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PROTEINE
PROTEINE
FUNZIONI GENERALI:
STRUTTURALE: Mantenimento della morfologia delle varie strutture,
compresa l’impalcatura cell. Collageno, Cheratine, Elastina
PROTEINE
Oligomeriche Monomeriche
Strutturale Funzionale
PROTEINE
SEMPLICI: CONIUGATE:
solo amminoacidi associate ad altre entità ioniche o molecolari
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La struttura di una proteina è una sola ed è quella NATIVA, che è
corrispondente alla sua funzione biologica e quindi se viene alterata
pregiudica la funzione biologica della proteina.
AMMINOACIDI
STRUTTURA DEGLI AMMINOACIDI
I monomeri che costituiscono le proteine sono gli -amminoacidi. Il gruppo
amminico è legato al carbonio adiacente al gruppo carbossilico, sono legati
a un atomo di H e ad una catena laterale R che è diversa per ogni
amminoacido.
La struttura generica degli amminoacidi ordinari è la seguente
COOH
|
H-C-R
|
NH2
Per eliminazione di una molecola di acqua, il gruppo amminico di un
amminoacido può legarsi al gruppo carbossilico di un altro
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H2N-CH-COOH + H2N-CH-COOH --> H2N-CH-CO-NH-CH-COOH + H2O
I I I I
R R R R
il legame che unisce due amminoacidi, evidenziato in rosso, prende il nome
di legame peptidico. Una catena di più amminoacidi legati attraverso legami
peptidici prende il nome di generico di polipeptide, uno o più polipeptidi, a
volte accompagnati da altre molecole ausiliarie, costituiscono una proteina.
STEREOCHIMICA DEGLI –AMMINOACIDI
Un atomo di C è detto chirale o centro di chiralità o stereocentro o carbonio
assimetrico se legato a 4 sostituenti diversi. Se una molecola contiene un
carbonio assimetrico può avere 2 possibili stereoisomeri distinguibili detti
enantiomeri. Gli enantiomeri L e D possono essere distinti perché in
soluzione ruotano il piano della luce polarizzata in direzioni opposte.
Tutti gli amminoacidi tranne la glicina(2 dei gruppi legati al C sono uguali)
possono esistere nella forma D o L.
Tutti gli amminoacidi incorporati dagli organismi nelle proteine sono nella
forma L.
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AMMINOACIDI AROMATICI: Contengono gruppi aromatici e avendo
anelli con doppi legami coniugati assorbono fortemente la luce nella
regione dello spettro ultravioletto corrispondente.
Fenilalanina: E’ uno degli amminoacidi più idrofobici ed è un amminoacido
essenziale;
Tirosina: E’ importante perché è un residuo amminoacidico importante nel
recettore per l’insulina, ha carattere idrofobico e si dissocia a pH elevato;
Triptofano: Amminoacido essenziale che ha nel gruppo aromatico un
pirrolo.
STRUTTURA SECONDARIA
Le proteine possono assumere diverse strutture ma ci sono delle restrizioni a
cui devono attenersi.
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o La carica presente sui gruppi R. Gruppi R carichi sono presenti nei
residui di glutammato e aspartato e in quelli basici. Quando i residui in
base alla posizione tridimensionale si trovano vicini possono esercitare
atrazione o repulsione.
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Elica 310 si può riscontrare in alcune proteine ma non è diffusa come l’a
elica.
PROTEINE FIBROSE
Le proteine fibrose hanno una forma allungata e, a differenza delle proteine
globulari, sono costituite da un unico elemento di struttura secondaria: eliche
o strutture b.
Il collagene
E’ la proteina + abbondante presente nei vertebrati, con concentrazioni che
variano in funzione della specie da 20 al 40%. E’ la sostanza principalmente
presente nei tessuti connettivi. Si presenta sotto varie forme: nelle ossa (con
precipitazione di cristalli di idrossipatite), nei tendini (sotto forma di fibre
allineate), nella cornea, nel cristallino, nella parete dei vasi (associata
all’elastina.
COLLAGENO
Proprietà Resistenza, Rigidità, Insolubilità
Quantità 20-40% in tutte le proteine
Localizzazione Extracellulare
Struttura Polimorfa non meno di 12 tipi diversi di collageno con
altrettanti tipi di catene costituenti.
