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Gli amminoacidi che costituiscono le proteine sono 20, di cui otto sono detti essenziali in
quanto l’organismo non è in grado di sintetizzarli.
Gli amminoacidi essenziali sono indispensabili per la crescita, lo sviluppo e il mantenimento
dell'organismo e quindi devono essere assunti con gli alimenti.
Gli amminoacidi naturali possono essere denominati con:
1. un nome comune (glicina, alanina o arginina…)
2. un codice a tre lettere che deriva generalmente dalle prime tre lettere del nome
inglese dell'amminoacido (Gly, Ala o Arg)
3. un simbolo a una lettera che deriva dalla prima lettera del nome inglese
dell'amminoacido (per esempio G per la glicina).
Gli amminoacidi sono composti bifunzionali cioè contenenti due gruppi funzionali: il gruppo
carbossilico ( -COOH) e il gruppo amminico (-NH2).
I due gruppi funzionali possono essere legati allo stesso atomo di carbonio (come negli
α-amminoacidi) oppure a due atomi di carbonio diversi (β-amminoacidi, γ-amminoacidi):
Le proprietà chimiche della catena laterale permettono di distinguere gli amminoacidi in due
classi, apolari e polari.
Gli amminoacidi apolari possono avere una catena laterale alifatica o aromatica, costituita
prevalentemente da atomi di carbonio e idrogeno. Questi amminoacidi sono quindi idrofobici
(insolubili in acqua).
—> alanina e leucina hanno catena alifatica mentre la fenilanina e il triptofano hanno catena
aromatica
Gli amminoacidi polari, in base all'assenza o alla presenza di una carica elettrica (negativa o
positiva), sono suddivisi in tre sottogruppi:
1. amminoacidi non carichi,
2. con carica negativa
3. con carica positiva
La loro catena laterale è costituita da gruppi funzionali in cui sono presenti atomi molto
elettronegativi (ossigeno, azoto). Questi atomi hanno una forte tendenza ad attirare gli
elettroni di legame condivisi con gli e atomi di idrogeno, con la conseguenza che su di essi si
stabilisce una parziale carica negativa, mentre l'idrogeno assume una parziale carica
positiva: i gruppi funzionali degli amminoacidi polari sono idrofili e quindi solubili in acqua
con la quale possono formare legami a idrogeno.
—> la serina, la cisteina e l'asparagina.
Gli amminoacidi sono molecole chirali. L'atomo di carbonio alfa, essendo legato infatti a
quattro gruppi atomici diversi è uno stereocentro.
Tutti gli a-amminoacidi (tranne la glicina) sono molecole chirali che si presentano sotto forma
di due enantiomeri ovvero molecole che sono l'una l'immagine speculare dell’altra e non
sono sovrapponibili.
—> L'atomo di carbonio centrale della glicina, essendo legato a due atomi di idrogeno, non è
uno stereocentro.
Il legame peptidico è un legame covalente che si forma tra due amminoacidi uguali o
diversi.
L'unione di due o più amminoacidi porta alla formazione dei peptidi e delle proteine.
2-50 → peptidi
Le proteine sono biopolimeri formati da catene di più di 50 amminoacidi.
Il legame peptidico tra due amminoacidi si stabilisce tra il carbonio del gruppo carbossilico
(-COOH) di un amminoacido e l'azoto del gruppo amminico (-NH2) di un secondo
amminoacido; il legame peptidico è quindi un legame ammidico, che si forma mediante una
reazione di condensazione con eliminazione di una molecola d'acqua.
Il legame disolfuro è un legame covalente singolo tra due atomi di zolfo (S-S).
Nelle proteine il legame disolfuro si stabilisce tra i gruppi - SH delle catene laterali di due
unità di cisteina. Il legame disolfuro si può formare anche tra due cisteine appartenenti allo
stesso peptide: in quest'ultimo caso, la formazione del legame disolfuro provoca un
ripiegamento della catena: questo è un fenomeno importante perché la proteina acquisisca
la sua conformazione tridimensionale.
A seconda della funzione biologica svolta si possono distinguere le proteine anche nelle
seguenti classi:
● Proteine strutturali
● proteine catalitiche
● proteine di riserva
● proteine di difesa
● proteine di regolazione
In base alla forma che assumono nello spazio, le proteine possono essere suddivise in
fibrose e globulari.
Le proteine fibrose sono formate da due o tre catene polipeptidiche disposte le une accanto
alle altre e legate tra di loro da legami disolfuro, come nel caso della cheratina, oppure da
legami a idrogeno (come per il collagene), a costituire un unico filamento.
La struttura primaria è definita dalla sequenza di amminoacidi legati con legami peptidici
nella catena polipeptidica.
Ogni proteina ha la sua sequenza specifica e da essa dipende la sua funzione biologica. La
sostituzione, l'eliminazione o l'aggiunta di un amminoacido nella sequenza amminoacidica
(dovuta a una mutazione genica) possono modificare l'attività biologica di una proteina ed
essere alla base di gravi patologie.
—> mutazione genetica che causa la sostituzione di un acido glutammico con una valina fa
assumere ai globuli rossi una particolare forma a falce, responsabile dell'anemia falciforme
La struttura terziaria è invece definita dalla forma che la proteina assume dopo essere
stata stabilizzata da legami a idrogeno, legami disolfuro, interazioni ioniche e forze di van
der Waals che si formano tra gli amminoacidi.
Nella struttura terziaria le catene laterali idrofobiche si posizionano all'interno della struttura
mentre quelle idrofile, data la loro solubilità in acqua, all'esterno.
La rottura dei legami chimici che stabilizzano la struttura secondaria, terziaria e quaternaria
portano alla denaturazione della proteina, cioè alla perdita della struttura e, quindi, della
funzione della proteina.
Quando una proteina, denaturandosi, forma nuovi legami intramolecolari e intermolecolari, il
processo di denaturazione è irreversibile.