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Giuseppe Mazzini, Manifesto della Giovine Italia

Nel passo del Manifesto della Giovine Italia (1831) Giuseppe Mazzini, favorevole a un
ordinamento unitario e repubblicano, spiega le ragioni del suo movimento e il concetto di
«religione del martirio», consapevole che per formare gli italiani agli ideali di libertà sia
necessaria una lunga preparazione.
Le grandi rivoluzioni si compiono più coi principii, che colle baionette; dapprima nell’ordine
morale, poi nel materiale. Le baionette non valgono, se non quando rivendicano, o tutelano un
diritto: e diritti e doveri nella società emergono tutti da una coscienza profonda, radicata ne’
più; la cieca forza può generare vittime e martiri e trionfatori; ma il trionfo, collochi la sua
corona sulla testa d’un re o d’un tribuno, quand’osta al volere dei più, rovina pur sempre in
tirannide. I soli principii diffusi e propagati per via di sviluppo intellettuale nell’anime
manifestano ne’ popoli il diritto alla libertà, e creandone il bisogno, danno vigore e giustizia di
legge alla forza. Quindi la urgenza dell’istruzione. La verità è una sola. I principii che la
compongono sono pochi: enunciati per la più parte. Bensì le applicazioni, le deduzioni, le
conseguenze de’ principii sono molteplici; né intelletto umano può afferrarle tutte ad un tratto,
né, afferrate, comprenderle intelligibili e coordinate, in un quadro limitato, e assoluto. I potenti
d’ingegno e di cuore, cacciano i semi d’un grado di progresso nel mondo; ma non fruttano, che
per lavoro di molti uomini, ed anni. La umanità non s’educa a slanci: ma per via d’applicazioni
lunghe e minute, scendendo a particolari e paragonando fatti, e cagioni, impara le sue
credenze [...]. Questo sa la Giovine Italia e s’intende l’altezza della sua missione, e l’adempirà,
noi lo giuriamo per le mille vittime che si succedono instancabili da dieci anni a provare, che
colle persecuzioni non si spengono, bensì si ritemprano le opinioni: lo giuriamo per lo spirito,
che insegna il progresso, pei giovani combattenti di Rimini, pel sangue dei martiri Modenesi.
V’è tutta una religione in quel sangue; nessuna forza può soffocare la semenza di libertà, però
ch’essa ha germogliato nel sangue dei forti. Oggi ancora la nostra è la religione del martirio:
domani sarà la religione della vittoria.
G. Mazzini, Manifesto della Giovine Italia, in Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano
l971, XX

Elaborato sul brano:

Giuseppe Mazzini nasce a Genova il 22 giugno 1805 dalla famiglia di un famoso medico
e professore universitario. La sua educazione è iniziata in famiglia ed è stata una tappa
destinata a svolgere un ruolo importante nello sviluppo futuro delle sue idee: nelle
lezioni della maestra giansenista, madre (persona estremamente religiosa e sensibile)
e Per quei corsi del padre partecipò alla politica genovese durante i tre anni del Partito
Repubblicano (1796-1799), e non fu immune dalla nostalgia durante il periodo
rivoluzionario. Durante gli anni degli studi universitari Mazzini espresse insoddisfazione
per l'obbedienza politica e religiosa dell'Università della Liguria. Partecipò alle attività
costituzionali nel 1821, ma le sue ambizioni politiche non erano ancora formate. Si
laureò in giurisprudenza nel 1827 .
Tuttavia, negli anni successivi, la legge non gli piacque affatto e predilesse il mondo
letterario, e vi si dedicò scrivendo recensioni per alcuni giornali liguri: questo lo
avvicinò al romanzo storico, Alfieri Il romanticismo antitirannico e le opere di Dante
Alighieri. Naturalmente considerato un modello di poesia popolare e patriottica. Nel
1827 uno studente di medicina di nome Torre introdusse Mazzini. Fu fondato Carbonari
e, almeno per i primi mesi, si dedicò ad attività settarie, facendone nuove prostitute, e
perfino andando Alcuni altri stati hanno visitato "Vendite".
La notizia della Rivoluzione di Parigi del luglio 1830, dopo tre giorni di battaglia
rovesciò il trono assoluto della dinastia borbonica, al fine di elevare lo status di Luigi
Filippo d'Orléans nella Costituzione, che mostra i giovani Tutte le incertezze dei
genovesi e l'inefficienza della politica del carbonio e dei loro misteriosi riti, ma
raramente tradotti in azioni politiche e militari decisive. Alla fine dello stesso anno,
però, Mazzini fu arrestato perché appartenente ad una società segreta, dopo un breve
processo fu assolto per insufficienza di prove, ma fu costretto a lasciare il Regno di
Sardegna in esilio per misure di polizia. Il gennaio successivo, prima in Svizzera, poi in
Francia.
La creazione di Giovine Italia:

