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10-01-2023

BIOLOGIA

1. LA MOLECOLA DELL’ACQUA

L’acqua possiede proprietà molto particolari e si trova nella terra sotto forma di
stato liquido, solido e aeriforme.

Le molecole d’acqua sono fortemente polari, la molecola H 2 Oè legata mediante


legami covalenti polari, quindi i legami idrogeno-ossigeno non sono equamente
condivisi. A causa di questa condivisione impari l’estremità del legame rivolta
verso l’ossigeno possiede una parziale carica negativa indicata con “delta
negativo”, mentre la carica del legame rivolto verso “idrogeno assume il nome di
“delta positivo”. Inoltre la molecola dell’acqua ha una struttura a “V”.
Tra molecole d’acqua si formano legami ad
idrogeno. Quando due molecole d’acqua sono vicine
l’atomo H è attratto dall’atomo O dell’altra
molecola, questa attrazione assume il nome di
“legame idrogeno” e si manifesta nell’acqua allo stat
liquido e solido. Ogni molecola d’acqua può formare
quattro legami idrogeno la cui forza covalente è pari
al 5%.

2. PER FAR FONDERE L’ACQUA SERVE MOLTO CALORE


Per fondere un qualsiasi solido (fusione) serve fornirgli una quantità di calore
chiamata “calore latente di fusione” e per invece per far avvenire il processo contrario
(solidificazione) bisogna sottrarre la stessa quantità di calore per esempio, Il calore
latente dell’acqua è di 80 cal/g. Questa ha anche un alta quantità di calore latente di
vaporizzazione, il quale serve a spezzare i legami idrogeno.

3. IL CALORE SPECIFICO DELL’ACQUA


DEF: il calore specifico di una sostanza è la quantità di calore necessaria per inalzare
di un grado la temperatura di 1g della sostanza.
Il calore specifico dell’acqua è di 1cal/g°C, un valore alto, questo perché buona parte
dell’energia che viene somministrata sotto forma di calore è utilizzata per spezzare i
legami idrogeno

4. LE PROPRIETÀ DELLE BIOMOLECOLE


Negli esseri viventi sono presenti quattro tipi di molecole:
 Le proteine
 I carboidrati
 I lipidi
 Gli acidi nucleici
Tali molecole sono dette “Biomolecole” e la loro caratteristica principale è quella
di essere composti da composti organici, cioè carbonio. Esistono molti materiali
fatti di composti organici, grazie alla loro capacità unica di creare tra di loro forti
legami e allo stesso tempo, di creare forti legami con altri elementi. Una
prerogativa di queste molecole è quella di formare “catene carboniose” queste
possono essere lineari, ramificate o ad anelli e avere doppi/tripli legami

I composti più semplici sono gli idrocarburi, che sono formati solo da H e C,
quindi la differenza tra un composto e un altro si trova nella lunghezza della
catena.

5. GLI ISOMERI DI STRUTTURA


Un’altra ragione che spiega la varietà dei composti organici è l’isomeria.
DEF: Gli isomeri sono molecole composte dagli stessi atomi legati in modo
diverso. Ne esistono diversi tipi, tra questi ci sono gli isomeri di struttura, che
sono composti con la stessa formula ma strutture molecolari diverse.
L’isometria di struttura riguarda la disposizione degli atomi di carbonio in una
catena o il numero/posizione dei legami tra gli atomi di carbonio o la posizione
dei “gruppi funzionali”

6. I GRUPPI FUNZIONALI

2
Certi piccoli raggruppamenti di atomi sono detti “gruppi funzionali”, ogni gruppo
ha proprietà chimiche specifiche, e, se fa parte di una molecola più grande le
trasferisce, per esempio, tutti i composti organici della classe alcoli sono
caratterizzati dalla presenza di un gruppo ossidrico o ossidrile, un gruppo polare
che tende ad attrarre le molecole d’acqua. Un altro gruppo funzionale è il gruppo
carbonilico che in base a dove è situato in una catena può essere classificata come
appartenente alla famiglia dei aleidi o chetoni. Un altro esempio ancora le
ammine possiedono un gruppo amminico. Nelle molecole possono essere
presenti uno (amminoacidi) o più gruppi funzionali (carboidrati)

7. LE MACROMOLECOLE BIOLOGICHE
La maggior parte delle macromolecole biologiche sono polimeri risultati
dall’assemblaggio di monomeri. Tra le biomolecole sono polimeri:
 Polisaccaridi—> catene di monosaccaridi
 Proteine—> catene di amminoacidi
 Acidi nucleici—>catene di nucleotidi
I polimeri si formano attraverso una serie di reazioni di condensazioni, queste hanno
come risultato la formazione di un legame covalente tra due monomeri e la perdita di
una molecola d’acqua per ogni legame. L’inverso di una reazione di condensazione è
una reazione d’idrolisi che scinde i polimeri e produce monomeri. Tutte le
biomolecole condividono due caratteristiche importanti:
 Le biomolecole hanno una precisa struttura dimensionale, la quale varia a
seconda della funzione che svolgono
 Le biomolecole possiedono proprietà chimiche specifiche che ne determinano
la funzione

