buon fine.
Insomma, con i moti rivoluzionari liberali degli anni 30’ e l’evoluzione in senso liberale della politica
interna britannica, il sistema geopolitico pensato a Vienna qualche anno prima vacillava sempre di più e
si aprì una vera e propria spaccatura tra i paesi riformati in senso liberale: LA QUADRUPLICE ALLEANZA
(Francia, Inghilterra, Spagna e Belgio) e quelli attaccati all’assolutismo: LA NUOVA SANTA ALLEANZA
(Austria, Russia e Prussia).
INDUSTRIALE = La Gran Bretagna tra il 1830 e il 1850, risultava essere la nazione che, più di tutte le altre,
uscì rafforzata dalla RIVOLUZIONE INDUSTRIALE. Il fulcro della potenza industriale inglese era
rappresentato dall’industria tessile, dalla produzione del ferro e dall’estrazione del carbone (materiale
molto raro in alcune zone dell’Europa continentale e sempre più importante e richiesto per far
funzionare le macchine a vapore). Inoltre venne costruita una rete ferroviaria da oltre 10.000 km e il 60%
delle navi mondiali batteva bandiera inglese (da ricordare il lavoro svolto nei porti di Liverpool, Londra e
Southampton).
POLITICA INTERNA = Sul fronte interno vi è da constatare l’evoluzione in senso liberale della politica
britannica, dovuta ad alcune importanti riforme a favore dei lavoratori e della popolazione, ad esempio:
-- L’eliminazione dei cosiddetti “Rotten Boroughs”, i quartieri putridi
-- Reform Act con il quale si allargava il suffragio a chi possedeva immobili.
– Abolizione del Corn Laws
POLITICA ESTERA = Sul fronte estero, l’inizio dell’età vittoriana coincise anche con una forte politica
espansionistica. Oltre alle “vecchie” colonie come India, Sud Africa e Australia, la politica espansionistica
di quegli anni portò all’annessione di alcuni territori fondamentali come per esempio quello di HONG
KONG.
HONG KONG infatti, per la sua posizione geografica strategica finì ben presto nelle mire degli inglesi, che
vedevano in Hong Kong la zona adatta per commerciare direttamente con il chiuso oriente.
Gli inglesi, che dapprima commerciavano verso oriente illegalmente servendosi del porto di Canton come
porto di riferimento, soltanto a seguito dello scoppio delle DUE GUERRE DELL’OPPIO riuscirono ad
ottenere un apertura da parte del governo cinese da un punto di vista dei rapporti commerciali.
A seguito della PRIMA GUERRA DELL’OPPIO (1839-1842), la corona inglese riuscì ad ottenere il famoso
TRATTATO di NANCHINO (1842), un cosiddetto “trattato ineguale” che sanciva:
Nel 1830 la confederazione germanica, per cercare di disfarsi della pesante influenza austriaca sulle 39
province tedesche, decise di costituire un UNIONE DOGNALE che prese il nome di ZOLLVEREIN.
Quest’unione doganale avvenne grazie al ruolo strategico della Prussia. La Prussia infatti godeva di una
riforma tariffaria molto vantaggiosa, volta a creare un economia liberista senza dazi doganali e decise di
permettere agli stati tedeschi di aderire a questa riforma.
Le province settentrionali tedesche (protestanti) aderirono immediatamente al progetto prussiano, in
modo tale da liberarsi della presenza austriaca nel progetto che prese il nome di PICCOLA GERMANIA;
mentre invece le province meridionali (cattoliche), desiderose di continuare ad avere un rapporto diretto
con l’Austria e costruire una GRANDE GERMANIA, non aderirono sin da subito al progetto prussiano ma
dovettero farlo col tempo onde evitare di rimanere isolate dall’economia tedesca.
L’unione doganale tra le 39 province tedesche contribuì in maniera molto netta alla creazione del
sentimento nazionalista tedesco.
ECONOMIA L’Italia a partire dal 1830, soprattutto al nord, conobbe un miglioramento delle proprie
condizioni economiche dovuto principalmente ad un forte sviluppo del settore agricolo e alla creazione
delle prime seppur brevi reti ferroviarie e stradari.
In particolare il Regno di Sardegna, nonostante i molti dibattiti interni sulle ingenti spese che sarebbero
dovute essere sostenute, decise di puntare forte sulla rete ferroviaria. Il Regno di Sardegna infatti
comprendeva anche Genova, una città che se collegata in maniera efficiente con il resto del Regno
avrebbe potuto portare un grande apporto economico alle casse del governo centrale di Torino.
La diffusione dei moti rivoluzionari L’onda rivoluzionaria partita da Parigi si diffuse a macchia d’olio
sul resto dell’Europa (fatta eccezione per Gran Bretagna, Russia e Spagna).
In AUSTRIA si chiedeva a gran voce una costituzione e per questo scattarono le prime rivoluzioni.
Ferdinando I° (Re d’Austria) non potè far altro che concedere la costituzione e mandare via il cancelliere
Metternich. Ma la costituzione concessa non convinse a pieno la popolazione; un mese più tardi infatti, si
riaccesero le proteste e Ferdinando fu costretto a fuggire.
A seguito dei moti rivoluzionari viennesi e di quelli italiani, Milano e Venezia (città sotto l’influenza diretta
dell’impero austriaco) decisero di ribellarsi e ottenere la scissione dal potere asburgico (famose le 5
giornate di Milano).
Le vittorie dei rivoltosi indipendentisti a Milano e Venezia, decisero il Regno di Sardegna guidato da Carlo
Alberto a scendere in campo contro l’impero austriaco per scacciarlo definitivamente dal territorio
italiano grazie all’aiuto degli altri stati italiani (pontificio, due Sicilie e gran ducato di Toscana).
Il 23 Marzo del 1848, il Regno di Sardegna dichiarò guerra all’Austria dando vita alla Prima Guerra
d’indipendenza.
Nonostante la prima fase della guerra fu favorevole a Carlo Alberto, ad un certo punto del conflitto gli
altri stati alleati al Regno di Sardegna, tra cui lo stato pontificio, decisero di tirarsi indietro dal conflitto
per evitare di inasprire una guerra sanguinosa con uno stato cattolico come il loro.
Carlo Alberto si ritrovò solo contro l’Austria e la guerra finì presto per volgere a favore degli asburgici
guidati dal generale Radetzky.
Carlo Alberto abdicò a favore del figlio VITTORIO EMANUELE II°.
Nel frattempo, tutti gli stati italiani che avevano concesso le costituzioni a seguito della prima ondata
rivoluzionaria, ad eccezion fatta per il Regno di Sardegna, tornarono sui loro passi e restaurarono la
vecchia monarchia assolutista.
Egli ebbe la lungimiranza di capire che il Regno di Sardegna, per rafforzarsi definitivamente, necessitava di
un ruolo di prim’ordine a livello internazionale.
Per questo egli curò molto i rapporti esteri con le grandi potenze mondiali sia da un punto di vista
commerciale che militare.
E fu proprio grazie alle sue scelte militari, l’intervento nella guerra di Crimea su tutte, che il Regno di
Sardegna potè sedersi al “tavolo delle grandi potenze mondiali”.
La guerra di Crimea nacque a seguito dei continui conflitti fra l’IMPERO OTTOMANO e la RUSSIA.
Le principali Cause della guerra furono:
- La chiusura degli stretti del Bosforo e dei Dardanelli alla Russia, che precedentemente erano
sotto il controllo dell’impero russo grazie al trattato di Unkiar-Skelessi. La chiusura di questi
stretti rappresentava anche la chiusura all’unico accesso disponibile ai russi verso il Mediterraneo
e ciò generò le prime tensioni con l’Impero Ottomano.
- Il sultano ottomano, a seguito della questione sorta fra Napoleone III° e lo zar Nicola I° per la
custodia dei luoghi santi in Palestina, si schierò dalla parte dei francesi. La risposta russa non si
fece attendere e Nicola I° decise di invadere i territori della MOLDAVIA e della VALACCHIA.
La Russia dovette accettare un armistizio nella famosa PACE DI PARIGI (1856), al termine del quale:
-- La Francia recuperava un ruolo internazionale di prim’ordine (che mancava dai tempi di Napoleone I°).
– La Gran Bretagna consolidava la sua egemonia sul mar Mediterraneo
-- Il Regno di Sardegna acquisì la giusta importanza internazionale per poter unificare l’Italia da nord a sud e
scacciare il nemico austriaco.
CAPITOLO 5
L’UNIFICAZIONE D’ITALIA
L’IMPORTANZA DELLA POLITICA ESTERA DI CAVOUR:
L’unificazione della penisola italiana fu resa possibile grazie alle abili strategie adottate da Cavour.
Egli intuì che il Regno di Sardegna, per poter attuare il suo piano espansionistico nel nord Italia (che si
trasformò col tempo in un piano di unificazione del paese da nord a sud), doveva ricoprire un ruolo di
primaria importanza a livello europeo.
Per questo Cavour decise di scendere a fianco del “fronte ottomano” durante la Guerra di Crimea,
schierando circa 15.000 uomini.
La vittoriosa guerra di Crimea permise infatti a Cavour di potersi sedere al tavolo delle grandi potenze
nazionali (Congresso di Parigi, 1856) e di porre l’attenzione sulla situazione italiana.
In particolare egli capì che per realizzare le proprie mire espansionistiche aveva bisogno di una potenza
con gli stessi identici obbiettivi. E quale nazione meglio della Francia di Napoleone III° poteva venire bene
a Cavour per compiere il suo piano? Anche Napoleone III° infatti aveva come obbiettivo quello di
espandere i propri confini nazionali e fu questo il motivo principale per cui Cavour e Napoleone
intensificarono i contatti diplomatici.
L’avvenimento che portò alla definitiva alleanza tra il Regno sabaudo e la Francia fu il famoso “Attentato
Orsini”, nel quale un giovane mazziniano (Orsini appunto) cercò di uccidere il Re francese Napoleone III°.
L’attentato non andò a buon fine; Napoleone, a questo punto, si convinse definitivamente che la
situazione italiana doveva essere risolta e perciò decise di allearsi col Regno di Sardegna.
L’alleanza tra Francia e Regno di Sardegna venne ufficializzata attraverso gli ACCORDI DI PLOMBIERES, i
quali sancivano che in caso di Attacco austriaco al Regno sabaudo, i francesi sarebbero scesi in campo al
fianco dei piemontesi. Inoltre gli accordi stabilivano che la Savoia e Nizza sarebbero passati alla Francia
mentre tutto il Nord Italia al Regno di Sardegna.
Cavour a questo punto doveva trovare il modo di innescare la guerra con gli austriaci e soprattutto
doveva trovare il modo di farsi attaccare per primo. Egli a tal proposito decise di radunare le truppe a
Torino (tra cui migliaia di volontari arrivati da ogni parte d’Italia) e l’Austria intimorita decise di
Dichiarare guerra.
Napoleone a questo punto decise di firmare un armistizio con l’Austria nella famosa “Pace di Zurigo”, la
quale sanciva il passaggio definitivo della Lombardia al Regno di Sardegna, con il Veneto che invece
rimaneva sotto controllo austriaco.
Cavour indignato si dimise, ma poco dopo tornò al potere forte dell’appoggio del Centro Italia in
particolare grazie all’appoggio delle popolazioni tosco-emiliane che, attraverso alcuni plebisciti,
sancivano la volontà di entrare a far parte del Regno di Sardegna.
Alla fine della Pace di Zurigo, l’Italia risultava ancora spezzettata in più Regni.
Soltanto a seguito della famosa “SPEDIZIONE DEI MILLE” guidata da Garibaldi, il sogno di un Italia unita si
potè realizzare. Garibaldi, sollecitato da Franceso Crispi di intervenire in Sicilia per scacciare i Borbone,
decise di partire da Genova con 1000 uomini (quasi tutti del Partito d’Azione) e di sbarcare nell’isola
siciliana.
Egli, sbarcato in Sicilia, ottenne subito una vittoria molto importante contro l’esercito borbonico nella
Battaglia di CALATAFIMI. Questa battaglia procurò molte simpatie alle camicie rosse garibaldine, che
qualche giorno più tardi, grazie anche all’aiuto dei contadini siciliani (i picciotti), entrarono a PALERMO e
scacciarono definitivamente i Borbone dalla Sicilia.
Ma Garibaldi non si fermò alla sola Sicilia. Egli, forte dell’appoggio segreto di Vittorio Emanuele II°, decise
di sbarcare sul continente per liberare tutto il sud Italia e conquistare il Regno delle due Sicilie.
Cavour era molto preoccupato di questa possibile campagna militare, temeva che Garibaldi si spingesse
oltre e occupasse anche lo stato pontificio generando una serie di reazioni internazionali che avrebbero
di certo messo a repentaglio tutto il lavoro svolto sino a quel momento.
Garibaldi, sfruttando i moti insurrezionali nel sud Italia, conquistò tutto il Regno delle due Sicilie ed entrò
vittorioso a Napoli senza aver combattuto.
A questo punto però l’avanzata di Garibaldi venne fermata dallo stesso Vittorio Emanuele II° che
preoccupato come Cavour che le camicie rosse potessero spingersi sino a Roma, incontrò personalmente
Garibaldi a TEANO. Nell’incontro di Teano, Garibaldi consegnò a Vittorio Emanuele tutto il territorio
sottratto al Regno delle due Sicilie e chiamò Vittorio Emanuele per la prima volta “Re d’Italia”.
Nel frattempo vennero istituiti alcuni plebisciti negli stati conquistati, per rendere “legale” il passaggio e
l’annessione al Regno di Sardegna; tra questi ricordiamo i plebisciti nel Sud Italia, nelle Marche e in
Umbria.
NEL 1861 nacque il REGNO D’ITALIA guidato da VITTORIO EMANUELE II°, nominato primo re d’Italia “per
volontà della nazione”.
Il regno d’Italia, con capitale Torino, mantenne le stesse leggi e lo stesso statuto albertino del Regno di
Sardegna.
- IL PROBLEMA VENETO / LAZIALE = Queste due regioni rimanevano le uniche due non ancora
annesse al Regno
- IL PROBLEMA DEL PROCESSO DI UNIFICAZIONE = L’Italia del 1861 era profondamente diversa da
nord a sud. Le persone parlavano principalmente in dialetto e pochi l’Italiano, dunque le
comunicazioni erano molto difficili. Inoltre il tasso di analfabetismo sfiorava picchi oltre l’80%.
- IL PROBLEMA ECCLESIASTICO = Il nuovo regno d’Italia non era altro che il legittimo successore del
Regno di Sardegna e dunque i rapporti tra stato e chiesa divennero ancor più conflittuali.
Cavour sosteneva ad oltranza la formula “Libera chiesa in Libero stato” anche dopo l’unificazione e
ciò inasprì molto i rapporti tra le parti in causa.
CAPITOLO 6
L’UNIFICAZIONE TEDESCA
In particolare furono due la battaglie che permisero a Bismarck di unificare la Germania sotto l’egida
prussiana:
- LA GUERRA AUSTRO – PRUSSIANA (1866) Nata in seguito a dei dissidi tra Austria e Prussia per
la spartizione di due ducati danesi.
La Prussia a seguito di questi dissidi e malcontenti per la spartizione dei ducati, decise di
dichiarare guerra all’Austria.
La guerra si decise in 7 settimane e volse a favore della Prussia. La vittoria di Bismarck fu possibile
grazie all’alleanza con gli italiani, che diedero un contributo importante da un punto di vista
diplomatico (evitando che la Francia intervenisse) piuttosto che sul campo di battaglia (dove
vennero sconfitti quasi sempre dagli austriaci).
CONSEGUENZE DELLA GUERRA:
L’Italia in cambio della propria alleanza militare nella guerra, volle e ottenne il tanto desiderato
Veneto.
La vittoria prussiana portò alla nascita del primo nucleo del futuro Stato tedesco, la
CONFEDERAZIONE DEL NORD, una confederazione degli Stati tedeschi situati a nord del fiume
Meno.
L’Austria, uscita sconfitta e indebolita dal conflitto, cercò di rafforzarsi attraverso l’unione con
l’Ungheria e cambiò denominazione in IMPERO AUSTRO – UNGARICO, forte appunto della
presenza ungherese.
GERMANIA ITALIA
L’unificazione tedesca avvenne dall’alto L’unificazione italiana avvenne grazie alle
(Bismarck). rivolte della popolazione.
La Germania fu unita “col ferro e col sangue”, La conquista italiana avvenne più grazie ad
attraverso battaglie lunghe e sanguinose. accordi diplomatici che grazie alle guerre
BASATA SUL PRINCIPIO DI POTENZA (Napoli fu conquistata senza neppure
combattere).
CAPITOLO 7
Vi fu uno straordinario SVILUPPO DEMOGRAFICO che portò l’America, nel 1860, ad avere una
popolazione circa 31 milioni di abitanti; fatto dovuto principalmente all’approdo in terra americana di
moltissimi europei (circa 8 milioni).
La crescita degli Usa fu dovuta anche alla CONQUISTA DI NUOVI TERRITORI; a Sud Louisiana, Florida e
Texas a sud; verso la West Coast le regioni abitate dai nativi indiani, dove ci furono intere tribù
massacrate.
POLITICA ESTERA
L’America adottava un tipo di politica estera basata sull’ISOLAZIONISMO e sull’ESPANSIONISMO.
ISOLAZIONISMO la politica isolazionista fu certificata dall’applicazione per molti anni della famosa
“DOTTRINA MONROE”, ideata da George Washington e usata per la prima volta dal presidente James
Monroe. Questa dottrina prevedeva che l’America sarebbe restata fuori da ogni vicenda europea ma che
allo stesso tempo le grandi potenze europee non avrebbero dovuto in alcun modo interferire nelle
vicende riguardanti l’America (e per America si intendeva tutto il continente, anche quella latina), in
particolare non avrebbero dovuto provare a ricreare nuove colonie o tessere rapporti commerciali con le
nazioni del Sud America.
ESPANSIONISMO La politica americana di quegli anni puntava non solo a “proteggersi” dalle eventuali
insidie europee ma anche di espandersi verso nuove mete ancora chiuse ai commerci internazionali; è il
caso del GIAPPONE, nazione chiusa verso i commerci esteri.
Gli USA per cercare di interrompere questo atteggiamento Autarchico da parte dei giapponesi decisero di
spedire il commodoro Perry con 4 navi a vapore e intimorire il Giappone attraverso minacce militari.
Nonostante la presenza di sole 4 navi, l’intimidazione riuscì e il Giappone fu costretto a firmare un
cosiddetto “Trattato ineguale”, col quale permetteva l’apertura di due scali portuali e dei commerci con
gli Usa.
SCHIAVITU’: La situazione del parlamento americano, sino alla conquista dei nuovi
territori visti precedentemente, era di perfetto equilibrio con 11 nazioni schiaviste da una
parte e 11 nazioni anti-schiaviste dall’altra (anche se in realtà questo equilibro esisteva
soltanto al Senato, dove il numero di senatori eleggibili era di un numero pari a 2 per ogni
stato; mentre alla Camera i deputati erano eletti in proporzione alla dimensione
demografica di ogni singolo stato e dunque il Nord, vista l’enorme popolazione, poteva
contare su più deputati rispetto al Sud).
L’annessione del Kansas anti-schiavista però ruppe questi equilibri e il nord si ritrovò in
vantaggio di rappresentati anche al Senato.
ECONOMICI: Il vero motivo che spinse alla guerra di secessione fu però quello economico.
Il Nord infatti aveva un economia basata sull’industria e voleva fortemente una POLITICA
PROTEZIONISTICA per cercare di colmare il gap tra le industrie americane e quelle
britanniche. Il Sud invece, produttore di grandi quantità di cotone e tabacco,
commerciava direttamente con la Gran Bretagna e importava grandi quantità di questi
prodotti in terra d’Albione e dunque era a favore di una POLITICA LIBERISTA.
Lo scontro dunque fu inevitabile.
Le principali conseguenze del conflitto furono due leggi annesse alla costituzione:
L’ABOLIZIONE DELLA SCHIAVITU’ e IL SUFFRAGIO APERTO ANCHE AI NERI (seppur in minima parte).
L’obbiettivo di Napoleone di instaurare una monarchia cattolica riuscì e sul trono messicano egli fece
salire Massimiliano d’Asburgo, fratello di Francesco Giuseppe Re d’Austria, in modo tale da rinsaldare i
rapporti con la potenza asburgica in vista della guerra Franco-Prussiana.
Ma il dominio sul Messico durò appena 4 anni; gli USA infatti erano appena usciti dalla guerra di
secessione che impediva loro un eventuale intervento e decisero di applicare la dottrina Monroe per
sbarazzarsi dei francesi. Gli americani riuscirono a scacciare gli europei e Massimiliano venne fucilato.
Il fallimento indebolì Napoleone, che risentirà moltissimo di questa perdita anche nella fallimentare
guerra franco-prussiana.
CAPITOLO 8
- MOTIVI ECONOMICI = La rivoluzione industriale aveva toccato il suo picco più alto e vi fu un
enorme quantità di beni prodotti. Inevitabilmente, le nazioni più sviluppate nel settore
industriale come l’Inghilterra o gli Usa, ebbero la necessità di ampliare le proprie rotte
commerciali per poter esportare questi beni prodotti.
