Le proteine sono biomolecole e polimeri formati da monomeri detti amminoacidi,
uniti da legami covalenti per formare lunghe catene polipeptidiche. Esistono vari tipi di proteine: Enzimatiche, che partecipano e regolano le reazioni chimiche della cellula Di difesa, che svolgono un’azione protettiva Contrattili, che permettono la contrazione muscolare e quindi il movimento Di trasporto, che trasportano ad esempio l’ossigeno nel sangue Di deposito, che costituiscono una riserva di amminoacidi Messaggeri, che regolano la concentrazione di glucosio nel sangue Gli amminoacidi sono composti organici con un atomo di carbonio alfa centrale al quale sono legati un gruppo amminico NH3, un gruppo carbossilico COO, un atomo di idrogeno e una catena radicale indicata con R. I gruppi R sono diversi in ciascun amminoacido e contengono i gruppi funzionali dai quali dipendono la struttura e le funzioni della proteina. Negli organismi viventi sono presenti 20 amminoacidi che differiscono in base al loro gruppo R. Si distinguono in: Amminoacidi con catene laterali idrofile e dotate di carica elettrica, positiva o negativa Amminoacidi con catene laterali idrofile polari ma prive di carica Amminoacidi con catene laterali idrofobiche apolari Casi speciali La struttura primaria corrisponde alla sequenza degli amminoacidi lungo la catena polipeptidica; da qui derivano tutti i successivi livelli strutturali. Le catene polipeptidiche sono polimeri formati da amminoacidi che si uniscono attraverso reazioni di condensazione. Tra il gruppo amminico e il gruppo carbossilico degli amminoacidi si creano legami peptidici. L’unione di due amminoacidi forma un dipeptide al quale se ne aggiungono altri per formare catene di lunghezza variabile. Le catene polipeptidiche hanno due caratteristiche importanti: In ognuna si riconosce un’ossatura solida e sempre uguale costituita dal gruppo amminico, gruppo carbossilico e carbonio alfa Al carbonio alfa di ciascun gruppo è legato un gruppo R diverso che ne determina le proprietà chimiche Dalla struttura primaria derivano le successive strutture tra cui la struttura secondaria che è costituita dall’unione di amminoacidi attraverso legami a idrogeno disposti su più ripiegamenti. Questi possono avere due strutture: Ad alfa elica, avvolta a formare una spirale destrogira; ES. cheratine A foglietto beta pieghettato, formato da catene polipeptidiche distese che si affiancano parallelamente. La struttura terziaria rappresenta il modo in cui i segmenti della proteina si ripiegano su sé stessi nello spazio, dando origine a forme specifiche. Nella sua configurazione tridimensionale si possono riconoscere una zona interna e una superficie esterna. È stabilizzata da legami a idrogeno, ponti disolfuro e interazioni idrofobiche. Poiché la struttura terziaria dipende da interazioni deboli tra amminoacidi, è molto sensibile alle condizioni ambientali. Ad esempio aumentando la temperatura i legami si romperanno modificando la struttura e la funzione della molecola: la proteina si sarà così denaturata. La denaturazione è un processo irreversibile. La struttura quaternaria deriva dal modo in cui le varie subunità, ossia le singole proteine che la formano, si legano e interagiscono tra loro. È stabilizzata da legami a idrogeno, ponti disolfuro, interazioni idrofobiche e interazioni ioniche. Le proteine hanno un’elevata specificità d’azione che dipende dalla forma della proteina e dalle proprietà chimiche dei gruppi esposti in superficie. La maggior parte delle proteine si legano attraverso meccanismi ad incastro, ma solo se le loro strutture tridimensionali corrispondono. Poiché le proteine non sono rigide, ma flessibili, adattano la loro conformazione per ottimizzare l’interazione con l’altra molecola.
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