8. I LIPIDI
I lipidi sono biomolecole apolari, insolubili e formati da strutture di dimensione
diverse Si dividono in:
 I trigliceridi (grassi e oli) come il grasso corporeo—>immagazzinano energia
 I fosfolipidi come le membrane a doppio strato
 I carotenoidi come le clorofille—> catturano energia
 Gli steroidi e gli acidi grassi—>regolazione
 Gli oli e le cere—>impermeabilizzazione

9. I TRIGLICERIDI: GRASSI E OLI


Sono i lipidi più semplici, se sono solidi a temperatura ambiente vengono chiamati
grassi mentre se sono allo stato liquido sono detti oli. I trigliceridi sono formati da
una molecola di glicerolo1 unita a tre molecole di acidi grassi.

1
Alcol con tre gruppi ossidrilici
3
Un acido grasso è formato da una lunga catena apolare di C e H che termina con un
gruppo carbossilico che invece è polare, una catena come questa con una estremità
idrofila e una idrofobica è detta anfipatica.
Quando il gruppo carbossilico di ciascun acido grasso si lega con un gruppo del
trigliceride si forma un legame covalente detto legame estere dando origine a una
molecola di trigliceride.
Non è detto che i tre acidi grassi del trigliceride abbiano una catena idrocarburica
uguale :
 Negli acidi grassi saturi, sono
tutti legami semplici, e le
molecole sono rigide e lineari
in modo da potersi affiancare
 Negli acidi grassi insaturi2,
possono esser legami semplici
e composti che crearono
pieghe o gomiti3
I trigliceridi hanno una funzione
importante nel nostro organismo
come fonti di energia, infatti loro
ne contegno il doppio rispetto ai
carboidrati

10. I FOSFOLIPIDI
Esistono oltre agli acidi grassi altre molecole
lipidiche anfipatiche: i fosfolipidi. Questi
contengono acidi grassi legati al glicerolo, però
uno di questi, è sostituito da un gruppo fosfato
che collega una molecola di colina
(un’ammina) o di serina (un amminoacido).
Il gruppo fosfato presenta una carica negativa,
questa testa polare è la porzione idrofila della
molecola, i due avidi grassi invece sono apolari,
quindi idrofobici. In ambienti acquosi i
fosfolipidi si allineano in modo che le teste

2
Se contengono un solo doppio legame sono chiamati monoinsaturi, se invece ne hanno più
sono detti polinsaturi
3
La quantità ne determina la fluidità e il punto di fusione lipide, e a causa di questi gomiti
fanno fatica ad ammassarsi e quindi hanno un punto di fusione basso al contrario dei grassi
saturi che lo hanno alto
4
contenenti il fosfato siano verso l’esterno, creando così un doppio strato
fosfolipidico4

11. LE PROTEINE
DEF: Le proteine sono polimeri formati da monomeri detti amminoacidi, questi
formano delle catene chiamate catene polipetidiche con legami covalenti.
Una proteina può essere formata da una o più catene polipeptidiche ripiegate su
se stesse fino ad assumere una struttura tridimensionale.

12. GLI AMMINOACIDI


DEF: gli amminoacidi sono composti organici con due gruppi funzionali, un
gruppo amminico (— N H 3 ) e un gruppo carbossilico (—COO-) legati da un
atomo di idrogeno chiamato “α”. Legati ad alfa ci sono anche un atomo idrogeno e
una catena radicale detta gruppo radicale
I gruppi “R” sono diversi in ogni
amminoacido e contengono
gruppi funzionali dai quali
dipendono struttura e le
proprietà chimiche della
molecola.
Negli organismi viventi sono
presenti 20 aminoacidi e hanno
caratteristiche diverse (carica,
idrofobici…)
 I cinque amminoacidi
con catene laterali dotate carica elettrica (+ o -) attraggono l’acqua e gli
ioni di carica opposta.
 i cinque con catene laterali polari hanno tendenza a formare legami a
idrogeno con l’acqua e con altre sostanze polari. Sono idrofili.
 Sette amminoacidi hanno le catene laterali formate da idrocarburi apolari
quindi idrofobici
Ci sono dei casi particolari: la glicina, la cistenina e la prolina
 La catena laterale della glicina è un semplice atomo di idrogeno
 Il gruppo “R” della cisteina possiede un atomo di zolfo che può reagire con
un altro gruppo “R” di un’ altra cisteina formano un legame covalente
detto ponte disolfuro (—S—S—) che contribuisce al modo in cui si ripiega
la proteina
 La prolina presenta una struttura a d anello, questo riduce la sua capacità
di creare legami idrogeno e limita le sue possibilità di rotazione intorno al
carbonio α. È situata spesso nei gomiti della proteina

4
Una lamina di spessore di due molecole in cui, nello spazio, non c’è acqua
5
13. LA STRUTTURA PRIMARIA
Le catene polipeptidiche sono polimeri formati da amminoacidi che si uniscono
per condensazione. Alla reazione prendono parte il gruppo amminico e il gruppo
carbossilico legati al carbonio α, durante la reazione viene eliminata una
molecola d’acqua e si forma un legame covalente tra il gruppo C-O e il gruppo N-
H, questo legame è detto legame peptidico.