Inoltre la conquista di nuovi territori fu l’occasione per moltissimi europei senza lavoro, di
immigrare e trovare occupazione.
- MOTIVI STRATEGICI = L’obbiettivo delle grandi potenze era anche quello di conquistare territori
strategici per il controllo delle principali rotte commerciali.
- MOTIVI POLITICI = L’acquisizione di nuovi territori extra nazionali, aumentava il prestigio e la
potenza di uno stato.
La Francia (che possedeva Algeria, Senegal e territori indocinesi) e la Gran Bretagna (che possedeva
Nuova Zelanda, Australia e India) si contesero a gran voce lo SRETTO DI SUEZ, in Egitto. Questo canale
sorto proprio in quegli anni, permetteva un collegamento diretto con l’Oceano Indiano ed eliminava la
necessità di circumnavigare l’Africa. Alla fine la Gran Bretagna riuscì ad avere la precedenza.
Anche nazioni neonate come Italia e Germania cercarono di attuare una politica espansionista. Gli italiani
conquistarono l’Eritrea e la Somalia.
La corsa alle colonie era divenuta molto importante per le principali nazioni europee e per evitare
eventuali conflitti, il cancelliere tedesco Otto Von Bismarck, decise di convocare una conferenza: la
CONFERENZA DI BERLINO per definire le sfere di influenza in Africa ed evitare così conflitti sanguinosi.
QUESTIONE SOCIALE
Nel frattempo, sempre in questo periodo storico (1870-1914), vi fu una forte crescita delle industrie (Usa
e UK su tutte) e la rivoluzione industriale toccò picchi storici elevatissimi.
Parallelamente a questo scenario di sviluppo economico-industriale, sorse la famosa “QUESTIONE
SOCIALE”. I lavoratori, appartenenti ormai ad una vera e propria classe sociale ben precisa, il
PROLETARIATO (ovvero coloro che possiedono la sola capacità di lavoro), vivevano in condizioni di vita
pessime ed erano sottoposti ad orari di lavoro pesantissimi (15 ore al giorno) con remunerazioni molto
basse.
Proprio in quegli anni però la classe proletaria cominciò a prendere coscienza delle pessime condizioni di
vita a cui era costretta e per questo nacquero in tutta Europa MOVIMENTI OPERAI e SINDACATI (per
esempio in Inghilterra nacquero le Trade Unions, prime forme di sindacato).
Nacque anche una forza politica con a cuore la tematica della Questione Sociale e le condizioni di vita del
proletariato: il MOVIMENTO SOCIALISTA, che diede diverse interpretazioni alla situazione:
SOCIALISMO ROMANTICO (PROUDHON). Sosteneva che solo attraverso un’armonia sociale si potesse
risolvere la questione.
SOCIALISMO SCENTIFICO (MARX). Riteneva le tesi dei socialisti romantici come “utopiche” e pensava
che soltanto attraverso un conflitto tra classi sociali si potesse risolvere la questione sociale.
CHIESA CATTOLICA (PAPA LEONE 13°). Sosteneva che soltanto attraverso ad una collaborazione tra
classi sociali si potesse risolvere la questione sociale.
CAPITOLO 9
Il ZENTRUM CATTOLICO Accusato dal cancelliere di essere un partito soggetto alle volontà del Papa e
dunque nemico dello stato tedesco; Bismarck introdusse una legge che sanciva sino a due anni di galera
per coloro che avessero espresso opinioni religiose-cattoliche in grado di ledere la quiete pubblica.
Il PARTITO SOCIAL DEMOCRATICO Combattuto da Bismarck attraverso alcune leggi che bandivano
qualsiasi attività legate o vicine al partito. Allo stesso tempo, per non inimicarsi la fascia di elettorato
vicino al partito socialista (dunque lavoratori ecc.), Bismarck introdusse alcune riforme sociali come le
ASSICURAZIONI contro malattia, infortuni sul lavoro, vecchiaia e invalidità. Fu il primo caso di WELFARE
STATE della storia.
Ad uno sviluppo in decrescita del settore industriale fece da contrappeso un forte sviluppo coloniale (che
suscitò molto critiche tra coloro i quali pensavano che gli sforzi militari dovessero essere concentrati per
battere la Germania e ottenere una rivincita), che portò alla conquista di buona parte dell’Africa
occidentale.
L’IMPERO AUSTRO-UNGARICO
L’Impero Austro-Ungarico, nato dal compromesso del 1867 in seguito alla guerra austro-Prussiana, era un
TERRITORIO MOLTO VASTO e POCO OMOGENEO da un punto di vista culturale e religioso.
Nella zona austriaca vi era una presenza di etnie ben distribuite da un punto di vista numerico (35%
tedeschi, 23,8% cechi, 14,9% polacchi) per questo i conflitti tra queste etnie erano all’ordine del giorno
ma non vedevano mai prevalere nessuno vista la giusta distribuzione.
Nella zona Ungherese invece, la presenza di magiari (54%) era di gran lunga superiore a quella di altre
etnie e per questo l’ungherese venne imposta come lingua ufficiale del regno e le discriminazioni erano
all’ordine del giorno.
L’economia del paese si basava principalmente sull’Agricoltura ma anche sui commerci via mare grazie
anche alla presenza del Porto di Trieste.
LA RUSSIA ZARISTA
ALESSANDRO II° La Russia uscì dalla guerra di Crimea con le ossa rotte. Uno dei motivi principali che si
attribuirono a quella sconfitta fu la numerosa presenza nella nazione di SERVI.
Lo Zar Alessandro II° allora decise di liberare ben 41 milioni di Servi e oltre a questo decise anche di
riformare il sistema giudiziario, quello fiscale e quello universitario.
Ma queste riforme non bastarono. In Russia nacque un movimento socialista di nome “POPULISMO” che
aveva come obbiettivo principale quello di emancipare le masse contadine e porre inizio ad una società
socialista.
Questo movimento si fece largo attraverso molti attentati, uno di questi indirizzato allo Zar Alessandro II°
andò a buon fine e sul trono di Russia salì il figlio ALESSANDRO III°.
ALESSANDRO III° Alessandro III° portò avanti una POLITICA ESTERA diversa da quella del padre. Egli
infatti, a seguito del rifiuto tedesco di rinnovare il trattato di contrassicurazione, cercò in tutti i modi di
allontanarsi dalla Germania. L’obbiettivo di Alessandro III° era quello di avvicinarsi alla grande nemica
della Germania, la Francia.
Si creò la duplice alleanza Franco-Russa (che in seguito all’alleanza con gli inglesi sarebbe divenuta
triplice intesa), la quale portò molti benefici alla Russia. Sfruttando i capitali arrivati da Parigi, la Russia
ammodernò lo stato per esempio con la costruzione di nuove linee ferroviarie (tratta transiberiana).
La Germania del cancelliere Bismarck temeva che la Francia potesse attaccarla per una rivincita.
Bismarck allora decise di creare una rete di alleanze per isolare la Francia ed evitare un eventuale
attacco, egli:
Favorì l’espansione coloniale francese in modo tale che quest’ultima fosse impegnata ad
espandere il proprio territorio in Africa e non per un eventuale attacco alla Germania.
Instaurò l’ALLEANZA dei 3 IMPERATORI con RUSSIA e IMPERO AUSTRO-UNGARICO per due
motivi: 1) per evitare che la Russia si alleasse coi francesi e che la Germania rimanesse schiacciata
su entrambi i fronti; 2) per evitare una guerra tra Russia e Impero Austro-Ungarico.
Inoltre pattuì il TRATTATO DI CONTROASSICURAZIONE con la Russia.
Instaurò la TRIPLICE ALLEANZA con l’IMPERO AUSTRO UNGARICO e l’ITALIA; alleanza che durò
sino alla prima guerra mondiale
CONVOCO’ IL CONGRESSO DEL BERLINO per tranquillizzare le potenze europee del fatto che non
ci fosse nessuna espansione russa in atto nel continente europeo (aveva ottenuto un influenza
molto forte nei Paesi Balcanici CRISI BALCANICA: I paesi Balcani si rivoltarono contro l’impero
Ottomano che opprimeva. La Russia, protettrice dei paesi slavi, allora si erse alla causa delle
nazioni oppresse e decise di intervenire a favore di queste popolazioni. La Russia dichiarò guerra
all’Impero Ottomano e riuscì a sconfiggerlo. Con la Pace di Santo Stefano venne sancita
l’indipendenza di BULGARIA, SERBIA E MONTENEGRO.
Nel congresso del 78’ Bismarck tranquilizza le potenze che la Russia non si sarebbe espansa.
Bulgaria rimaneva indipendente e protettorato dell’Austria sulla Bosnia.
CAPITOLO 10
L’ITALIA LIBERALE
SITUAZIONE DEL PAESE (1871-1914)
L’Italia post-risorgimentale fu un paese basato prevalentemente sull’AGRICOLTURA (a nord con
aziende medio piccole e a sud con un sistema latifondista) e su un modesto apparato industriale,
sviluppato principalmente nella parte settentrionale.
- PASSAGGIO dalla DESTRA alla SINISTRA STORICA (Governo DE PRETIS). L’Italia post-unitaria
venne governata per i primi anni dalla Destra; la destra cercò di organizzare lo stato da nord a
sud (costruzioni di opere pubbliche) e di risanare il bilancio statale. Per riuscire in tutto ciò decise
di imporre una politica fiscale molto rigida (es. TASSA SUL MACINATO). Ma il popolo italiano,
povero e arretrato, insorse per l’aumento delle tasse e il Re Vittorio Emanuele II° decise di
affidare l’incarico di governo ad AGOSTINO DE PRETIS, leader della sinistra storica.
La sinistra invece, si presentò al popolo italiano con un PROGRAMMA RIFORMISTA volto a
migliorare le condizioni del popolo italiano.
– RIFORMA SULLA SCUOLA (Legge Coppino): prevedeva l’obbligatorietà della scuola per i primi 3
anni.
– ABOLIZIONE DELLA TASSA SUL MACINATO.
– RIFORMA ELETTORALE: che estese il diritto di voto a tutti i maschi maggiorenni che avevano
compiuto i tre anni di scuola previsti dalla legge coppino.
- INASPRIMENTO del RAPPORTO tra STATO e CHIESA Dopo la conquista di Roma del 71’, la
famosa “Questione romana” si inasprì ancor di più.
Il Papa dopo aver scomunicato tutti i fautori dell’unificazione, rifiutò di accettare la “Legge sulle
guarentigie” (la quale assegnava al papa un risarcimento per le terre perdute) e infine decise di
applicare la formula del NON EXPEDIT (ovvero invitò tutti i cattolici ad astenersi dal voto
elettorale).
- NASCITA DEI MOVIMENTI SOCIALISTI e OPERAI Nel 1882 nacque a Milano il Partito Operaio
Italiano che aveva tra gli obbiettivi principali quello di legalizzare il diritto di SCIOPERO.
Nel 1889 nacque invece il primo partito socialista italiano, LA LEGA SOCIALISTA MILANESE grazie
a FILIPPO TURATI che convocò la prima riunione di partito a Genova; l’obbiettivo di Turati era
quello di fondere le tesi degli intellettuali di sinistra con la lotta operaia.
- RAFFORZAMENTO POLITICA ESTERA L’Italia post-unitaria si ritrovò isolata dalle altre grandi
potenze europee (forse anche per i pessimi rapporti tra governo e Santa Sede).
Il governo De Pretis capì che l’Italia necessitava di alcune alleanze per poter avere un ruolo
rilevante nella scena internazionale. Per questo De Pretis decise di sancire la TRIPLICE ALLEANZA
con GERMANIA e IMPERO AUSTRO-UNGARICO (nonostante i pessimi rapporti con gli austriaci).
Questo trattato rafforzava la posizione italiana nel mondo e oltretutto, all’interno del trattato,
riuscì ad ottenere una clausola di non belligeranza con la Gran Bretagna per evitare che la
potente flotta britannica potesse attaccare l’Italia.
Inoltre il governo De Pretis avanzò una politica espansionista che portò l’Italia a conquistare
l’Eritrea.
- L’ETA’ GIOLITTIANA L’età giolittiana è quel periodo che va dal 1901 al 1914, in cui a governare
fu Giovanni Giolitti.
Il governo Giolitti fu l’ultimo governo presieduto dalla sinistra storica (dopo i vari De Pretis e
Crispi) e portò ad una crescita economica e sociale del paese (nonostante non tutti siano
d’accordo).
PRIMO GOVERNO e MINISTRO INTERNI = Giolitti, che fu già primo ministro italiano durante il
periodo dello scandalo bancario romano, ebbe anche l’opportunità di lavorare come ministro
degli interni per il governo Zanardelli, riuscendo ad introdurre nuove riforme di welfare per la
popolazione.
SECONDO GOVERNO = Giolitti nel 1903 tornò al governo, in quello che fu il suo secondo
mandato. Egli ebbe come obbiettivo principale quello di proporre una politica che potesse
conciliare le pretese delle ali estremiste del paese: Socialisti e Liberali, in modo tale da poter
contare su una nutrita maggioranza in parlamento (i socialisti riformisti si schierarono dalla sua
parte).
Il secondo mandato giolittiano fu caratterizzato da un forte SVILUPPO INDSUTRIALE, in
particolare al nord dove si instaurò il famoso “Triangolo industriale” Genova-Milano-Torino e
nacquero grandi aziende come la FIAT.
Ma alla crescita industriale del Nord fece da contrappeso la forte crisi del Meridione,
abbandonato ed emarginato rispetto alla crescita settentrionale. Molti accusarono Giolitti di aver
abbandonato il sud nella sua arretratezza e criminalità per poter contare su un serbatoio di “voti
comprati”.
TERZO GOVERNO = Il terzo governo Giolitti dovette affrontare una forte CRISI FINANZIARIA
MONDIALE che provocò tensioni e conflitti tra le classi meno abbienti della società italiana. In
questo periodo Giolitti viene ricordato soprattutto per: 1) AVER ESTESO IL SUFFRAGIO
UNIVERSALE A TUTTI I MASCHI che sapessero leggere e scrivere oppure ai maschi (anche
analfabeti) che avessero preso parte al servizio militare;
2) per una POLITICA ESTERA espansionista che portò alla conquista delle coste Libiche.
CAPITOLO 11
VERSO LA PRIMA GUERRA MONDIALE
La FINE del SISTEMA BISMARCKIANO aveva procurato un cambio degli equilibri internazionali.
La Germania post-Bismarckiana guidata da Guglielmo II°, aveva deciso di non rinnovare il trattato
di contrassicurazione con la Russia; ciò determinò l’alleanza tra Francia e Russia con il
conseguente accerchiamento.
L’alleanza franco-russa si allargò alla Gran Bretagna a seguito della revisione delle sfere
d’influenza in Asia e così nacque ufficialmente la TRIPLICE INTESA.
L’altro fronte era invece quello della TRIPLICE ALLEANZA (Italia, Austria-Ungheria e Germania).
La prima occasione che mise di fronte i due schieramenti fu quella delle 2 CRISI MAROCCHINE.
Il Marocco chiedeva a gran voce l’indipendenza dalla Francia e dalla Spagna; per questo la
Germania del Kaiser Guglielmo decise di dare una mano al Sultano marocchino.
Scattarono subito le alleanze previste e i due fronti arrivarono vicinissimi allo scoppio di una
guerra.
La guerra fu nuovamente sfiorata nel 1911 quando le truppe francesi invasero il Marocco a
seguito di alcune tensioni; la Germania decise allora di spedire la propria cannoniera Panther
davanti alla costa marocchina per bloccare l’offensiva francese. Anche in questo caso si attivò il
sistema di alleanze (INTESA vs ALLEANZA) ma la guerra non scoppiò. Si arrivò ad una conclusione
soltanto attraverso alcuni accordi diplomatici che sancirono il PROTETTORATO SUL MAROCCO da
parte della FRANCIA (a sud) e della SPAGNA (a nord) e il controllo tedesco sul CAMERUN.
Questo evento fu importante poiché rafforzò la neonata triplice intesa e dall’altra parte aprì le
porte alla conquista italiana della Libia.
GUERRA ANGLO-BOERA = La guerra Anglo-Boera scoppiò nel 1899 e durò sino al 1902. Fu una
guerra sanguinosissima che fece ben 50.000 morti. La guerra scoppiò a seguito dei pessimi
rapporti tra coloni inglesi (traferitisi in Boemia per l’innumerevole presenza di Giacimenti d’oro) e
le autorità boere. La Gran Bretagna però non lasciò soli i propri compatrioti e decise di schierare
delle truppe al confine boero. La risposta non si fece attendere e il governo boero attaccò i
britannici scatenando la guerra. Alla fine la spuntarono i britannici grazie soprattutto alla
costruzione di molti fortini, alla requisizione del cibo alle popolazioni locali e alla costruzione di
campi di concentramento. Nel 1902 la guerra fu vinta e aprì le porte del Sudafrica ai britannici.
GIAPPONE
In Giappone, a seguito dell’apertura dei commerci con l’occidente (fatto avvenuto grazie
all’azione americana guidata dal commodoro Perry, che costrinse i giapponesi a firmare un
trattato ineguale), avvenne una vera e propria trasformazione della società.
Nel 1868 fu ABOLITO lo SHOGUNATO -una carica ereditaria attribuita alla famiglia Tokugawa, che
governava il Giappone dal 1192- e avvenne un RESTAURO dell’IMPERO con a capo il sedicenne
Meiji.
Il ritorno dell’impero coincise con un AMMODERNAMENTO del paese sul modello degli stati
occidentali, che permise al Giappone di diventare una vera e propria potenza ECONOMICA e
MILITARE.
Potenza Economica Fabbriche molto appetibili sul mercato per la loro manodopera a basso
costo;
Potenza Militare Portò il Giappone ad inaugurare una politica espansionista………………
SUDAN
Nel 1820 il Sudan venne occupato dall’Egitto.
I motivi che portarono all’occupazione del Sudan furono soprattutto due:
-- attuare una POLITICA ESPANSIONISTA in Africa;
-- si pensava che in Sudan fossero presenti MINIERE D’ORO.
L’esercito egiziano (meglio attrezzato) si sbarazzò di quello sudanese in poco tempo e a partire
dal 1820 l’amministrazione del territorio passava in mano agli egiziani.
La presenza egiziana però era ingombrante, soprattutto quando i denari del Sudan venivano
portati direttamente in Egitto.
La popolazione sudanese (formata a nord da arabi e a sud da neri) insorse e nel 1881 il gruppo
religioso dei DERVISCI guidati da MAHDI, riuscirono a intimorire la potenza egiziana con diversi
attacchi e guerriglie, senza però riuscire a scacciarla del tutto.
Soltanto grazie all’intervento della GRAN BRETAGNA si ebbe una svolta in Sudan.
La Gran Bretagna infatti decise di intervenire per ampliare la propria sfera d’influenza sul
continente africano e impose all’Egitto un “Condomino” ANGLO-EGIZIANO ponendo fine
all’egemonia egizia sul territorio sudanese e restituendo ai sudanesi maggiori autonomie (al nord
per esempio si creò una vera e propria elitè sudanese).
CAPITOLO 12
LA PRIMA GUERRA MONDIALE
MOTIVI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE:
- La GERMANIA di Guglielmo II° era divenuta una Super Potenza a livello industriale e voleva
crescere anche da un punto di vista marittimo per cercare di contrastare la supremazia della
flotta inglese.
- La FRANCIA covava una sete di “Revance” nei confronti della Germania sin dai tempi della guerra
Franco-Prussiana che determinò il passaggio dell’Alsazia e della Lorena in mano ai tedeschi.
- La RUSSIA, protettrice dei popoli slavi, temeva che l’impero Austro-Ungarico potesse annettere ai
propri territori i paesi balcanici. Fu proprio per la paura di essere ingerita nel sistema austro-
ungarico che la Serbia decise di opporre resistenza, generando forti tensioni tra le due nazioni.
- L’ITALIA invece, nonostante facesse parte della triplice alleanza, nutriva una forte antipatia nei
confronti dell’Austria-Ungheria e per di più vi erano ancora alcuni territori contesi tra le due
nazioni (Friuli, Istria, Dalmazia).
L’AUSTRIA mandò un ultimatum alla SERBIA intimandole di sottomettersi ma questa non accettò e scattò
la dichiarazione di guerra. Di conseguenza la RUSSIA, alleata serba e protettrice dei popoli slavi, cominciò
a mobilitare il proprio esercito scatenando la reazione della GERMANIA che a sua volta decise di
iniziare una guerra su due fronti, a ovest dichiarò guerra alla Francia mentre a est dichiarò guerra alla
Russia.
1914 La Germania era consapevole di non poter resistere a lungo ad una guerra combattuta su due
fronti, per questo da anni aveva provveduto a creare piani d’attacco nel caso in cui fosse scoppiata una
guerra. Il piano tedesco, che prese il nome di PIANO SCLIFFEN, era quello di invadere il Belgio (neutrale)
per aggirare le truppe francesi e coglierle di sorpresa con una guerra lampo che avrebbe permesso alla
Germania di sbarazzarsi in poco tempo degli alleati ad ovest e concentrarsi sulla guerra con la Russia ad
Est. La violazione della neutralità belga nel frattempo, indusse la Gran Bretagna ad intervenire nel
conflitto al fianco degli alleati francesi, mentre l’Italia era l’unica nazione delle due alleanze che non
aveva ancora preso parte al conflitto.
