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Dalle penicilline sono state individuate e sintetizzate numerosissimi composti caratterizzati da un nucleo
beta lattamico che sono stati in grado di migliorare quelli che erano i limiti delle penicilline.
CEFALOSPORINE
Le cefalosporine derivano dalla fermentazione del Penicillum
Cephalosporium che, diversamente dalle penicilline, non
presentano un nucleo tiazolidinico fuso con quello beta
lattamico, ma un nucleo a 6 termini caratterizzato da una
insaturazione tra la posizione 3 e la posizione 4.
L’acido 7 amminocefalosporanico [7-ACA] presenta diversi gruppi fondamentali, quali:
il carbossile libero, lo stesso che si nota nelle penicilline, in grado di mimare il carbossile del dimero
D-alanina – D-alanina;
la funzione beta lattamica;
il gruppo amminico libero, in quanto la molecola è un intermedio
biosintetico per ottenere poi le cefalosporine delle generazioni
successive (come accade per l’acido 6- -penicilloico.
Molto importante è la numerazione.
La molecola di origine naturale è la cefalosporina C, mentre il prodotto impiegato come intermedio
biosintetico è l’acido 7 amminocefalosporanico. Il nucleo di base di questa base di farmaci è il nucleo
CEFAM, o più precisamente definito CEFEM a causa dell’insaturazione presente tra la posizione 2 e la
posizione 3.
REATTIVI ACILANTI
Sia le penicilline che le cefalosporine utilizzano per l’acilazione una funzione ammidica che fa parte
dell’anello beta-lattamico.
PENICILLINE
Mentre nelle penicilline gli atomi del legame
ammidico sono forzati fuori dal piano e la
sovrapposizione è ridotta in modo da generare una
scarsa stabilizzazione, nelle cefalosporine il gruppo
ammidico dell’anello beta-lattamico è molto più
planare che nelle penicilline.
CEFALOSPORINE DI SECONDA GENERAZIONE
Presentano una diversità molecolare maggiore rispetto
alla prima generazione.
IL LORACARBEF simile al cefaclor come catene laterali, presenta il coro in R3 e la stessa catena
dell’ampicillina in R1, anche se appartiene ai composti CARBAPENI che non presentano né lo zolfo,
né l’ossigeno, ma il carbonio sull’anello eterociclico a 6 termini.
LA CEFTAZIDIMA
LA CEFISSIMA
IL CEFOPERAZONE presenta una catena laterale mista tra quella dell’amoxicillina e d è
presente un nucleo dioxopiperazinico che ingombra notevolmente la struttura e il solito anello
tetrazolico sostituito con un metile.
LA CEFOTAXIMA E LA CEFITOSSIMA hanno la stesa catena del ceftriazone in R1 con un
residuo della cefalosporina C in posizione R3 per la cefotaxima e un idrogeno in R3 per la
cefitossima.
LA CEFEPIMA classificata proprio come quarta generazione, grazie alla presenza, nella catena R3,
di un residuo metil-pirrolidinico che viene
somministrato come sale protonato. La
catena R1 invece, è la stessa del
ceftriazone.
CEFALOSPORINE
DI QUINTA GENERAZIONE
Fino allo scorso anno erano ancora in fase di studio.
IL CEFTOBIPROLE attivo sullo Staphilococcus aureus meticillino resistente (MRSA) ma non sulle
Pseudomonas aeruginosa. Al momento è stato commercializzato negli USA ma in Europa sono
state richieste ulteriori prove cliniche.
È scritto al contrario
LA CEFTAROLINA non agisce sulle Pseudomonas.
IL CEFTOLOZAME (CXA-101) è una sostanza molto attiva sugli Enterobacteriaceae e su
Pseudomonas aerugonsa, è resistente ai carbapenemi e alle cefalosporine ampC, ovvero le
cefalosporine attualmente in uso, escluso i ceppi MDR o ESBL produttori.
Quelle che presentano il gruppo metossi-imminica in
SIN sono resistenti alle beta-lattamasi
[Le polmoniti nosocomiali sono quelle polmoniti che si contraggono in ospedale, in sala operatoria, e
risultano molto gravi perchè sono causate da batteri Gram negativi.]
PROPRIETÀ GENERALI
Le cefalosporine di prima e seconda generazione non sono farmaci di prima scelta, perchè non hanno un
ampio spettro d’azione, ma anche perchè la loro sintesi raggiunge costi molto elevati; recentemente però è
stato messo a punto un protocollo dove, chimicamente, si passa dal nucleo PENAM delle penicilline al
nucleo CEFAM: si fa fermentare il penicillum crisogenum (relativo alla penicillina che costa poco) e poi il
nucleo viene convertito in cefalosporina.