Il prodotto della relazione è detto “dipeptide” perché è costituito da due

amminoacidi, così facendo si possono creare catene di lunghezze variabili, con


queste caratteristiche:
 In ogni catena si riconosce un’ossatura sempre uguale, determinata dalla
successione dei tre atomi —N—C—C—. Un’ossatura è dorte grazie ai mo.ti
legami peptidici
 Al carbonio α di ciascun gruppo è legato un gruppo R diverso, quindi ogni
catena polipeptidica presenta un specifico ordine che la renda unica.
La sequenza degli amminoacidi nella catena costituisce la struttura primaria di
una proteina, la quale non sta per forza a indicare la forma finale della proteina,
questa infatti dipende dagli avvolgimenti e ripiegamenti che avvengono in un
certo ordine che dipendono proprio dalla sua struttura primaria.

14. LA STRUTTURA SECONDARIA


Ogni proteina possiede una struttura primaria e anche altre come la secondaria,
terziaria e quaternaria. Mentre la struttura primaria di una proteina è
determinata da legami covalenti, i successivi livelli dipendono da interazioni più
deboli.

6
DEF: La struttura secondaria consiste nella regolare ripetizione di ripiegamenti
caratteristici, esistono due principali tipi di struttura entrambi determinati dalla
formazione di legami a idrogeno:
 α elica e foglietto
in questa struttura la catena è avvolta a formare una spirale destrogira con
i gruppi R che sporgono. L’avvolgimento è dovuto dalla creazione di
legami idrogeno tra gli atomi C—O e N—H di due amminoacidi non
contigui. Questa forma può essere impedita da gruppi R di grandi
dimensioni.
Questo tipo di struttura è frequente nelle cheratine5
 β pieghettato
Si forma a partire da due o più catene polipeptidiche distese a fianco
parallelamente l’una affianco all’altra. Il foglietto è tenuto insieme da
legami a idrogeno tra i gruppi N-H e C-O, e la sua configurazione può
avvenire tra catene distinte o tratti di singole catene ripiegati su se stessi.

15. STRUTTURA TERZIARIA


DEF: la struttura terziaria è la configurazione tridimensionale della proteina in
cui si distinguono una zona interna (poco accessibile) e una superficie esterna
esposta all’ambiente e disposta a svolgere specifiche reazioni chimiche. I suoi
responsabili sono le interazioni tra i gruppi R degli amminoacidi.
 Tra le catene laterali di molecole di cisteina si possono formare ponti
disolfuro
 Le catene laterali idrofobiche tendono a posizionarsi all’interno della
proteina, provocando un ripiegamento della catena
 Tra le catene laterali cariche elettricamente si possono formare dei legami
ionici6
 Alla stabilizzazione dei ripiegamenti contribuiscono anche i legami
idrogeno fra catene idrofile

16. LA STRUTTURA QUATERNARIA


Molte proteine sono costituite da due o più catene polipeptidiche chiamate
subunità ciascuna ripiegata nella sua specifica struttura terziaria.
DEF: la struttura quaternaria è il risultato del modo in cui le subunità si legano
insieme e interagiscono tra loro.

5
Struttura di tipo fibroso, come unghie, peli dei mammiferi e penne d’uccello
6
Chiedere
7
17.GLI ACIDI NUCLEICI
Gli acidi nucleici sono polimeri composti da monomeri detti nucleotidi 7, formati
da uno zucchero pentoso, da un gruppo fosfato e da una base azotata.
Le basi azotate possono assumere due forme chimiche: una ad anello semplice
detta piramidina o a doppio anello purina. Sia il DNA e RNA possono contenere
solo 4 nucleotidi, quelli del DNA sono diversi da del RNA:
 Lo zucchero del DNA è il dessosiribosio, mentre nel RNA il ribosio8

 Nel DNA:
 Aden
ina
(A)
 Citosina (C)
 Guanina (G)
 Timina (T)
 Uracile (U) 9

7
Molecole molte composte
8
Un atomo di H in più
9
Presente solo nel RNA
8
18. LA SPECIFICITÀ DEGLI ACIDI NUCLEICI
Il DNA è una doppio catena polinucleotidica mentre l RNA è una sola catena
polinucleotidica tenuti insieme da legami idrogeno. Le basi azotate si uniscono
sempre con un ordine ben preciso quindi sono complementari10:
 Adenina (A) e timina (T)
 Citosina (C) e Guanina (G)
I due filamenti vanno in orientamento antiparallelo.
DEF: Il DNA è una molecola informazionale che contiene le informazioni per
costruire le catene polipeptidiche. Ha una costruzione a doppia elica con dieci
nucleotidi ogni giro, e l’ammontare delle basi azotate complementari.
DEF: RNA ha un ruolo diverso: interviene nel processo di traduzione delle
informazioni del DNA