Il piano SCLIFFEN però fu fortemente rallentato dalla resistenza del popolo belga e la Germania fu
costretta ad un drastico rallentamento delle sue truppe che permise agli inglesi di rimpolpare l’esercito
francese già presente sul fronte di guerra.
Una volta giunto alle porte di Parigi, l’esercito tedesco si scontrò con quello francese nella
sanguinosissima BATTAGLIA DELLA MARNA. Alla fine i francesi riuscirono a respingere l’attacco tedesco e
vinsero il primo grande confronto della Grande guerra.
Sul Fronte orientale intanto, l tedeschi si resero protagonisti di vittorie importantissime nonostante la
Gran Bretagna avesse cominciato ad attuare un blocco navale ai due imperi centrali (costringendoli a
gravi problemi interni come il razionamento del cibo).
Visto il fallimento della guerra lampo, che si trasformò in guerra di trincea e logoramento, i tedeschi
necessitarono di nuove alleanze per non capitolare sotto i colpi degli alleati. Per questo decisero di
allearsi con l’IMPERO OTTOMANO.
Alla fine del 1914 nessuna potenza aveva prevaricato sull’altra (la Germania aveva perso in Francia ma allo
stesso tempo aveva ottenuto importanti vittorie ad est; mentre gli alleati riuscirono a respingere le truppe
tedesche ad ovest ma non le sconfissero definitivamente) e la guerra di trincea aveva provocato già milioni
di morti (TREGUA DI NATALE 1914 tra tedeschi e inglesi…… RICORDA).
1915 - 1916 Il 1915 è l’anno dell’entrata in guerra dell’Italia. Questa era rimasta fuori dal conflitto
poiché ad attaccare per prima fu una potenza della triplice alleanza (della quale l’Italia faceva parte).
Sebbene il paese fosse in maggioranza NEUTRALISTA (tra cui anche Giolitti, il presidente Salandra e i
cattolici), le spinte nazionaliste ed INTERVENTISTE (socialisti rivoluzionari, Mussolini) cominciavano a
farsi sentire. La speranza degli interventisti era quella che l’Italia potesse entrare in guerra per ottenere
un maggior prestigio internazionale ed annettere le tanto attese regioni mancante nel nord.
L’Italia entrò in guerra nel 1915 al fianco della triplice intesa, stipulando un accordo segreto con gli alleati
nel famoso PATTO DI LONDRA. In caso di vittoria l’Italia avrebbe ottenuto l’Istria, Trieste, la Dalmazia, il
Friuli e un territorio in Albania. Dall’entrata in guerra in poi l’Italia fu principalmente occupata nella
guerra a distanza ravvicinata con i rivali di sempre: gli Austriaci. Anche in questo caso la guerra si rivelò
più lunga e logorante del previsto, senza che una delle due nazioni riuscisse a prevalere nettamente
sull’altra (i primi scontri avvennero sul fiume Isonzo).
Gli imperi centrali capirono che lo scorrere del tempo non giocava affatto dalla loro parte, per questo
decisero di provare una doppia offensiva sul modello della guerra rapida effettuata nel 1914.
Nel 1916 i tedeschi attaccarono i francesi nella famosa BATTAGLIA DI VERDUN dove morirono oltre
300.000 uomini e gli attacchi tedeschi vennero respinti. Mentre nel 1917 gli austriaci attuarono un piano
di “punizione militare” contro gli italiani e li attaccarono nella famosa BATTAGLIA DI CAPORETTO; Gli
austriaci riuscirono a rompere le linee militari italiane (anche grazie alla presenza dei battaglioni di ritorno
dalla Russia a seguito della pace di Brest) ma furono poi fermati lungo il corso del fiume Piave (il generale
Luigi Cadorna, vista la sconfitta, fu sostituito da Armando Diaz che grazie al coraggio dei suoi uomini, in
particolare i ragazzi del 99’, riuscì a contenere gli austriaci sul Piave).
1917 E’ l’anno che segna i destini della guerra. In particolare sono due gli avvenimenti che smuovono
la situazione di stallo venutasi a creare:
- L’INTERVENTO DEGLI USA A poche settimane dalla pace di Brest, gli Usa decisero di
intervenire nella grande guerra, controbilanciando l’uscita russa.
Il casus belli che spinse gli americani ad intervenire fu l’affondamento di una nave che
trasportava molti civili americani (nave Lusitania). Ma in realtà i motivi che spinsero gli U.S.A. ad
intervenire avevano principalmente origine economica. Questi infatti avevano paura che un
eventuale sconfitta degli alleati potesse rafforzare la Germania, che già in quegli anni era
divenuta una vera e propria potenza industriale ai livelli americani.
Il presidente Wilson stilò 14 punti in cui dettava le linee guida per la pace in Europa (abolizione
diplomazia segreta, apertura delle frontiere commerciali, nascita della Polonia, fondazione della
società delle nazioni).
1918 Grazie all’intervento degli americani, gli alleati si preparano a combattere le ultime e
decisive battaglie della grande guerra.
La prima di queste battaglie decisive andò nuovamente in scena sulla Marna, dove i tedeschi
capirono di dover sferrare un offensiva prima che i rinforzi americani arrivassero in Europa e prima
che il blocco navale inglese potesse produrre gli effetti più disastrosi.
Sulla Marna i tedeschi vennero battuti definitivamente dagli alleati; mentre gli austriaci vennero
sconfitti dagli italiani nella battaglia di Vittorio Veneto e furono costretti a firmare l’armistizio di villa
giusti.
- Wilson (America), sosteneva che dovesse essere proclamata una società delle nazioni capace di
garantire la pace nel mondo, abbandonando la via della diplomazia segreta (tesi che trovò
l’appoggio delle altre nazioni e portò alla creazione di quest’ultima). Inoltre, con il suo modo di
pensare considerato “idealista” dal resto dei partecipanti, egli propose una soluzione
democratica per sistemare le nazioni uscite sconfitte dalla guerra. Allo stesso tempo però
pretendeva a gran voce che gli europei saldassero il debito di guerra contratto con gli Stati Uniti.
- Le nazioni Europee invece, contrapposero all’idealismo americano un “Realismo” frutto di anni di
guerra e morte; le nazioni europee spingevano per una soluzione punitiva. Le grandi nazioni
“sconfitte” della guerra, Germania e Austria, dovevano pagare molto caro la guerra scatenata nel
vecchio continente.
Alla fine prevalse la linea europea e per ogni nazione sconfitta venne creato un trattato:
- GERMANIA TRATTATO DI VERSAILLES (diktat, era un trattato che poteva solo essere
accettato). Questo trattato prevedeva la restituzione dell’Alsazia – Lorena alla Francia, la cessione
di alcuni territori al neonato stato polacco (corridoio di Danzica) e anche la Smilitarizzazione /
Disarmo della nazione (che poteva tenere soltanto 100.000 soldati per eventuali controversie
interne al paese). Inoltre doveva indirizzare ben 20 miliardi di franchi alle nazioni vincitrici.
Il trattato fu veramente molto SEVERO e provocò forti proteste del popolo tedesco (creazione di
movimenti nazionalisti assolutisti); per di più il popolo tedesco era convinto di non aver perso sul
campo di guerra e nutriva forte sentimenti di vendetta.
- AUSTRIA TRATTATO DI SAINT-GERMAIN; questo trattato prevedeva la cessione della Galizia
alla Polonia e del Trentino / Brennero all’Italia; inoltre sanciva che l’Austria non si sarebbe potuta
unire in futuro alla Germania.
Si può dire che il Congresso di Parigi, a seguito dei vari accordi presi, creò un blocco di nazione
soddisfatte (Francia, Inghilterra su tutte) e un blocco di nazione Insoddisfatte tra cui Germania,
Austria ma anche l’Italia che, nonostante fosse uscita vincitrice dal conflitto, non riuscì ad ottenere
tutti i territori stabiliti nel Patto di Londra del 1915. Per questo si parlò di VITTORIA MUTILATA e
vedremo che sarà una delle cause principali che portò allo scoppio della seconda guerra mondiale.
Un'altra delle conseguenze fu il RAFFORZAMENTO dell’AMERICA e l’ascesa del GIAPPONE. Gli Stati
Uniti erano divenuti la principale potenza mondiale mentre l’Europa perse ufficialmente il suo ruolo
centrale nello scacchiere internazionale.
- GUERRA LOGORANTE fu una guerra di trincea in cui gli eserciti avanzavano di poche centinaia
di metri al prezzo di moltissime vite. Questa guerra fece milioni di morti ed è ricordata anche per
questo.
- COINVOLGIMENTO DEI CIVILI Fu una guerra che fece molti morti anche tra i civili.
- NUOVI ARMAMENTI Si diffusero armi chimiche come Gas Asfissianti oppure vennero
introdotti i carrarmati, sommergibili per la prima volta
- GUERRA DELL’ODIO Fu anche una guerra dell’odio, senza rispetto verso i nemici; i quali
venivano dipinti dall’opinione pubblica come delle vere e proprie bestie da annientare per
difendere la patria.
Il primo dopoguerra italiano fu caratterizzato da una grande instabilità politica che provocò il
passaggio da uno stato LIBERALE ad uno stato ASSOLUTISTA, dovuto a:
- RIVOLTA OPERAIA provocata da una forte crisi economica che dette vita al cosiddetto
“Biennio Rosso” (1919-1920), in cui si scatenarono feroci scioperi e proteste da parte della classe
operaia che, sulla scia delle rivoluzioni russe del 17’, cercò di farsi spazio sulla scena politica del
tempo.
- “VITTORIA MUTILATA”. L’Italia, nonostante fosse uscita vincitrice dalla guerra, non riuscì ad
ottenere i territori che aveva concordato nel famoso Patto di Londra. Alla conferenza di Parigi, la
delegazione italiana chiese il “pacchetto” Londra + Fiume ma non venne accontentata e
addirittura, la delegazione italiana lasciò la conferenza in anticipo. L’opinione pubblica italiana
non prese bene la questione e ciò provocò forti reazioni da parte dei più ferventi nazionalisti:
Gabriele D’Annunzio partì per fiume con un migliaio di “legionari” e per un breve periodo la città
entrò a far parte dell’Italia. Soltanto nel 1929, grazie agli accordi presi da Mussolini si risolse la
questione fiumana.
In questo clima molto acceso nacquero nuove forze politiche che andarono, piano piano, ad erodere
lo strapotere politico del Partito Liberale. Nel 1919 nacque il Partito Popolare Italiano (PPI), vicino al
mondo cattolico; Benito Mussolini, sempre nello stesso anno, fondò il partito dei Fasci di
Combattimento (i cui primi aderenti furono ex combattenti e militari). Nel frattempo il Partito
Socialista Italiano (PSI) si era scisso e l’ala massimalista formata da Togliatti e Gramsci creò il Partito
Comunista Italiano (PCI).
Alle elezioni del 1921 il partito fascista, che di li a poco avrebbe cambiato denominazione in Partito
Nazionale Fascista (PNF), ottenne ben 37 seggi e cominciò la scalata verso il potere.
Nel frattempo le violenze politiche messe in atto dai fascisti aumentarono notevolmente. Le squadre
fasciste (da cui deriva il termine squadrismo), composte da capi locali come Farinacci o Italo Balbo,
dirompevano nelle principali città italiane e mettevano a tacere i nemici politici con atti violenti ed
intimidatori. L’escalation di violenza fascista nelle principali città italiane culminò nel 1922, quando
Mussolini decise di marciare verso Roma con 25.000 uomini per compiere un vero e proprio colpo di
stato. Il presidente del consiglio Facta si oppose e chiese al Re Vittorio Emanuele III° di decretare lo
stato d’assedio per poter reagire e schierare l’esercito. Ma il Re, simpatizzante fascista e in ottimi
rapporti con Mussolini (o forse timoroso della violenza fascista), decise rifiutare lo stato d’assedio e
poco dopo incaricò lo stesso Mussolini di costituire il nuovo governo. Era la fine dello stato liberale e
l’inizio di quello totalitario fascista.
IL FASCISMO AL POTERE:
Nel 1922 Mussolini salì per la prima volta al potere. A seguito della Marcia su Roma, il Re Vittorio
Emanuele III° gli diede il compito di formare un nuovo governo e così fu. I primi anni del governo
Mussolini vengono ricordati per:
- Il primo governo Mussolini comprese ministri provenienti anche da altri partiti e viene ricordato
soprattutto per lo STRAVOLGIMENTO dello STATUTO ALBERTINO. Mussolini infatti snaturò la
carta costituzionale italiana senza incontrare particolari difficoltà. Lo statuto albertino era una
carta costituzionale FLESSIBILE, ovvero modificabile attraverso legge ordinaria (oggi invece, la
carta costituzionale è modificabile solo attraverso procedimenti aggravati) e non fu difficile per
Mussolini sostituire la camera dei deputati con un'altra camera composta da soli fascisti: LA
CAMERA dei FASCI E DELLE CORPORAZIONI e far approvare in breve tempo leggi a suo favore.
Mussolini, grazie a questo sistema, riuscì a far approvare leggi di repressione verso la stampa,
leggi sull’abolizione del diritto di sciopero, leggi che bandivano tutte le organizzazioni politiche
non fasciste, la Legge Acerbo (che garantiva un solido premio di maggioranza ai vincitori delle
elezioni) e altre leggi che permisero una “FASCISTIZZAZIONE” del paese nel più breve tempo
possibile. Nel progetto di Mussolini infatti c’era l’obbiettivo di indottrinare la popolazione
italiana, di creare una vera e propria generazione fascista, a cominciare sin dai primi anni di vita (i
balilla).
- Uno degli avvenimenti chiave che mostrò la vera natura violenta e assolutista del fascismo, fu il
DELITTO MATTEOTTI. Matteotti fu un deputato socialista che dopo aver denunciato le barbarie
fasciste in un discorso in parlamento, venne brutalmente ucciso. Qualche tempo più tardi
Mussolini si prese la responsabilità morale, politica e storica dell’omicidio di Matteotti generando
lo sdegno più totale delle forze politiche all’opposizione, le quali per protesta si “ritirarono
sull’Aventino” (il colle su cui si ritirarono i plebei stufi dell’oppressione dei patrizi). Nel giro di
pochi anni Mussolini represse con la forza ogni tipo di opposizione al fascismo; egli esiliò la
maggior parte dei rivali politici su delle isole nel corso del suo mandato ventennale (dalle isole
Lipari sino a Ventotene)…. Spinelli, Rossi, Pertini ecc…
- Un altro degli avvenimenti che contraddistinse l’era Mussolini e che diede grandi margini di
consenso a quest’ultimo fu la risoluzione della questione romana con la stipula dei PATTI
LATERNANESI (1929). Papa Pio XI e Mussolini interruppero il rapporto conflittuale che si era
venuto a creare tra stato e chiesa dopo l’unificazione d’Italia e concordarono:
- La fondazione dello STATO VATICANO
- Risarcimento alla chiesa, GUARENTIGIE
- Riconoscimento del MATRIMONIO CANONICO (celebrato in chiesa), Cattolicesimo RELIGIONE di
STATO, INSEGNAMENTO della RELIGIONE CATTOLICA nelle scuole
All’indomani della stipula dei Patti Lateranensi, Mussolini indisse le cosiddette “Elezioni Plebiscitarie”
del 29 dove il partito fascista (grazie anche a brogli elettorali e violenze politiche) riuscì ad ottenere il
98% del consenso popolare ponendo inizio ad uno dei periodi più bui per la storia italiana.
GERMANIA =
Guglielmo II° abdicò e in Germania venne proclamata la REPUBBLICA di WEIMAR.
Il presidente della repubblica veniva eletto dal popolo ogni sette anni mentre il governo era
presieduto da un cancelliere, il quale poteva essere sfiduciato in qualsiasi momento dal Reichstag.
La prima forza politica che governò in Germania nel dopoguerra fu la SOCIALDEMOCRAZIA (sinistra)
che portò alla nomina di Ebert come primo presidente della repubblica di Weimar.
Ebert fu costretto a firmare il trattato di Versailles senza possibilità di rifiuto e per questa ragione il
popolo, deluso dalla decisione del governo di accettare le pretese nemiche, non prese in simpatia la
neonata repubblica. Il primo dopoguerra tedesco si contraddistinse anche per:
- VIOLENZA POLITICA all’interno del paese; molti politici vennero assassinati e per la prima volta
Adolf Hitler cercò di mettere in atto un colpo di stato (il Putsch di Hitler) a Monaco di Baviera
senza però riuscire nel suo intento. Egli fu imprigionato e negli anni di galera cominciò a scrivere
il Mein Kampf (la mia guerra), libro che diventerà famoso in tutto il mondo qualche anno dopo.
- CRISI ECONOMICA dovuta alle spese di risarcimento per riuscire a contrarre il debito di guerra
con gli alleati. Il paese cadde in IPERINFLAZIONE e il marco tedesco si era ormai svalutato del
tutto (la gente usciva di casa per andare a comprare il pane con valigie piene di banconote).
Gli elementi determinanti per l’uscita dalla crisi furono: il CAMBIO DI MONETA e il PIANO
DAWES, che consisteva nella riorganizzazione del sistema bancario e nella collaborazione con gli
Usa tramite finanziamenti per riuscire a ripianare i debiti di guerra.
- Lo SCOPPIO DELLA CRISI ECONOMICA nel 29’: la quale mise in ginocchio intere popolazioni,
compresa quella tedesca.
- La grande voglia di RIVINCITA nei confronti degli alleati: i quali avevano inflitto alla Germania un
trattato molto severo da rispettare (il trattato di Versailles). A detta anche di grandi personaggi
del passato come Keynes, la punizione riservata alla Germania durante la conferenza di Parigi fu
troppo severa e questa non fece altro che accrescere il sentimento nazionalista di paesi che
ritenevano di essere usciti dalla conferenza di pace con in mano una “sconfitta” o una “vittoria
mutilata” come nel caso dell’Italia.
E così fu. Adolf Hitler infatti, che già nei primi anni 20’ tentò un colpo di stato a Monaco di Baviera (il
Putsch di Hitler), riuscì a smuovere i sentimenti più bassi e nazionalisti di un popolo ferito. Egli, a
capo del partito nazionalsocialista (nazista), conquistò il potere passando direttamente dalle urne
elettorali. Nel 33’ il capo dello stato Hindenburg chiamò Hitler al potere che, in breve tempo, riuscì ad
eliminare tutte le opposizioni politiche e imporre un regime pienamente totalitario (famoso
l’incendio del parlamento per cui vennero accusati i comunisti, il “reichstag” tedesco). Nel 34’ poi,
alla morte del presidente della repubblica Hindenburg, Hitler diventò anche capo di stato
catalizzando sul partito nazista tutti i poteri del paese e determinando la FINE DELLA REPUBBLICA DI
WEIMAR e l’inizio del TERZO REICH TEDESCO.
Hitler in poco tempo diede vita al suo piano estremista (già espresso all’interno del Mein Kampf);
Rese legali le SS guidate da Himmler e istituì la Gestapo, la polizia politica per controllare ogni tipo di
opposizione politica al regime.
Creò i primi campi di concentramento (il primo fu Dachau) per attuare il suo piano di “purificazione
della razza” ed eliminare i capri espiatori da lui individuati: ebrei, comunisti e handicappati. Appena
preso il potere Hitler fece approvare leggi antisemite, culminate poi con le LEGGI DI NORIMBERGA
del 1935 che proibivano matrimoni con ebrei, toglievano la cittadinanza a quest’ultimi e levavano
loro il diritto di voto e più in generale il diritto di espressione all’interno della nazione. Da ricordare la
famosa notte dei cristalli, quando alla notizia di un attentato ebreo nei confronti di un generale
tedesco a Parigi, il Reich ordinò una serie di violenze contro la comunità ebraica (vetrine rotte, per
questo notte dei cristalli).
Inoltre si riorganizzò sul piano militare: ordinò il Riarmo della Renania e ripristinò la leva militare,
violando due delle clausole del trattato di Versailles. Cercò poi di annettere l’Austria ma fallì
(Mussolini era contrario e infatti schierò ben 5 battaglioni al fronte). Infine riuscì a far firmare a Stalin
un PATTO DI NON AGGRESSIONE in modo tale da poter concentrare tutte le sue forze belliche sul
fronte occidentale.
RUSSIA
Dopo le due rivoluzioni del 17’, la Russia visse una vera e propria guerra civile. Da una parte le
Armate Bianche (zariste), dall’altra le Armate Rosse (bolsceviche). Le armate rosse prevalsero.
Con il passare degli anni Lenin decise di sostituire la politica del “COMUNISMO di GUERRA” (basata su
requisizioni nelle campagne, militarizzazione degli operai e duri razionamenti alimentari) con una
NUOVA POLITICA ECONOMICA (NEP), basata principalmente sul libero commercio della produzione
agricola per favorire i contadini.