Le cefalosporine di terza generazione sono di prima scelta per alcune infezioni, come ad esempio le
meningiti da batteri enterici. I costi elevati possono essere giustificati dalla più bassa tossicità o dalla più
alta efficacia o da entrambi rispetto a farmaci alternativi. Le principali caratteristiche delle cefalosporine di
terza generazione dono legate alla particolare struttura della catena acilamminica in 7:
Questa catena è formata da un anello 2 amminotiazolico e da un gruppo O-alchil-ossima. Questa catena
conferisce:
- Maggiore affinità per le transpeptidasi delle enterobatteriacee;
- Maggiore capacità di superare la membrana esterna dei Gram-;
- Maggiore stabilità alle beta-lattamasi di Gram-.
È stato verificato che l’aumento di stabilità alle beta-lattamasi si ottiene con l’ossima nella forma sin, ma
non nella forma anti.
L’ossima nella forma sin aumenta l’ingombro sterico nell’area dell’anello beta-lattamico; questo effetto è
reminiscente dell’angolo risultato ottenuto con le isossazolilpenicilline.
REAZIONI AVVERSE
Come avviene per le penicilline, le reazioni avverse alle cefalosporine sono poche, perchè il bersaglio è
altamente selettivo per la cellula batterica, di conseguenza le cellule degli organismi superiori non risentono
dell’azione di questi farmaci, però sono molecole in grado di dare forti reazioni allergiche a causa di un
predisposizione genetica per la quale gli individui predisposti esprimono una proteina caratterizzata da una
lisina in grado di interagire con l’anello beta-lattamico e aprirlo, formare un addotto che viene riconosciuto
dal sistema immunitario che andrà a scaturire una reazione allergica.
Inoltre le cefalosporine possono risultare irritanti, in particolare quando somministrate per via parenterale
causando irritazione nel sito si somministrazione producendo dolore. Questo però può essere superato
grazie alla lidocaina [ad esempio il rocefin viene normalmente commercializzato con una soluzione di
procaina che serve per sciogliere la polvere di antibiotico in modo che la siringa faccia meno male].
AZTREONAN
La caratteristica fondamentale dell’aztreonam è quella di essere attivo contro dei ceppi batterici che
normalmente sono resistenti agli antibiotici beta-lattamici, di conseguenza non viene usato quasi mai a
causa della possibilità che i batteri possano sviluppare resistenza anche per questo farmaco.
[L’effetto post-antibiotico è il perdurare dell’effetto antibiotico anche quando se ne interrompe la
somministrazione.]
I CARBAPENEMI
Sono chimicamente caratterizzati dall’assenza dell’eteroatomo sull’anello a 5 termini; il capostipite di
questa classe do farmaci di origine naturale è la TIENAMICINA, che viene prodotta dalla fermentazione di
Streptomyces cattleya.
La tienamicina è costituita da una miscela di antibiotici in cui varia la catena R che può essere a due atomi
di carbonio con un azoto terminale oppure con l’azoto acilato.
Quando la tienamicina fu isolata, venne osservato
il suo potentissimo effetto antibiotico, però
questa attività aveva vita molto breve, all’incirca
3-4 minuti; di conseguenza risultava inutile dal
punto di vista terapeutico.
Tuttavia, per non perdere questa potenza
antibiotica, venne modificato chimicamente in modo da eliminare la sua
instabilità chimica causata dall’ammina primaria che è in grado di reagire
con il CO di un’altra molecola di beta-lattame, e quindi aprirlo e
disattivarlo.
L’azoto primario, quindi, venne modificato ottenendo l’IMIPENEM.
La cosomministrazione per via parenterale di questi farmaci viene utilizzata per il trattamento di infezioni
nocosomiali gravi causate da ceppi verso cui gli altri antibiotici non sono attivi, per cui è considerato un
farmaco di riserva per limitare l’insorgenza di resistenza, ma anche perchè la sua biosintesi risulta molto
costosa.
Il legame con le proteine plasmatiche avviene per il 20% per l’imipenem e per il 40% per la cilastatina.
In combinazione con la cilastatina, il 70% dell’imipenem viene escreto inalterato con le urine.
L’emivita di eliminazione è di circa 1 ora per entrambe le componenti.
ALTRI CARBAPENEMI
A causa degli elevati costi di produzione dell’imipenem si pensò di sintetizzare un’altra molecola
strutturalmente correlata all’imipenem, ovvero l MEROPENEM, in cui è stata variata la catena solfamidica
che è stata sostituita con un anello pirrolidinico che porta un nucleo di metil-
formammidico.
Il meropenem funziona molto bene sui batteri Gram -, in particolare risulta
dalle 2 alle 4 volte più attivo rispetto all’imipenem, anche se è meno attivo
sui batteri Gram +. Non richiede la cilastatina.
È più stabile alle beta-lattamasi grazie alla presenza del metile in più rispetto
all’imipenem.
Tuttavia la sintesi del meropenem continua ad essere estremamente costosa, per cui il problema
economico non è stato risolto.