AMMINOACIDI
caratterisitca più importante è la presenza del carbonio tetraedrico (C-a) legato ad un gruppo
amminico ed un gruppo carbossilico, allo stesso è legato un atomo di idrogeno e catena laterale
variabile (R), carbonio a chirale (legato 4 molecole diverse)
proprietà acido.base degli amminoacidi: comportamento sia da acido che da base (con la forma
zwitterionica)
pH: a seconda del pH gli amminoacidi cambiano la carica, con carica positiva in acido, neutro in pH
neutro, carica negativa in basicità
LEGAME PEPTIDICO
si genera da un processo di condensazione (perfita di molecola di H20), la parte basica (-NH2) di un
amminoacido si unisce alla parte basica (-COOH) di un altro amminoacido, per fare ciò un H+ della
base ed un -OH dell'acido si staccano unendosi formando l'acqua
proprietà
il legame C-N è un legame di ordine intermedio tra singolo e doppio legame delocalizzato, hanno
ibridazione SP2, non possono ruotare liberamente
peptidi e proteine: catene di amminoacidi legati con legame peptidico, se sono meno di 30
amminoacidi si chiamano "peptidi", sennò "proteine"
PROTEINE
molecole molto grandi costituiti da 1 o più subunità, ogni proteina ha una specifica composizione di
amminoacidi, possono contenere gruppi diversi dagli amminoacidi (gruppo prostetico)
collagene:
principale proteina del tessuto connettivo negli animali, l'unità strutturale è il "tropo collagene"
formato da 3 catene polipeptidiche che si associano a formare una tripla elica destrorsa; struttura
rigida per la presenza di prolina ed idrossiprolina
mioglobina:
favorisce una rapida diffusione dell'ossigeno nelle cellule muscolari, da il colore ai muscoli
denaturazione proteica:
coinvolge la trasformazione di una proteina ben definita portandola in una struttura disordinata e
meno compatto, avviene improvvisamente e cambiano le sue caratterisitche, processo irreversibile
conseguenze:
punto isoelettico:
è il valore di pH al quale la proteina ha carica netta nulla, se in ambiente acido la proteina ha carica
positiva, se in ambiente basico ha carica negativa
modificazione proteica:
-cotraduzione
-post traduzione
-idrossilazione
-glicossilazione
-fosforilazione
idrossilazione: tipica del collagene, si attacca un gruppo -OH in un lato della proteina
glicosilazione: fornisce protezione della degradazione prematura, le proteine extracellulari sono
glicosilicate, può fungere da segnale
fosforilazione: strategia ubiquitaria per il controllo dell'attività degli enzimi
ENZIMI
proteine con peso molecolare alto, alcuni hanno cofattori (gruppi prostetici), ioni inrganici o
molecole organiche (coenzimi)
cofattori:
si intende una piccola molecola di natura non proteica o uno ione metallico che si associa all'enzima
e ne rende possibile l'attività catalitica, la maggior parte degli enzimi che richiedono il legame a
cofattori perdono ogni funzionalità in caso di sua assenza, un enzima privo di cofattori che ne rende
possibile l'attività enzimatica è detto apoenzima, il legame cofattore-apoenzima permette la
formazione del cosidetto oloenzima
velocità reazione: è espressa come la variazione della concentrazione del substrato o del prodotto
nell'unità di tempo
assunzioni iniziali
-equilibrio rapido: il complesso enzima-substrato è in equilibrio con l'enzima libero ed il substrato
non è distribuito dalla formazione del prodotto
-velocità iniziale: la velocità della reazione viene valutata in un momento in cui la reazione inversa
è trascurabile
casi particolari:
[S]>>Km v=Vmax
[S]<<Km v=Vmax . [S]/Km
[S]=Km v=Vmax/2
la Km ci da l'affinità di enzima-substrato, più alta l'affinità più bassa la Km
velocità massima:
rappresenta la velocità raggiunta dall'enzima in condizione di saturazione, quindi: Vmx=Kcat . [E]
Kcat=numero di tournover, cioè il numero di molecole di substrato strasformate da 1 molecola di
enzima ogni secondo
diagramma di linevvearver-burk (diagramma dei doppi reciproci): con una conversione algebrica
dell'equazione di michaelis-menten si ottiene la seguente espressione: 1/V=1/Vmax+Km/Vmax .