Nel 1922 nacque ufficialmente l’URSS e alla morte di Lenin si scatenò una sfida per la successione al
potere. In pochi anni STALIN riuscì ad eliminare i rivali Trockij e Bucharin e salì al potere nel 1924
gettando le basi per la nascita di uno STATO TOTALITARIO. In questo periodo, che durò sino al
secondo dopoguerra (1924-1945-50), Stalin abolì la NEP voluta da Lenin per dare vita ad una politica
economica basata sull’INDUSTRIALIZZAZIONE STATALE. Questa scelta provocò forti reazioni dal
mondo contadino (le quali vennero messe a tacere con la deportazione nei campi di
concentramento). Stalin introdusse anche i famosi PIANI QUINQUENNALI per pianificare l’economia
del paese; Questo approccio però si rivelò poco efficace poiché non mirava ad una politica economica
efficiente nel lungo periodo ma si preoccupava soltanto di pochi anni. Come detto egli creò un regime
totalitario al pari di quello hitleriano e per spazzare via ogni sorta di opposizione politica creò dei
campi di concentramento (GULAG). Quello di Stalin fu un vero e proprio REGIME DEL TERRORE che
utilizzava ogni mezzo a disposizione (comprese le famose “Purghe” russe) per legittimare la propria
potenza.
STATI UNITI
Gli Usa furono i veri vincitori del conflitto mondiale. Divennero infatti la principale potenza mondiale.
Fornivano il 46% della produzione industriale mondiale, il 70% del petrolio e il 40% del carbone.
Fu la prima vera società consumistica moderna che per far fronte all’accresciuta richiesta di beni e
servizi, introdusse nuove tecniche di produzione (Fordismo e Taylorismo, catene di montaggio umane
automatizzate alla perfezione su base scientifica).
Un'altra caratteristica del primo dopoguerra fu l’introduzione del PROIBIZIONISMO, ovvero il divieto
di fabbricare o vendere alcolici (si pensava che questi potessero originare violenza).
Inoltre l’America decise di tornare a seguire la linea Monroe e attuò una politica estera
ISOLAZIONISTA, “l’America prima di tutto”.
Ma il vero evento che sconvolse il primo dopoguerra americano e mondiale fu certamente:
LA CRISI ECONOMICA DEL 29’ = Questa crisi ebbe risvolti negativi su tutto il mondo, poiché come
sappiamo l’America era divenuta la potenza importatrice più importante a livello mondiale.
La crisi economica del 29 è riconducibile a due cause:
- Crisi Agraria dovuta alla ripresa dell’economia agraria europea che a guerra terminata, stava
tornando lentamente ai suoi livelli originari. Dunque l’esportazione americana calò
clamorosamente e i molti agricoltori che avevano contratto debiti con le banche per mandare
avanti le proprie attività non poterono restituire i soldi dovuti, determinando anche il fallimento
di moltissime banche.
- Speculazione in Borsa L’ottimismo per uno sviluppo incessante dell’economia americana
portò ben presto ad una speculazione in borsa. Si acquistavano azioni in borsa a credito, nella
speranza di rivenderle ad un prezzo maggiorato poco dopo.
Al primo ribasso del mercato finanziario (dopo tanti anni di rialzi), tutti coloro che possedevano le
azioni cercarono di rivenderle. Nel famoso “Giovedì nero” della borsa di Wall Street, si
venderono circa 13 milioni di azioni a prezzi stracciati. 5 giorni dopo, nel “Martedì nero” la borsa
crollò.
Soltanto nel 33’, grazie alla politica economica applicata nel New Deal da Delano Roosvelt,
l’economia americana tornò a girare. Egli applicò alla lettera la dottrina keynesiana, secondo la quale
i mercati economici necessitano dell’intervento del governo centrale per restare in piedi (non esiste
alcuna mano invisibile capace di autoregolare i mercati). Secondo Keynes lo stato, per rimettere in
moto l’economia aveva bisogno di accrescere la domanda interna di beni e servizi e l’unico modo per
riuscire in ciò era aumentando la spesa pubblica (dunque gli investimenti dello stato).
REGNO UNITO
Nel Regno Unito del dopoguerra, uno dei principali problemi fu la Questione Irlandese.
Il sentimento indipendentista dell’Irlanda cattolica nei confronti della Gran Bretagna protestante ha
radici molto profonde nel tempo, sin dai tempi degli Stuart. Soltanto nel 1922 la questione ebbe una
svolta. Dopo alcune rivolte molto feroci (rivolta di Pasqua del 1916 su tutte) e moltissimi attentati
terroristici messi a punto dall’Irish Repubblican Army (IRA) guidata da Micheal Collins, il governo
britannico decise di porre fine alla questione concedendo la tanto agognata indipendenza al popolo
Irlandese. Nel 1922 appunto, nacque lo stato libero d’Irlanda.
Ma i sentimenti indipendentisti all’interno delle colonie britanniche si fecero sentire anche altrove e
nel 1926 la Dichiarazione di Balfour stabilì che i dominions britannici (Canada, Australia, Sudafrica,
Irlanda) potessero divenire comunità autonome capaci di darsi una costituzione e rifiutare leggi
provenienti da Londra.
In India invece, il processo di indipendenza fu molto più lento e sanguinoso:
Gli Inglesi avevano promesso la concessione di un autogoverno al popolo indiano in cambio di una
folta partecipazione di quest’ultimi alla prima guerra mondiale. Gli indiani partirono in massa ma al
termine del conflitto gli accordi furono disattesi e oltretutto vennero attuate ulteriori misure
oppressive nei confronti della popolazione. Scattarono grandi proteste tra cui spiccò quella del
Mhatama Ghandi, basata sulla non violenza.
SECONDA GUERRA MONDIALE
I PRINCIPALI FATTI CHE PORTARONO ALLA GUERRA TRA IL 1935 e il 1939:
- LA GUERRA IN ETIOPIA:
La guerra in Etiopia portò l’Italia di Mussolini ad allearsi con la Germania di Hitler.
Nel 1935, alla notizia del ripristino della leva militare in Germania e alla notizia della volontà di
Hitler di attuare “l’Anchluss” (l’annessione dell’Austria), si temeva che una guerra potesse
scoppiare da un momento all’altro. Per far fronte a questa situazione d’urgenza, Mussolini decise
di convocare un incontro in Italia, a Stresa, con Gran Bretagna e Francia per decidere come
muoversi. Alla fine dell’incontro le tre nazioni decisero di non permettere ad Hitler di compiere
l’annessione e allo stesso tempo di voler mantenere una situazione di pace sul territorio europeo.
Ma il “Fronte di Stresa” cadde ben presto quando Mussolini, volenteroso di accrescere la propria
- ESPANSIONISMO TEDESCO:
Hitler rivendicava tutte le nazioni di lingua e origine tedesca ed era pronto a tutto piuttosto di
riprendersele. Il suo obbiettivo era quello di riprendersi il cosiddetto “SPAZIO VITALE” per gli
oltre 60 milioni di abitanti tedeschi. Per questo nel 38’, forte dell’alleanza con Mussolini, decise di
dare il via all’ANSCHLUSS dell’Austria. L’operazione si concluse senza problemi e un plebiscito
nazionale dette addirittura una parvenza di legalità all’operazione di Hitler.
Sempre nel 38’ volle risolvere la QUESTIONE DEI SUDETI, una popolazione germanica che viveva
in Cecoslovacchia. Hitler voleva che le zone dove viveva questa popolazione fossero concesse alla
Germania e grazie all’arrendevolezza e al desiderio ostinato di mantenere la pace in Europa da
parte di Francia e Inghilterra, egli riuscì nel suo intento. Il patto di Monaco tra le nazioni coinvolte
permise ad Hitler di impossessarsi della zona desiderata e di mantenere la pace in Europa.
L’ultimo atto dell’espansionismo tedesco fu la richiesta della POLONIA. Hitler voleva riprendersi il
cosiddetto “Corridoio polacco”, perso a seguito del tratto di Versailles. Per riuscire nel suo
intento stipulò un PATTO DI NON AGGRESSIONE con la Russia di Stalin (che dal canto suo invece
non voleva essere coinvolto in un'altra guerra e otteneva una parte della Polonia). Il 1°
SETTEMBRE 1939 la GERMANIA INVADE LA POLONIA INZIO SECONDA GUERRA MONDIALE.
SECONDA GUERRA MONDIALE 1939-1945
1°FASE =
Il 1º settembre 1939 la Germania diede inizio alle operazioni militari contro la Polonia:
La Wermacht invase la Polonia grazie alla tecnica della GUERRA LAMPO. Questa modalità di guerra
prevedeva il disfacimento di molte forze armate sul territorio, oltre all’utilizzo di carri armati e
dell’aviazione per bombardare e distruggere il nemico. Già ad Ottobre le forze tedesche avevano
conquistato la Polonia che, di li a poco, sarebbe stata spartita con i Russi.
Nel frattempo la Russia riuscì ad annettere i tre stati baltici (Lettonia, Estonia, Lituania) e conquistò la
Finlandia grazie alla “Guerra d’Inverno”.
La prima fase della guerra fu favorevole ad Hitler che, dopo aver occupato la Polonia, conquistò
Danimarca e Norvegia, due svincoli cruciali per il passaggio di materie prima verso il Reich.
Mentre la Germania nazista si avvicinava a grandi falcate verso la manica conquistando una ad una tutte
le nazioni confinanti e la Gran Bretagna affidava il governo del paese a Winston Churchill, attorno alla
Francia veniva ultimata la cosiddetta “Linea Maginot” (in onore del ministro della guerra francese
Maginot). La Linea Maginot era sostanzialmente una linea difensiva fatta di mura e fortificazioni che
andavano dalla Svizzera sino al Belgio.
Ma la linea Maginot venne presto aggirata dai tedeschi che grazie alla guerra lampo e ai mezzi d’attacco
all’avanguardia, riuscirono a penetrare il fronte francese (battaglia della Somme e dell’Aisne)
e dirigersi direttamente verso la Manica.
Il 14 giugno 1940 Hitler entrava a Parigi mentre intanto quel che ne rimaneva dei soldati alleati scappò
verso Dunkirk per cercare di imbarcarsi verso la Gran Bretagna e sfuggire dal massacro.
La Francia chiese alla Germania di firmare un armistizio e Hitler accettò di firmarlo ma soltanto in cambio
del fatto che questo fosse firmato all’interno dello stesso vagone in cui Guglielmo II° firmò la resa con i
francesi (per compiere una sorta di vendetta).
STORIA SECONDA PARTE
CAPITOLO 11
VERSO LA PRIMA GUERRA MONDIALE
La FINE del SISTEMA BISMARCKIANO aveva procurato un cambio degli equilibri internazionali.
La Germania post-Bismarckiana guidata da Guglielmo II°, aveva deciso di non rinnovare il trattato
di contrassicurazione con la Russia; ciò determinò l’alleanza tra Francia e Russia con il
conseguente accerchiamento.
L’alleanza franco-russa si allargò alla Gran Bretagna a seguito della revisione delle sfere
d’influenza in Asia e così nacque ufficialmente la TRIPLICE INTESA.
L’altro fronte era invece quello della TRIPLICE ALLEANZA (Italia, Austria-Ungheria e Germania).
La prima occasione che mise di fronte i due schieramenti fu quella delle 2 CRISI MAROCCHINE.
Il Marocco chiedeva a gran voce l’indipendenza dalla Francia e dalla Spagna; per questo la
Germania del Kaiser Guglielmo decise di dare una mano al Sultano marocchino.
Scattarono subito le alleanze previste e i due fronti arrivarono vicinissimi allo scoppio di una
guerra.
La guerra fu nuovamente sfiorata nel 1911 quando le truppe francesi invasero il Marocco a
seguito di alcune tensioni; la Germania decise allora di spedire la propria cannoniera Panther
davanti alla costa marocchina per bloccare l’offensiva francese. Anche in questo caso si attivò il
sistema di alleanze (INTESA vs ALLEANZA) ma la guerra non scoppiò. Si arrivò ad una conclusione
soltanto attraverso alcuni accordi diplomatici che sancirono il PROTETTORATO SUL MAROCCO da
parte della FRANCIA (a sud) e della SPAGNA (a nord) e il controllo tedesco sul CAMERUN.
Questo evento fu importante poiché rafforzò la neonata triplice intesa e dall’altra parte aprì le
porte alla conquista italiana della Libia.
GUERRA ANGLO-BOERA = La guerra Anglo-Boera scoppiò nel 1899 e durò sino al 1902. Fu una
guerra sanguinosissima che fece ben 50.000 morti. La guerra scoppiò a seguito dei pessimi
rapporti tra coloni inglesi (traferitisi in Boemia per l’innumerevole presenza di Giacimenti d’oro) e
le autorità boere. La Gran Bretagna però non lasciò soli i propri compatrioti e decise di schierare
delle truppe al confine boero. La risposta non si fece attendere e il governo boero attaccò i
britannici scatenando la guerra. Alla fine la spuntarono i britannici grazie soprattutto alla
costruzione di molti fortini, alla requisizione del cibo alle popolazioni locali e alla costruzione di
campi di concentramento. Nel 1902 la guerra fu vinta e aprì le porte del Sudafrica ai britannici.
GIAPPONE
In Giappone, a seguito dell’apertura dei commerci con l’occidente (fatto avvenuto grazie
all’azione americana guidata dal commodoro Perry, che costrinse i giapponesi a firmare un
trattato ineguale), avvenne una vera e propria trasformazione della società.
Nel 1868 fu ABOLITO lo SHOGUNATO -una carica ereditaria attribuita alla famiglia Tokugawa, che
governava il Giappone dal 1192- e avvenne un RESTAURO dell’IMPERO con a capo il sedicenne
Meiji.
Il ritorno dell’impero coincise con un AMMODERNAMENTO del paese sul modello degli stati
occidentali, che permise al Giappone di diventare una vera e propria potenza ECONOMICA e
MILITARE.
Potenza Economica Fabbriche molto appetibili sul mercato per la loro manodopera a basso
costo;
Potenza Militare Portò il Giappone ad inaugurare una politica espansionista………………
SUDAN
Nel 1820 il Sudan venne occupato dall’Egitto.
I motivi che portarono all’occupazione del Sudan furono soprattutto due:
-- attuare una POLITICA ESPANSIONISTA in Africa;
-- si pensava che in Sudan fossero presenti MINIERE D’ORO.
L’esercito egiziano (meglio attrezzato) si sbarazzò di quello sudanese in poco tempo e a partire
dal 1820 l’amministrazione del territorio passava in mano agli egiziani.
La presenza egiziana però era ingombrante, soprattutto quando i denari del Sudan venivano
portati direttamente in Egitto.
La popolazione sudanese (formata a nord da arabi e a sud da neri) insorse e nel 1881 il gruppo
religioso dei DERVISCI guidati da MAHDI, riuscirono a intimorire la potenza egiziana con diversi
attacchi e guerriglie, senza però riuscire a scacciarla del tutto.
Soltanto grazie all’intervento della GRAN BRETAGNA si ebbe una svolta in Sudan.
La Gran Bretagna infatti decise di intervenire per ampliare la propria sfera d’influenza sul
continente africano e impose all’Egitto un “Condomino” ANGLO-EGIZIANO ponendo fine
all’egemonia egizia sul territorio sudanese e restituendo ai sudanesi maggiori autonomie (al nord
per esempio si creò una vera e propria elitè sudanese).
CAPITOLO 12
Da anni ormai i due schieramenti erano pronti a fronteggiarsi e le tensioni si facevano sempre più accese.
L’AUSTRIA mandò un ultimatum alla SERBIA intimandole di sottomettersi ma questa non accettò e scattò
la dichiarazione di guerra. Di conseguenza la RUSSIA, alleata serba e protettrice dei popoli slavi, cominciò
a mobilitare il proprio esercito scatenando la reazione della GERMANIA che a sua volta decise di
iniziare una guerra su due fronti, a ovest dichiarò guerra alla Francia mentre a est dichiarò guerra alla
Russia.
1914 La Germania era consapevole di non poter resistere a lungo ad una guerra combattuta su due
fronti, per questo da anni aveva provveduto a creare piani d’attacco nel caso in cui fosse scoppiata una
guerra. Il piano tedesco, che prese il nome di PIANO SCLIFFEN, era quello di invadere il Belgio (neutrale)
per aggirare le truppe francesi e coglierle di sorpresa con una guerra lampo che avrebbe permesso alla
Germania di sbarazzarsi in poco tempo degli alleati ad ovest e concentrarsi sulla guerra con la Russia ad
Est. La violazione della neutralità belga nel frattempo, indusse la Gran Bretagna ad intervenire nel
conflitto al fianco degli alleati francesi, mentre l’Italia era l’unica nazione delle due alleanze che non
aveva ancora preso parte al conflitto.
Il piano SCLIFFEN però fu fortemente rallentato dalla resistenza del popolo belga e la Germania fu
costretta ad un drastico rallentamento delle sue truppe che permise agli inglesi di rimpolpare l’esercito
francese già presente sul fronte di guerra.
Una volta giunto alle porte di Parigi, l’esercito tedesco si scontrò con quello francese nella
sanguinosissima BATTAGLIA DELLA MARNA. Alla fine i francesi riuscirono a respingere l’attacco tedesco e
vinsero il primo grande confronto della Grande guerra.
Sul Fronte orientale intanto, l tedeschi si resero protagonisti di vittorie importantissime nonostante la
Gran Bretagna avesse cominciato ad attuare un blocco navale ai due imperi centrali (costringendoli a
gravi problemi interni come il razionamento del cibo).
Visto il fallimento della guerra lampo, che si trasformò in guerra di trincea e logoramento, i tedeschi
necessitarono di nuove alleanze per non capitolare sotto i colpi degli alleati. Per questo decisero di
allearsi con l’IMPERO OTTOMANO.
Alla fine del 1914 nessuna potenza aveva prevaricato sull’altra (la Germania aveva perso in Francia ma allo
stesso tempo aveva ottenuto importanti vittorie ad est; mentre gli alleati riuscirono a respingere le truppe
tedesche ad ovest ma non le sconfissero definitivamente) e la guerra di trincea aveva provocato già milioni
di morti (TREGUA DI NATALE 1914 tra tedeschi e inglesi…… RICORDA).
1915 - 1916 Il 1915 è l’anno dell’entrata in guerra dell’Italia. Questa era rimasta fuori dal conflitto
poiché ad attaccare per prima fu una potenza della triplice alleanza (della quale l’Italia faceva parte).
Sebbene il paese fosse in maggioranza NEUTRALISTA (tra cui anche Giolitti, il presidente Salandra e i
cattolici), le spinte nazionaliste ed INTERVENTISTE (socialisti rivoluzionari, Mussolini) cominciavano a
farsi sentire. La speranza degli interventisti era quella che l’Italia potesse entrare in guerra per ottenere
un maggior prestigio internazionale ed annettere le tanto attese regioni mancante nel nord.
L’Italia entrò in guerra nel 1915 al fianco della triplice intesa, stipulando un accordo segreto con gli alleati
nel famoso PATTO DI LONDRA. In caso di vittoria l’Italia avrebbe ottenuto l’Istria, Trieste, la Dalmazia, il
Friuli e un territorio in Albania. Dall’entrata in guerra in poi l’Italia fu principalmente occupata nella
guerra a distanza ravvicinata con i rivali di sempre: gli Austriaci. Anche in questo caso la guerra si rivelò
più lunga e logorante del previsto, senza che una delle due nazioni riuscisse a prevalere nettamente
sull’altra (i primi scontri avvennero sul fiume Isonzo).
Gli imperi centrali capirono che lo scorrere del tempo non giocava affatto dalla loro parte, per questo
decisero di provare una doppia offensiva sul modello della guerra rapida effettuata nel 1914.
Nel 1916 i tedeschi attaccarono i francesi nella famosa BATTAGLIA DI VERDUN dove morirono oltre
300.000 uomini e gli attacchi tedeschi vennero respinti. Mentre nel 1917 gli austriaci attuarono un piano
di “punizione militare” contro gli italiani e li attaccarono nella famosa BATTAGLIA DI CAPORETTO; Gli
austriaci riuscirono a rompere le linee militari italiane (anche grazie alla presenza dei battaglioni di ritorno
dalla Russia a seguito della pace di Brest) ma furono poi fermati lungo il corso del fiume Piave (il generale
Luigi Cadorna, vista la sconfitta, fu sostituito da Armando Diaz che grazie al coraggio dei suoi uomini, in
particolare i ragazzi del 99’, riuscì a contenere gli austriaci sul Piave).
1917 E’ l’anno che segna i destini della guerra. In particolare sono due gli avvenimenti che smuovono
la situazione di stallo venutasi a creare:
- L’INTERVENTO DEGLI USA A poche settimane dalla pace di Brest, gli Usa decisero di
intervenire nella grande guerra, controbilanciando l’uscita russa.
Il casus belli che spinse gli americani ad intervenire fu l’affondamento di una nave che
trasportava molti civili americani (nave Lusitania). Ma in realtà i motivi che spinsero gli U.S.A. ad
intervenire avevano principalmente origine economica. Questi infatti avevano paura che un
eventuale sconfitta degli alleati potesse rafforzare la Germania, che già in quegli anni era
divenuta una vera e propria potenza industriale ai livelli americani.