19. IL RAPPORTO TRA LA SUPERFICIE E VOLUME DELLE


CELLULE
Il diametro di una cellula varia da 1 a 100μ (micrometri) mentre il volume da 1μ3 a
1000 μ3. La dimensione delle cellule è limitata dal rapporto tra superficie e
volume, il volume determina il livello di funzionalità della cellula11, mentre la
superficie determina la quantità di sostanze che la cellula può scambiare con
l’esterno.
Al crescere delle dimensioni di una cellula ne consegue un più veloce aumento del
suo volume, questo è importante per:
 Se una cellula cresce e diventa più grande, la sua attività chimica aumento
più velocemente della superficie
 Le cellule devono distribuire le sostanze all’interno di una cellula, quindi
più piccola è una cellula più veloce sarà il trasporto di materiali al suo
interno.
Per funzionare quindi le cellule hanno bisogno di mantenere un rapporto
abbastanza elevato tra superficie e volume

20. IL MODELLO A MOSAICO FLUIDO


Le cellule sono delimitate da membrane biologiche che hanno in comune
proprietà fisiche. Queste devono la loro struttura/funzionamento a i suoi
componenti: lipidi, carboidrati e proteine, i principali sono i fosfolipidi che
creano un doppio strato.
Questo forma un lago in cui galleggiano numerose proteine, questa struttura è
detta modello a mosaico fluido. Le proteine che si trovano in questo spazio
svolgono numerose funzioni.

10
La complementarietà dipende dalle dimensioni e composizioni
11
Cioè la quantità di attività chimica svolta all’interno della cellula
9
Negli eucarioti, oltre alla membrana cellulare ci sono una serie di membrane
interne che delimitano organuli differenti. Esiste inoltre una stretta relazione
dinamica tra tutte le membrane presenti. Tra loro hanno grandi differenze, infatti
quando una porzione di membrana entra a far parte di un determinato organulo,
essa subisc importanti modifiche chimiche.

21. IL NUCLEO E L’INFORMAZIONE GENETICA


Il nucleo ha un diametro di 5μ e svolge molte funzioni:
 È la sede in cui avviene la replicazione del DNA
 È la sede del controllo genetico dell’attività cellulare
 Contiene una zona chiamata nucleolo dove ha inizio il montaggio dei
ribosomi a partire dal RNA e da specifiche proteine
Il nucleo è avvolto da una doppia membrana che costituisce l’involucro nucleare,
in questo avviene un traffico di molecole sia in entrata sia in uscita. La distanza
tra le due membrane è di circa 10-20nm e sono perforate da 3500 pori nucleari
del diametro di circa 9nm che mettono in comunicazione l’interno del nucleo con
il citoplasma.
Gli ioni e le molecole più piccole possono transitare liberamente, invece ler le
molecole più grandi, solo alcune proteine possono passare, perché queste
presentano brevi sequenze segnale fatte di amminoacidi che funzionano come
etichetta lascia passare.
In certi punti la membrana esterna dell’involucro nucleare, crea delle anse che si
protendono nel citoplasma, queste sono chiamate reticolo endoplasmatico.
DEF: le molecole di DNA hanno una forma lineare e sono associate a proteine
con cui formano un complesso fibroso, composto da fili lughi e sottili chiamato
cromatina. Questa poco prima della divisione si addensa in strutture compatte e
simili chiamate cromosomi

22. I RIBOSOMI E LA SINTESI DELLE PROTEINE


La posizione dei ribosomi nella cellula eucariote può variare:
 Liberi nel citoplasma
 Fissati alla superficie del reticolo endoplasmatico
 All’interno dei mitocondri/cloroplasti
Sono formati da due subunità, nella cellula eucariote sono più ricchi di RNA, sono
enormi e composti da un particolare tipo di RNA detto RNA ribosomiale rRNA. Al
quale sono collegate oltre 50 proteine.
DEF:In qualsiasi loro posizione hanno il compito di sintetizzare le proteine in base
alle informazioni codificate nel DNA, questo processo è chiamato traduzione, questo
avviene grazie RNA messaggero o mRNA.