1/[S]
attivatori ed inibitori:
sostanze che diminuiscono l'attività enzimatica o rendono l'enzima inattivo sono detti inibitori, sono
sostanze che legandosi all'enzima ne riduce l'attività modificando l'affinità substrato-enzima e/o la
velocità di catalasi, si distinguono in:
-reversibile, modificano attraverso un interazione non covalente con esso
-irreversibile, si legano covalentemente all'enzima (inattivatori/inibitori suicidi)
inibitori reversibili:
-inibitori competitivi, compete col substrato per legarsi al sito attivo dell'enzima, se si lega
l'inibitore non si lega il substrato, aumenta la Km ma non la Vmax
-inibitori non competitivi, si lega all'enzima ad un sito diverso, legandosi rende l'enzima meno
attivo, la Km invariata ma la Km diminuisce
regolazione allosterica:
regolazione di un enzima o di una proteina mediante un effettore che agisce legandosi al sito
allosterico (reversibile, non covalente) fa passare da forma inattiva a forma attiva, non seguono la
legge di michaelis-menten (hanno andamento sigmoidale), gli effettori non modificano la Vmax ma
modificano la Km riducendo in caso di effettori positivi o aumentando in caso di effettori negativi
DIGESTIONE PROTEICA
numerosi enzimi idrolizzano il legame peptidico:
endoproteasi: tagliano la proteina in mezzo
esoproteasi: tagliano alle estremità
-aminopeptididasi: partono dall'estremità amminica
-carbossipeptidasi: partono dall'estremità carbossilica
proteasi:
divisa in 4 classi:
-seriniche
-cisteiniche
-aspartiche
-metallo
ogni proteasi nasce come zimogeno: vengono prodotte in forma inattiva, una volta escrete vengono
attivate
proteasi digestive:
-secrete in forma inattiva con zimogeno
-l'attivazione è controllata dagli ormoni che vengono prodotti all'introduzione di un alimento e dal
pH acido dello stomaco
la transglutaminasi:
modificano le caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche delle proteine del substrato, catalizza la
formazione di un legame isopeptidico tra gruppi amminici primari ed il gruppo amidico
dell'amminoacido glutammico, formano reticoli estesi di polimeri proteici, insolubili
CARBOIDRATI
-prodotti per fotosintesi
-classe più abbondante tra le molecole organiche
-componente essenziale per tutti gli organismi viventi
monosaccaridi:
noti come zuccheri semplici e non si possono demolire per idrolisi, si dividono a seconda della
natura del gruppo carbonilico (aldosi o chetosi) e dal numero degli atomi di carbonio
gliceraldeide:
più semplice aldoso dotato di attività ottica, i 2 strereoisomeri della gliceraldeide vengono usati
come riferimento per classificare tutti i monosaccaridi, per vedere se della serie D o L si guarda
l'ossidrile del carbonio asimmetrico più distante dal gruppo carbonilico
stereoisomeria:
i monosaccaridi hanno numeri chirali, differiscono solo per 1 atomo di carbonio sono chiamati
epimeri
CONFORMAZIONE CICLICHE
gli alcolici reagiscono coi gruppi carbonilici formando gli emicetali (aldeidi) e gli emichetali
(chetoni)
proiezione di haworth:
i monosaccaridi che hanno 6 atomi di carbonio sono detti piranosi, quelli a 5 sono furanosi
ciclizzazione del glucosio:
-la ciclizzazione del monosaccaride rende il carbonio carbossilico asimmetrico con formazione di 2
diastereoisomeri detti anomeri
-l'anomero a ha l'idrossile anomerico opposta all'anello (-OH sotto), l'altro è l'anomero b
mutarotazione:
gli anomeri del D-glucosio hanno rotazioen ottica specifica, ma sono in grado di cambiare (da a a
b) ruotando il carbonio anomerico
reazioni di ossidazione:
-danno le tipiche reazioni degli aldeidi e chetoni
-la blanda ossidazione di un aldoso genera un acido aldonico (gruppo carbonilico)
-l'ossidazione del gruppo alcolico primario genera gli acidi uronici
-se si ossida sia dell'alcol primario che il carbossilico del aldoso crea l'acido aldarico
lattonazione:
sia gli acidi aldonici che quelli uronici hanno la tendenza ad esterificazione formando lattoni a 5 o 6
membri
ossidazione enzimatica:
la glucosio-ossidasi si ossida il glucosio ad acido gluconico a spese di ossigeno molecolare
reazione di riduzione:
-i monosaccaridi si possono ridurre per dare i corrispondenti alditoli
-importante come edulcoranti ipocalorici
-possiedono stesso apporto calorico ma più lento assorbimento
derivati monosaccaridi:
-deossi-zuccheri, monosaccaridi con un H sostituito dal gruppo idrossilico
-ammino-zuccheri, uno o più gruppi -OH sono sostituiti da gruppi amminici
glicosidi:
-formati in seguito alla realizzazione tra monosaccaridi ed un alcol
-prodotto stabile in ambiente basee e con gli ossidanti, ma essendo reverisibile si può idrolizzare in
ambiente acido
-in natura sono comuni
legame glicosidico:
-legame tra carbonio anomerico ed ossigeno alcoico=legame glicosidico
-questo legame è utilizzato per ottenere poliemri ed è analogo al legame peptidico