Il presidente Wilson stilò 14 punti in cui dettava le linee guida per la pace in Europa (abolizione
diplomazia segreta, apertura delle frontiere commerciali, nascita della Polonia, fondazione della
società delle nazioni).
1918 Grazie all’intervento degli americani, gli alleati si preparano a combattere le ultime e
decisive battaglie della grande guerra.
La prima di queste battaglie decisive andò nuovamente in scena sulla Marna, dove i tedeschi
capirono di dover sferrare un offensiva prima che i rinforzi americani arrivassero in Europa e prima
che il blocco navale inglese potesse produrre gli effetti più disastrosi.
Sulla Marna i tedeschi vennero battuti definitivamente dagli alleati; mentre gli austriaci vennero
sconfitti dagli italiani nella battaglia di Vittorio Veneto e furono costretti a firmare l’armistizio di villa
giusti.
CONSEGUENZE L’Impero Austro-Ungarico si dissolse completamente e le nazioni che ne
facevano parte (Cecoslovacchia, Ungheria, Croazia, Slovenia) dichiararono l’indipendenza.
Venne convocata la CONFERENZA DI PARIGI, volta a garantire la pace nel mondo. Alla conferenza
parteciparono tutte le nazioni affiliate alla triplice intesa e spiccarono idee e posizioni molto diverse:
- Wilson (America), sosteneva che dovesse essere proclamata una società delle nazioni capace di
garantire la pace nel mondo, abbandonando la via della diplomazia segreta (tesi che trovò
l’appoggio delle altre nazioni e portò alla creazione di quest’ultima). Inoltre, con il suo modo di
pensare considerato “idealista” dal resto dei partecipanti, egli propose una soluzione
democratica per sistemare le nazioni uscite sconfitte dalla guerra. Allo stesso tempo però
pretendeva a gran voce che gli europei saldassero il debito di guerra contratto con gli Stati Uniti.
- Le nazioni Europee invece, contrapposero all’idealismo americano un “Realismo” frutto di anni di
guerra e morte; le nazioni europee spingevano per una soluzione punitiva. Le grandi nazioni
“sconfitte” della guerra, Germania e Austria, dovevano pagare molto caro la guerra scatenata nel
vecchio continente.
Alla fine prevalse la linea europea e per ogni nazione sconfitta venne creato un trattato:
- GERMANIA TRATTATO DI VERSAILLES (diktat, era un trattato che poteva solo essere
accettato). Questo trattato prevedeva la restituzione dell’Alsazia – Lorena alla Francia, la cessione
di alcuni territori al neonato stato polacco (corridoio di Danzica) e anche la Smilitarizzazione /
Disarmo della nazione (che poteva tenere soltanto 100.000 soldati per eventuali controversie
interne al paese). Inoltre doveva indirizzare ben 20 miliardi di franchi alle nazioni vincitrici.
Il trattato fu veramente molto SEVERO e provocò forti proteste del popolo tedesco (creazione di
movimenti nazionalisti assolutisti); per di più il popolo tedesco era convinto di non aver perso sul
campo di guerra e nutriva forte sentimenti di vendetta.
- AUSTRIA TRATTATO DI SAINT-GERMAIN; questo trattato prevedeva la cessione della Galizia
alla Polonia e del Trentino / Brennero all’Italia; inoltre sanciva che l’Austria non si sarebbe potuta
unire in futuro alla Germania.
Si può dire che il Congresso di Parigi, a seguito dei vari accordi presi, creò un blocco di nazione
soddisfatte (Francia, Inghilterra su tutte) e un blocco di nazione Insoddisfatte tra cui Germania,
Austria ma anche l’Italia che, nonostante fosse uscita vincitrice dal conflitto, non riuscì ad ottenere
tutti i territori stabiliti nel Patto di Londra del 1915. Per questo si parlò di VITTORIA MUTILATA e
vedremo che sarà una delle cause principali che portò allo scoppio della seconda guerra mondiale.
Un'altra delle conseguenze fu il RAFFORZAMENTO dell’AMERICA e l’ascesa del GIAPPONE. Gli Stati
Uniti erano divenuti la principale potenza mondiale mentre l’Europa perse ufficialmente il suo ruolo
centrale nello scacchiere internazionale.
Il primo dopoguerra italiano fu caratterizzato da una grande instabilità politica che provocò il
passaggio da uno stato LIBERALE ad uno stato ASSOLUTISTA, dovuto a:
- RIBALTA OPERAIA provocata da una forte crisi economica che dette vita al cosiddetto
“Biennio Rosso” (1919-1920), in cui si scatenarono feroci scioperi e proteste da parte della classe
operaia che, sulla scia delle rivoluzioni russe del 17’, cercò di farsi spazio sulla scena politica del
tempo.
- “VITTORIA MUTILATA”. L’Italia, nonostante fosse uscita vincitrice dalla guerra, non riuscì ad
ottenere i territori che aveva concordato nel famoso Patto di Londra. Alla conferenza di Parigi, la
delegazione italiana chiese il “pacchetto” Londra + Fiume ma non venne accontentata e
addirittura, la delegazione italiana lasciò la conferenza in anticipo. L’opinione pubblica italiana
non prese bene la questione e ciò provocò forti reazioni da parte dei più ferventi nazionalisti:
Gabriele D’Annunzio partì per fiume con un migliaio di “legionari” e per un breve periodo la città
entrò a far parte dell’Italia. Soltanto nel 1929, grazie agli accordi presi da Mussolini si risolse la
questione fiumana.
In questo clima molto acceso nacquero nuove forze politiche che andarono, piano piano, ad erodere
lo strapotere politico del Partito Liberale. Nel 1919 nacque il Partito Popolare Italiano (PPI), vicino al
mondo cattolico; Benito Mussolini, sempre nello stesso anno, fondò il partito dei Fasci di
Combattimento (i cui primi aderenti furono ex combattenti e militari). Nel frattempo il Partito
Socialista Italiano (PSI) si era scisso e l’ala massimalista formata da Togliatti e Gramsci creò il Partito
Comunista Italiano (PCI).
Alle elezioni del 1921 il partito fascista, che di li a poco avrebbe cambiato denominazione in Partito
Nazionale Fascista (PNF), ottenne ben 37 seggi e cominciò la scalata verso il potere.
Nel frattempo le violenze politiche messe in atto dai fascisti aumentarono notevolmente. Le squadre
fasciste (da cui deriva il termine squadrismo), composte da capi locali come Farinacci o Italo Balbo,
dirompevano nelle principali città italiane e mettevano a tacere i nemici politici con atti violenti ed
intimidatori. L’escalation di violenza fascista nelle principali città italiane culminò nel 1922, quando
Mussolini decise di marciare verso Roma con 25.000 uomini per compiere un vero e proprio colpo di
stato. Il presidente del consiglio Facta si oppose e chiese al Re Vittorio Emanuele III° di decretare lo
stato d’assedio per poter reagire e schierare l’esercito. Ma il Re, simpatizzante fascista e in ottimi
rapporti con Mussolini (o forse timoroso della violenza fascista), decise rifiutare lo stato d’assedio e
poco dopo incaricò lo stesso Mussolini di costituire il nuovo governo. Era la fine dello stato liberale e
l’inizio di quello totalitario fascista.
IL FASCISMO AL POTERE:
Nel 1922 Mussolini salì per la prima volta al potere. A seguito della Marcia su Roma, il Re Vittorio
Emanuele III° gli diede il compito di formare un nuovo governo e così fu. I primi anni del governo
Mussolini vengono ricordati per:
- Il primo governo Mussolini comprese ministri provenienti anche da altri partiti e viene ricordato
soprattutto per lo STRAVOLGIMENTO dello STATUTO ALBERTINO. Mussolini infatti snaturò la
carta costituzionale italiana senza incontrare particolari difficoltà. Lo statuto albertino era una
carta costituzionale FLESSIBILE, ovvero modificabile attraverso legge ordinaria (oggi invece, la
carta costituzionale è modificabile solo attraverso procedimenti aggravati) e non fu difficile per
Mussolini sostituire la camera dei deputati con un'altra camera composta da soli fascisti: LA
CAMERA dei FASCI E DELLE CORPORAZIONI e far approvare in breve tempo leggi a suo favore.
Mussolini, grazie a questo sistema, riuscì a far approvare leggi di repressione verso la stampa,
leggi sull’abolizione del diritto di sciopero, leggi che bandivano tutte le organizzazioni politiche
non fasciste, la Legge Acerbo (che garantiva un solido premio di maggioranza ai vincitori delle
elezioni) e altre leggi che permisero una “FASCISTIZZAZIONE” del paese nel più breve tempo
possibile. Nel progetto di Mussolini infatti c’era l’obbiettivo di indottrinare la popolazione
italiana, di creare una vera e propria generazione fascista, a cominciare sin dai primi anni di vita (i
balilla).
- Uno degli avvenimenti chiave che mostrò la vera natura violenta e assolutista del fascismo, fu il
DELITTO MATTEOTTI. Matteotti fu un deputato socialista che dopo aver denunciato le barbarie
fasciste in un discorso in parlamento, venne brutalmente ucciso. Qualche tempo più tardi
Mussolini si prese la responsabilità morale, politica e storica dell’omicidio di Matteotti generando
lo sdegno più totale delle forze politiche all’opposizione, le quali per protesta si “ritirarono
sull’Aventino” (il colle su cui si ritirarono i plebei stufi dell’oppressione dei patrizi). Nel giro di
pochi anni Mussolini represse con la forza ogni tipo di opposizione al fascismo; egli esiliò la
maggior parte dei rivali politici su delle isole nel corso del suo mandato ventennale (dalle isole
Lipari sino a Ventotene)…. Spinelli, Rossi, Pertini ecc…
- Un altro degli avvenimenti che contraddistinse l’era Mussolini e che diede grandi margini di
consenso a quest’ultimo fu la risoluzione della questione romana con la stipula dei PATTI
LATERNANESI (1929). Papa Pio XI e Mussolini interruppero il rapporto conflittuale che si era
venuto a creare tra stato e chiesa dopo l’unificazione d’Italia e concordarono:
- La fondazione dello STATO VATICANO
- Risarcimento alla chiesa, GUARENTIGIE
- Riconoscimento del MATRIMONIO CANONICO (celebrato in chiesa), Cattolicesimo RELIGIONE di
STATO, INSEGNAMENTO della RELIGIONE CATTOLICA nelle scuole
All’indomani della stipula dei Patti Lateranensi, Mussolini indisse le cosiddette “Elezioni Plebiscitarie”
del 29 dove il partito fascista (grazie anche a brogli elettorali e violenze politiche) riuscì ad ottenere il
98% del consenso popolare ponendo inizio ad uno dei periodi più bui per la storia italiana.
GERMANIA =
Guglielmo II° abdicò e in Germania venne proclamata la REPUBBLICA di WEIMAR.
Il presidente della repubblica veniva eletto dal popolo ogni sette anni mentre il governo era
presieduto da un cancelliere, il quale poteva essere sfiduciato in qualsiasi momento dal Reichstag.
La prima forza politica che governò in Germania nel dopoguerra fu la SOCIALDEMOCRAZIA (sinistra)
che portò alla nomina di Ebert come primo presidente della repubblica di Weimar.
Ebert fu costretto a firmare il trattato di Versailles senza possibilità di rifiuto e per questa ragione il
popolo, deluso dalla decisione del governo di accettare le pretese nemiche, non prese in simpatia la
neonata repubblica. Il primo dopoguerra tedesco si contraddistinse anche per:
- VIOLENZA POLITICA all’interno del paese; molti politici vennero assassinati e per la prima volta
Adolf Hitler cercò di mettere in atto un colpo di stato (il Putsch di Hitler) a Monaco di Baviera
senza però riuscire nel suo intento. Egli fu imprigionato e negli anni di galera cominciò a scrivere
il Mein Kampf (la mia guerra), libro che diventerà famoso in tutto il mondo qualche anno dopo.
- CRISI ECONOMICA dovuta alle spese di risarcimento per riuscire a contrarre il debito di guerra
con gli alleati. Il paese cadde in IPERINFLAZIONE e il marco tedesco si era ormai svalutato del
tutto (la gente usciva di casa per andare a comprare il pane con valigie piene di banconote).
Gli elementi determinanti per l’uscita dalla crisi furono: il CAMBIO DI MONETA e il PIANO
DAWES, che consisteva nella riorganizzazione del sistema bancario e nella collaborazione con gli
Usa tramite finanziamenti per riuscire a ripianare i debiti di guerra.
- Lo SCOPPIO DELLA CRISI ECONOMICA nel 29’: la quale mise in ginocchio intere popolazioni,
compresa quella tedesca.
- La grande voglia di RIVINCITA nei confronti degli alleati: i quali avevano inflitto alla Germania un
trattato molto severo da rispettare (il trattato di Versailles). A detta anche di grandi personaggi
del passato come Keynes, la punizione riservata alla Germania durante la conferenza di Parigi fu
troppo severa e questa non fece altro che accrescere il sentimento nazionalista di paesi che
ritenevano di essere usciti dalla conferenza di pace con in mano una “sconfitta” o una “vittoria
mutilata” come nel caso dell’Italia.
E così fu. Adolf Hitler infatti, che già nei primi anni 20’ tentò un colpo di stato a Monaco di Baviera (il
Putsch di Hitler), riuscì a smuovere i sentimenti più bassi e nazionalisti di un popolo ferito. Egli, a
capo del partito nazionalsocialista (nazista), conquistò il potere passando direttamente dalle urne
elettorali. Nel 33’ il capo dello stato Hindenburg chiamò Hitler al potere che, in breve tempo, riuscì ad
eliminare tutte le opposizioni politiche e imporre un regime pienamente totalitario (famoso
l’incendio del parlamento per cui vennero accusati i comunisti, il “reichstag” tedesco). Nel 34’ poi,
alla morte del presidente della repubblica Hindenburg, Hitler diventò anche capo di stato
catalizzando sul partito nazista tutti i poteri del paese e determinando la FINE DELLA REPUBBLICA DI
WEIMAR e l’inizio del TERZO REICH TEDESCO.
Hitler in poco tempo diede vita al suo piano estremista (già espresso all’interno del Mein Kampf);
Rese legali le SS guidate da Himmler e istituì la Gestapo, la polizia politica per controllare ogni tipo di
opposizione politica al regime.
Creò i primi campi di concentramento (il primo fu Dachau) per attuare il suo piano di “purificazione
della razza” ed eliminare i capri espiatori da lui individuati: ebrei, comunisti e handicappati. Appena
preso il potere Hitler fece approvare leggi antisemite, culminate poi con le LEGGI DI NORIMBERGA
del 1935 che proibivano matrimoni con ebrei, toglievano la cittadinanza a quest’ultimi e levavano
loro il diritto di voto e più in generale il diritto di espressione all’interno della nazione. Da ricordare la
famosa notte dei cristalli, quando alla notizia di un attentato ebreo nei confronti di un generale
tedesco a Parigi, il Reich ordinò una serie di violenze contro la comunità ebraica (vetrine rotte, per
questo notte dei cristalli).
Inoltre si riorganizzò sul piano militare: ordinò il Riarmo della Renania e ripristinò la leva militare,
violando due delle clausole del trattato di Versailles. Cercò poi di annettere l’Austria ma fallì
(Mussolini era contrario e infatti schierò ben 5 battaglioni al fronte). Infine riuscì a far firmare a Stalin
un PATTO DI NON AGGRESSIONE in modo tale da poter concentrare tutte le sue forze belliche sul
fronte occidentale.
RUSSIA =
Dopo le due rivoluzioni del 17’, la Russia visse una vera e propria guerra civile. Da una parte le
Armate Bianche (zariste), dall’altra le Armate Rosse (bolsceviche). Le armate rosse prevalsero.
Con il passare degli anni Lenin decise di sostituire la politica del “COMUNISMO di GUERRA” (basata su
requisizioni nelle campagne, militarizzazione degli operai e duri razionamenti alimentari) con una
NUOVA POLITICA ECONOMICA (NEP), basata principalmente sul libero commercio della produzione
agricola per favorire i contadini.
Nel 1922 nacque ufficialmente l’URSS e alla morte di Lenin si scatenò una sfida per la successione al
potere. In pochi anni STALIN riuscì ad eliminare i rivali Trockij e Bucharin e salì al potere nel 1924
gettando le basi per la nascita di uno STATO TOTALITARIO. In questo periodo, che durò sino al
secondo dopoguerra (1924-1945-50), Stalin abolì la NEP voluta da Lenin per dare vita ad una politica
economica basata sull’INDUSTRIALIZZAZIONE STATALE. Questa scelta provocò forti reazioni dal
mondo contadino (le quali vennero messe a tacere con la deportazione nei campi di
concentramento). Stalin introdusse anche i famosi PIANI QUINQUENNALI per pianificare l’economia
del paese; Questo approccio però si rivelò poco efficace poiché non mirava ad una politica economica
efficiente nel lungo periodo ma si preoccupava soltanto di pochi anni. Come detto egli creò un regime
totalitario al pari di quello hitleriano e per spazzare via ogni sorta di opposizione politica creò dei
campi di concentramento (GULAG). Quello di Stalin fu un vero e proprio REGIME DEL TERRORE che
utilizzava ogni mezzo a disposizione (comprese le famose “Purghe” russe) per legittimare la propria
potenza.
STATI UNITI
Gli Usa furono i veri vincitori del conflitto mondiale. Divennero infatti la principale potenza mondiale.
Fornivano il 46% della produzione industriale mondiale, il 70% del petrolio e il 40% del carbone.
Fu la prima vera società consumistica moderna che per far fronte all’accresciuta richiesta di beni e
servizi, introdusse nuove tecniche di produzione (Fordismo e Taylorismo, catene di montaggio umane
automatizzate alla perfezione su base scientifica).
Un'altra caratteristica del primo dopoguerra fu l’introduzione del PROIBIZIONISMO, ovvero il divieto
di fabbricare o vendere alcolici (si pensava che questi potessero originare violenza).
Inoltre l’America decise di tornare a seguire la linea Monroe e attuò una politica estera
ISOLAZIONISTA, “l’America prima di tutto”.
Ma il vero evento che sconvolse il primo dopoguerra americano e mondiale fu certamente:
LA CRISI ECONOMICA DEL 29’ = Questa crisi ebbe risvolti negativi su tutto il mondo, poiché come
sappiamo l’America era divenuta la potenza importatrice più importante a livello mondiale.
La crisi economica del 29 è riconducibile a due cause:
- Crisi Agraria dovuta alla ripresa dell’economia agraria europea che a guerra terminata, stava
tornando lentamente ai suoi livelli originari. Dunque l’esportazione americana calò
clamorosamente e i molti agricoltori che avevano contratto debiti con le banche per mandare
avanti le proprie attività non poterono restituire i soldi dovuti, determinando anche il fallimento
di moltissime banche.
- Speculazione in Borsa L’ottimismo per uno sviluppo incessante dell’economia americana
portò ben presto ad una speculazione in borsa. Si acquistavano azioni in borsa a credito, nella
speranza di rivenderle ad un prezzo maggiorato poco dopo.
Al primo ribasso del mercato finanziario (dopo tanti anni di rialzi), tutti coloro che possedevano le
azioni cercarono di rivenderle. Nel famoso “Giovedì nero” della borsa di Wall Street, si
venderono circa 13 milioni di azioni a prezzi stracciati. 5 giorni dopo, nel “Martedì nero” la borsa
crollò.
Soltanto nel 33’, grazie alla politica economica applicata nel New Deal da Delano Roosvelt,
l’economia americana tornò a girare. Egli applicò alla lettera la dottrina keynesiana, secondo la quale
i mercati economici necessitano dell’intervento del governo centrale per restare in piedi (non esiste
alcuna mano invisibile capace di autoregolare i mercati). Secondo Keynes lo stato, per rimettere in
moto l’economia aveva bisogno di accrescere la domanda interna di beni e servizi e l’unico modo per
riuscire in ciò era aumentando la spesa pubblica (dunque gli investimenti dello stato).
REGNO UNITO =
Nel Regno Unito del dopoguerra, uno dei principali problemi fu la Questione Irlandese.
Il sentimento indipendentista dell’Irlanda cattolica nei confronti della Gran Bretagna protestante ha
radici molto profonde nel tempo, sin dai tempi degli Stuart. Soltanto nel 1922 la questione ebbe una
svolta.
Dopo la feroce rivolta di Pasqua del 1916, venne istituita la Repubblica irlandese con a capo Eamon
De Valera (non riconosciuta) con un proprio parlamento (Dail Eirran) e un proprio esercito: l’Irish
Repubblican Army (IRA), guidato da Micheal Collins.
L’Ira, per combattere la nuova guerra d’indipendenza, decise di muoversi nell’ombra e invece di
organizzare rivolte popolari come accadde nel 16’ con la rivolta di pasqua (facilmente oppressa dalla
corona), optò per attentati segreti e difficili da prevedere. Il governo britannico rispose agli attentati
spedendo in Irlanda un battaglione speciale: i BLACK and TANS (così chiamati per il colore dei berretti
neri) e organizzò una serie di repressioni come quella famosa del “BLOODY SUNDAY” (quando
durante una partita di calcio gaelico l’esercito britannico irruppe sul terreno di gioco sparando sulla
folla dentro lo stadio). Ma nonostante la repressione attuata dai britannici gli Irlandesi riuscirono a
portare a termine la guerra d’indipendenza e nel 1922 ottennero dalla corona la possibilità di
negoziare un trattato.