10
23. IL RETICOLO ENDOPLASMATICO RUVIDO
DEF: rete di membrane interne che occupa gran parte di citoplasma e forma
tuboli e sacchetti appiattiti. Questo ha il compito:
 di sintetizzare membrane e proteine
 Tenere separato il citoplasma dalle proteine appena sintetizzate
 Modificare le proteine dal punto di vista chimico
Viene chiamato reticolo endoplasmatico ruvido poiché quando viene osservato al
microscopio, a causa dei ribosomi che lo ricoprono, ha un aspetto granuloso. Questi
ribosomi sono la principale sede delle proteine di secrezione destinate ad andare
fuori dal citosol.
Lo strato di RE che è separato dal citoplasma è detto lume. Alcune regione del
reticolo sono ricoperte di ribosomi che aderiscono temporaneamente alla loro parete
esterna.
All’interno del reticolo, le proteine possono subire dei cambiamenti chimici che ne
modificano la funzione e la destinazione finale. Per esempio alcune proteine
acquistano catene di carboidrati diventando così glicoproteine, che vengono
racchiuse in una vescicola di trasporto e condotte verso l’esterno.
Le cellule che sintetizzano proteine da esportare in grande quantità ha un RER molto
più sviluppato: come le cellule ghiandolari dell’apparato digerente, al contrario le
cellule meno impegnate nella sintesi ha un RER meno esteso.

24. IL RETICOLO ENDOPLASMATICO LISCIO


Questo reticolo è privo di ribosomi e ha una struttura molto tubolare rispetto il
RER, molte delle sue attività sono dovute agli enzimi nella sua membrana:
 È la sede della sintesi dei lipidi (acidi grassi, fosfolipidi e steroidi)
 È responsabile della trasformazione chimica di sostanze come i farmaci
 Nelle cellule animali è la sede dell’idrolisi del glicogeno per produrre il
glucosio C 6 H 12 O 6
 Immagazzina gli ioni di calcio

25. L’APPARATO DI GOLGI


Questo appare come un insieme di sacchetti, non in comunicazione tra loro,
impilati uno sopra l’altro e vescicole circondate da una membrana. L’apparato
svolge tre funzioni:
 Riceve le proteine del RER e le elabora ulteriormente
 Concentra, confezione e smista le proteine prima del loro invio
 Sintetizza i polisaccaridi per la parete cellulare
Le cisterne dell’apparato hanno tre zone distinte:
 Una zona d’ingresso

11
Qui giungono le vescicole di trasporto provenienti dal RER, che vengono
modificate a seconda della loro destinazione finale e passano in un
sacchetto della zona intermedia
 Una zona intermedia
 Una zona di uscita
Questo serve come deposito, qui i pacchetti dentro le vescicole di
trasporto, si spostano verso la membrana plasmatica

26. DIFFERENZE TRA LA CELLULA ANIMALE E QUELLA


VEGETALE
Cellula vegetale:
 Cloroplasti
 Vacuoli
 Parete cellulare
 Plasmodesmi
 Perrossisoma
Cellula animale:
 Lisosomi
 Centrioli
Ma le principali differenze sono:
1. Parete cellulare
 È un ulteriore membrana rigida
 È fatta di cellulosa un polisaccaride (carboidrato)
2. Vacuolo
 Contiene diverse sostanze alimentari
 Il maggiore è il vacuolo centrale che contiene prevalentemente
acqua
3. Cloroplasti12
 Applica la fotosintesi clorofilliana
 È un tipo di plastidio13

27. MITOCONDRI
Nelle cellule eucariote, la demolizione delle molecole di nutrienti inizia nel
citoplasma, i prodotti di questa degradazione parziale entrano nei mitocondri e

12
È un tilacoide, questi hanno insieme ai grani enzimi che permettono la fotosintesi, che crea
glucosio
13
Questi si dividono in tre tipi:
 I leucoplasti—>sono riserve di amido—>chiamate anche amidoplasti
 Cremoplasti—>danno il colore ai petali dei fiori
 Cloroplasti—>danno il tipico colore verde alla vegetazione
12
vengono completamente demoliti, l’energia chimica che contenevano viene
utilizzata per produrre molecole di ATP14.
Questa molecola è formata dalla base azotata dell’adenina legata a una molecola
di ribosio15 a cui è attaccata è attaccata una sequenza di tre gruppi fosfato.
L’idrolisi dell’ATP produce una
molecola di ADP16 e energia. La
quantità di energia prodotta, non
deve essere troppa:
 L’energia deve essere
sufficiente ad attivare
gran parte delle reazioni
chimiche, ma non troppa
da danneggiarle.

La produzione di ATP avvenente all’interno dei mitocondri(la presenza maggiore


o minore di mitocondri è determinata dall’uso di energia), e richiedente un
consumo di ossigeno molecolare e C 6 H 12 O 6, è chiamata respirazione cellulare, e
produce come sostanza di scarto C O2

 Caratteristiche dei mitocondri:


 Diametro inferiore a 1,5μm
 Lunghezza compresa tra 2 e 8μm
 Forma di fagiolo
 Sistema di membrane
 Membrana esterna
È liscia e svolge una funzione protettiva
 Membrana interna
A causa dei suoi numerosi ripiegamenti compre una
superficie maggiore di quella esterna, questi ripiegamenti
tendono a essere regolari e sono denominati creste, lo
spazio tra le creste è detto matrice.
È fondamentale per la sintesi dell’ATP.
o Lo spazio interno delimitato dalla membrana è
detto matrice mitocondriale
Il DNA mitocondriale17 contiene le informazioni per
la creazioni di alcune proteine adibite alla
respirazione cellulare
I mitocondri non si formano da zero, ma derivano dai mitocondri presenti
nell’embrione, che provenivano dalla cellula uovo.
Per sintetizzare l’ATP le cellule usano il glucosio