-stabile in anbiente neutro e basico, ma non in acido
alditoli:
-no monosaccaridi perchè non hanno il gruppo carbonilico
-prodotti per riduzione dei monosaccaridi
-interesse al loro potere edulcorante ed alla loro igroscopicità
disaccaridi:
-saccarosio: abbondante in natura, è lo zucchero della tavola, sidaccaride riducente l'enzima
invertasi genera 1 molecola di glucosio ed 1 di fruttosio
-lattosio: facilmente fermentabile, poco solubile in acqua e nel latte materno, l'idrolisi avviene
nell'intestino ad opera della b-galattosidasi
-trealosio: disaccaride non riducente ed igroscopico, destrutturante dell'acqua, gli esseri viventi per
sopravvivere al congelamento accumulano trealosio, fa in modo che i cristalli di ghiaccio siano
molto piccoli, usato come stabilizzante e conservante nei liofilizzati
POLISACCARIDI
omopolisaccaridi/etero-polisaccaridi:
-lineare
-ramificato
amido:
-riserva di glucosio nelle piante, alimento per l'uomo
-il glucosio è immagazzinato in forma di polimero per abbassare la pressione osmotica
-le catene vengono poi impacchettate per evitare l'aumento di viscosità
-costituito da 2 polisaccaridi: l'amilosio, amilopectinasi
-insolubili in acqua ma ad alte temperature perde la fase cristallina
amilosio:
-catena lineare con legame glicosidico a-(1->4)
-assume una conformazione elicoidale
amilopectina:
-molecola di glucosio connesse da legami a-(1->4) ma ha ramificazioni a-(1->6)
sintesi amido:
-prodotto durante la fotosintesi
-nella cellula si idrolizza il glucosio e fruttosio (convertito a glucosio)
-dopo diverse trasfromazioni atte ad avere una reazione spontanea usando UDP fino a costruire
l'amilosio e l'amilopectina
gelatificazione dell'amido:
-poco idrato, inattaccabile dagli enzimi idrosolubili
-il riscaldamento porvoca una disintegrazione della fase cristallina e quindi l'acqua può entrare
-una volta idrato l'amilosio e l'amilopectina possono essere idrolizzati
retrogradazione dell'amido:
-in seguito a cottura l'amido assorbe l'acqua
-se viene raffreddato l'amilosio e l'amilopectina riformano legami H tra loro
colorazione dell'amido:
-reazione più nota, colorazioen con iodio
-avviene quando lo iodio forma complessi lungo l'asse delle catene elicoidali di amilosio in forma
sciolta
CELLULOSA
-circa un mezzo di tutto il carbonio della terra
-polimero di D-glucosio con legami b-(1->4) glicosidico
-i legami idrogeno gli da elevata stabilità e robustezza, insolubile in acqua
-è idrolizzata enzimaticamente dalle cellulasi
-il legame b-(1->4) della cellulosa da una disposizione lineare e formazione di legami idrogeno
intracatena
chitina:
-componente dell'esoscheletro di insetti, crostacei, funghi ed alghe
-primero lineare con legame b-(1->4)
-elevata stabilità e robustezza, insolubile in acqua
pectine:
-polimeri acido galatturonico con legami a-(1->4)
-presenti residui di raminosio
l'inulina:
-le piante non accumulano amido ma fruttosio legati in polimeri lineari b-(1->2)
-solubile in acqua
le gomme:
-polisaccaridi ramificati indigeribili
-altamente igroscopico e danno soluzioni viscose senza gel
-stabilizza le emulsioni
GLICOGENO
-polisaccaride di accumulo negli animali
-abbondante nel fegato e nei muscoli
-struttura simile al amilopectina, legami a-(1->6) ogni 8-12 residui
controllo glicemia:
L-ormoni controllano:
-insulina, stimola la sintesi del glicogeno, la lipogenesi e la glicolisi
-glucagone, stimola la degradazione del glicogeno e la lipolisi
sintesi glicogeno:
-la sintesi è effettuata dalla glicogeno-sintetasi che utilizza l'UDP-glucosio come primo substrato e
l'estremità non riducente del glicogeno come secondo
-il 1° residuo di glucosio è fornito da una proteina, la glucogenina, che si auto-glucosida su un
residu tirosinico e che rimane localizzata al centro della molecola di glicogeno
che forma deve avere il glucosio per fare il glicogeno? Forma UDP-glucosio
enzima ramificante:
caacità di creare ramificazioni con legami a(1->6) tra il gruppo -OH del carbonio anomerico ed il
C-6 della catena lineare
la glicogeno fosforilasi e glicogeno sintetasi sono sotto anche il controllo da parte di effettori
allosterici: ATP, G6P, AMP
controllo allosterico:
-la glicogeno fosforilasi è attivata da AMP ed inibita da ATP e G6P
-il glicogeno sintetasi è attivato da G6P
LIPIDI
classe molto eterogenea che ragruppa composti solubili nei solventi organici e non in acqua
si distinguono in:
-lipidi saponificabili, contengono gruppo carbossilico
-lipidi non saponificabili, non contengono carbossilici
ACIDI GRASSI
acidi monocarbossilici alifatici con numero di atomi di carbonio variabile, di solito numero pari,
senza ramificazioni e non ciclici
trigliceridi:
sono esteri degli acidi grassi con il glicerolo a fornire i trigliceridi
fosfolipidi:
-costituiti da 2 lunghe catene apolari ed una complessa testa polare