Unità fondamentali Tropocollageno (dim 30nm X 1,5nm)
Non c’è ancora una stima precisa sui tipi di collageno, da 15 a 19 secondo le
ultime teorie. I vari tipi di collageno si distinguono nella sequenza primaria
delle catene che costituiscono il tropocollageno, l’elemento fondamentale.
Il collageno di tipo I, il + diffuso, è caratterizzato dalla mancanza di cisteina e
triptofano. Le peculiarità del collageno variano a seconda della funzione.
Nell’ uomo è maggiormente presente nel muscolo e nelle ossa e nella pelle,
ma è distribuito + o meno ovunque. Facendo una micrografia elettronica del
collageno si vedono fibre dotate di una striatura periodica, che il risultato
dell’allineamento delle unità di tropocollageno.
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Le fibre collageno sono date dalla polimerizzazione di tropocollagene.
Il TROPOCOLLAGENE è una proteina dotata solo di struttura secondaria,è
una tripla elica, di tre catene di polipeptidi, ciascuna lunga circa mille residui.
Le singole catene sono eliche sinistrorse che si avvolgono l’una all’altra in
senso destrorso, stabilendo legami H. Ciò garantisce che non si potrà
svolgere spontaneamente, infatti lo srolotolamento in un punto centrale
porterebbe ad un superavvolgimento.
In questa struttura troviamo alcune peculiarità:
Y La struttura tipica dell'elica del collageno è dovuta alla particolare
sequenza amminoacidica delle catene, che è costituita per oltre un
terzo da glicina e per almeno un quinto da prolina e idrossiprolina.
Presenta di una sequenza primaria ripetitiva: GLY-PRO-OHPRO-GLY
Y Un residuo ogni 3 deve giacere in prossimità del centro della tripla elica,
e può essere esclusivamente una glicina, perché qualsiasi altra catena
R sarebbe troppo ingombrante.
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L’ac. Ascorbico riduce l’O2 di cui un atomo è incorporato dal succinato e
l’altro nel gruppo ossidrilico dell’idrossiprolina.
Sono catalizzate da enzimi(vedi su) Prolil monossigenasi e Lisil
monossigenati entrambi metallenzimi che presentano come ione
metallico lo ione ferroso, se lo ione ferroso transita passa a ione ferrico,
l’ enzima non è più in grado di catalizzare la reazione. La necessita di
mantenere sempre ridotto lo ione viene realizzata dall’intervento dell’
acido ascorbico.
Una forte carenza di vitamina C (scorbuto) porta ad un’indebolimento
delle fibre collagene, diovuto alla mancata idrossilazione della prolina.
COO- COO-
O2 +
+ CO2
O=
COO-
COO-
HO
a-Chetoglutarato Succinato
\
Acido ascorbico
\ \
Fe2+
X N CNH X N CNH
/ \ / II Procollagene-prolina / \ / II
idrossilasi
-Glicina C O -Glicina C O
II II
O O
Segmento peptidico Segmento peptidico
del procollagene del collagene
contente
idrossiprolina
IDROSSILAZIONE ENZIMATICA DEI RESIDUI DI PROLINA DEL
PROCOLLAGENE DURANTE LA SINTESI DEL COLLAGENE.
Il destino dei due atomi della molecola di O è indicato in rosa. X è un qualsiasi
residuo amminoacidico.
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LA BIOGENESI DEL COLLAGENO
Le catene polipeptidiche che daranno origine al collageno sono sintetizzate
nel reticolo endoplasmatico rugoso dei fibroblasti sotto forma di un precursore
chiamato procollagene che va poi incontro ad una serie di modificazioni
postraduzionali. Le varie fasi sono:
Sintesi delle catene pro a si forma questa catena pro che contiene un
numero di residui ridondante rispetto alla catena matura. Questi aa si
trovano alle estremità e sono residui polari ricchi di cisteine, questo la
rende ancora + solubile e favorisce l’assemblaggio delle tre eliche.