14
Adenosintrifosfato
15
Zucchero pentoso
16
Uno ione fosfato inorganico
17
È circolare, molto simile a quello batterico
13
 Gli autotrofi catturano l’energia dalla luce solare e la usano per
sintetizzare da se il glucosio a partire da acqua e diossido di carbonio.
 Gli eterotrofi grazie alle sostanze nutritive che mangiano dalle piante
(catena alimentare)

28. TRASPORTO DI MEMBRANA


Le membrane sono semipermeabile, cioè che passa il solvente ma non il soluto)
che si dividono in due tipologie:
 Attivo
Spesa di energia ATP, trasporto contro gradiente
 Passivo
Senza spesa di energia, seguendo un gradiente di concentrazione (un
parametro di uno spazio) un esempio è il gradiente termico verticale
0,6°C x 1000c
I fattori da cui dipende la velocità di diffusione:
 Diametro delle molecole o degli ioni (più piccole sono più veloci si
diffondono)
 Temperatura della soluzione: temperature alte danno luogo a una
diffusione più veloce
 Gradiente di concentrazione, maggiore è il gradiente più rapidamente si
muovono (si spostano dalla zona maggiore a quella minore)
Tre tipi di diffusione: diff. semplice/osmosi/diff. Facilitata (tutti tr.passivo)

29. LA DIFFUSIONE SEMPLICE


DEF:Passaggio secondo gradiente di piccole molecole attraverso il doppio strato
fosfolipida.
Una molecola che abbia un carattere idrofobico e quindi solubili nei liquidi,
quanto è più liposolubile, tanto più rapidamente come ammoniaca e acqua.
Invece le molecole di maggior dimensione (polari o carichi elettricamente) non
attraversano le membrane per:

14
 Le cellule sono fatte gran parte d’acqua, e le molecole polari, tendono a
creare molti e forti legami a idrogeno che ostacolano il passaggio (per via
delle dimensioni).
 Le molecole polari o cariche non sono molto solubili nella regione
idrofobica dello strato fosfolipida

30. OSMOSI
Le molecole d’acqua attraversano le membrane grazie a un particolare
meccanismo di diffusione detto osmosi. Questo non consuma energia (quindi
passivo) ed è spiegabile in termini di concentrazione di soluti (esempio i globuli
rossi)
DEF:Se immaginiamo di avere due soluzioni a concentrazione diversa: la
soluzione in cui il soluto è maggiore è detta ipertonica. La soluzione con il soluto
minore è detta ipotonica.
Se le due soluzioni sono divise da una membrana permeabile all’acqua ma non ai
soluti, le molecole d’acqua si spostano dalla soluzione ipertonica a quella
ipotonica, cercando di creare una stabilità tra loro (avere la stessa quantita di
acqua)
La direzione dell’osmosi è
determinata solo dalla
differenza di concentrazione
totale dei soluti. DEF:Nel
caso di due soluzioni con una
concentrazione identica dei
soluti, le particelle d’acqua si
muoveranno in entrambe le
direzioni alla stessa velocità, e
vengono chiamate isotoniche.

Caso d’esempio: globuli rossi


Un globulo rosso all’interno di una soluzione ipotonica rispetto al proprio
citoplasma, assorbe acqua, fino al punto tale che scoppia a causa del troppo
assorbimento. Un globulo rosso, invece, in una soluzione ipertonica, si comporta
in maniera opposto, raggrinzendosi e collassando su se stesso. L’integrità dei
globuli rossi dipende dal mantenimento costante di soluti nel liquido
extracellulare.
DEF: Nelle cellule vegetali la questione del mantenimento della propria forma
naturale non persiste, infatti queste, hanno la parete rigida cellulare che
impedisce il cambiamento della forma della membrana. Le reazioni viste prima
avvengono all’interno nel vacuolo, solo che, nel caso che, la cellula assorba troppa
acqua, fino a riempire l’intero vacuolo, questo andrà a bloccare l’entrata e l’uscita
di cellule d’acqua dalla parete cellulare, questa reazione è detta turgore.Nel caso

15
contrario, la membrana plasmatica si staccerebbe dalla parete cellulare
(plasmolisi) provocando la morte della pianta.

31. LA DIFFUSONE FACILITATA


Le grandi molecole come gli aminoacidi, i carboidrati o molecole dotati di carica,
non diffondono facilmente attraverso il doppio strato fosfolipida, se l’attraversano
lo fanno:
 Utilizzano canali formati da proteine integrali ( esistono anche le
acquaporine)
 Le molecole polari si legano a una proteina di trasporto
DEF: il passaggio di una sostanza gradiente secondo gradiente per mezzo di
specifiche proteine di membrana si chiama diffussione facilitata.