-possiedono sia una parte idrofila ed una idrofobica
-le 2 cose sono fatti da carbonio ed idrogeno
-le molecoel apolari non sono in grado di interagire con l'acqua e vengono escluse dalla fase
acquosa
-la testa presenta un gruppo carico ed interagisce con l'acqua
LE MEMBRANE
la vita è possibile grazie alle membrane che separano l'organismo dal mondo esterno, utilizzate
come:
-membrana protettiva di separazione con l'ambiente esterno
-compartimentalizza la cellula in settori specializzati
-regola lo scambio di materia ed informaizoni tra esterno ed interno
mosaico liquido:
proposto ne l1972, nella membrana sono immerse proteine, le proteine ed i lipidi sono in grado di
muoversi sul piano della membrana
proteine membrana:
-proteine estrinseche, parzialmente immerse
-proteine intrinseche, completamente immerse
membrane biologie:
le membrane non sono barriere passive ma agiscono attivamente sulle molecole in soluzione
-regolano la concentrazione gassosa, concentrazione degli elettroliti e delle proteine in soluzione
-controllano la concentrazione di Na+, K+ e Cl- generando i segnali bioelettrici
-fungono da proteine contr l'ambiente esterno
canali per l'acqua: l'acqua passa mediante canali specializzati, "le acquaporine"
colesterolo:
-prodotto di tutte le cellule animali
-essenziale per mantenere l'inegrità strutturale e la fluidità
-il colesterolo fa in modo che la cellula non debba avere la parete cellulare, consentono alla cellula
di cambiare forma e di muoversi
-immobilizza la prima porzione delle code irrigdendo il doppio strato diminuendo la permeabilità
della membran alle molecole piccole
-previene la cristallizzazione delle code idrocarburiche
lipasi:
catalizzano l'idrolisi dei trigliceridi, abbodanti in natura, la loro attività avviene all'interfaccia olio-
acqua; le lipasi di origine batterica sono usate dei detergenti e settore agroalimentare
irrancidimento lipotico:
importante nei prodotti latterio-caseari, le lipasi catalizzano l'idrolasi liberando acidi grassi a catena
corta, questa operazione accellera la maturazione del formaggio
irrancidimento ossidativo:
l'ossidazione è la reazione più comune degli aicdi grassi insaturi, c'è la produzione di composti
sgradevoli e a volte nocivi, ci sono 2 vie enzimatiche di ossidazione:
-auto-ossidazione, l'acido grasso reagisce con una molecola reattiva dando un radicale dove viene
messo una molecola di ossigeno o un elettrone
-foto-ossidazione, una molecola elettronicamente carica reagisce con l'ossigeno formando ossigeno
singolo che reagisce con l'acido grasso insaturo
auto-ossidazione:
avviene tra ossigeno tripletto (normale) ed acido grasso insaturo, la velocità dipende da:
temperatura, presenza metalli di transizione, presenza di ossigeno, presenza di antiossidanti, l'auto-
ossidazione ha 3 fasi
-iniziazione, genera radicale
-propagazione, reazione a catena che coivolge i radicali
-terminazione, formazione prodotti radicali
meccanismo auto-ossidazione
-iniziazione: A°+R1H-->R1°+AH (stadio lento)
-propagazione, le specie radicaliche di acidi grassi insaturi sono stabili per risonanza
R1°+O2-->R1OO°
R1OO°+R2H-->R1OOH+R2°
i radicali reagiscono velocemente con l'ossigeno formando "radicali perossidici, questi radicali
estraggono facilmente atomi di ossigeno da altre strutture insature formando "idroperossidi" ed altri
radicali, gli idroperossidi sono instabili e la rottura O-O avvine facilmente
foto-ossidazione:
-meno frequente della reazione di auto-ossidazione
-coinvolge l'ossigeno singoletto (1O2)
-tale molecola reagisce facilmente coi composti organici insaturi formando idroperossidi
-la formazione di 1O2 avviene in presenza di foto-sensibilizzanti (clorofille, porfirine, flavine, ioni
metallici, coloranti di sintesi)
fotosensibilizzanti:
molecole che possono assorbirre energia sottoforma di radiazioni elettromagnetiche (luce) e passare
allo stato eccitato, le molecole nello stato elettronicamente eccitato possono cedere energia
all'ossigeno tripletto
ossigeno singoletto:
reagisce rapidamente, ossidando, molecole con doppi legami senza formazioni di intermedi radicali,
gli idroperossidi sono poco stabili e facilmente avviene la rottura del legame O-O
membrane biologiche:
-molecole piccole senza carica passano la membrana molto rapidamente per diffusione
-gli elettroliti e le molecole polari grandi non attraversano le membrane biologiche
coefficente di partizione:
b=Cmembrana/Csoluzione
concentrazione all'interno della membrana sarà differente della concentrazione in soluzione in
funzione di dimensioni e polarità delle molecole
acetil Co-A
si comporta da trasportatore di gruppi acetili ed acili, ma anche da composto ad "alta energia"per il
legame tioestere parzialmente instabile
glucosio
-tutti i polisaccaridi sono digeriti e convertiti in molecole di glucosio