La notizia della Rivoluzione di Parigi del luglio 1830, dopo tre giorni di battaglia - i
cosiddetti trois glorieuses - rovesciò il trono assoluto della dinastia borbonica, al fine
di elevare lo status di Luigi Filippo d'Orléans nella Costituzione, che mostra i giovani
Tutte le incertezze dei genovesi e l'inefficienza della politica del carbonio e dei loro
misteriosi riti, ma raramente tradotti in azioni politiche e militari decisive. Alla fine
dello stesso anno, però, Mazzini fu arrestato perché appartenente ad una società
segreta, dopo un breve processo fu assolto per insufficienza di prove, ma fu costretto a
lasciare il Regno di Sardegna in esilio per misure di polizia. Il gennaio successivo,
prima in Svizzera, poi in Francia.
La creazione di Giovine Italia
Questo giovane esule arrivò a Marsiglia, riunì alcune delle parti più radicali di Cabanari,
e decise di dare vita a una nuova forma politica, ma questa non era la tipica società
segreta dei primi trent'anni. La Giovine Italia - che è il nome del nuovo "partito" - è in
realtà diversa da Carbonari e società simili, con due caratteristiche principali:
I suoi obiettivi politici sono pubblici: sebbene l'azienda intraprenda azioni nascoste,
tutti sanno che persegue l'indipendenza e l'unità della penisola ed è unificata dal
governo repubblicano;
I suoi mezzi furono dichiarati: la giovane Italia perseguiva i suoi obiettivi attraverso
l'educazione (o "scrematura") e la ribellione. La formazione di Mazzini si concentra
sulla diffusione di idee, coinvolgendo quante più persone possibile, e progetta di
espellere gli stranieri attraverso azioni violente e di raggiungere questo obiettivo
attraverso la guerra.
Queste caratteristiche fanno sì che Mazzini intenda rinunciare a eventuali contributi
stranieri e fare affidamento interamente sul potere del popolo armato. A differenza di
molte organizzazioni segrete nel Medioevo, i patrioti genovesi non si fidavano
dell'intervento di altre potenze, in particolare la Francia, e cospiratori come il nuovo
giacobino Filippo Bunarolotti volevano farlo.
La teoria di Mazzini distingue anche teoricamente il momento dell'indipendenza
nazionale dal momento della rivoluzione politica: dopo aver espulso gli stranieri, il
governo sarà temporaneamente governato da una dittatura, composta da poche
persone con una morale riconosciuta. In tutte le regioni del paese, lascia che il popolo
sia l'unico custode della sovranità e abbia il tempo di decidere quale governo è la
forma migliore. Un'altra caratteristica del progetto Giovine Italia è la questione della
religione: i Mackiniani rifiutavano qualsiasi nozione materialista, non la maggior parte
delle forme derivate dalla Rivoluzione francese, e dal punto di vista del romanticismo,
combinavano Dio con il popolo. L'origine del progresso umano. Il popolo, quindi, non è
visto come un semplice mezzo di rivoluzione (ma in alcune zone di Cabonari), ma il
tema principale del cambiamento politico. Tuttavia, Mazzini respinse decisamente
qualsiasi ridistribuzione della ricchezza, in particolare qualsiasi ipotesi sul diritto
fondiario, che è la forma più preziosa degli insegnamenti di François Noël “Graccus”
Babeuf.

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