LISINA ALLISINA
Questo composto ora può dare origine a una serie di reazioni. Ne esistono di
due tipi:
1. Una lisina o un idrossilina viene ossidata da lisinaossidasi diventando
allisina; reagisce poi per sottrazione di una molecola d’acqua con
un’altra lisina a formare una base di Schift che viene in seguito ridotta.
2. Reagiscono tra loro due allisine una in forma enolica e l’altra aldonica
per condensazione aldolica e sottrazione di una molecola d’acqua.
H H
I I
--CH2—CH2—CH2—C=O + --CH2—CH2—CH2—C=O
Allisina Allisina
H2O
H
I
--CH2—CH2—CH2—C=O=====C+—CH2—CH2—
I
C+
/ \\
H O
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La formazione di legami crociati continua per tutta la vita rendendo il
collagene sempre meno elastico e più fragile.
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Elastina
STRUTTURA TERZIARIA
PROTEINE GLOBULARI
L’aspetto delle proteine con struttura terziaria è di tipo globulare. Queste
proteine sono dette così perché le loro catene polipeptidiche sono ripiegate in
strutture compatte.
La catena polipeptidica è spesso avvolta in uno dei tipi di struttura secondaria
( elica, foglietto ), per rendere però queste strutture compatte le regioni
devono essere ripiegate l’una sull’altra. Questo ripiegamento è la struttura
terziaria della proteina, che conferisce alla molecola la forma tridimensionale.
ESPERIMENTO di C. A nfinsen:
prendiamo un enzima pancreatico la ribonucleasi, che ha un effetto idrolitico
sugli acidi nucleici.
Questo enzima è costituito da circa 100 residui, tra cui troviamo 8 cisteine,
che man mano che la proteina organizza la struttura globulare, formano 4
residui di cistina.
H3N H 3N
I I
H—C—CH2—SH + SH—CH2—C—H
I I
-
COO COO -
Cisteina Cisteina
H3N H3N
I I
H—C—CH2—S—-------S—CH2—C—H +2H+ +2e-
I ponte I
-
COO disolfuro COO-
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CISTINA
Il gruppo sulfidrilico (SH) delle due cisteine si ossidano e si forma il ponte
disolfuro con sottrazione di elettroni, dando origine alla cistina.
Facciamo fondere la nostra proteina in presenza di b mercapto etanolo.
Questo composto è un derivato dell’alcool etilico (CH 3—CH2—OH), ha
proprietà riducenti perché presenta legato al C un gruppo SH.
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Metodologie per la ricostruzione delle mappe delle proteine.
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STRUTTURA QUATERNARIA
EMOGLOBINA
Questa proteina può essere studiata come modello delle strutture
quaternarie. Se ne conoscono circa 200 varianti. Per meglio comprendere
questa proteina è necessario studiare una proteina molto simile la
mioglobina.
Sono simili perché:
l’omologia di sequenza (stesso residuo nella stessa posizione) è pari al
50%;
il singolo monomero della mioglobina è molto simile a quelli che
costituiscono l’emoglobina;
entrambe presentano il gruppo eme, sono emoproteine (non sono le
uniche);
entrambe hanno andamento secondario ad elica, tranne nei gomiti
dove viene perduta la struttura secondaria per consentire il formarsi
della struttura globulare. Circa il 70% ha struttura ad elica e il 30% a
tratti random. Ci sono 8 segmenti ad elica (denominati con le lettere
maiuscole dell’alfabeto), articolati in 7 gomiti (denominati con le lettere
minuscole dell’alfabeto).
Le differenze sono:
l’emoglobina ha raggiunto un livello strutturale quaternario mentre
la mioglobina solo terziario, pur avendo analoga struttura terziaria.
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L’emoglobina è un tetramero formato da 4 monomeri denominati
questi sono a due a due uguali. Gli sono costituiti da 141
residui, i da 146.
La mioglobina ha 153 residui, dove per convenzione il residuo 1 è l’ N-
terminale e il 153 il C-terminale.
Esiste una via biosintetica che conduce al gruppo eme, la via biosintetica
delle porfirine. Partendo dalla porfirina IX, caratterizzata, come tutte le
porfirine da una struttura di base composta da un anello tetrapirrolico ciclico.