-nei mammiferi il glucosio rappresenta l'unica sostanza nutriente utilizzata dal cervello
-il glucosio presenta una minore reattività nei confronti dei gruppi amminici delle proteine in quanto
tende ad esistere nella forma chiusa
glicolisi
-via metabolica comune a quasi tutte le cellule procariote ed eucariote
-avviene nel citoplasma cellulare
-3 stadi atti ad intrappolare il glucosio all'interno della cellula per poi scinderlo
-da "glucosio" a "fruttosio 1,6-bifosfato"
-scissione del "fruttosio 1,6-bifosfato" in "gliceraldeide 3-fosfato" e "di-idrossiacetone
fosfato"
-"gliceraldeide 3-fosfato" si converte in "1,3 bifosfoglicerato"
fermentazioni
processi che generano ATP, dove composti organici agiscono sia da donatori che da accettori di
elettroni
fermentazione alcolica
2 fasi:
-decarbossilazione del piruvato
-riduzione dell'acetaldeide ad etanolo ad opera del NADH con produzione di NAD
fermentazione lattica
il piruvato accetta gli elettroni dal NADH in una reazione catalizzata dalla "lattico deidrogenasi", il
NADH viene riossidato nella riduzione dell'acido piruvato ad acido lattico
respirazione
-in questo modo si estrae più energia dal glucosio
-tali processi ossidano completamente in glucosio a CO2 e H2O
-il punto di entrata dell'acido citrico è l'acetil Co-A che si forma dal piruvato all'interno del
mitocondrio
CICLO DI KREBS
"ciclo degli acidi tricarbossilici" oppure "ciclo dell'acido citrico"
complessi multienzimatici
-gruppi di enzimi associati in modo non covalente, catalizzano più tappe consecutive di una stessa
via metabolica
-maggiore efficenza catalitica:
-distanza che il substrato deve fare è poca
-possibilità di reazioni secondarie poche
-reazioni possono essere regolate in modo coordinato
LA RESPIRAZIONE
gli animali sono organismi aerobi, l'ossigeno inspirato è trasportato dall'emoglobina ed utilizzati
dalle cellule per metabolizzate le macromolecole e creare CO2 e H2O, come ultima fase dobbiamo
ridurre il NADH ed il FADH2 ripotandoli a NAD e FAD; a livello della membrana mitocondriale
interna la catena di trasporto degli elettroni
fosforilazione ossidativa
il culmine del metabolismo aerobio, nella fosforilazione ossidativa il trasporto di elettroni e
formazioen di gradiente di protoni (H+) trans-membrana provocando la formazione di ATP
catena respiratoria
nella membrana mitocondriale interna si possono separare 5 distinti complessi enzimatici, dal 1° al
4° complesso fanno parte della catena di trasporto degli elettroni, ciascun complesso accetta o dona
elettroni a trasportatori intermedi di elettroni (coenzima Q e citocromo C) dotati di movimento,
infine gli elettroni si combinanano con l'ossigeno e protoni (H+) formando molecole d'acqua; il
complesso 5 catalizza dell'ATP (ATP sintetasi)
complesso 1 (NADH deidrogenasi): il NADH viene ossidaro perdendo lo ione H+, per ogni NADH
si portano 4 protoni fuori matrice e vengono trasportati (per ogni NADH) 2 elettroni
complesso 2 (succinato deidrogenasi): catalizza sia la riduzione del FAD in FADH2 e la sua
riossidazione a FAD e non avviene il trasporto di H+
coenzima Q (ubichinone): accetta gli H+ dal complesso 1 e 2, può accettare uno o due elettroni
trasformandosi nella forma semichinonica o completamente ridotta
complesso 3 (citocromo C reduttasi): riceve elettroni dal coenzima Q e li cede al citocromo C,
l'enzima poi trasferisce 4H+ nello spazio intermembrana
complesso 4 (citocromo C ossidasi): trasferisce gli elettroni all'ossigeno in acqua (porta altri 4H+
nello spazio intermembrana)
ATP sintetasi
l'ATP sintetasi (complesso 5) produce ATP utilizzando l'energia del gradiente protonico, i protoni
infatti una volta spostati rientrano nella matrice attraverso il canale del complesso 5, durante il
flusso avviene la sintesi dell'ATP a partire da ADP e Pi mentre il gradiente si dissipa
glucosio-6P+2NADP---> ribosio-5P+2NAPDH+2H+CO2
favismo
produce anemia emolitica a causa dei danni ossidativi alla membrana eritrocitica, può essere latente
e verificarsi solo in caso di stress: farmaci, fave (alimento); elevata frequenza nelle zone infestate da
malaria
glutatione
o GHS è un tripeptide con proprietà antiossidanti, costituito da cisteina e glicina legate da un
legame peptidico, e glutammata che invece è legato alla cisteina con legame peptidico atipico tra
gruppo carbossilico della catena laterale del glutammato ed il gruppo amminico della cisteina
citocromo P450
deriva il nome dal picco di Soret di assorbiemento massimo a 450nm, le sue reazioni sono varie ma
la più comune è la "monoossigenasi", cioè il trasferimento di un atomo di ossigeno dall'ossigeno
molecolare ad un substrato organico riducendo l'altro ossigeno ad acqua, gli elettroni necessari
vengono forniti dal NADPH; inoltre il citocromo P450 è coinvolto nella sintesi del colesterolo e
nella steroidrogenasi degli ormoni steroidei.