Con il trattato Anglo-Irlandese (negoziato direttamente dallo stesso Micheal Collins) l’Irlanda
diveniva uno stato autonomo ma non del tutto libero. Nacque infatti lo STATO LIBERO D’IRLANDA
che però rimaneva almeno per il momento, un dominion della corona britannica all’interno
dell’commonwealth. Il fatto che l’Irlanda non avesse ottenuto la piena libertà rispetto alla corona
britannica provocò una feroce guerra civile tra coloro che volevano il distacco completo dal Regno
Unito (Eamon de Valera) e coloro che invece si accontentavano, almeno per il momento, di un
trattato che sancisse maggiori autonomie (Micheal Collins). Soltanto nel 1949 il distacco dalla corona
fu totale.
I sentimenti indipendentisti all’interno delle colonie britanniche si fecero sentire anche altrove e nel
1926 la Dichiarazione di Balfour stabilì che i dominions britannici (Canada, Australia, Sudafrica, Irlanda)
potessero divenire comunità autonome capaci di darsi una costituzione e rifiutare leggi provenienti
da Londra.
In India invece, il processo di indipendenza fu molto più lento e sanguinoso:
Gli Inglesi avevano promesso la concessione di un autogoverno al popolo indiano in cambio di una
folta partecipazione di quest’ultimi alla prima guerra mondiale. Gli indiani partirono in massa ma al
termine del conflitto gli accordi furono disattesi e oltretutto vennero attuate ulteriori misure
oppressive nei confronti della popolazione. Scattarono grandi proteste tra cui spiccò quella del
Mhatama Ghandi, basata sulla non violenza.
SECONDA GUERRA MONDIALE
CARATTERISTICHE DELLA GUERRA:
GUERRA TOTALE = ovvero che fu una guerra che coinvolse direttamente anche i civili, in
misura nettamente superiore alla prima guerra mondiale. Si calcola che le perdite tra i
civili fu di poco inferiore a quella tra i militari.
GUERRA di MOVIMENTO = fu una guerra combattuta grazie a rapidi spostamenti (basti
pensare alla tecnica della guerra lampo tedesca). La prima guerra mondiale fu invece una
guerra di trincea molto logorante.
MAGGIOR NUMERO DI VITTIME = furono 60 milioni le persone a morire durante il
conflitto; contro i 18 milioni della prima guerra mondiale.
NUOVE TECNOLOGIE e ARMAMENTI = per la prima volta comparve la BOMBA
ATOMICA ma furono inaugurati anche nuovi carrarmati (panzer tedeschi) o gli aerei con
funzione di bombardamento (nella prima guerra mondiale gli aerei erano usati per
spiare e monitorare i nemici) che procurarono la cosiddetta “Morte dai cieli”. In alcuni
casi i bombardamenti ai danni dei civili avevano l’obbiettivo di “Scoraggiare” e abbattere
le popolazioni nemiche.
DANNI INCALCOLABILI = l’utilizzo dei bombardamenti aerei rase al suolo intere città
procurando danni materiali incalcolabili.
- ESPANSIONISMO TEDESCO:
Hitler rivendicava tutte le nazioni di lingua e origine tedesca ed era pronto a tutto piuttosto di
riprendersele. Il suo obbiettivo era quello di riprendersi il cosiddetto “SPAZIO VITALE” per gli
oltre 60 milioni di abitanti tedeschi. Per questo nel 38’, forte dell’alleanza con Mussolini, decise di
dare il via all’ANSCHLUSS dell’Austria. L’operazione si concluse senza problemi e un plebiscito
nazionale dette addirittura una parvenza di legalità all’operazione di Hitler.
Sempre nel 38’ volle risolvere la QUESTIONE DEI SUDETI, una popolazione germanica che viveva
in Cecoslovacchia. Hitler voleva che le zone dove viveva questa popolazione fossero concesse alla
Germania e grazie all’arrendevolezza e al desiderio ostinato di mantenere la pace in Europa da
parte di Francia e Inghilterra, egli riuscì nel suo intento. Il patto di Monaco tra le nazioni coinvolte
permise ad Hitler di impossessarsi della zona desiderata e di mantenere la pace in Europa.
L’ultimo atto dell’espansionismo tedesco fu la richiesta della POLONIA. Hitler voleva riprendersi il
cosiddetto “Corridoio polacco”, perso a seguito del tratto di Versailles. Per riuscire nel suo
intento stipulò un PATTO DI NON AGGRESSIONE con la Russia di Stalin (che dal canto suo invece
non voleva essere coinvolto in un'altra guerra e otteneva una parte della Polonia). Il 1°
SETTEMBRE 1939 la GERMANIA INVADE LA POLONIA INZIO SECONDA GUERRA MONDIALE.
Invasione Il 1º settembre 1939 la Germania diede inizio alle operazioni militari contro la Polonia:
Polonia La Wermacht invase la Polonia grazie alla tecnica della GUERRA LAMPO (blitz). Questa modalità di
guerra prevedeva il disfacimento di molte forze armate sul territorio, oltre all’utilizzo di carri armati e
dell’aviazione per bombardare e distruggere il nemico. Già ad Ottobre le forze tedesche avevano
conquistato la Polonia che, di li a poco, sarebbe stata spartita con i Russi (che nel frattempo annessero ai
propri territori i tre stati baltici: Lettonia, Estonia, Lituania; e conquistarono la Finlandia grazie alla
“Guerra d’Inverno”).
La prima fase della guerra fu favorevole ad Hitler che, dopo aver occupato la Polonia, conquistò
Danimarca e Norvegia, due svincoli cruciali per il passaggio di materie prima verso il Reich.
Invasione Mentre la Germania nazista si avvicinava a grandi falcate verso la manica conquistando una ad una tutte
Francia le nazioni confinanti e la Gran Bretagna affidava il governo del paese a Winston Churchill, attorno alla
Francia veniva ultimata la cosiddetta “LINEA MAGINOT” (in onore del ministro della guerra francese
Maginot). La Linea Maginot era sostanzialmente una linea difensiva fatta di mura e fortificazioni che
andavano dalla Svizzera sino al Belgio.
Ma la linea Maginot venne presto aggirata dai tedeschi come ai tempi della prima guerra mondiale.
Grazie alla guerra lampo e ai mezzi d’attacco all’avanguardia, riuscirono a penetrare il fronte francese
attraverso il Lussemburgo e il Belgio per poi sconfiggere i francesi nelle battaglie della Somme e
dell’Aisne, e dirigersi direttamente verso la Manica.
Il 14 giugno 1940 Hitler entrava a Parigi mentre intanto, grazie ad un improvvisa ed inaspettata tregua
militare di tre giorni voluta dal furher, quel che rimaneva dei soldati alleati scappò verso Dunkirk per
cercare di imbarcarsi verso la Gran Bretagna e sfuggire dal massacro (si salvarono circa 300.000 uomini).
La Francia, costretta a firmare un armistizio con la Germania all’interno dello stesso vagone in cui
Guglielmo II° firmò la resa con i francesi, venne divisa in due parti:
FRANCIA SUD Venne instaurato un GOVERNO COLLABORAZIONISTA con a capo Pètain e capitale
Vichy.
Nel frattempo Charles de Gaulle si era rifugiato a Londra e invitava tutti i partigiani francesi a resistere.
L’Italia L’Italia entrò in guerra sul capitolare della Francia, era il 10 giugno 1940 e approfittò della vittoria
In guerra e tedesca per mostrare i muscoli in un conflitto al quale era altamente impreparata (dichiarazione di
il PATTO guerra in piazza Venezia). L’Italia disponeva di mezzi obsoleti e già utilizzati durante la prima guerra
TRIPARTIT mondiale mentre tutti gli altri eserciti si erano evoluti e disponevano dei più efficaci mezzi
O all’avanguardia. La disfatta italiana cominciò in Africa quando, sul fronte orientale perse Addis Abeba
per mano degli inglesi (dopo 5 anni di dominio); mentre sul fronte settentrionale, nonostante il gran
numero di soldati presenti sul territorio, dovette fare i conti con una cocente sconfitta in Libia sempre per
mano degli inglesi; la sconfitta nel nord Africa però fu solo momentanea poiché Hitler decise di aiutare gli
alleati italiani spedendo sul luogo alcuni battaglioni (Africa Korps) guidati dal generale Rommel (detto
anche “la volpe del deserto”) che di li a poco capovolsero la situazione. Un'altra importante sconfitta
italiana avvenne in Grecia quando Mussolini, senza alcun preavviso a Berlino, decise di attaccare Atene.
L’offensiva fallì e anche in questo caso Hitler dovette intervenire in aiuto dell’alleato italiano, evitando
l’ennesima sconfitta.
L’Italia aveva mostrato tutta la sua impreparazione e il progetto di una “Guerra Parallela” a quella
tedesca fallì clamorosamente. Di li in avanti l’Italia divenne sempre più subordinata ai voleri tedeschi.
Nel frattempo la Germania, per rafforzare la propria posizione a livello internazionale, stipulò il PATTO
TRIPARTITO detto anche ASSE Roma - Berlino -Tokyo.
Hitler dal canto suo progettò di invadere la Gran Bretagna in poche settimane attraverso l’OPERAZIONE
LEONE MARINO per poi dedicarsi all’invasione della Russia attraverso l’operazione Barbarossa.
“La battaglia d’Inghilterra” del 1940 si rivelò però un fiasco e Il progetto di Hitler fallì clamorosamente:
La guerra fu combattuta nei cieli e ad avere la meglio fu la RAF (aviazione britannica) ai danni della
LUTWAFFE (aviazione tedesca). Nonostante ciò l’Inghilterra fu bombardata pesantemente e a farne le
spese furono civili e città rase al suolo (Coventry fu spazzata via ma anche Londra subì gravi danni).
Per resistere alla Germania, il Regno Unito si servì anche dell’aiuto degli USA che, nonostante non fossero
ancora entrati in guerra, spedivano regolarmente provviste e munizioni verso la terra d’Albione.
ALLA META’ DEL 1941 TUTTA L’EUROPA ERA CONTROLLATA DIRETTAMENTE o INDIRETTAMENTE dalla
GERMANIA, eccezion fatta per il Regno Unito.
2° FASE = SVILUPPO DEL CONFLITTO e AVVENIMENTI CHIAVE CHE CAMBIARONO LE SORTI DELLA GUERRA
1941-43
Tra il 1941 e il 1943 alcune battaglie cambiarono le sorti della guerra a favore degli alleati.
OPERAZIONE BARBAROSSA nel Giugno del 41’ Hitler, dopo aver fallito nell’Operazione Leone
Marino in Gran Bretagna, dichiarò ufficialmente aperta l’Operazione Barbarossa, con la quale ordinò di
attaccare l’Unione Sovietica. L’obbiettivo di Hitler era quello di sbarazzarsi dei più numerosi ma peggio
attrezzati bolscevichi con una guerra lampo condotta attraverso il dispiegamento di 3,5 milioni di uomini
(di cui 300.000 stranieri: molti dei quali italiani che non fecero più ritorno), 3000 carrarmati e 3000 aerei.
Tra gli altri obbiettivi di Hitler vi era inoltre quello di ridurre in schiavitù il popolo slavo-russo e restituire
lo “Spazio Vitale” verso est al popolo tedesco. Per Hitler si trattava di una vera e propria guerra
ideologica, da condurre contro una “razza” considerata inferiore.
Stalin venne colto di sorpresa. Egli non si aspettava il “tradimento” tedesco (il patto di non aggressione
era stato stipulato solo 20 mesi prima) e soprattutto disponeva di un esercito numeroso ma male
attrezzato che, di li a poco, sarebbe inizialmente perito sotto i colpi del nemico.
In Giugno, Hitler decise di far muovere CONTEMPORANEAMENTE tutte e tre le armate e di condurre una
guerra lampo su tutti e tre i fronti in modo tale da evitare l’INVERNO ed entrare a Mosca prima che le
temperature calassero troppo (fu infatti l’inverno il peggior nemico di coloro i quali tentarono di
conquistare la Russia, vedi Napoleone).
Inizialmente il piano di Hitler procedette come un orologio svizzero e sui fronti Nord e Centro le armate
rosse di Stalin furono costrette ad indietreggiare sino alle porte di Leningrado e Mosca. Il problema
principale era rappresentato dall’Armata Sud, la quale dovette far fronte all’enorme resistenza russa.
Hitler a questo punto commise il suo primo grande errore strategico ordinò all’armata Centro, ormai
giunta alle porte di Mosca, di ripiegare verso meridione e aiutare l’armata Sud ancora impegnata a
sbarazzarsi della resistenza russa. Questa manovra rallentò moltissimo la spedizione Barbarossa e col
passare del tempo il clima divenne sempre più rigido, divenendo il vero nemico dei Tedeschi.
Ad autunno le truppe tedesche si ritrovarono dinanzi ad uno scenario terribile. Le grandi piogge
autunnali crearono grandi disagi per gli spostamenti e il freddo gelido colpì duramente i militari (Hitler
infatti non preparò le truppe per una guerra destinata a protrarsi nei mesi invernali, che del resto sarebbe
stata impossibile; i soldati tedeschi non vennero dotati di un abbigliamento adatto ai rigori dell'inverno
russo). L’inverno era ormai arrivato e Hitler fu costretto a chiedere una tregua del conflitto. Le truppe
tedesche si erano fermate da mesi sulla linea Leningrado – Mosca – Mar D’Azov e furono costrette a
tenere la posizione sino all’arrivo della primavera del 1942, periodo in cui ricominciò il conflitto.
RIPRESA DEL CONFLITTO (1942) Nella primavera del 1942 i tedeschi si riorganizzarono, seppur con
molte difficoltà. Il freddo inverno russo aveva causato molte perdite tra le fila dell’esercito tedesco e i
Russi avevano avuto modo di attrezzarsi e dotarsi di nuove tecnologie di guerra al pari di quelle tedesche
(nuovi carrarmati).
Alla ripresa del conflitto Hitler intraprese una NUOVA STRATEGIA di guerra OPERAZIONE BLU.
Quest’operazione prevedeva che tutte le armate tedesche puntassero dritto verso il Mar Caspio, in
particolare verso i giacimenti di petrolio presenti nella zona del Caucaso.
L’operazione Blu si arrestò soltanto nel Settembre del 1942 davanti a Stalingrado, palcoscenico di una
delle Battaglie più lunghe e decisive della Seconda Guerra Mondiale.
Stalingrado rappresentava l’ultimo baluardo russo prima dell’accesso ai bacini petroliferi e inoltre aveva
un’importante valenza ideologica visto il fatto che la città era stata intitolata a Stalin. La perdita di
Stalingrado avrebbe significato una forte sconfitta per l’esercito russo.
La città fu assediata per 5 mesi e soltanto all’inizio del 1943 il conflitto ebbe una svolta a favore dei Russi.
L’Armata Rossa infatti mise in atto la famosa OPERAZIONE URANO con la quale accerchiava le truppe
tedesche e le costringeva a ritirarsi.
Quella di Stalingrado fu una BATTAGLIA FONDAMENTALE per la seconda guerra mondiale. Da quel
momento in poi le truppe tedesche furono rapidamente sconfitte e costrette a scappare da tutta la
Russia. Tra il 1943 e il 1944 vennero riconquistate sia Mosca che Leningrado e le truppe tedesche-Italiane
furono costrette ad una ritirata famosissima che causò moltissime perdite (soprattutto tra gli alpini
italiani).
PEARL HARBOR Un altro evento decisivo che cambiò per sempre le sorti della guerra fu quello di
Pearl Harbor. L’isola hawaiana era infatti una delle principali basi militari e navali degli Stati Uniti sul
Pacifico ed era un punto strategico nelle economie di guerra. Nel Dicembre del 1941 la base statunitense
fu attaccata dal Giappone senza che quest’ultimo avesse presentato alcuna dichiarazione di guerra
ufficiale. Per gli americani fu una strage; vennero abbattute moltissime navi militari e persero la vita
migliaia di uomini. Il presidente americano Roosevelt definì l’accaduto come il “Giorno dell’Infamia” e su
approvazione del parlamento decise di prendere parte ufficialmente alla guerra.
In realtà gli Usa, che sino a quel momento avevano rispettato la dottrina Monroe decidendo di non
intervenire nel conflitto, fornivano da tempo aiuti e rifornimenti alle truppe britanniche e soprattutto,
qualche mese prima di Pearl Harbor avevano firmato la CARTA ATLANTICA un documento firmato
insieme ai britannici in cui le parti si impegnavano a garantire un futuro di pace e prosperità al mondo
intero.
Tra i principali nemici degli americani vi erano proprio i giapponesi che in quegli anni, sotto la guida
dell’imperatore Hiroito, avevano intrapreso un tipo di POLITICA ESPANSIONISTA SUL PACIFICO; questi
occuparono la Manciuria nel 37’ dove crearono lo stato fantoccio del Manciukuò (con a capo l’ultimo
imperatore cinese Pu-Yi) e cercarono di occupare la Cina per tutta la durata della guerra incontrando
però la forte resistenza del popolo cinese che, per l’occasione, aveva deciso di porre una tregua al
conflitto interno tra comunisti (Mao) e Nazionalisti (Chan Kai Schek) e dedicarsi al problema giapponese;
occuparono la Corea all’inizio del 900’ e inoltre puntarono diritto a tutti i possedimenti inglesi nel pacifico
tra cui: Hong Kong, Singapore e la Malesia.
EL ALAMEIN Un'altra battaglia decisiva ai fini del conflitto mondiale fu quella di El Alamein (1942),
combattuta in Egitto da gli Africa Korps di Rommel + italiani contro gli inglesi guidati dal generale
Montgomery. L’obiettivo dell’Asse era quello di raggiungere il canale di Suez (bloccando una via
fondamentale di rifornimento dall’India per i britannici) e di raggiungere i pozzi petroliferi del Medio
Oriente per potersi congiungere con le armate tedesche che si pensava potessero raggiungere le
montagne del Caucaso in Russia. Questa battaglia fu decisiva poiché spianò la strada allo sbarco degli
americani in Africa settentrionale; gli americani, grazie alla nuova postazione strategica, sarebbero poi
salpati alla volta della Sicilia.
Il conflitto cominciò nel Luglio del 42’ e si decise soltanto a Novembre, 5 mesi dopo.
Ad avere la meglio furono le truppe inglesi che potevano contare su un maggior numero di soldati e
mezzi per combattere (il rapporto era di 1/3 in favore dei britannici).
La guerra fu durissima e lo strapotere numerico britannico fece la differenza.
Nonostante la feroce resistenza delle truppe italo-tedesche (in particolare della divisione FOLGORE), la
battaglia si decise a favore degli alleati che, a partire da Novembre poterono contare sul decisivo
appoggio degli americani guidati dal generale Eisenhower, sbarcati da poco sulle coste marocchine
(Operazione TORCH).
Gli alleati dunque strinsero all’interno di due fuochi i nemici italo-tedeschi da ovest gli americani e da
Est gli inglesi.
Gli italo-tedeschi furono costretti alla ritirata in Tunisia dove, 7 mesi più tardi furono costretti ad
arrendersi definitivamente.
CADUTA DEL FASCISMO In Italia, alla notizia dell’improvviso capovolgimento del conflitto a favore
delle forze alleate a seguito delle battaglie di Stalingrado ed El Alamein, ripresero quota i movimenti e i
partiti antifascisti, accompagnati e favoriti da forti scioperi operai in tutto il Nord Italia (Genova e Torino
su tutte). Il “Mito del Duce” era ormai svanito e il popolo italiano, martoriato dalla fame e dalla paura di
morire, aveva preso coscienza della drammatica situazione in cui era finito.
A rinvigorire l’antifascismo italiano ci fu un importante svolta bellica: il 10 LUGLIO 1943 le forze ALLEATE
SBARCARONO IN SICILIA determinando la caduta del Fascismo.
Mussolini infatti, alla notizia dello sbarco in Sicilia, decise di convocare il Gran Consiglio del Fascismo ma
quest’ultimo gli voltò le spalle votando la sfiducia al Duce e optando per la restituzione dell’esercito nelle
mani del Re (grandi gerarchi fascisti votarono contro Mussolini, tra cui Galeazzo Ciano suo genero e spalla
destra).
Mussolini venne arrestato e a capo del governo italiano salì PIETRO BADOGLIO. Ben presto il nuovo
primo ministro italiano fu costretto a firmare un ARMISTIZIO con gli alleati, reso noto l’8 settembre 1943
(il quale provocò una disgregazione della nazione e dell’esercito).
A questo punto Hitler, saputo dell’armistizio, decise di attuare una controffensiva per riprendersi l’Italia e
rinsaldare la dittatura fascista con a Capo Mussolini. Egli fece avanzare le sue truppe, le quali arrivarono
sino alla “Linea GUSTAV” (alle porte di Napoli) e decise di far liberare Mussolini tenuto in ostaggio sul
gran sasso. Mussolini fu liberato e giunto in Italia diede vita alla REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA (RSI)
detta anche Repubblica di Salò, uno stato fantoccio della Germania Nazista.