Ogni pirrolo presenta un N e 4 C, sono collegati dai CH.
Dalla porfirina IX si passa alla protoporfirina IX.
1
2
4
3
18
Nella protoporfirina XI sono presenti 3 tipi di catene laterali:
1. un gruppo metilico CH3 (metile);
2. un gruppo a 2 atomi di carbonio, CH=CH2 (vinile);
3. un gruppo a tre atomi di carbonio, CH2—CH2—COO- (residuo di acido
propionico, un proprionile).
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☻ Il Fe si presenta in forma di ossidazione ferrosa, Fe 2+, legato al centro
del gruppo eme tramite legami dativi tra Fe (elemento che dispone di
doppietti elettronici) e N (elemento che presenta orbitali vuoti).
☻ Ma il ferro non è legato solo dai legami di coordinazione con l’N detti
planari, ma realizza legami ortogonali alla struttura dell’eme ( legami
assiali). I legami assiali si realizzano con il residuo di istidina in
F8. L’istidina è un amminoacido basico che presenta nel residuo R un
anello imidazolico, che al suo interno contienine un N con un doppietto
libero che permette il legame.
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Se prendessimo il gruppo eme e lo tirassimo fuori dalla proteina il Fe passa
in forma ossidata, diventa ione ferrico (Fe3+), perdendo un elettrone.
Perché quando si lega l’O 2 nella proteina nativa, dando ossigenazione, non
c’è sottrazione di elettroni cioè ossidazione (che rende non funzionante la
proteina), come accade nel gruppo eme enucleato?
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FUNZIONE DI MIOGLOBINA ED EMOGLOBINA
Nel mitocondrio si svolgono le ossidazioni biologiche, reazioni dove l’O
molecolare reagisce con una serie di substrati ridotti SH 2
½ O2 + SH2 → S + H2O
S si ossida e l’ossigeno si riduce, dando origine ad acqua, l’O è usato come
carburante e SH2 come combustibile, avviene combustione e si sviluppa
energia.
L’O per arrivare al mitocondrio compie un viaggio.
Parte dall’ ambiente esterno dove è presente a una concentrazione del
20%, quindi la pressione parziale dell’ossigeno nell’atmosfera sarà di
152 mmHg (20 X 760 mmHg).
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Dall’interstizio passa per diffusione nel citosol dove c’è una pressione di
10mmHg.
Mb + O2 <====> MbO2
La p50 della
mioglobina è di circa
2,8mmHg.
Se la mioglobina si
confronta con O alla
pressione parziale di
2,8mmHg si saturerà al
50%.
Siti occupati
Y= ——––————––
Siti totali
pO2
Y= ——––———
Kdis + pO2
Questa è l’equazione di un iperbole equilatera in cui le variabili sono Y e la
pO2. Costruiamo un grafico in cui poniamo la variabile dipendente sulle
ascisse (pO2) e la variabile indipendente sulle ordinate (Y).
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Y
0
pO2
Hb + 4O2 ⇄ Hb ∙ 4O2
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Confronto delle cinetiche di
legame dell'ossigeno di
mioglobina e emoglobina.
Per saturazione relativa si
intende la frazione di siti totali che
lega l'ossigeno; P50 è la pressione
parziale di ossigeno (pO2)
necessaria per ottenere la
semisaturazione, ovvero il 50%
dei siti totali legati all'ossigeno.
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I 4 monomeri dell’emoglobina nelle fasi di sviluppo
VITA z2 e2 z2 a2 a2 e2
EMBRIONALE GOWER I PORTLAND GOWER II
VITA FETALE a2 g2 a2 b2
Hb F (fetale)
98%
Hb A (adulta)
1-2 %
VITA ADULTA a2 b2 a2 g2 a2 d2
Hb A (adulta)
97-98% Hb F (fetale) Hb A2
1,5 % 2-3 %
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Gia 4 mesi dopo la nascita troviamo l’emoglobina che troviamo in un
individuo adulto, cioè composta 97% da emoglobina adulta, un 1% che
rappresenta un retaggio dell’emoglobina fetale, e un 2% di un nuovo tipo di
emoglobina di tipo 2 2.
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Il processo inverso avviene a livello dei tessuti.