La famiglia del citocromo P450 sono enzimi di emoproteine presenti in tutti gli esseri viventi
appartenenti alla sottoclasse enzimatica delle monoossigenasi, sono i maggiori attori coinvolti nella
detossificazione dell'organismo essendo in grado di reagire su un gran numero di substrati
METABOLISMO LIPIDI
fegato e tessuto adiposo giocano ruolo centrale nel metabolismo lipidi, il tessuto adiposo
rappresenta il principale sito di deposito di trigliceridi, i lipidi fanno lipolisi e lipogenesi, entrambi
coinvolgono il precursore dell'acetil-CoA
digestione lipidi
i lipidi non sono idrolizzati in modo significativo nello stomaco, tuttavia esiste la lipasi gastrica che
è attiva a pH vicino alla neutralità, l'idrolisi dei triagliceroli e dei fosfolipidi avviene nell'intestino
dove avviene l'assorbimento.
I lipidi vengono emulsionati dai sali biliari in modo da poter essere accessibile agli enzimi idrolitici,
le lipasi e le esterasi idrolizzano i trigliceridi introdotti con la dieta all'interfaccia acqua-olio delle
micelle formate dai sali biliari
sali biliari
sintetizzati nel fegato a partire dal colesterolo, legano poi alla glicina o taurina abbassando pKa e
renderli più anfifilici, in questo modo una volta rilasciati dalla cistifellea sono in grado di emulsione
i grassi; le micelle rilasciano i lipidi che vengono assorbiti nell'intestino mentre parte dei sali biliari
rientrano nel circolo con trasporto attivo nell'ileo tornando al fegato.
Il colesterolo ematico in eccesso è convertito in sali biliari dal fegato (maggiore via di escrezione
del colesterolo), i sali sono accumulati nella cistifellea col colesterolo, le fibre alimentari legano i
sali biliari impedendo il riassorbimento
chilomicroni
prodotti dalle cellule della mucosa gastrica, contengono principalmente la triacilgliceroli di acidi
grassi a corta o media catena; i chilomicroni vengono trasportati in circolo fino ad associarsi alla
liporoteina lipasi, questa idrolizza i triacilgliceroli liberando acidi grassi che diffonsono nei tessuti
circostanti, i chilomicroni diminuiscono di volume e vengono assorbiti dal fegato con l'endocitosi
VLDL: prodotte nel fegato, contengono sopratutto TAG, una volta in circolo auisiscono dagli
"HDL" le apolipoproteine, sempre qui incontrano la lipoproteina lipasi idrolizzando triagliceroli,
perdendoli i "VLDL" diventano "LDL"
LDL: hanno ceduto la maggior parte dei triacilgliceroli, ricchi di colesterolo
HDL: fungono dariserva di apoproteine che possono essere scambiate per altri lipoproteine,
eliminano del colesterolo in eccesso
lipolisi (b-ossidazione)
prevede la completa idrolisi dei trigliceridi liberando glicerolo ed acidi grassi, nel citoplasma; la b-
ossidazione degli acidi grassi ha luogo nei mitocondri, gli acidi grassi devono essere attivati prima
di essere ossidati
assimilazione dell'azoto
nei mammiferi la via principale di assunzione di azoto è l'ingestione di proteine con la dieta, le
proteine assunte con la dieta sono fonte di amminoacidi, sono indispensabili per:
-ricambio patrimonio proteico endogeno
-come fonte di amminoacidi essenziali
biosintesi amminoacidi
gli amminoacidi vengono sintetizzati a partire dall' a-chetoacido, la reazione di transaminazione
usano come enzima il priossal fosfato, questo coenzima forma una base di shiff con un residuo di
lys della transaminasi
enzimi proteolitici
-proteasi aserina
-differiscono nella specificità del substrato
-chimotripsina: prediligie il taglio del legame peptidico che impegna il C=O ha una catena
laterale
-tripsina: preferisce un AA carico positivamente nella stessa posizione
ubiquitina
negli eucarioti la degradazione delle proteine è spesso segnalato dalla presenza di ubiquitina, le
proteine etichettate con l'ubiquitina vengono degradate da proteasi specifiche
metabolismo amminoacido
il destino degli amminoacidi in eccesso vengono reindirizzati sul metabolismo emergetico previa
rimozione dei gruppi a-amminici, quello che rimane entra nei cicli ossidativi, la rimozione del
gruppo amminico porta alla sintesi di a-chetoacidi, sono poi trasformati in glucido o lipidico; a
seconda del destino l'amminoacido può essere classificato:
-chetogenico: il metabolismo può formare corpi chetonici
-glucogenico: il metabolismo può fornire glucosio attraverso il processo della gluconeogenesi
-alcuni amminoacidi possono rientrare in entrambe le categorie
biosintesi dell'urea
avviene nel fegato per eliminare l'ammoniaca dato che oltre una quantità è tossica, avviene in 5
passaggi:
-sintesi del carbammil-fosfato
-l'onitina transcarbamilasi
-l'arginino succinatp deidrogenasi
-l'arginin succinasi
-l'argininasi
CHETOGENESI E CORPI CHETONICI
corpi chetonici
composti acidi, sono metaboliti idrosolubili degli acidi grassi (non hanno bisogno di trasportatori
ematici), hanno una captazione cellulare indipendente dall'insulina
-formazione epatica: (matrice mitocondriale) dove la velocità di formazione è direttamente
proporzionale alla velocità della b-ossidazione degli acidi grassi
-formazione ed esportazione dei corpi chetonici: le condizioni che determinano l'aumento della
gluconeogenesi rallentando il flusso di metaboliti nel ciclo di Krebs ed esaltano la conversione di
acetil-CoA in acetoacetato
livelli ematici
gli adattamenti metabolici di digiuno sono continui ma si possono schematicamente suddividere in
diverse periodi a seconda del substrato utilizzato
-digiungo fisiologico notturno
-digiuno prolungato:
1° fase, 10-12 ore dall'ultimo pasto fino a 2 giorni
2° fase, 3 settimane
3° fase, fino ad esaurimento scorte
gluconeogenesi: 1° tappa
conversione del piruvato in fosfoenolpiruvato, pasa attraverso i mitocondri perchè c'è bisogno di
NADH.