32. CARBOIDRATI
Carbo “C” idrati “ H 2 O un esempio è C 6 H 12 O 6rapporto di 2:1

Le categorie dei carboidrati:


 Monosaccaridi
Molecole di piccole dimensioni che contengono da tre a sette atomi di
carbonio come il glucosio (zucchero esoso). Si dividono in: aldeidi e
chetosi a seconda del numero e posizione degli atomi di carbonio.
 Disaccaridi
Formati da due monosaccaridi tenuti insieme da un legame covalente, un
esempio è il saccarosio
 Oligosaccaridi
Contengono da tre a venti monosaccaridi come il melecitosio un
trisaccaride
 Polissacaridi
Un esempio sono l’amido e la cellulosa, formati da centinaia di
monosaccridi

I carboidrati svolgono 4 funzioni:


 Fonte di energia
 Accumulo energia di riserva
 Formano scheletri carboniosi
 Costruiscono materiali di sostegno per il rivestimento delle cellule
Vengono prodotti attraverso la fotosintesi negli esseri autotrofi e negli animali
vengono assunti dalle piante.

16
Tutti i monosaccaridi formano i disaccaridi, oligosaccaridi e i polisaccaridi
grazie a dei legami detti glicosidici

33. IL CICLO CELLULARE


DEF: il ciclo cellulare è l’insieme degli eventi compresi tra la formazione di una
cellula e la sua divisione in due cellule figlie, oppure la sua morte. Questo ciclo
può essere diviso in:
 Interfase
È il tempo che intercorre tra una divisione e l’altra, in questo periodo c’è
un intensa attività metabolica e aumento delle proprie dimensioni.
Fasi dell’interfase:
 Sottofase G1
Costituisce la maggior parte della vita della cellula, dove sintetizza
molecole e si accresce
 Sottofase S
Avviene la replicazione del DNA e continua a crescere
 Sottofase G2
In questa fase iniziano a formarsi le strutture che serviranno per la
mitosi
 La fase mitotica o fase M
È lo stadio in cui la cellula si divide e comprende due momenti principali:
 Mitosi
 Citodieresi

34. REPLICAZIONE E SPIRALIZZAZIONE DEL DNA

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Se il DNA contenuto in una delle cellule raggiungerebbe due metri. La
spiralizzazione del DNA consiste in una serie di ripiegamenti ordinati tenuti
insieme da istoni.

- Durante la sottofase G1 le molecole di DNA formano un groviglio di filamenti


(quarta struttura)
- Quando la cellula entra nella sottofase M, il suo aspetto cambia, al posto della
cromatina si vedono delle strutture compatte chiamate cromosomi, il loro
numero, nelle cellule eucariote, è fisso e specifico. Nella specie umana, una
cellula somatica nel G1 o G2 contiene 23 coppie di cromosomi, quando entra
nella sottofase M, il numero dei cromosomi rimane invariato , ma ogni
cromosoma sarà formato da strutture identiche dette, cromatidi fratelli, uniti
tra loro da un centromero.

35. MITOSI
- Ci sono sei fasi:
 Interfase
 Profase
I cromosomi si spiralizzano, e in ognuno si forma un cromatido fratello,
legati insieme nel centromero. Nella regione del centromero si
assemblamo due strutture proteiche (una per ogni cromatidio) detti
cinetocori18.
DEF: Si crea il fuso mitotico, che ha la funzione di guidare i movimenti
dei cromosomi, grazie a delle strutture chiamate microtubuli che hanno
origine da due organuli detti centrosomi, che in molti organismi

18
Importante per il movimento dei cromosomi
18
consistono in un paio di centrioli19, la loro struttura è composta da 9
triplette di mocrotubuli (nelle cellule vegetali non ci sono queste strutture,
ma dei centri organizzatori di microtubuli.
 Prometafase
Qui scompare la membrana nucleare, i cromosomi fratelli si attaccano per
mezzo del cinetocore ai microtubuli, si iniziano anche a muovere, ma
sempre legati al livello del centromero
 Metafase
Qui il fuso mitotico è completo e i due centrioli sono allineati ai poli della
cellula. I cromosomi si allineano al centro nella piastra metafasica
(piastra equatoriale) questo è il momento migliore per osservare il
cariotipo.
 Anafase
I centromeri si staccano e i due cromatidi fratelli si separano , spostandosi
verso le estremità del fuso mitotico, grazie a delle proteine motrici dette
cinetocori, che avanzano lungo i microtubuli, trascinando con se i
cromosomi. Da ora ogni cromatidio viene considerato un cromosoma
indipendente e prende il nome di cromosoma figlio
 Telofase
Il fuso si dissolve, i cromosomi si despiralizzano e ricompare la cromatina
si riaggregano i nucleoli e gli involucri nucleari. Il risultato consiste in due
nuclei identici tra loro, contenenti lo stesso corredo genetico. In seguito i
due nuclei figli si dovranno separare in due cellule distinte, il che richiede
la divisione nel citoplasma.