Questo spiega anche l’andamento sigmoideo della curva di saturazione.
DEOSSI, CONFORMAZIONE T
La conformazione ad alta affinità è detta CONFORMAZIONE R.
OSSI, CONFORMAZIONE R
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La forma T è detta così per l’aggettivo inglese tight=tesa, dando l’idea di una
proteina difficilmente accessibile all’O, tanto che se se quando assume
questa forma l’O è ancora legato viene escluso.
Consiste in una struttura dove oltre alle forme di coesione, tra i 4 monomeri ci
sono ponti salini (legami ionici).
I legami ionici sono 8 e sono simmetrici, possono essere intracatena e
intercatena.
Fe ↑ ↑ ↑ ↑ ↑ ↑
↓ ↓
3d
4s 4p
Fe2+ ↑ ↑ ↑ ↑ ↑
Alto ↓
spin
3d 4s 4p
Fe2+ ↑ ↑ ↑
Basso ↓ ↓ ↓
spin
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Il legame di coordinazione tra His F8 (istidina prossimale) e ione ferroso non
è perpendicolare al piano dell' anello tetrapirrolico, ma è inclinato di circa 8°.
La repulsione tra l' eme ed uno degli idrogeni dell' anello imidazolico
dell' istidina F8 da una parte, e quella con il residuo di valina FG5
provoca uno spostamento di His F8 che rende perpendicolare al piano
dell' eme il quinto legame di coordinazione.
Alla fine otteniamo la proteina nella forma R dove non ci sono più ponti
salini e ha acquisito la massima affinità all’O.
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In termini di cristallo è evidente l’allontanamento tra i due monomeri tra loro
di 7-8 A°, quando passa nella forma T.
Il cambio di conformazione oltre che la concentrazione dei reagenti permette
maggiore liberazione e acquisizione di O.
0,4
0,25
15 30 45 60 PO2
L’Hb quando arriva nel capillare trova un pCO 2 =20mmHg, Y=0,4, cioè il 60%
dei siti ha ceduto l’ O2.
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Nella curva con pCO2 =40 mmHg, Y=0,25, il 75% dei siti ha ceduto l’ O 2.
Se quindi la pCO2 =40 mmHg la curva si sposta a destra, mentre se la la
pCO2 =10mmHg si sposta a sx.
Maggiore è la produzione di CO2 maggiore è la tendenza a liberare O2.
1) La CO può reagire con gruppi amminici terminali non coinvolti nei ponti
salini:
〰NH3+ + CO2 〰N—COO- + H+
I
H
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L’effetto dell’acidità è facilitare dissociazione di ossigeno, perché più basso è
il pH più alta è la probabilità che si formino ponti salini.
In questo diagramma
rappresenta la curva di
dissociazione dell’Hb e il
valore della pO2 a livello
dei polmoni, in dipendenza
dal pH. Da notare che c’è
sempre una saturazione
quasi totale.
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Agisce come una sorta di sistema tampone, l’acidità prodotta a livello
tissutale viene neutralizzata quando l’Hb in fase di deossigenazione lega gli
H+, importanti a livello polmonare in fase di ossigenazione.
CO2
Anidrasi
carbonica
CO2 H2CO3 HCO3
Cl-
H+
O2 + HbH+ HbO2
H+
O2 + HbCOO- HbO2
CO2
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Il bicarbonato prima prodotto non serve all’eritrocita ma è molto
utile nel plasma dove costituisce il principale sistema tampone.
All’equilibrio la concentrazione del bicarbonato nel plasma è pari a
25mM, la concentrazione dell’acido carbonico è 1,25 mM. Attraverso
questi dati è possibile ricavare il pH, con la formula di Henderson e
Hasselbalch.
pH = pK + lg [ SALE ] ⇒ =6,1 + lg20 =6,1+1,3= 7,4
[ACIDO]
Il bicarbonato formato fuoriesce dall’eritrocita grazie allo scambio con lo
ione Cl-. Uno scambio elettroneutro, realizzato da una particolare
proteina di membrana, chiamata canale per gli anioni.