Badoglio rispose dichiarando ufficialmente Guerra alla Germania, ottenendo dagli alleati lo status di
Cobelligerante ma non quello di “alleato”.
A NORD era in corso una vera e propria guerra civile tra la Resistenza Partigiana e le forze naziste che
si protrasse sino al 25 aprile 45’.
A SUD Gli alleati riconquistavano una ad una le città fasciste grazie all’aiuto dei partigiani che, a
differenza di quelli presenti al nord, potevano far affidamento sull’apporto anglo-americano.
Soltanto il 4 GIUGNO 1944 gli alleati conquistavano Roma dopo aver faticosamente aggirato la “linea
Gustav” nazista.
CADUTA DEL NAZISMO A seguito del fallimento bellico in Africa settentrionale e in Russia, Hitler si
ritrovava attaccato da sud e da est. Gli alleati, riunitisi alla CONFERENZA DI TEHERAN, capirono che per
vincere la battaglia e dare il colpo di grazia ai tedeschi era necessario aprire un terzo fronte, ad ovest.
Per questo Stalin, Churchill e Roosevelt decisero di dare in mano al generale Eisenhower l’organizzazione
dell’OPERAZIONE OVERLORD, conosciuta anche come lo SBARCO IN NORMANDIA.
Un operazione militare senza eguali che avrebbe permesso a circa 2 milioni di militari anglo-americani di
sbarcare in Normandia e riprendersi una ad una tutte le nazioni europee sotto il dominio nazista, a
cominciare proprio dalla Francia. L’impresa non fu facile visto e considerato che Hitler aveva fatto della
costa atlantica francese un vero e proprio “Vallo” di fortificazioni e difese militari. Basti pensare che egli
fece installare migliaia di tronchi alti 2-3 metri in tutte le spiagge della Normandia per evitare che gli
aerei potessero atterrare e inoltre fece allagare tutte le zone antistanti per rendere maggiormente difficili
gli eventuali spostamenti nemici.
Un altro importante problema per gli alleati fu la scelta del giorno in cui effettuare l’operazione militare,
il famoso D-DAY. Le condizioni meteo dovevano essere favorevoli per poter far smuovere un armata di
quelle dimensioni. Inoltre bisognava stabilire un punto di attracco strategico che potesse permettere alla
flotta di ricevere meno perdite possibili. I tedeschi si aspettavano che l’attracco potesse avvenire a Calais;
Churchill infatti svolse un brillante lavoro di intelligence grazie al quale fece trapelare false notizie sullo
sbarco a Calais. In realtà gli alleati avevano scelto come punto di approdo delle spiagge situate molto più
a sud di Calais. Alla fine
il famoso D-DAY, precedentemente in programma il 5 giugno 1944, venne spostato di un solo giorno
causa maltempo. Era il 6 Giugno 1944 quando le truppe alleate sbarcarono ufficialmente in Normandia.
La gigantesca operazione militare riuscì brillantemente e nel giro di 80 giorni gli alleati e Charles De
Gaulle liberarono Parigi dai nazisti.
I tedeschi erano ormai asfissiati sia da est che da ovest; erano stretti in una MORSA tra angloamericani e
sovietici.
LA FINE DELLA GUERRA L’ultimo atto che precedette la fine del conflitto mondiale fu la CONFERENZA
DI YALTA, in Crimea (Febbraio 45’). Alla conferenza a cui parteciparono Churchill, Roosevelt e Stalin si
concordò la divisione in zone di occupazione della Germania, il controllo quadripartito di Berlino e
l’ammissione della Francia al tavolo delle nazioni vincitrici.
Hitler era ormai con le spalle al muro, gli alleati avanzavano velocemente verso le Germania e capì che la
guerra ormai persa. Per questo motivo egli, prima dell’arrivo a Berlino dell’Armata rossa, decise di
suicidarsi nel suo bunker vicino a Berlino e fare carbonizzare il suo corpo onde evitare flagellazioni o
lesioni post mortem come era accaduto al suo ex alleato Benito Mussolini.
Nel Maggio del 45’ in Germania venne eretto un governo d’emergenza con a capo Donitz, il quale tra il 7-
8 maggio 1945 dovette accettare la resa incondizionata a favore degli alleati. LA GUERRA IN EUROPA ERA
FINITA.
Nell’estate del 45’, mentre la guerra stava per terminare anche in Giappone, i “Tre Grandi” (Usa, Gran
Bretagna e Russia) si incontrarono in quella che passò alla storia come la CONFERENZA di POTSDAM, un
sobborgo di Berlino. A presiedere la conferenza vi era rimasto il solo Stalin tra coloro che si incontrarono
precedentemente. Roosevelt infatti era morto e al suo posto subentrò Truman mentre in Gran Bretagna
Churchill perse le elezioni e al suo posto venne eletto Attlee.
Le decisioni di Potsdam:
La FINE DELLA GUERRA NEL PACIFICO avvenne soltanto qualche mese più tardi, a settembre. La
supremazia americana nei confronti dei giapponesi era chiara. Tanto è vero che verso la fine del conflitto
i giapponesi, presi dalla disperazione di un conflitto ormai perso, decisero di spedire i Kamikaze contro
l’esercito americano. Il nuovo presidente americano Truman, per velocizzare le operazioni di guerra e
costringere il Giappone di Hiroito ad arrendersi decise di sganciare due BOMBE ATOMICHE: una a
HIROSHIMA e l’altra a NAGASAKI. Nel frattempo la Russia di Stalin dichiarava guerra al Giappone
invadendo lo stato fantoccio del Manciukuò. Hiroito fu costretto ad arrendersi; era il 2 SETTEMBRE 1945
e la guerra era FINITA DEFINITIVAMENTE.
GUERRA FREDDA:
mondo diviso in due:
In Europa l’America affonda le proprie radici ed ingerisce molti stati grazie al piano Marshall e
grazie alla creazione della NATO, un’alleanza di natura militare con i paesi dell’Europa
occidentale. Mentre l’URSS instaura un regime comunista nei rispettivi stati satellite (Bulgaria,
Cecoslovacchia, Romania, Germania Est ecc..) e stipula anch’essa un’alleanza militare con i
paesi comunisti attraverso il Patto di Varsavia.
NASCE l’ONU: Organizzazione Nazione Unite volta a garantire la pace nel mondo.
PROCESSI DI GUERRA: famoso quello di Norimberga
PROCESSO DI UNIFICAZIONE EUROPEA
CRESCITA DELLA CINA
DITTATURE MILITARI IN AMERICA LATINA
QUESTIONE MEDIO ORIENTALE
CAPITOLO 20
LA GUERRA FREDDA
Il termine “Guerra Fredda” venne coniato da George Orwell per descrivere lo stato di terrore in cui visse
la popolazione mondiale nel secondo dopo guerra in merito ad un possibile conflitto atomico tra le due
grandi super potenze mondiali uscite vincitrici dalla guerra: USA e URSS.
Per guerra fredda si intende una vera e propria GUERRA NON GUERREGGIATA, ovvero mai combattuta su
un campo di battaglia (nonostante durante la guerra di Corea gli americani si batterono affianco dei
coreani del Sud proprio contro i russi che invece appoggiavano la Corea del Nord).
La guerra fredda fu dunque soprattutto un CONFLITTO IDEOLOGICO che mise in contrapposizione due
mondi del tutto diversi:
Il conflitto si creò a seguito dell’espansionismo russo dell’immediato dopo guerra. Stalin infatti voleva
controllare una serie di stati “cuscinetto” in modo tale da garantirsi una protezione ad eventuali conflitti.
La ricerca sovietica di sicurezza fu intesa invece dagli Stati Uniti come la volontà di conquistare il resto
dell’Europa. Questo portò ben presto ad una spaccatura che DIVISE IN DUE IL MONDO:
- BLOCCO SOVIETICO;
- BLOCCO NATO.
Da entrambi le parti si creò un clima di Paura e diffidenza verso il nemico, concepito però in maniera
diversa; In Russia infatti la repressione verso ogni opposizione o simpatizzante statunitense era violenta e
spesso brutale (campi di lavoro siberiani). In America invece le discriminazioni, seppur decise come
accadde ad Hollywood quando attori e registi filo-sovietici vennero licenziati, non sfociarono mai in atti
brutali. Certo era che il clima che si venne a creare in entrambi gli schieramenti era quello di una grossa
“Caccia alle Streghe”.
Il vero motivo per cui un conflitto non sfociò mai e desiste dallo scoppiare tutt’oggi è molto semplice:
Un eventuale guerra tra due potenze nucleari finirebbe per sterminare la razza umana; non sarebbe
possibile distruggere l’avversario senza contemporaneamente distruggere anche se stessi.
Per questo nel corso degli anni la guerra fredda è divenuta una COESISTENZA PACIFICA in cui entrambi i
blocchi hanno accettato l’esistenza e la presenza dell’altro blocco ideologico-politico.
PIANO MARSHALL In piena armonia con quanto enunciato dalla dottrina Truman, George Marshall
presentò un piano di aiuti economici che favorisse una veloce ripresa dell’Europa martoriata dalla guerra.
L’obbiettivo era quello di evitare che le nazioni europee in grave difficoltà economica potessero finire
sotto l’ala protettrice della Russia o che i partiti comunisti delle rispettive nazioni potessero salire al
potere. Inoltre un intervento americano nelle casse delle principali nazioni europee avrebbe di fatto
creato una sorta di “dipendenza” di quest’ultime verso l’America e i suoi mercati. Le nazioni europee che
aderirono agli aiuti previsti dal piano Marshall furono ingerite nel sistema americano a tutti gli effetti. Per
questo l’URSS vietò a tutti i propri stati satelliti (Cecoslovacchia, Romania, Bulgaria ecc..) di aderire al
piano Marshall.
Furono stanziati ben 14 miliardi da dividere fra tutti i paesi europei che aderirono all’iniziativa.
I TRATTATI DI PACE =
Mao Zedong credeva fortemente nelle dottrine comuniste (marxiste e leniniste) impartitegli sin da
giovane. Egli però concepiva il comunismo in maniera differente rispetto a quello russo; i soggetti del
comunismo non erano gli operai di fabbrica come in Russia ma i contadini, la vera forza lavoro della Cina.
L’obbiettivo principale di Mao era quello di restaurare il prestigio cinese e per farlo decise di allearsi con
la Russia di Stalin. L’alleanza tra i due popoli comunisti fu totale. In cambio di una protezione militare, i
cinesi garantivano ai Russi l’indipendenza della Mongolia (più altre clausole).
Mao cominciò sin da subito a mettere in campo riforme a stampo comunista: la più famosa fu
certamente la COLLETTIVIZZAZIONE delle terre in favore dei contadini. Ma famosi furono anche i suoi
piani quinquennali per l’economia cinese sul modello di quella russa.
Egli attuò anche alcune campagne a sostegno della critica e delle opposizioni come per esempio la
CAMPAGNA DEI 100 FIORI (molto inusuale per un regime comunista). Molti intellettuali si sentirono
incoraggiati ad esprimere la propria opinione e muovere critiche costruttive verso il governo di Pechino.
La discesa di Mao cominciò invece a seguito dell’approvazione di un piano quinquennale a dir poco
disastroso su cui egli in realtà puntava moltissimo; come si può evincere dal nome che gli attribuì “IL
GRANDE BALZO IN AVANTI. Questo piano prevedeva che ogni famiglia cinese predisponesse di una
fornace dove creare piccole quantità di acciaio che potessero soddisfare il fabbisogno personale. Alla fine
il piano si rivelò un fallimento poiché molte famiglie abbandonarono l’attività rurale per poter sfornare
acciaio e ciò fece diminuire drasticamente la produzione di prodotti agricoli. Le critiche a Mao furono
tantissime che, nel 1960, fu sostituito da Liu Shaoqi. Mao però riprese il potere grazie ad una vera e
propria RIVOLUZIONE CULTURALE che partì dall’esercito e arrivò sino nelle scuole (la gente girava con un
famoso libricino rosso con all’interno le parole di Mao).
Alla morte di Mao, negli anni 70’, il potere passò nelle mani di Deng Xiaoping con cui si aprì un periodo
di grande sviluppo per la Cina; questa fu ammessa all’interno del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e
sviluppò un approccio più “occidentale” sui mercati. La gente, ammagliata da queste aperture
democratiche continuò a chiedere sempre maggiori autonomie e in un clima di maggior democrazia si
crearono forti proteste da una parte del popolo che chiedeva a gran voce un processo di
democratizzazione del paese. Per timore che la protesta nata a Pechino si divulgasse nel resto della
nazione, Deng fece applicare la legge marziale. Ciò portò a migliaia di morti in tutta Pechino; rimane
nell’immaginario collettivo di quella protesta l’immagine passata alla storia che immortala un ragazzo
disarmato porsi dinanzi a dei carrarmati, emblema della democrazia.
LE PRIMISSIME CONSEGUENZE DELLA GUERRA:
FRANCIA Venne abolito lo stato fantoccio nazista con a capo Petain (il quale non fu condannato
dopo la guerra) e capitale Vichy. Furono indette le prime elezioni e nel 58’ venne formata la 5°
repubblica con a capo De Gaulle.
INGHILTERRA inaspettatamente Churchill perse le elezioni e al suo posto, al 10 di Downing street,
salì Clement Attlee (labourista).
GERMANIA La Germania venne divisa in zone d’occupazione dai vincitori della guerra mentre
Berlino, che era stata suddivisa in 4 zone (UK, Francia, USA e URSS), venne a sua volta divisa in due
zone:
- BERLINO OVEST = controllata dagli occidentali in cui si instaurò la REPUBBLICA FEDERALE
TEDESCA (RFT) con capitale Bonn.
- BERLINO EST = controllata dai sovietici in cui fu proclamata la REPUBBLICA DEMOCRATICA
TEDESCA.
Le due zone furono divise da un enorme muro.
EUROPA ORIENTALE la Russia fece imporre REGIMI COMUNISTI in tutti i paesi Satelliti: Romania,
Bulgaria, Ungheria, Polonia, Cecoslovacchia.
A dimostrazione della guerra fredda in corso tra il blocco sovietico e quello americano, si crearono due
diverse ALLEANZE POLITICO-MILITARI:
NATO nata in seguito alla stipula del “Patto atlantico” tra le potenze occidentali
COMINFORM Un’alleanza che esisteva già a livello politico tra le potenze del blocco sovietico ma che
divenne anche militare in seguito alla stipula del “Patto di Varsavia”.
ITALIA =
Grazie al ruolo ricoperto della chiesa durante la seconda guerra mondiale (questa diede aiuti alle
persone sfollate ed evitò bombardamenti su Roma), si rafforzò moltissimo la DEMOCRAZIA CRISTIANA
guidata da Alcide De Gasperi.
Si rafforzò anche il PARTITO COMUNISTA mentre il PARTITO SOCIALISTA poteva contare sempre sul
solido appoggio della classe operaia.
Nacquero anche nuovi partiti come il PARTITO D’AZIONE composto da intellettuali e dissidenti al
regime fascista che durante tutto il periodo della guerra erano stati prigionieri di guerra (Altiero
Spinelli, Ernesto Rossi che erano stati esternati a Ventotene dove scrissero il famoso “Manifesto di
Ventotene”).
Nell’anno successivo alla fine della guerra mondiale si alternarono alcuni governicchi: da Bonomi a
Parri sino ad arrivare a De Gasperi che il 2 GIUGNO 1946 portò la nazione al voto referendario che
sancì la nascita della REPUBBLICA ITALIANA. Il giorno stesso si svolsero le elezioni per l’assemblea
costituente che si sarebbe occupata dei lavori necessari per la creazione della costituzione.
Il 1’ Gennaio 1948, a distanza di cento anni esatti dalla creazione dello statuto albertino, la costituzione
della REPUBBLICA italiana entrò in vigore e venne firmata dal Presidente della Repubblica ENRICO DE
NICOLA, il Presidente del Consiglio ALCIDE DE GASPERI e dal Presidente dell’assemblea Costituente
UMEBERTO TERRACINI.
Tra le caratteristiche più importanti della nuova carta costituzionale vi è quella della RIGIDITA’.
La carta costituzionale infatti può essere modificata soltanto attraverso procedimenti aggravati che
richiedono grandi maggioranze;
GLI INIZI DELLA COOPERAZIONE EUROPEA
Nel corso della storia, molti intellettuali e politici contribuirono alla nascita di un Unione Europea, tra
questi ricordiamo alcuni italiani:
GIUSEPPE MAZZINI che per primo parlò di Stati Uniti d’Europa e creò un’associazione a tal proposito:
La Giovine Europa.
ALTIERO SPINELLI e ERNESTO ROSSI Due prigionieri politici che sull’isola di Ventotene redassero un
documento dal nome “Manifesto di Ventotene” all’interno del quale erano contenuti molti degli
elementi che a quasi 60 anni di distanza saranno presenti nella carta dei diritti fondamentali dell’Unione
Europea.
L’unione Europea nasce ufficialmente il 1° novembre del 1993, a seguito dell’entrata in vigore del tratto
di Maastricht. La costruzione dell’unione europea però, consta di un processo storico che affonda le sue
radici nel dopo guerra.
La prima forma di collaborazione a livello europeo fu a livello commerciale nel 1951, quando venne
istituita la CECA, ovvero la Comunità del carbone e dell’acciaio. Questa permise i primi scambi economici-
commerciali tra i paesi contraenti (Belgio, Olanda, Francia, Lussemburgo, Italia, Germania e Olanda). Alla
CECA susseguirono l’Euratom (siglato dagli stessi paesi e volto a sviluppare l’industria nucleare) e la CEE,
ovvero la Comunità Economica Europea istituita nel 1957, grazie al Trattato di Roma. Quest’ultima in
particolare, estese il libero commercio a più mercati, istituì un fondo sociale europeo, una banca degli
investimenti e creò una politica comune su temi importanti come per esempio quello dell’agricoltura. Il
trattato che diede vita alla CEE inoltre, sanciva che le istituzioni europee, per portare a termine gli
obbiettivi politici prefissati, godevano di un potere normativo Legislativo. Nel 1993, a seguito dell’entrata
in vigore del trattato di Maastricht, venne istituita la comunità europea (C.E.). La comunità europea dette
vita ad una struttura organizzativa “a tre pilastri” racchiusa all’interno del TRATTATO SULL’UNIONE
EUROPEA (TUE). Questa struttura organizzativa a tre pilastri venne però superata grazie al Trattato di
Lisbona entrato in vigore nel 2009, grazie al quale l’unione europea divenne un unico soggetto giuridico
internazionale. Oggi giorno, la comunità europea si fonda sue distinti trattati aventi lo stesso valore
giuridico: il TUE e il TFUE (trattato sul funzionamento unione europea).r5555555dgfhgtyu
CAPITOLO 22
Nel 1950 i nordcoreani invasero la Corea del sud rivendicando la sovranità su tutto il territorio coreano.
Gli Stati Uniti allora corsero in aiuto ai sudcoreani spedendo le truppe ONU in soccorso di quest’ultimi.
Ben presto la situazione si capovolse e i sudcoreani invasero a loro volta la Corea del Nord, generando
un’altra reazione: quella della Cina comunista. Mao infatti inviò una serie di volontari che respinsero gli
americani al di là del vecchio confine tra i due stati (38° parallelo).
Fu allora che cominciarono le trattative tra i due stati guidate dal presidente americano Truman; le quali
terminarono nel 53’ quando ci si accordò per il ritorno al confine precedente alla guerra.
La guerra fece 2,5 milioni e mezzo di morti e ancora oggi esistono tensioni tra le parti e continui incontri
per cercare di trovare una soluzione DEFINITIVA alla questione.
L’importanza del conflitto di Corea fu soprattutto ideologica. Questa guerra infatti ha rappresentato il
momento di escalation più alto della guerra fredda tra URSS e USA e fu l’unico momento in cui si passò
da Guerra non guerreggiata alla guerra guerreggiata.
Alla morte di Stalin si creò quello che venne definito come un clima di “DISGELO” che inaugurò un
periodo riformista per la Russia. A capo della nazione salì Chruscev, il quale si rivelò molto differente dal
suo predecessore. A dimostrazione di ciò il fatto che Chruscev decise di denunciare e far emergere tutti i
crimini di guerra commessi da Stalin. Un azione questa, che provocò forti tensioni all’interno del mondo
comunista, culminate con la RIVOLUZIONE UNGHERESE del 56’ quando in tutta la nazione vennero
abbattute le statue raffiguranti Stalin e si scatenarono forti proteste represse nel sangue dall’Armata
Rossa.
CRISI DI SUEZ
L’altra grande crisi internazionale degli anni 50’ fu quella del canale di Suez.
In Egitto era salito al potere Abdel Nasser, nemico giurato di ogni forma di colonialismo. Egli inaugurò un
periodo di grande tensione con i paesi occidentali. Costrinse le truppe inglesi presenti sul territorio a
ritirarsi e nazionalizzò il canale di Suez provocando gravi danni all’economia inglese.