L'ossalacetato poi esce dal mitocondrio, viene ridotto a malato a spese di NADH.
Il malato esce dal mitocondrio, nel citosol il malato viene riossidato ad ossalacetato con produzione
di NADH.
Nel citosol l'ossalacetato si converte in fosfoenol piruvato grazie ad un donatore di gruppo fosfato
(GTP)
gluconeogenesi: 2° tappa
è la defosforilazione del fruttosio-6-bifosfato in fruttosio-6-fosfato, tale reazione idrolizza il gruppo
fosfato
gluconeogenesi: 3° tappa
conversione di glucosio-6-fosfato in glucoio, è la reazione finale
3 stadi:
-trasporto acetil-CoA nel citoplasma
-carbossilazione del acetil-CoA
-assemblaggio della catena dell'acido grasso
il "FAS" è deputato alla sintesi di acidi grassi
carbossilazione dell'acetil-CoA
con l'enzima "acetil-CoA carbossilasi": ha la biotina come gruppo prostetico, partecipa alla
formazione dell'intermedio con idrolisi dell'ATP creando il "malolil-CoA"
alcol deidrogenasi
l'ossidazione dell'etanolo avviene in 2 tappe successive.
-da etanolo ad aldeide da parte dell'alcol deidrogenasi
-da aldeide acetica ad acido acetico da parte dell'acetaldeide deidrogenasi
l'acido folico
capacità di trasportare unità monocarboniose a vari stadi di ossidazione da un substrato ad un altrom
nell'organismo ridotto ad acido tetraidrofolico
vitamina A: retinolo
composti derivati dai carotenoidi come costituiscono delle pro-vitamine, richiesta per formare
pigmento fotosensibile presenti nella retina, infatti il primo sintomo di carenza è la cecità
crepuscolare, fa funzionare le cellule mucose
vitamina E: tocoferoli
a-tocoferolo è la vitamina E più efficace, sono sostanze facilmente ossidabili ma stabile alla
temperatura ed agli alcani in assenza di ossigeno, sono antiossidanti naturali fungendo da protezione
degli acidi grassi insaturi vegetali (interrompono la catena radicalica che portano alla
perossidazione degli acidi grassi insaturi)
vitamina D: calciferolo
cura rachitismo ed osteomalacia, ha 2 fonti: produzione endogena, alimentare
funzione di regolare la concentrazione del calcio, comporta come ormone interagendo con specifici
recettori nel nucleo di cellule bersaglio
vitamina K
sostanza fotosensibile, cofattore essenziale della glutamil carbossilasi che catalizza delle proteine
coinvolte nella cascata enzimatica della coagulazione, sono proteine prodotte inattive e vanno
prima attivate
METABOLITI SECONDARI
il metabolismo base (primario) comprendee tutte le vie necessarie per la sopravvivenza, il prodotto
del metabolismo secondario sono sostanze non necessarie alla cellula stessa ma sono utili
nell'organismo nel suo insieme
alcaloidi
composti eterocicli contenenti azoto e sono sotto-prodotti degli amminoacidi carbossilici ad
ammine, sono classififcati in base alla struttura dell'eterociclo, il sapore amaro accompagna la
tossicità
funghi tossici
i funghi e le muffe che infestano gli alimenti producono tossine per animali e uomo, l'intossicazione
avviene per ingestione, i lieviti invece non hanno tossine durante la fermentazione
micotossine
prodotte sia in fase pre-raccolta che in fase post-raccolta, mentre la pre non può essere controllata
(il rischio c'è sempre) la fase post è costantemente monitorata
alcaloidi indolici
derivati dal triptofano, il più comune è la "ergotamina" che possiede un effetto vaso costrittore
bloccando il recettore delle latecolammine
aflatossine
metaboliti tossici, uno dei più letali anche a bassa concentrazione, è in grado di legarsi al DNA ed
alle nucleo-tossine
ocratossine
si trova spesso nei cereali, legumi e nel formaggio, tossina stabile che si trova nella carne degli
alimenti con mangimi infetti e bevande fermentate
tricotreceni
effetti simili all'irraggiamento con radiazioni ionizzanti, agisce sull'inibizione della sintesi proteica,
molecole lipofile assorbite dalla pelle
tannini
presenti in molte piante, solubili in acqua e conferiscono all'alimento un sapore astringente, non
sono generalmente tossici ma interferiscono nella digestione di metalli e proteine, eliminati per
precipitazione con aggiunta di proteine o diminuendo il pH