O2
HbH+ + O2 HbO2
H+
H2O
Carbamilazione
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✿ L’acido carbonico catalizzata dall’anidrasi carbonica viene scissa
in C2O e H2O. La CO2 viene poi eliminata dai polmoni.
pH 7,4
fisiologico
38
T° 37°
PCO2 40 mmHg
BPG 5 mM
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Durante la reazione di deossigenazione, mentre si formano i ponti salini ,
l’effetto maggiore è l’allontanamento delle catene . Nella tasca che si
forma si inserisce la molecola di BPG. Il BPG è una molecola con 5 cariche
negative, il sito occupa è caratterizzato dalla presenza di cariche positive,
creando nuove coppie ioniche, stabilizzando ulteriormente la forma T.
Il fenomeno dell' adattamento alle alte quote ( ovvero a respirare un' aria a
più basso contenuto di O2) è legato in parte ad una aumentata sintesi di
emoglobina, nonchè all' aumento della concentrazione del 2,3-BPG.
Anomalie da liganti
Monossido di carbonio (CO):
Questo crea competizione tra i due gas. L’esito della competizione dipende
da due fattori: la diversa affinità e la pressione parziale. L’affinità del CO
nei confronti del gruppo eme se èm fuori della proteina è 25.000 volte
40
superiore a quella dell’O. Mentre nella proteina è di 200 volte superiore a
quella dell’O. Questo crollo di affinità del CO è causato dall’ His distale E7.
Questo residuo occupa uno spazio nella zona dell’eme ed obbliga ad una
distorsione il legame ione ferroso- CO. In condizioni normali di pressione
parziale la competizione è vinta dall’O.
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SITUAZIONE NORMALE = /
-TALASSEMIE
₂₂ Nessun gene si esprime, non c’è nessuna
(Portland) produzione di catene . Questa è un’Hb
isolata nel feto con catene di tipo
composta da tetrameri ₂₂. La
malattia associata è l’IDROPE FETALE,
_ _/_ _ non compatibile con la vita.
₄ La Bart’s è un Hb anomala la malattia
(Bart’s) associata è l’IDROPE FETALE.
₄ Si esprime solo uno dei 4 geni , esiste la
(Hb H) possibilità di produrre Hb normale, ma
_ _/ _ ₄
esistono parecchie molecole anomale.
Porta ANEMIE dove l’Hb istabile
(Bart’s)
precipita, EMOLISI, MICROCITOSI,
30%
CORPI DI INCLUSIONE.
INCLUSIONE
_/ _(trans) 2 su 4 geni vengono espressi. La
diagnosi si fa mediante prelievo del
₄ cordone ombelicale. Si trova al 5% circa
_ _/ (cis) e si dice che c’è TRAIT TALASSEMICO,
cioè tendenza alla possibilità di
trasmettere questo carattere. E’
abbastanza compatibile con la vita
_/ ₄ Situazione del tutto ASINTOMATICA,
ASINTOMATICA
dove solo uno dei geni non funziona. Si
trova la ₄ in quantità limitata.
42
₄-TALASSEMIE
_/_ ⁰ ₂ ₂ ( MORBO DI COOLEY da cui risulta un
Hb F) 20- anemia grave. I pazienti sono
80% caratterizzati da un elevata Hb fetale. La
quantità può variare a seconda della
gravità dal 20 all’80%.
_/ ⁺ TALASSEMIA MINOR, MINOR anemia lieve.
Aumento Diagnosticata con il dosaggio dell’Hb ,
di Hb A₂ presente in ognuno in quantità variabile
(₂ ₂) dall’1 al 2%.
SATURAZIONE
(%)
Hb Ranieri
Hb A
Hb Kansas
pO₂ (mmHg)
43
ANEMIA FALCIFORME (Hb S) fu studiata a partire dalle osservazioni di un
metodico medico di Chicago, James Herrick, che nel sangue di uno studente
vide la presenza di cell. rosse anomale a forma di falcetto. Questo stato è
quello di un anemia grave perché questi eritrociti si rompono e danno una
anemia intravasale.
Bisogna verificare se l’Hb si comporta normalmente, un metodo per verificarlo
è l’elettroforesi, che permette di svelare anomalie catena.