36. LA CITODIERESI
Questo processo può compiersi in modalità diverse, nelle cellule animali e nelle
cellule vegetali:
 Nelle cellule animali, la separazione del citoplasma inizia con
l’assemblaggio di un anello contrattile (costituito da filamenti di actina e
miosina che scorrono l’uno sull’altro) posto tra due nuclei, tra questi si
inizia a creare una strozzatura che divide sempre più profonda, fino a
dividere la cellula.
 Nelle cellule vegetali, quando il fuso mitotico si disgrega, compaiono
lungo la piastra metafasica alcune vescicole membranose prodotte
dall’apparato del Golgi. Spinte lungo i microtubuli, queste si fondono e
formano una nuova membrana plasmatica, mentre il loro contenuto
contribuirà alla creazione di una piastra cellulare, che costituisce la nuova
parete cellulare.
A seguito della citodieresi, entrambe le cellule contengono tutte le componenti di
una cellula completa, ma la loro ripartizione non è affidata a alcun meccanismo
dotato di una precisione paragonabile a quella della mitosi.

19
Disposti a 90° uno rispetto l’altro.
19
37. GENETICA MENDELIANA
Si parla di genetica, quindi di trasmissione dei caratteri eriditari. Esistono tre
tipi di genetica:
 Genetica Mendeliana
 Genetica molecolare
 Genetica delle popolazioni
Gregor Mendel era un matematico, biologo e abbate agostiniano in Repubblica
Ceca, a Brno. Il suo intento era quello capire la trasmissione dei caratteri genetici.

LEGGI DI MENDEL:
1° legge della dominanza o dell’uniformità degli ibridi:
- Caratteri presi in considerazione:
 Forma del seme (liscio o rugoso)
 Colore dei cotiledoni (verde o giallo)
 Colore dei fiori (bianchi o rossi)
 Forma del baccello (semplice o con strozzature)
 Colore del baccello prima della maturazione (verde o giallo)
 Posizione dei fiori (assiali o terminali)
 Lunghezza dello stelo (lungo o corto)

Generazione parentale (P)

20
Generazione filiale (F1)

In questo caso, alla generazione filiale vengono trasmessi i caratteri di uno dei due
individui della generazione parentale. Mendel capisce con un tipo di incrocio detto
reciproco che i risultati non dipendevano dalla direzione dell’incrocio.

2° legge della segregazione dei caratteri


Mendel notò che nella seconda generazione filiale (F2) di fenotipo recessivo, i
caratteri si comportavano come una linea pura.
Poiché la loro intera progenie manifestava
esclusivamente il colore verde, mentre quelle
di fenotipo dominante si potevano
classificare in due gruppi, quelle che si
comportavano come la linea pura di
carattere dominante e quelle che si
comportavano come gli ibridi della F1,
perché nei loro semi c’era nuovamente, una
miscela di semi gialli e verdi in rapporto 3: 1
(questo rapporto era in realtà un rapporto
1:2:1 mascherato)

38. MEIOSI
 La meiosi 1
 Profase 1 iniziale
I cromosomi omologhi si compattano e si appaiano, questo
fenomeno è detto sinapsi20.
 Profase intermedia
Durante la sinapsi i quattro cromatidi formano una struttura
detta tetrade21.
 Profase tardiva
I cromatidi adiacenti vanno incontro a dei processi di rottura e
riunione e il loro prodotto è chiamato: chiasmo, e in
corrispondenza avviene il crossing-over.
 Prometafase

20
Dura dalla profase fino alla fine della metafase
21
Contiene 4 cromatidi, dividi in due coppie. Esempio: 46 cromosomi—>23 tetradi=23
coppie di cromosomi, di conseguenza nella profase ci sono 92 cromatidi identifi due a due.
21
La membrana nucleare e il nucleo si dissolvono e si forma un fuso
di microtubuli, che si attaccano alla stessa parte del fuso, per poi
migrare ai poli della cellula
 Metafase 1
I cromosomi si allineano lungo la piastra metafasica o il piano
equatoriale, fino a qui gli omologhi sono tenuti insieme dai
chiasmi.
 Anafase 1
Uno dei due cromosomi raggiunge un polo, mentre l’zltro
raggiunge l’altro. Entrambi i nuovi nuclei che si sono formati
hanno una sola serie cromosomico (due cromatidi, quindi un
contenuto doppio di cromatina)
 Telofase
Non avviene in tutti i casi, ma consiste nella creazione di due
nuove membrane nucleari ai lati della cellula, seguita da una
intercinesi22
 La meiosi 2
 Profase 2
I cromosomi si condensano di nuovo
 Metafase 2
In ciascuno dei due nuclei i cromosomi si allineano sulla poastra
metafasica
 Anafase 2
I centromeri dei cromatidi fratelli si separano
 Telofase 2
Si riforma la cromatina e la membrana nucleare

22
Una interfase mitotica
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