ammine biogene
prodotte e ciaconina sono di natura steroidea, la loro proporzione è favorita dalle stesse condizioni
che promuovono la sintesi della clorofilla, concentrazione elevata nella parte verde delle piante
nitrosammine
il loro problema è legato alla presenza di nitrato che nell'organismo trovando le condizioni ottimali
per produrre C ed E oltre ad essere antiossidanti, sono inibitori delle nitrosammine e sono sfruttati
nell'industria alimentare
SINTESI PROTEICA
processo continuato che utilizza molta ATP, processo veloce
nucleotide: composto da base azotata, zucchero ed un gruppo fosfato
traduzione e trascrizione
il passaggio di informazioni dal RNA alle proteine è la traduzione, la trascrizione ha lo scopo di
copiare informazioni dal DNA in una molecola di RNA, l'RNA darà origine alla sintesi delle
proteine
RNA: simile al DNA ma con differenze, tra cui zucchero è il ribosio, al posto della timina c'è
l'uracile, composto a filamento singolo
RNA messaggero (mRNA): copia il DNA che si forma nel nucleo, attraversa il citoplasma e trova i
ribosomi
ribosomi: costituiti da RNA ribosomiale (rRNA), traducono mRNA per produrre proteine
transfer RNA (tRNA): tRNA trasporta gli amminoacidi ai ribosomi dove vengono legati a formare il
polipeptide, possiedde uno specifico anticodone che è complementare al codone sul mRNA, in
questo modo assicurano che il corretto amminoacido sia legato alla catena polipeptidica
trascrizione: le molecole di RNA messaggero sono copie del DNA, catalizzata dall'enzima "RNA
polimerasi"
espressione genetica
solo una frazione del DNA è codificante, a seconda delle necessità le cellule trascrivono segmenti di
DNA (i geni), parte del RNA codifica per le proteine, altri pezzi no, perciò prima di far andare
l'RNA nei ribosomi viene fatto "maturare" tenendo solo le parti codificanti
traffico delle proteine: sintetizzate dai ribosomi del reticolo endoplasmatico e poi inviate al Golgi,
da qui smistate negli scomparti cellulari
COMUNICAZIONE INTER-CELLULARE
ogni cellula necessita di una serie di segnali dall'esterno
sequenza eventi
-riconoscimento: dello stimolo sulla siperficie esterna della membrana
-trasferimento: dell'informazione attraverso la membrana
-trasmissione: del segnale a molecole specifiche che lo interpretano e lo trasducono
-cessazione: della risposta in seguito all'eliminazione delle molecole segnale
tipi di segnale
-segnale autocrino: si legano ai recettori sulla cellula che li secerne
-segnali paracrini: si legano e stimolano recettori presenti sulle membrane adiacenti
-segnali endocrini: le cellule producono segnali che vengono secreti nel sangue, stimolano cellule
lontane
-segnali per contatto cellulare: avvengono fra cellule che hanno membrane adiacenti, si influenzano
tra loro
ormoni
-steroidei: idrofobici, legano recettori intra-cellulari, non accumulabili
-pepridici: solubili in H2O, legano recettori di membrana, accumulati in vescicole
recettori
-accoppiati a canali ionici
-accoppiati a proteine G
-accoppiati ad enzimi
proteine G
4 classi di proteine:
-Gs: attivano l'adenilato ciclasi, sintesi AMP ciclico
-Gi: inibisce l'adenilato ciclasi
-G1: attivano fosfolipasi
-Gt: attivano l'GMP fosfopiesterasi
calmodulina
proteina abbondante nella cellule eucariotiche, importante nei processi di segnalazione
intracellulare dove lega ioni Ca con alta affinità, il legame di 2 o più ioni ne determina il
cambiamento conformazionale che la rende adatta al legare proteine bersaglio
ossido nitrico
àgas disciolto, prodotto secondario del metabolismo dell'amminoacido arginina, passa facilmente
attraverso le membrane, cellula nei vasi lo rilasciano come messaggio per le cellule muscolari liscie
per alimentare il flusso sanguigno
ficosanoidi e leucotreni
molecole segnale di origine lipidica, legano recettori sulla superficie cellulare, effetto autocrino e
paracrino
fattori di crescita
-prmuovono la crescità
-influenzano la motività e la contrattilità cellulare
-stimolano il differenziamento
-inducono la proliferazione modificando l'espressione genetica