Per eseguire l’elettroforesi:
1. Prendiamo l’Hb normale e allontaniamo i globuli dal plasma con
centrifugazione.
2. Sottoponiamo i globuli a lisi in una soluzione ipotonica.
3. Si effettua una ulteriore centrifugazione , l’ Hb che è rimasta in
soluzione è pronta per essere analizzata.
Sottoponiamo ad elettroforesi l’Hb:
Di un individuo sano
Di un eterozigote che ha sia l’Hb S si la A
Di un omozigote per il gene mutato.
L’Hb dell’individuo sano migra tutta da una parte e si ferma in un certo punto.
L’Hb dell’eterozigote si ripartisce in due sezioni, una che ha le caratteristiche
elettroforetiche dell’Hb sana, un di quella patologica.
L’Hb dell’omozigote migra da una parte con motilità elettroforetica maggiore.
AA AS SS
+
Hb A
Hb S
-
origine
CROMATOGRAFIA
ELETTROFORESI in direzione orizzontale in direzione verticale
⑨
⑦ ③
MISCELA DI ⑧
PEPTIDI ⑤
+ - ⑥
②
① ④
①②③④⑤⑥⑦⑧⑨
45
Quindi l’anemia falciforme è causata dalla variazione di un singolo residuo,
avendo il glutammato carica negativa, l’Hb S ha una carica negativa in meno
e migrerà più velocemente verso il polo negativo. E’ possibile analizzando le
triplette codificanti comprendere come è avvenuta la mutazione.
CODONI
VALINA ACIDO La mutazione è avvenuta a carico della
GLUTAMMICO seconda base. Dove un uracile viene
GUU / sostituito da un adenina.
GUC /
GUA GAA
GUG GAG
La valina fa parte dei ramificati, presenta una catena alifatica apolare ,
mentre il glutammato è un residuo polare. Questa sostituzione comporta
l’assunzione di carattere apolare, idrofobico al posto di uno idrofilo e polare.
L’assunzione di un carattere idrofobico comporta l’effetto idrofobico, la forza
che tende a far convergere tra loro i gruppi idrofobici. Parte una reazione
comandata dall’effetto idrofobico che scatena la polimerizzazione delle
catene emoglobiniche. I vari tetrameri si uniscono con quelle unità chiamate
appiccicose.
L’Hb non è più una proteina
solubile ma diventa fibrosa, le
lunghe catene fibrose
impongono all’eritrocita la
conformazione a falcetto. Sono
le forme T che scoprono queste
unità appiccicose.
L’Hb S arriva ai tessuti
ossigenata, libera ossigeno,
assume la forma T, si realizza la
polimerizzazione. I globuli rossi
perdono le loro caratteristiche
principali, la deformabilità, la
capacità di passare anche nei
capillari molto piccoli, causando
così ostruzione dei capillari ed
emolisi.
2H
MHb Hb
47
Esistono forme di emoglobina geneticamente determinate a dare produzione
di metaglobina.
Le mutazioni che portano a queste situazioni sono sempre sostituzioni di
residui apolari con residui polari, questa situazione favorisce l’ingresso di
acqua e quindi di ossigeno, rendendo più facile l’ossidazione.
Hb M
idrofobo polare
48
H₂O COMPOSTI 10%
INORGANICI
METABOLITI 20%
ORGANICI E
SOLUTI ALTRI
PRODOTTI
70%
PROTEINE
EMAZIE
PLASMATICHE
LEUCOCITI
PIASTRINE
₂
GLOBULINE
50
Alb
₂
% 59 4 9 12 16
Albumina 60%
Globuline 40%
4%
₂ 8%
12%
15-18%
Importante è il rapporto tra albumina e globuline :
A/G=1.5
Bisogna comunque guardare con attenzione ogni picco, che può essere
indicativo di modifiche che non alterano le percentuali.
ALBUMINA
Rappresenta il 60% delle proteine plasmatiche, presente circa 4g/100ml di
sangue. E’ indice di buona nutrizione , la caduta del valore di albumina
corrisponde a scarsa nutrizione, associata a particolari sintomi (ad es. edema
agli arti).
Assolve due funzioni:
† TRASPORTO
L’albumina trasporta un’ampia gamma di molecole endogene ed
esogene.