A questo punto Londra rispose duramente “organizzando” una guerra a tavolino tra Israele ed Egitto per
poter poi intervenire a favore dei primi e sistemare una volta per tutte la questione egiziana. Agli occhi
dell’opinione internazionale la mossa inglese sarebbe dovuta apparire come un modo di “separare i due
contendenti” e ristabilire la pace, mentre invece l’obbiettivo era quello di annientare Nasser.
Gli Stati Uniti condannarono pesantemente l’operazione militare inglese e ordinarono immediatamente
un cessate il fuoco agli inglesi. Anche la Russia condannò l’operazione militare e minacciò l’Inghilterra di
pesanti provvedimenti.
Gli inglesi furono costretti a ritirare le proprie truppe dal territorio. Dalla crisi di Suez emerse un
importante nuovo scenario: L’IMPORTANZA della GRAN BRETAGNA ERA DRASTICAMENTE DIMINUITA e a
far da padrone nel mondo erano diventate le due super potenze USA e URSS.
CONFERENZA di BANDUNG
Un altro importante evento degli anni 50’ fu la conferenza di Bandung .
A questa conferenza parteciparono molte nazioni in grave difficoltà economica che successivamente alla
conferenza vennero chiamate per la prima volta “Paesi del terzo mondo”. A Bandung fu affermata la
condanna del colonialismo e approvata una dichiarazione per la pace e la cooperazione nel mondo.
RIVOLUZIONE CUBANA
Da
fareeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
CAPITOLO 23
- RIFORMA AGRARIA
- CASSA per il MEZZOGIORNO
- CREAZIONE dell’ENI
- PIANO FANFANI un piano che prevedeva la costruzione di alloggi popolari.
Quando De Gasperi si dimise al suo posto salì il democristiano PELLA ma durò poco.
Al suo posto arrivò SCELBA, ricordato per aver risolto la “Questione Triestina”.
L’Italia e la Jugoslavia si contendevano ormai da tempo i territori giuliani. Scelba si accordò con Tito in
questo modo: i territori giuliani facenti parte della zona A (Trieste compresa) sarebbero passati all’Italia
mentre i territori della Zona B (Istria) sarebbero spettati alla Jugoslavia.
Un altro importante passaggio che segnò indissolubilmente la prima repubblica fu la QUESTIONE del 68’.
Nel 64’ alcuni studenti dell’Università della California, vicino Berkeley, fecero scoppiare forti proteste per
la sanguinosa guerra in Vietnam e ben presto il vento di protesta universitaria arrivò anche in Italia, era il
1968;
Il 68’ fu un periodo di protesta che in Italia riguardò dapprima il mondo universitario-scolastico (si
contestava l’organizzazione classista delle università) ma che poi si diffuse anche agli altri strati della
popolazione. Le manifestazioni studentesche si trasformarono presto in manifestazioni operaie molto
dure. Fu a seguito di queste proteste che i sindacati italiani riuscirono ad ottenere un risultato
importantissimo: LO STATUTO DEI LAVORATORI.
Il nome della prima repubblica è legato indissolubilmente anche agli ANNI DI PIOMBO (anni 70’).
Negli anni 70’ infatti, il vento rivoluzionario del 68’ aveva accresciuto le tensioni politiche all’interno del
paese. Ben presto però la tensione si trasformò in violenza e per tutta la durata del decennio l’Italia
assistette ad un terrorismo spietato che legò i suoi crimini brutali alle frange più estreme della politica
italiana (sia a destra che a sinistra).
CAPITOLO 24
ANNI 60’
GUERRA FREDDA SEMPRE PIU’ CALDA
Agli inizi degli anni 60’ la guerra fredda si fece sempre più calda. Il pericolo che scoppiasse un
conflitto tra USA e URSS fu forte, soprattutto in due circostanze:
All’indomani del termine della crisi missilistica, tra Mosca e Washington si instaurò una rete di
comunicazioni per affrontare al meglio le eventuali crisi internazionali; questa prese il nome di
“TELEFONO ROSSO”.
Verso la fine degli anni 60’ l’escalation di tensioni che stava per portare ad un conflitto, si trasformò in
COESISTENZA COMPETITIVA: le due nazioni cominciarono una vera e propria sfida nei principali settori
per sovrastare l’altra nazione (Economia, Sport, Spazio ecc…). Con il tempo poi la coesistenza competitiva
passò ad essere coesistenza pacifica.
L’evento principale che sconvolse gli anni 60’ fu certamente la guerra del Vietnam.
Dopo la seconda guerra mondiale i francesi volevano riconquistare i territori dell’Indocina perduti nella
seconda guerra mondiale, tra cui il Vietnam. Nonostante l’aiuto americano però i francesi non riuscirono
nell’impresa e nel 54’ vennero sconfitti dall’esercito Viethmin guidato da Ho Chi Min.
A questo punto l’Indocina venne suddivisa in 4 zone:
- CAMBOGIA
- LAOS
- VIETNAM del NORD comunista, guidato da Ho Chi Min;
- VIETNAM del SUD filo statunitense, guidato da Diem.
Entrambi i regimi vietnamiti si rivelarono delle dittature. A nord una dittatura a stampo sovietico e a sud
invece una dittatura dove il Presidente Diem perseguitò con tutte le sue forze comunisti e viethmin
ancora presenti sul territorio dopo la guerra coi francesi (Per questo motivo gli Usa decisero di organizzare
un colpo di stato per scacciare Diem dal Vietnam del Sud).
Nel frattempo cominciò l’infiltrazione nel Vietnam del Sud di militanti comunisti del Nord, chiamati
VIETCONG. La preoccupazione che questi Vietcong potessero instaurare un regime comunista nel Sud fu
molta e per questa ragione gli Stati Uniti risposero con un invio massiccio di truppe. Nel 64’ Vi furono
bombardamenti in tutto il Nord del Vietnam e ciò, unito all’utilizzo di gas mortali, provocò forti proteste
in tutta l’America, in particolare dal mondo universitario.
La svolta del conflitto arrivò nel 1968 quando i VIETCONG attaccarono le truppe americane nel giorno del
Tet, il capodanno buddista. Nonostante gli americani avessero respinto l’offensiva e il numero di perdite
fu di 35 a 1 in favore degli americani l’OPINIONE PUBBLICA AMERICANA CONDANNO’ GRAVEMENTE
LA GUERRA IN VIETNAM per il numero di morti e l’inutilità di quest’ultima.
In questo clima molto acceso si svolsero le nuove elezioni presidenziali che videro salire al potere,
sempre nel 68, Richard Nixon.
Con Nixon si inaugurò un nuovo capitolo del conflitto in Vietnam. Egli, sulla scia della stragrande
maggioranza dell’opinione pubblica, decise di “vietnamizzare il conflitto”. Ovvero ritirare le truppe
americane dal fronte (giunte in quegli anni a 500.000 unita) ma allo stesso tempo rafforzare quelle
vietnamite del sud con nuove armi e sussidi.
Il disimpegno americano in Vietnam portò ben presto i VIETCONG alla vittoria; era il 1975 e tutto il
Vietnam venne riunificato sotto una rigida dittatura comunista (ben vista da Urss e Cina) che torturò e
perseguitò centinaia di migliaia di persone che collaborarono con gli americani in passato. Nessuno però
si lamentò.
GUERRA dei 6 GIORNI (Medio Oriente)
Negli anni 60’ il Medio Oriente fu sconvolto dalla guerra dei 6 giorni.
Nel 64’ venne fondata l’OLP, l’organizzazione per la Liberazione della Palestina. Questa non riconosceva
la spartizione del 47’ e la legittimità di Israele. L’organizzazione era formata da Egitto, Siria e Giordania.
La guerra scoppiò quando l’egiziano Abdel Nasser decise chiudere lo STRETTO di TIRAN, unico sbocco
verso il mar Rosso per Israele. La reazione israeliana fu quella di dichiarare guerra a tutte e tre le nazioni
facenti parte dell’organizzazione.
La guerra, che prese il nome dei “Sei giorni”, fu un disastro per gli arabi che appunto, in soli sei giorni,
vennero massacrati dall’aviazione israeliana. Israele conquistò un enorme territorio che comprendeva la
penisola del Sinai e la Cisgiordania. Il grande problema a cui dovette far fronte Israele nei nuovi territori
conquistati fu quello dell’integrazione con gli arabi, spesso difficile e tumultuosa.
CAPITOLO 25
ANNI 70’
CRISI ECONOMICA MONDIALE
Gli anni 70’ furono segnati da un importante crisi economica mondiale dovuta a:
- LA FINE DEL SISTEMA DI BRETTON WOODS (44’). Ovvero la fine del sistema basato sulla
convertibilità del dollaro in oro ad un cambio fisso (il cambio fisso era di 1 oncia d’oro – 35$
dollari).
- CRISI PETROLIFERA (1973). Aumento del prezzo del petrolio deciso dai paesi produttori a
seguito della guerra del Kippur.
La grande conseguenza che si ebbe a seguito della crisi economica mondiale fu il fenomeno della
STAGLFLAZIONE, ovvero di una situazione economica in cui aumenta l’inflazione e contemporaneamente
aumenta anche la disoccupazione.
L’avvicinamento tra Cina e Usa preoccupò moltissimo la Russia che per “recuperare terreno” fu costretta
a firmare il TRATTATO DI SALT con il quale accettava una riduzione (da ambo le parti) degli armamenti
nucleari.
GUERRA DEL KIPPUR
Come detto, un avvenimento importantissimo che determinò la crisi petrolifera internazionale del 1973,
fu la Guerra del Kippur.
La guerra del Kippur si scatenò quando il successore di Nasser in Egitto, Al-Sadat decise che era giunta
l’ora di riprendersi i territori arabi (Sinai e Cisgiordania) sottratti qualche anno prima dagli israeliani
all’OLP (organizzazione liberazione Palestina) a seguito della guerra dei 6 giorni, in cui gli arabi furono
nettamente sconfitti.
La “vendetta” araba però fu respinta da Israele che, grazie all’aiuto degli americani, riuscì ad avere la
meglio dopo qualche difficoltà iniziale.
L’aiuto americano non passò inosservato agli arabi. Quest’ultimi, grandi esportatori di petrolio verso
occidente, decisero di attuare una RIDUZIONE DELLA PRODUZIONE DI PETROLIO e poco dopo stabilirono
l’EMBARGO (divieto di esportazione) verso gli Stati Uniti, generando una crisi petrolifera catastrofica.
La questione palestinese si risolse, momentaneamente, soltanto nel 79’ quando a Washington, sotto la
supervisione del presidente americano Carter, Israele ed Egitto si accordarono per la restituzione del
Sinai agli arabi in cambio della firma di una pace. La PACE si rivelò FRAGILE.
LA RIVOLUZIONE IN IRAN
Mentre Israele ed Egitto siglavano una pace storica, in Iran scoppiava una rivoluzione che abbatteva il
regime dello scià Mohammed Palavi.
Palavi regnava sull’Iran dal 1941; il suo governo si era distinto per la nazionalizzazione delle aziende
produttrici di petrolio (che produsse effetti negativi sui paesi occidentali) e per una DITTATURA FERREA
sulla popolazione.
La dittatura dello scià però, unita ad una piccola flessione economica del paese, portò ad una feroce
rivoluzione milioni di persone scesero in piazza per scacciare definitivamente Palavi e dare le chiavi
del paese in mano Komeini, un religioso che negli anni precedenti aveva guidato le proteste contro
Palavi.
Palavi non riuscì a fronteggiare la protesta e fu costretto ad abbandonare l’Iran. Al suo posto come detto
salì Komeini, il quale dette vita alla REPUBBLICA ISLAMICA.
ANNI 80’
UN DECENNIO DI CAMBIAMENTI POLITICI
USA Alle elezioni delle 1980 salì al potere RONALD REAGAN. Egli propose:
- POLITICA ANTICOMUNISTA = fine della distensione tra Usa e Urss; Egli attuò la cosiddetta
“Dottrina Reagan”, ovvero appoggiare sempre e comunque chi lottava contro il comunismo.
La prima applicazione della dottrina Reagan avvenne in Afghanistan, quando gli americani
spedirono armi e munizioni ai gruppi islamici che combattevano contro il governo afghano alleato
della Russia.
Inoltre egli si dotò del cosiddetto “SCUDO SPAZIALE”, ovvero una protezione spaziale ad
eventuali attacchi missilistici russi.
- ECONOMIA NEOLIBERISTA = lasciò i mercati liberi di muoversi. Si concluse così l’attuazione della
politica keynesiana, in cui lo stato interveniva direttamente con tagli alle imposte o con aumenti
della spesa pubblica. Reagan e Margaret Thatcher furono i primi ad applicare un economia
neoliberista nei rispettivi paesi. Vengono ricordati anche per la privatizzazione di molti apparati
statali.
FINE DELLA GUERRA FREDDA = Verso la fine degli anni 80’ però, l’approccio anticomunista reaganiano
lasciò spazio ad un nuovo periodo di DISTENSIONE che portò poi alla fine della guerra fredda. In Russia
infatti era salito al potere Gorbacev il quale, consapevole della superiorità militare americana, aveva
aperto al dialogo per una graduale denuclearizzazione dei due paesi. Nel 1987 i due siglarono il
TRATTATO INF, con il quale sancivano l’eliminazione delle armi nucleari a medio raggio in Europa.
Reagan e Gorbacev furono presentati dalla stampa mondiale come coloro che avevano posto fine alla
guerra fredda. Nel giro di due anni la guerra fredda terminò realmente. Era il 1989 quando crollò il muro
di Berlino e insieme ad esso anche l’unione Sovietica.
Si apriva una nuova fase storica in cui gli Stati Uniti divenivano l’unica Superpotenza mondiale.
FINE DELL’URSS
L’inizio della crisi Olimpiadi di Mosca boicottate dagli stati occidentali in segno di protesta per
l’invasione sovietica dell’Afghanistan.
L’Urss versava in condizioni gravissime. L’economia ristagnava e la scarsa produzione alimentare portò la
popolazione ad abusare il alcoolici per trovare uno sfogo alla difficile situazione sociale.
Alla morte di Breznev la situazione si aggravò ancor di più. Al potere, nel 1985, salì Gorbacev un giovane
politico che per porre rimedio alla situazione, proponeva di riallacciare i rapporti con gli Usa e di attuare
una serie di coraggiose riforme interne.
POLITICA INTERNA Egli attuò alcune riforme per accelerare lo sviluppo economico del paese e
concesse una COSTITUZIONE ai propri cittadini con nuove libertà e prerogative. Inoltre introdusse il
Proibizionismo Alcolico.
POLITICA ESTERA Apertura al dialogo con gli Stati Uniti (venne firmato il trattato INF); ritiro delle
truppe russe dall’Afghanistan, una guerra impopolare in patria e nel mondo che costò moltissimo alla
Russia in termini economici e di vite.
Nonostante l’avvio di una nuova politica, Gorbacev non riuscì a risollevare l’URSS che, nel 1989 subì il
colpo finale: IL CROLLO DEL MURO DI BERLINO, evento che segnerà il declino definitivo dell’Urss.
Dopo l’apertura della “Cortina di ferro” tra Ungheria e Austria che permise a molti sovietici di passare
in occidente, la situazione sfuggì di mano; Le persone che scappavano verso occidente cresceva a
dismisura e di fronte a crescenti proteste, il governo di Berlino Est decise di permettere la visita dei
tedeschi sovietici nella Germania Occidentale. Immediatamente migliaia di persone si precipitarono nei
pressi del muro e cominciarono a varcarlo senza alcun divieto. Non potendo fermare il flusso di persone i
varchi furono aperti e le due nazioni collegate (la Germania fu poi unificata soltanto nel 1991).
Dal muro in poi, le nazioni satellite dell’URSS dichiararono, una ad una, la propria sovranità ed
indipendenza, mettendo fine al Patto di Varsavia.
CAPITOLO 27
ANNI 90’
Gli anni 90’ furono contraddistinti da parecchie “Scosse di assestamento”. Il mondo infatti usciva dalla
dicotomia Usa-Urss e si avvicinava ad un periodo di predominio statunitense. Le scosse di assestamento
più significative, che dimostrarono il netto divario fra le due potenze, furono: La guerra del golfo –
Questione Jugoslava.
SADDAM HUSSEIN
Saddam Hussein salì al potere in Iraq nel 1979.
ATTACCO ALL’IRAN = Fu il primo grande avvenimento ordinato da Saddam. Egli sperava di sfruttare la
fragilità iraniana per poter conquistare una regione ricca di petrolio. L’Iran infatti era appena uscita
da una rivoluzione che aveva provocato il passaggio del potere da Palavi a Koemeni e risultava una
nazione debole.
Inoltre Koemeni era uno sciita mentre Saddam era sunnita come Palavi (Iran e Iraq sono tra le poche
nazioni africane in cui gli sciiti sono di più rispetto ai sunniti); Saddam dunque aveva paura che gli
sciiti potessero rovesciare il suo governo come accaduto in Iran e per questo voleva sbarazzarsi di
Koemeni.
La guerra, iniziata nel 1980, finì otto anni dopo, nel 1988 senza un vincitore.
GUERRA DEL GOLFO = Saddam Hussein aveva contratto cospicui debiti da pagare al Kuwait.
Il Kuwait infatti, aiutò economicamente l’Iraq per combattere la guerra contro l’Iran.
Una volta finita la guerra, l’economia irachena era a pezzi e Saddam non restituì i soldi che
doveva ai propri debitori.
Il Kuwait allora decise di aumentare la produzione di petrolio creando un grave danno
all’economia irachena (infatti circolava molto più petrolio e ad un costo minore).
Saddam rispose alla provocazione e nel 1990 INVASE FACILMENTE IL KUWAIT.
L’invasione irachena però provocò la forte reazione dell’ONU che nel 1991 diede il via
all’operazione TEMPESTA NEL DESERTO, capeggiata dagli Stati Uniti di George Bush.
L’operazione fu un successo e in breve tempo Saddam venne sconfitto ma non destituito; egli
infatti rimase a capo del governo iracheno.
La guerra del golfo dimostrò la nascita di un “Nuovo Ordine Mondiale” guidato dagli Stati Uniti. I
russi infatti, alleati storici dell’Iraq, non mossero nemmeno un dito, consapevoli della loro crisi
interna e della loro inferiorità militare nei confronti degli Usa.
- Etnie Diverse
- Religioni Diverse
- Lingue diverse.
Alla morte di Tito, nel 1980, il paese cominciò un lento processo di disgregazione.
In ogni paese della Jugoslavia presero forma delle Leadership Nazionaliste che per tutta la durata degli
anni ottanta non fecero altro che alimentare la già difficile convivenza tra le diverse etnie presenti sul
territorio.
In particolare ricordiamo Slobodan Milosevic, fautore del nazionalismo serbo. Egli rivendicava la
superiorità della “Grande Serbia” sulle altre etnie jugoslave.
All’inizio degli anni novanta, le nazioni presenti sul territorio jugoslavo cominciarono a reclamare la
propria indipendenza. La prima a dichiararsi autonoma fu la Slovenia poi, una ad una, anche tutte le altre
nazioni dichiararono l’indipendenza. All’inizio degli anni 90’, la ormai Ex-Jugoslavia presentava nuovi
assetti geo-politici e nuovi confini che ben presto la portarono al conflitto D’improvviso intere fette di
popolazione si trovarono “straniere” in quelle che fino a qualche anno prima erano le loro case. La
discriminazione etnica tra i vari popoli arrivò al culmine.
Il conflitto iniziò nella città di Vukovar, al confine tra Serbia e Croazia, dove viveva un buon numero di
serbi. La città cadde in mano ai serbi di Milosevic dove venne instaurata la Repubblica di Krajina.
BOSNIA Alcuni mesi dopo Vukovar, anche la Bosnia dichiarò la propria indipendenza, scatenando una guerra
1992-95 sanguinosissima (dal 1992 al 1995) fra le tre differenti etnie:
La guerra di Bosnia è ricordata come la guerra più sanguinosa dal dopo guerra ad oggi. Morirono circa
300.000 uomini e viene ricordata anche per il GENOCIDIO dovuto alla “PULIZA ETNICA” attuata dai serbi
nei confronti dei musulmani (Sebreniza in particolare).
Soltanto a seguito dell’intervento degli Stati Uniti la guerra si placò. Questi bombardarono le postazioni
serbe e riarmarono l’esercito croato, determinando una svolta nel conflitto. Nel 95’ poi, sotto l’egida del
presidente Clinton, le tre parti in causa firmarono il TRATTATO DI DAYTON, che ridisegnava i confini
bosniaci in modo tale da non causare ulteriori conflitti.
KOSOVO Nel frattempo in Kosovo, una provincia autonoma della Serbia nella Jugoslavia di Tito, gli albanesi
1999 cominciarono una guerriglia contro i serbi a seguito della revoca dell’autonomia.
La NATO, onde evitare una drammatica ripetizione della guerra in Bosnia, decise di intervenire e nel 1999
cominciarono i bombardamenti su Belgrado. Milosevic fu costretto a ritirare le truppe dal Kosovo.
In Kosovo venne instaurato un protettorato sotto il controllo di: ITALIA, USA, FRANCIA, GERMANIA e
soltanto nel 2008 il territorio diventò ufficialmente autonomo.