Molecole endogene come gli acidi grassi che sono molecole
idrocarburiche, alifatiche, idrofobiche. Gli acidi grassi si muovono dal
tessuto adiposo al cuore, ai muscoli scheletrici, al fegato, attraverso un
ambiente acquoso. Non possono però circolare in soluzione essendo
insolubili e per questo si fanno trasportare dall’albumina. L’albumina
può portare 18 molecole di acidi grassi a pH fisiologico (7.4). L’albumina
non trasporta solo acidi grassi, ma anche la bilirubina, un prodotto di
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derivazione dell’emgloobina, sintetizzato a livello della milza, del
midollo, del fegato. La bilirubina è assolutamente insolubile e ha la
tendenza ad attraversa le membrane, e se ciò avviene a livello
encefalico può causare gravi danni.
Tra le molecole endogene trasportate dall’albumina ci sono
ormoni, vitamine e molecole che occasionalmente si trovano in
circolo perché tossiche o farmacologiche. Infatti quando si
somministra un farmaco bisogna considerare la costante di
dissociazione tra l’albumina e il farmaco (biodisponibiltà del farmaco).
Nel sangue ci sono tre frazioni alluminiche:
o pre-albumina,
o post-albumina,
o albumina.
L’albumina è formata da una singola catena, è una proteina globulare,
ha punto isoelettrico 4.7, ha forma ellissoidale. Questa forma dà
all’albumina bassa viscosità, meno resistenza al pompaggio sanguigno.
CAPILLARE
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Il sangue quando entra nei capillari, esercita una forza idrostatica che spinge
i fluidi dal lume dei capillari, nei tessuti. Questo flusso deve essere
compensato da un flusso in entrata per mantenere l’omeostasi.
La forza diretta all’esterno è la pressione idrostatica, quella diretta
all’interno è la pressione osmotica, che è esercitata dalle molecole
proteiche del plasma che essendo impermeabili alla parete del capillare
esercitano una pressione.
Nell’estremità arteriosa la pressione idrostatica ha il valore più alto
(34mmHg), man mano tende a diminuire andando verso l’estremità venosa,
dove raggiunge i 12mmHg. La pressione osmotica invece si mantiene
costante per tutta la lunghezza del capillare a 22mmHg.
La pressione totale che agisce all’estremità arteriosa è di 12mmHg (34-
22=12).
Ci sarà un punto in cui la due forze saranno uguali e opposte, qui il
movimento sarà pari a 0.
Da questo punto la pressione osmotica aumenterà e supererà il valore della
pressione idrostatica, con un progressivo aumento di sottrazione di liquidi
dagli interstizi.
In questo modo si realizza un circuito in cui i liquidi entrano dall’estremità
arteriosa ed escono dall’estremità venosa.
Nel caso patologico in cui la pressione osmotica sia di 18mmHg e non di
22mmHg, avremo all’estremità venosa una pressione totale maggiore (16
invece di 12 mmHg) e all’estremità venosa una minore (6 invece di
10mmHg). In questo modo i metabolici sono spinti all’esterno con maggiore
forza e i cataboliti rientrano con forza minore causando accumulo di liquidi
negli interstizi, quindi edema.
La maggior parte delle proteine del plasma sono proteine coniugate, mentre
l’albumina è una delle poche proteine semplici.
Glicoproteine,
Glicoproteine con la componente glucidica variabile:
GLU-NH₂ = glucosammina
GAL-NH₂ = galattosammina
GAL= galattosio
MAN = mannosio
GLI ANTICORPI
Gli antigeni esistenti sono infinti, ma non gli anticorpi, per rimediare a questo
gli anticorpi sono dotati di sequenze amminoacidiche costanti e zone variabili
che gli danno la variabilità.
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domini variabili sono infatti posizionati alle estremità della forcella a forma di
Y, dove formano due siti di legame per i determinanti antigenici.
I domini costanti delle catene pesanti, nella base della molecola a forma di Y,
non servono solo a tenere unite le catene, ma fungono anche da effettori,
segnalando ai macrofagi di attaccare particelle o cellule marcate dal legame
con l’anticorpo.
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